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Autore: fefi97    16/08/2015    3 recensioni
[Sterek;AU; tutti umani tranne Derek]
Stiles e Derek sono compagni di liceo. Stiles é logorroico e iperattivo e si ostina a sostenere che il suo attuale fidanzato Harry non assomigli per NIENTE a Derek e che la cotta storica per lui gli sia passata da un secolo,mentre Derek é un adolescente scontroso e taciturno, che, ovviamente, non ha mai degnato d'attenzione Stiles.
Ma una sera, durante una festa organizzata dall'amica Lydia, Stiles scopre il segreto che Derek Hale ha tenuto nascosto per diciassette anni e le cose cominciano a prendere svolte inaspettate.
E se Stiles fosse l'ancora di Derek e Derek cominciasse a mostrare un'inaspettata possessività, il ragazzo sarebbe disposto ad accettarlo?
( introduzione orribile, ma non dateci troppo peso )
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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PUZZA DI CANE BAGNATO
 
 
 
Fu tutto molto strano.
Cioè, non il bacio di per sé, Stiles aveva baciato Harry un sacco di volte, non era il suo primo bacio.
Fu strana la reazione di Derek.
Stiles sentì le zanne che gli graffiavano le guance ritirarsi lentamente sotto il tocco delle sue labbra calde e morbide su quelle di Derek. Avevano entrambi tenuto gli occhi aperti durante quel breve bacio a stampo, per cui Stiles osservò con stupore le iridi di Derek variare dal rosso sangue al consueto verde chiaro. Lentamente gli spasmi del più grande diminuirono, fino ad arrestarsi del tutto. Le mani dotate di artigli, che Derek teneva ancorate al pavimento, tornarono alla loro normale dimensione e forma.
Qualunque cosa stesse accadendo a Derek, sembrava che Stiles, con il suo bacio, l’avesse evitata.
Lentamente, tenendo ancora le mani sul viso di Derek, Stiles si staccò di poco dal suo viso, guardando l’altro con occhi grandi di stupore per ciò che lui stesso aveva avuto il coraggio di fare, le guance arrossate e le labbra rosse e socchiuse.
-Oh mio Dio – esalò infine, mentre i suoi occhi nocciola si riempivano di terrore, nonostante lo sguardo calmo, addirittura pacifico, che Derek gli stava ricambiando – Ti prego non staccarmi la testa a morsi! Io.. io non volevo baciarti baciarti, volevo baciarti per aiutarti, non so nemmeno io perché l’ho fatto, ma, ti prego, non uccidermi, non.. –
-Stiles – lo interruppe Derek, per nulla turbato da ciò che invece sembrava aver gettato Stiles nel panico più assoluto – Levati di dosso. Mi schiacci i polmoni. –
Stiles gli rivolse uno sguardo stupito per un attimo poi, abbassando gli occhi, si rese conto che durante il bacio era finito con la parte superiore del corpo addosso a Derek e che, si, in effetti lo stava schiacciando.
-Scusa! – esclamò immediatamente il ragazzo, scostandosi velocemente da Derek e mettendosi seduto sul pavimento, mentre Derek faceva lo stesso, ruotando la testa per scrocchiare il collo indolenzito dalla lunga posizione distesa che era stato costretto ad assumere. Stiles non si perdeva un movimento, seguendolo con occhi grandi di paura e, suo malgrado, di curiosità, aspettandosi quanto prima un attacco di rabbia da parte di Derek per quello stupido bacio.
Trasalì quando gli occhi verdi di Derek, assolutamente normali all’infuori di una velatissima preoccupazione, si posarono su di lui, facendo su e giù per il suo corpo, in cerca di solo Dio sa cosa.
-Stai bene? – domandò infine con malcelata ansia, causando una frattura alla mascella di Stiles che era andata a schiantarsi sul pavimento per la sorpresa.
Non ricevendo risposta, lo sguardo del più grande si inquietò ancora di più, se possibile.
-Stiles – insistette sporgendosi lievemente con il busto verso di lui – Stai bene? Ti ho ferito? Perché mi guardi così terrorizzato? Hai paura di me? -  e verso la fine la sua voce assunse una strana tonalità, quasi sofferente, mentre gli occhi non si staccavano per un secondo dal viso sconvolto dell’altro.
Stiles boccheggiò e scosse la testa insieme perché, davvero, Derek Hale non aveva mai pronunciato tante parole tutte insieme prima di quel momento.
-Non sono ferito. – disse infine, acquistando parzialmente il controllo di sé – E,no, non ho paura di te, avevo solamente paura che tu te la fossi presa per il bacio. – spiegò sincero, gesticolando appena.
Derek gli lanciò un’occhiata strana, che a Stiles sembrò quasi esasperata.
-Cioè, tu non avevi paura di me perché mi hai visto con zanne e artigli ma perché mi hai baciato e non sapevi come l’avessi presa? –
-Beh, si. – si imbronciò Stiles, offeso per lo sguardo di rassegnata incredulità dell’altro.
-Sei incredibile. – disse infatti Derek, ma non sembrava un insulto, non se continuava a guardarlo così, come se il solo fatto di avere Stiles davanti a sé, vivo e incolume, gli procurasse serenità.
-Derek – mormorò Stiles, inclinando il capo di lato, calamitando in modo inquietante l’attenzione di Derek su di sé per quel piccolo movimento – Derek, cosa è successo? –
Derek fece per aprire bocca, ma uno scoppio di voci poco fuori dall’aula in cui i due si trovavano, catturò l’attenzione di entrambi.
-Non dovevi lasciarlo solo durante una festa, avrebbe potuto fare del male a qualcuno! – stava dicendo una matura voce maschile, usando un tono ansioso e scocciato insieme.
-Non sapevo che fare d’accordo?! Mi è preso il panico, erano anni che non perdeva il controllo in questo modo e poi lo sai che ora che è alpha non posso sottrarmi ai suoi ordini! – rispose una piccata e familiare voce femminile, dicendo cose incomprensibili per Stiles, che tuttavia capì che la proprietaria di quella voce era Cora Hale.
Stiles lanciò un’occhiata timorosa a Derek, che si era seduto dritto e rigido, gli occhi puntati alla porta.
-Non dire una parola. – ordinò a Stiles, senza guardarlo, nell’esatto istante in cui la porta si aprì con uno schianto, facendo entrare due persona, entrambe piuttosto trafelate.
-Derek!- esclamò Cora, guardando con sollievo che il fratello era di nuovo perfettamente umano.
Accanto a lei, un uomo sulla quarantina, sbuffò, attirando l’attenzione di Stiles, che lo riconobbe immediatamente per Peter Hale, lo zio di Derek e Cora, che aveva cura di loro da quando i genitori e la sorella maggiore Laura erano morti in un incendio.
Peter era leggermente più basso di Derek e più massiccio, ma certamente lo charme era quello degli Hale. A partire dai capelli corti e brizzolati, fino ai vividissimi occhi azzurro ghiaccio, Peter Hale era il fascino in persona e Stiles non poté impedirsi di spalancare un  po’ la bocca, quando Peter ricambiò lo sguardo, ammiccando appena. Gli sembrò quasi che Derek lo stesse guardando male, ma quando si voltò per constatarlo, il ragazzo aveva puntato gli occhi verdi nuovamente verso i familiari.
-Sul serio Cora? – stava dicendo Peter guardando la nipote a braccia conserte, con un tono a metà tra l’indolente e l’annoiato – Mi hai fatto perdere una puntata di The Mentalist per portarmi a vedere Derek che si trastulla con Occhi Dolci? –
Derek ringhiò sommessamente, mentre Cora, ancora incredula, faceva vagare gli occhioni scuri da Derek a Stiles.
-Stiles.. cosa ci fai qui? – sussurrò, poi senza attendere risposta, si voltò verso Derek, confusa – Tu.. tu eri senza controllo quando ti ho lasciato, ti stavi trasformando!-
Gli occhi di Peter persero d’un tratto la loro indolenza, assottigliandosi pericolosamente e puntandosi in quelli sempre più persi di Stiles.
-Il ragazzino ha visto qualcosa? – domandò, facendo un passo nella direzione di Stiles, uno sguardo non del tutto rassicurante negli occhi chiari.
Fu un attimo.
Prima ancora che Peter potesse avvicinarsi ulteriormente, Derek balzò in piedi con un ringhio profondo, accucciandosi davanti a Stiles in posizione di difesa. Stiles sbarrò gli occhi, nel notare che in una mano di Derek gli artigli avevano preso nuovamente il posto delle unghie.
Peter non si scompose, si limitò a inarcare un sopracciglio, vagamente sorpreso. Cora, che aveva la stessa espressione stupita dello zio, spalancò gli occhi, puntandoli in quelli del fratello.
Ci fu un lungo momento di teso silenzio, interrotto solo dai bassi e intermittenti ringhi di Derek, che mostrava i denti leggermente trasformati allo zio, come avvertimento.
-Ahm – proruppe Stiles, ancora seduto scomposto dietro Derek, sporgendo la testa di lato per poter osservare Cora e Peter da dietro la schiena del più grande – Qualcuno mi potrebbe fare l’immenso favore di spiegarmi cosa sta succedendo? –
Peter gli lanciò un’occhiata, alla quale Stiles per istinto ritrasse la testa di scatto dietro Derek, poi gettò la testa indietro e scoppiò a ridere, di una risata simile a un latrato. Stiles cercò di catturare lo sguardo di Cora, per assicurarsi di non essere l’unico a pensare che il buon vecchio Peter avesse perso qualche rotella, ma la ragazza era serissima e fissava ancora il fratello dritto negli occhi, con espressione indecifrabile.
-Dio! – ansimò Peter, asciugandosi lacrime invisibili con i pollici – E’ così divertente nella sua assurdità! –
-Piantala Peter! – sbottò Cora brusca.  – Derek – continuò rivolta al fratello con voce calma ma decisa – Calmati, nessuno farà del male a Stiles.-  lanciò un’occhiataccia a Peter – Giusto Peter? –
Peter sbuffò, roteando gli occhi – Per la cronaca non ho mai avuto la minima intenzione di torcere un capello al ragazzino, ma si, Derek, non faremo del male a Biles. – brontolò, vistosamente annoiato.
-Stiles! – lo corresse il diretto interessato, lievemente rincuorato dal fatto che Peter avesse esplicitamente dichiarato di non volerlo uccidere, tanto per cominciare.
Derek rilassò impercettibilmente le spalle, abbandonando in parte la sua posizione di difesa, ma rimanendo comunque un poco chinato davanti a Stiles come a volerlo proteggere.  Stiles notò con sollievo che quegli spaventosi artigli si erano ritirati nella carne di Derek, lasciando spazio a una mano perfettamente umana.  Derek voltò la testa verso di lui, incrociando i grandi occhi nocciola, che facevano di tutto per mostrarsi sicuri di sé e non lasciar trasparire alcun timore.
-Tutto bene? – domandò a voce bassa, roca.
Stiles, la gola secca che gli impediva di parlare, si limitò ad annuire più volte, la bocca ancora spalancata. Derek gli porse la mano e Stiles, dopo un primo momento di sgomento, l’afferrò di slancio, facendosi aiutare a rimettersi in piedi. La mano di Derek era grande, morbida e calda e Stiles non voleva lasciarla. Derek sembrò leggergli nel pensiero, perché una volta in piedi si limitò a tirarlo più vicino a sé, senza lasciargli la mano, rischiando di mandarlo a fuoco.
Peter fece un sorrisetto e Cora lanciò un’occhiata eloquente allo zio, come a dire “sai anche tu quello che so io?”.
-Scusate! – esclamò Stiles, cominciando a sentirsi leggermente esasperato da tutta quella situazione assurda – Potete spigarmi cosa succede?– indicò con la mano libera il ragazzo vicino a lui, che sollevò un sopracciglio scuro – Perché Derek si comporta come un cane? – assunse un’espressione comicamente allarmata, ignorando Derek che aveva alzato gli occhi al cielo – Oh mio Dio, si è beccato la rabbia da qualche randagio? –
Il piccolo ringhio di Derek fu messo a tacere dalla fragorosa risata in cui sia Cora che Peter scoppiarono.
-Ragazzo mio, te l’ha mai detto nessuno che sei divertente? – ridacchiò Peter, guardandolo con simpatia.
Stiles accennò un sorriso, un po’ a disagio – Ehm, no di solito mi dicono che sono molesto, per lo più. –
-Derek non si comporta come un cane, Stiles. – spiegò Cora, guardandolo dritto negli occhi – Lui é.. –
-Non c’è bisogno che lo sappia. – intervenne Derek, freddo, lasciando andare di scatto la mano di Stiles, che provò una curiosa sensazione di vuoto. Gli lanciò uno sguardo duro, e Stiles si sentì male, perché d’un tratto Derek era tornato a essere il Sourwolf di sempre e non più quella strana creatura che si preoccupava per lui e lo difendeva – Non c’è bisogno che questo stupido ragazzino sappia niente. –
L’espressione ferita di Stiles venne sostituita immediatamente da una furiosa.
-Questo stupido ragazzino ti ha evitato di andare a mordere un po’ di chiappe in giro, stupido di un Sourwolf! – sbottò Stiles, le guance arrossate e le mani strette a pugno lungo i fianchi.  Gli occhi di Derek mandarono un sinistro bagliore rosso che, okay, un po’ spaventò Stiles.
-Non parlarmi così. – sibilò tra i denti, avvicinando minacciosamente il viso a quello di Stiles, che deglutì, discretamente terrorizzato.
-Derek. – lo richiamò Peter, sempre con quella voce calma e un po’ indolente, come se sotto sotto, e neanche tanto sotto, si stesse divertendo un mondo per quella situazione.  Peter si avvicinò ai due, ignorando l’espressione inferocita del nipote.  Stiles sbarrò gli occhi, quando il caro zio Peter si chinò su di lui, annusando inequivocabilmente il suo collo.
Sentì Derek irrigidirsi accanto a lui, ma il fatto che non avesse ancora staccato la testa a Peter lo rassicurò sul fatto che lo zio non stesse facendo niente di pericoloso per la sua persona.
-Congratulazioni. – fece Peter, raddrizzandosi con un sorriso sardonico, gli occhi puntati in quelli sempre più confusi di Stiles – Puzzi di mio nipote, o profumi, a seconda che ti piaccia o meno l’odore di cane bagnato. –
-Peter. – ringhiarono Derek e Cora, in contemporanea.
Stiles fece un passo indietro, gli occhi spalancati.
-Okay. – gracchiò con voce nervosa, occhieggiando con nervosismo la porta – Questa storia ha smesso di divertirmi esattamente da quando è cominciata. E’ chiaro che siete tutti e tre fuori di testa e che progettate di uccidermi, ma in tal caso vi informo che mio padre è lo sceriffo e che i miei amici e il mio ragazzo si accorgeranno subito della mia scomparsa. –
Peter sollevò entrambe le sopracciglia, un sorrisetto ironico formatosi sul bel volto – Oh, Occhi Dolci ha un ragazzo? – lanciò un’occhiata beffarda a Derek – Ecco l’odore di frustrazione che sento nell’aria. –
-Chiudi quella bocca! –gli intimò Derek, mentre Cora sopprimeva una risatina.
-L’odore.. tu senti gli odori degli stati d’animo? – domandò Stiles, più curioso che spaventato.
Peter gli sorrise, un sorriso amichevole, che però a Stiles dette la netta impressione di poter diventare letale, in caso di necessità.
-Certo, come Cora e Derek. – fece una pausa, il suo sorriso si allargò – Come tutti i licantropi.-
Stiles rimase perfettamente immobile, gli occhi nocciola puntati in quelli fin troppo seri dello zio Peter, mentre Derek e Cora la fissavano trepidanti, aspettandosi probabilmente che Stiles corresse strillando fuori dall’aula.
-Questa.. – disse lentamente Stiles, gli occhi puntati in quelli azzurri e un po’ perplessi di Peter – Questa è una figata, pazzesca! – esclamò, su di giri, producendo uno dei suoi tipici sorrisoni esaltati.
Derek, Cora e Peter si guardarono a vicenda sgomenti.
-Oh mio Dio, quindi voi vi trasformate in lupi?! – Stiles si voltò a guardare Derek ad occhi spalancati, esaltato – Stasera c’era la luna piena! Era bellissima, splendente, io l’ho vista! Quindi è per questo che sembravi epilettico! Volevi solo ululare alla luna! –
-Cosa? Stiles.. – provò a parlare Derek ma Stiles, non gli dava retta, troppo emozionato. Va bene, fino a due minuti fa era terrorizzato perché credeva che lo volessero uccidere, ma ora che sapeva di essere in un’aula vuota in compagnia di tre licantropi dotati di zanne e artigli.. beh, era tutta un ‘altra storia!
-Ecco perché sei sempre così scontroso! – lo sguardo di Stiles si fece compassionevole, mentre quello di Derek sempre più incazzato – Hai solo un piccolo problema peloso! –
-Stiles! – Derek quasi urlò, per sovrastare le risate irritanti di Cora e Peter – Stiles. – continuò guardando il ragazzo con serietà, gli occhi ridotti a due fessure – Non devi dire a nessuno di questa storia, mi hai capito? O ti strappo la gola. Con i miei denti. –
Stiles, perse il sorriso, la minaccia di Derek troppo reale e cattiva per essere preso come uno scherzo. Anche Peter e Cora di accigliarono, guardando Derek un po’ storto.
-Derek, andiamo, non gli puoi tenere nascosto il nostro mondo! L’abbiamo capito tutti che lui è il tuo.. – cominciò Cora, ma Derek la interruppe con un ruggito che fece fare un potente balzo indietro a Stiles. Guardò Derek con occhi smarriti: in diversi anni che si conoscevano l’aveva sempre un po’ intimorito, ma non aveva mai avuto davvero paura di lui. Ma ora.. ora Derek lo fissava come se lo odiasse, e questo lo spaventava terribilmente.
-Lui non è un bel niente! E’ solo un ragazzino dalla lingua troppo lunga, totalmente inutile. – gli lanciò un’occhiata sprezzante – Completamente debole.-
Stiles inghiottì a vuoto un paio di volte, ferito come mai in vita sua. Derek aveva toccato un nervo scoperto.
Stiles non era forte come suo padre, che lottava ogni giorno contro il dolore per la perdita della moglie per prendersi cura di lui.
Non era forte come Scott e Jackson, che coocapitanavano la squadra di lacrosse.
Non era forte come Lydia, che metteva tutti al loro posto con la sua tenacia e la sua bellezza.
Lui era il gracilino, fragile Stiles, la cui unica difesa era il sarcasmo, praticamente inutile in una società in cui a quanto pareva i muscoli contavano più del cervello.
Che anche Derek, Derek che fino a poco prima lo guardava con occhi pieni di sincera preoccupazione, lo ritenesse una tale nullità, lo feriva come poche cose al mondo.
Vide Derek sussultare come se qualcuno lo avesse colpito e non capì il perché fino a quando non avvertì il sapore salato delle proprie lacrime scivolargli sulle labbra socchiuse.
Fantastico. Ennesima prova di debolezza: piangere davanti a Derek Hale. Complimenti, Stiles.
-Stiles. – mormorò Derek con un tono strano, allungando una mano verso di lui, ma Stiles si ritrasse, scoccandogli uno sguardo pieno di rabbia.
-Non mi toccare! – lanciò uno sguardo infuocato anche agli altri due, che parevano piuttosto costernati – Lasciatemi stare tutti! – esclamò, poi, imponendosi di non pensarci troppo, scattò verso la porta, il cuore che gli batteva all’impazzata. Con sua grandissima sorpresa, nessuno dei tre gli piombò addosso lacerandogli il petto, per cui fu libero di aprire la porta e di slanciarsi fuori, alla velocità della luce. La sua corsa durò molto poco, visto che dopo alcuni secondi impattò contro un petto ampio e dal profumo familiare.
-Stiles? – domandò una voce gentile, afferrandolo delicatamente dalle spalle per rimetterlo in piedi.
Stiles puntò gli occhi pieni di lacrime negli occhi azzurri e preoccupati del suo interlocutore, completamente preso di sorpresa.
-Harry? – gracchiò, cercando di liberare le braccia dalla sua presa, senza riuscirci – Cosa ci fai qui? –
-Ero venuto a farti una sorpresa, ma Lydia e Scott mi hanno detto  che eri sparito ds mezz’ora ed erano preoccupati per te, quindi sono venuto a cercarti e.. – si interruppe, perché Stiles si era lasciato sfuggire un singhiozzo.
-Ehi, amore. – mormorò avvolgendo il viso di Stiles nelle proprie mani grandi, raccogliendogli le  lacrime con i pollici – Che è successo? Perché piangi? –
Stiles esitò un istante, ma poi scosse la testa con decisione. Non poteva dire quello che aveva visto a Harry. Non solo perché lo avrebbe preso sicuramente per pazzo, ma anche perché, anche se Derek non si meritava affatto la sua lealtà, non voleva comunque tradirlo.
-Niente.. non.. non ho voglia di parlarne. Portami solo a casa, okay? – disse con voce stanca, gettandogli un’occhiata semi implorante.
Harry sembrò voler protestare, ma il suo sguardo si addolcì, incontrando quello lucido e stravolto del suo ragazzo.
-Okay amore, tutto quello che vuoi. – mormorò accarezzandogli la schiena in lenti movimenti circolatori, per rassicurarlo.
Stiles gli sorrise, grato, e si alzò in punta di piedi aggrappandosi con le mani al davanti del maglione di Harry, per far incontrare le proprie labbra con quelle del ragazzo. Harry rispose immediatamente al bacio, afferrando con forza la nuca di Stiles, ma si staccò bruscamente nel sentire uno strano rumore, come di un cane che ringhia, provenire dalla porta socchiusa dell’aula da cui era venuto Stiles.
Harry aggrottò le sopracciglia, lanciando un’occhiata al suo ragazzo.
-Hai sentito anche tu questo rumore? –
-No. – disse deciso Stiles, lanciando un’occhiata dura e risentita alla porta. Poi, contro ogni evenienza, pensò che fosse meglio allontanarsi il più possibile con Harry da lì, dato che aveva la netta impressione che Derek avesse perso di nuovo il controllo e che Peter e Cora fossero l’unica ragione per cui ancora non gli avesse staccato la testa dal collo dopo la sua fuga. Così, con un sorriso forzato, afferrò con forza la mano di Harry nella sua e cominciò a tirarlo in direzione della palestra, da dove potevano uscire dall’edificio.
Harry ricambiò il sorriso e gli avvolse le spalle magre con un braccio, affondando il viso nei capelli corti di Stiles. Il ragazzo sollevò gli occhi curioso, quando sentì la risata di Harry sbuffargli contro la pelle.
-Che c’è? – gli chiese perplesso.
-Stiles ma dove ti eri andato a cacciare? Puzzi di cane bagnato. – gli spiegò il suo ragazzo, con una risatina, mentre camminavano abbracciati lungo il corridoio.
Stiles gli rivolse uno sguardo stupito, prima di afferrare un lembo della sua felpa ed annusare forte. Cane bagnato? A lui non sembrava di puzzare, tutt’altro. Percepiva sui suoi vestiti un profumo nuovo, pungente e intenso, come di terra e bosco, ma un odore piacevole.
Puzzi di mio nipote, o profumi, a seconda che ti piaccia o meno l’odore di cane bagnato.
Stiles scollò forte la testa e, imponendosi di non pensare più a quella folle serata, chiuse gli occhi e abbandonò il capo sulla spalla forte di Harry, lasciandosi scortare fuori dall’edificio.
 
 
 
 
ANGOLINO
 
Okay…
So che non ci sono parole per il mio atroce ritardo, ma svariati motivi, tra cui ispirazione per un sacco di altre storie, totale perdita di ispirazione per questa, impegni vari, mi hanno portata ad abbandonare temporaneamente questa storia.
Ho deciso di riprenderla, con la speranza di essere molto più regolare ora che l’ispirazione sembra essere tornata, e spero che qualcuno sia ancora interessato a questa storia.
Mi dispiace davvero molto, davvero!
Un bacio, Fede la Ritardataria Vergognosa :*
 
  
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