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Autore: Piumadoro    17/08/2015    1 recensioni
"I malandrini tornano ad Hogwarts per il terzo storico anno. Riusciranno a non raderla al suolo? Questo sarà un anno particolarmente movimentato. Tanti segreti verranno svelati...."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Dopo l'arrivo degli Auror e le nuove restrizioni ad Hogwarts si respirò aria di pace. I Malandrini sembravano essersi dati una calmata improvvisa, forse perché due di loro si trovavano sotto lo sguardo severo dei loro genitori. I due Potter cominciarono a seguire diligentemente le lezioni e a consegnare i compiti in perfetto orario, a comportarsi bene nei corridoi e a non dare fastidio ai Serpeverde costringendo anche Sirius ad evitare i guai.

Il primo weekend dall'arrivo dei signori Potter si svolse la partita Tassorosso contro Serpeverde a cui i Malandrini assistettero solo per restare un po' fuori dal castello. Con grande dispiacere di tutte le altre Case vinse Serpeverde 210 a 80 e subito dopo pranzo la squadra di Grifondoro si fermò per un allenamento d'urgenza dato che, a sentire Jordan, non erano pronti a competere contro Corvonero.

Tra allenamenti supplementari e compiti in più per affrontare meglio le verifiche nessuno nella squadra di Grifondoro ebbe tempo per divertirsi, ne per fare altro.

"Ok, è un mese che non esco con una ragazza, va bene?" Sbottò James al limite dell'esasperazione.

"Fai schifo amico!" Lo derise Sirius sedendosi al tavolo per la colazione, soddisfatto dell'ammissione ricevuta.

"Perché tu hai avuto molto tempo per i flirt, vero? Non puoi più uscire di notte." Replicò James in tono canzonatorio.

"Io il tempo lo creo, fratello. Comunque non ho bisogno delle notti, e tu lo sai." Rise ancora il ragazzo dagli occhi grigi.

"Oh, ma dai! Io non posso farci nulla! Ho i miei genitori sempre alle calcagna!" Si irritò James.

"Non è vero! E' solo una tua paranoia da figlio viziato." Replicò Sirius bevendo poi a grandi sorsate del succo di zucca.

"Buon giorno ragazzi!" Trillò Susan allegra passando loro accanto e fermandosi per un secondo.

Sirius quasi soffocò nel suo bicchiere e una volta ripresosi guardò il suo amico dritto negli occhi. "Quella cosa di prima, ti do ragione. Buon giorno signora Potter."

"Chiamami Susan!" Soffiò lo donna con un mezzo sorriso.

"Avete scoperto qualcosa di nuovo?" Domandò James.

"A parte il fatto che non ti sei comportato esattamente al meglio finché non siamo arrivati noi?" Chiese Henry apparendo all'improvviso.

"Si, a parte quello." Sospirò James.

"Tesoro, tutto quello che abbiamo scoperto, è segreto, un affare tra noi Silente e il Ministero." Rispose Susan sempre più felice.

"Ciao mamma! Ciao papà!" Salutò Star arrivando in quel momento con Remus.

"Ciao tesoro!" Trillò la signora Potter mentre Henry sorrideva.

"Avete scoperto qualcosa?" Chiese la ragazza servendosi di cioccolata calda e biscottini al cioccolato.

"Nulla, pare che chiunque o qualunque cosa abbia preso Thomas e lasciato quella lettera non sia mai stato realmente qua. Non c'è nemmeno una piccola minuscola traccia di resistenza da parte del ragazzo eppure c'è una lettera di metallo, ed è chiaro come il sole che: o è la firma di chi ha fatto tutto questo oppure questa persona, ammesso che sia una persona, ci sta sfidando a capire chi è." Raccontò il signor Potter lasciando a bocca aperta James e Sirius.

"Perché a me non avete detto niente e a lei rivelate tutto senza problemi!" Fece loro notare il piccolo Potter.

"Perché tu non ci dimostri un minimo di affetto mentre tua sorella si?" Ribatté Susan.

"Genitori!" Sibilò il ragazzo tornando a concentrarsi sulla sua colazione.

"Figli!" Sbuffarono i signori Potter, salutarono Star e andarono verso il tavolo dei professori.

..........

La partita Grifondoro contro Corvonero si avvicinava e i signori Potter riferirono a Silente le loro difficoltà nel controllare sia i ragazzi nel parco, che quelli nella scuola avute durante la precedente partita dal momento che tutti i professori, i Caposcuola e i Prefetti erano al campo da Quidditch. Il preside fece dunque un discorso il venerdì mattina con il quale obbligava tutti gli studenti ad assistere alla partita fino la fine in più chiunque si fosse aggirato per il resto del parco o addirittura all'interno del Castello sarebbe stato espulso immediatamente.

Così quella sera dopo l'allenamento James entrò trionfalmente nella Sala Comune di Grifondoro e andò dritto dritto da Lily con il petto infuori e un sorriso fastidiosamente vittorioso.

"Evans!" Esordì. "Ti va di venire a vedere la mia Partita domani?"

Lily sopirò irritata. "Sono obbligata a venire alla partita domani."

"Lo so, è questo il bello tu verrai a vedermi." Replicò il ragazzo spavaldo. "E non puoi rifiutare il mio invito perché effettivamente ci verrai."

Lily strinse i denti. "Potter, sto prendendo in seria considerazione l'espulsione ora levati di torno. E a proposito, non credevo che la partita fosse tua."

Sirius sbucò fuori dal nulla."Ma certo che è sua, non lo sapevi?"

"Già, domani gioca James Potter contro James Potter; chi sarà il più veloce a prendere il Boccino?" Continuò Star arrivando all'improvviso.

"Grazie ragazzi, siete simpatici come sempre, ma nulla può farmi sentire male oggi! Perché Lily Evans semplicemente non può rifiutare un mio invito!" Ripeté James con aria epica quasi incidendolo sui muri con le parole.

"Forse posso riuscire ad entrare a Beuxbatomes." Commentò Lily fissando il vuoto come se fosse la sua ultima speranza.

Star e Sirius risero. "Non sei poi così male, Evans." Commentò la ragazza trascinando via suo fratello.

"Sei patetico, fratello." Gli fece notare Sirius.

"Non è vero, sono un vincente!" Ribatté James continuando a camminare come uno che possiede l'universo.

"Sei incredibilmente patetico." Rincarò la dose Star.

"Pensatela come volete, e comunque potrei anche accettare un consiglio da Sirius ma non di certo da te, sorellina. A proposito, come va con Dennis?"

La ragazza sospirò. "Non parliamone, quel ragazzo è indecifrabile."

"Eh, i problemi di cuore, sono sempre l'unico che non ne avrà mai." Li prese in giro Sirius.

"Perché, credi che non ti innamorerai mai?" Gli domandò Star.

"Non è che lo credo, lo so. L'amore non fa per me. Sono stato con moltissime ragazze diverse tra loro sotto ogni aspetto ma non vedo niente di effettivamente differente. Non sono speciali, se mai mi innamorerò quella ragazza deve essere veramente fuori dal comune. Ma non esistono ragazze del genere. Non penso esista nessun essere umano così. Ergo, non mi innamorerò mai." Spiegò il ragazzo.

"Hai gusti complicati, fratello." Rise James.

"Secondo me alla prima ragazza terribilmente bella e sexy crolla a terra disperato annunciando di essersi follemente innamorato." Scherzò Star.

"Hei, ne ho già viste di ragazze sexy, so tenere a bada i miei ormoni, grazie." Sbottò Sirius.

"Ma se i tuoi ormoni ancora non esistono!" Lo prese in giro la ragazza.

"Oh, ti assicuro che esistono, e si fanno anche sentire!" Replicò lui.

Star sbuffò e poi si guardò attorno sorpresa. "Remus?"

"L'abbiamo lasciato in biblioteca, ricordi?" Le fece presente suo fratello.

"Oh, si, giusto." Si calmò lei.

"Quando riuscirai a stare concentrata su qualcosa abbastanza a lungo da capire cosa succede nevicherà d'estate e farà caldo d'inverno." Sospirò Sirius.

..............

Quel sabato mattina molti erano gli studenti emozionati per l'imminente partita mentre alcuni di loro erano parecchio seccati dal dovervi assistere invece di prendersi avanti con i compiti.

La squadra di Corvonero era già riunita in Sala Grande mentre non c'era ancora l'ombra di Jordan e degli altri ragazzi di Grifondoro e probabilmente solo Remus sapeva perché. Almeno così pensaro i più tifosi i quali si avvicinarono al povero ragazzo per chiedergli informazioni.

"Dove sono?"

"Perché non sono qui?"

"Hanno un piano?"

Domandarono molte voci sovrapponendosi. Remus calmo come sempre alzò gli occhi dal suo pane tostato. "Jordan è uno stacanovista." Commentò con semplicità lasciando poi spazio ad un'altra inondazione di dubbi e ricerca di chiarimenti. Fortunatamente in quel momento la squadra di Grifondoro al completo entrò già in divisa nella sala e l'orda di tifosi poté abbattersi direttamente su di loro.

"Suvvia gente, abbiamo bisogno di cibo e concentrazione, per favore, per favore!" Li tenne a bada Jordan.

La squadra prese silenziosamente posto al tavolo e i ragazzi cominciarono a mangiare. Remus si avvicinò agli altri Malandrini.

"Allora, siete sopravvissuti?" Domandò dolcemente.

"Come si può sopravvivere ad una prova generale degli schemi in una stanza minuscola a cavallo di scope ma senza poter volare?" Replicò James.

"Ovviamente siamo morti." Spiegò Sirius.

Remus rise. "Capisco. Però siete in gran forma per essere morti."

"E' solo una tua impressione. Ti assicuro che per vincere questa partita ci serve un miracolo, Jordan ci ha sfiancato."

"Qualche problema?!" Domandò un isterico Jordan a voce decisamente troppo alta.

"No, no!" Risposero subito James, Sirius e Star con aria colpevole.

Finalmente giunse l'ora per le squadre di avviarsi verso il campo da Quidditch sotto una pioggia molto fitta.

"Perché bolide deve sempre piovere?" Sbuffò Sirius irritato.

"Nessun problema. Nessun problema!" Gridò Jordan. "Ci siamo allenati per la pioggia, siamo pronti."

"Se è per quello ci siamo allenati anche per l'evenienza di un uragano..." Commentò sottovoce Greg facendo ridere Malcom e Star.

I sette Grifondoro si ripararono negli spogliatoi già fradici.

"Dunque," Cominciò Jordan. "ripassiamo tutto ancora una volta."

"Oh, no! Basta amico!" Sbottò Robin afferrando il braccio di Jordan con forza. "E' ora che cerchi di rilassarti un attimo, ce la faremo, vedrai, siamo talmente ben allenati che possiamo vincere ad occhi chiusi, giuro!"

"Non prendete sottogamba gli avversari!" Si agitò il Capitano.

"No signore! Abbiamo capito, che ne dici se ora giochiamo e basta?" Propose James.

Jordan annuì anche se poco rilassato. Uscirono di nuovo sotto la pioggia fitta, fortunatamente c'era poco vento e quindi l'acqua cadeva dritta e tranquilla.

Le due squadre si disposero al centro del campo attorno a Madama Bumb e Jordan strinse la mano di Cris. Madama fischiò e in un attimo furono tutti in volo. Cris e James se la giocavano come sempre l'uno contro l'altro per trovare in fretta il Boccino mentre tutti gli altri volavano avanti e indietro come pazzi, gli allenamenti dei Grifondoro diedero i loro frutti in men che non si dica grazie agli schemi di Jordan segnarono trenta punti.

"E' incredibile signori! E' la terza volta che i Grifondoro mettono la Pluffa negli anelli e siamo solo a venti minuti dall'inizio della partita, sembrano una macchina ben oliata, senza sbavature, guardateli come filano hanno già ripreso possesso di palla e quello è Greg che si abbatte come una furia tra gli avversari sbaragliandoli, passa la Pluffa a Robin che conclude il lavoro con un tiro pulito e siamo già 40 a zero per Grifondoro!"

Strillava allegro il cronista. Remus sventolava il loro telo per la tifoseria aiutato da Al e Fill tutti e tre erano incredibilmente bagnati dato che avevano rinunciato agli ombrelli per dare un sostegno morale in più. James si fermò qualche secondo ad osservare la scena e sorrise. Poi evitò accuratamente di incrociare lo sguardo con i suoi genitori che lo osservavano fieri.

"OH PERBACCO! Quello deve aver fatto molto male! Jordan è stato colpito proprio bene da quel Randy di Corvonero quel Bolide gli deve aver perforato lo stomaco come minimo, purtroppo era un colpo regolare e... accidenti Jordan cade dalla scopa! Fortuna che si era abbassato di quota ma dopo di questo è fuori dal gioco! Madama Bumb fischia un time out richiesto da Greg. E' troppo tardi amico."

Sirius fu il primo ad atterrare e ad aiutare Jordan a tirarsi su, il ragazzo sputava sangue e aveva lo sguardo appannato ma nonostante questo si rifiutava di smettere di giocare.

"Star..." Rantolò. La ragazza gli fu accanto in un attimo.

"Cosa c'è? Di che cosa hai bisogno?" Domandò lei preoccupata.

"Curami, potrei ancora giocare." Spiegò Jordan respirando affannosamente.

"Non puoi, hai toccato terra prima del fischio." Gli ricordò Malcom.

"Ma io..." Star lo zittì posandogli una mano sullo stomaco con gentilezza.

"Hai il fegato messo malissimo, diamine ti ha colpito forte! Sembri un frullato di interiora." Annunciò.

Madama Chips arrivò in un baleno. "Come sta?" Chiese notando Star.

"Messo male." Rispose lei. "Potrei darle una mano ma mi servirebbe un luogo caldo e asciutto, se lo portiamo in infermeria..."

"Non puoi lasciare la partita." Decretò Jordan debolmente.

"Si che posso, guarda come stai messo!"

Il ragazzo la afferrò per il bavero credendo di essere minaccioso con il sangue che gli colava da un angolo della bocca, un colorito più che pallido e il tremore del suo corpo. "Se esci da questo campo prima di aver vinto questa partita ti giuro che mi butto giù dalla Torre di Divinazione."

La sua minaccia però valse e la ragazza annuì obbediente affidandolo alle cure di Madama Chips.

"Tranquilla Potter, sarà doloroso e lungo ma non è il primo budino di ragazzo che mi ritrovo tra le mani. Questo pericolossimo sport!"

Madama Bumb fischiò di nuovo e loro tornarono in volo ma nessuno stava pensando al gioco, erano tutti preoccupati per le condizioni del loro capitano.

"Pare che Grifondoro abbia perso lo smalto." Commentò il Cronista, ed era così. Corvonero non fece nemmeno fatica a rimontare e superarli. Segnò sei reti consecutive e indisturbate, persino a Star e Sirius capitò di sbagliare colpi finché la ragazza non digrignò i denti schiaffeggiandosi da sola.

"Sei impazzita?" Le chiese Sirius perplesso volandole accanto.

"Io? Siamo impazziti tutti! Una sola cosa Jordan ci ha chiesto di fare: vincere. E dovessi muorire vinceremo." Stabilì lei con decisione e grinta.

"Sono d'accordo, tranne che per la grammatica. Mai pensato di prendere in mano un dizionario?" Scherzò Sirius poi si girò verso le porte dove il miglior attaccante di Corvonero, Darry, era sul punto di segnare per l'ottava volta e gli scagliò contro un Bolide preciso e pulito che colpì solo la Pluffa deviandola dalla sua traiettoria.

"Gran bel tiro." Commentò Star.

"Lo so." Replicò il ragazzo voltandosi verso il resto della squadra. "Reagite, cazzo!"

"Poi sono io la scaricatrice di porto..." Bofonchiò lei riprendendo a giocare come all'inizio della partita e così fecero gli altri loro compagni e i Corvonero le presero di brutto.

"Nessuno può più avvicinarsi agli anelli di Grifondoro! E' incredibile come Star e Sirius bombardino chiunque provi a segnare. Mentre Greg e Robin collaborano per recuperare il vantaggio perso e sembra quasi che non manchi la presenza del loro beneamato capitano Jordan infatti eccoli segnare e guadagnare altri dieci punti arrivando così a 60 di totale dieci sotto i Corvonero. Che grande rimonta!"

Quello che accadde successivamente i Grifondoro lo chiamarono "prodigio" mentre i Malandrini e gli allievi delle altre Case lo considerarono "immensa botta di culo", ovviamente l'interessato era più propenso a puntare sul "prodigio".

James si voltò dopo aver gioito all'ultimo punto segnato da Greg e Robin e ciò che fece dopo fu troppo veloce per essere ben inteso in ogni caso il ragazzo si gettò dalla scopa, un bel tuffo ad angelo nel vuoto dalla fortunata altezza di quattro metri e mezzo sotto lo sguardo stupefatto di ogni essere umano vivente. Una volta rialzatosi faticosamente dal suolo reso morbido dalla pioggia il ragazzo poté orgogliosamente mostrare il Boccino stretto fra le sue mani e Sirius e Star resistettero a far cadere accidentalmente le loro mazze da Battitori sulla zucca vuota del loro amico. Nulla però sarebbe riuscito a placare la furia scatenata di Susan che oltrepassate con un balzo le barriere fu addosso a suo figlio gridandogli contro una dose preoccupante di insulti. Fortunatamente per il ragazzo la sua squadra lo raggiunse prima circondandolo e issandoselo sulle spalle portandolo fino al castello tra gli altri tifosi. Una volta varcato il portone d'ingresso la squadra di Grifondoro non ebbe bisogno nemmeno di guardarsi negli occhi per sapere cosa fare; salirono in sella alle loro scope e volarono rapidi lungo i corridoi e su per le scale passando anche attraverso quei buchi di gradini che scomparivano di tanto in tanto, schivando quelle che si stavano spostando e infilandosi nel corridoio che portava in infermeria. Non scesero dalle scope neppure per entrare, spalancarono le porte e sfrecciarono dentro facendo volare fogli e bende ovunque. Jordan si alzò a sedere di scatto cosa che gli provocò molto dolore a vedere dalla sua espressione ma non se ne curò. La squadra si fermò ignorando le urla di Madama Chips.

"Come stai, amico?" Gli chiese Malcom.

"Se mi dite quello che voglio sentire potrei mettermi a ballare." Annunciò il ragazzo con un sorriso eccitato.

"Noi te lo diciamo ma sarà meglio che tu stia inchiodato a quel letto altrimenti saremo costretti ad stordirti." Scherzò Greg.

"Abbiamo vinto!" Annunciò Robin allegro.

Jordan espirò felice lasciando fuoriuscire tutto lo stress accumulato e poi si lasciò cadere sui cuscini con un aria beata in volto.

"TUTTI FUORI DI QUI!" Gridò Madama Chips brandendo una delle loro scope, James gliela strappò di mano con i capelli bianchi dallo spavento. "FUORI!" Continuò ad urlare l'infermiera sempre più infuriata spingendoli a forza fuori dal suo regno. Star rimase accanto a Jordan sorridendogli e cominciando a passargli una mano sullo stomaco sotto gli occhi indagatori di Madama Chips.

............

"Tua madre non sembra molto felice." Commentò Greg quando si sedettero al tavolo di Grifondoro per pranzare. James sbirciò il tavolo dei professori dove effettivamente Susan sedeva imbronciata cercando di calmarsi dopo l'infarto preso vedendo il suo bellissimo figlio gettarsi dalla scopa.

"Beh, almeno mi avete risparmiato l'imbarazzo di trovarmi tra le sue amorevoli braccia davanti a tutta la scuola." Replicò il ragazzo con un sospiro sollevato.

"Si, i genitori possono essere fonte di grande imbarazzo." Commentò Malcom.

"Già, non dirlo a me." Sbuffò Sirius inserendosi nella conversazione.

"I tuoi genitori sono imbarazzanti? Ma se sono Black, sono così freddi e controllati... senza offesa." Ribatté Robin.

"Prova a ballare il valzer davanti a tutti i parenti che conosci..." Sbottò Sirius.

"Tu balli il valzer?" Rise Greg.

"Ecco appunto." Borbottò il ragazzo.

"Ma tu non dovresti essere in infermeria tutto dolorante?" Chiese all'improvviso Malcom osservando James stupito.

"Star sa il fatto suo in quanto a ossa ammaccate." Rispose solo il ragazzo.

..................

Quella sera in Sala Comune i Malandrini cercarono qualche minuto di tranquillità in un angolo nell'attesa dell'appello serale, d'obbligo dopo l'arrivo degli Auror. L'impresa risultò piuttosto complicata dal momento che molti Grifondoro continuavano a fare i complimenti a James, Star e Sirius per l'ottima giocata.

"Hei, Sirius. Ci sai proprio fare con la mazza." Scherzò una ragazza del settimo anno passando accanto a loro e facendo l'occhiolino a Sirius.

"Oh, non sai quanto." Ribatté lui con tono sensuale.

La ragazza se ne andò ridendo e Star e James risero prendendo in giro il loro amico. Remus si coprì il viso con le mani scuotendo la testa orripilato.

"Eh, dai Lunastorta! Non credere di essere superiore a questa battutine, tu hai fatto il bagno nudo di notte nel Lago Nero!" Lo rimproverò Sirius.

"E guardando mia sorella altrettanto nuda." Aggiunse James.

"E hai ballato con Mirtilla." Concluse Star.

"Ok, ok! Ho inteso: non sono meno pessimo delle battute di Sirius. Grazie." Li bloccò l'interessato.

I ragazzi risero e in quel momento entrò la professoressa McGranitt per fare l'appello. Fu una cosa noiosa come ogni sera ma tutti sapevano che era necessaria, erano più che altro i pensieri che passavano nelle loro menti ad essere preoccupanti. Ognuno ripercorreva mentalmente i nomi di tutti i loro amici o conoscenti prima che lo facesse la professoressa e tutti pensavano alla reale minaccia che stavano affrontando. C'era un appello serale. Erano controllati ovunque. Uno studente era scomparso, o peggio. E non si sapeva ancora niente. Niente che potesse assicurare loro la fine del pericolo. Eppure la vita andava avanti, loro ridevano e scherzavano e tutto sembrava normale, tranne che per nome in meno. Per quel ragazzo a cui volavano i pensieri di tutti, prima o poi. C'era chi ci pensava sempre e lo sentiva distante, perennemente in pena per ciò che gli era accaduto. C'era chi se ne ricordava solo nei momenti morti durante le lezioni quando lo sguardo cadeva oltre la pioggia che ricamava le finestre del castello, quel castello che era sempre stato un luogo sicuro per chiunque ma che non aveva saputo proteggere Thomas. Durante gli appelli serali tutti pensavano a quel ragazzo e l'atmosfera si riempiva di paura e tensione.

Sarebbe mancato qualcun altro? Gli Auror avevano scoperto qualcosa di nuovo? Si sapeva cos'era accaduto? Thomas stava bene?

Mille domande, solo una risposta.

"Tutti presenti." Annunciò con sollievo Minerva infine si voltò ed uscì dalla sala. I ragazzi ripresero a parlare, ridere, scherzare, fare i compiti e altre cose normali da adolescenti normali. Per quanto normali potessero essere gli studenti di una scuola di magia.

Tempo una mezz'ora e la professoressa rientrò squadrandoli tutti con un aria preoccupata ma determinata. "Mettetevi in fila per due, ragazzo e ragazza in ordine di classe i Prefetti si mettano nel mezzo e i Caposcuola guidino il gruppo. Io starò infondo. Tutti in Sala Grande."

Nessuno quasi fiatò, eseguirono tutti in fretta e in silenzio. James afferrò il braccio di sua sorella ma la ragazza lo baciò su una guancia spingendolo in avanti accanto a Lily che non ebbe il tempo di cambiare posto. Sirius si mise accanto a Star con le mani in tasca come quel giorno in cui l'aveva aiutata a sfogarsi.

"Heilà." Fece serio. Era incredibilmente disorientante Sirius quando diventava serio. Sembrava pericoloso in una maniera letale.

Cominciarono a camminare tutti in fila a passo deciso verso la Sala Grande. Lily aveva negli occhi una strana luce, sembrava che si stesse mentalmente preparando al peggio, qualunque cosa immaginasse fosse il peggio e James lo notò. "Hei..." Esordì ma la ragazza lo fulminò con uno sguardo e lui si zittì.

In Sala Grande il cielo nuvoloso e minaccioso li osservava dall'alto mentre ordinati scorrevano dove c'era sempre stato il loro tavolo che ora era scomparso. Le altre Case erano già tutte riunite e la luce delle torce illuminava a tratti i loro volti preoccupati. Silente salì sul patio del tavolo dei professori e li osservò tutti.

"All'appello di questa sera mancano due studenti. Gli Auror hanno già ricostruito il fatto: pare che Liam Forest di Serpeverde e Joy Herm di Corvonero si siano deliberatamente allontanati dal campo di Quidditch durante la partita per cercare un luogo appartato. Ovviamente nonostante il fatto che hanno infranto una regola per la loro sicurezza la loro sparizione è pur sempre preoccupante e quindi in qualunque momento voi o i vostri genitori vorrete, potrete tornare a casa. Per questa notte dormirete tutti qui. Stanno par arrivare nuovi Auror qui ad Hogwarts."

Dei sacchi a pelo apparvero accanto ad ogni studente e i ragazzi poterono portarseli negli angoli della sala più vicini ai loro amici.

I Malandrini si radunarono automaticamente senza nemmeno parlarsi.

"E ora che succederà?" Chiese Remus preoccupato.

"La maggiora parte dei ragazzi con dei genitori maghi se ne andrà, mentre per i nati Babbani è diverso, loro possono mentire sulla situazione, dipende tutto dal loro coraggio se restare o meno." Presuppose Sirius.

"Anche tu te ne andrai?" Gli domandò Star.

"Uhm, no. Non credo che questo sia abbastanza grave per interrompere la mia formazione scolastica, in più i miei genitori credono che io e mio fratello siamo immuni a qualunque cosa solo per il nostro sangue." Borbottò il ragazzo.

"La vita sarà dura qui, d'ora in poi. Dobbiamo indagare, comunque. Il prima possibile." Decretò James.

"Perché non lasciamo fare agli Auror?" Sbottò Remus.

"Perché non conoscono la scuola bene come noi." Replicò James con aria ovvia.

"No. Non ve lo permetto, vi farete espellere." Si impuntò Remus.

"Ok, va bene. Sentite: dormiamoci su. In quanto ad indagare direi che non ci farà male fare qualche ricerca in biblioteca su strane creature, giusto? Faremo solo questo, per ora. Ve bene?" Propose Star.

"Che bello! Ora di libri polverosi!" Esultò Sirius con falso entusiasmo.

Remus ci pensò su. "D'accordo. Solo ricerche teoriche, ma solo dopo aver finito i compiti."

Star sorrise mentre James e Sirius sbuffarono irritati.

.............

Dopo la notte passata in Sala Grande arrivarono nuovi Auror, quasi l'intero reparto del Ministero, questo permise ai ragazzi di acquisire un po' di libertà nei movimenti dal momento che tutta la scuola era stata messa in sicurezza. Nuovi incantesimi e ronde programmate, Prefetti e Caposcuola erano persino stati esentati dai compiti per poter aiutare meglio i loro compagni. Nessuno era più obbligato ad essere accompagnato anche se chi voleva poteva richiederlo. Il coprifuoco vigeva per tutti alle otto e l'espulsione era ancora la punizione per chi si aggirava nei corridoi di notte. Gli appelli erano mattutini e serali oltre a quelli in ogni ora scolastica.

Nonostante tutto questo le lezioni ripresero con il solito andazzo e gli studenti ricominciarono a ridere e scherzare nei corridoi anche se sempre più spesso i loro pensieri andavano ai ragazzi scomparsi o ai loro amici che i genitori avevano richiamato a casa in tutta fretta.

Febbraio cominciò portando un cambiamento climatico tale da essere notato solo dagli studenti veramente annoiati dalle lezioni di Ruf, ovvero da piogge e temporali a temporali e piogge.

Il primo mercoledì del mese Remus ebbe parecchi difficoltà nell'arrivare illeso alla fine delle ore di lezione, il suo colorito era diventato ancora più pallido e arrancava faticosamente per i corridoi mentre il suo livello di attenzione ebbe un calo drastico.

"Piccolo Problema Peloso in arrivo?" Domandò James quella sera osservando l'amico.

"Eh, già. Domani." Rispose Star al posto suo.

"Bisognerà escogitare un bel piano per farti uscire visti tutti questi controlli." Ricordò loro Sirius.

"NO!" Gridò Remus, molte teste si voltarono verso di loro ma poi ripresero a mangiare serenamente. "E' fuori questione! Sarò accompagnato da un Auror questa volta, potrebbe restare nei dintorni, quindi no. Posso farcela, ok? Credete in me per una buona volta. L'argomento è chiuso e se vi presentate o se ne parlate ancora potete scordarvi la mia amicizia. Fine." Il ragazzo si alzò infuriato uscendo dalla sala a grandi passi.

Remus si chiuse in sé stesso per tutta la giornata seguente, rispondendo a monosillabi e tenendo il tipico broncio di chi ha l'aria di fare sul serio.

Quel tardo pomeriggio il ragazzo entrò in infermeria e i Malandrini rimasero soli e incompleti a vagare per i corridoi e fu così che incontrarono Lily tra altre ragazze che seguivano un'Auror.

"Sul serio, Evans?" Esclamò James. "Ti fai accompagnare in giro?"

L'Auror si voltò verso di lui con aria severa. "James, tu più di tutti dovresti comprendere che non c'è nulla di male nel farsi accompagnare in un momento del genere."

"Lo so, Rod. Sono solo sconvolto dal fatto che una come lei scelga di girare accompagnata. Non credevo che avrebbe mai accettato di averne bisogno. Insomma, la credevo più forte." Spiegò James gentile.

"Per tua informazione, Potter, non è stata una mia idea. Solo che Severus crede che così io sia più al sicuro, sai ci tiene tanto alla mia incolumità. Ha il cuore d'oro." Sbottò la rossa.

"Lui non gira accompagnato però." Sibilò Sirius.

"Lui è un grande mago, a differenza è di quel che credete." Ribatté Lily.

Sirius rise di cuore mentre James sorrise amaro. "E tu non sei una grande strega? Perché credi che tu a differenza di lui abbia bisogno di essere protetta?"

La ragazza rimase a bocca aperta.

"Ciao Rod." Concluse James girando sui tacchi e prendendo una strada differente seguito da sua sorella e Sirius.

Presto incapparono in un altro Auror un po' suonato che faceva la ronda accanto ad una grande finestra dove batteva insistente la pioggia. "Heilà, Gus!" Lo salutò James.

"Ciao Piccolo Lord!" Esclamò di rimando il possente ma sorridente uomo.

"Piccolo Lord?" Chiesa Star incuriosita.

"Ah, tu devi essere la nuova sorella di James! Molto piacere, sono Gus e conosco tuo fratello da quando era grande quanto la mia scarpa, e non di più! Giuro!"

"Non stento a crederci." Replicò sorridente Sirius osservando i lunghi piedi fasciati di cuoio di Gus che rise di gusto.

"Si in effetti forse potevo anche infilarcelo dentro una mia scarpa. Comunque il Piccolo Lord si è sempre comportato da tale. Figlio unico in quella villa! Che lusso! Anche io ho passato qualche notte lì. I genitori di James mi hanno tirato fuori da parecchie brutte situazioni, a loro devo molto. E' grazie a loro che sono potuto diventare un Auror." Raccontò Gus. "E quante ne ho viste!"

"Oh, si, raccontaci qualcosa!" Lo pregò James. "Sapete, lui è uno di quelli che sa raccontare le missioni senza filtri in un modo speciale." Rivelò James ai suoi amici che si sedettero a terra nel bel mezzo del corridoio.

"Oh, bhe..." Cominciò Gus un po' impacciato e imbarazzato come sul punto di rifiutare ma poi prese un gran respiro. "Eravamo solo in cinque nel deserto di notte. Un freddo becco vi dico!" L'omone gesticolava con enfasi parlando come il narratore di una storia da libro. "La sabbia ce l'avevamo ovunque e se avessimo pianto avremmo pianto a granelli. Avevamo sete, era tutta la giornata che stavamo sotto quel sole infernale e anche se la notte aveva portato il freddo che leniva le nostre scottature la sete e la fame erano rimaste. Quanta sete ragazzi! Ma dovevamo trovare l'accampamento di quei pericolosissimi maghi indiani, roba potente sapete, lo fanno da millenni! Avevano preso uno dei nostri che stava facendo una semplice ricognizione e dovevamo recuperarlo prima che fosse troppo tardi. Camminammo tutta la notte, ci perdemmo spesso, è troppo facile perdersi nel deserto, la bussola ti serve a poco. Finché non riconoscemmo la magia, è assurdo da dire ma la magia lascia sempre tracce riconoscibili, un giorno lo capirete. Scavammo un poco nella morbida sabbia e milioni di neri scorpioni uscirono all'improvviso il loro veleno era mortale ma ci metteva del tempo a fare effetto, prima ti dava allucinazioni e poi ti portava alla pazzia. Si avventarono su Ern che cercò di tenerli a bada e noi altri strisciammo nel buco che era rimasto. Io ero il secondo della fila così quando arrivammo a quella finestrella bassa potei vedere benissimo gli egiziani che torturavano il nostro compare. Volevano sapere che cosa ci faceva in quella piramide ma Julian non poteva capire le loro domande, parlavano solo in Egiziano antico o Arabo e nessuna delle due era tra le lingue preferite da Julian ai tempi di Hogwarts. Eravamo giunti proprio nel momento in cui le torture si facevano più invasive. Julian era già pieno di ematomi e tagli profondi e anche alcune bruciature e ferite infette o avvelenate. In un attimo un di loro gli prese un unghia con una pinza e gliela strappò via. Dovevate sentire le urla del poveretto! Gli egiziani ripeterono la domanda e Julian cercò di dire che non capiva ma un altro egiziano gli afferrò un orecchio e glielo staccò di netto. ZAM!" Urlò Gus facendoli sobbalzare. Altri studenti si erano fermati ad ascoltare tutti rapiti. "Cosa successe poi?" Chiese una ragazzina tremante.

"Il mio capo non ce la fece più. Balzò fuori senza nemmeno pensare alle conseguenze e si avventò sugli egiziani, noi facemmo lo stesso ma quando tutto quel trambusto di antichi incantesimi, lame, polveri, lampi di luce e corpo a corpo finì Julian giaceva morto sulla sedia dell'interrogatorio. Scoprimmo poi che era la magia degli egiziani ad averlo tenuto in vita. Tutti quei veleni e quelle ferite lo avevano ucciso da tempo. Tornammo a casa sconfitti più che mai." Concluse Gus triste. "Mi raccomando, però, non abbiate pregiudizi sugli egiziani, non tutti sono così, anzi, quella era una cerchia molto ristretta di solito sono un popolo più che ragionevole." La piccola folla si disperse.

"Da paura." Commentò Sirius ammirato.

 

.......

 

Per tutta la notte Star rimase sveglia a pensare al povero Remus tutto solo nella Stamberga Strillante. Molte volte ebbe l'impulso di andare contro le direttive del ragazzo e quindi scendere e fargli compagnia ma ogni volta ripensava a quegli occhi ambra scuro pieni di determinazione. "Credete in me per una buona volta.". Quella frase continuava a tornarle in mente, aggressiva e insistente come un trapano. Remus, il loro Remus, credeva che loro facessero tutto questo perché non credevano in lui, perché pensavano non fosse abbastanza forte. Non era così. Loro lo facevano per stare con lui, per aiutarlo certo a superare quelle notti ma non perché avevano deciso che da solo non ci sarebbe riuscito, ma perché loro non potevano stare fermi al pensiero di tutta quella sofferenza. Dividere il peso di quell'incubo da buoni amici, questo era il loro scopo. E Remus doveva saperlo, non poteva continuare a pensare diversamente.

Dopo la centesima volta in cui ripercorreva a grandi passi la Sala Comune di Grifondoro Star si voltò verso il buco del ritratto. Sfidò gli ultimi pensieri avversi nella sua testa e li demolì tutti uno ad uno. Si alzò in punta di piedi come una tuffatrice pronta al lancio e quando la pelle elastica delle sue piante si tese ancora di più per accennare ad un passo qualcosa la trattenne.

"Non farlo. Sai che Remus smetterebbe di parlarti." Disse semplicemente James lasciando poi la presa sul suo braccio.

"Ma..." Cominciò la ragazza.

"Si, lo sappiamo." La bloccò Sirius. "Siediti. Lasciamolo fare per questa volta. Domani potremmo spiegargli tutto. Ma ora basta intrometterci."

Star obbedì sprofondando in un divanetto subito si gettarono ai suoi lati anche i ragazzi e il povero mobilio sbuffò irritato.

"Cosa faremo quest'estate?" Chiese James all'improvviso.

"Potremmo semplicemente stare a casa nostra, andare in spiaggia ogni tanto, provare uno di quei parchi divertimento, cose così." Propose Star.

"Un'estate tranquilla come le nostre vacanze invernali? Si, mi piace." Concordò Sirius.

I ragazzi parlarono per tutta la notte poggiandosi ogni tanto l'uno all'altro per dormicchiare o solo per sentirsi vicini.

Il mattino arrivò dopo tanto affanno, anche se il sole non era ancora sorto e la Sala Comune era buia quanto durante la notte, l'orologio di James segnava le cinque e quarantacinque.

"Quando credete che riporteranno Remus a scuola?" Domandò Sirius.

"Ora si dev'essere appena ritrasformato questo vuol dire che fra una ventina di minuti dovrebbe essere tranquillo nel letto dell'infermeria. Che dite ci cambiamo?" Fece Star sicura. I due ragazzi annuirono in segno di assenso e svelti raggiunsero i lori rispettivi dormitori per mettersi la divisa, scesero insieme ad alcuni altri studenti mattinieri e si avviarono verso l'infermeria come se niente fosse.

"Non passate per di là!" Gridò un ragazzino completamente sporco d'inchiostro e qualcosa di leggermente luccicante e granuloso.

"Che succede?" Gli domandò James.

"Pix! Bombarda chiunque con inchiostro e sabbia, fa malissimo!" Rispose il ragazzino scomparendo alla svelta.

"Passaggio segreto?" Propose Sirius annoiato.

"Passaggio segreto." Decretò Star.

In un baleno passando attraverso buchi coperti da arazzi e scale con scalini fintamente disconnessi raggiunsero la loro meta ed entrarono con tranquillità.

"Non è ancora orario di visite!" Cominciò a sgridarli Madama Chips.

"Ragazzi!" Esclamò Remus sollevato. "La prego, Madama, li lasci restare."

L'infermiera fissò i tre ragazzi con uno sguardo truce ma poi sospirò. "Restate, ma non affaticate il signor Lupin oltre il necessario. Ha bisogno di riposo."

I Malandrini si riunirono attorno al letto di Remus.

"Ragazzi," Cominciò il ragazzo che esibiva nuovi tagli e ferite fresche e profonde. "mi dispiace da morire. Non volevo comportarmi così, solo che non sopportavo l'idea che mi metteste in guai così seri per me."

"Ok." Disse solo James.

"Com'è stato?" Chiese Star passando la mano gentile sulle ferite più gravi del ragazzo che si chiusero rapidamente.

Remus abbassò lo sguardo chiudendo gli occhi come per cancellare la notte passata. "Mille volte peggio di prima che iniziassi a stare con me in quei momenti. Star, so che ti è costato molto. Scusami. In ogni caso sono felice che tu non sia venuta, ma non credo che avrò il coraggio di impedirtelo di nuovo. Questa notte è stato orribile."

La ragazza lo abbracciò con dolcezza. "Non mancherò mai più."

"Possiamo fare qualcosa per te Lunastorta?" Domandò gentile Sirius.

"Voglio del cioccolato, e poi voglio uscire da qui." Decise Remus con convinzione.

"Cioccolato!" Star tirò fuori dalle sue tasche barrette di ogni tipo di cioccolato di Mielandia.

"Ma tu lo tieni sempre con te?" Fece Sirius sbalordito.

"Certo, lo mangia in continuo, quando si mette la mano davanti alla bocca durante le lezioni sta mangiando cioccolato. Non l'avevi mai notato?" Rispose James al posto della ragazza che era troppo impegnata ad ingozzare Remus di dolci.

"Oh, ora capisco." Mormorò Sirius.

Una volta che Lunastorta fu sazio i ragazzi cominciarono l'operazione "Via dalle Grinfie di Madama Chips" che consisteva semplicemente nel lanciare un utilissimo incantesimo inventato da James durante le ore di studio notturne e giornaliere per scoprire qualcosa in più sulle sparizioni di studenti.

Madama Chips così non poté sentirli aprire il grosso portone e non li vide nemmeno impegnata com'era nei suoi appunti così i Malandrini sgusciarono fuori finalmente liberi.

Remus però era comunque piuttosto debole.

"Ti senti bene?" Si preoccupò Star.

"No. Ragazzi... io... non credevo a quello che ho detto, so che voi non state con me perché mi credete debole ma..." Cominciò il ragazzo ma James lo bloccò con un secco. "Basta così."

"Non importa, lo sappiamo già. Ora forza. Dimentichiamo questa notte, esprimi un desiderio." Insistette Sirius.

Remus ci pensò su e poi lasciò che nel suo volto pallido si dipingesse lo stesso sorriso malandrino tipico dei suoi amici quando avevano un'idea diabolica. "Facciamo esplodere qualcosa."

I Malandrini rimasero a bocca aperta per qualche secondo e poi si ripresero gridando contemporaneamente. "I sotterranei!"

"Buon giorno ragazzi. Tutto bene?" Chiese un'Auror passando loro accanto, era ancora piuttosto giovane e Susan la raggiunse subito dopo. "Evy, ti presento i miei figli e i loro amici. Ragazzi lei è Evy, sta ancora imparando ma è molto in gamba." Spiegò la signora Potter entusiasta. "Vedi, Evy, quello è mio figlio, quello che si è buttato giù dalla scopa facendomi prendere UN COLPO!" Aggiunse poi con tono isterico.

"Non credo che ti abbia ancora perdonato." Mormorò Star a James.

"Dici? Non l'avevo notato." Sbottò il ragazzo occhialuto.

"Bene, è stato un piacere incontrarvi. Ora noi ci volatizziamo. A presto." Si intromise Sirius trascinando via i suoi amici.

"Non lo puoi salvare sempre Sirius!" Gli gridò dietro Susan. "Un giorno farò morire di imbarazzo mio figlio per quello che mi ha fatto!"

"Sirius Orion Black." Esordì James quando furono lontani dalle grinfie della signora Potter. "Io ti amo!"

"Io di più!" Replicò quello con passione.

"Ok, dolce coppia innamorata, abbiamo un sotterraneo da far saltare in aria, ricordate?" Li riportò all'ordine Star sorridendo.

I due ragazzi risero sedendosi al tavolo e anche Remus per quanto pallido accennò ad un sorriso divertito.

"Allora, ecco il piano." James frugò nella sua borsa per alcuni secondi estraendo alla fine un pezzo di pergamena piuttosto sciupato e lo stese sul tavolo tenendolo fermo con un bicchiere di succo di zucca e un vasetto di marmellata.

"Ma come fai ad aver già preparato il piano?!" Si stupì Remus.

"Semplice, ce lo abbiamo pronto dalla prima volta che abbiamo accennato al far prendere fuoco barra esplodere i sotterranei." Replicò Sirius tranquillo.

"Ancora con questo fuoco? Remus ha detto esplodere!" Sbottò Star.

"Ragazzi, avete un piano pronto da quanto esattamente?" Chiese Remus ancora sconvolto.

"Non ricordo bene. Era verso Natale, l'anno scorso, forse... c'era Anne..." Cominciò a ricordare James.

"Già. L'unica donna ad aver dato buca a Sirius." Star fissò in basso sconsolata per qualche secondo.

"Era solo una bambina, non aveva la minima idea di quello che si stava perdendo." Precisò Sirius.

"Non ricordo..." Mormorò Remus.

"Allora," Cominciò a raccontare la ragazza. "era sabato, mi pare..."

Il sabato a pranzo, dopo l'allenamento mattutino, i Malandrini si riunirono al tavolo di Grifondoro in Sala Grande. James e Sirius volevano ideare uno scherzo ma non avevano nessuna idea decente. Remus leggeva tranquillo pronto a captare qualche piano troppo balordo e a bloccarlo. Star ascoltava i suoi amici cercando di non pensare al fatto che quel giorno era il giorno dei biscotti, per Anne.

"Che ne dite di allagare i sotterranei?" Prospettò James.

"E se invece li bruciassimo?" Suggerì Sirius.

"No, facciamoli esplodere!" Si unì con entusiasmo la ragazza.

"No, meglio il fuoco. Il fuoco depura, il fuoco BRUCIA!" Commentò Sirius con una scintilla maligna negli occhi alla parola "brucia".

"Ehm, ragazzi...no." Li avvertì Remus senza nemmeno alzare gli occhi dal libro.

"Potrebbe essere divertente..." Protestò James.

"Sarà, divertente!" Gli diede man forte Star.

"No. Non lo sarà mai perché non farete mai nulla di simile. Punto." Decretò Remus.

"Uffa!" Si lagnarono i due ragazzi e la ragazza.

"Ciao Anne!" Salutò qualcuno infondo alla sala. Molti studenti si unirono a quel saluto con grande vivacità.

I Malandrini si voltarono verso il portone e videro l'esile figura della bambina avanzare piano cercando qualcuno tra i tavoli. Il suo sguardo incontrò il viso stupito di Star. La piccola si aprì in un sorriso e cominciò a correre, la ragazza scavalcò la panca e si alzò in piedi in mezzo al corridoio aprendo le braccia tra le quali si fiondò Anne.

"Non volevo dirti quelle cose! Scusami!" Pianse la bimba tremando tutta. Dopo qualche singhiozzò si calmò abbastanza da alzare gli occhi su Star e aggiungere un trepidante "Mi sei mancata tanto!"

"Anche tu mi sei mancata." Le assicurò la ragazza prendendola in braccio e tornando a sedersi al tavolo.

"Allora che ne dite di fare un giro questo pomeriggio?" Propose Sirius.

"Dove?" Chiese la bambina riemergendo dal petto di Star strofinandosi gli occhi arrossati con la manica.

"Noi tre uomini abbiamo deciso di festeggiare portando voi due graziose ragazze a fare un po' di biscotti a Mielandia." Spiegò Sirius entusiasta.

"Tu non mi porti da nessuna parte, io esco solo con Remus." Ribadì Anne imbronciata.

"Uh, ecco il primo buco nell'acqua di Felpato!" Esclamò James prendendo in giro l'amico.

Star rise di cuore e Remus si chinò sulla piccola.

"Ti invito formalmente a venire con me e gli altri a fare i biscotti. Verresti?" Sussurrò lui gentile.

La bambina annuì convinta e James e Star crollarono sotto il tavolo per le troppe risa mentre un imbronciato Sirius cercava di finire la sua colazione e una Anne adorante chiacchierava con Remus.

"E voi avete ideato un piano anche se io vi avevo detto che non avreste potuto farlo?" Cominciò un po' ad arrabbiarsi Remus.

"Tecnicamente non l'abbiamo fatto." Gli ricordò James.

"E poi l'unica cosa tra noi e il far esplodere i sotterranei eri tu, e sapevamo che ti avremmo portato al lato oscuro prima o poi.... Muahahahahahahahahahaha!" Star rise malefica facendo voltare molti ragazzi verso di loro.

"Va bene. Non importa, facciamolo. Come si procede?" Si arrese Remus.

"Ci servono degli esplosivi." Elencò James.

"E dove pensate di trovare gli esplosivi?" Chiese Remus.

I tre ragazzi si guardarono per un secondo e poi sorrisero in maniera identica. "Zonko!"

.............

"Non ci credo che con tutta quella roba che avete comprato da Zonko non abbiate preso nemmeno qualche fuoco d'artificio!" Stava ripetendo per la millesima volta un Remus seccato mentre con Star e Sirius si avviava a lezione di Difesa Contro le arti Oscure.

"Non ti preoccupare, James li recupererà in poco tempo." Lo tranquillizzò Star.

"Si, lo so! Ma io dovrò mentire!" Si scaldò il ragazzo.

"Shhhh." Gli intimò Sirius. "Siamo quasi arrivati.

"Buon girono professoressa Hough." Salutarono Star e Sirius filando dentro la classe.

"Buon giorno professoressa. Volevo avvertirla che James Potter è a letto, non sta cercando di schivare le lezioni, mi creda, semplicemente non sta troppo bene, abbiamo provato a convincerlo di andare da Madama Chips ma non ne ha voluto sapere. Così abbiamo deciso di venire a lezione senza di lui e di tornare a vedere come sta al cambio dell'ora, se per lei va bene, potrei andarci solo io, se si sentisse meglio lo porterei alla seconda ora della sua lezione se invece dovesse stare ancora male lo costringerò ad andare in infermeria." Recitò Remus con convinzione. La professoressa Hough lo scrutò nel profondo degli occhi e poi fece un breve cenno d'assenso. "Lo segnerò assente giustificato, per questa volta." Acconsentì.

Remus scivolò dentro la classe e raggiunse i suoi amici nei banchi infondo. Prese la sua penna d'oca e scarabocchiò "FATTA" sul bordo di un foglio d'appunti.

La lezione proseguì tranquillamente finché cinque minuti prima della fine dell'ora Star si rizzò dritta a sedere e mormorò a Remus. "Non è ancora nel tunnel." Remus riferì a Sirius che si raddrizzò a sua volta. "Come no? E' troppo in ritardo." La ragazza attese qualche secondo e poi sorrise. "Ok, è nel passaggio."

"E' comunque tardi." Sbottò Remus. "Dovremo aspettare troppo rispetto a quello che abbiamo deciso e la professoressa potrebbe irritarsi."

Star lo zittì con un gesto della mano e attesero il suono della campanella, per loro fortuna quando arrivò la professoressa era nel mezzo di una spiegazione piuttosto complicata e loro attesero ben volentieri che finisse il discorso.

"E' quasi arrivato, puoi andare Remus." Sussurrò Star quando la spiegazione fu conclusa.

Remus alzò la mano. "Hem, professoressa?"

"Oh, certo, il signor Potter." Ricordò Cindy, poi passò lo sguardo su tutti gli studenti e si fermò su una ragazza dai capelli rossi in prima fila. "Signorina Evans, può andare a controllare nel dormitorio maschile il signor Potter? A quanto dicono dovrebbe stare male, provi a convincerlo ad entrare in infermeria, se invece lo trova in condizioni buone può ricondurlo qui."

"Perché una ragazza, prof? Non sarebbe meglio scegliere un ragazzo?" Si mise in mezzo Sirius.

"Perché lei è l'unica che non potete comprare. Se veramente le cose stanno come mi ha riferito questa mattina il signor Lupin non ci sono problemi, giusto?" Replicò la professoressa. "Vada pure." Ordinò poi a Lily che si alzò scoccando uno sguardo truce ai ragazzi nei banchi infondo che poteva volere indicare loro la sua irritazione per il dover perdersi un pezzo di lezione e in più dover entrare nel dormitorio di James Potter, sogno segreto di mille ragazze, oppure era l'esatto risultato dal sapere che avrebbe potuto riferire che James non si trovava affatto in dormitorio.

La professoressa riprese a spiegare.

"E ora?" Domandò Remus. "Star non puoi raggiungere James con i tuoi pensieri, vero?"

La ragazza scose la testa. "E' troppo distante. Sirius, tocca te."

Sirius la fissò stranito per qualche secondo senza comprendere che cosa avrebbe dovuto fare, poi ebbe un fremito e frugò nelle tasche della sua divisa estraendo uno specchietto quadrato che poggiò sul banco e al quale cominciò a sussurrare con insistenza il nome del suo amico in missione.

"Che diamine vuoi Felpato!" Gridò James da dentro lo specchio. Sirius dovette coprire in fretta l'oggetto e Star simulò un attacco di tosse.

"Qual è il problema ora?" Chiese scocciata la professoressa Hough.

"Nulla. Tutto bene." La rassicurò Star con uno dei suoi migliori sorrisi angelici.

"Se vi sento ancora parlare vi tolgo trenta punti a testa. Prestate attenzione." Tagliò corto la professoressa rimettendosi a spiegare.

"Imbecille." Sibilò Sirius contro lo specchio. "Muoviti corri nel nostro dormitorio più in fretta che puoi, abbiamo un allarme rosso. Che più rosso non si può."

"Come faccio non ho mica il teletraspor..." Cominciò a replicare James ma Star afferrò lo specchietto e gli lanciò uno sguardo inceneritore di quelli che avrebbe tramutato la roccia in lava. "C-O-R-R-I." Sillabò. James sparì da dentro la cornice.

"...di questo potrebbero farcene una dimostrazione il signor Black e la signorina White quando avranno finito di rimirarsi allo specchio." Disse in quel momento la professoressa.

"Sono troppo favoloso!" Annunciò Sirius alzandosi in piedi e scuotendo i capelli corvini. In molti risero ma la professoressa Hough continuò ad osservali con uno sguardo severo.

.................

"Muoviti James, corri James. Ma che cazzo ci sarà di così pericoloso da dover arrivare per forza in dormitorio..." Stava borbottando tra sé e sé James correndo attraverso mille passaggi segreti fino al ritratto della Signora Grassa. "... insomma, in che razza di guaio potrebbero essere riusciti a cacciarmi, le istruzioni erano semplici e .. EVANS!" Esclamò quando notò Lily davanti al ritratto. "Oh, allarme rosso, ora comprendo." Sbottò. Si infilò svelto sotto il mantello e con un balzò riuscì a passare dietro Lily per entrare in Sala Comune e poi approfittando del fatto che la ragazza camminava decisa ma senza fretta facendosi largo con pazienza tra gli studenti con un ora buca cominciò a correre buttando a gambe all'aria qualche ragazzino che se la prese con qualche fantasma che gridò di essere incorporeo e così si scatenò un putiferio ma, almeno, James raggiunse il dormitorio in pochi secondi e cominciò a togliersi la divisa con l'intenzione di stendersi a letto per fingere di dormire.

La porta si aprì con decisione e Lily entrò convinta immobilizzandosi sull'uscio.

"So di essere splendido in mutande ma ti spiacerebbe non fissarmi in quel modo? Mi fai sentire come un bocconcino appetitoso." Fece James divertito.

La ragazza si riscosse in fretta. "Che diamine stai facendo." Gli chiese con aria inquisitrice.

Il ragazzo con un calzino in mano e l'altro infilato la fissò alzando un sopracciglio. "Mi vesto per scendere a lezione, tu che ci fai qui a fissarmi, mezzo nudo. A proposito grazie per aver bussato." Concluse cominciando a vestirsi.

Lily arrossì appena e James riuscì a notarlo alzando lo sguardo della sua posizione china. "Sono qui perché la prof credeva che Remus le avesse raccontato una fandonia questa mattina, così a chiesto a me di venire a vedere se stavi male o meno." Spiegò.

"Beh, perfetto ma non riesci proprio a staccarmi gli occhi di dosso, eh?" Replicò lui passandosi una mano tra i capelli dopo aver infilato la divisa. Poi raccolse la borsa e si diresse verso la porta toccando per un secondo il mento di Lily e chiudendole così la bocca che la ragazza aveva aperto per ribattere con qualcosa di pungente. "Le foto autografate non le vendo ancora ma per te potrei fare un'eccezione, andiamo o preferisci che mi spogli di nuovo?"

"Non ho nessuna intenzione di rivedere quello spettacolo orripilante." Cercò di smontarlo la ragazza affrettandosi a seguirlo fuori dal dormitorio.

"Orripilante? Uhm, non posso crederti mi dispiace. Mia sorella dice che ho un buon fisico e un aspetto decisamente bello, non affascinate quanto Sirius ma sopra la normale media dei ragazzi e nel complesso mi posso considerare bello, o super fico, come preferisco." La rimbeccò James con un mezzo sorriso.

Lily mise su il broncio e sbottò qualcosa che somigliava ad un "Come credi tu." Guardando poi ostinatamente altrove.

"Hei Jacqueline, tutto bene?" Gridò poi James ad una ragazza piuttosto carina che gli sorrise. "Tutto bene, grazie questo mercoledì ti fermi nella solita aula dopo l'allenamento?" Rispose la ragazza. "Certo." Accettò James passandosi una mano tra i capelli. Lily sbuffò. "Invidiosa Evans?" Le chiese il ragazzo.

"Neanche morta. Puoi uscire con tutto il castello per quanto mi riguarda. Sei solo un tronfio arrogante e mi fanno pena tutte quelle ragazze che decidono di passare del tempo con te." Replicò lei acida.

"Jacqueline intendi? Si è brava a sopportarmi, infondo ci sono molti altri ragazzi da cui prendere ripetizioni di Trasfigurazione..." Cominciò James ma fu interrotto da una risata della rossa.

"Tu dai ripetizioni di Trasfigurazione? Se, come no. Posso solo immaginare di che ripetizioni si tratti."

"Si, do ripetizioni, problemi, nemmeno tu con tutto il tuo studiare organizzato e il prendere appunti riesci a stare al passo con me in Trasfigurazione. Siamo arrivati." Annunciò poi indicando con un cenno l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure.

Entrarono e Lily si sedette immediatamente al suo posto. Mentre James perse tempo a ringraziare la professoressa a e rassicurarla sul suo stato di salute attuale. Poi si sedette vicino ai suoi amici nel fondo della classe.

"Li hai presi?" Chiese Remus concitato.

"Sono nella borsa." Rispose James soddisfatto.

"Comunque se un idiota." Lo beffeggiò Sirius. "Se avessi gridato un po' più forte sarebbe andato tutto all'aria."

"Oh, già. L'allarme rosso. Perché ti costava tanto dirmi che la Evans stava arrivando." Ribatté James.

"Non potevo certo dirlo dato che ero in classe e chiunque avrebbe potuto sentirmi e..."

"Moeghea so!" Sbuffò Star i due ragazzi si girarono verso di lei perplessi.

"Che bolide hai detto?" Chiese suo fratello.

"Non ne ho la più pallida idea, credo qualcosa sul smettere di parlare ma non chiedetemi in che assurdo dialetto, perché era un dialetto. Ok?" Replicò lei esasperata. I due ragazzi stettero zitti per tutta la lezione quando finalmente poterono uscire dalla classe per la pausa il piano poté iniziare.

Avevano deciso di optare per qualcosa di grande e ben visibile così presero un quarto di fuochi d'artificio a testa ed erano veramente molti e si diressero tranquillamente fino ai sotterranei badando bene di fermarsi nel corridoio più centrale possibile proprio quando la campanella suonò di nuovo poi James dette il via. "Pelo!"

E i ragazzi cominciarono a correre accendendo e lanciando più fuochi d'artificio possibile che scoppiarono dietro di loro travolgendo chiunque nelle vicinanze e dal momento che alcuni studenti erano già o ancora chiusi in classe i ragazzi poterono gettare fuochi d'artificio anche dentro le aule richiudendo immediatamente le porte ottenendo così il massimo effetto. Quando in ogni angolo dei sotterranei furono esplosi fuochi d'artificio coprendo tutto di fuliggine facendo esplodere, oggetti e sopracciglia e bruciando capelli, pelle, carte, pergamene e altre cose i Malandrini si ritrovarono nell'atrio godendosi le grida disperate dei ragazzi, professori e Auror.

"Deve rettificare ora le nostre epiche frasi: è stato assurdamente divertente." Fece Sirius soddisfatto.

"Per quanto possa sembrare strano concordo. Anche se passeremo i prossimi mesi in punizione perenne." Decretò Remus felice. "Le esplosioni fanno bene... di tanto in tanto!"

I ragazzi risero di cuore finché non sentirono dei passi avvicinarsi di corsa. La McGranitt, Gazza e la signora Potter correvano verso di loro con aria decisamente infuriata. "Squagliamocela!" Gridò James afferrando sua sorella per un braccio e trascinandola via, lo stesso fece Sirius con Remus in pochi secondi i due Potter si ritrovarono molti piani più su.

"Che diamine di passaggi segreti abbiamo passato?" Domandò Star stupita.

"I miei. Fidati, sono un genio." James la condusse fino alla loro ala del castello quella praticamente dimenticata in cui nessuno si avventurava e salirono di corsa nella loro torretta gettandosi sul pavimento sfiniti dalla corsa. Dopo aver preso qualche respiro profondo si misero a ridere incontrollatamente.

"O mio Cielo! E' stato meraviglioso! Spettacolare!" Commentò Star.

"Da scompisciarsi! Io ho beccato Mocciosus dritto sul naso! Sul naso!" Raccontò James. Risero ancora.

"Io ne ho scoppiato uno nell'aula di Lumacorno. Dovevi vederli tutti lì prima che chiudessi la porta a fissare il fuoco d'artificio come dire 'Eh?'. Da muorire dal ridere!" Riferì Star. Di nuovo ci fu un altro scroscio di risate.

Quando finalmente riuscirono a calmarsi ancora stesi sul pavimento si rigirarono a pancia in su osservando la pioggia sbattere sui vetri della grande finestra colorata che avevano creato.

"Ho mal di pancia. E' stato bellissimo." Concluse Star.

James afferrò la sua borsa ci frugò dentro e scattò una foto a sua sorella illuminata fiocamente dalla poca luce che entrava dalla finestra e dalla porta.

"Hei, passamela!" La ragazza afferrò la macchinetta fotografica e scattò una foto a suo fratello poi la alzò in aria per inquadrare entrambi arrossati dalle risate.

"Chissà dove sono Remus e Sirius." Si chiese James.

"Già, speriamo che non siano finiti tra le grinfie della mamma. Ah, Jame, vorrei che questi giorni non finissero mai. Non ti senti mai un po' malinconico sapendo che non potrai mai rivivere ciò che hai vissuto?"

"Uhm, no. Perché so che non smetterò mai di comportarmi così, anche a novant'anni con il bastone in mano. Io posso solo diventare sempre più pessimo. Troverò sempre un modo per divertirmi così tanto."

"Lo spero!" Star girò il volto verso la parete opposta. Dopo di che si alzarono insieme e scesero le scale. Subito a destra notarono che una porta era aperta. In quella stanza aveva sistemato un po' di materiale inutile per svuotare la loro torretta personale ed erano sicuri di aver lasciato la porta chiusa con il chiavistello. "Credi che gli Auror siano stati qua?" Chiese James fermatosi davanti a quella stranezza.

"E' improbabile. Per raggiungere questo posto devono attraversa un miliardo di passaggi segreti e perdersi. E' d'obbligo perdersi. Per questo nessuno conosce quest'ala del castello oppure se la conosce non ci sa più tornare. James, mi sento strana. Tipo arrabbiata, confusa e ho mal di testa. E' la stessa cosa che ho sentito la sera della scomparsa di Thomas." Star aprì con convinzione la porta e nel più assoluto silenzio ispezionò ogni angolo della stanza, non ci volle molto prima che tornasse sull'uscio con una mano chiusa a pugno. Suo fratello la fissò sospettoso e la ragazza aprì la mano, due lettere di metallo scintillarono sul suo palmo insieme ad un piccolo serpentello di legno. "Puoi tenerli tu per favore. Non mi piace toccarli, mi sento strana." James annuì e afferrò i tre piccoli oggettini mettendoli al sicuro in tasca.

"E ora dovremo far venire qui gli Auror?" Chiese il ragazzo.

"No. Non ce n'è bisogno. Non c'è nessun segno di combattimento e non ci sono tracce magiche. Lo so. Silente mi crederà. In più è un messaggio. L ed A... potrebbe essere E AL ... oppure E LA... o anche E' LA... potrebbe anche essere una firma, un nome intero ELA... che dici?" Si mise a ragionare Star.

"Dico che se è un messaggio spariranno altre persone. Ma se è un messaggio per chi è?"



******
 

Tadan! Ho finito!

Perfetto, e ora pregate tutti che la mia connessione del picchio che non è mia ma della piazza regga affinchè io possa inviarvi questo capitolo pieno di errori perché non ho voglia di rileggerlo!

OLE'!

  
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