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Autore: imissyourgingerhairs    17/08/2015    0 recensioni
Questa è la mia storia, è anche pubblicata su wattpad se può interessarvi :3 sono sempre io l'autrice, su wattpad mi chiamo jimjarmush.
La storia parla di una ragazza molto timida e introversa con molti problemi adolescenziali. Spero vi piaccia :3
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4
 
 
 
Faccio un lamento davvero poco femminile contro il petto del ragazzo che mi stringe contro il suono della campanella. Lo sento ridere e alzo lo sguardo beandomi di quella visione. Riposo la testa sul suo petto e rimango ferma. “Che dici? Andiamo in classe o rimaniamo qui così?” dice ridendo. Io rimango ferma e rafforzo la presa su di lui. Lui ridacchia e mi stringe.
Okay lo ammetto, forse inizio a provare qualcosa per lui, ma non lo ammetterò mai. Io non sono la tipa adatta per queste cose. Sono scostante, scontrosa, acida, noiosa, permalosa e chi più ne ha più ne metta. Questo mi accade in ogni relazione, sia di amicizia che a livello di coppia. Sarò io il problema, ne sono sicura. Sono la classica ragazza insicura che attraversa in modo negativo la sua adolescenza.
Lo sento muovere contro il mio petto e lo sento in seguito irrigidirsi. “Aibell…abbiamo un ritardo di 20 minuti…”. Mi irrigidisco anche io a quelle parole. Mi allontano, molto a malincuore, e lo prendo per mano iniziando a camminare velocemente per arrivare in classe. Tre piani a piedi. Chiaramente non potevo rendermi conto prima dell’orario. Sento la paura crescere nel mio petto. La paura di qualcosa di impreciso. Odio arrivare in ritardo. Odio correre. Odio queste sensazioni nuove. Odio stare così per i miei problemi.
Arriviamo al terzo piano in tempo record, ma forse è troppo per me. Sento che l’ossigeno non circola abbastanza, che l’aria che ispiro non è abbastanza per i miei polmoni. Vedo tutto offuscarsi e sento il bisogno di sedermi. Faccio qualche passo avanti e mi siedo per terra, con la schiena al muro. Libero la mente e cerco di regolarizzare il mio respiro. So bene cosa mi sta succedendo e so come controllare. Sento delle voci intorno, apro gli occhi ma vedo tutto sfuocato. Li richiudo e mi estraneo di nuovo.
Dopo quasi dieci minuti mi sento meglio. Mi alzo e mi gira un po’ la testa. Apro gli occhi e vedo un bicchiere davanti al mio viso. “Rimani seduta. La professoressa sa cosa sta succedendo e ha detto di rimanere fuori. Bevi, è solo acqua e zucchero, ti darà un po’ di energie”. La voce che mi parla sembra in ansia per qualcosa. Nel mio campo visivo vedo un viso. Strizzo gli occhi e vedo il viso di Federica delinearsi davanti al mio. Mi nasce un sorriso spontaneo e prendo il bicchiere sentendo di avere sete. Mi siedo e mi rilasso.
“Il pallido è quasi morto dalla paura quando ha visto che stavi male”. La guardo male. Non ho la forza di parlare e lei capisce che io non so chi sia il pallido. “Il tuo amico. Sembrava in ansia. Non penso di aver mai visto una persona tanto in ansia solo per un attacco”. La guardo male e alzo gli occhi al cielo.
“Forse sei tu che non hai empatia quindi non ti impressioni”. Dico a bassa voce. Lei mi sorride e mi fa l’occhiolino. I scuoto al testa e le faccio la linguaccia.
Mi riprendo poco prima della fine dell’ora. Mi alzo con l’aiuto di Federica e lentamente mi avvicino al bagno. Ho bisogno di rinfrescarmi il viso. Appena ho fatto mi dirigo verso la classe. Federica mi è affianco in modo che se perdo l’equilibrio lei mi prende. Entro in classe e la prof è ormai andata via. Appena entro il mio viso viene preso tra le mani di qualcosa e due occhi azzurri mi esaminano. Io aggrotto la fronte non capendo cosa stia facendo il ragazzo davanti a me. Mi abbraccia appena ha finito la revisione. Mi allontana poco dopo. Tutti questi scuotimenti mi hanno fatto girare la testa. Mi allontano traballando e mi siedo. Sento la sedia vicino a me spostarsi e so che lui si sta sedendo vicino a me.
“Fred, non scuotermi troppo, mi fai venire i giramenti di testa”. Dico posando la fronte contro il banco, lo guardo e vedo che mi fissa con sguardo interrogativo. “Ora per me sei Fred, Fred Weasley”. Gli dico sorridendo e chiudo gli occhi. Poi in gesti meccanici prendo le varie cose per prepararmi alla lezione di filosofia. Non sono ancora pronta ad affrontare una lezione di filosofia, ma non posso perdermela. Sospiro quando entra. Si siede e dieci minuti dopo mi ritrovo a scrivere freneticamente tutto quello che dice come se fosse oro colato. Vedo che il rosso vicino a me fa lo stesso. Prendere appunti mi distrae e non mi fa pensare. Le parole si susseguono sul mio quaderno, i concetti si rincorrono e si scontano contraddicendosi alle volte, ogni cosa che per uno è per un altro non è. Potrei ammattire dietro alle cose che dicono questi filosofi.
Suona la campanella e io mi sbrigo a mettere tutto nello zaino, mi giro e vedo che Federica mi fissa. Io alzo le spalle, lo so ormai che lei pretende che appena suona noi voliamo fuori dalla porta, ma io vado con calma. “Aibell, quanto ci metti?” sento Chiara, la vicina di banco di Federica, non che sua amica dalle medie rimproverarmi della mia lentezza. Io alzo gli occhi al cielo. “Ecco, ho fatto, se mi date due minuti non muore nessuno”. Mi metto lo zaino in spalla e mi giro verso il Weasley e gli faccio cenno con la testa di andare. Lui mi affianca e seguiamo le due ragazze che si precipitano fuori, dopo tanta attesa a causa mia.
“Aibell, vieni a sentire questa”. Mi urla Federica, io prendo per il polso il ragazzo vicino a me e mi avvicino sentendo una musica uscire dalle casse del suo telefono. “Ti prego dimmi che non è una delle tue solite cose”. La guardo e scoppiamo a ridere mentre il cantante parte a cantare. Ha una dote per trovare i nuovi “talenti” in fatto di musica. I peggiori li trova tutti lei. Mi giro e vedo che anche Anacleto ride. Poi la mia amica fa partire una canzone della Disney e tutto il percorso fino alla stazione lo facciamo cantando e stonando mentre il ragazzo vicino a noi ci guarda e ride quando io stono quando lo guardo. Mi piace il suo sorriso. Saliamo sul treno quasi correndo. Subito ci mettiamo in cerca di un posto. Purtroppo siamo quattro ma i posti sono tutti da tre. “Dai, sedetevi e io sto in piedi”. Dico indicando tre posti. Federica alza le spalle, seguita da Chiara che si siede, Anacleto mi guarda. “Dai siediti tu, io sto in piedi”. Io scuoto la testa e mi appoggio con le spalle alla porta del vagone. Lui si siede e mi tende un mano. Io lo guardo interrogativa.
“Siediti in braccio a me”. Dice sorridendo. Io sbarro gli occhi e arrossisco, guardo Federica e lei annuisce. Io lo guardo e vedo che mi incoraggia con la testa. “Ma peso…” dico cercando di farlo desistere dalla sua idea. Lui sbuffa e mi prende il polso tirandomi e io mi siedo titubante sulle sue ginocchia. Le sue braccia mi circondano fianchi incrociandosi sul mio stomaco e mi tirano indietro in modo che la mia schiena è posata sul suo petto. Arrossisco e mi guardo le mani che mi sto torturando. Lui allenta la presa e io rimango rigida.
Piano piano il mio imbarazzo passa e io riprendo a cantare e a scherzare mentre sento i brividi ogni volta che ride, perché mi stringe a se. Quando arriviamo devo ammettere che di mala voglia mi alzo e mi rimetto lo zaino in spalla. Scendiamo continuando a parlare di cose molto stupide. Le mie amiche vanno da una parte, Anacleto da un’altra ancora e io mi dirigo da sola a casa. Mi metto le cuffie nelle orecchie e faccio partire Marina. Amo la sua voce e mi carica. Ben preso inizio a ballare per strana e a canticchiare qualche nota. Non mi interessa di sembrare strana, ho bisogno di scaricare tutte le emozioni che ho provato. Entro in casa e non c’è nessuno. Attacco il mio Ipod alle mie casse e faccio partire la voce di Marina ancora più forte che con le mie cuffie. Mi metto a cucinare e canto. Mangio e lavo i piatti velocemente. Ho bisogno di non pensare. Mi serve qualcosa da fare per non pensare. Mi metto a fare i compiti.”. Io accetto ridendo. No
Due ore dopo sono sul divano con il pc e mi sto vedendo una serie tv. Rispondo ai messaggi che Federica mi scrive in ansia per i compiti. Io la assecondo ma lei mi scopre presto che ho già finito tutto.
Da Acida:
Ora mi spieghi come fai a finire così presto tutti i compiti. Hai qualche super potere?
 
Io guardo lo schermo del telefono e sorrido scuotendo la testa.
A Acida:
Semplicemente passo il week-end sui libri. Come tutti i giorni.
Invio il messaggio e mi rimetto a guardare la serie tv. Il telefono squilla e io lo afferro senza leggere il nome del mittente della chiamata e rispondo. “Stai zitta che i dalek hanno circondato il Dottore e io sto in ansia, insomma Tennant deve sopravvivere, sennò impazzisco. Voglio lui come Dottore, e Rose ancora non si è vista”. Dico con voce finta ansiosa e sento una risata che non è quella di Federica. Scosto il telefono dall’orecchio e leggo il nome di chi mi ha chiamato: Leto. Impallidisco. Penso che se avessi una pala mi scaverei una fossa e mi sarei sotterrata viva. “Hai ragione, Rose deve tornare, quindi il Dottore non può rigenerarsi”. Sorrido e blocco la puntata. “Come mai questa chiamata Fred?” dico ridendo. Lui ride.
“Niente, mi annoiavo e ho pensato di chiamarti, però credo di averti interrotta”. Lo sento ridere.
Dopo un’ora stavamo ancora al telefono e ridevamo. Da quella chiamata abbiamo scoperto di avere molte cose in comune, io sono una patita dei manga e anime, lui anche. Amo anche i video games ma non ho una console a cui giocare. “Questo week-end puoi venire da me, ti sfido a qualche gioco”. Io accetto ridendo ma non so se diceva davvero. Chiudo la telefonata prima che arrivano i miei, loro odiano vedermi al telefono.
Appena finisco la cena vado in camera e mi addormento appena mi metto a letto.
 
 
 
 
ANGOLO AUITRICE:
Ciao a tutti, ecco un nuovo capitolo. Mi pacerebbe sapere cosa ne pensate e avere le vostre opinioni. Mi scuso per eventuali errori ortografici. Commentate in tanti così so anche ciò che ne pensate, e votate se vi piace.
Baci Erica.
 
P.S. Aibell si legge Evil, per chiunque lo voglia sapere :3
   
 
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