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Autore: alida    31/01/2009    1 recensioni
I tre indiavolati tennero stretti lo Spiraglio nello stesso momento e questo si attivò portandoli ad Hogwarts, il giorno in cui Harry Potter iniziava il suo terzo anno di scuola. E chi mai potrebbero essere questi tre indiavolati? A voi scoprirlo. I personaggi appartengono a J.K.Rowling, la storia non ha scopo di lucro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao raga, scusate se ieri non ho potuto aggiornare, ma ho avuto un problema con la ricarica automatica di Internet. Questo capitolo e il prossimo sono quelli che avrei dovuto aggiungere ieri. Entro stasera o stanotte al massimo, la storia sarà conclusa. Vi avviso che questo capitolo è psicologicamente pesante, almeno mi pare così. Inoltre più importante di tutto,vorrei che con me incrociaste le dita per David Holmes, la controfigura di Daniel Radcliffe, che ha avuto un terribile incidente sul cast di "Harry Potter e i doni della morte". Buona lettura, Alida.








E così, il Natale arrivò anche quell’anno. Severus si era svegliato alle 5:30 e non riusciva più a riprendere sonno. Pensava a Fierobecco, ad Hagrid e Harry. Era ingiusto che il povero animale dovesse pagare per la stupidità di Draco.

Hagrid ne avrebbe sofferto perché, lui, era buono, aveva sentimenti gentili verso tutti. Gli piaceva. Harry si stava dimostrando più simpatico dei primi giorni, certo non quanto Hermione, ma sicuramente stava cambiando atteggiamento nei suoi confronti.

Caramell sarebbe arrivato alle 8:15, avrebbero ucciso l’ippogrifo presto, per toglierselo di mezzo. Il giorno di Natale c’era altro cui pensare.

Alle 7 suonò la sveglia di Remus, mezz’ora dopo, quella di Sirius, ma nessuno dei due si alzò. Severus si vesti, e poi aprì la porta, o almeno ci provò, ma la maniglia non scendeva. Riprovò ma ancora niente, sentì, dunque la voce di Remus che, in piedi in mezzo alla stanza, diceva: -Non puoi uscire prima di noi. E a dir la verità non puoi uscire neanche senza il nostro permesso-.

Severus si fece coraggio e rispose: -Qui non ci sono le vostre regole, Harry mi sta aspettando. Verrà a cercarmi-.

-Primo: se ci siamo noi, ci sono anche le nostre regole. Secondo: quando Harry verrà, andrai. Adesso siediti e aspetta-.

-Remus, è una questione molto importante-.

-Se è così importante, puoi sempre chiedermi il permesso secondo le nostre usanze-.

A quelle parole, Sirius tolse la testa da sotto le coperte e incrociando le mani dietro la nuca, stette a guardare. Severus non avrebbe voluto cedere, ma Fierobecco era importante! Perciò avanzò verso Remus, si tolse le scarpe e si mise in ginocchio, con le mani dietro la schiena. Abbassò lo sguardo e recitò: -Signore, dal sangue purissimo e dall’animo nobile, a lei che liberamente può disporre di me, chiedo umilmente il permesso di uscire dalla camera in cui mi trovo-.

-Bravo, Mocciosus!- applaudì Sirius.

Severus si sentiva umiliato. Avrebbe voluto che la terra si aprisse ai suoi piedi, e lo ingoiasse. Ma sua madre si era sacrificata per lui e Riddle gli diceva sempre di tenere duro che il male non sarebbe durato per sempre.

-La formula completa, mezzosangue!- specificò Remus.

-Remus, io credo che possa bastare!- intervenne Sirius –Ci siamo divertiti abbastanza-.

-Non è per divertimento, Sirius. Lo sai bene, devo fare il possibile per salvare i miei genitori, e non si salveranno se non rispetterò le regole di Silente e non ne pretenderò il rispetto da parte dei mezzosangue-.

Severus alzò lo sguardo verso Remus e gli chiese: -Pensi che i tuoi genitori sarebbero orgogliosi di te, se ti vedessero ora?-.

-Non m’importa, per prima cosa devo salvarli. Voglio la formula completa, cane!- urlò il ragazzo  e Severus riabbassò lo sguardo a terra e riprese a recitare la formula:

-Mio signore, e mio padrone, dal sangue purissimo e l’anima nobile. A lei che liberamente, e sopra ogni cosa per il suo piacere, può disporre liberamente di me, chiedo umilmente di considerare la possibilità di concedermi il permesso di uscire dalla camera in cui mi trovo, per ritornare poi da lei più sottomesso di quanto lo fossi alla mia partenza. Sempre pronto a soddisfare le sue richieste, per il suo prestigio- non sapeva perché, ma aspettando la risposta cominciarono a venirgli brividi di freddo e spasmi in tutto il corpo.

Dopo qualche minuto, Remus rispose: -Ti concedo due ore la mattina e due il pomeriggio. E siccome siamo a Natale ti faccio un regalo extra-. Dal comodino di Remus uscì un pacchettino che si posò ai piedi del ragazzo.

Nel suo letto, Sirius scuoteva la testa in segno di disapprovazione e lanciava sguardi supplichevoli a Remus che però non volle sentire ragioni: -Aprilo, e per te-.

Severus aprì il pacchetto. Dentro c’era un collare di pelle con inciso “Mocciosus”. Gli occhi gli si gonfiarono di lacrime ma lui le trattenne, da tempo aveva imparato come fare, quando si trovava con qualche purosangue.  Ingoiare e respirare a bocca aperta, ingoiare e respirare a bocca aperta.

Remus lanciò uno sguardo a Sirius che, controvoglia e a bassa voce disse: -Da oggi lo indosserai sempre, così, per ricordarti che sei solo un animale col sangue per metà pulito, ma sempre un animale e ….- si fermò e guardò Remus che gli chiedeva appoggio –e tutti gli animali hanno uno o più padroni-.

-Ringrazia come ti si addice, poi esci, prima che cambi idea e scusa, mi dimenticavo, Buon Natale- disse Remus a Severus, il quale ancora tremante, si chinò e baciò i piedi scalzi di Remus. Poi sempre in ginocchio arrivò alla porta e uscì.

-Sono sicuro, sicuro che ci sarebbe potuta essere un’altra alternativa. Sei sicuro che questo Silente non ci venga incontro? Non possiamo comportarci sempre così- disse Sirius.

-Ci stiamo comportando come ci è stato ordinato!-

-Ci stiamo comportando come la mia famiglia si è sempre comportata, ma io non sono come i miei genitori, o come mio fratello! Io non ce la faccio più!-

-Avevi detto che mi avresti aiutato e sostenuto fino a quando i miei genitori non fossero stati liberati!- gli ricordò Remus.

-E infatti sono qui, al tuo fianco. Sto solo dicendo che ….questa volta abbiamo superato il limite, forse-. Sirius era stanco di doversi comportare come aveva visto fare tante volte dalla sua famiglia. Però non poteva tirarsi indietro, Remus e James erano i suoi amici e in quel mondo Remus era l’unico che gli era rimasto.

 Il freddo e gli spasmi non passavano, in più era uscito senza il suo mantello e perciò, effettivamente, il freddo aumentava. Erano le 8 e Harry non si vedeva ancora. Doveva essergli successo qualcosa. Così uscì dal castello e da solo andò verso la casetta di Hagrid.

Vide Caramell e Silente entrare  nella capanna assieme ad un uomo incappucciato. Mentre tutti erano dentro, Severus puntò la sua bacchetta verso l’ippogrifo e disse: -Rinvigori-zampe-. Fierobecco si accorse che le sue gambe erano più forti, e quasi presagendo quale sarebbe stato il suo destino, diede uno strattone alle catene con cui era stato legato e volò via.

Di corsa Caramell uscì dalla casetta e urlò: -L’animale sta scappando-. Ovviamente nessuno riuscì a riportarlo indietro e da lontano, Severus, vide Hagrid e Silente che sorridevano compiaciuti. “Buon Natale, Hagrid” pensò Severus.

Erano le 8:30, era uscito dalla sua stanza, alle 8, perciò fece il calcolo, aveva ancora 1:30 di libera uscita, di nascosto rientrò al castello. Il collare era stretto e il freddo intenso, gli spasmi non passavano, dovevano essere legati alla formula che Remus gli aveva fatto recitare.

Nel corridoio incontro Minerva che per prima cosa gli disse di andarsi a coprire e poi di andare da Piton che voleva parlargli. Severus andò dal professore che lo fece accomodare e vedendo lo stato in cui il ragazzo si era presentato, senza dire nulla, con un colpo di bacchetta, riscaldò l’aria.

Piton fece accomodare Severus e gli spiegò in cosa consisteva l’aiuto di cui aveva bisogno. L’aria era diventata quasi estiva ma il ragazzo tremava ancora e in più si toccava il collo con le mani, quasi che non respirasse bene.

Allora gli si avvicinò e scendendogli un po’ il maglione a collo alto disse: -Fammi vedere cos’hai nel collo-.

-No, la prego- disse il ragazzo, ma fu inutile. Piton si trovò davanti il collare con l’incisione, respiro profondamente come a volere prima assorbire tutta la malvagità che esisteva al mondo e poi buttarla via tutta insieme, per sempre, nell’aria.

Glielo levò e disse: -Da oggi dividerai l’alloggio con me.  Buon Natale, Severus-.

Il ragazzo che per nascondere la vergogna aveva voltato la faccia, per tutta risposta si voltò e timidamente abbracciò il professore, senza dire neanche una parola.

A pranzo, mangiarono tutti allo stesso tavolo. Harry si sedette vicino a Severus, si scusò infinitamente con lui per non averlo potuto raggiungere la mattina ma si era svegliato molto tardi, aveva fatto tutto di corsa e uscendo dal dormitorio proprio vicino al quadro della Signora Grassa, aveva investito in pieno Gazza che cadendo si era rotto un braccio. Madama Chips non c’era e aveva dovuto accompagnarlo da Silente che lo aveva curato, ma alla fine si erano fatte le 9.

In ogni caso gli fece i complimenti per la geniale trovata. Hagrid era al settimo cielo, felice di sapere che Fierobecco, in quel momento, stava volando libero e non era finito sgozzato nel suo orto. Piton fu molto silenzioso, Silente lo notò.

A fine pasto,quando rimasero a tavola solo Silente, Piton e Severus, Remus si alzò e indicando Sirius disse a Severus: -Stiamo rientrando, alzati e seguici-. Severus sgranò gli occhi verso Piton che intervenne e rispose: -Da oggi Severus starà nei miei alloggi-.

-Davvero?- chiese Silente ignaro degli avvenimenti della mattina.

-Si- rispose Piton e buttando sul tavolo, davanti al preside, il collare disse: -Questo è il regalo di natale che quei due hanno fatto a Severus-.

Silente mantenne il controllo, doveva fare il gioco dei due altrimenti non sarebbero riusciti a capire cosa stava succedendo nel mondo dei ragazzi. –Molto originale- fu ciò che fu in grado di dire.

Piton si aspettava una dura condanna del gesto, e rimase stupefatto. Remus, allora, tolse dalla tasca della sua giacca un guinzaglio e gli disse: -Se lo tiene lei, allora questo è suo!- e lo lasciò sul tavolo, andando via con un sorriso indecifrabile sul viso.

Una volta che i due uscirono dalla sala grande, con un colpo di bacchetta, Silente bruciò il collare e il guinzaglio, rassicurò Severus di essere dalla sua parte e raccontò a Piton che i ragazzi avevano bisogno di alcune erbe per preparare una pozione che, solitamente, preparavano al loro preside.

Severus si alzò di scatto e disse: -Io non le avrei mai rubate, lo giuro!-.

-Ti crediamo- rispose il preside –purtroppo da noi questo miscuglio non porta a nessuna pozione conosciuta. Dovrai aiutarci tu, a capire di cosa si tratta-.

 

  
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