Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Shannara_810    01/03/2005    5 recensioni
La verità dietro il cuore di ghiaccio di Draco Malfoy.(Nuova versione. è iniziata la revisione di questa fic. alcuni cap saranno semplicemente ritoccati ad altri aggiunte nuove sezioni e tante altre emozioni. Via via che modoficherò i cap li indicherò accanto al loro titolo. Date uno sguardo alle modifiche e buona lettura)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Truth Behind His Frozen Hearth

The Truth Behind His Frozen Hearth

Parte I: Il segreto di Draco

Capitolo 9: A Dragon's Sorrow

Una settimana. Harry era scomparso da una settimana senza lasciare alcuna traccia. La sua sparizione aveva gettato Hogwarts nel caos. Alcuni sostenevano che fosse stato fatto prigioniero da Voldemort, altri che fosse scomparso tra le piaghe del tempo. C'era anche chi sosteneva che fosse già morto e la speranza di vincere la guerra contro il Signore Oscuro scomparsa insieme a lui.

Tutti, però, sapevano che lui doveva essere coinvolto: il Serpeverde rinnegato, la nemesi... Malfoy. Non si erano nemmeno chiesti come avesse fatto, non l'avevano visto agitare la bacchetta o sabotare la pozione, ma che importava: era un Malfoy, un degenerato. Le prove non servivano era colpevole: il suo sangue era marcio fino al midollo.

Ovunque andasse dieci, cento, mille bisbigli lo seguivano...

Colpa sua... colpa sua...

Mangiamorte... mangiamorte...

Assassino... assassino...

Non gliene importava. Potevano anche sbatterlo ad Azkaban se volevano. Aveva perso Hermione. Aveva perso la sua Hermione. Non poteva esserci punizione peggiore di quella. Il ricordo del suo sguardo, del terrore con la quale lo aveva fissato subito dopo che quel bagliore accecante che li aveva investiti si era dissolto, era stato più che sufficiente. Era stata colpa sua... solo colpa sua.

Da quel giorno aveva preso ad evitarla. Quando erano insieme non le rivolgeva mai la parola, gli occhi bassi, distanti. Si sentiva morire senza di lei. Passava tutto il suo tempo libero chiuso in camera, gli occhi vuoti fissi sul suo pugnale d'argento, mentre se lo rigirava tra le mani senza però avere la forza di usarlo. Glielo aveva promesso e anche se lei ora lo odiava non si sarebbe rimangiato la parola data. Era come un automa: non mangiava, non dormiva. Se ne stava così, perso nei ricordi di quello che era stato un bellissimo sogno. Non poteva fare altro: senza lei non valeva la pena vivere. Anche lei non sapeva come comportarsi, lo aveva capito, ma una paura folle lo attanagliava. Aveva paura, paura di guardarla negli occhi e scoprirvi tutto il ribrezzo che provava per lui, tutto l'odio che si era meritato.

Senza che alcuno lo incolpasse apertamente, lo stesso giorno della misteriosa sparizione di Potter, era andato da Silente, pronto per la sua punizione. Sapeva che l'anziano professore l'avrebbe sbattuto fuori, quindi tanto valeva accontentare tutti. Non ne poteva più di vivere così.

Non aveva mai più tentato di uccidersi da quella notte in cui Hermione lo aveva salvato ma per quello che poteva valere: una volta fuori da Hogwarts i Mangiamorte non ci avrebbero messo molto a trovarlo e, al suo rifiuto di servire Voldemort, ad ucciderlo.

Ma quell'incontro si era risolto in maniera molto diversa.

"Buona sera, signor Malfoy. Posso, forse, fare qualcosa per lei?"

Silente lo stava aspettando. Sapeva che quel ragazzo dagli occhi tristi sarebbe venuto da lui e sapeva anche cosa gli avrebbe chiesto. Anni di torture e soprusi avevano cancellato da quel cuore la speranza del perdono ed ora il giovane Draco aveva preferito sacrificare tutto ciò che di buono aveva ottenuto in quell'ultimo mese all'ombra di tutte le menzogne che gli erano state raccontate.

L'anziano professore sospirò amaramente. Conosceva bene ciò che era accaduto il giorno del ritorno degli studenti ad Hogwarts e temeva che senza il sostegno di Hermione, Draco avrebbe rinunciato totalmente a continuare a vivere. E questo non l'avrebbe mai permesso: la sua vita era molto preziosa, non solo per la piccola Grifondoro, ma soprattutto per la loro causa e per il futuro del mondo magico. Perché il suo destino era profondamente legato a quello del giovane Potter.

Entrambi portavano il marchio della luna: come era stato per Narcissa e Lily, ora per Draco ed Harry.

"Vorrei lasciare la scuola, professore." Se ne stava così, in piedi, con il capo chino in attesa della sua condanna.

"Posso chiederle il perché?"

"Perché è stata colpa mia. Quello che è accaduto a Potter. Sono stato io a far apparire il ragno che ha spaventato Weasley quindi è giusto che mi prenda le mie responsabilità."

"é una scelta che dimostra molto coraggio la sua, signor Malfoy. Ma credo che sarebbe completamente fuori luogo abbandonare la scuola, visto che si è trattato di un semplice incidente".

Già un incidente. Un incidente che non poteva capitare in un momento migliore. Harry non si sarebbe fidato facilmente di Draco e avrebbe avuto bisogno delle giuste risposte per far fronte ai pericoli che stavano sopraggiungendo all'orizzonte. C'era voluto molto prima di convincere il signor Weasley e la signorina Granger che il loro amico non correva pericoli ma non era sicuro dei risultati. Ron era diviso fra la preoccupazione per il suo amico e il desiderio di vendetta mentre la giovane Hermione... Hermione doveva rendere conto ad un dolce sentimento che stava nascendo in lei.

"Ma professore!  Le ho appena detto che è stata colpa mia!!!" Perché non voleva capire, maledizione!

"Ed io continuo a ripeterle che si è trattato di un incidente e che il signor Potter sta bene. Tornerà quando avrà assolto al suo compito. La pozione aveva un effetto di solo dodici ore e, anche se pasticciata, quell'effetto dovrebbe rimanere anche se un pò distorto. Alle volte il destino ha davvero strani disegni." Gli aveva sorriso, strizzando l'occhio in segno d'intesa. "Fra al massimo cinque giorni, il signor Potter ricomparirà come se nulla fosse successo, non deve preoccuparsi. Piuttosto, spero che tutte queste maldicenze non le stiano creando troppi problemi. Vorrei che si rivolgesse a me, se ha voglia di parlarne".

"No". Draco aveva voltato il viso, imbarazzato all'affetto che Silente sembrava mostrargli nonostante tutto quello che aveva causato da quando era entrato ad Hogwarts. "Non m'importa."

"Ho saputo che lei è stato aggredito da alcuni Grifondoro. Non le importa davvero?"

Già Lenticchia, Finnigan, Paciock e altri Grifondoro lo avevano bloccato un giorno all'uscita dalla lezione della Sprite e, diciamo, non era stata una visita di piacere. Si era battuto come meglio aveva potuto, Weasleuccio ne era uscito con un naso rotto ed entrambi gli occhi neri, ma lo avevano ridotto davvero male. Se n'era andato direttamente in camera curandosi le ferite come Hermione gli aveva insegnato... Hermione... La sua Mya...

"Possono dire quello che vogliono: io non sono mio padre. Non sarò mai come lui!" Si era lasciato cadere stancamente su una delle poltrone dell'ufficio del preside, prendendosi la testa tra le mani mentre con tutto se stesso tentava di ricacciare indietro le lacrime. "Non potrei mai farle del male come...come...quel mostro con mia madre... io...io...non era nemmeno mio p..."

Aveva taciuto. Il suo segreto. Quello era il suo segreto più grande. Il segreto che non aveva nemmeno rivelato a Mya.

"Cosa, Draco? Cos'è che non puoi dire?" Il preside era seduto accanto a lui, una mano sulla sua spalla.

"Mio padre". Lo aveva, infine, sussurrato. "Lucius non era mio padre". Aveva riso amaramente mentre le lacrime gli uscivano calde senza che se accorgesse. S'alzò d'improvviso, fissando Silente con sguardo pieno di dolore.

"Quel maledetto non era nemmeno mio padre! Se lo immagina: il grande Principe dei Serpeverde, il Purosangue figlio di non si sa chi! Ma, alla fine, sono diventato proprio come lui! Un mostro! Un mostro per la quale non c'è speranza!"

"C'è sempre speranza, Draco!" Il preside aveva poggiato entrambe le mani sulle sue spalle ed ora lo guardava fisso negli occhi. "Ed io sono convinto che la tua speranza abbia dei begli occhi dorati, non credi?".

Draco era arrossito. Aveva abbassato lo sguardo e sussurrato melanconicamente.

"Non vorrà più vedermi. Dopo quello che ho fatto al suo migliore amico come vorrà stare con me?" Mai sperare... mai...

"Io credo che questa domanda la debba rivolgere alla signorina Granger".

Il Serpeverde aveva annuito anche se non ci credeva davvero. Tornò a fissare il professore stancamente. "Non so se ho la forza di parlarle, ora."

"Si prenda tutto il tempo che vuole. E, intanto, aiuterà il nostro caro Hagrid ogni sera dalle nove alle undici. Diciamo che è una punizione per quella piccola rissa fuori dalla serra della professoressa Sprite. I Grifondoro coinvolti hanno già iniziato la loro presso Severus!"

Draco rise, stavolta di cuore. Una detenzione con Piton non l'avrebbe augurata nemmeno al suo peggior nemico.

Ringraziò Silente e s'avviò verso la porta. Il preside si era allontanato per consultare alcuni volumi nella sua libreria personale così era rimasto solo con la sua fenice. Non sapeva perché ma quello strano uccello sapeva esercitare su di lui un fascino particolare.

Allungò una mano sul petto di Fanny, accarezzandola lievemente con il dorso della mano, temendo che lei non gradisse queste sue attenzioni. La fenice lo osservava attentamente, uno strano bagliore nei suoi occhi.

Note melodiose aveva intonato per il biondo e lui le aveva sorriso dolcemente.

"Anch'io, Fanny. Spero anch'io che vada a finire tutto bene". L'accarezzò di nuovo prima di raggiungere Hagrid per la sua detenzione.

Dalla libreria sullo studio Albus Silente aveva assistito a tutta la scena. ma non era solo.

"Hai udito anche tu, Remus?"

Il professore di Difesa contro le Arti Oscure annuì pensieroso. "Uno che parla con i serpenti, l'altro con le fenici. Sarà davvero interessante. Anche se non posso dire di non essere sorpreso. Non avrei mai pensato che fosse Draco la persona che stavamo cercando..."

Perché senza nemmeno rendersene conto, Draco, non più Malfoy, solo Draco aveva risposto alla fenice Fanny con il suo stesso canto di speranza.

****** 

Era trascorsa una settimana da quella sera e, infondo, la detenzione con il mezzo-gigante non era male. Doveva pulire delle gabbie, accudire alcuni animali che Hagrid aveva trovato feriti, preparare delle pozioni per il giardino di mandragole della Sprite. Tutto, gli andava bene tutto, bastava che non si trattava di entrare nella Foresta Proibita. Non si era ancora ripreso dallo spavento del primo anno.

Anche Hagrid, doveva ammetterlo, non era male una volta che lo si conosceva meglio. Non si erano rivolti molto la parola, anzi passavano quasi tutto il loro tempo in silenzio ma, almeno, non lo aveva accusato come gli altri solo per il suo passato.

Spesso il mezzo-gigante lo sorprendeva a fissare fuori dalla finestra, lo sguardo perso in un punto indefinito del castello dove sapeva che una bellissima fanciulla dai capelli castani un tempo aveva atteso il suo ritorno, ma non diceva nulla.

Certo, all'inizio sapere di Draco e Hermione lo aveva scosso fin dalle fondamenta, così dicevano i Babbani ... La piccola 'Mione con un delinquente di quel genere?! Avrebbe voluto torcergli il collo fra le sue mani possenti ma Silente, buon vecchio Silente, gli aveva detto di aspettare e vedere. Vedere cosa? All'inizio non l'aveva capito ma quando aveva incrociato quegli occhi di tempesta non aveva potuto non farsi travolgere da quell'infinita tristezza. Se persino Thor sembrava accogliere il ragazzo con delle festa allora...

Ed, allora, ogni giorno aveva preso ad offrirgli una tazza di the ed ogni giorno vedeva quel ragazzo farsi sempre più pallido e smunto. Finché non le vide... lì, su quei polsi gracili e bianchi.

"Ah!"

Si era tagliato con il coltello mentre ripuliva la radice di Viridiana dalla sua corteccia dura. Un fiotto di sangue aveva preso a colare mentre tentava impacciatamente di prendere un fazzoletto dalla tasca.

"Fa vedere". Il mezzo-gigante aveva preso quella sua pallida mano tra le proprie enormi e con molta delicatezza gliela aveva disinfettata e fasciata. Il taglio era piuttosto profondo e gli attraversava quasi tutto il palmo. Dal polsino della camicia alcune delle sue vecchie cicatrici erano chiaramente visibili ma Hagrid non aveva detto niente. Però i suoi immensi occhi neri  si erano fatti d'improvviso più grandi e tristi.  "Dovresti stare più attento. Era un brutto taglio, quello".

"Grazie". I loro sguardi se erano incontrati e l'insegnante aveva abbozzato un mezzo sorriso.

"Qui ci vuole una tazza di the. Siamo entrambi stanchi".

"Mi spiace". Lo aveva colto di sorpresa ma Draco sapeva che era la cosa giusta da fare. "Sì, per tutte le cattiverie che ti ho fatto. Mi spiace davvero." Un Malfoy che chiedeva scusa? Non si era mai sentito... eppure quel capo chino, quei fini capelli biondi che nascondevano due pozze di cielo gli dicevano che non stava mentendo.

Hagrid sorrise soddisfatto. "Infondo, sei una bella persona, Malfoy"

"Draco. Non Malfoy. Io mi chiamo Draco, solo Draco." Detestava il nome Malfoy e se avesse potuto l'avrebbe cancellato volentieri dalla faccia della Terra.

Per un attimo ad Hagrid parve di trovarsi nuovamente innanzi quel bimbetto con gli occhiali che in breve era diventato il suo amico più fidato. C'era qualcosa in quel ragazzo davanti a lui che gli ricordava incredibilmente il Bambino Sopravvissuto.

"Stessa risposta che mi ha dato 'Erry una volta. Solo 'Erry".

Un'espressione particolare si dipinse sul volto del biondino. Una smorfia che ricordava molto il muso di un furetto.

La risata del mezzo-gigante riempì l'aria. "Somigli davvero ad un furetto, Draco!"

Il Serpeverde si portò una mano al volto prima di iniziare a ridere anche lui. Era bello ridere anche solo per un istante prima che il dolore per la separazione da Mya tornasse ad attanagliargli il cuore.

Hagrid aveva già deciso: gli avrebbe dato una seconda possibilità. Questo ragazzo gli era sembrato davvero sincero. E, pensandoci meglio, cosa lo unisse al giovane Grifondoro fu subito evidente. I suoi occhi erano molto simili a quelli di Harry: tristi e soli come la prima volta che lo aveva incontrato. Che Merlino riuscisse a proteggerlo ovunque si trovasse.

******

Aveva il cuore a pezzi. Non si era mai sentita così in vita sua. Ma non era solo perché era preoccupata per Harry.

E questo la faceva stare ancora più male: il suo migliore amico era disperso chissà dove eppure il suo cuore era in pena per qualcun'altro. Qualcuno che da più di una settimana la evitava, fuggiva se la scorgeva tra la folla. Qualcuno di cui aveva scoperto non poter fare più a meno.

Dolore... un dolore lancinante aveva visto negli occhi di Draco quel giorno a Pozioni. Il terrore di essere rifiutato anche dall'unica persona che considerava sua amica. Innanzi a quello sguardo calde lacrime gli avevano riempito gli occhi e aveva capito che il ragazzo le aveva fraintese. Era scappato prima che riuscisse a spiegarsi.

Non avrebbe mai potuto avercela con lui. Sapeva che era stato un incidente, solo un dannato incidente, anche Silente aveva assicurato loro che Harry non correva pericoli ma per Draco questo non era stato abbastanza.

Faceva di tutto per non rimanere solo con lei, si chiudeva in camera tutto il giorno e la sera spariva senza lasciare traccia. Era davvero molto in pena per lui.

Lo aveva osservato attentamente a pranzo. Giocherellava col cibo, spingendolo da una parte all'altra del piatto senza in realtà mangiare niente. Gli occhi erano sempre più stanchi e profondi solchi neri erano comparsi sul suo viso. Il pallore della carnagione già candida come la neve si era fatto addirittura innaturale.

Tante volte aveva voluto parlargli, spiegarsi ma era stato tutto inutile. Non poteva fare altro che stare lì, sul suo letto, abbracciata ad un cuscino, gli occhi arrossati dal tanto piangere.

Le mancava, le mancava tanto da star male: i suoi sorrisi, i suoi abbracci, anche i suoi scherzi sciocchi.

Se questo era amore faceva davvero male...

*****

"Perché non vai a parlargli?". Seppur in pena per Harry, Ginny Weasley non poteva restare impassibile davanti alla sofferenza di quei due. Hermione sembrava un fantasma, pallida e triste, e nessuno aveva capito che questa sua sofferenza non era dovuto solo alla sparizione del cercatore Grifondoro.

La verità , la pura e semplice verità era che Hermione si era innamorata di Draco, che se ne fosse resa conto o no, ed ora in una situazione così difficile come quella che stava vivendo era della sua presenza che aveva bisogno.

Ron aveva cercato di confortare la loro amica ma tutto quello che aveva fatto non era servito a nulla. Sperava suo fratello, la rossina lo aveva capito, di poter allontanare una volta per tutte 'Mione dal Serpeverde, di poter dimostrare che le voci che circolavano su di lui fossero vere e che, alla fine, la leonessa si decidesse a ricambiare i suoi sentimenti ma non era servito. Più lui tentava di avvicinarsi ad Hermione, più lei si ritraeva su stessa, in attesa che il suo Drago tornasse da lei.

"Quel bastardo! Stavolta, però, non si salva! Giuro che me la paga per quello che ha fatto!!!"

Ronald Weasley camminava furiosamente avanti e indietro nella sala comune dei Grifondoro, battendosi con forza un pugno sul palmo della mano, l'espressione indecifrabile. Harry era sparito e, naturalmente, Draco era il colpevole. Ma non sarebbe andato solo: lui e i Grifondoro avrebbero fatto pentire a quel dannato Serpeverde di aver messo piede ad Hogwarts!

"Ora basta, Ron!" Hermione Granger aveva tentato di calmarlo. Ora come ora dovevano parlare con Silente e scoprire che fine avesse fatto il loro amico, era quella la loro priorità. Ginny se ne stava in un angolo, i singhiozzi oramai calmati ma il viso ancora inondato di lacrime. La sua amica la teneva stretta tra le braccia, in un silenzioso conforto.

"Ah, ma naturalmente tu te lo difendi! è colpa di quel mostro se Harry è sparito! Ma ti ha dato di volta il cervello? Con quale ridicola scusa ti ha portato dalla sua parte, eh? Rispondimi!!!"

Ron aveva sputato quelle parole con tutto il veleno che aveva in corpo. Hermione gli si era parata davanti, il volto livido.

"Tu non sai niente! Non vuoi salvare Harry, ma vendicarti di Draco, non è così? Dimmi la verità, Ron!"

"Dannazione! Draco? Lo chiami anche Draco adesso?Come puoi esserti lasciata abbindolare così facilmente, 'Mione? Lui ti sta usando! è un Mangiamorte, uno sporco Mangiamorte!"

Il giovane Weasley le si era avvicinata lentamente, le mani strette sulle spalle della ragazza, lo sguardo in una muta preghiera.

"Ma non lo capisci? Io ti amo, Hermione. Come puoi preferire quel mostro a me, che ti sono stato vicino per tutto questo tempo! Ti sta portando via da noi...da me!!!"

Qualcosa scattò in Hermione, qualcosa di sconvolgente. Sollevò la mano e con tutta la forza che aveva in corpo colpì il ragazzo.

"Questo non è amore, Ron. Questo non è amore!"

Uscì dalla sala senza voltarsi indietro, Ron in ginocchio con una mano sulla guancia.

******

La loro era una situazione assurda. Ginny sapeva che più non si decidevano a parlarsi, più Draco ed Hermione si sarebbero allontanati. Doveva fare qualcosa! Sì, se lei doveva soffrire per la lontananza della persona che amava, ad Hermione  tutto questo doveva essere risparmiato.

Aveva sentito delle cose, passando vicino a dei Serpeverde qualche giorno prima. Qualcosa di cui non credeva la sua amica fosse a conoscenza. Forse questo sarebbe servito a sbloccare le cose.

"Di chi stai parlando?". Hermione non si era nemmeno voltata a guardarla. La sua voce era così assente.

"Lo sai di chi sto parlando: non si è fatto vedere nemmeno oggi?"

"No. Non vuole più saperne niente di me. Ma non devi preoccuparti, mi passerà, non era importante!"

"Non era importante?" Ginny era saltata sul letto, costringendo Hermione a guardarla dritta negli occhi. "Hermione lui ti ama. E ora pensa che tu abbia paura di lui!"

"Mi ama?" Hermione non ci capiva più niente. "Se mi amasse davvero, non sarebbe scappato così!"

"Sono sicura che lui ti ami. Ma cerca di capirlo: ha paura! Paura di perderti come ha perso sua madre!". Le carezzava la testa, dolcemente, lentamente, come una mamma con il suo bambino."Ascoltami, Hermione. L'altro giorno ho sentito la Parkinson e Nott parlare. Sembra che Draco voglia lasciare la scuola. Sghignazzavano sul fatto che Tu-sai-chi lo costringerà ad unirsi a loro. Devi parlarci, 'Mione!"

"Come andarsene!" Un terrore sconosciuto le aveva pervaso il cuore. Andarsene... Draco non poteva andarsene e lasciarla sola. Ginny si era limitata ad annuire mentre Hermione si era portata una mano alla bocca in chiaro segno d'orrore.

"Devo andare! Andare da lui! Ma in camera non c'è. Ogni sera scompare!"

"Prova da Hagrid. Credo che Silente gli abbia dato una detenzione dopo quella rissa con i Grifondoro!"

Rissa con i Grifondoro? Lei non ne sapeva niente. Si era talmente chiusa nel suo dolore da lasciarlo solo, una cosa che gli aveva giurato di non fare mai. Prima che la piccola Weasley potesse aggiungere altro era scappata via, incurante di essere solo in pigiama e per lo più scalza. Era già passato il coprifuoco ma non le importava. Doveva andare da lui.

Ginny non aveva nemmeno tentato di fermarla. Si era limitata a sorridere: ecco che Hermione Granger, l'integerrima studentessa modello, buttava tutto all'aria per amore di un Serpeverde!

******

La sua detenzione serale era terminata. Aveva salutato Hagrid e si era avviato verso il castello.

Faceva freddo... tanto freddo... ma il cielo era terso. Le sarebbero piaciute le stelle questa sera. Camminava così con il volto rivolto verso l'alto, perso nel ricordo di lei, era tutto ciò che aveva. Quando...

Abbassò lo sguardo, gli occhi di tempesta spalancati, smarriti in un mare d'oro. Era lì, con il viso arrossato, i pugni stretti, i piedi nudi.

Sembrava un sogno, un'illusione. Bella come non lo era mai stata.

Prima che potesse nemmeno capire cosa stesse succedendo, era corsa nel suo abbraccio, il volto bagnato dalle lacrime, singhiozzi irrefrenabili che le impedivano di parlare. L'aveva stretta a sé, con tutta la sua forza, tutto il suo amore.

Mai... mai... mai più qualcuno li avrebbe separati. Sarebbero stati sempre insieme. Nessuno avrebbe mai potuto portargliela via, anche a costo della sua vita!

"S-scemo!Sei uno scemo! Gli batteva il petto con i pugni stretti, tentando di lasciar uscire tutto il dolore che aveva dovuto provare per quella separazione forzata. "N-non è-è stata colpa tua! M-mi h-hai lasciata sola, sola e mi sei mancato da morire!"

Draco la strinse ancora più forte, dolci parole sussurrate all'orecchio della donna che amava, in una dolce ninnananna nata dal profondo del suo cuore.

"Scusa, scusa, scusa..." Continuava a ripeterle, le sue lacrime unite a quelle di lei...

******

Hagrid aveva osservato la scena dalla soglia della sua capanna. Aveva gli occhi lucidi. Facevano tanta tenerezza quei due insieme.

"Una bella serata, non trovi, amico mio?" Silente era comparso silenziosamente alle spalle del mezzo-gigante, un sorriso gentile sul suo volto anziano.

"Già". Hagrid aveva preso un fazzoletto dal taschino per soffiarsi rumorosamente il naso. Faceva quasi ridere: un omone grande e grosso che piangeva davanti all'amore di due adolescenti. "Lei lo sapeva, professore?" Indicò i due ragazzi, stretti stretti l'una tra le braccia dell'altro.

"Lo avevo intuito".

"Ahh, sembra una di quelle storie strappalacrime dei Babbani".  Per quanto tentasse, non riusciva proprio a ricomporsi. "Sembrano tanto Romeo e Giulietta!"

"Speriamo solo che il loro, sia un lieto fine, amico mio". Il vecchio preside s'era fatto pensieroso. C'erano molte nuvole all'orizzonte di quei due giovani. Una burrasca era molto vicina...

__________________________________________________________________________________

 Note: Ehi, ne ho terminato un altro...che brava! Siamo tornati nel presente, beh mi mancavano un pò di carinerie tra Draco e Mione quindi tutti i fan delle smancerie saranno accontentate! Carini, vero?

Ma dal prossimo, si torna nel futurooo...tono molto alla Cooman!

Ho ritoccato qualche capitolo precedente, correggendo gli errori che avevo fatto qua e là ma mi riservo il diritto di altri piccoli cambiamenti.

Piaciuto Ron? E questo non è niente, vedrete cosa sarà in grado di combinare in futuro....MUAAAHHHH

Che dire: alla prossima!

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Shannara_810