Villa Conchiglia era molto graziosa, o almeno così la definì Sophie non appena la vide.
Sentiva il suono rilassante del mare che si agitava e si abbatteva sugli scogli, e il profumo che riempiva l'aria che respiravano.
Ma subito si rese conto che qualcosa non andava.
Dobby.
Durante la fuga Bellatrix Lestrange aveva scagliato un pugnale contro di loro, e Dobby era stato colpito.
L'elfo si accasciò tra le braccia di Harry potter. "Dobby ha salvato Harry potter"
Quest'ultimo aveva gli occhi lucidi e una lacrima solitaria a solcargli una guancia.
Cercò di confortare l'elfo a voce bassa, di indurlo a resistere con tutte le sue forze ma sapeva che era ormai troppo tardi.
E un attimo dopo gli occhi di Dobby erano due gusci vuoti.
Ci furono attimi interminabili di silenzio, anche mentre seppellirono l'elfo e Sophie capì che doveva aver fatto molto per Harry potter, per tutti loro.
Draco Malfoy mantenne lo sguardo fisso sull'oceano.
Aveva assistito alla morte di quello che era stato il suo elfo domestico da lontano, non voleva rovinare anche quel momento.
E quasi non si accorse di Harry potter che si era seduto accanto a lui sulla sabbia.
"Non dirmi che ti dispiace, mi preoccuperei davvero"
Draco Malfoy si limito a posare distrattamente lo sguardo su Harry potter, senza dire nulla.
"Tu... perché l'hai fatto? perché non hai detto nulla?"
Draco Malfoy sospirò. "Non sempre ciò per cui sei destinato va bene per te. Tu puoi decidere del tuo futuro e non sarà un nome a impedirtelo"
Harry potter sembrò sinceramente sorpreso dalle parole di Draco Malfoy.
Non aveva mai visto il Serpeverde dire cose come quelle.
E per qualche minuto nessuno disse niente, rimasero lì con lo sguardo dritto di fronte a loro.
Grifondoro e Serpeverde.
I due ragazzi che un tempo si odiavano ora erano alleati, uno strano scherzo del destino.
"E Sophie? perché ci tieni tanto a salvarla?", continuò il moro sempre più incuriosito.
Draco Malfoy scosse la testa, trattenendo un sorriso. "E perché mai dovrei dirlo a te, Sfregiato?"
Quest'ultimo sorrise nell'udire il suo vecchio nomignolo attribuitogli dal Serpeverde.
"Non vedo molta gente disposta ad ascoltarti"
Draco Malfoy ci pensò su, poi si voltò verso il Grifondoro.
Lo sguardo lontano anni luce.
"Una volta... quando ero piccolo... c'era un uomo, faceva parte dei Mangiamorte . Lui... lui aveva una figlia e... ed era mia amica.
Facevamo magie, parlavamo, lei sapeva tutto di me e... a un certo punto è sparita, suo padre l'ha trascinata via per... per proteggerla.
E per non farle correre rischi. per tenerla lontana da mio padre e... E probabilmente non avrebbe mai saputo della magia e... e di me.
Ancora non sa di avere dei poteri magici"
Sophie si era fermata ad scoltare i due ragazzi, non appena aveva sentito pronunciare il suo nome dalla voce di Draco.
E rimase sbalordita. Sbalordita da tutto quello che aveva sentito.
Tutto.
"Si, ma... perché correre tutti questi rischi? Venire via con noi e..."
Harry potter si bloccò mentre la consapevolezza si faceva strada nella sua mente.
Sophie si appiattì contro il tronco dell'albero dietro il quale si era nascosta, attendendo la risposta del biondo.
"Tu... per la barba di merlino, tu la ami!", esclamò Harry potter più sconvolto che mai.
Draco Malfoy lo fulminò con lo sguardo, prima di deglutire.
Harry potter continuò a fissarlo, incredulo.
"Non ti credevo capace di provare dei sentimenti"
Sophie deglutì a fatica, mentre il cuore prese a battere incessantemente nel petto, sopraffatta dalle parole e dagli occhi di Draco Malfoy.
"Nemmeno io"
Sophie avrebbe voluto dire qualcosa, ma era troppo sopraffatta.
Il cuore non cessava di battere ed era arrossita fino alle punte dei capelli.
Decise che ci avrebbe pensato dopo, non appena avesse ripreso a respirare.
Entrò a Villa Conchiglia, e si lasciò sprofondare sul divano, senza nemmeno prestare attenzione alla casa.

Sognò un bambino, dai capelli talmente biondi da apparire quasi incolore.
E una bambina che rideva, mentre correva su un prato pieno di fiori colorati.
Il bambino chiuse una mano su quella di lei e la bambina si ritrovò sopraffatta da uno strano calore.
E poi il bambino si dissolse, come per magia e fu come se tutto il calore fosse sparito.

E Sophie aprì gli occhi, riconoscendo il prato come quello di Villa Malfoy.
Mentre il cuore le scoppiava nel petto.
Ora sapeva cosa doveva fare.
Non sapeva cosa le avrebbe riservato il futuro, non era più sicura di nulla.
Sapeva solo che se quella mano si fosse richiusa sulla sua, tutto sarebbe andato bene, sarebbe stata al sicuro.
E sapeva anche a chi apparteneva quella mano.

Apparteneva a un ragazzo con gli occhi più belli che avesse mai potuto immaginare.
Incorniciati dai capelli più chiari che Sophie avesse mai visto.
Il ragazzo che dietro l'aria strafottente ed arrogante, nascondeva il cuore più puro di tutti.
Che l'aveva fatta entrare nel suo mondo, facendole scoprire a quale apparteneva.
Al ragazzo che l'aveva salvata, in più di un occasione.
Che l'aveva salvata, in ogni senso.



FINE
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Mi scuso per eventuali errori grammaticali o di battitura, sono dovuti al fatto che non ho potuto
aggiornare per un po' e poi ho caricato tutti i capitoli insieme, senza riguardarli.

Spero che la storia vi sia piaciuta.
E vi abbia fatti emozionare come me nello scriverla.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito, o solo anche letto questa storia.