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Autore: 24cdg05    18/08/2015    2 recensioni
E si sentiva come un inverno che non avrebbe mai visto la primavera, prigioniera di una dimensione senz'aria e senza voce. Restava solo lo spirito della Rose che era salita sull' Hogwarts Express anni prima. Effettivamente quella bambina paffuta e allegra non sarebbe stata così stupida da innamorarsi di un Malfoy.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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*YOU KNOW I'M NO GOOD.*
Just Tell Me The Reason Why
 
 
 
 
 
Rose si infilò un paio di calzettoni e una felpa sopra alla maglia oversize con cui dormiva e scivolò fuori dal dormitorio silenziosa. Salì nel dormitorio di suo cugino James, avevano lasciato la porta aperta, come al solito. Si infilò dentro alla stanza, il mantello dell'Invisibilità era appoggiato sul suo baule, in mezzo al ciarpame che quel ragazzo non riordinava da sette anni. Prese il mantello e uscì dalla stanza cercando di non fare rumore...Si coprì con il mantello e uscì in corridoio diretta alla Torre di Astronomia sperando di non trovarla occupata... Ma quando mai succedeva qualcosa che aveva sperato? Scorpius Malfoy era appoggiato alla ringhiera e guardava il cielo, gli occhi gonfi e cerchiati di rosso.
 
 
                                                                                ********
 
Qualcosa, forse la lucidità residua nei meandri della sua mente le suggerì di lasciarlo solo, ma qualcos'altro, qualcosa di molto più forte, qualcosa che sapeva di vita, la inchiodó al pavimento, costringendola a restare. Era appoggiato, verso l'interno, ma con la testa rivolta al cielo. Rose si avvicinò provocando un fruscio del mantello, leggermente lungo per lei. La testa di Scorpius scattò verso il punto da cui gli era sembrato di sentir arrivare un fruscio. Rose lo guardò negli occhi e si accorse che stava semplicemente guardando se stessa, che loro erano due facce della stessa medaglia, schiacciati entrambi dalla fama dei genitori, due estremi costretti a sfiorarsi, a comprendere tutto e niente, Grifondoro e Serpeverde, avrebbero potuto lottare allo stesso modo per motivi opposti, veleno e antidoto. Quella notte l'alchol aveva fatto il gioco che avrebbero dovuto fare loro molto prima, alla fine si erano sempre amati e si sarebbero amati sempre, di quella cosa inusuale torbida di due che condividevano la mente e non gli ideali. E quello che cresceva nel ventre di Rose era il risultato di sentimenti sinceri scaturiti da persone abituate a nasconderli, con la forza di qualcosa di represso per anni, che non poteva essere catalogato come un errore. Si era avvicinata ancora, avvolta nel mantello che avevano custodito tutti i primogeniti maschi della famiglia Potter, chi l'aveva per cause più nobili, come Harry e chi meno, come i due James... Ormai sapeva quelle storie a memoria. Mentre lei lo usava per spiare il ragazzo di cui era incinta. Inquietante...
 
"E patetico"
 
Aveva gli occhi chiari, grigi e vitrei, fissava un punto indefinito nel buio cielo che aveva ingoiato le stelle. Aveva circa la stessa espressione che aveva avuto lei per i primi giorni, dopo aver letto il risultato del test. Ma sembrava avere un altro peso, un'altra ombra che offuscava il suo sguardo, di solito freddo, ma limpido. Erano l'uno l'antitesi dell'altro. Lei era stata la leonessa, con il fascino bollente degli impavidi, la bellezza calda dei suoi sorrisi perfetti, dei capelli rossi mossi e del fisico perfetto. Lui era il ghiaccio, freddo e magnifico come tale, con i capelli di una sfumatura di biondo vicina al bianco e gli occhi che variavano da sfumature trasparenti di verdino, fino al grigio e all'azzurro, il fisico scolpito dal Quiddich  e le labbra sempre incurvate in una lieve smorfia di superiorità. Nei suoi occhi c'era qualcosa che velava da sempre la sua esistenza, la sofferenza di chi aveva visto qualcosa che gli uomini non dovrebbero poter mai vedere. La sofferenza di chi aveva visto una madre morirgli davanti agli occhi. Ma in fin dei conti è dalla sofferenza che scaturiscono il fascino e la nobiltà. E noi siamo tutti un po' guardoni. 
 
Rose continuava a fissarlo, sentendosi impotente davanti alla sua bellezza. Non l'aveva mia visto così vulnerabile e perfetto. Guardandolo provava la stessa sensazione che provava prendendo velocità con la scopa, un vuoto alla base della pancia, quasi doloroso, quasi doloroso come comprendere che ne era innamorata. Irrimediabilmente. Ma era un dolore anche dolce, anche piacevole, qualcosa in cui cullarsi, un sentimento impossibile, talmente ingiusto da non poter apparire migliore. Lo amava, più di come aveva mai amato se stessa, più di come avrebbe mai potuto amare qualcun'altro. Magari la serpe e il leone avrebbero potuto ricongiungersi, comportarsi come lo jin e lo jan. Lei era la luce, offuscata dal buio. Offuscata dal suo opposto. Offuscata da lui. E lui era il buio. Rischiarato dalla luce, dal suo contrario, da lei. Lei che era stata la sua unica possibilità di decidere che me valeva ancora la pena, che la purezza e la perfezione esistono. La stessa purezza che lui aveva profanato facendole macchiare quelle lenzuola di sangue,cedendo al suo lato più oscuro e sommergendo anche lei. Ora però era il suo turno, di annegare nella luce. 
 
-Rose, se mi sentissi potrei dirti che ti amo. Cresciamo insieme questo bambino, anche se in fondo siamo bambini anche noi, ma non avrò mai il coraggio di dirtelo. Quindi ti prego, dimmelo tu, tu con il tuo coraggio da Grifondoro, che tra noi due sono io quello che striscia. Per una volta vorrei non essere lo stronzo. E chiederti scusa per tutto questo, ma magari l'unione di noi due potrebbe essere qualcosa di meraviglioso, di meraviglioso come te. Che idiota. Parlo da solo. È questo che vorresti fosse il padre di tuo figlio? 
 
Si scostó bruscamente dandosi ancora dell'idiota per aver detto a voce alta quello che gli girava per la testa, quello che non sarebbe mai riuscito a dirle, sperando che potesse sentirlo, ma non poteva. Lei era distante... E se n'era andato senza sapere quanto lei fosse stata vicina. Legati com'erano da un laccio invisibile. Ti amo Rose. Non sarebbe mai riuscito a dirle la verità. Lui era un infida serpe a cui sarebbe sempre mancato il coraggio di affrontare la vita senza un piano B, ma in quella situazione non c'era un piano B, doveva mettere in gioco tutto anche se non aveva niente. Prima o poi l'avrebbe fatto, per lei si, ma quando? Quando avrebbe avuto un pancione di otto mesi? O magari subito. Un giorno, forse mai. 
                                                                        ********
 
Ti amo Rose. Le risuonavano solo quelle tre parole nella testa. Pronunciate da lui. Gliele aveva estorte slealmente, privandolo del suo momento di solitudine e di sincerità, ma forse questa è una di quelle situazioni in cui il fine giustifica i mezzi. Eppure si sentiva sporca, avrebbe dovuto dirgli la verità, avrebbe dovuto dirgli lei quello che provava. Ma in quel momento le era sembrato impossibile disturbarlo, rivelarsi. Certe volte le sembrava che i ruoli si fossero invertiti, era lei la creatura occulta nell'ombra e lui la purezza di chi ha paura più di se stesso, che degli altri. Avrebbe potuto semplicemente chiedergli di accompagnala a fare l'ecografia, magari sarebbe stata la spinta giusta. Un'inizio... 
 
"Fallo subito o non lo farai mai più."
 
Oddio, di nuovo sua madre. Aiuto, ma la sua sanità mentale era andata completamente a farsi fottere.
 
"Si, a una festa, un po' di tempo fa, da Malfoy."
"Zitta."
 
Cominciò a scendere verso i sotterranei, diretta alla Sala Comune delle serpi, fino a quando non lo vide di spalle sulle scale. Si sfilò il mantello e si avvicinò a lui:
 
-Scorpius...
 
-Weasley, che fai, mi segui?
 
-Stavo solo facendo un giro, comunque ti cercavo, Malfoy.
 
-A cosa devo l'onore?
 
-Domani è mercoledì.
 
-Mi stai dicendo che mi sei venuta a cercare per dirmi che domani è mercoledì?
 
-No, cioè si, dico che domani ho un'ecografia...
 
-Ah... E io, cioè vuoi che venga?
 
-Beh si.
 
-A che ora?
 
-In infermeria alle 7, prima di colazione.
 
-Va bene. Vuoi che venga a prenderti alla Sala Comune?
 
-Okay, grazie... 
 
-Prego, Rose.
 
Si voltò e si dileguò nel buio senza lasciar trasparire la minima emozione da quegli occhi di una sfumatura simile a quella delle nuvole prima della tempesta. Lei era di nuovo sola, ammaliata da quello sguardo indecifrabile... Si avvolse nel mantello e sparì diretta alla sua Sala Comune, cercando di prepararsi al giorno dopo.
 
 
 
 
ANGOLINO AUTRICE:
 
*esce dal suo angolino aspettandosi mazzate per non aver aggiornato*
Scusatemi per questa lunghissima assenza, ma sono stata in Olanda (Amsterdam (: ) ed ero senza wifi, quindi non ho potuto aggiornare... Da adesso cercheró di ricominciare a essere un fulmine, compatibilmente con scuola e danza (4 ore a pomeriggio, ma cercheró di aggiornare comunque spesso) Passando al capitolo. So che non è lunghissimo, ma non mi sembrava una grande idea mettere sia il loro incontro notturno che l'ecografia nello stesso capitolo. Poi hanno due stili un po' diversi visto che questo è un po' più sull'introspettivo l'altro sarà un pochino più divertente. Che ne pensate? Non uccidetemi per il ritardo, e recensite e ditemi cosa pensate di questo capitolo visto che mi sono cimentata In questa cosa un po' diversa, per parlare un po' dei miei Rose e Scorpius. Penso che metterò presto una one-shot sulla loro notte in cui è stato concepito questo cicchino che Of Rose ha nella pancia. Spero che darete un'occhiata. 
Baci
Camilla
 
P.s. Chiedo venia per il ritardo 
 
Ancora baci
Sono sempre io
  
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