Restammo a lungo sul divano. Io stavo sul suo petto e lui faceva passare le dita sul mio collo e sulla spalla, mentre qualche brivido mi scendeva lungo la schiena a causa del contatto. Prendeva tra le dita qualche ciocca dei miei capelli, li arrotolava, ci giocava e li faceva ricadere sulla spalla. Tenevo gli occhi chiusi. Amavo quel suo tocco delicato. Io amavo tutto di lui. E tutto quello che faceva. Eppure, io non sapevo ancora così tanto di lui. Insomma, un momento prima fa tutto l’orsetto Haribo ripieno di panna e fragole ed un momento dopo era un ragazzo violento e strafottente.
Quella sera emanava un familiare odore di alcool, probabilmente Whisky, ma ero troppo stanca per parlarne. Non so neanche dov’era stato. Non volevo saperlo. Volevo solo liberare la mente e stare con lui.
- Voglio fare l’amore con te. – disse ad un tratto Louis.
- LOUIS.- lo ripresi io, sbarrando gli occhi e alzando il viso per guardarlo negli occhi.
- Beh?- fece lui, con un’espressione ancora incredibilmente tranquilla. – Voglio fare l’amore con te. Voglio averti. Cosa c’è di sbagliato?-.
- Voglio fare l’amore con te- ripetè.
- Ma.. io. – arrossì ancora di più.
- Sarò il primo, giusto?- chiese.
- E non vuoi che io sia il primo?- chiese, smettendo di sorridere.
- Ho capito.- sorrise di nuovo. – Non voglio metterti fretta, ovvio. Ma Dio, ho veramente bisogno di te. Di sentirti. Di essere una cosa unica con te. E voglio sentirti gemere il mio nome, al buio, mentre le tue mani mi percorrono la schiena. E voglio sussurrarti quanto ti amo. E quanto, sì, okay, lo ammetto, ho bisogno di te. Ho bisogno di te come non ho mai avuto bisogno di nessuno. Sei stata l’unica, dopo la sua morte, che mi ha fatto rivivere. Va bene? Mi rendi felice, Diana. Fottutamente felice. -.
Mi tirai su per arrivare alla sua altezza con i gomiti e lo abbracciai. Lui avvolse le sue braccia attorno alla mia vita, io attorno al suo collo. Ed iniziai a lacrimare. E, con le lacrime che mi pizzicavano le guance, abbassai il viso e gli baciai le clavicole, accarezzandogli con l’indice la guancia e la mascella. Lo sentii sospirare lievemente, seppure fosse un azione così semplice. Gli sfiorai il collo con le labbra, e lo baciai in qualche punto, andando più su e mordicchiandogli i lobi.
- Diana.- sussurrò lui.
- Ti amo. – gli sussurrai all’orecchio.
- Ti amo. – rispose lui.
Mi staccai subito, e lo senti piagnucolare debolmente. Sorrisi al suo gesto infantile e mi sedetti sul divano, accendendo velocemente la tv e spostandomi il più lontano possibile da lui.
- Non possiamo continuare così. – disse lui, tra lo scherzoso e il serio.
- Cosa non potete continuare?- sentii la voce di mio papà mentre entrava, seguito dagli altri.
- Io.. – iniziai, ma venni interrotta subito da Louis.
- Tua figlia non mi lascia mai guardare i programmi che voglio io.-.
- Uhm. Sai com’è fatta.- rise lui.
- Sì. È irritante.- sospirò Louis.
- Grazie delle belle parole.- sorrisi a Louis.
- Me ne ricorderò quando sarai in carrozzella. Tra qualche anno. –.
- Che acida.- fece lui, ridendo e raggiungendo il bel gruppetto che si era formato in cucina.
- Lou.- lo ripresi io sottovoce.
- Sei bellissima.
- Smettila, ti sentono.
- Ti amo.
Mi staccai subito, andando verso le scale per non gridargli contro di smetterla.
Lo sentii seguirmi.
- Ah, bene, vuoi di più proprio in camera tua.- rise lui, quando arrivammo in corridoio.
- Vaffanculo, Tomlinson.- risi io.
- Mi accompagni?- anche se non lo guardavo in faccia, potevo sentire che stava sorridendo.
- No, vacci da solo.- dissi,appena arrivata alla porta della mia camera.
- Okay, allora cerco un’altra che mi ci accompagni.- ghignò lui.
- Guardami- ordinò sorridendo.
Lui ridacchiò.
- Ho detto di guardarmi, stronza.- ripetè.
- Ah, io sono la stronza, adesso.- dissi, continuando a fissare la porta.
- Ti amo.- sussurrò lui.
- Vaffanculo. – gli sussurrai io.
Mi porto sul letto e, reggendosi con i gomiti, iniziò a baciarmi e passare la mano sulla schiena, sotto la maglietta, mentre io lo attirai più vicino a me mettendo le dita tra i suoi capelli e tirandoli leggermente.
- Ti voglio, stronza.- disse lui sulle mie labbra, prima di iniziare a ribaciarmi, cacciando la sua lingua dentro la mia bocca.
- Prima o poi- sorrisi io, allontanandomi dopo un po’.
- Torna qua.- piagnucolò lui.
- Senti.- disse lui, alzandosi dal letto. – Mh, domani.. sempre che tu voglia, cioè.. ecco.. potremmo uscire.-.
- Certo. – sorrisi io.
- Ohw. Perfetto. – sorrise lui.
Ma non riuscii a dormire. Continuavo a pensare a tutto quello che era successo. E, per quanto era tutto così bello, c’era una domanda che mi assaliva.
Quando Louis disse che voleva fare l’amore con me, disse un qualcosa a proposito di qualcuna che è morta. Ma a chi si riferiva?
Mi promisi di chiederglielo e, alle 3 di notte, mi addormentai.
Alohaa. :3
Allora, sì, sono ancora viva. Incredibile, ma vero. Eee boh, avevo voglia di scrivere, mi ricordai del sito e, dopo una lista di insulti a me stessa per non aver continuato la ff, decisi di aggiornare dopo mesi. Faccio schifo, lo so. Mi odiate, lo so. Devo bruciare, lo so. SKSTM.
Anyways, spero vi piaccia questo capitolo e che siate ancora vive (immagina, puoi). Ciàà.