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Autore: Tia Weasley    19/08/2015    1 recensioni
Esattamente, mai! Non vi dovete neanche azzardare a pensarlo. Se mai vi capiterà di incontrarne una, vi do un consiglio: svignatevela. All'apparenza potrebbe sembrare una normalissima ragazza, viziata dalla famiglia agiata, ma la verità è un'altra. Come stimolo vi basti sapere che, chi invece si è lasciato trasportare dalle dicerie, ha sofferto una bella doccia fredda un pò troppo tardi, ormai era fatta. Ti ritroveresti perseguitato dal rimorso, dalla rabbia, dalla vergogna, dalla paura e, ovviamente, dall'unica persona con una tale memoria da ricordarsi di continuare la sua dolce tortura: Penelope Nott. Purtroppo anche la ragazza aveva commesso l'errore di sottovalutare qualcuno, qualcuno che non si lasciava ingannare dal suo aspetto ammaliante, che non permetteva di farsi scalfire dalle sue minacce, che non si lasciava suggestionare dal reciproco disprezzo, qualcuno che porta il cognome Weasley.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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23 Novembre 1993
 

Gli anni trascorsero, il tempo passò. Il carattere di Fred, George e Penelope si formò, prese il proprio aspetto, ricalcandone gli argini. I gemelli avevano già cominciato a dare molti problemi ad insegnati e studenti, con i loro scherzi e burle. Erano cresciuti, naturalmente, facevano parte della squadra di Quiddich di Grifondoro, a cui cominciavano a tenere di più in confronto alla carriera scolastica. Si erano fatti alti e robusti, l'onnipresente ghigno aveva assunto un'inclinazione di malvagio divertimento. Passavano la maggior parte del tempo a bighellonare insieme ai compagni di casata, divertendosi come non mai. Sembravano del tutto ignari di trovarsi a scuola se non durante le lezioni che passavano a sbuffare e facendo qualche sonnellino. Ancora indistinguibili da tutti se non qualche caro amico, e da Penelope naturalmente.

 

La ragazza si era alzata e aveva perso il volto infantile, aveva cominciato ad essere osservata. I capelli non più corti come un tempo erano sempre legati in una disordina coda di cavallo che non riusciva a catturare i ciuffi più corti, gli occhiali segregati in un cassetto nella sua stanza. Aveva mantenuto la piega studiosa del suo carattere rafforzandola fino a diventare la migliore di quasi ogni corso. Quell'anno era stata nominata Prefetto, non che la cosa abbia sconvolto qualcuno, se l'aspettavano tutti in famiglia. Le piaceva passare il tempo libero leggendo solitaria nel parco della scuola, ma questo accadeva raramente, poiché era diventata una specie di faro nella sua casata. Si era costruita una reputazione: era autoritaria, intelligente, orgogliosa. Raramente qualcuno osava infastidirla senza pensare alle conseguenze. Manteneva il prestigio della sua famiglia comportandosi da degna purosangue.


 

Penelope era desiderata come amicizia e, ad essere sinceri, anche come qualcosa di più. Erano pochi però i veri amici che si era fatta ma a lei andavano più che bene. Riuscire a trovare tra i Serpeverde qualcuno con le sue stesse idee era difficile. Nonostante ciò, lei c'era riuscita. Matthew Towler era il primo che aveva conosciuto, fortunatamente seduto accanto a lei durante la prima sera ad Hogwarts. Fu il ragazzino a scoprire Penelope, data la timidezza di quest'ultima che, se non fosse stato per lui, non avrebbe spiccicato parola per tutta la serata. Matt era un ragazzo biondo con dolci occhi marroni, alto, mingherlino e con un impertinente naso all'insù. Era fin troppo ligio alle regole e sarcastico al punto giusto. Era un mezzosangue, cosa non molto accetta nella casa in cui era stato smistato. Ma Penelope era riuscita a mettere a tacere gran parte delle voci, anche da parte dei più grandi, in solo un paio di giorni; assurdo cosa riuscisse a fare solamente undicenne. A quanto pare Matt aveva una sorella minore solo da parte della madre babbana, che ora viveva a New York. Lui invece trascorreva l'estate a casa del padre nella periferia di Londra, sembrava un tipo simpatico da quanto aveva detto.


 

Poi c'era Katherine Lockwood, furba e altezzosa come non mai. Sempre appartenente alla casata di Serpeverde, Penelope ci aveva messo un po' ad entrare in confidenza con lei, tanto si mescolava a tutte le altre ragazze che vivevano nel suo dormitorio. Aveva lunghi boccoli castani, sempre tenuti in perfetto ordine, due occhi verdi come smeraldi che parevano brillare sulla sua carnagione caffellatte. Era una ragazza di media altezza, brava in quasi tutti gli sport ma restia nel praticarli. I suoi genitori erano entrambi maghi e la madre aveva un ruolo importante al Ministero, luogo in cui aveva conosciuto Anthony Nott. Penelope era venuta a conoscenza dell'amicizia tra i genitori solo dopo molto tempo dall'inizio del rapporto con Katherine.


 

In fine c'era Gwen Carlyle, Corvonero. Una ragazza minuta e delicata, con lo sguardo ceruleo più innocente che avesse mai visto. Peccato stonasse con il carattere della ragazza. Penelope passava gran parte del tempo con lei in biblioteca. Essendo entrambe molto competitive si divertivano con piccole sfide di logica o anche nella semplice carriera scolastica che, con umiliazione della Corvonero, vinceva quasi sempre Penelope.


 

I suoi amici erano intoccabili, come sapeva bene la gran parte degli alunni: se non volevi essere perseguitato da Penelope Nott per il resto della tua vita scolastica, era meglio non procurarle noie, poteva essere tremendamente vendicativa.


 

Molte cose cambiarono a Hogwarts che, dall'arrivo del famoso Harry Potter, sembrava esserci un nuovo pericolo mortale ogni anno. Durante il terzo anno di Penelope l'ex insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure si era rivelato nascondere e aiutare Lord Voldemort, l'anno successivo era stato liberato un serpente ammazza mezzosangue che girava per le tubature e ora, durante il loro quinto anno, un pazzo assassino era tornato in circolazione dopo essere scappato dalla prigione magica di massima sicurezza. Un bel pasticcio.


 

Naturalmente anche i dissapori tra i gemelli Weasley e la primogenita Nott negli anni ad Hogwarts si erano tramutati: se prima si trattava di una questione meramente personale ora era divenuto qualcosa di più. Si trattava dell'orgoglio per la propria casa che li contrapponeva in due schieramenti rivali: Grifondoro e Serpeverde. Gli scontri fra i tre, al posto di estinguersi, si erano semplicemente spostati su un altro piano: ora non era più necessario farsi sgambetti a vicenda e pronunciare battutine imbarazzanti, potevano tranquillamente schiantarsi tra loro! Si era passati ad enormi litigi e sfuriate tra i corridoi e le aule, complice la rabbia per l'ultimo scherzo andato a segno da entrambe le parti. Il solo sentir pronunciare il nome dell'altro li faceva imbestialire. Ormai era diventato un fatto quotidiano e fin troppo frequente.


 

Non si possono dimenticare le sedie incollate al didietro dei Weasley ne, tanto meno, la pelle ricoperta da bubboni della Nott. Pareva che i due fratelli si divertissero a testare su di lei ogni cosa gli passasse per la testa e la ragazza rispondeva per le rime. C'era però un fatto molto importante che li distingueva: Penelope era scaltra. I Grifondoro, troppo intenti nel creare il piano perfetto, dimenticavano l'astuzia della futura vittima, ricadendo loro stessi nelle proprie trappole. Nell'insieme era una situazione divertente, almeno per chi stava a guardare.


 

L'iniziale antipatia si era modellata e plasmata in un sentimento molto vicino all'odio, ma che effettivamente odio non era. Non intendo dire che i ragazzi sopra citati confondessero quel sentimento duro e ambiguo con uno più piacevole e armonioso, nel tentativo di nasconderlo perché, purtroppo, non era così; purché a volte Amore ed Odio combacino, non era quello il caso. Semplicemente non si può odiare una persona, a mio parere. Si può provare antipatia, disgusto, ma non odio. L'Odio è un sentimento profondo e sincero, ma così fortemente negativo che non porta mai nulla di buono.


 

Nella maggior parte dei casi sono altre emozioni che vengono confuse con l'Odio, o che portano a suscitarlo: disprezzo, rabbia, disperazione, vendetta, discordia e potrei continuare. Ma nessun individuo sano di mente o momentaneamente calmo potrebbe affermare di odiare qualcuno. Fin tanto che la stessa Penelope era d'accordo con le mie idee, tranne che per una cosa della quale parleremo in seguito.


 

Va bene, chiudiamo la parentesi prima che degeneri in "Riflessioni alla Albus Silente" e riprendiamo il filo della storia. Naturalmente questa antipatia reciproca non aveva potuto fare altro che estendersi agli amici di entrambe le parti, che a volte si univano ai dibattiti. La faida non faceva altro che aumentare l'astio tra le due casate per eccellenza nemiche. I Serpeverde, naturalmente, li prendevano come esempio. Era ovvio che fosse così, insomma, Penelope Nott, la Serpeverde per antonomasia, non poteva non avere un conflitto personale con qualche Grifondoro.


 

Successe quel martedì mattina. Al terminare di due pesanti ore di Pozioni. Il professor Piton, deluso dal fatto che i suoi studenti Grifondoro fossero ancora stranamente felici, si inventò un innovativo modo per abbassare di molto il loro stato d'animo.


 

-Durante queste ultime ore di pratica,- Cominciò il professore. -ho notato, con mio grande dispiacere, che nessuno ha avuto successi nello studio della mia materia. Non è così signor Jordan?- Piton si avvicinò al suo calderone che emanava un tenue bagliore bluastro.


 

-Le pare forse che questa sia una Pozione Occhiopallato*? Probabilmente se solo una goccia ne venisse a contatto con il suo apparato digerente avrebbe lo stesso risultato se si buttasse dalla Torre di Astronomia. Naturalmente, per quanto sia tentato di farglielo provare...


 

-Ma professore, non sono l'unico che non è riuscito a....


 

-Silenzio!- Lo interruppe Piton. -Un punto in meno a Grifondoro.


 

-Non è giusto.- Borbottò Angelina.


 

-Un altro punto in meno a Grifondoro. Johnson, se deve dire qualcosa me la dica in faccia. Non creda che il semplice fatto di andare bene nella mia materia la salvi.


 

-O 'per il semplice fatto' di non appartenere a Serpeverde, per fortuna aggiungerei.- Si intromise Fred. Gli studenti sussultarono, raramente qualcuno attaccava così ravvicinatamente l'ambiguo professore di pozioni. Ma per Fred aveva superato il limite, basta con questa assurda discriminazione! Penelope già si pregustava la sfuriata del suo insegnante.


 

-Cinque punti in meno a Grifondoro, la prossima volta saranno dieci.- Li ammonì il professore, con la viscida calma che lo caratterizzava. -Signor Weasley, mi stavo appunto domandando per quale strana ragione si stesse ancora comportando bene. E, se lei lo vuole sapere, i suoi compagni della casata di Serpeverde hanno un ottimo andamento nella mia materia, al contrario suo. E noto anche che non si sta nemmeno impegnando a migliorare.- Disse il professore indicando il suo calderone che pareva contenere minestrone bollito.


 

-Ma se il calderone di Flitt** è esploso.- Ricordò George. La Nott intanto se la rideva sotto i baffi, lanciò un sorrisetto compiaciuto al ragazzo vestito rosso oro poco distante da lei, che le rispose alzando gli occhi al cielo.


 

-E così fanno altri dieci punti in meno a Grifondoro e, per la sgradevole esistenza dei signori Wealsey qui presenti, voi quattro a cui piace tanto parlare finirete in punizione.- Piton si diresse alla cattedra con un leggero sorrisetto per la pacata approvazione dei Serpevedre, mentre i Grifondoro borbottavano il loro disprezzo per lo scorretto insegnante di pozioni.


 

Penelope se ne stava seduta al suo posto, con un sorriso divertito stampato in volto. Osservò il suo pentolone contenente una pozione Occhiopallato perfetta, per Salazar quanto erano idioti quei Grifondoro. Katherine le diede una gomitata facendo una risata sguainata. -Scommetterei cinque zellini che la fa assaggiare a qualcuno.- Le sussurrò all'orecchio. La Nott soffocò una risata.


 

-Oh, e giusto per farvi capire inutilmente l'importanza della mia lezione, signor Jordan, le do fino al termine dell'ora, a cui mancano poco meno di dieci minuti, per sistemare la sua poltiglia. In seguito, non mi interessa se sarà o meno commestibile, la porterò in infermeria. Ho saputo che c'è stato un incidente questa mattina, durante una lezione di volo per gli studenti di primo anno appartenenti a Grifondoro. Madama Chips aspetta proprio questa pozione per risvegliare il malcapitato.- Raramente si vedeva Severus Piton sorridere, ma quella fu sicuramente un'eccezione. Al solo pensiero di infliggere un'altra umiliazione alla casata da lui più odiata gli si riempiva l'anima di un triste e malinconico conforto. Al contrario, quell'affermazione preoccupò Penelope. Le avrebbe fatto molto, ma davvero molto piacere, se a bere quell'obbrobrio fosse stata la Spinnet, Jordan o la Johnson, o meglio ancora uno di quegli insopportabili Weasley, ma al pensiero che quell'idiota avrebbe fatto del male a qualcuno....


 

-E se vedo una sola toga appartenente alla casata di Grifondoro avvicinarsi al signor Jonson, i punti sottratti saranno cinquanta.- Con questo il professore chiuse il discorso, mentre la classe in rigoroso silenzio cominciò a prepararsi. Lee sembrava sul punto di urlare mentre gettava cose a caso nel suo calderone. Naturalmente ricavava sempre tempo per lanciare occhiate di astio al professor Piton.


 

La Nott non poteva stare li a guardare. -Jordan?- Sussurrò Penelope allungandosi. Fortunatamente per lei era seduto al banco davanti.


 

-Che cosa stai facendo?- Le chiese a bassa voce Kathe.


 

-Non voglio che per colpa sua qualcuno ci lasci le penne.- Rispose risoluta.


 

-Penny ma che cosa ti salta per la tes...


 

-Jordan!


 

-Che c'è?!


 

-Silenzio!


 

Dopo qualche secondo Penelope riprese parola. -Jordan...


 

-Nott, per un volta potresti evitare di dare fastidio!? Sono già messo abbastanza male senza che tu ti intrometti.- Sbuffò Lee al limite della speranza.


 

-Ti voglio solo aiutare.- Tentò di nuovo la Serpeverde.

-Certo, come no.- Il ragazzo riprese a mescolare la sua pozione mentre aggiungeva altri ingredienti al calderone. La Serpeverde si trattenne dal fare una smorfia contrariata.

 

-Smettila, la stai peggiorando!


 

-E a te cosa interessa Nott?


 

-Vorrei evitare che uccidessi qualcuno per la tua poca bravura in pozioni.- Continuò imperterrita la ragazza mentre cominciava a riordinare i suoi oggetti.



 

-No, grazie!- Rispose secco Lee. 

 

Penelope sbuffò. -Non lo capisci che non ti faccio un torto? Sei già spacciato, ti stai solo ingarbugliando di più con le tue stesse mani e i tuoi amici non ti possono aiutare, anche se dubito che siano capaci di farlo. Io non voglio che qualcuno si faccia male per una vendetta di un professore, ti sto offrendo una mano sincera.


 

Lee lanciò uno sguardo incerto alla ragazza seduta accanto a Penelope, che stava osservando in silenzio. -Ah, non guardare me! L'idea è sua, io non voglio responsabilità.- Disse Katherine.


 

-D'accordo. Dimmi cosa devo fare. Ma sappi che non ti ringrazierò per questo.- A Penelope andava più che bene. Una volta finita la lezione la pozione aveva assunto il pieno significato del termine e lei era seduta al suo posto, pronta ad alzarsi e avviarsi alla prossima lezione.


 

-Bene potete andare, tutti tranne voi quattro...- Disse il professore allo scoccare dell'ora. Davanti a Penelope la Spinnet parve restia a lasciare la stanza, ma oltrepassò lo stesso il limitare dell'aula. -...e lei, signorina Nott.- 


 

Penelope raggelò al suono del suo nome. Pensò che probabilmente il professore si fosse sbagliato, insomma, era la più brava del corso e, detto in circostanze che comprendevano Piton, la adorava. Nonostante ciò, si fermò davanti alla porta e tornò in dietro a testa alta, raggiungendo i Grifondoro che stavano confabulando davanti alla cattedra.


 

-Allora...- Iniziò il professore una volta che la ragazza ebbe raggiunto gli altri. -Vi aspetto nel mio ufficio questa sera alle nove, e sarà lo stesso per i prossimi tre giorni. Sono arrivati i nuovi ingredienti e voi mi aiuterete a catalogarli.- Concluse.


 

-Ma non basterebbe un semplice incantesimo per farlo?- Domandò Fred.


 

-La sua esuberanza mi infastidisce signor Weasley. Ora scusatemi, ma devo portare questa ampolla in infermeria.- Disse il professore riferendosi al campione di pozione che aveva in mano. -Potete andare.


 

-Ma non può farlo veramente! C'è in ballo la vita di un undicenne, senza offesa Lee.- Disse Angelina, alla cui l'amico rispose con un'alzata di spalle.


 

-Professore, scusi se mi intrometto...- Cominciò Penelope, i gemelli sbuffarono. -Ma perché devo partecipare anche io? Non ho fatto niente.


 

-Nott, niente è esattamente ciò che avrebbe dovuto fare, ma che effettivamente, non ha fatto.- Le rispose Piton avviandosi alla porta. -E si dia il caso, Johnson, che questa pozione sia perfetta proprio per l'intervento della qui presente signorina Nott.- Detto questo il professore uscì dall'aula, nel mentre alcuni alunni di terzo anno di Tassorosso e Serpeverde entravano.


 

-Non...- Iniziò George.


 

-Ci...- Continuò Fred.


 

-Credo!- Terminarono insieme, Penelope alzò gli occhi al cielo. Avrebbero dovuto fare gli attori, che scena ragazzi! 


 

-Lee! Che cosa hai fatto?!- Esclamò invece Angelina, facendo pietrificare alcuni ragazzini di Tassorosso seduti ai primi banchi.


 

-Niente di male, questo è sicuro.


 

-Niente di male?!- Urlò Fred.


 

-Ma ti è andato di volta il cervello? Farti aiutare dalla Nott... sei impazzito o cosa? Probabilmente avvelenerà quel povero ragazzino.- Gemette George.


 

Penelope diede un leggero colpo di tosse. -Si, sono ancora qui.


 

-Lo sappiamo, ci stai rendendo solo più difficile ignorarti.- Proruppe Angelina.


 

-Ebbene, non sono qui per farvi un favore, anche se effettivamente uno ve ne ho fatto.


 

-Noi di sicuro non lo abbiamo chiesto!- Esclamò George.


 

-Non mi sarei aspettata mai il contrario, siete troppo pieni di se per ammettere di avere bisogno d'aiuto. Comunque tra tutte le cose che vi mancano, l'educazione ad esempio...


 

-Sicuramente tu non ti devi lamentare della nostra educazione, visto e accertato come ti comporti.


 

-Qui sei tu quello che mi ha interrotto mentre stavo parlando.- Ed è così che Penelope riuscì a zittire George Weasley, il quale le lanciò un'occhiata ricolma di disprezzo.


 

-Stavo dicendo... ero sicura che le orecchie le aveste. Piton ha appena affermato la perfezione del liquido contenuto in quell'ampolla, inoltre l'unica a rimetterci qui sono io, perché mi devo subire quattro giorni di punizioni insieme a voi... quindi se volete continuare a cincischiare su fatti inutili fate pure ma io preferirei non arrivare in ritardo alla prossima lezione.- La ragazza si sistemò meglio la sua borsa a tracolla continuando a rivolgersi a loro. -Ne riparleremo quando il vostro amichetto si risveglierà in perfette condizioni e, come già detto con Jordan, potete non ringraziarmi, anche se dovreste.- Detto ciò concluse avviandosi alla porta, fermandosi giusto un istante per scompigliare i capelli al fratellino seduto in fondo all'aula.


 

-Per Salazar se l'adoro.- Esclamò un ragazzo appartenente ai Serpeverde appena Penelope fu uscita.


 

-Stai parlando di mia sorella Draco!


 

-Insomma, zitti voi due!- Esclamò Fred irritato. Come potesse una ragazza essere tanto insopportabile non lo sapeva. 


 

-Fossi in te parlerei meno e ascolterei di più Weasley, o forse mamma e papà non hanno potuto pagare qualcuno per insegnartelo? Dato che non ne sono capaci neanche loro.- Disse Draco.


 

-Malfoy, sarà meglio per te...


 

-George, ignoralo.- Lo fermò Lee, poiché l'amico si stava avvicinando pericolosamente al Malfoy.


 

-Sapete,- Riprese parola Draco. -forse Penelope ha ragione. Non avete neanche le orecchie.- Concluse posizionandosi due dita dietro un lobo, in ascolto. Nella stanza si fece silenzio e si udì il rimbombo dei passi del professore di Pozioni che attraversava i sotterranei. Un attimo dopo Piton era sull'uscio dell'aula.


 

-Che cosa ci fate ancora qui? Fuori!- E con ciò i Grifondoro si allontanarono velocemente dai sotterranei.

 

*****

 

Ore 21:07


 

Penelope arrivò di corsa all'ufficio del professor Piton. Sull'uscio si fermò di colpo, prese un paio di respiri profondi per calmare il fiatone, e bussò.


 

-Avanti.- Disse la voce di Severus Piton. La ragazza entrò e si chiuse la porta alle spalle. -E' in ritardo.- La informò.


 

-Lo so, sono mortificata. Mi scusi professore.- Penelope si avvicinò alla scrivania, accostandosi ai Grifondoro, che si lanciarono un'occhiata.


 

-Ma come..? Noi siamo arrivati con un minuto di...


 

-Silenzio!- Piton interruppe Lee. -Signorina Nott, avevo appena finito di spiegare ai suoi compagni qui presenti cosa fare. Tornerò tra due ore e sarà meglio per voi di aver finito. Le spiegheranno loro cosa fare. E un'altra cosa... qui le bacchette.- Così con riluttanza, gli studenti gli consegnarono le proprie bacchette. L'insegnante, in seguito, uscì dall'aula. "Fantastico!" Pensò Penelope.


 

La Serpeverde li guardò interrogativa. -Allora?


 

-Allora... cosa?- Fece la finta tonta Angelina sorridendole.


 

-Siete pregati di dirmi cosa dobbiamo fare.- Le rispose con sguardo severo.


 

-Lo sai che niente ti è dovuto, vero Nott? Saresti potuta arrivare prima.- Disse stufo Fred. Penelope notò che stava facendo avanti e indietro da uno scatolone, alla scrivania, all'enorme scaffalatura che circondava la stanza. Avrebbe voluto rispondere: "Va bene, non c'è problema, ho capito da sola." Ma perché non far fare il lavoro a loro?


 

-D'accordo.- La ragazza si sedette sulla sedia dietro la scrivania, accavallò le gambe con eleganza e cominciò ad osservarsi le unghie. I Grifondoro pian piano si fermarono per guadarla.


 

-Fiorellino, per quanto possano essere belle le tue mani, sei pregata di impegnarle.- La richiamò Fred.


 

-Certo che sei un controsenso vivente!- Disse con calma Penelope sedendosi composta. -Come credete che possa aiutarvi se non mi dite cosa fare? Naturalmente non escludo l'ipotesi di aver capito da sola però... mi piacerebbe sentirlo dire da voi.


 

Angelina e Lee fecero un verso molto simile ad un ringhio poi, con avversione, George cominciò a spiegare. La Serpeverde lo zittì quasi subito, cominciando a muoversi lasciando sfuggire un mugugno di disapprovazione dal ragazzo.


 

I Grifondoro impiegarono la noia parlando tra di loro, ignorando totalmente Penelope che lavorava in silenzio. Passarono il tempo prendendo ampolle da uno scatolone, appuntandone nome, utilizzo e locazione su una pergamena per poi sistemarle nel luogo descritto.


 

Ad un certo punto, all'avvicinarsi dell'ora di scadenza, l'argomento dei Grifondoro passò al tempo aggiuntivo di punizione che avrebbero dovuto fare per essere arrivati in ritardo, con annessa l'indignazione per l'esclusione della Serpeverde che, in confronto a loro, aveva sforato di brutto.


 

George le si avvicinò. -Come mai sei arrivata in ritardo Nott?- Chiese. "Per amor di Salazar! Un'altra decina di minuti a ciarlare con gli altri no? Perché rompermi i boccini? Non ho la minima voglia di litigare." Pensò Penelope.


 

-Non sono affari tuoi.- Rispose dura la ragazza, continuando a lavorare.


 

-Dai Nott! Noi siamo stati addirittura puniti, cosa avrai tanto da nascondere?- Domandò malizioso George. 

 

Penelope alzò lo sguardo stanco verso di lui. -Come ho già detto: non sono affari tuoi. Ora puoi tornare da quelli lì, non ho voglia di ripetermi, tanto meno di litigare.


 

-C'è ancora di mezzo Higgs, eh? Oppure ti sei già stufata di quelli di ultimo anno?- Le chiese con disinvoltura ignorando l'ultimo commento di Penelope, la quale lo stava incenerendo con lo sguardo. -Sai sono bravo in affari di cuore...- Continuò come a motivare le sue parole.

 

Penelope lo osservò attentamente con quei suoi occhi di una particolare sfumatura di grigio, ricordavano le nuvole temporalesche; belli ma minacciosi, come se stesse studiando il miglior modo per metterlo al tappeto. -Bravo in affari di cuore?- Chiese con calma. -Se lo sei per davvero avresti dovuto capire che non è il motivo del mio ritardo.- Continuò con voce altera.

 

-Non c'è bisogno di scaldarsi tanto...- Constatò il Grifondoro, leggermente compiaciuto. 


 

-Si invece. Questi non sono affari tuoi, non devi azzardarti a giudicare Weasley.- Sibilò, poi fece un sorriso derisorio. -Giusto! Come se non l'avessi mai fatto, no? Continuiamo a dar fastidio alla Nott che ci divertiamo tanto!- Esclamò. Questo piccolo scatto di rabbia aveva attirato l'attenzione degli altri ragazzi presenti nella stanza.


 

-Che succede qui?- Si fece avanti Angelina con fare accusatorio, guardando Penelope.


 

-La solita storia... ci detesta.- Rispose sorridendo George, poi si rivolse a Penelope. -Fortuna che non volevi litigare.


 

-Tra tutte le sfuriate che mi avete fatto fare, mi piacerebbe passare il turno per questa sera, grazie.


 

-Quindi siamo noi?- Chiese divertito Fred.


 

-Ovviamente, sempre in mezzo. Come credete che qualcuno possa stare tranquillo con voi tra i piedi?! E' impossibile.


 

-Pareri personali Nott.- Intervenne Lee, per poi allontanarsi insieme agli amici e riprendere a lavorare.


 

-Non ci credo che dovrò passare altre tre serate con loro...- Pensò ad alta voce la ragazza.

-La prendo come un'offesa personale.- La Nott fece un piccolo salto di lato. Non si era accorta che George fosse rimasto dietro di lei, sorprendendola. -Ti ho davvero spaventata?- Chiese divertito.

 

-...Stai sempre tra i piedi.- Sbuffò Penelope andando verso lo scatolone, il ragazzo la seguì. -Che hai da guardare?- Chiese notando lo sguardo del rosso puntato su di lei.


 

-Ti si sono sbiancati i capelli.- Penelope tentò di osservarsi la coda in cui erano intrappolati i suoi capelli che, effettivamente, sfumavano dal nero, al grigio, al bianco.


 

-Per Merlino! Dopo tanti anni ancora non riesco ad evitarlo.- Scosse la testa e i suoi capelli tornarono al color pece originale. Osservò George di sottecchi che pareva stupito. 


 

-Ma... come... ?


 

Penelope si aspettava una reazione del genere. -Non mi spavento spesso, ancora non so governarlo bene.- Spiegò sbrigativa.


 

-Vuoi dire che ogni volta che ti spaventi ti capita? Me lo terrò a conto.- George sorrise mentre prendeva un porta fiale dallo scatolone. 


 

La tensione stava sfumando e mantenere quel discorso aperto risultò facile ad entrambi. -Si, ma non solo quando mi spavento. Per esempio sono riuscita a controllare la tinta rossa per la rabbia. Con tutte le volte che tu e tuo fratello mi avete portato al limite della sopportazione... quindi diciamo che vi dovrei ringraziare.- Penelope mise un'ampolla su uno scaffale.


 

-Quindi puoi cambiare colore ai capelli con la mente? Come fai? Voglio riuscirci anche io!- Esclamò George.


 

-Ma smettila, non si può acquisire. Sono una metamorfomaga, l'ho ereditato dalla famiglia di mamma a quanto so.- Penelope fece spallucce, al contrario di George che la guardava sempre più sbigottito. La situazione si stava facendo strana, quei due non avevano avuto una conversazione tranquilla da... mai!


 

-Wow! Ma non è una cosa rarissima? Io sarei elettrizzato nel possederla.


 

-Bè, allora abbiamo idee diverse al riguardo. In famiglia è come un'orribile malattia incurabile: il mio sangue è malato. 

 

-Quindi puoi cambiare aspetto?- Chiese il ragazzo ignorando l'ultimo commento di Penelope. "Duro di comprendonio, eh?" Pensò la ragazza. Si fermò per inchiodare il suo sguardo al suo. Fece cambiare il colore degli occhi dal grigio, al verde, al marrone, al viola.


 

-E' una cosa pazzesca!- Esclamò George. La ragazza sorrise divertita, sembrava un bambino piccolo davanti alla sua prima magia. Poi scosse la testa: era un Weasley, il Weasley che la detestava e che lei detestava. Anche se, a guardarlo in quel momento, non pareva odiarla tanto.


 

-George, che stai facendo? Perché non ti sento urlare?- Lo richiamò il fratello.


 

-Probabilmente perché quando vuole sa essere una persona civile.- Lo rimbeccò Penelope, rendendosi conto dopo di ciò che aveva detto.


 

-Guarda, guarda. George, non sapevo che riuscissi ad ammaestrare i serpenti.- Disse stupito Fred.


 

-Serpente a chi, Weasley?- Domandò minacciosa Penelope che lo guardò con occhi rossi. Fred rimase interdetto come anche gli altri Grifondoro. Furono interrotti dall'arrivo di Piton che posizionò le loro bacchette sulla scrivania.


 

-Signorina Nott può andare. Domani qui alla stessa ora e non sarò altrettanto clemente per un ritardo. Può dormire la notte.- Così dicendo si sedette alla scrivania.


 

-Ma guarda un po'.- Commentò Lee. -La Nott che arriva in ritardo per sonnecchiare non me...


 

-Silenzio!- Lo zittì l'insegnante nel mentre la ragazza recuperava la sua bacchetta e si accingeva all'uscita.


 

-Divertitevi.- Salutò malignamente i Grifondoro mostrando il suo ghigno in special modo a Fred. Sarà stata anche un serpente, ma quest'ultimo sa bene come cavarsela con i leoni.






 

*La pozione Occhiopallato o Risvegliante previene il sonno, fa rinvenire da sedazione e commozione celebrale.

**Flitt dovrebbe essere nello stesso anno di Oliver Baston, ma mi serve che sia negli stessi corsi di Penelope quindi è di due anni più piccolo.

  
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