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Autore: LadyZoro    31/01/2009    3 recensioni
Un racconto che vede come protagonisti Sakura, Sasuke, Naruto e due sorelle Hikari e Yume. La storia non segue la vera vicenda dell'anime. I ninja, ormai cresciuti, si rincontrano per una missione nella quale dovranno far valere tutte le loro conoscenze tecniche e pratiche. Amicizia, amore e lotta sono i temi principali della storia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Gli saltò al collo abbracciandolo, piangendo dalla gioia e quasi urlando lo ringraziò un’infinità di volte.
“Ehi! Piano Sakura, non esagerare!” esclamò ridendo Sasuke. Yume si limitò a guardare la scena, serena anche lei, estremamente contenta che tra i due non ci fossero odio e rancore.

La mattina successiva il sole brillava nel cielo, il gruppo di ninja e delle due sorelle era appena poco distante da Kiri, ma non c’era nemmeno una nuvola che minacciava il bel tempo. Ten Ten si svegliò e notò che ormai tutti si erano alzati e stavano preparando gli zaini per riprendere il cammino. Si mise a guardarli uno a uno: sembrava che dalla sera precedente, quando si era addormentata, tutto fosse cambiato. Neji, Rock Lee e Hinata se ne stavano per conto loro, chissà per quale strano motivo; Sasuke stava aiutando Yume a piegare i sacchi a pelo ridendo con la ragazzine; Naruto invece stava letteralmente scappando da Hikari, inseguita a sua volta da Sakura.
“Naruto-kun! Ridammi la mia colazione!” urlava la diciassettenne dagl’occhi blu.
“Hikari! Ridammi la mia spazzola!” gridava Sakura, infatti la ragazzina aveva preso il suo oggetto cercando di picchiare Naruto che ancora aveva la bocca piena e un pezzo di pane tra le mani.
“Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Sasuke! Mister Sopracciglia! Neji! Aiutatemi!” cercava salvezza il Jinchuuriki.
Ten Ten si alzò e corse veloce verso Hinata.
“Ma cos’è successo?” domandò la ragazza esperta d’armi.
“Non chiederlo a me. Sono così strani. Sembra che mentre noi stavamo riposando, loro siano…cambiati.” rispose in un qualche modo Hinata.
“Certo che sono strani.” concluse Ten Ten.
“Ahia! Toglietevi subito!” urlò Naruto che si ritrovò disteso a terra, senza nessuna possibilità di movimento. Hikari e Sakura erano distese sopra di lui. La ragazza dai corti capelli dorati era riuscita a bloccare il ninja saltandogli addosso, lo stesso aveva fatto la ventenne verso Hikari.
“N-non respiro!” Naruto cercò di scivolare via, ma proprio non riusciva in nessun modo.
“Con questo intendi che siamo grasse?” domandò minacciosa Sakura, preparando un pugno ricco di chakra, mentre Hikari teneva alta la spazzola dell’amica, pronta a colpire il ragazzo sotto di loro.
“Mi arrendo, dettabayo!” gridò disperato Naruto.
“Il solito burlone…” commentò Neji poco più in là, sistemandosi lo zaino sulle spalle.
“Almeno…157...ora sono tutti…158, 159...felici, non trovi? 160...161...”
“Rock Lee, la vuoi smettere? Non fai altro che fare quelle flessioni ogni santo giorno!” gli urlò Ten Ten, mentre Hinata si mise a ridere vedendo le scene dei suoi amici. Osservò Sakura e finalmente la vide sorridere realmente, allegra come non lo era mai stata prima.
La sposa si avvicinò alla ragazza e le sussurrò: “Sono felice che ci sia anche tu in squadra con me, grazie per avermi sostenuta ieri, davanti a Shikamaru-kun!”
“Sakura-chan, non d-devi ringraziarmi, l-lo avresti fatto anche tu al m-mio posto, n-no?”
“Certo Hinata, a proposito, non serve che mi chiami con dei suffissi, ormai siamo amiche! Per te sarò semplicemente Sakura!”
“C-certo!”

“Sono felice che tu ora sia felice, Sakura. Ma lo sono ancor di più di essere tua amica.” disse Hinata in un sussurro, cingendosi le mani e guardando dolcemente la ragazza dai capelli rosa, che rideva spensierata insieme a Hikari e Naruto.

“Sasuke-kun, secondo te io e mia sorella verremmo accettate nel vostro villaggio? In fin dei conti siamo le figlie di Deidara.” chiese preoccupata Yume, seduta in parte al ragazzo moro, appoggiata allo stesso albero della sera precedente.
“Shikamaru-san vi accetterà con molto piacere, è anche grazie a voi che siamo riusciti a salvare Naruto.” le rispose lui.
“Grazie a noi, che cosa abbiamo fatto?”
“Ci avete tenuti in vita.” disse Sasuke con voce dolce appoggiando un braccio sulle spalle della quindicenne, abbracciandole il collo e lei trasalì, oltre ad arrossire.
“T-tenuti i-in vita?” ripeté la giovane.
“Sì, piccola Yume.” Sasuke ebbe all’improvviso un capogiro e si lasciò scivolare verso sinistra, cadendo a terra.
“Sasuke-kun!”
“Y-yume, chiama Sakura, s-sbrigati…” sussurrò il ragazzo moro ormai disteso a terra. Yume preoccupata più che mai corse dalla ventenne urlando il suo nome a squarciagola. Sakura, che stava ancora ridendo serena, si voltò di scatto là dove Yume la stava chiamando, in corsa verso di lei.
“Che cosa succede, Yume?” domandò preoccupata anch’ella la sorella maggiore.
“Sasuke-kun! È… S-sta…sta male! Sakura, mi ha detto di chiamarti, v-vieni…” la quindicenne prese per un braccio Sakura che si lasciò trascinare fino al corpo immobile di Sasuke steso a terra. Lei si mise in ginocchio a fianco a lui e iniziò a guardarlo da capo a piedi con molta attenzione ad ogni minimo particolare.
“Che cosa gli è successo, Yume?” domandò la ninja medico.
“Io non lo so, è caduto all’improvviso mentre parlavamo!”
Sakura mise entrambe le mani sul petto di quello che fino alla sera prima era suo marito e ascoltò a lungo il battito del cuore. “È regolare!” constatò nella sua mente. Tolse il coprifronte di Konoha dal viso del ragazzo disteso a terra e gli mise una mano sopra gli occhi. Le mani della ragazza dai capelli rosa emanarono un potente chakra verde che avvolse l’intero corpo di Sasuke. Dopodichè si alzò in piedi soddisfatta.
“Sasuke!” chiamò Naruto che si mise in ginocchio in parte a lui. Sakura prese per mano Hikari e Yume e le accompagnò lontane dai due ragazzi.
“M-ma non posso lasciare Sasuke-kun!” esclamò imbronciata la sorella più piccola.
“Yume non fare la bambina: lasciali soli per un po’!” la rimproverò Hikari, mentre Sasuke apriva piano piano gli occhi e loro tre raggiunsero il gruppo di Ten Ten, Rock Lee, Neji e Hinata.
“Come sta Sasuke-kun?” chiese curioso Neji.
“Non ha niente di grave, è solo molto stanco dal combattimento con Kakashi-sensei.” rispeso Sakura.

Naruto aiutò l’amico a mettersi seduto, con la schiena appoggiata all’albero.
“Sasuke, come ti senti? Mi hai fatto preoccupare…”
“N-naruto? Sei tu?” domandò il ragazzo moro socchiudendo gli occhi, ancora con la testa che gli girava.
“E chi dovrei essere altrimenti?” cercò di ironizzare il biondino “Comunque volevo chiederti scusa se in questi anni vi ho fatto preoccupare, ma volevo chiederti scusa ancor di più per…ecco…per Sakura-chan!”
Rimasero in silenzio per qualche istante, Sasuke seduto con le gambe dritte a terra, mentre Naruto in parte a lui con le gambe incrociate e la faccia sorretta dalle braccia che poggiavano sulle sue cosce. Sasuke alzò lo sguardo al cielo e si perse in quell’azzurro dello stesso colore degli occhi del suo amico.
“Chi l’avrebbe mai immaginato, eh, Naruto?” Sasuke ritornò silenzioso e il Jinchuuriki non pronunciò alcuna parola, si limitò solo ad alzare anche lui lo sguardo proprio come l’amico.
“Intendo dire, che io fossi cambiato così tanto.” concluse la frase Sasuke.
“Ma tu non sei cambiato.” rispose a tono il figlio del quarto Hokage “Sei sempre lo stesso, Sasuke, solo che ora dici quello che pensi e sei più sincero con te stesso e soprattutto libero dal desiderio di vendicarti…”
“…e di ucciderti.”
“Be’, questo è il minimo!” ironizzò nuovamente il biondino. Entrambi abbassarono lo sguardo, si fissarono per alcuni istanti e si misero a ridere.
“Io invece non avrei mai immaginato che tu sposassi Sakura. In fin dei conti non le hai mai dimostrato nessun sentimento di vero amore.” azzardò Naruto.
Sasuke ritornò con lo sguardo perso nel nulla e rispose all’amico: “Hai ragione. Quando tu eri scomparso, Sakura era sempre depressa, ogni giorno era triste e qualche volta scoppiava a piangere in pubblico, solo perché gli ritornavi in mente. Io non riuscivo a sopportare quella situazione e ho voluto chiedere in moglie Sakura per cercare di sollevarle il morale, non tanto per amore, più per affetto se devo essere sincero, ma come hai potuto notare, non ci sono riuscito perché lei non riusciva a togliersi la tua immagine dalla testa. Sakura ti ha confessato tutto quanto?”
Naruto divenne viola tutt’a un tratto e abbassò immediatamente lo sguardo. “Be’, in un certo senso…”
“S-sakura-chan…” sussurrò Naruto, vedendo un pochi dei suoi sogni avverarsi.
“Naruto-kun, mi sono resa conto di quanto io fossi legata a te, solo quando tu non c’eri. Sei sempre stato nella mia mente, nei miei pensieri, nei miei sogni e nei miei desideri. Ora posso dirlo con certezza, Naruto-kun… - Io ti amo” disse poi al biondino che sgranò gli occhi e subito dopo addolcì lo sguardo e il sorriso. Naruto si avvicinò a lei e la ragazza dai lunghi capelli rosa fece altrettanto.

Sasuke sorrise appena, guardando l’amico così imbarazzato e gli domandò: “Speravi che accadesse tutto questo da molto tempo, non è così?”
Naruto divenne ancora più rosso e si limitò ad annuire, vergognandosi di se stesso.
“E per di più vedo che neanche a Hikari-chan sei tanto differente!” scherzò il ragazzo moro.
“Senti chi parla, Sasuke!” fece il finto offeso Naruto. Ma questa volta anche Sasuke arrossì.
“Non ci posso credere. Ora non fai più il duro, eh?” osservò il biondino, ammiccando all’amico. Sasuke gli tirò un pugno in testa, facendolo letteralmente sprofondare nella terra.
“Ehi! Ma sei impazzito?!” urlò Naruto rialzandosi in fretta da terra tutto dolorante.
“No, sono solo felice di aver ritrovato un pivello.”
Naruto gli sorrise e tornò a sedersi affianco a lui. "Sasuke, Naruto!" urlarono in coro gli altri componenti del gruppo. "Se vi siete riposati abbastanza, sarebbe ora di partite!"
"Torniamo a casa." sussurrò Sakura. Guardò uno a uno i suoi amici. "Torno a casa e questa volta non permetterò a nessuno di portarmi via le miei uniche ragioni di vita. Proteggerò coloro a cui voglio bene e nessuno potrà mai separarmi da loro, a costo della mia vita. Ecco qual'era il mio destino: continuare a combattere, a lottare e a sperare affinché potessi salvare coloro che amo. Questo è il destino di chi non perde mai la speranza!"
  
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