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Autore: Pendragon    20/08/2015    5 recensioni
[ Storia Interattiva | Iscrizioni chiuse | 10 posti liberi ]
Il destino è deciso da tre donne che, rintanate in un luogo inaccessibile agli uomini, tessono il filo della vita e lo recidono quando stabiliscono che ormai è troppo lungo. Il loro controllo garantisce equilibrio e giustizia, poiché le Parche sono donne imparziali e ponderate.
Ma se un giorno il filo dovesse sparire?
♦♢♦
«Hermes!» esclamò Chirone. «Aspettavo il tuo arrivo. Che notizie mi porti?»
Rosalee sentì il dio sospirare. «Non buone, Chirone. Non buone.»
«Ovvero?»
«Avrai senz’altro notato, Chirone, che gli ultimi avvenimenti nel mondo sono stati un po’ strani: gli dèi del vento sono come impazziti e gli altri dèi si rifiutano di comunicare con voi.» rispose Hermes. Rosalee guardò Robin e annuì, mordendosi il labbro.
«Senza dubbio. Vorrei sapere a cosa è dovuto.» disse Chirone.
«Il filo, mio vecchio amico.» rispose il messaggero. «Il filo è perduto.»
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Dei Minori, Gli Dèi, Semidei Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il filo perduto
 
♣ The wind is howling 



Phoebe Hills
 


Philotes aveva condotto i ragazzi fuori da casa sua, dove con enorme sorpresa trovarono dei meravigliosi pegasi che mangiucchiavano l'erbetta che cresceva serenamente nel cortile davanti a casa del dio. 
Nonostante Phoebe gli avesse visti numerose volte al Campo Mezzosangue non riusciva ancora a capacitarsi della bellezza di quegli straordinari cavalli alati.
La figlia di Demetra sentì qualcuno mormorare "questi prima non c'erano" e la sua espressione di sorpresa cedette il passo ad un sorrisetto divertito. Si avvicinò ad un pegaso bianco con una macchietta color terriccio sul muso e con cautela portò la mano sul capo dell'animale, accarezzandolo con delicatissima dolcezza. Il pegaso nitrì e spinse la testa contro il palmo della ragazza, desideroso di più coccole.
«Ti piacciono le coccole?» sussurrò Phoebe sorridendo. Alle sue spalle udì la voce di Philotes e, sebbene non lo vedesse, era sicura che il dio stesse sorridendo.
«Le devi piacere davvero tanto, Phoebe, in genere non è così affettuosa. Vero, Aurora?» Phoebe si voltò, trovando i suoi compagni ancora fermi sull'uscio. Aurora, la sua nuova amica alata, nitrì in assenso per ciò che il dio dell'affetto aveva detto e ritornò a nutrirsi con quello che la terra offriva. Il dio incitò gli altri a seguire l'esempio della figlia di Demetra e, dopo essersi guardati per un attimo, avanzarono verso i pegasi, scegliendo il proprio compagno di viaggio, offrendo loro frammenti dei biscotti preparati dal dio dell'affetto e coccole. Phoebe si accorse dell'andatura incerta di Rosalee, che era anche rimasta più indietro rispetto agli altri mangiucchiando nervosamente un biscotto. 
«Lee?» la chiamò la figlia di Demetra. Le puntò lo sguardo addosso con un'espressione interrogativa. «Tutto bene?» indagò.
Rosalee sorrise nervosamente ed annuì, indicando poi i pegasi con un cenno della testa. «Um... dovremo volare?» chiese la figlia di Persefone. Phoebe disse di sì e poi, rendendosi conto di cosa avesse l'amica, sgranò gli occhi. «Hai paura di volare?» 
«Non amo stare a certe altezze.» confessò la castana grattandosi il naso e avvicinandosi ad un pegaso nero con le zampe bianche. Phoebe la raggiunse e, sorridendole rassicurante, le mise una mano sulla spalla.
«Coraggio, non c’è nulla di cui devi preoccuparti.» la rassicurò la figlia di Demetra.
Alec passò accanto a loro, facendo una smorfia contrariata. «Potresti cadere nel vuoto e, se ti va bene, finire in mare ed annegare, venendo poi divorata dagli squali.» dal punto di vista di una persona che non conosceva Alec Baldwin questa sua pessimistica uscita poteva essere presa come un semplice modo di scherzare ma loro che lo conoscevano sapevano che era più che serio. Phoebe scoccò al figlio di Hermes un’occhiata molto eloquente che servì a far sorridere con aria di scuse il ragazzo e poi riportò la sua attenzione su Rosalee. «Non dargli retta, Rosalee.»
«Già. Annegherai e basta, non credo ci siano squali pronti a sbranarti in questa zona.» intervenne Neal sorridendo allegro. Phoebe offrì a Neal la stessa occhiataccia che aveva rivolto ad Alec prima, scuotendo il capo e accennando ad un sorriso. La figlia di Persefone rise e cominciò a regalare una serie di innocui pugni sul braccio dell’amico, ricambiati con un tenero abbraccio.
La figlia di Demetra guardò i suoi compagni, notando che alcuni erano già saliti sui loro pegasi e rendendosi conto che all’appello mancava una semidea. Cercò Jasmine con lo sguardo, trovandola poi un po’ in disparte a discutere a bassa voce con suo padre. Phoebe non aveva mai visto la figlia di Philotes così seria come in quel momento, anzi… non aveva mai visto Jasmine seria e ciò la portò a chiedersi di cosa stessero parlando e cosa Jasmine stesse stringendo in mano e osservando con fare confuso. I due si abbracciarono e la ragazza andò incontro al gruppo, sorridendo allegra prima di montare sul pegaso e annunciare a gran voce: «Le cascate del Niagara ci aspettano!»
 
♦ ♦ ♦
 
Nessuno dei semidei parlava tanto durante il tragitto, persi com’erano nei loro pensieri, se non per chiedere “siamo arrivati?” o tra quanto ci sarebbe stata la pausa pipì, domanda che finiva poi nella classica discussione “dovevi andarci prima” “ma prima non mi scappava”, dopo di che ritornava il silenzio. Un silenzio ricco di tensione e pensieri, un silenzio talmente assordante che Phoebe avrebbe venduto l’anima pur di non sentirlo e riuscire a sostituirlo con delle semplici chiacchiere di qualsivoglia tipo.
Robin annunciò l’orario, ad un certo punto, e Zoey assicurò che, dopo tre ore di viaggio stando ai calcoli di Phoebe, mancava circa un quarto d’ora prima che arrivassero alle cascate del Niagara. Dopo quell’informazione la figlia di Demetra sentì Jasmine ridacchiare e, di conseguenza, si voltò a guardarla, chiedendole spiegazioni.
«No, nulla, è solo che…» disse sorridendo, passandosi una mano su un occhio. «Ieri ho fatto uno scherzo alla mia amica Niagara… ci è cascata.» la figlia di Philotes scoppiò a ridere da sola, mentre gli altri lanciavano occhiate a lei per poi lanciarsele fra di loro, increduli per lo squallore che albergava in quella ragazza. Phoebe si appuntò di non chiedere mai nulla a Jasmine se la vedeva ridacchiare. Mai.
«Jazz io ti voglio bene, lo sai, ma dovresti cucirti la bocca a volte.» disse Rosalee scuotendo la testa. Phoebe notò che era più pallida del solito a causa delle vertigini ed era visibilmente molto tesa mentre cercava di non guardare in basso per nessuna ragione al mondo.
Jasmine fece un mezzo sorriso.  «Dovresti cucirtela tu dato che sei ad un passo dal vomitare. Non vorrei che innaffiassi i passanti a metri e metri e metri e-» Rosalee sbiancò ulteriormente, irrigidendosi di più e facendo scoppiare a ridere la figlia di Philotes. Phoebe udì la figlia di Persefone imprecare contro l’amica in greco antico e scoppiò a ridere, seguita a ruota da Jasmine.
«Vi siete resi conto di una cosa?» chiese Alec di punto in bianco.
«Cosa?» chiese curiosa Annalise.
«Siamo in viaggio da tre ore e la cosa peggiore che ci sia capitata è stata la battutaccia di Jasmine.» fece notare il figlio di Hermes. Phoebe sorrise all’indirizzo di Alec, sentendo poi un “oh no” sussurrato da Logan e Neal.
Il ragazzo si accigliò e si voltò verso i due amici. «Che c’è?» non appena terminò di porre questa domanda il cielo venne ricoperto da uno strato di nuvole che presero prepotentemente posizione davanti al sole, ostacolando il percorso dei suoi raggi verso i semidei. I pegasi si fermarono, iniziando ad agitarsi rischiando di disarcionare i semidei. Subito dopo si alzò un vento forte che si infranse contro di loro con violenza, costringendoli a tenersi forte agli animali che, agitati com’erano, di certo non aiutavano. Phoebe giurò di aver sentito una risata quando il vento iniziò ad alzarsi, una risata che metteva i brividi.
Se ascoltava attentamente poteva sentire delle parole ma non essendo riuscita a sentirle tutte non riusciva a darne un senso, non riusciva a capire che frase dovessero formare.  
«C'è che gli dei non aspettano altro che sentire frasi del genere per mandarcene una pessima!» spiegò Annalise alzando la voce per riuscire a farsi sentire oltre il potente ruggito del vento che sembrava voler distruggere i timpani ai semidei. 
Quando Aurora si imbizzarrì di nuovo Phoebe quasi rischiò di cadere ma, fortunatamente, riuscì a tenersi saldamente al collo del pegaso. «Ragazzi! dobbiamo scendere!» gridò sperando di essere sentita da tutti. «Se continuiamo a volare moriremo!» aggiunse per spronarli ad ordinare ai pegasi di iniziare la discesa per sfuggire ad una probabile morte. Comandò al suo pegaso di scendere e in quell'esatto istante il vento divenne più intenso, rendendo tutto ancor più  complicato. I pegasi iniziarono a scendere, sforzandosi di contrastare la forza del vento che con ferocia spingeva i semidei e i loro destrieri  verso l'alto, da una parte all'altra. Alla figlia di Demetra bruciavano gli occhi a causa dell'aria che s'infrangeva sul suo viso, mentre lacrime provocate dal fastidio le scorrevano sul viso. 
Phoebe alzò lo sguardo per controllare la situazione di alcuni dei suoi amici rimasti indietro. Successe tutto con orribile velocità: il vento colpì con forza Anja e il suo pegaso, spingendo la ragazza giù dall'animale. Qualcuno urlò mentre il cuore di Phoebe perse un battito e, senza nemmeno pensarci, indirizzò il pegaso verso la figlia di Efesto, spingendolo a volare verso di lei alla velocità massima che poteva raggiungere. Non era sicura di riuscire a salvarla ma non poteva certo esitare. 
Anja era vicinissima a Phoebe che allungò decisa il braccio, pregando di riuscire ad afferrare la ragazza. La mano di Phoebe si strinse intorno al braccio di Anja proprio mentre le passò vicino, riuscendo a tenerla appesa. Ringraziò chiunque l'avesse assistita e con un grande sforzo la sollevò sul suo pegaso, sperando di non perdere l'equilibrio. La figlia di Efesto si strinse forte alla ragazza che, a sua volta, si strinse forte al pegaso ordinandogli di scendere velocemente. Strinse forte gli occhi durante la discesa, riaprendoli solo quando percepì che il pegaso era arrivato a terra e stava continuando a galoppare sul terreno. Vide anche gli altri arrivare a terra, cercando di tranquillizzare i pegasi.
Phoebe si asciugò gli occhi con il dorso della mano, dando poi uno sguardo ad Anja che continuava a stringersi spaventata a lei.
Prima che potesse parlare con la figlia di Efesto nell'aria si alzò una voce.
Se il vento non ha portato via i bugiardi, i bugiardi verranno portati via da me.
Era la stessa voce che pronunciava quelle parole sconnesse nel vento e che le aveva dato i brividi.
«Che accidenti è stato?» chiese scioccata Rosalee. Di certo questo avvenimento non aveva migliorato la sua paura delle altezze.
Sean si sistemò i capelli con espressione contrariata, lanciando uno sguardo di traverso al cielo limpido, non più macchiato da quelle grandi nuvole portatrici di vento.  «Gli dei che si divertono a complicarci la vita.» disse, rafforzando il suo fastidio con un sonoro sbuffo. A Phoebe non scappò l’occhiata sospettosa che Rosalee rivolse al figlio di Eris prima di voltarsi a guardare Alphard e Anja, per comunicare una muta informazione con gli occhi. La figlia di Demetra sapeva benissimo che Rosalee non si fidava affatto del ragazzo e rimase sorpresa quando l’amica si limitò a distogliere lo sguardo invece di ribattere come aveva fatto precedentemente. 
Zoey si guardò intorno, rivolgendosi poi a tutti. «Sarà meglio andare, non manca molto.» comunicò, per poi lanciare un ennesimo sguardo dietro di lei. «Non mi piace qui, mi sento osservata.»
Anche Phoebe aveva la sensazione che qualcuno si stesse divertendo a seguirli e spiarli ma non riusciva a cogliere nulla di sospetto in giro. Si disse che probabilmente era solo sconvolta a causa della turbolenza riscontrata ed era un po’ in soggezione a causa di quella voce. Sì, doveva essere così.
Galopparono velocemente verso le cascate, lanciando ogni tanto sguardi al cielo per controllare che le nubi non tornassero a infastidirli e tendendo l’orecchio ben teso per udire ogni possibile bisbiglio.
Non ci misero molto ad arrivare, fortunatamente, e quando si trovarono davanti a quella meraviglia della natura rimasero a bocca aperta. Enormi quantità d’acqua raggiungevano uno spuntone di roccia per poi cadere con eleganza verso quella specie di lago, creando spuma e donando schizzi ai turisti che le stavano osservando protetti saggiamente da degli impermeabili. Phoebe scese dal pegaso, avvicinandosi di più a quel famosissimo spettacolo.
«Questo si che è uno spettacolo meraviglioso.» asserì Phoebe, invidiando quegli ignari turisti che scattavano foto e si divertivano senza sapere che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di terribile e, per loro, inspiegabile.
Phoebe sentì Logan lamentarsi. «No, questa è cattiveria.» affermò convinto, confondendo Phoebe.
«Trattienila, Logan.» lo ammonì Annalise incrociando le braccia al petto. I semidei ridacchiarono per un momento, ritornando poi seri quasi immediatamente.
«Lì.» disse Robin indicando una cascata. «Dobbiamo andare lì.»
Phoebe storse la bocca. «Come ci arriviamo, esattamente?» domandò.
Zoey suggerì la cosa più ovvia, ovvero i pegasi, ma agli animali non piacque l’idea, dato che nitrirono nervosamente ed indietreggiarono. Bene, niente pegasi.
Intervenne John e Phoebe non avrebbe saputo dire se la sua idea fosse la seconda più logica o immensamente stupida. «Be’, ci tocca fare un bel tuffo, suppongo.» da lì iniziò un dibattito su quanto pericolosa fosse la sua idea, sui vari motivi per cui non avrebbe dovuto nemmeno proporla, ma alla fine la figlia di Demetra attirò l’attenzione di tutti.
«La trovo anche io un’idea stupida, credetemi,» iniziò. «ma che altro possiamo fare?»
Ci furono borbottii di dissenso fino a che Neal non esordì con «Non aspettavo altro che mostrarvi le mie doti da tuffatore.» scherzò scendendo dal suo destriero. Fu seguito dagli altri semidei che, sperando di essere nascosti dalla foschia, si avvicinarono alle protezioni, scavalcandole con grande insicurezza. Era veramente alto e Phoebe guardò Neal stringere la mano di Rosalee che sembrava sul punto di svenire. Robin contò fino a tre, buttandosi poi verso l’acqua agitata con gli altri al seguito. Mentre Phoebe cadeva udì nuovamente quella voce.
Bene, semidei. Adesso si gioca.
 


Pendragon's Notes

Heeey! What’s up you guys? Pendragon is here 
Il vostro procione preferito è tornato!
lasciate perdere, tutta colpa di Pocahontas.
Anyhow, i nostri semidei sono partiti finalmente verso le cascate del Niagara dove, chi l’avrebbe mai detto, la sfiga ritorna a perseguitarli. Ah, brutto tempaccio!
Credo che ormai tutti abbiate capito chi è la personcina che si è stabilita nelle cascate #antisgamolevelover90000 in realtà doveva scoprirsi a tutti gli effetti in questo capitolo e doveva esserci un’altra parte ma capitemi, ho la febbre e non avevo la forza di scriverlo ;__;
Buh, io vi ringrazio davvero dal profondo del mio cuore per tutte le belle parole che mi lasciate! Siete dolcissimi e mi fate sentire sempre più ispirata :3
Come al solito spero che questo capitolo vi sia piaciuto e v’invito a farmi sapere le vostre impressioni tramite recensione ♥
Mi scuso per gli errori che mi sono sicuramente scappati ma betare in queste condizioni non è il massimo, ew.
Ora scappo, non ho altro da dire credo
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Baci,

 
Pendragon  
 
  
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