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Autore: TheBeatles1991    21/08/2015    0 recensioni
[La carta ha detto: Successo]
'Quando qualcuno mi chiede: -Perché vuoi diventare famosa?
Io rispondo: -Non lo so...forse perché sono matta.
E lo penso davvero. A questo mondo non ti lasciano essere matta a meno che tu non sia in televisione, al cinema, sui giornali.
Allora non sei piú matta, sei fantastica.'
Questa è la storia di Eva Baylor, una ragazza che ha un sogno: diventare una star, ed é convinta di avere tutte le doti necessarie per sfondare.
Certo uno stupido musical scolastico (per di piú diretto dal soporifero professor Courtney) non sembra davvero l'occasione giusta per un debutto in grande stile...ma secondo i tarocchi potrebbe rivelarsi l'inizio di una carriera sfolgorante...
Genere: Comico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando torno a casa le strade sono deserte. Immagino sia perché è la sera prima della vigilia di Natale – la vigilia della vigilia, come la chiamo io. Tutti in casa, tutti rintanati con le famiglie, che si preparano per il grande giorno. Le uniche persone in giro sono quelle che cercano di vendere qualche sparuto alberello di Natale e un paio di vagabondi che chiedono l’elemosina. Uno mi grida: – Ciao bellezza, ti avanza qualche spicciolo?
– Averne! – grido in risposta.
Passo davanti a negozi con vetrine ricoperte di neve spray, Babbi Natale di cartone, agrifogli di plastica…Tutto, di questo stupido periodo dell’anno, è falso.
E parlando di falsità, ragazzi! Le mie migliori amiche: saranno anche fantastiche, a volte, ma riescono anche a essere le persone più irritanti di questa terra.
E se dicono che non diventerai famosa?
Tanto lo sappiamo quello che vuoi chiedere.
Io le ho lette: perché tu no?

Mi metto gli auricolari e mi sparo in testa musica a tutto volume. E’ il solo modo per zittire le voci. Mentre ascolto immagino che siano le mie canzoni, che mi stia caricando per uno strepitoso spettacolo davanti a milioni di fan urlanti.
In ascensore provo qualche passo. Mi piacciono così tanto che continuo a ballare anche mentre apro la porta d’ingresso. Appoggio Tat sul pavimento e la faccio uscire. Spalanca gli occhi alla mia danza, poi zampetta via altezzosa. Non è certo un’adulatrice, devo riconoscerlo.
Continuo a ballare lungo il corridoio…e sbatto contro mio fratello Mark che sta uscendo dal bagno. Accidenti. Imbarazzo totale.
C’è chi farebbe il carino, chi addirittura si metterebbe a ballare con te, non vi pare? Mark no. Ha solo due anni più di me, ma è come se ne avesse cinquanta. Dovreste vedere la sua stanza. Non c’è una sola cosa fuori posto. Letto rifatto, vestiti appesi nell’armadio, libri in ordine alfabetico, non sia mai!
E’ una di quelle persone che a scuola prende i voti più alti ma al limite del ritardo mentale quando si tratta della vita. Io lo chiamo TU. “Ciao, tu.” “Cosa fai, tu?” Quello che Mark non sa è che Tu è il mio codice segreto per Terminale Umanoide.
Adesso mi sta fissando come se fossi uno scassinatore, chiedendosi se deve chiamare la polizia.
Cosa che mi fa subito superare l’imbarazzo e girare i cosiddetti.
Gli dico: – Ehi, tu. Cosa fai fuori dalla tua stanza? Guarda che ti prendi i pidocchi, o qualcos’altro. – Sollevo un braccio. – Toh guarda, ce n’è qui uno che sta saltando via.
Sospira. – Nessun pidocchio che si rispetti si sognerebbe di stare addosso a te.
– Preferisco essere sporca che lo Sfigato Tossico ma Pulito – ribatto acida.
– Bene, è una buona cosa, no? – dice lui lentamente, come se fossi cerebrolesa.
Mi guardo intorno. A casa di Anna c’è l’albero addobbato con sotto pile di regali, alle finestre festoni di lucine colorate, e la cucina è piena di biscotti e dolci di Natale. A casa nostra l’albero è ancora nella sua scatola, nel ripostiglio. Nel nostro frigorifero, vaschette di take-away cinese stantio e gazzosa dietetica. So per certo che la mamma non ha ancora incartato i regali, infatti li trovo nel suo armadio, ancora nei sacchetti dei negozi.
– Comunque, dove sono tutti? – chiedo.
– Non lo so – risponde Mark. – Magari al lavoro? Sai, no, per pagare le bollette…
Questa è una frecciata a me. Mark fa sempre quello che sa come va il mondo e mi tratta come la parassita che se ne frega. Prima Anna e Syd, adesso Mark. E’ chiaro che l’universo ha indetto la “Giornata delle mazzate a Eva”. A dire il vero, in questa casa ogni giorno è così. Una delle ragioni per cui non vedo l’ora di andarmene.
Forse avrei dovuto leggere le carte.
Tatiana incede lungo il corridoio. Passa vicino a Mark, la coda che guizza sprezzante. Ha capito perfettamente una cosa: Mark è un deficiente totale.
Alla sua vista, mio fratello di appiattisce contro il muro. Odia i gatti.
– Guarda che non ti fa niente – lo sfotto. – A meno che tu non dia fastidio, a lei o a me. – Mark scivola rasente la parete fino alla sua stanza, poi sbatte la porta. Io vado nella direzione opposta fino alla mia, e tengo la porta aperta per Tatiana.
Se volete una prova che non condivido neanche un pezzettino di DNA con gli altri membri della mia famiglia, basta guardare le nostre stanze. Quelle di Mark e dei miei genitori sono ordinatissime. La mia sembra sia stata appena devastata da un uragano. Ma a me piace il caos. Si adatta alla mia natura.

 

 

   
 
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