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Autore: CharlieBb    01/02/2009    1 recensioni
-Che c'è di così divertente?- domandò Matt, quello presente, con una smorfia interrogativa sul volto. Zacky lo guardò e continuò a ridere per un po', fino a che non tentò di rimanere serio, per quanto gli fosse possibile.
-Matt e Matt!- esclamò, -M&M! Come le caramelle!-
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Avenged Sevenfold
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: M&M's
Fandom: Real People/ Avenged Sevenfold- Altri (ossia Bullet For My Valentine, i miei "nuovi" amori)
Autrice: blaise_sl_tr07
Beta Reader: Will91
Raiting: giallo
Avvertimenti: slash, niente di troppo esplicito.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono; ciò che scrivo non è a scopo di lucro e nessuno dei fatti che intendo proporre è vero.
Note: ogni genere di commento o critica (purchè costruttiva) è sempre gradito. Un ringraziamento in anticipo a tutti, in particolare alla mia meravigliosa beta Will91, perchè senza di lei sarei persa; e alla mia sakura_kinomoto, senza il quale entusiasmo non potrei ormai più vivere. Grazie, ragazze.



M&M's


-Matt guardò con un sorriso la folla sotto di lui. C'era tanta gente, una cosa che mai si sarebbe aspettato. Ballavano, cantavano, urlavano.
Sorrise ai suoi compagni e strinse di più il microfono tra le dita, riprendendo a cantare.
-Nothing hurts my world, just affects the ones around me. When sin's deep in my blood, you'll be the one to fall-
Seppe che lui era lì prima ancora di voltarsi. Lo sentì, il pizzico di quegli occhi azzurri che vagavano su di lui.
E li incontrò.
Il suo verde si spalancò in quell'azzurro chiaro e limpido, e in quel momento capì.
Era come se i suoi occhi gli stessero parlando, e gli stessero rivelando la verità. E capì che lui lo aveva capito, chissà, forse già da un pezzo.
Gli riservò un piccolo cenno del capo mentre le sue labbra si schiudevano automaticamente in un sorriso che provvide subito a nascondere.
Non andava bene, non andava bene per niente. Dopotutto, poteva essere solo una sua impressione, tutto frutto della sua immaginazione. La cosa strana era... tutto, in realtà. Era strano come i loro occhi si attraessero e si incontrassero in ogni momento possibile. Era strano come si fossero punzecchiati dal primo momento, come quel loro battibeccare riempisse quelle giornate di stress e concerti al TOC. Come dopo un'intera giornata di duro lavoro si ritrovasse nel suo bus a pensare a ciò che gliel'aveva resa migliore. Quegli occhi, quella voce.
Le parole gli uscivano dalle labbra senza intaccare il suo cervello, mentre i suoi pensieri godevano di vita propria.
Non sentì lo scorrere del tempo, non sentì quasi nemmeno i cambi di canzone. Tutto procedeva liscio, scorreva davanti ai suoi occhi mentre lui continuava a pensare.
Chissà, forse avrebbe avuto fortuna. Forse, ma proprio forse, quella sensazione di sconvolgimento delle interiora non era l'unico a provarla. O forse, forse stava solo sognando a occhi aperti, e non sarebbe stata nemmeno la prima volta.

*
-Allora, o mi dici che cazzo ti prende o ti prendo a pugni-. Syn. Caro, vecchio adorabile Gates. Gentile e comprensivo quanto un cobra.
Zack e Johnny erano usciti a fare un giro, probabilmente al tour bus dei Bullet, mentre Jimmy era chiuso nella sua cuccetta e si riposava un po'. Ne aveva bisogno, ne avevano tutti bisogno. Quel tour li stancava, li distruggeva giorno dopo giorno; certo, era una cosa stupenda stare lì e cantare su quel palco, ma lo stress era alle stelle.
Per di più, ognuno sentiva la mancanza dei propri cari. A ognuno di loro mancava la propria famiglia, a ognuno di loro mancava la propria ragazza.
Tranne che a lui. Lui che Val l'aveva lasciata già un bel po' di tempo prima. Lui che aveva capito troppo tardi che le ragazze non erano proprio il suo genere.
-Matt, o parli o ti tiro una sedia-
-Calmo, Bri, non ho nulla-. Matt sospirò, fregando una sigaretta dal pacco dell'amico e accendendola. Brian spalancò gli occhi, incredulo.
-Tu ti accendi una sigaretta- esclamò, -e io dovrei credere che sia tutto a posto?! Ma dico, per chi mi hai preso? Per un idiota?-. Matt scosse la testa espirando il fumo da bocca e narici. Dannazione. A ogni cosa.
-Matthew Charles Sanders- continuò Brian, -non osare scuotere la testa a quel modo! E soprattutto, non osare cercare di prendermi in giro!-
Dannazione, dannazione a Brian. Dannazione a lui, perchè sapeva sempre cosa gli passava per la testa. Dannazione a lui, perchè era il migliore amico che si potesse avere, e perchè come tale non ti lasciava mai solo nemmeno un istante. Dannazione a lui, perchè tentava di aiutarti con tutte le sue forze. Dannazione a lui, perchè in fondo era l'unica cosa di cui aveva bisogno anche se non voleva ammetterlo.
-Cazzo, Bri- sospirò Matt voltandosi a guardarlo, -io... non lo so, credo...-
-Ti sei preso una sbandata-. Non era una domanda, solo un'affermazione. Brian lo sapeva, lo conosceva anche meglio di quanto lui conoscesse sè stesso.
-Sono solo uno stupido...-. Matt scosse di nuovo la testa e spense la sigaretta ormai finita nel posacenere. Si voltò a guardare Brian che, stranamente, sorrideva.
-Che hai da ridere?- domandò, un po' scazzato. Lui aveva problemi e quello scemo se la rideva. Brian intanto prese il cellulare dalla tasca e compose un numero.
-E adesso chi chiami, dannazione?!-. Matt si agitò sulla sedia, nervoso e a disagio. Syn voleva mettere qualcun altro al corrente dei suoi problemi? Lo avrebbe ucciso, senza ombra di dubbio. Dannazione! Perchè i suoi fatti privati non potevano rimanere tali? Perchè Brian sentiva quel disperato bisogno di attaccarsi al telefono, probabilmente per avvertire Zacky o Johnny o il Rev? Dannazione. E 'fanculo tutti quanti.
-Padge? Syn. Una è fatta-

*
-Io non capisco...- mormorò Matt al suo amico, -Padge, che diavolo mi sta succedendo?-
Quando, qualche giorno prima, aveva assistito alla loro esibizione, qualcosa si era mosso dentro di lui. Qualcosa che gli aveva, in un certo senso, aperto gli occhi. Qualcosa che lo aveva confuso oltre ogni dire, e che, anche se sul momento gli era sembrata la cosa più semplice del mondo, si stava rivelando la più complicata.
Non era andato a parlare con lui. In un primo momento gli era sembrato tutto facile, davvero, ma poi la razionalità era arrivata, e tutto si era offuscato. Non era semplice neanche un po'. E poi, se fosse andato a parlargli cosa avrebbe dovuto dirgli? "Sai, quando ti ho visto cantare ho capito che c'era qualcosa di più, e non so cosa, ma adesso non ne sono poi così sicuro"?
L'altro sorrise, indulgente, come preparandosi a spiegare qualcosa a un bambino. Matt non se ne accorse neanche, perso com'era nelle sue preoccupazioni. Non si accorse nello scintillio negli occhi del suo chittarista, nè di quel sorrisetto appena accenato sul suo volto.
-Matt, dimmi una cosa-
-Spara-
-Come ti senti? Voglio dire, le emozioni che provi. Cosa senti, ecco-. Matt ci riflettè su qualche istante.
-Io... io... boh, Padge, non è semplice-
-Provaci lo stesso-. Matt sospirò e tentò di mettere ordine al casino nella sua testa.
-Io mi sento... male. E' come se stessi male, tipo fisicamente, ma non è la stessa cosa- disse, -non lo so, è come quando hai l'influenza. Voglio dire, lo senti che stai male, però non è proprio dolore a livello fisico. E' come se fossi stanco, stanco dentro, e la cosa ti facesse male-. Padge sorrise, incoraggiandolo ad andare avanti con le sue assurde spiegazioni.
-E' come un dolore allo stomaco, come quando devi vomitare e te lo senti stretto in una morsa- Matt respirò a fondo, -e allo stesso tempo è come un dolore al cuore. Un poco più fisico, come un peso sul petto. E fa male, mi fa stare male, cazzo-
-E poi...?- chiese l'altro, sapendo che c'era sicuramente qualcosa di più. Matt sospirò di nuovo, confuso.
-E poi... e poi, certi momenti, mi sento benissimo, felice, capisci? Come avere le farfalle nello stomaco. E' bello, ti rivolta lo stomaco da far schifo, ma è bello-. Guardò il suo amico e compagno di band, sconsolato.
-Dio, sto impazzendo- biascicò, -e sai qual'è la cosa peggiore?- Padge scosse la testa, -la cosa peggiore è che certi momenti il dolore e quella specie di felicità si mescolano insieme... ed è come se stessi morendo, lentamente, da dentro-
Padge sorrise ancora, stupito dall'incapacità di Matt di riconoscere tutte quelle sensazioni.
-E tutto questo succede quando...?- chiese ancora, sperando di dargli un piccolo aiuto per arrivare alle risposte che cercava.
-Quando mi metto a litigare con quel coglione di Shadows-. No, decisamente Matt non capiva, si stava dimostrando più ottuso del previsto. Padge ci riprovò.
-E perchè succede quando litighi con lui?-
-Perchè è un idiota e mi fa incazzare, ecco perchè-. Poco ci mancò che Padge si schiaffasse una mano sul viso. Non lo fece solo perchè, in fondo, voleva bene a Matt, anche se era più lento di un bradipo a capire le cose.
-Shads non è un idiota- disse allora, sperando in una risposta decente.
-Sì che lo è- disse Matt, cocciuto, e Padge decise che il suo amico era decisamente troppo stupido per certe cose, -però lo fa solo con me-. Bingo. Forse, ma proprio forse, si poteva arrivare a qualcosa.
-E perchè lo farebbe solo con te, Matt?- domandò. Pregò ogni divinità esistente che il criceto nella testa del suo cantante si mettesse a girare sulla ruota.
-Perchè è un idiota- rispose l'altro, -e perchè... mi detesta-. No, non tutto daccapo, per favore! Era da più di mezzora che stavano lì, seduti sul divanetto del bus, a parlare, e ancora non si arrivava a nulla. Ricominciare dall'inizio sarebbe stato troppo stressante, persino per Padge, che aveva una pazienza infinita. Chissà, forse sarebbe stato meglio chiamare Jay, con i suoi modi bruschi avrebbe dato una bella sveglia al povero imbranato Tuck.
-Shads non ti detesta, Matt- tentò di spiegare, con calma, controllando il respiro. Misurando il respiro, per non cedere al nervoso che si stava impossessando di lui e che avrebbe lasciato i Bullet senza un cantante.
-E allora perchè lo fa?- domandò Matt, per poi perdersi tra i suoi pensieri. Padge sentì quasi il cigolio della ruota del criceto, troppo poco usata e per questo abbastanza arrugginita. Vide i muscoli facciali del suo amico contrarsi, rilassarsi, poi contrarsi di nuovo. La pelle perse il suo colorito usuale, gli occhi si spalancarono, la bocca si aprì piano in una O muta.
-Cioè... tu credi che...?-
-Che dici, ci arrivi entro sera o devo mandarti Jay?-. Matt scosse la testa.
-Ma... cioè, io... io non posso, non posso davvero essere... e lui non può... insomma, non può sul serio-
-Smettila di blaterare e vai a parlargli-. Padge lo spinse in piedi e lo guardò dirigersi frastornato verso l'uscita. Forse finalmente ce l'avrebbero fatta. Prese il cellulare dalla tasta, compose un numero e attese.
-Syn? Padge. Matt sta venendo lì-.

*
-Ora stai calmo, ma proprio calmo- disse Brian guardando il suo cantante che gli restituì uno sguardo omicida.
-Bri, o mi dici chi era o ti spezzo le gambe-. Syn deglutì, leggermente preso dal panico. Dov'era Jimmy quando serviva? E dov'era qualcuno, qualsiasi persona, che potesse aiutarlo in quel momento?
-Brian Haner Jr- tuonò Matt, guardandolo in viso. Syn tossicchiò.
-Ehm... Mattstvnndqui- biascicò velocemente. Matt sbattè le palpebre un paio di volte.
-Cosa?-
-Ehm... dicevo- riprese Brian, -che... Matt sta venendo qui-. Era stato solo un sussurro, ma sapeva che Matt lo aveva sentito, e anche molto bene. Per questo la sua espressione era shockata in quel momento. E si stava trasformando in omicida.
-CHE DIAVOLO DICI?!-
-Matt, Matt, amico, calmati- Syn si spostò, più lontano possibile da lui, -al telefono... era Padge, di sicuro ha parlato con Matt. E ora lui sta venendo qui, ecco tutto. Niente di che, non preoccuparti-
-Non preoccuparmi?! Dico, ma ti sei bevuto il cervello?!- strillò Matt, in preda a una crisi isterica, -cioè, lui sta venendo qui, probabilmente per prendermi a pugni e spaccarmi la faccia, e magari calarmi nell'acido, e io non dovrei preoccuparmi?!-
-Nessuno dice che viene per prenderti a pugni, Shads- replicò Brian, allontanandosi di qualche altro passo, per sicurezza. Matt lo guardò, insieme alla furia omicida nei suoi occhi si leggeva un certo sconvoglimento, qualcosa come paura, insicurezza. Terrore, anche.
-E secondo te perchè starebbe venendo qui, eh?!- strillò il cantante, probabilmente in preda a una crisi di nervi, -per prendere il thè?!-. Inspirò profondamente, tentando di calmarsi. Espirò. Inspirò. Espirò. Ma tutto rimase uguale, la paura, lo shock, tutto quanto.
-Matt, dai, non penserai sul serio che Tuck-
-Io penso sul serio che voglio ucciderti, Gates-. Hum, forse sarebbe stato meglio andarsene. Scappare, magari in Finlandia. O in Lapponia, meglio. Brian pensò velocemente a quanto tempo avesse a disposizione per sfuggire alle grinfie di Matt, e poi a quanto gli ci sarebbe voluto per organizzare il viaggio in Lapponia. Dannazione, ci voleva troppo tempo. E non era neanche detto che riuscisse a sfuggire al suo cantante, quindi probabilmente si sarebbe ritrovato con tutte le ossa rotte in minuscoli pezzettini nel giro di pochi secondi.
-Ora mi spieghi perchè cazzo è stato Padge a dirti che Tuck sta venendo qui- disse Matt, guardandolo male, -e poi mi dici anche perchè cazzo Padge avrebbe dovuto parlare con Tuck. O meglio, spiegami che cazzo ne sa Padge di tutta la faccenda-. Syn deglutì a vuoto, concentrandosi sulla respirazione ed evitanto lo sguardo assassino di Matt. Si accese una sigaretta e si preparò a spiegare, pregando che alla fine Matt lo lasciasse vivere. Non voleva morire così presto, lui, e soprattutto non quando aveva trovato il suo posto nel mondo.
-Allora...- esordì, scegliendo le parole adatte, -vedi... ci siamo accorti tutti che tra te e Tuck le cose sono un po', come dire, particolari. Era impossibile non notarlo, capisci? Cavolo, ogni volta che litigate sembra che stiate sul punto di saltarvi addosso a vicenda, e non per fare a cazzotti-. Matt socchiuse le labbra, sospirando. Lui lo aveva capito solo da... quanto? Un giorno? E invece tutti gli altri se n'erano accorti già da un bel po'. Che sfiga.
-E allora abbiamo deciso di darvi una mano- Syn saltò indietro per evitare Matt, -aspetta, fammi finire! Volevamo aiutarvi a capire la situazione, mica organizzarvi un appuntamento!-. Inspira, espira. Inspira, espira. Niente da fare, neanche la respirazione poteva aiutare Matt. Era sull'orlo di una crisi di nervi, e non solo. Presto degli Avenged Sevenfold sarebbe rimasto solo il cantante.
-Vedi, Shads, noi-. Si voltarono entrambi verso il rumore di colpi alla porta del bus, uno con espressione di giubilo (finalmente qualcuno era venuto a salvarlo!), l'altro con orrore. La porta del bus si aprì lentamente, e i due dentro trattennero il fiato.
-Oh, ciao Tuck!- disse Syn, superando velocemente il suo cantante e andando incontro all'ospite. Gli rivolse un sorriso grato e malizioso, una pacca sulla spalla e uscì dalla porta, salutando i due con qualcosa del tipo -Ho da fare, Zack mi aspetta!-. I due Matt rimasero a guardarsi in silenzio, a corto di parole.
-Allora... che- che ci fai qui, Tuck?- chiese poi il cantante degli Avenged, un po' sulle sue. Un po' tanto sulle sue. Idiota. Una volta che avrebbe potuto parlargli, una volta che tutto poteva essere chiarito... se ne usciva con una cazzata simile. Bah.
-Avevo voglia di un po' di acido muriatico, e sei l'unico qui che ne ha a sufficienza- rispose l'altro, leggermente ostile, ma forse più sulla difensiva. Okay, forse non era stata una buona idea andare in quel bus.
-Mi sa che ti sbagli, qui quello acido sei tu-
-Fottiti, Shads-
-Potrei fottere qualcun altro-. Matt, Matt Shadows, si bloccò sulle sue stesse parole. Che diamine gli era preso?! Come diavolo aveva fatto a dire una cosa del genere? E soprattutto, come aveva fatto a dirla a lui?
Anche Tuck si bloccò, leggermente impietrito, a quelle parole. La cosa tutto sommato sembrava farsi interessante.
-Ah davvero?- mormorò, facendo un passo avanti, -io credo che tutta quell'acidità impedisca l'alzabandiera, non so se mi spiego-. Ghignò. E lui non ghignava mai. Vide un ghigno simile spuntare sul viso dell'uomo davanti a lui. Sì, la cosa si stava facendo decisamente interessante.
-Il mio alzabandiera va alla grande, Tuck- "Specialmente quando tu sei nei paraggi", -provare per credere-
Matt gli si avvicinò ancora di più, fino a essere solo a un paio di centimetri da lui. Si guardarono, il respiro corto e accelerato, per momenti che sembrarono infiniti. E Tuck sorrise di nuovo. Un altro ghigno.
La sua mano cercò in un istante il cavallo dei pantaloni dell'altro.
-Hum... in effetti, sembra che l'acido non ti abbia ancora rovinato del tutto- biascicò trattenendo un sorriso, uno vero, e Matt all'istante seppe cosa fare.
-Provare per credere...- mormorò, prima di baciarlo e spingerlo con urgenza sul divano.
THE END



***
Lo so, potete anche tirarmi i pomodori se volete. Non vi do torto, questa cosa è totalmente scema, shame on me.
Approfitto di questo momento per ringraziare chiunque leggerà e/o commenterà, mi farà un gran piacere. Poi, approfitto anche per dire che la mia connessione mi odia, come le mie care lettrici hanno già capito, e non mi permette di postare bene su EFP. Questo è boicottaggio. Bleah. Vi invito di nuovo a dare ogni tanto un'occhiata al mio lj, può capitare che troviate storie che qui non ho ancora postato (ma le posterò u.u).
In ogni caso, ho in mente qualche idea, e spero di tornare presto a postare nuove storie. Le idee ci sono, vediamo se Ispirazione consente.
Chiedo inoltre perdono per tutti gli aggiornamenti che mi sono persa, sappiate che recupererò (quando avrò uno straccio di connessione, dato che qui a casa non ne ho, al momento).
Ancora grazie, a tutte quante! Love, B&Linde.
   
 
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