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Autore: Light Clary    23/08/2015    2 recensioni
☠ Harry è un ragazzo che sogna di diventare il Re dei Pirati. L'impresa è ardua. Dovrà affrontare i mille pericoli del mare, scontrarsi con corsari assetati di sangue e soprattutto trovare i compagni ideali che lo accompagneranno in quest'avventura.
Louis: E' un celebre spadaccino che sconfigge qualsiasi nemico non con una, non con due, ma con tre spade. 
Viola: Ragazza esperta di navigazione con l'obbiettivo di raccogliere piu' soldi possibili. Nasconde un segreto.
Zayn :Cecchino imbranato e un pò fifone, col desiderio di seguire le orme del padre e diventare un vero pirata.
Niall: Eccellente cuoco che per combattere non ricorre alle mani, ma alla potenza delle sue gambe. Non resiste al fascino di una bella ragazza.
TRA I MILLE PERICOLI DEL MARE E LE CONTINUE SFUGGITE ALLA MARINA MILITARE, CAPIRANNO DI ESSERE DESTINATI A DIVENTARE I PADRONI DEL GRANDE BLU. 
L'OCEANO PIU' VASTO DEL MONDO.
Spero di avervi incuriositi. In tal caso aspetto i vostri commenti ;) ;) ; ) ;)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Dopo che Morsky pensò di aver messo fuori gioco Niall, dato che il ragazzo galleggiava con gli occhi chiusi dopo aver perso la grande boccata d’aria dalla trachea, si mise a nuotare furiosamente verso il corpo d Harry, dove Javier faceva ancora pressione sul petto, cercando di rianimare la testa esposta fuori dall’acqua.
-Cosa credi di fare? – ruggì l’Uomo-Pesce, capace di specificare le parole sott’acqua – Cerchi di salvarlo quando stai per morire anche tu? – mostrò i denti – Ora ti finisco!
Javier sentì perfettamente quelle parole e il sangue gli si gelò nelle neve. La vista era già complicata da mantenere sul torace del ragazzo. Figuriamoci sollevarla per vedere a che altezza era Morsky ed evitare i suoi rasoi. Ma come se qualcuno gli avesse inviato un pensiero, rassicurandolo di continuare a premere sul petto di Harry senza distrazioni e che l’Uomo-Pesce non lo avrebbe toccato, non si arrese e accelerò le pressature.
Morsky infatti fu fermato a metà strada dal blocco di marmo.
Niall gli era comparso di fronte e lo aveva allontanato abbastanza con una forte gomitata.
-Insulso umano! – ringhiò l’Uomo-Pesce – Pensi davvero di sconfiggermi, sott’acqua? – sorrise – Trattenendo il respiro come tutte le fecce che appartengono alla tua razza di merda?
Il ragazzo infatti si teneva la bocca con una mano, premendola il più possibile per non fare uscire altra aria. Ma già sentiva le forze mancargli.
Non ne pensò di raggiungere la superfice per rifornirsi di ossigeno. Morsky era proprio sopra di lui. Sarebbe stato offrirsi in un piatto d’argento.
-Come vuoi – dichiarò lui. Infilò la mano in un lembo di pelle melmosa e ne estrasse una specie di fune fatta d’alghe, che teneva nascosta, chissà da quanto. Con la prontezza di un cowboy, la lanciò verso Niall e questa si avvolse intorno alla sua vita stringendogli il torace. Una volta avvinghiato, Morsky lo tirò verso di sé. Niall provò a infliggergli un calcio a piede nudo, ma la pressione non gli assicurò la solita prontezza dei suoi colpi e lo mancò.
-Non hai più nemmeno un briciolo della tua potenza sott’acqua – disse il mostro, divertito – Questo è il limite di voi umani. Ma noi Uomini-Pesce non abbiamo nessuna forza da perdere sott’acqua! Anzi, siamo potenti il doppio! – detto questo sferrò un potente calcio negli stinchi di Niall, che gemette dal dolore mandando al vento la poca aria rimastagli in bocca. Morsky non ebbe esitazioni a infliggerne un altro sulla testa. Niall perse ancora aria e per chiudere in bellezza, l’uomo pesce lo colpì al volto, sciogliendogli la corda avvolta in vita. In questo modo la percossa mandò il cuoco a sbattere contro un muro di scogli, mentre l’acqua si tingeva di macchioline rosse.
Morsky ghignò e tornò a rivolgere lo sguardo verso Javier, considerandolo la sua prossima vittima. Ma il suo sesto senso lo avvertì che forse non era ancora finita con quel biondino rompiscatole. Vide infatti una figura poco distante, sollevarsi dagli scogli e nuotare frettolosamente verso l’altro. Verso la superfice.
Niall agitava braccia e gambe come un pazzo. Doveva uscire dall’acqua e prendere una boccata d’aria, prima di perdere conoscenza. Ne aveva sprecata troppa. Si sentiva soffocare. Doveva imboccare almeno un respiro o non avrebbe retto.
Ma quando pensava di potercela fare, vide una sagoma gigantesca ostruirgli il passaggio.
-Dove credi di andare? – chiese Morsky sorridente.
Niall riuscì a malapena a vederlo a causa della vista appannata. Sapeva che l’Uomo-Pesce avrebbe fatto di tutto per non farlo passare, lasciandolo morire asfissiato.
Merda! Levati, bastardo! Levati!”  Gridò nella sua testa senza togliersi la mano dalla bocca.
-La tua resistenza è ammirevole – sostené l’Uomo-Pesce – Non l’avrei mai creduto in un essere umano.
Lui parlava, ammazzando il tempo e intanto Niall diventava sempre più debole. Restare sveglio fu più complicato di trattenere l’apnea.
Ma intanto Morsky non finiva di borbottare.
-Sei stato tu, vero? Tu hai detto che un uomo che fa del male a una donna è un pezzo di merda – rise a crepapelle – Ma guardati! Ecco dove ti ha portato la tua cavalleria – Niall chiuse gli occhi sentendosi incapace di tenerli aperti ancora un secondo – Non hai più scampo. Ti ammazzerò come un cane! E dopo di te toccherà anche a quel vecchio e al ragazzo di gomma. Dopodiché Arlong divorerà Louis, l’altro moccioso fifone e tutti gli abitanti di Coconout Village – elencò -  E certamente – disse infine con più maliziosità – quella puttana traditrice di Viola non sarà un’eccezione – allungò una mano palmata verso Niall – Quindi lo vedi, bastardo? Anche se parli di cavalleria … non puoi proteggere nessuno!
Dopo quelle parole, qualche barlume di speranza di resistenza, si accese dentro Niall. Forse fu il pensiero che dopo la sua arresa, tutti quanti, lui compreso, sarebbero stati perduti. Oppure il modo svilente in cui quell’essere aveva ripugnato Viola.
Niall con uno scattò spalancò gli occhi, tanto da vedere il mostro afferragli la collottola e avvicinare il proprio viso al suo.
-Il tuo corpo non può resistere a sbalzi di pressione così rapidi, non è vero? – Niall non si mosse nemmeno per guardarlo in cagnesco – Ciò vuol dire – riprese l’Uomo-Pesce sorridendo minaccioso - che se improvvisamente scendessi in picchiata verso il fondo … lo sbalzo di pressione farebbe esplodere il tuo corpo!
Il cuoco sgranò gli occhi dal timore, presumendo quali fossero le due intenzioni.
Morsky lo afferrò per la gola e si tuffò nelle profondità della piscina, portandolo con sé. Muoveva le gambe a razzo, accelerando la discesa.
Niall sentiva il petto stringersi e rinsecchirsi come una mela marcia. Provò un senso di nausea e gli spasmi di asfissia erano sempre più forti. Tenere entrambe le mani davanti alla bocca ormai non servivano più a niente. All’improvviso avvertì un liquido salirgli su per la gola e l’acqua si tinse di sangue rimesso. Morsky ghignò soddisfatto che il suo piano per ammazzarlo stava funzionando. Scese ancora più in profondità e ben presto Niall non sentì nemmeno gli arti muscolari rispondere ai suoi comandi.
Non … posso perdere” persino nella sua mente gli venne difficile pensare. Emise un gemito di bollicine mentre il dolore lo percosse anche alla testa.
-Non sei ancora morto? – esclamò Morsky sorpreso dopo che furono arrivato sul fondo della piscina – E va bene. Riproviamoci – sbatté il corpo dell’avversario sulla spalla e lo cinse con forza mentre risaliva verso l’alto per poi ripiombare in maniera più violenta.
Maledetti” Niall continuava a perdere sangue. Non ebbe nemmeno più la forza di tenere le mani davanti la faccia. Le lasciò ricadere sui fianchi. Era sicuro che ormai avesse perso tutta l’aria che aveva in corpo. L’unica cosa che gli restava da fare era imprecare debolmente “Sono forti solo perché sulla terra usano i polmoni. Ma in acqua usano le branchie” le ultime energie rimaste gli permisero di fare una valutazione parecchio ovvia. Se qualcosa bloccasse le vie respiratorie di un pesce, questo morirebbe. E anche se erano mezzi umani, quei mostri avevano tutte le caratteristiche di ogni specie marina.
Morsky era arrivato quasi vicino alla superfice ed era pronto a compiere un’altra discesa in picchiata, questa volta sbarazzandosi per sempre di Niall.
Ma l’avversario, finalmente, sfoderò la sua contromossa. Considerò Morsky un perfetto idiota ad esserselo sistemato proprio sulla spalla, vicino il collo. Vicino le branchie. Con uno sforzo disumano, dimostrato nonostante i dolori e il bisogno di ossigeno, Niall affondò i denti nelle branchie dell’Uomo-Pesce spingendoli profondamente.
L’Uomo-Pesce ebbe il tempo di urlare che si ritrovò senza aria come un normale essere umano che rimane sott’acqua troppo tempo.
 
Louis era ancora sulla riva della piscina. Ne osservava le increspature da quando Niall si era tuffato. Era ancora debole per la lotta con Elaphus e non gli rimaneva altro che stare a guardare in che modo se la sarebbero cavata i suoi compagni. Arlong era alle sue spalle e stranamente non lo attaccava approfittando della debolezza. Probabilmente aspettava soltanto che Morsky ritornasse trionfatore in modo da opprimere Louis mostrandogli le teste dei suoi amici.
Ma la testa che qualche minuto dopo riemerse dall’acqua non fu quella dello scagnozzo di Arlong, ma quella di Niall.
Il ragazzo inspirò una profondissima boccata d’aria, provando una sensazione di enorme sollievo. Nuotò fragilmente verso il bordo-piscina e si issò sopra stremato, accanto a Louis. Tossì una grande quantità d’acqua ingoiata e trasse ancora respiri rumoreggianti.
-Ei – gli chiese Louis, dandogli colpetti sulla schiena e aiutandolo a sputare altra acqua – Dov’è Harry?
-Non … preoccuparti – ansimò Niall ancora bisognoso d’aria – Sta bene.
-Davvero?
-A metà.
-A metà?? Che vuol dire?
-Te lo spiego dopo – il cuoco scivolò su un fianco e in breve riaccumulò in corpo tutta l’aria che aveva perduto. Si sentì come rinato, mentre sentiva le forze ritornargli.
Si rialzò quasi subito: - E ora a noi – disse alzando la voce e puntando verso la piscina – Esci dall’acqua, stupido pesce! Devo ancora prenderti a calci in culo!
Poco dopo, anche Morsky riemerse. Sembrava meno affaticato di Niall ma trasse comunque profondi respiri.
-Allora non vuoi capire – gridò furibondo uscendo fuori dall’acqua – Sott’acqua o fuori, è la stessa cosa! Ora mi hai fatto davvero incazzare! Preparati! Ti spezzerò in due! – Niall chiuse gli occhi in una smorfia – Arrenditi, ragazzino! Le probabilità che tu sopravviva sono … ZERO!
Prima che Morsky potesse sferrare uno dei suoi attacchi, Niall lo colse di sorpresa con un calcio micidiale alla testa. Mise nella gamba quanta forza possibile, in modo da farla sembrare un cannone da dieci tonnellate.
Morsky sentì l’osso del collo sul punto di cedere e spezzarsi.
-Hai detto che la mia cavalleria è ridicola? – ringhiò Niall pieno di rabbia, colpendolo ancora, più forte– E che non potrò proteggere nessuno? – i suoi calci provocavano una serie di crack delle ossa, in tutto il corpo del mostro.
I cittadini di Coconout Village, rimasti ancora oltre il muro di Arlong Park a guardare, si sbigottirono per le capacità che quel ragazzo dimostrava proprio come Harry e Louis, nei combattimenti prima di lui.
Morsky ebbe ancora la forza di alzarsi con il corpo ricoperto di lividi e ammaccature della pelle: - Come …osi? – fu tutto quello che riuscì a dire con sguardo infuocato.
-Questo, inoltre – gridò Niall lanciandosi in aria verso di lui con la gamba tesa – è per quello che hai detto su Viola!!!!
Enunciò il suo colpo massimo.
-Menton Shot!
Quando il suo piede colpì la faccia di Morsky, questa si staccò dal resto del corpo, volando nel perimetro occupato dai cittadini, come un pallone da calcio. Il corpo senza testa del mostro, collassò a terra ricoprendosi del sangue che fuoriusciva dalle interiora del collo rimasto.
Sauk e Jonathan esultarono imitati dai cittadini, dopo essersi ripresi dallo shock.
Louis sorrise.
Niall ritornò a terra poggiandosi le mani sui fianchi e battendo i piedi per ripulirsi dal sangue del nemico sconfitto.
-Se vuoi il dessert- disse – puoi anche ordinarlo.
 
Arlong rimase seduto sul suo piedistallo, mantenendo in modo impressionante la calma. Guardò prima il corpo sconfitto di Elaphus. Poi quello senza vita di Morsky. I suoi ufficiali. Coloro sulla quale aveva sempre riposto una gran fiducia sulla massima potenza. Battuti.
-Infondo sono solo degli “Spuntini di Mare” – disse Niall rimettendosi le scarpe – Un pesce che la meglio su un cuoco? Neanche fra cent’anni.
-Ben fatto – si complimentò Louis ghignando – la partita l’abbiamo vinta noi. Senti, quando hai detto che Harry è salvo per metà, cosa intendevi dire? – chiese poi.
-Beh, che non morirà – rispose l’altro – Ma per liberarlo dovrei andare un momento sott’acqua …
-Bastardi – tartagliò sottovoce Arlong chiudendo a pugno le mani palmate. Sentiva la rabbia crescergli dentro e con lei anche la sua forza, farsi sempre più critica.
-Non credo che sto’ tizio me lo permetterà – disse Niall terminando la frase.
 
Nel frattempo, Javier era riemerso dalla piscina e aveva raggiunto la parte opposta, dove si trovava Paulina che ancora reggeva il viso privo di sensi di Harry.
-Non ce la faccio più – disse riprendendo aria – Non riesco più a trattenere il respiro.
-Facciamo cambio – propose la ragazza – ci stiamo riuscendo a farlo rinvenire, Javier. Ha già riacquistato colore e ha rigettato molta acqua.
-Cos’è successo qui? – esclamò d’improvviso il sindaco, notando una sagoma insanguinata di fronte l’entrata della pagoda.
-Tutto bene- sorrise Paulina rassicurandolo – non è morto nessuno – sospirò – ti dirò una cosa Javier. Non volevo crederci. Non lo rendevo possibile. Ma … questa battaglia mi sta ridando sul serio una speranza di libertà.
 
Intanto, quasi dall’altra parte dell’isola, dopo aver corso per chilometri e chilometri, senza smettere di frignare come un bambino, Zayn era allo stremo delle forze.
Fiskur era sempre alle sue spalle. Non era riuscito a raggiungerlo finora, eppure non sembrava in procinto di smettere. Continuava a mitragliarlo con i suoi aculei che si staccavano dal resto del corpo come proiettili, tutte le volte che lui gesticolava.
Zayn a volte lo vedeva sparire tra gli alberi e si rasserenava. Poi però lo vedeva ricomparire più furente e acuminato di un riccio rabbioso e riprendeva la corsa.
Ormai non ce la faceva più. Doveva riconoscere che la superiorità di cui gli Uomini-Pesce, tanto si vantavano non era del tutto infondata.
Ma alla fine, il ragazzo, credendo che prima o poi avrebbe ceduto e allora sarebbe finito tra le fauci dell’Uomo-Pesce, decise di mettere in atto una strategia.
Tirò fuori dalla tasca una delle sue tante palline esplosive dal quale non si separava mai. Attese con ansia di sentire il rumore della prossima sparata di aculei che Fiskur stava per lanciargli e che con la sua agilità sarebbe riuscito a evitare. Ma non era quello che avrebbe fatto credere.
Quando Fiskur arrivò nel punto dove gli sembrava di aver visto la sagoma della vittima fermarsi, si ritrovò di fronte un lago fangoso che spuntava fra gli alberi. Grande fu la sorpresa che attraversò i suoi occhi, quando vide un corpo galleggiare proprio nel lago, immobile e in una pozza di sangue. Riconobbe subito lo strano ciuffo di quel ragazzo con la fionda.
Nauseato da quella visione, tastò il corpo con il piede per vedere se fosse finalmente era riuscito a trafiggere la schiena di quel rompiscatole con le sue spine. Questo non si mosse, rimanendo rigido. Fiskur abbandonò l’idea di divorarlo, pensando a tutta la melma fognaria che adesso lo ricopriva.
Sorrise soddisfatto e girò le spalle senza restare a indugiare lungamente: - Sei stato dannatamente veloce. Ma nessun umano può competere con quelli come noi – e con queste ultime parole si instradò nel folto della vegetazione, diretto ad Arlong Park, dove sicuramente, si disse, i suoi compari avevano già sistemato quegli altri invasori.
 
Zayn non si mosse, continuando a tenere la testa sott’acqua. Dato che le orecchie erano rimaste semiscoperte, poté udire i passi di Fiskur farsi sempre più lontani. Ringraziò il cielo che non si fosse accanito sopra di lui per azzannargli la testa. Attese ancora qualche secondo, poi con cautela, voltò la faccia e la sollevò fuori dallo stagno, solo per riuscire a scorgere la sagoma dell’Uomo-Pesce che spariva dietro un albero distante. Ormai sicuro di aver scampato il pericolo, il ragazzo si mise seduto nello stagno fangoso e prese un enorme respiro. Era facile trattenere il respiro in una pozza così secca, ma aveva dovuto sopportare il reclamo dei polmoni. Uscì lentametne dall’acqua e si accasciò sull’erba riprendendo fiato. Il prato si tinse di rosso a causa del sugo rinsecchito con il quale si era cosparso la schiena prima di buttarsi in acqua. Era sicuro che prima o poi il “Meatball Sauce” gli sarebbe tornato utile. Schiacciarselo sulla spina dorsale loquacemente, era stata una trovata unica per imbrogliare quel mostro che invece credeva di averlo ucciso con i suoi grossi aculei da quattro soldi. Il tanfo di quella fogna, poi, doveva per forza avergli fatto passare l’appetito.
Era fatta. Ora poteva ritornare tranquillamente indietro, prendendo una direzione marginale.


Mentre si dava una ripulita, ripensò con disgusto a quando fosse malvagia quella manica di criminali. Ripensò a quando con Jonathan aveva contemplato i resti della città di Gosa. Distrutta come tutti i suoi abitanti.
Sospirò, rimuginando nella propria mente.
So che Viola potrebbe fermare tutto questo da sola” alzò lo sguardo verso il bosco dove era sparito Fiskur.
Io voglio aiutarla … davvero!” sorrise fingendo di essere divertito.
E intanto prese della sabbia di sentiero e ci si imbiancò la faccia e le braccia, mischiandole al sangue finto.
Sono dato per morto”
Continuava a ripetere la sua testa.
“Ma se ora m’imbratto tutto e mi vedessero gli altri … potrei dire che … ce l’ho messa tutta … che ho combattuto con tutto me stesso … e che quell’idiota se l’è data a gambe dalla paura” rise ancora “Ci crederanno mai? Forse sì”
Accidentalmente, nella sua testa ricomparvero altri ricordi.
Quello di Harry che valorosamente, sulla loro nave, li incitava: “Noi siamo compagni. Parte della stessa squadra. E semmai qualcuno di noi si trovasse in difficoltà, l’altro non deve esitare a mettercela tutta per aiutarlo”
“Non devi più piangere Viola” si disse Zayn, stavolta cercando di ridere “Noi … stiamo facendo del nostro meglio”
Stavolta nella testa gli echeggiarono le parole di Louis.
“Preferirei morire, piuttosto che arrendermi!”
Abbiamo combattuto tutti al massimo per te, Viola”
E ora la voce di Niall.
Chiunque faccia soffrire una ragazza, è solo uno schifoso pezzo di merda!”
 “Sono stato molto coraggioso … anche se non ho vinto”
Adesso quella di Viola.
Non avevo scelta. Niente di personale”
Viola … se solo io … avessi avuto un po’ più di spirito”
Zayn bloccò i suoi pensieri e bloccò la mano a mezz’aria, prima di spalmarsi altra terra addosso. Le ultime immagini che ripercorsero la sua mente, furono brevi ma rilevanti.
Sauk e Jonathan:
Che ragione hanno, di combattere? Non vogliono più vedere Viola soffrire”
Paulina.
“Aveva solo 10 anni. Avete idea di quanto sia stato difficile per lei, sopportare tutto questo?”
E infine gli abitanti di Coconout Village.
“Combatteremo non solo per la nostra libertà. Ma anche per fare giustizia al coraggio che Viola ha avuto!”
Zayn si rese conto che stava lacrimando. Trattenne dei singhiozzi intermittenti. Rimase ancora qualche istante immobile, il tempo di ripercorrere quei ricordi in flashback che lo fecero sentire un verso stronzo. Arrendersi in quel modo alla paura, senza neanche aver dimostrato che anche lui era disposto a battersi per la salvezza di tutti?
-MAI! – urlò di risposta asciugandosi le poche lacrime.
Con uno scatto si rimise in piedi e gridò a squarciagola: - TORNA QUI, STUPIDO PESCE!
Non si pentì di essersi tradito da solo. Almeno fin quando non rivide la sagoma acuminata di Fiskur, risbucare tra gli alberi.
-Non sei ancora morto!? – esclamò stupefatto.
-Certo che no! – continuò Zayn con tono tutelato – E non morirò a causa delle tue ridicole spinette! – lo vide avanzare verso di lui. Non si mosse e portò una mano alla fionda – Quando partii dal villaggio di Shirop, ho lasciato tutto! - gli comparvero nella mente i volti di Harry, Louis, Niall e Viola. Ebbe la forza di proseguire in quel discorso – Loro affrontano difficoltà, ogni giorno … eppure ridono sempre, come se si divertissero davvero nel farlo! Se non dimostrassi il valore che ho … non avrei diritto di restare sulla loro stessa nave. Ecco perché ho deciso di prendere il mare! – strepitò chiudendo gli occhi e mettendo una munizione nell’elastico della fionda, mentre Fiskur si avvicinava stavolta di corsa – Voglio ridere anch’io, fino alle lacrime!
La pallina esplosiva partì. Fiskur la evitò con un’inginocchiata e quando si rialzò, usò il suo pugno pieno di aculei per colpire Zayn sul naso e farlo capitombolare per aria.
-Babbeo! – gli disse – Avresti fatto meglio a far finta di essere morto! – si avvicinò al suo corpo e lo prese a calci.
-E’ già … finita?-  gemette Zayn col naso sanguinante.
-Certo che è finita! – gli sputò l’Uomo-Pesce Come te!
-Non è affatto finita! – Zayn tirò fuori dalla tasca una pallina di ferro – E’ solo l’inizio! – la sbatté in faccia all’avversario e questa esplose generando un fumogeno scuro.
A Fiskur si coprì la visuale. Quando il fumo si dissolse, si accorse che il ragazzo era sparito.
-Merda! – imprecò furibondo – Mi sono fatto fregare! Quel piccolo bastardo! – si mise a cercarlo dietro ogni albero. Dopo un po’, vide qualcosa volare sopra di lui e atterrargli in mano. Aggrottò la fronte. Una bottiglia di vino? – Non sarà che … - non ebbe il tempo di pensarlo, che la bottiglia esplose spruzzandolo con un liquido fetido che gli ustionò una parte di pelle – Maledetto! È tutto questo il tuo stile di combattimento??? – continuò a cercarlo, stavolta con più furia.
 
Zayn, nascosto dietro una siepe, ansimava sudato.
Fatti forza, Zayn!” ripeteva a sé stesso “Se perdi, muori. Ma almeno avrai dimostrato la tua forza! Sei un pirata, adesso! Non scordarlo! Non scappare via!”
-Eccoti! – sibilò Fiskur, scovandolo poco dopo – Ora ti faccio a pezzi!
Zayn gattonò velocemente dietro un albero. Ma l’Uomo-Pesce, dimostrando che possedeva quasi lo stesso livello di potenza fisica di Arlong, staccò il tronco dall’arbusto e lo manovrò come una mazza. La portò sopra la testa del ragazzo, pronto a spaccargliela sopra.
Zayn urlò e si coprì la testa: - E’ tutto finito! È tutto finito!
Fiskur si fermò banalmente sul punto di dare il colpo: - Cosa, è tutto finito?
In quel momento fu il ragazzo a scattare. Rimaneggiò la fionda e la puntò verso l’avversario: - Questo combattimento! – rispose – Il vino era infiammabile! – e lanciò.
Quando la sua pallina combustibile esplose sul corpo dell’Uomo-Pesce, questo prese fuoco diventando una torcia vivente.
Fiskur gridò tremendamente, mentre crollava a terra e si rotolava per terra. Ma le fiamme non sembravano volersi spendere. Gli avvolsero anzi, più parte di corpo. Gli aculei si sciolsero come se fossero fatti di argilla e le parti con più carne si abbrustolirono.
Assordato dalle sue urla di atroce dolore, Zayn decise di infliggere il colpo finale. Tirò fuori dalla cintura il suo martello di ferro. S’inginocchiò vicino la faccia lesionata di Fiskur e con un solo la schiacciò come un chiodo. Sprizzò sangue da tutte le parti, compresa la faccia di Zayn che si rialzò con i conati di vomito e il martello tinto di rosso. Esausto, si sdraiò sul tronco dell’albero con la faccia imperlata di sudore e restò a guardare finché il fuoco non consumò interamente le carni dell’Uomo-Pesce. Quando non fu più costretto a vedere la sua testa spappolata, spense il fuoco calpestandolo e poi ricadde sulle ginocchia.
-Ho vinto – sospirò affannato – ho sconfitto un Uomo-Pesce! – sorrise lievemente ma con la ripugnanza ancora accesa in faccia – Hai visto? – disse rivolto ai resti del nemico – IO POSSO FARCELA!
 
Dopo essersi tuffata e aver nuotato con sforzo, fino al cemento dove stava il resto del corpo di Harry, Paulina si diede da fare con le pressioni. La spalla dove Smek le aveva sparato le dolorava a causa dell’acqua, ma resistette continuando a premere sul torace del ragazzo.
“Ti prego, respira!”
Era lì sotto da nemmeno venti secondi e già necessitava di riprendere aria. Ma quando i suoi occhi scorsero a malapena un sobbalzo da parte della mano di Harry, non pensò minimamente di interrompere la rianimazione. Ci mise quanta forza possibile continuando a incitarlo, inviandogli pensieri.
 
Intanto, in superfice, le cose sembravano degenerare. Dopo che Arlong si era alzato, era riuscito incredibilmente a mettere al tappeto Niall e Louis con solo una possente spinta. Louis sanguinava dal labbro. Niall sentiva i lividi sul braccio. I due ragazzi non capirono come mai non erano riusciti a parare o sbarrare un colpo simile.
Nemmeno i cittadini capivano cosa stava succedendo.
-Per uccidere umani come voi – ghignò Arlong – non ho bisogno di impegnarmi – sollevò una mano palmata – mi basta soltanto un pugno d’acqua! – la aprì rivelando dell’acqua che teneva nascosta all’interno. Questa restava intatta al contatto con la sua pelle viscida.
Niall provò a ritirargli un calcio al viso, ma quando l’Uomo-Pesce richiuse la mano a pugno e lo fece partire in direzione del ragazzo, questo finì a terra con il naso mezzo spaccato.
Si sentì mancare il respiro. Li stava prendendo in giro con un po’ d’acqua, che però era come una fucilata. Era questa la vera potenza dello squalo?
-Il più forte degli Uomini-Pesce non può … - il dottore del villaggio non finì la frase, perché quando i suoi occhi si posarono su una figura che si stava facendo largo tra la folla, lasciando tutti di stucco, rimase paralizzato.
 
-Fareste meglio ad arrendervi – sorrise Arlong rivolto ai due ragazzi agonizzanti – Tanto vi strapperò lo stesso il cuore dal petto!
-Arlong!- tuonò una voce al di fuori delle mura.
Una figura alta e snella oltrepassò il foro nel muro creato da Harry e si presentò di fronte la pagoda del capo degli Uomini-Pesce.
-Viola!- strepitarono Jonathan e Sauk.
-Violetta! – gemette Niall tra fitte dolorose.
-Viola! Cosa fai qui?- gridò Javier dall’altra parte della piscina con la testa di Harry tra le mani.
-Ciao, – la salutò Arlong– Stavo giusto dando a questi parassiti una dimostrazione della nostra potenza – sogghignò – Cosa ti porta qui?
La ragazza sollevò lo sguardo freddo e inquietante. Aveva ancora il cappello di Harry in testa e il pugnale ben impugnato.
-Sono qui, per ucciderti!


TO BE CONTINUED
  
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