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Autore: Wolfirea    23/08/2015    3 recensioni
Hermione, guardandosi quella mattina allo specchio, si disse di non aver mai visto un volto tanto trascurato.
Sebbene non fosse tra le priorità attirare sguardi sulla sua persona, quando Malfoy osò umiliarla per l’ennesima volta, qualcosa si incrinò.
«Clothchard, che aspetto trasandato e volgare. Non hai una bella cera e ad esser onesto sei anche parecchio bruttina. Non nego però che potresti puntare su altro -le girò intorno lascivo, sussurrando le parole all’orecchio- hai delle belle gambe -gliele sfiorò con voce roca, risalendo lentamente sino alle cosce della ragazza- e un bel seno -ammise puntando gli occhi sulla sua camicetta- e delle labbra..»
Uno schiaffò arrivò talmente forte da lasciargli cinque dita stampate sulla nivea guancia.
«Non osare principino dei miei stivali. Non hai a che fare con una delle tue puttanelle» replicò con stizza.
Non gli avrebbe più permesso di mancarle di rispetto a quel modo.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Da VII libro alternativo
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Qualcosa non torna


O
ggi sarebbe ricominciata la scuola e come mio solito stavo attraversando il corridoio con la compagnia dei miei migliori amici, che non facevano altro che parlare di calcio e stronzate varie di cui non capivo un accidenti.
Quando ero tornata a casa, la sera prima, mi ero premurata di ordinare le ultime cose necessarie alla partenza e di controllare almeno una quinta volta la valigia, per accertarmi che tutto fosse in ordine e al posto giusto.
Mamma non voleva più lasciarmi andare, mi aveva stretto tutta la mattina tra le sue braccia e, con mio rammarico, ero stata costretta a farmi scortare da lei al college.
« Ragazzi ma quanto se la tira Malfoy? »
Alzai subito il capo, accorgendomi di esser rimasta indietro.
« Harry ti giuro che se sta volta ci prova ancora lo prendo a pugni! » Sbottò Ron.
Aumentai rapidamente il passo per raggiungerli e detti subito la mia opinione su quello che da sette anni a questa parte faceva il bulletto, prendendosela con noi poiché, a detta sua, noi vivevamo nelle catapecchie e non avremmo mai avuto l'onore di parlare con il ricchissimo Draco Malfoy, futuro principino di Londra.
« Date troppo credito a quell'increscioso individuo. Lasciatelo perdere, se lo ignoriamo finirà » le mie più che altro erano speranze vane, ma pur sempre tali.
Draco Malfoy, un nome e una garanzia.
Era un quindicenne dai tratti spigolosi con i capelli molto lisci, sottili e biondi. Aveva due occhi che reincarnavano l'acciaio e l'argento fuso, quasi come il cielo in tempesta.
Non si poteva certo negare che fosse un bel ragazzo, certo, ma una persona come lui non meritava nemmeno una descrizione.
Era un essere spregevole, arrogante, che godeva nell'umiliare gli altri e farli sentire inferiori.
Non si era mai fatto alcuno scrupolo, non si pentiva mai e non si preoccupava nemmeno che gli altri soffrissero delle sue parole; per lui era sempre e solo un gioco.
Non lo conoscevo come due amici, assolutamente, lo conoscevo come nemesi e bastardo di prima categoria.
Quando avevo solamente undici anni, al mio primo anno di college, aveva iniziato a dirmi che avevo i denti da castoro, i capelli peggio di un cespuglio e che sembravo proprio una strega, tutta malandata e trascurata. Mi ero sempre chiesta perché proprio io, insomma, non gli avevo mai fatto nessun torto per finire nella sua lista nera. Eppure, tutt'oggi, avevo smesso di pormi domande anche quando mi chiamava Clochard.
Purtroppo, non ero solo io la vittima della sua lingua velenosa. Odiava a morte Harry e si divertiva a rinfacciargli costantemente che fosse orfano; se la prendeva anche con Ron, quello che lui reputava " un pezzente di strada figlio di pezzenti di strada che non sarebbero mai riusciti a sfamare un branco di barboni come loro" ed era orribile ascoltare certe parole.
Io detestavo Malfoy, e non più per le offese che mi riservava, quelle ormai avevano smesso di destabilizzarmi, ma per il tono arrogante, spavaldo e disgraziato con cui si rivolgeva agli altri, anzi, debbo correggermi, con cui si rivolgevano agli altri, lui e il suo gruppetto di figli di papà.
Eravamo ancora in anticipo per l'inizio della lezioni e con Harry e Ron mi stavo avviando alla mensa per fare colazione. « Herm hai trovato il cellulare? » mi chiese Ron, apprensivo.
Negai col capo, era giusto dalla sera prima che non ricordavo dove l'avevo messo ma sicuramente era infognato da qualche parte nella borsa.
Stavo per fare un'altro passo quando una voce odiosa e divertita mi giunse alle orecchie.
« Ecco il trio dei Barboni! Come sono passate le vacanze alla fogna, vi siete divertiti? »
Harry e Ron mi si pararono subito davanti, quasi a proteggermi, ma non potei fare a meno di scansarli. Io mi salvavo da sola, non volevo essere il chiodo debole o chissà cos'altro.
« È un piacere anche per me rivederti, Malfoy. I tuoi capelli hanno subito un invecchiamento precoce? Perché, sai, è dallo scorso anno che mi domandavo se ti hanno fatto entrare nella squadra di calcio perché sei decrepito »
I quattro ragazzi che mi stavano di fronte, una sorta di troupe del biondo ossigenato, mi guardarono in cagnesco.
« Lurida pezzente, cose osi offendere il mio Dracuccio?! » Pansy Parkinson, a detta di molti la fidanzatina con le corna, mi guardò oltraggiata avvicinandosi subito a quella stazza di senza cervello alto un metro e novanta.
« Herm.. non ne vale la pena, lasciali stare »
« No Harry. No. Mi sono davvero stancata! »
« Ouch, si è stancata. Che paura » Daphne Greengrass, altra componente della troupe dei ricconi, classica barbie senza cervello, mi guardò divertita.
Nessuno era a conoscenza dell'episodio in cui avevo tirato un pugno a Malfoy quindi doveva stare attenta perché sapevo usare bene le mani.
« Cosa c'è Greengrass, hai paura che una sudicia spazzacamini rovini la tua camicetta rosa? »
Il nostro era un vero e proprio schieramento verso il fondo del corridoio: noi tre a destra e loro cinque sulla sinistra. Alcuni studenti si erano fermati a guardarci e non m'importava proprio niente di dare spettacolo; non avevano alcun diritto e alcuna superiorità!
« Su Granger levati che dobbiamo passare »
« Nott, non mi dare ordini » scandii lapidaria.
« Lasciatela in pace brutti cretini » Ron mi agguantò il polso, cercando di farmi demordere da una rissa che sarebbe inscenata nel giro di pochi istanti.
« Esattamente, Malfoy, che cazzo vuoi dalla mia vita e da quella dei miei amici?! Non ti è bastato l'avvertimento di due anni fa? Vuoi che lo dica anche ai tuoi amici di convenienza? » Sbottai, abbastanza innervosita.
« Clochard, vedi di non urtare anche i miei nervi con quella voce gracchiante » finse di tapparsi le orecchie, al che mi irritai ulteriormente « Sei troppo scontrosa e poco domabile.. ed io che pensavo di assumerti come sguattera della mia immensa villa »
« Mi stupisci così, furetto. Sai, se avessi acconsentito avrei potuto farti affogare con le mie stesse mani. Pensa, tu che entri tranquillamente nella vasca da bagno ed io che ti annego senza alcuno sforzo » sarebbe ideale!
« Che scellerata! Rischieresti persino il carcere per farmi fuori? Allora devi odiarmi davvero tanto »
« Cosa c'è Malfoy, non t'e l'aspettavi? Credevi forse che fossi disposta a farmi sottomettere da un cretino come te? »
« Ovviamente, sarebbe un'onore per una come te! »
« E perché mai? Sei figlio di un politico ma non sei nient'altro che un montato. Io come sono, eh? Una barbona? Ma pensala come diavolo ti pare ma stai pur certo che le tue parole non mi scalfiscono più. Tu non mi scalfisci più; mi fai solo ribrezzo, come i vermi che strisciano per uscire dalla terra. Malfoy, non fare la predica a me, non ci guadagni proprio nulla, ad eccezione dell'elogio delle scimmie dei tuoi amici, certo, ma ti ripeto che tu non sei nulla. A nessuno importa di te, agli altri importano i soldi. Io ho una famiglia che mi vuole bene, degli amici fantastici, ma tu? Che hai tu a parte finta ammirazione e tanti soldi? Spero tu sia consapevole che i soldi non fanno la felicità e quando uscirai da qui non sarai altro che il ragazzo ricco. Non quello simpatico, quello intelligente o quello stimabile. Solo un ragazzo ricco che ha solo soldi, solo ville, e che sarà solo per sempre! » Non mi pentii affatto delle mie parole, avevo tirato fuori tutto ciò che pensavo e che meritava di sentirsi dire.
Ero stata zitta un po' troppo, una bambina non era altro che tanti pensieri confusi e muraglia facile, ma ora  ero quasi una donna, con i miei ideali, i miei libri, la mia cultura, la mia politica. Con una capacità di mandare all'inferno chi mi aveva fatto stare male, forse troppo.
Forse non mi ero sfogata solo per questo, forse era stato l'odio di una bambina di dodici anni in preda alla sua prima cotta e alla sua prima presa in giro. Forse un poco entrambe, visto che da piccola avevo perso la testa per il bambino più antipatico e stronzo dell'universo.




ANGOLO NOIOSO:

Buonsalve a tutti lettori che, se siete arrivati fin qui spero abbiate trovato piacere a leggere la mia Hermione. Sono anni che Draco/Hermione sono la mia OTP ma non avevo mai pensato di scriverne una io. I motivi sono molteplici ma vi basti sapere che non avevo alcuna intenzione di scrivere una long fatta dai comunissimi clichè ( che poi è un termine troppo bonario a parer mio ) e quindi totalmente priva di originalità. Spero di star riuscendo nel mio intento perchè ci tengo davvero tanto a questo 'scritto'. Ad ogni modo penso abbiate notato la totale assenza della magia ma non fatevi ingannare, più avanti si capirà tutto. Ho scelto di scrivere questa storia in prima persona per distanziarmi anzitutto dalle altre e perchè volevo davvero provare a buttarmi nei panni della Granger ( nonostante io abbia un carattere quasi opposto). La storia non è ad alcun scopo di lucro e JKR deteniene i diritti di tutti i personaggi.
Blatero troppo, scusatemi. Spero lasciate un piccolo commentino per farmi sapere che ne pensate e nulla, alla prossima <3

baci, Wolfirea :)



  
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