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Autore: _DangerDays_    23/08/2015    2 recensioni
[Principalmente Ereri. Accenni di varie altre ship. Scuola superiore. AU.]
“Levi era oltraggiato.
Non riusciva a capire ancora come lui era finito ad indagare in una stupida scuola superiore. In fondo era un agente.”
-
Prima storia in assoluto in questo fandom, spero di esserne “degna”. Inoltre vi prego di scusarmi se i personaggi sono un po' OOC. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Buona lettura!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tre.

Il giorno dopo, a scuola stava andando tutto assolutamente come sempre: le solite lezioni, i soliti professori.

Arrivò l'ora di pranzo, e come al solito Levi vi andò con Eren, Mikasa, Armin, Sasha, Jean, Annie e Christa. Come era prevedibile, si misero a parlare della festa e a fantasticare su tutto quello che avrebbero potuto fare e provare. Anche solo a fantasticare si divertivano, quei ragazzi.

-I genitori ci sono?- domandò all'improvviso Levi, distaccato come sempre. Eren lo guardò e sorrise.

-Ovvio che no. Saremo solo minorenni!- annunciò poi, fiero. E questa fu una delle poche volte in cui Levi dovette trattenere una risata. Già, pensò, proprio tutti minorenni. E si chiese come avrebbero reagito se avessero saputo che in realtà lui non era affatto un minorenne, tanto meno un liceale. Intanto, pochi centimetri di fianco a lui, Christa e Sasha parlavano di cosa si sarebbero messe. La bionda stava spiegando all'altra ragazza che sarebbe andata il giorno dopo a comprare il suo vestito.

-Davvero?! Posso venire anche io?- domandò con occhi sognanti Sasha, già pregustando un bellissimo pomeriggio in compagnia dell'amica.

-Ma certo- sorrise Christa. Levi si mise in mezzo, provocando una reazione di sorpresa in entrambe le ragazze.

-Potrei venire anche io? Non so cosa mettere- si bloccò e poi aggiunse -e mi piacerebbe uscire con voi, ragazze- anche se la sua faccia diceva tutto il contrario. La mora arrossì un po' e rispose di sì, subito seguita da Christa. Eren fece l'occhiolino a Levi, per poi spostare lo sguardo e continuare a parlare con Armin e Mikasa.

Quando tutte le ragazze se ne furono andate, Eren chiamò vicino a se i rimanenti.

-Allora- cominciò -chi avete intenzione di invitare?- chiese con una leggera sfumatura maliziosa nella voce.

-Io credo che verrò da solo- proclamò Armin, arrossendo leggermente -non credo che qualcuno possa voler uscire con me-.

-Sciocchezze! Puoi provare a chiedere a Christa- gli suggerì l'amico.

-Christa? È troppo al di sopra delle mie aspettative…-. Eren decise di lasciar perdere.

-Io… Andrò con Annie- dichiarò insicuro Jean, seguito da un'espressione stupida da parte dell'organizzatore della festa e del suo migliore amico.

-Ma che guardate! Gliel'ho chiesto e lei ha detto di sì!- disse Jean, seccato. Anche se quella era sono una parte della verità. In realtà l'aveva chiesto prima a una ragazza di nome Ymir, dell'altra classe, che in quel momento stava parlando con Annie. Ymir lo liquidò dicendo che ci andava con un'altra persone e che comunque non ci sarei mai andata con te. Per poi lasciarlo lì come uno stupido. Allora aveva rivolto disperato lo sguardo verso Annie, che con un sospiro aveva detto le seguenti parole: okay, ti accompagnerò io perché mi fai pena. Ma ricorda: non ballerò con te e tu non mi parlare, chiaro? Ed era chiaro per Jean che se non avesse accettato quell'invito, non sarebbe andato proprio con nessuna al ballo, facendo la figura dello scemo sia con Eren che con tutti quelli del loro anno. Comunque decise di tenere tutto questo per se, non avrebbe mai ammesso tutto questo davanti a quei tre.

-E tu, Levi?- chiese Eren, curioso come non mai -con qualcuno ti dovrai pur presentare!-

-forse lo chiederò a Sasha- rispose distaccato, annoiato da quel discorso così infantile. I tre presenti fecero facce prima di incomprensione, poi di stupore e infine di divertimento, particolare cui Levi non badò minimamente, incamminandosi verso la sua prossima aula.

 

Ebbene arrivò venerdì. Verso le cinque del pomeriggio suonarono al suo citofono.

-Chi è?- chiese.

-Sono Sasha! Armin mi ha detto dove abitavi, quindi ti siamo passate a prendere!- annunciò fiera la ragazza.

-Oh, certo, scendo- in un paio di minuti Levi era di sotto, nel sedile posteriore della macchina della madre di Christa, insieme a Sasha.

-Ragazzi, vi poserò in centro, lì ci sono molti negozi- disse la donna che stava guidando -poi mi telefonate, okay?-

Da dietro, il ragazzo vide Christa annuire felice, per poi dire -oh, non vedo l'ora di avere la patente! E voi, ragazzi?- chiese girandosi e sorridendo amabilmente.

-Oh, anche io! Sarebbe bellissimo poter uscire da soli!- annunciò Sasha, al contrario del ragazzo al suo fianco, che non rispose.

La mamma di Christa ridacchiò un po', per poi annunciare -siamo quasi arrivati-. E pochi minuti dopo erano in centro, il sole non troppo caldo di settembre luminoso sulle loro teste.

Subito Christa afferrò il polso di Sasha e la condusse in un negozietto lì accanto, con Levi che le camminava dietro. Quest'ultimo si fermò sulla soglia della porta, notando una figura femminile dall'altro capo del negozio: Hanji. Perfetto, speriamo faccia finta di non conoscermi. Come non detto. Nel preciso istante in cui le due raggazze si allontanarono da lui per andare a fantasticare su vestiti di sicuro troppo costosi per loro, Hanji si girò verso di lui, e lo chiamò ad alta voce.

-AKERMAN!- urlò entusiasta, per poi avvicinarsi -come va la…- Levi la bloccò con lo sguardo, per poi puntarlo su Sasha e Christa, che si erano girate per vedere chi era che chiamava il loro amico. Hanji afferrò il messaggio e sorrise, per poi dire -come va la… scuola superiore? -. Sasha intanto si avvicinò a lui, sussurrandogli “ma chi è… ?”

-è… la mia professoressa dello scorso anno. Vero, professoressa Zoe?-. L'interrogata annuì, divertita.

-Oh, certo. Spero che tu vada meglio dello scorso anno con i voti-. Se si potesse uccidere con lo sguardo, Hanji sarebbe già morta, pensò Levi. Intanto Christa, che era rimasta silenziosa, si illuminò e sorrise, rivolgendosi alla donna.

-Sa, lei è davvero giovane per essere una professoressa! Magari ce ne fossero così nella nostra scuola!-. Dopo tutti questi complimenti, Hanji arrossì un po'.

-Ma no, io ho quasi trentaquattro anni!- disse in imbarazzo.

Sasha intervenne -davvero?! Io gliene avrei dati molti di meno!-

Levi si irritò, quando queste continuarono a inviare complimenti verso la sua collega, ed esclamò un acido “ora basta, sennò non faremo in tempo a prendere il vestito!”

Hanji si illuminò -il vestito? Oh, andate ad una festa? Come vorrei tornare giovane come voi- disse con gli occhi che brillavano. Allora perché non l'hai fatto tu questa stupida cosa?! Pensò Levi.

-Se volete vi posso aiutare! Akerman, conosco perfettamente il tuo stile, potrei darti qualche bel consiglio!-. Subito le ragazze accettarono, entusiaste. Appena torno in ufficio la ammazzo.

-Certo- si sforzò di sorridere, con ben pochi risultati -ma prima le donne!-

Sasha e Christa si provarono davvero molti vestiti prima di trovare quello giusto.

Entrambi arrivavano fino alle ginocchia ed erano senza spalline. Quello di Christa era di un bel blu notte, che si abbinava perfettamente ai suoi occhi azzurri come il cielo, ed era fasciato sulla parte aderente al seno per poi aprirsi morbido fino all'orlo. Quello di Sasha invece era di un grigio chiaro, quasi aderente al suo corpo, ed aveva una sottile fascia in vita che formava un fiocco sulla parte posteriore dell'abito. Guardandole, Hanji non poté trattenere esclamazioni come “ma siete bellissime!” e “cavolo, vi stanno proprio bene”. Le ragazze pagarono e poi si diressero insieme in un negozio di abiti maschili dal lato opposto della strada.

-Oh, prendiamo un abito?- chiese Sasha curiosa, usando il “noi”.

Hanji osservò un attimo Levi, per poi esclamare -Penso che al signorino Akerman starebbe proprio bene un jeans e una camicia. Sì, proprio così-. Ed aveva ragione. Quando provò la seconda camicia che avevano scelto per lui, le ragazze rimasero senza parole, e la donna, orgogliosa, lo andò ad abbracciare.

-Togliti subito o quando torno ti farò pulire il bagno dell'ufficio- sussurrò Levi con una vena che gli pulsava sulla tempia. La collega si spostò subito e fece finta di sorridere.

La camicia in questione era una semplice camicia nera, con un piccolo taschino sul lato destro, a maniche lunghe. Sì, era una camicia come tutte le altre, ma addosso a Levi sembrava così elegante e calzava così bene da far quasi impallidire un modello di abiti da uomo.

-D'accordo, la prendo- constatò infine quest'ultimo, senza guardare il prezzo.

Arrivato alla cassa, la commessa annunciò -sono cento euro-.

A Levi venne quasi un colpo nel sentire il prezzo. Non aveva così tanti contanti al momento. Fu costretto ad usare la carta di credito. Appena la tirò fuori, un coretto di “oh”, “ma hai una carta di credito?!” e “vorrei averla anche io”, si levò dalle due liceali, esterrefatte.

-I tuoi genitori ti hanno addirittura dato una carta di credito?- domandò Christa.

Levi era irritato -Sì- rispose semplicemente, ignorandole un po'. Pagò e uscirono dal negozio.

-Accipicchia, Levi, con questa ci farai un figurone alla festa!- esclamò Hanji.

-Lei non dovrebbe andare, professoressa?- disse invece Levi, di rimando, marcando sull'ultima parola.

-Oh… effettivamente sì- rispose la donna, leggermente spaventata -meglio che vada! Ciao ragazzi!- e se ne andò, tremante e soddisfatta al tempo stesso per aver preso un po' in giro il suo collega.

Dopo qualche minuto, Christa chiese allegra -a proposito, con chi ci andate?-

Sasha abbassò lo sguardo -beh, credo che andrò da sola…-

l'amica fece una faccia stupita -e sprecare la bellezza di quel vest…-

Levi la bloccò, chiedendo a Sasha -vuoi venire con me?-. La ragazza arrossì leggermente e rispose un “sì” farfugliato, felice e davvero stupita.

-Allora ti passo a prendere domani con Armin- constatò lui.

-Certo. E tu con chi andrai, Christa?- chiese la mora, ora davvero allegra. L'interpellata avvampò e lanciò uno sguardo in direzione di Levi, come a dire ora non posso dirtelo.

-Io… ci andrò con una… persona…- rispose infine, vaga.

L'amica la guardò -Ehm, okay- poi le sussurrò “dopo ti chiamo”. Christa annuì, per poi comporre il numero della madre. Riaccompagnarono Levi a casa, che andò a sistemare la camicia nell'armadio.

-Ma tu guarda quanto ho speso, maledizione!- disse a nessuno. In quel preciso momento, il campanello di casa sua suonò per la seconda volta quel giorno. Seccato, Levi si avvicinò al citofono, e si irritò non poco quando si rese conto che quelli sotto casa sua erano niente di meno che Eren e Armin.

-Che ci fate qui?- chiese, senza aprire.

-Una serata tra ragazzi! Tanto domani non c'è scuola!- rispose entusiasta Eren.

-Non se ne parla. Non ho neanche cenato- disse Levi.

-Neanche noi! Abbiamo portato le pizze surgelate!- ribatté a sua volta l'altro, facendo quell'espressione da cane bastonato come quando vole qualcosa.

-E va bene, vi apro. Ma alle dieci al massimo andate a casa, intesi?!- concesse alla fine.

-Sissignore!- esclamarono all'unisono i due, mentre aprivano la porta dell'edificio. Pochi minuti dopo, erano dentro che mettevano le pizze nel microonde.

-Certo che è proprio ordinata questa casa!- esclamò Armin sorpreso.

-Allora davvero non scherzavi che ti piace pulire!- aggiunse Eren.

-Te l'ho detto. Non scherzo mai-.

Alla fine mangiarono e guardarono un film che avevano noleggiato i due ospiti, “Shutter Island”.

Levi non parlò molto, al contrario degli altri due, che non smettevano un attimo, neanche per prendere fiato -soprattutto Armin- . Finalmente arrivò il momento in cui quei due se ne dovettero andare. Sulla soglia, Eren guardò Levi dritto negli occhi, per poi dire -grazie, grazie davvero. Sai, nonostante i tuoi modi probabilmente siamo diventati buoni amici!-, al che Levi rispose un poco convinto “mh mh”, rubando un sorriso a Eren, che si girò e se ne andò.

Davvero, si ritrovò a pensare, cosa diranno quando scopriranno la verità?! E la cosa strana, era che non avrebbe mai pensato di preoccuparsi di questo. 
 

L'autrice dice:
Konnichiwa, minna-san! Eccomi tornata, e neanche tanto fuori tempo u.u L'unico problema è che il quarto capitolo non è pronto, aah. Sarà il capitolo della festa! :)
Giusto, ringrazio davvero di cuore tutti quelli che hanno recensito gli altri capitoli, perché ho preso anche più sicurezza. Ovviamente ringrazio anche chi ha messo nelle seguite/ preferite/ ricordate.
Baci, 
BG_01

 

  
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