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Autore: Goten    02/02/2009    7 recensioni
Basta! Avevo deciso, avrei raggiunto Emmett e Jasper e li avrei avvisati che me ne stavo andando, feci solamente un passo quando tre ragazze mi passarono davanti camminando velocemente sparendo fra la folla che, in quel momento cessò di esistere nella mia mente. Un profumo di rose e lavanda mi invase facendo riemergere per un attimo il vampiro sedato in me. I miei occhi solitamente dorati ora erano tinti di nero pece, il mio volto scattò nella direzione che avevano preso le tre ragazze, una di loro aveva quel profumo delizioso, sublime... potevo già sentire i miei denti rilasciare il veleno nella mia bocca. Dovevo assolutamente raggiungerla! Dimenticai Emmett e Jasper, il mio obbiettivo era lei. Mi feci largo fra gli umani nella sala, la sua scia mi guidava come un faro in una tempesta, i corpi attorno a me continuavano a strusciarsi, ad agitarsi. Nonostante la mia vista perfetta, non riuscivo a vederla, dov'era? Dov'era?! Maledizione!! Anche il suo profumo stava svanendo in quel posto! L'agitazione mi stava devastando!! Dovevo trovarla!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ringrazio davvero tantissimo chi commenta e anche le 20 persone che lo hanno messo nei preferiti, adesso, sarò sincera, la mia idea è di aggiornare una volta alla settimana, questo perchè stavolta la fiction la scrivo man mano che mi viene in mente, non è pronta come la volta scorsa, quindi, il prossimo capitolo lo posterò lunedì prossimo.


Capitolo 2


<< Posso? >>

La vidi alzare lo sguardo dal libro che teneva in mano e guardarmi con i suoi grandi occhi scuri.

<< Oh, certo... >> Rispose impacciata, spostando i suoi appunti di scuola.

<< Grazie. >> Mi sedetti di fronte, aveva le guance leggermente rosse, adoravo quando era in imbarazzo. << Allora, sempre con il naso sui libri? >>

Mi fece un piccolo sorriso di circostanza. << Già. Stavo ripassando per il test di lunedì. >> Mescolò il suo cioccolato caldo un paio di volte e tornò al libro che reggeva con l'altra mano.

<< Vuoi una mano a studiare? >> Non mi piaceva quando non avevo la sua attenzione.

<< Mmm >>

Non alzò neanche lo sguardo, ora ero sinceramente arrabbiato con quel libro, lo osservai sperando che il mio sguardo lo incenerisse.

<< Questo povero libro non ti ha fatto nulla Edward. >>

Sollevai gli occhi incrociandoli con i suoi. << Non è vero. >>

Spostò di poco la testa osservandomi scettica. << Certo, ovviamente questo libro ti ha causato chissà quali danni... >>

<< Beh, intanto mi toglie la tua attenzione. >>

Sbatté due volte le palpebre, probabilmente cercando di capire se dicessi sul serio o se la stessi prendendo in giro.

Sospirò piano e con mia somma gioia lo chiuse riponendolo nello zaino accanto a se, stessa fine fecero i suoi appunti di scuola.

Bene, così andava meglio, mi era semplicemente bastato dirle che volevo la sua attenzione? Mi stava facilitando il compito.

Mi osservò circospetta. << Se mischio la mia cioccolata va bene? >>

Sbuffai. << Ovvio. >>

La mescolò un paio di volte e poi la spinse di lato allungandosi verso di me.

<< Ti posso confidare una cosa? >> Sussurrò.

D'istinto mi allungai anch'io. << Certo. >> Chissà cosa voleva dirmi di così importante da arrivare perfino a sussurrare...

<< Edward... >>

Adoravo quando mi chiamava per nome.

<< Ti devo confessare che... >>

Cosa? Cosa doveva confessarmi?

<< ... con o senza libro, la mia attenzione... TE LA SOGNI! >> Si alzò di scatto uscendo a passo veloce dal locale, tutti gli sguardi degli altri clienti erano fissi su di me.

Li fissai male tutti quanti.

Bella mi stava facendo davvero innervosire, possibile che su di lei io non avessi lo stesso effetto che avevo sulle altre persone? Perché?! L'unica ragazza che mi interessava e da cui mi sentivo attratto, era anche l'unica che non voleva saperne di me...

Maledetta la sua mente contorta!! Maledii il fatto di non poterle leggere nella mente.

Ripensai al nostro primo incontro, dopo averla accompagnata dalla sua amica, che scoprì essere sua sorella, rimasi attaccato a lei e anche i miei fratelli non erano da meno con le sue sorelle.

L'unica che apprezzava parecchio la presenza di uno di noi era Rosalie, si stava mangiando Emmett con gli occhi e anche lui non era da meno.

Jasper guardava Alice assiduamente, la stava imbarazzando in modo atroce, mentre la mia Bella sembrava tesa, non imbarazzata, ma pronta a scattare in qualunque momento.

Le sfiorai con gentilezza un braccio. << Va tutto bene? >> Sapevo di aver usato il tono di voce più suadente che avevo, ma la sua reazione mi lasciò spiazzato.

Si spostò dal mio tocco e senza guardarmi aggiunse.

<< Tutto bene, grazie. >>

La osservai per una piccola frazione di secondo confuso. << Davvero? >>

Chiuse gli occhi e respirò profondamente. << Si, ma non usare quella voce con me. Odio essere incantata. >>

Lo stupore si dipinse sul mio viso, lei sapeva che stavo cercando di ammaliarla!

<< Perché dici così? >> Mi ero posizionato alle sue spalle, le mie mani scorrevano sulle sue braccia bianche.

<< So cosa sei. So cosa siete: vampiri. >>

La sua voce era tesa e il suo cuore batteva furioso.

<< Ma so anche... che non vi nutrite di esseri umani. >>

Questa poi, come faceva a saperlo? Decisi di cambiare atteggiamento, se la mia voce suadente non aveva effetto, forse trattandola da persona normale potevo avvicinarmi di più a lei.

<< D'accordo, così va meglio? >>

Respirò ancora profondamente. << Si. >>

<< Adesso potresti guardarmi mentre parliamo? Prometto che non ti incanterò. >>

Si voltò verso di me, quello che non avevo contato era che fui io, ad essere incantato dal suo sguardo.

<< Allora... chi ti ha parlato di noi? >> Per un attimo, ero rimasto senza parole.

<< Nostra madre. >>

La loro madre ci conosceva? O forse era più facile supporre che fosse a conoscenza del patto, ma non aveva informato le figlie.

<< E' stata lei a mandarvi qui? >>

<< Si. >>

Perché era così restia nel rispondere? Dovevo tirarle fuori ogni risposta con un rampino! Decisi di abbandonare l'argomento, magari più avanti lo avrei ripreso, adesso, quello che volevo era che lei non si staccasse più da me.

<< Quindi non hai paura... di me... >>

Sbatté gli occhi un paio di volte. << Beh ecco, non lo so. Più che altro, mi stai infastidendo. >>

Una smorfia si impossessò del mio viso. Io la stavo infastidendo?! Questa era la prima volta nei miei quasi cento anni che una donna mi diceva queste parole.

Ero sinceramente colpito!

<< Non potresti andare ad abbindolare qualcun'altra? >>

Questa domanda mi spiazzò ancora di più!

<< No. >>

Sbuffò e si voltò verso le sue sorelle. << Possiamo andare? >>

I pensieri delle sue sorelle erano limpidi per me. Rosalie non voleva assolutamente lasciarsi scappare Emmett, chissà cosa avrebbe fatto se le avessimo detto che per nulla al mondo avrebbe potuto perderlo.

Alice invece era confusa, non sapeva che fare, Jasper non le era indifferente, ma non si fidava al cento per cento, e Bella, beh lei era un mistero per me, tranne per il fatto che non mi voleva e me lo stava facendo capire in tutti i modi possibili.

<< Alice, ti prego, domani è il nostro primo giorno di scuola! >>

Scuola? Mmm... bene, allora l'avrei rivista sicuramente.

Alice si avvicinò a Bella, sempre con Jasper al suo seguito. << Rose! Possiamo andare?! >>

Lo sguardo di sua sorella se avesse potuto l'avrebbe incenerita.

<< Devo andare. >> Disse ad Emmett.

Si avvicinò a lui. << Vienimi a trovare >> gli sussurrò all'orecchio per non far sentire alle due sorelle il suo invito.

<< Sicuramente. >>

Lo baciò all'improvviso, stupendoci tutti. Wow! A quanto pare Emmett era già accasato.

Bene, rimanevamo solo io e Jasper...


Tornai con la mente al presente, ero ancora infastidito dal fatto di avere solo biologia con Bella, durante le altre lezioni mi dovevo accontentare di vederla tramite gli occhi degli altri.

La pioggerellina scendeva fine su tutta la città, agli occhi di tutti, eravamo semplici esseri umani, un po' particolari per il nostro colore della pelle, ma nessuno sospettava di noi. Nessuno sapeva del patto che secoli addietro era stato stipulato fra la nostra razza e quella umana.

Io lo consideravo un patto inutile, all'epoca forse andava bene per i vampiri che si nutrivano di umani, ma ora, noi ci nutrivamo di animali e quindi il patto poteva anche essere sciolto.

Ma a quanto pare, i Volturi volevano che fosse rispettato. E dato che nel patto ora era compresa Isabella, chi ero io per non volerlo rispettare?

Ghignai, non dovevo comportarmi così, lo sapevo, stavo obbligando una ragazza umana a prendermi come suo compagno, sia che la cosa le piacesse oppure no... ma io sapevo di essere una creatura sostanzialmente egoista. Sapevo di volerla tutta per me, non era solo il suo odore a piacermi, anche i suoi occhi mi avevano stregato. Il suo modo di fare mi lasciava spiazzato. Mi affascinava con i suoi modi di fare.

Ero arrivato alla conclusione che tutto in Bella mi piaceva, se fossi stato ancora umano, questo sentimento avrebbe di sicuro avuto un nome... ma per adesso, non volevo darglielo.

Mi alzai svogliatamente, uscì dalla piccola caffetteria e mi rintanai in macchina.

Sfrecciai verso casa, avevo bisogno di pensare e riflettere accuratamente su Isabella.

Già a casa?

Jasper era intento a giocare alla Playstation da solo.

<< Si, a cosa stai giocando? >> Buttai il cappotto sul divano e mi misi seduto accanto a lui.

<< Un gioco d'auto, fai una gara? >> Mi lanciò una manetta.

<< Ma si, dai qua che ti straccio! >>

<< Questo è da vedere! >>

Giocammo come due idioti, spintonandoci ogni tanto, sopratutto quando Jasper vedeva la mia auto sorpassarlo.

<< Non vale Edward!!! >>

<< Certo che vale! >> Ghignai strafottente.

Sullo schermo comparve la scritta “you win!”

Mi voltai verso di lui sorridente. << Ho vinto! >>

Jasper si alzò esasperato. Vado a caccia.

Annuì mentre vagliavo la selezione di giochi disponibili, fare quella gara con Jasper mi aveva momentaneamente tolto dalla mente Isabella.

Ora che ci facevo caso, Emmett non c'era, dove si era andato a cacciare? Di solito a quest'ora s'impadroniva del televisore per guardare quegli stupidi telefilm infantili.

<< Mamma, hai visto Emmett? >>

<< E' uscito con Rosalie, sono al centro commerciale. >>

Un mio sopracciglio scattò in alto arcuandosi. Emmett in un centro commerciale? Quella Rosalie lo aveva proprio ammaliato.

E' veramente una bellissima ragazza! Dovresti vedere come è appassionata di auto!

I pensieri di Esme mi arrivarono tranquilli. A quanto pare Rosalie era una fan di automobili.

Chissà invece cosa piaceva a Bella...

Rimasi a giocare per poco meno di dieci minuti, non riuscivo più a togliermi dalla mente quella domanda. Dovevo sapere qualche cosa di più su Bella, cosa le piaceva, i suoi interessi, i suoi fiori preferiti... tutto!

Dovevo solo trovare una scusa per andare da lei... già, ma quale? Non potevo semplicemente andare da lei e dirle: Oh ciao! Scusa vorrei sapere tutto di te!

Credo che mi avrebbe sbattuto la porta direttamente in faccia.

Sbuffai. Perché doveva essere così complicata la faccenda?

Il telefono di casa cominciò a suonare, Esme andò a rispondere e io tornai ai miei pensieri, questo almeno finché non sentì la voce della mia Isabella dall'altra parte della cornetta.

<< Pronto? >>

<< Ehm.. signora Cullen? >>

<< Si >>

<< Salve, sono Isabella Swan, mi scusi se la disturbo. >>

<< Oh no cara, niente affatto, dimmi pure. >>

<< Ecco, mi domandavo, mia sorella Rosalie, non è li da voi? >>

<< No, mi dispiace, è ancora fuori con Emmett, credo si fermino al centro commerciale a mangiare. >>

<< Ah, capisco. Beh, mi scusi ancora per il disturbo. >>

<< Ti serviva qualcosa di urgente? Posso darti il numero di cellulare di Emmett. >>

<< No no, si figuri, Rosalie si sarà dimenticata che era il suo turno di andare a prendere le pizze, non si preoccupi. Era solo una sciocchezza. >>

<< Bene, allora, buona serata. >>

<< Grazie, anche a lei. >>

Bene, credo di avere la scusa per andare dalla mia Bella.

Veloce presi il cappotto che avevo appoggiato sul divano, afferrai le chiavi della Volvo e corsi verso casa Swan.

Tempo record, cinque minuti e tredici secondi. Scesi dalla macchina e salii i tre gradini del portichetto.

Bussai e attesi.

Pochi istanti dopo, la porta si aprì e una Bella decisamente sorpresa si parò davanti a me.

<< Tu?! Che ci fai qui Edward? >>

Sorrisi gentile. << Ti accompagno. >> Le indicai la macchina, ero felice di averla lasciata senza parole.

<< Bella! Chi è? >>

Alice comparve dietro sua sorella. << Oh ciao Edward! >> La salutai con la mano. << Bella, fallo entrare! >>

Si spostò di lato come un'automa, entrai venendo avvolto dal profumo di Isabella, decisamente era impregnata tutta la casa.

Smisi di respirare, se non volevo ucciderla, era meglio evitare che il vampiro dentro di me prendesse il sopravvento.

<< Allora Edward, cosa ci fai qui? >> Esclamò il piccolo folletto, mentre agguantava un barattolo di yogurt e si metteva seduta sul divano incrociando le gambe sotto di se.

<< Beh, sono venuto per portare Bella a prendere le pizze. >>

<< Oh bene! Io con le patatine. >>

Bella la guardò come se fosse un aliena. Quanto mi sarebbe piaciuto sapere cosa pensava in questo momento.

Spostò il suo sguardo su di me e poi, con un semplice sbuffo si allontanò sparendo nell'altra stanza.

<< E' andata a prendere la giacca. >> Mi suggeri Alice con voce complice, tenendo in mano il cucchiaino.

Le sorrisi.

Chissà Jasper che sta facendo...

Un immagine di mio fratello balenò nella sua mente.

<< E' a caccia in questo momento. >> Le risposi.

Mi guardo con gli occhi spalancati.

Come...

Ghignai mentre mi picchiettavo un dito sulla tempia. << Leggo nella mente. >>

<< Wow!! >>

Quindi posso parlarti anche così?

<< Si, direi di si. >>

E Jasper invece? Lui cosa fa?

<< Sente e riesce a controllare le emozioni della gente. >>

Accidenti, sempre bello!

Bella arrivò in quel momento. << Sono pronta, andiamo. >>

<< Ciao Alice! >>

<< Ciao! >>

Fate con comodo...

Scossi la testa ridacchiando mentre chiudevo la porta dietro di me. Decisamente anche lei non aveva paura di noi.

In macchina Bella era tesa, la pioggerellina del pomeriggio era diventata piano piano un vero e proprio temporale.

Accesi il lettore cd, lasciando che le note di Claire de Lune si diffondessero in macchina.

La sentì sospirare.

<< Se non ti piace, puoi cambiare. >>

<< No. Mi piace Debussy, è molto romantico e malinconico. >>

La guardai per un attimo.

<< Si, lo penso anche io. >>

E un po' la vidi rilassarsi, io invece provai a respirare con il naso e subito, forte come una cascata di mattoni, il suo odore mi colpì e infiammò la gola.

Era il profumo più buono che avessi mai odorato.

<< Come facevi a sapere che mi serviva un passaggio? >>

Ottimo, se parlavamo mi sarei distratto dalla voglia di morderla subito.

<< Beh, diciamo che ho sentito la tua conversazione con Esme. >>

<< Esme? >>

<< Mia madre. >>

<< Oh... capisco. Hai origliato! Sei un vampiro spione. >> Ridacchiò prendendomi in giro.

Mi piaceva che l'atmosfera si stesse rilassando fra di noi.

<< No, mi spiace ma hai sbagliato. Io non spio, quello è Emmett. >>

Mi guardò scettica.

<< Stavo giocando alla Playstation di Jasper e ho sentito la tua conversazione, noi vampiri abbiamo un udito molto sviluppato. >>

Si girò verso di me. << A cosa stavi giocando? >>

<< Mmm... prima abbiamo fatto una gara di auto, poi stavo guardando a cosa giocare. Ti piacerebbe provarla? >>

<< Magari un giorno. >> Accennò un piccolo sorriso.

<< Benissimo, allora un giorno ti aspetto per una partita. >> Le risposi sincero.

<< Siamo arrivati. >>

Parcheggiai l'auto e alla mia velocità, andai ad aprirle la portiera.

<< Wow! >> esclamò sorpresa. << Dovrò abituarmi. Non fate così anche in pubblico però. >>

<< No, decisamente no. Anzi, se potete evitare di... >>

<< Tranquillo Edward, saremo mute come pesci. Anche se mi stupisco che la gente non vi abbia ancora scoperto. >>

Entrammo nella piccola pizzeria e dopo pochi istanti due pizze fumanti ci vennero consegnate.

<< Tu non prendi nulla? >> Mi domandò innocentemente.

La guardai trattenendo un sorriso ironico. << Dieta speciale, ricordi? >>

<< Oh, scusami! >> era sinceramente imbarazzata.

Tornammo in macchina, l'odore delle pizze copriva quello di Bella, anche se ormai era impresso a fuoco nella mia mente.

<< Edward, posso farti una domanda? >>

<< Certo, dimmi pure. >>

<< Perché tu, Jasper e Emmett ci state sempre così addosso? >>

La mia piccola Isabella aveva visto bene, e adesso cosa le rispondevo?

<< Beh, Emmett e Rosalie si piacciono, quello lo vedi anche tu chiaramente. >>

<< Si, ma tu e Jasper? >>

<< Jasper è molto attratto da Alice e mi sembra che anche lei provi dell'interesse per lui. >>

<< Forse, non ne abbiamo ancora parlato... e tu? >>

Mi sentivo u po' in imbarazzo e un po a disagio, cosa potevo dirle? Se le avessi detto che era soprattutto il suo sangue all'inizio ad attirarmi ma ora era diverso... optai per una sincera verità o almeno una parte di essa.

<< Beh, tu mi incuriosisci. La prima volta che ti ho visto, ho sentito il profumo del tuo sangue, desideravo morderti e assaggiarlo. >>

La vidi spalancare gli occhi sconvolta. Dentro di me pregavo affinché mi lasciasse finire e che capisse.

<< Mi sono trattenuto e ho cominciato a conoscerti. Adesso, non è solo questo che mi attira. Mi incuriosisci... sei, particolare. >>

La vidi arrossire, al mostro piacque e anche a me.

<< Siamo arrivati. >> Le dissi a bassa voce.

Osservò casa sua, sembrava indecisa se scendere o rimanere.

Si voltò verso di me e mi sorrise. << Grazie Edward. >>

<< Di cosa? >>

<< Per avermi accompagnata e per avermi detto la verità. Grazie. >> Il sorriso che mi fece fu la cosa più bella che avessi mai visto ed era tutto per me.

<< Prego. >>

Scese dalla macchina e corse in casa, per quella sera, potevo dirmi felicemente soddisfatto.






   
 
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