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Autore: Ghirlanda    02/03/2005    4 recensioni
L'avevo già pubblicata, è vero... ma poi ho dovuto cambiare la trama... (diciamo che mi sono arrivate delle recensioni piuttosto... Pesanti da parte di qualcuno... è una fic ambientata all'epoca dei malandrini... una babbana che viene dal futuro arriva lì per avvertirli... ci riuscirà? Nota: il primo cap è piuttosto lungo... poi saranno più brevi...
Genere: Azione, Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton, I Malandrini
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Seconda parte:

Seconda parte:

-Svegliati.- Impose una voce.

-Eh…?-

-In piedi, forza! Sono già le sette e due minuti.-

-E… due…?-

-MUOVITI!- Replicò la voce.

Stonk.

Chiunque le avesse parlato le aveva appena dato un colpo in testa.

-Ahia!- Protestò Asdrel.

-Ti ho detto di alzarti.-

-V-va bene.- Asdrel si rese conto di essere l’unica ancora in pigiama. Una divisa comparve magicamente sul suo letto.

-Tira su le coperte. Vestiti e vai a lavarti nel bagno in fondo alla stanza. Tutto entro tre minuti. A meno che tu non voglia incappare nelle ire di Madama Driope.- Le disse una ragazza che riconobbe per Espera.

-Ho capito.- Rispose semplicemente Asdrel. Aveva deciso di adottare la linea del cagnolino fedele. Ogni cosa le avessero detto di fare la avrebbe fatta. Ma questo non valeva per quanto riguardava i divieti. Non tutte quelle norme le andavano a genio…

-Bene. Allora muoviti.-

-Sì.- Due minuti e mezzo più tardi Asdrel si sedette sul suo letto, in attesa di altri ordini.

-Uhm… bene. Meriti una presentazione: mi chiamo Espera.-

-Piacere, Mesembrìa.-

-Mesembrìa? È un nome…-

-Insolito?-

-Abbastanza…-

-Buongiorno mie care alunne del dormitorio B. Come avete passato la nottata?- Chiese Madama Driope, aprendo la porta improvvisamente.

Tutte le ragazze si posizionarono in piedi davanti al proprio letto. Ad Asdrel ricordò le scene di alcuni film sui militari, comunque seguì l’esempio delle sue compagne.

-Benissimo, Madama Driope.- Risposero le altre in coro.

-Bene, bene…- Si avvicinò ad Asdrel. –Vedo che la novellina è già in riga. Forse oggi non dovrò alzare le mani su nessuno, nemmeno su Espera.-

-Tsè, sogna…- Sussurrò Espera. Un sussurro poco… sussurrato.

-Devo ricredermi subito. Venga, signorina Espera. Qui… si metta proprio davanti a me…-

Madama Driope la guardò dritta negli occhi.

-Sa, signorina? È divertente sapere che su di lei io posso sperimentare qualunque incantesimo, grazie al consenso di suo padre.-

-Trova anche lei che sia così bello? Ha gli stessi gusti di mio padre. Se non sapessi le cose come stanno, potrei dire che allora anche lei si diverta a violentare sua figlia. Ma questo è impossibile… lei non ha una figlia.-

Asdrel sentì il cervello svuotarsi… violentare?

-Crucio!- Esclamò Madama Driope. Espera cominciò a contorcersi per il dolore, senza però emettere alcun suono. Dopo poco il tormento finì.

-Bene, brava… nemmeno un piccolo lamento.-

-Se le dessi questa soddisfazione non sarei io, no?-

-Deve finirla con queste allusioni su suo padre.-

-Lo farei, davvero… se fossero allusioni. -

-Un giorno… ma le parole sono sprecate con lei… meglio i fatti! Crucio!-

Questa volta Madama Driope era evidentemente decisa a  far urlare Espera di dolore, perché prolungò l’incantesimo per molto più tempo del precedente.

Asdrel ricordò una cosa.

“Frank e Alice Paciock… sono impazziti a causa dei troppi Crucio…!” Non ci pensò due volte, scattò in avanti parandosi tra Espera e Madama Driope. Sentì il dolore che già aveva provato a causa di Voldemort, pervaderle le viscere.

-Che cosa fai, ragazzina?- Esclamò Madama Driope, interrompendo l’incanto.

-Io…- Asdrel cercò una scusa plausibile. –Io… sono una masochista, non lo sapeva?-

-Una… m-ma…-

-Esattamente. Mi piace provare del dolore.-

-E perché Silente la ha mandata qui, se…-

-Perché mi piace provare del dolore… e farne provare. Ieri ho tentato di dirglielo. Ma non mi ha voluto ascoltare.-

-…-

-Perché mi guarda così?-

-Perché avrei giurato che lei fosse soltanto stata maltrattata da suo padre durante l’infanzia. Questo almeno è ciò che sono riuscita a leggere nella sua mente.-

Asdrel ingoiò un boccone amaro. In effetti quella era la verità. Tentò di cambiare discorso.

-Lei è una legilimens?-

-Diciamo che me la cavo. E non stupirti… anche se le bacchette che diamo in dotazione a voi studentesse sono innocue, non si sa mai che decisione volete prendere… è solo una forma di difesa, ecco tutto.-

-L-la sua lettura è giusta: mio padre mi maltrattava. Ma questo ha solo dato origine alla mia passione perversa per il dolore.-

-Buono a sapersi. Ed ora… filate tutte a mensa: Le altre ragazze hanno dovuto aspettarvi anche troppo.-

 

-Che ti è preso?- Mi sussurrò a tavola Espera. –Sono convinta che tu non sia veramente masochista, vista l’espressione che hai fatto ieri sera quando la Driope mi ha picchiato.-

-Che intendi?-

-Hai provato paura e non desiderio verso quello schiaffo.-

-Può essere… come no. Chi lo sa?-

-Non mi dispiace il tuo modo di fare.-

-Grazie. Ora… potresti passarmi il porridge?-

Continuarono a chiacchierare per un po’. Le altre ragazze cominciarono così a guardare male entrambe, invece che solo Espera. Asdrel chiese spiegazioni:

-Perché ti guardano così storto?-

-Che ne so… saranno gelose…-

-E perché guardano me, storto?-

-Perché invece che unirti ai loro litigi e battibecchi per chi è la più bella, stai parlando con me. E questo le irrita terribilmente. Sai? La maggior parte di loro è convinta di essere finita qui dentro per un errore accidentale, e sono tutte convinte che se si comporteranno bene riusciranno ad uscirne.-

-E tu invece… cosa ne pensi?-

-Io penso che tutte le persone che sono in questa sala sanno che io ho tentato di uccidere mio padre con una maledizione. Nessuno sa la verità su quello che è successo. E posso comportarmi meglio che posso… tanto mio padre rimarrà vittima e non aggressore. Quindi… perché sprecarmi a sottostare alle leggi di quella vecchia megera, quando è così divertente farle perdere la pazienza?-

-Anche se questo è sinonimo di provare dolore?-

-Esatto.- La conversazione fu interrotta dalla fine della colazione e da un annuncio di Madama Driope.

-Tutte nella sala di Trasfigurazione! Avanti. Fra un paio d’ore vi lascerò un po’ in libertà nel giardino grande.-

Tutte le ragazze (facendo un rapido calcolo dovevano essere all’incirca trentasei), Asdrel compresa, si avviarono velocemente in una grande sala a nord della mensa. Una ragazza, che evidentemente stava cercando di muoversi velocemente ed agilmente come le altre, ma le era rimasta ingarbugliata la gonna alla sedia, e non riusciva a liberarla, le diede una gomitata.

Espera commentò:

-Ehi, tu! Stai più attenta!- Poi, quando la guardò in faccia, si zittì subito. Se aveva reagito così, invece che pretendere delle scuse, ci doveva essere un perché.

-Sc-scusatemi… mi-mi dispiace tanto…- Disse la ragazza, guardando Espera ed Asdrel con i suoi grandi occhioni nocciola, che ispiravano fiducia ed insicurezza allo stesso tempo. Espera grugnì un:

-Fa niente.- Poi si allontanò in fretta, lasciando Asdrel sola.

-Non preoccuparti… non mi hai fatto male… aspetta, ti aiuto.- Commentò lei, liberando la gonna dalla sedia. Notò che sembrava fosse stata annodata.

-Oh, g-grazie…-

-Figurati.- Asdrel le sorrise. –Come ti chiami? Se non sbaglio sei tu che mi hai aiutato ieri sera, quando non trovavo la camicia da notte…-

-S-sì. La prima sera ho dovuto dormire vestita… non sapevo dove cercarla. Poi ho osservato le altre… mi chiamo Emera.- Nel frattempo si incamminarono.

-Che bel nome… la personificazione del giorno… mi piace! Io sono Mesembrìa, piacere.- Si strinsero la mano.

-“Mezzogiorno”…-

-Già. Si può dire che io faccia parte di te.-

-Oh, fin troppe cose fanno parte di me… e… a proposito di questo… se tu avessi bisogno di informazioni chiedimele pure adesso. Poi sarà il caso che tu non ti avvicini mai più a me.-

-Che intendi?-

-N-non mi piacciono… le amicizie. Sono la causa della mia presenza qui.-

-A-ah.-

-Ora scusami, ma devo proprio andare. Il mio posto è laggiù.- Asdrel si chiese cosa intendesse Emera con “il mio posto è laggiù”. Poi notò i cartellini sui banchi, dove erano scritti i nomi di tutte le ragazze. Notò che l’unico banco vuoto era quello tra Emera ed Espera e, ipotizzando fosse il suo, vi si diresse, constatando che nel cartellino era scritto proprio il suo nome. Sentì una ragazza commentare:

-Ecco la nuova che sta tra il giorno e la notte… oggi pomeriggio ci divertiremo…-

“Tra il giorno e la notte? Emera ed Espera… sembra quasi una cosa fatta apposta… ed io mi chiamo anche Mesembrìa… speriamo che queste specie di palmipedi qua dietro non lo vengano mai a sapere… altrimenti altro che risate si faranno…”

La lezione fu estremamente… enigmatica. Madama Driope non spiegava le cose, pretendeva che le ragazze le capissero dai suoi indovinelli. Il che era pressoché impossibile. Fortunatamente per lei Asdrel adorava gli indovinelli. E poi pensò che come metodo di studio fosse piuttosto efficace. Se per trovare una formula bisognava risolvere un rebus sarebbe stato facile ricordare la soluzione dopo averlo risolto, e quindi la formula. Certo questo valeva solo se si riusciva a risolverlo.

Dopo due ore Madama Driope le mandò fuori, fino all’ora di pranzo. Fu in quella che Asdrel comprese perché Emera odiasse l’amicizia.

 

L’angolo della… recensione:

 

Electra: Ehi, ehi… Mi hanno detto che Ava non c’è… va bene anche se lo chiedo a Nelsen? Spero che il nuovo cap ti sia piaciuto…!!

 

Ally-May: Davvero ti piace?! Me molto felice…!!! Spero che continuerai a seguirla…!!!

 

Gaia Luthien: niente evasioni… purtroppo.  Perché hai scritto “porella lei”?! Io pagherei oro per trovarmi nella sua stessa situazione…!!! Alla prox!

 

  
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