Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: fefi97    24/08/2015    4 recensioni
[Sterek;AU; tutti umani tranne Derek]
Stiles e Derek sono compagni di liceo. Stiles é logorroico e iperattivo e si ostina a sostenere che il suo attuale fidanzato Harry non assomigli per NIENTE a Derek e che la cotta storica per lui gli sia passata da un secolo,mentre Derek é un adolescente scontroso e taciturno, che, ovviamente, non ha mai degnato d'attenzione Stiles.
Ma una sera, durante una festa organizzata dall'amica Lydia, Stiles scopre il segreto che Derek Hale ha tenuto nascosto per diciassette anni e le cose cominciano a prendere svolte inaspettate.
E se Stiles fosse l'ancora di Derek e Derek cominciasse a mostrare un'inaspettata possessività, il ragazzo sarebbe disposto ad accettarlo?
( introduzione orribile, ma non dateci troppo peso )
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
RAPIMENTO, FORSE
 
 
-Stiles. –
Stiles mugugnò, girandosi dall’altra parte del letto e ignorando deliberatamente la voce di suo padre.
-Stiles!-
-..no.. unto.. clamativo.. – bofonchiò Stiles, nascondendo la testa sotto il cuscino.
Lo sceriffo alzò gli occhi al cielo, chiedendosi cosa avesse fatto di male per meritarsi un simile teatrino quasi tutte le mattine. C’era da dire, però, che Stiles gli era sembrato strano quando ieri sera era tornato dalla festa di Lydia scortato da quell’odioso ragazzo di nome Harvey, Henry o una cosa del genere.
-Cosa stai blaterando? – domandò comunque lo sceriffo, decisamente esasperato.
-Mm.. non usare il punto esclamativo quando mi chiami, mi fa sentire sotto accusa. – bisbigliò Stiles con voce roca, senza accennare a scoprire il viso.
-Adesso basta, Stiles! Devi prepararti per la scuola! – esclamò lo sceriffo, ignorandolo deliberatamente e strappandogli a forza il cuscino dalla faccia.
-Ow, ma sei pazzo, razza di padre degenere e crudele?! – strillò Stiles, coprendosi gli occhi con un braccio stile vampiro terrorizzato dalla luce del sole.
Lo sceriffo roteò gli occhi, lasciando cadere il cuscino ai piedi del letto. Lanciò uno sguardo moderatamente preoccupato al figlio che nel frattempo, borbottando cose come “ traditore del sangue del tuo sangue” e “razza di padre degenere”, si era messo seduto sul letto, ancora un po’ fuori fase ma nel complesso abbastanza sveglio.
-Stiles – esordì lo sceriffo, e il suo tono era tanto serio da spingere Stiles a tacere e puntare gli occhi in quelli chiari ed esitanti del padre – E’.. è successo qualcosa ieri sera? Qualcosa che ti turba? –
Come un flash, Stiles rivide nella propria mente Derek sul pavimento dell’aula di Harris, con gli occhi rossi, le zanne e gli artigli, mentre le parole di Derek, Peter e Cora galleggiavano pigre sullo sfondo delle immagini.
Cioè, tu non avevi paura di me perché mi hai visto con zanne e artigli ma perché mi hai baciato e non sapevi come l’avessi presa?
Certo, come Cora e Derek. Come tutti i licantropi.
Puzzi di mio nipote, o profumi, a seconda che ti piaccia o meno l’odore di cane bagnato.
Derek, andiamo, non gli puoi tenere nascosto il nostro mondo! L’abbiamo capito tutti che lui è il tuo..
Lui non è un bel niente! E’ solo un ragazzino dalla lingua troppo lunga, totalmente inutile. Completamente debole.
Stiles scrollò forte la testa, sotto lo sguardo sempre più preoccupato del padre. Stiles si sforzò di rivolgergli il suo miglior sorriso rassicurante, fermamente deciso a non dire una sola parola di quello che era successo al genitore. Insomma, con tutta la fatica che faceva per farlo mangiare sano, ci mancava solo che gli venisse un colpo perché Derek Hale a quanto pareva sapeva all’occorrenza trasformarsi in un grosso lupo peloso.
-Certo che no, daddy. Perché mai dovrebbe esserci? – domandò con aria innocente, che ovviamente lo sceriffo non si bevve neanche per un istante.
Piegò la testa di lato, squadrando il figlio con un cipiglio a metà tra il serio e l’esasperato.
-Perché ho la netta impressione che tu mi stia raccontando una delle tue balle? –
-Non so, paranoia, forse? Le forze dell’ordine ce l’ hanno spesso. – suggerì Stiles, stringendosi nelle spalle.
-Però ieri sera  sembrava avessi pianto, quando Harold ti ha riportato a casa. –
Stiles alzò gli occhi al cielo. Aveva la netta impressione che suo padre lo facesse apposta a sbagliare il nome di Harry, dato che ormai erano più di due mesi che si frequentavano. Sembrava che suo padre condividesse con tutti i suoi amici l’opinione che Harry fosse insopportabile, e la cosa era decisamente frustrante.
-Si chiama Harry papà, lo sai. – disse Stiles, evitando accuratamente di rispondere alla parte sul pianto e alzandosi in piedi con un gigantesco sbadiglio in faccia a suo padre, che si spostò con un balzo.
-Beh – insistette lo sceriffo, guardando il figlio un po’ storto mentre quello avanzava incespicando verso l’armadio – Questo non cambia il fatto che sembravi sconvolto. Ieri ho lasciato perdere perché c’era anche Harris e non volevo metterti in imbarazzo, ma ora vorrei sapere se è successo qualcosa. – lo sguardo di suo padre si fece improvvisamente quasi terrorizzato – Dio, non è stato Harrison, vero? Non.. – il tono gli venne quasi meno per il forte imbarazzo che provava nel parlare di certe cose con il figlio – Non ti ha messo pressioni di quel tipo, vero? –
-Oh mio Dio! – esclamò Stiles shockato, voltandosi con la sua migliore faccia schifata e imbarazzata verso il padre, che aveva una comicissima espressione impanicata nel viso solitamente forte e deciso – Non ci posso credere che mi hai fatto una domanda del genere! -
-Potresti solo rispondere alla dannata domanda, Stiles? – sbottò suo padre, guardando ovunque tranne che negli occhi del ragazzo. Amava suo figlio con tutto il cuore, ma parlare con lui di certe cose, sia che stesse con una ragazza o con un ragazzo, era una cosa a cui non si sarebbe mai abituato.
-No! Harry non mi ha fatto pressioni! Dio papà, non sono una ragazzina debole e  indifesa, sono un ragazzo anch’io! – esclamò Stile , rosso in viso e  un po’ offeso, le parole di Derek che gli risuonavano fastidiose e inevitabili nelle orecchie.
Completamente debole.
John Stilinski emise un sospiro di sollievo, senza nemmeno provare a nascondere la propria aria sollevata.
-Oh, menomale, non avrei proprio saputo come reagire a una cosa del genere! – ammise, tornando a guardare il figlio negli occhi.
Stiles grugnì, tornando verso il proprio letto con dei vestiti recuperati dall’armadio.
-Grazie per avermi regalato il discorso più imbarazzante tra i discorsi più imbarazzanti con i propri padri. –
John inarcò un sopracciglio, soppesando attentamente il figlio.
-Sono tuo padre Stiles, è normale che mi preoccupi per te. –
-Non c’è nulla di cui tu debba preoccuparti, davvero! – cercò di rassicurarlo Stiles con un sorriso forzato. –E ‘ tutto apposto! – vedendo che il padre non desisteva a guardarlo con un po’ di sospetto, aggiunse: - Come mi hai giustamente ricordato poco fa devo prepararmi per la scuola e la scuola è molto, molto importante, per cui non potresti uscire, per favore? –
John roteò gli occhi, ma si avviò comunque di malavoglia verso la porta.
Stiles stava per emettere un sospiro di sollievo, quando suo padre si voltò a guardarlo, di nuovo con quella faccia esitante e preoccupata.
-E non mi vuoi dire perché piangevi?-
-Papà! –
-E va bene, va bene! – sbottò lo sceriffo, un po’ rosso, alzando le mani come nell’atto di arrendersi – Ho capito, niente discorsi imbarazzanti con il proprio padre! Ho capito! –
-Ecco, ora puoi andare? – esclamò Stiles, esasperato. John sbuffò, scontento, ma finalmente uscì dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé.
Stiles sospirò di sollievo.
-Comunque quando vuoi parlarne io sono qui! – urlò suo padre dal piano di sotto.
Stiles si schiaffò una mano sul viso.
Perché a lui?!
 
 
 
Quando Stiles, dopo essersi fatto una doccia ed aver indossato la sua amata maglia di Capitan America, scese di sotto per mettere qualcosa sotto i denti, si bloccò interdetto alla vista di suo padre che spiava fuori attraverso le tendine della finestra del soggiorno.
-Che stai facendo? – domandò perplesso, fermandosi sulla soglia.
-C’è un tizio con una Camaro notevole sotto casa. – lo informò suo padre, senza voltarsi.
Stiles spalancò gli occhi, strozzandosi praticamente con la sua saliva.
Eh? Una Camaro? Per tutti i neuroni di Scott.. Tutti in città sapevano chi era l’unico adolescente con un auto del genere in città!
-E.. e il tizio è uno grosso, tipo killer, con giacchetto di pelle da “ sono il più fico di tutti”?- snocciolò Stiles con voce nervosa, la bocca asciutta.
Suo padre voltò la testa verso di lui, un sopracciglio inarcato.
-Esatto. E’ un amico tuo? –
-No! – esclamò Stiles immediatamente, cercando di non pensare assolutamente alle proprie labbra che calavano su quelle di Derek la sera prima – Certo che no? –
-Perché sei arrossito? –
-Papà, spostati da quella finestra! – strillò Stiles in tono isterico, confondendo sempre di più il povero sceriffo.
-Figliolo, si può sapere che ti prende oggi? –
-Papà, spostati prima che ti veda! – disse Stiles, cambiando completamente tono e abbassando la voce a un bisbiglio.
-Perché stai bisbigliando? – sussurrò a sua volta John, cominciando a sentirsi esasperato.
-Perché non voglio che capisca che ci sia qualcuno in casa! – bisbigliò Stiles, inarcando le sopracciglia con fare ovvio.
-Apparte che dubito possiedi il super udito, ma credo che si sia intagliato che ci sia qualcuno in casa dato che mi ha salutato.- sussurrò John, alzando gli occhi al cielo alla faccia orripilata di Stiles.
-Cosa?! Ti sei fatto vedere?! – si prese la testa tra le mani, sentendosi sull’orlo di un attacco di panico – Oh mio Dio! Oh mio Dio! –
-Stiles! – John si avvicinò rapidamente al figlio, cominciando ad essere preoccupato sul serio – Stiles, calmati! – cercò di rassicurarlo, afferrandogli con delicatezza le braccia e abbassandogliele lungo i fianchi. Si meravigliò dello sguardo disperato e irrequieto che Stiles gli rivolse.
-Tu non capisci! Derek Hale è qui fuori e io non posso vedere Derek Hale, non posso! – bofonchiò Stiles, gli occhi che dardeggiavano in tutte le direzione alla ricerca di una qualsiasi via di fuga.
-Derek Hale? – John sbarrò gli occhi – Quel Derek Hale? Quello dell’incendio di dieci anni fa?-
-Si, non è che ce ne sono molti altri! – sbottò Stiles nervoso, ma lo sceriffo non lo ascoltava, scuotendo la testa dispiaciuto.
-Povero ragazzo, grave disgrazia quella della sua famiglia.. -  
Stiles smise di farfugliare tra sé e fissò il padre, interessato e timoroso insieme.
-Sei.. sei stato tu ad occuparti dell’ incendio quando successe, vero? –domandò in un sussurro. Stiles ricordava come se fosse ieri che quando era piccolo una sera suo padre era tornato a casa con una faccia talmente depressa che Claudia, sua moglie, si era spaventata, costringendo lo sceriffo a sedersi e calmarsi. Visibilmente shockato e sconvolto, John, tra i balbettii, aveva raccontato alla moglie della disgrazia avvenuta alla famiglia Hale.
-Una tragedia, una vera tragedia.. – aveva mormorato mentre Claudia lo guardava preoccupata e Stiles, che doveva essere a letto da un pezzo ormai, origliava nascosto dietro lo stipite della porta – Un incendio nella dimora degli Hale.. sono morti tutti, l’unico sopravvissuto è Peter Hale, non era in casa al momento dell’incendio e quando  è tornato é riuscito a salvare per miracolo soltanto  i due nipoti più piccoli.. il resto di loro.. – la voce di suo padre si era spezzata e Stiles aveva visto sua madre posargli una mano sulla spalla, con occhi grandi di paura.
Stiles sapeva che da quel momento Peter Hale, che aveva perso nell’incendio la moglie, insieme alla sorella e alla nipote più grande, aveva allevato Derek e la piccola Cora come se fossero stati figli suoi. Suo padre aveva sempre sostenuto che l’incendio fosse stato doloso, ma non era mai stato trovato un colpevole e Peter non sembrava voler collaborare.
-Si. – rispose suo padre, riportando Stiles al presente. Aveva una luce triste negli occhi, la stessa di quando tre anni dopo l’incendio era morta Claudia.
Stiles abbassò il proprio sguardo, pensando a quanto fosse fortunato rispetto a Derek, che non aveva nessuno dei genitori, che aveva dovuto imparare a cavarsela da solo così presto… Forse poteva scusarlo per la scortesia che gli aveva usato la sera passata o in generale per il suo carattere scorbutico e scostante.. In fondo era comprensibile che fosse diventato così, dopo tutto quello che aveva passato..
-Vabbe, lo faccio entrare. –
Stiles sollevò di scatto la testa, gli occhi spalancati, incredulo, giusto per vedere con orrore suo padre dirigersi sicuro verso la porta.
-No! Cosa.. –
Le parole gli morirono in gola mentre suo padre apriva la porta e sporgeva la testa fuori.
 Oh. Mio. Dio.
-Derek! Ehi Derek, vieni dentro coraggio! – esclamò John, mentre Stiles rimaneva pietrificato vicino alla porta del soggiorno, sconvolto e assolutamente terrorizzato.
-Oh, Signore, non vorrei disturbare.. –
Okay,  non era normale che solo il suono della voce di Derek Hale fosse in grado di fare andare il sangue al cervello a Stiles.
-Sciocchezze, vieni dentro coraggio, non vorrai stare tutta la mattina lì fuori, spero! –
-Io.. va bene, grazie.-
Lo sceriffo si fece da parte e Derek fece il suo ingresso in casa Stilinski. Si strinse con un lievissimo sorriso la mano con John, poi i suoi occhi verdi furono subito su Stiles, guardandolo con un ardore tale da mandarlo a fuoco.
Stiles deglutì rumorosamente, cercando di non fissare troppo i muscoli di Derek visibili attraverso la maglia aderente che indossava o i muscoli delle spalle resi evidenti dal onnipresente giubbotto di pelle.
Maledetto, meraviglioso Derek Hale.
Sei fidanzato, Stiles. Sei f-i-d-a-n-z-a-t-o!
Derek gli rivolse un sorriso sfacciato, come se sapesse l’effetto che gli stava facendo e Stiles lo guardò un po’ male, o almeno ci provò.
-Ciao Stiles. Come stai? – domandò Derek con tono suadente e Stiles si stupì non poco di come i suoi occhi splendessero di serietà e inquietudine nel pronunciare quelle parole. A Derek importava davvero che stesse bene?!
-Bene. – bofonchiò Stiles poco collaborativo, gli occhi sulle sue scarpe consunte, beccandosi un’occhiataccia da parte di John.
Se solo non avesse tenuto gli occhi ottusamente puntati a terra, avrebbe assistito allo spettacolo a dir poco unico degli occhi verdi di Derek che si riempivano di autentica sofferenza mista a rabbia per il suo atteggiamento.
-Sono passato a darti un passaggio per la scuola. – continuò comunque Derek, riprendendosi, il tono di voce più duro rispetto a prima. Stiles sollevò il viso, bocca e occhi spalancati in una comica maschera incredula.
-Tu.. io.. cosa? – mormorò completamente perso.
Cioè, Derek Hale prima gli dava della nullità e poi il mattino dopo si presentava a casa sua, mettendo in atto quello che ai suoi occhi si prospettava come un vero e proprio rapimento?!
 Suo padre invece fissò i due ragazzi perplesso per qualche istante, poi diede in un verso di comprensione.
-Oh! Ho capito! Ecco perché oggi eri strano! – rivolse un sorrisone al figlio, che invece lo fissava confuso – Hai mollato Hern per Derek! Oh figliolo, tu non sai quanto sia contento che.. –
-Papà! Non ho mollato Harry per Derek! – esclamò Stiles, diventando rosso e desiderando ardentemente la propria precoce morte, mentre Derek cercava di mostrarsi imperturbabile, anche se si vedeva benissimo che lo stronzo se la stava godendo un mondo. – E lasciati dire che questo tuo astio per Harry é francamente preoccupante! - aggiunse Stiles, osservando il padre sgonfiarsi come un palloncino, chiaramente deluso.
 -Harry  è un idiota arrogante, Stiles. – borbottò John, ignorando lo sguardo scocciato del figlio e gettando un’occhiata speranzosa a Derek, che ormai stava sorridendo in maniera sempre più evidente, almeno per gli standard di Derek.
-Non è che Stiles potrebbe interessarti? E’ un bel ragazzo e non lo dico solo perché è mio figlio, e poi è intelligente, forse solo un po’ logorroico, ma.. –
-Papà! – Stiles era a dir poco sconvolto – Non posso credere che stai cercando di vendermi a un ragazzo che hai conosciuto dieci secondi fa! –
-Sono d’accordo con lei sulle qualità di Stiles, Signore. – rispose educatamente Derek, non badando a Stiles che lo guardava male per essere stato completamente ignorato – Ma è una sua scelta stare con quel ragazzo o meno. – e le sue parole si erano riempite di un astio sottile e velenoso, che aveva dato i brividi a Stiles.
Derek si voltò a guardarlo, il viso duro e imbronciato  come al solito.
-Avanti, andiamo. – ordinò indicando la porta, ma Stiles scosse la testa, cominciando ad arrabbiarsi sul serio.
-Io non vado da nessuna parte con te! Io a scuola ci vado con la mia bambina! –
Derek inarcò un sopracciglio in modo dannatamente sexy, mentre lo sceriffo si passava una mano sul volto, sconsolato.
-La tua che cosa? –
-Intende la sua jeep scassata. – gli spiegò John, lanciandogli un’occhiata della serie “lascia stare, ti prego”.
-Non parlare così di lei!- protestò Stiles, incrociando le braccia al petto.
-Stiles, quella macchina è un pericolo per te e per gli altri! – esclamò John, guardandolo con enfasi – Sarei molto più tranquillo se accettassi il passaggio di Derek. E ora scusatemi.. – diede un’occhiata all’orologio da polso senza badare a Stiles che lo fissava come se lo avesse pugnalato alle spalle - .. ma devo andare in centrale! Ciao Derek, è stato un piacere conoscerti.-
Derek strinse rispettosamente la mano che lo sceriffo gli porgeva, sotto lo sguardo allibito di Stiles.
-Il piacere è tutto mio, signore. –
John lo guardò compiaciuto, poi guardò Stiles.
-Vedi? E’ anche educato oltre che gentile e generoso! –
-Papà non mollerò Harry per Derek, dacci un taglio! – sbottò Stiles, esasperato.
Lo sceriffo sbuffò, mentre Derek si incupiva impercettibilmente.
-Allora a stasera, figliolo. – John accarezzò brevemente la testa del figlio, prima di uscire di casa e salire sulla propria auto. Derek e Stiles rimasero in silenzio fino a quando non sentirono il rumore del motore che si allontanava.
-Bene. – esordì Derek, facendo un passo verso Stiles che automaticamente fece un passo indietro, guardingo – Abbiamo perso anche troppo tempo, andiamo. –
-Io non ci salgo con te! – ribadì Stiles, infastidito dal fatto che Derek non volesse recepire il messaggio. – Ieri sera mi hai trattato da schifo, e ora pretendi che venga a scuola con te come se niente fosse? Tu sei pazzo! –
Derek assottigliò gli occhi, cominciando a perdere la pazienza.
-Perché sei così idiota da non capire che sto cercando di rimediare? – domandò, a denti stretti. Sembrava un po’ a disagio, anche.
Stiles sbottò in una risata falsa.
-E come? Rapendomi? –
Derek roteò gli occhi – No, Idiota. – gli gettò uno sguardo serio – Sono qui perché voglio parlare di quello che è successo ieri. – con grande stupore di Stiles, il suo sguardo prese una piega quasi implorante – Sono qui perché non voglia che tu abbia paura di me come stamattina. –
-Derek, io non ho paura di te! – esclamò Stiles, francamente sconcertato dal fatto che Derek non ci fosse ancora arrivato – Non come pensi tu almeno! Non mi importa se a quanto pare sei una specie di cane troppo cresciuto, chiamala pazzia! Mi importa se mi tratti di merda, però! –
Derek lo fissò, sorpreso.
-Tu.. tu non hai paura di me? –
Stiles scosse la testa, il volto ammorbidito da un piccolo sorriso.
-No, Sourwolf. Sono molto confuso e curioso al momento e ho una discreta voglia di mandarti al diavolo se non temessi seriamente per la mia incolumità, ma.. – scosse di nuovo la testa – Paura di te? Mai. –
Stiles poteva giurare di aver visto gli angoli della bocca del moro tremolare per sollevarsi in un sorriso, ma un istante dopo Derek aveva riacquistato il suo cipiglio da lupo scorbutico e costantemente infelice. Stiles sospirò, leggermente affranto, poi scosse la testa e gli rivolse un sorrisetto sconsolato, osservandolo da sotto le ciglia.
- Lo sai che se accetto un passaggio da te ti bombarderò di domande a non finire sui, Cristo non ci posso credere che sto per dirlo, sui licantropi? –
Derek sbuffò forte dal naso e Stiles ampliò il sorriso per quell’atteggiamento tipicamente canino.
-Sono preparato a tale evenienza. – mugugnò, ma non sembrava così  tanto scocciato.  Stiles lo fissò, gli occhi che brillavano divertiti.
Un passaggio da Derek. Perché no, in fondo? Solo per togliersi qualche curiosità, ovviamente.
- E va bene. – disse infine Stiles, avvicinandosi al divano per recuperare il proprio zaino, sotto lo sguardo attento di Derek – Ma niente ringhi o ululati, o giuro che scendo! –
Derek roteò gli occhi, mentre l’altro rideva sotto i baffi.
Quando Stiles si avvicinò al moro per aprire la porta e uscire finalmente di casa, per poco non gli venne un colpo quando Derek lo afferrò per un braccio, bloccandolo. Il cuore prese a martellargli ferocemente, mentre Derek faceva accozzare rudemente il naso contro la sua tempia destra aspirando forte.
-Derek.. che stai facendo? – sussurrò Stiles, rosso, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
-Mi è mancato il tuo odore. – gli sussurrò all’orecchio e, Dio, la sua voce era inequivocabilmente tenera. Poi lo lasciò andare, anticipandolo fuori casa e permettendo a Stiles di riprendere a respirare nuovamente.
Il ragazzo deglutì.
Sperava che in fin dei conti fosse una buona idea quella di farsi dare un passaggio da Derek Bipolare Hale.
Si sfiorò quasi distrattamente la tempia, ancora calda del fiato di Derek, con due dita.
Lo sperava davvero.
 
 
 
ANGOLINO
 
 
Ciao!
Innanzitutto, grazie alle tre persone che hanno commentato il precedente capitolo, nonostante il mio lungo abbandono di questa storia! Spero che il quarto capitolo non vi deluda! Spero di poter aggiornare presto! Un bacione e lasciatemi qualche recensione, mi raccomando ;)
A presto :*
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: fefi97