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Autore: Rystie_00    24/08/2015    1 recensioni
Koushi Sugawara è un ragazzo particolare e un po' diverso dagli altri in quanto ama indossare abiti femminili.
Vorrebbe degli amici, ma nessuno vuole avvicinarsi. E intanto il tempo scorre e niente sembra mutare.
--- Dal testo: [...] Koushi lo guardò. « Che ci fai qui a quest’ora? » domandò, a bassa voce e stringendosi tra le braccia. L’aria fredda che proveniva da fuori, gli fece venire la pelle d’oca. D'altronde, indossava solamente una lunga canottierina di seta rosa fino alle cosce e dei pantaloncini corti che si vedevano appena.
Daichi non rispose, ma alzò il primo foglio della risma, dove Suga lesse delle parole.
“Lo so che è strano, ma fidati di me.”
Koushi sorrise, annuendo, eccitato.
Daichi allora, seppur con impaccio, riuscì a sollevare il secondo foglio.
“Forse non te l’aspettavi.” Recitava quest’ultimo.
“Ma devo dirti molte cose. Adesso.”
Koushi si appoggiò allo stipite della porta, incitandolo a continuare.
“È da giorni che la mia mente è tormentata da un pensiero fisso".
Daichi cambiò espressione, ora aveva un broncio adorabile.
“Non so più che fare. Ma forse…”
Cambiò il foglio.
“…dovrei essere più diretto”.
E allora Daichi sorrise, guardandolo negli occhi, prima di sollevare il foglio successivo.
“Sei bellissimo”.
[...]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daichi Sawamura, Karasuno Volleyball Club, Koushi Sugawara
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO I
 
 
 
 
KOUSHI
 
La mattina del tredici giugno, Sugawara Koushi si era svegliato con insolita felicità: era il suo compleanno.
Balzò dal letto e si infilò una semplice maglietta grigia a maniche corte. Si guardò per un secondo allo specchio, sistemandosi almeno un po’ i capelli, scompigliati per il sonno, dopodiché scese in cucina, dove i suoi genitori lo stavano sicuramente aspettando.
Come varcò la soglia, infatti, sua madre e suo padre si voltarono verso di lui e gli sorrisero felici.
« Buon compleanno, Koushi! » gli augurarono in coro. Il figlio si avvicinò per abbracciarli entrambi e affondò il viso nel collo della madre, schioccandole un bacio sulla guancia.
« Grazie. » sussurrò infine.
Iniziarono la colazione in pace e armonia, come ogni mattina. Koushi amava la sua famiglia. Questa era una delle sue poche certezze. Forse perché gli era sempre stata fedele, forse perché non vi era motivo di odiarla.
« Abbiamo una cosa da dirti, tesoro. » annunciò sua madre.
Koushi alzò lo sguardo e incontrò quegli occhi castani come i suoi. Attese in silenzio.
« Questo pomeriggio lo passerai insieme a Akihiro! » sorrise gioiosa la donna.
Koushi scattò in piedi: « Lui è qui? State scherzando? »
Il padre scosse la testa: « Tuo fratello ha chiesto di poter trascorrere del tempo con te. I suoi studi all’università procedono bene, quindi un pomeriggio se lo può concedere. »
« Ma è fantastico! » esclama il ragazzo, ridendo.
I suoi genitori annuiscono, anch’essi felici.
 
Koushi si osservò allo specchio di camera sua. Gli abiti che aveva scelto, li adorava. Indossava una gonna blu a ruota e una camicetta bianca a maniche corte. I capelli candidi li aveva pettinati alla meglio, quindi era pronto per uscire. Prese la sua borsa dei libri e se ne andò di casa, salutando i suoi genitori.
La strada la faceva sempre a piedi. Gli piaceva camminare, diceva sempre, ma era chiaro che questa era una banale scusa che si era imposto per evitare di andare con il treno e quindi rischiare di essere preso in giro da altri ragazzi.
Koushi non aveva amici.
Ci aveva provato.
Alle medie era riuscito ad entrare nella squadra di pallavolo, ma, al terzo anno, era stato scaricato dalle persone a cui voleva bene, perché aveva iniziato ad indossare abiti femminili.
L’unico su cui poteva contare, forse, era un ragazzino più giovane di lui: si chiamava Shouyou Hinata. Una zazzera di capelli arancioni, enormi occhi color nocciola e tanta, tanta energia. Era l’unico che seguiva il suo stesso stile. Proprio quella mattina, gli aveva inviato per messaggio gli auguri.
E poi c’era Akihiro, il primogenito della famiglia Sugawara. Studiava economia a Tokyo, quindi si era dovuto allontanare dai suoi cari. Non per questo, però, il loro legame diveniva meno solido. A volte Koushi e lui videochattavano per ore, durante sera.
Akihiro era l’esatto opposto di Koushi: capelli scuri ereditati dal padre, alto, occhi castano intenso, un po’ ribelle e sempre al centro dell’attenzione.
Lo invidiava molto, eppure non poteva pensare di volergli meno bene.
Quel pomeriggio lo avrebbero passato assieme.
Non stava più nella pelle: chissà cosa aveva organizzato il suo fratellone.
 
Immerso nei suoi pensieri, Koushi arrivò a scuola. Si precipitò in classe senza dare peso alle occhiate degli altri studenti. Ormai, non se ne preoccupava più.
Il professore entrò al suono della campanella e le lezioni iniziarono.
 
Arrivata l’ora di pranzo, prese le sue cose e si diresse sul tetto di una delle tante strutture della scuola. Stava solo, godendosi la leggere brezza estiva e l’odore di fiori di pesco nell’aria. Portava una coperta su cui sedersi e mangiava in tranquillità.
Li osservava dall’alto gli altri ragazzi, tutti riuniti nel cortile principale, proprio sotto di lui.
Sospirò e cercò con gli occhi il gruppo che gli interessava maggiormente: quello di pallavolo.
Avrebbe voluto farne parte. Terribilmente. Ma non aveva mai osato.
Ne era sicuro, era sicuro che il capitano, quel Daichi Sawamura, lo avrebbe guardato male, inarcando un sopracciglio, e detto: « Non ci teniamo alla presenza di una ragazzina. »
Chiuse gli occhi e abbassò lo sguardo, rassegnato.
Un angelo solitario.
 
« Fratellino! »
Aperta la porta di casa, Koushi si ritrovò davanti suo fratello maggiore in tutta la sua bellezza. Portava una maglia blu notte con sopra una felpa verde scuro, e dei semplici jeans.
Gli occhi color nocciola, come i suoi, lo guardavano con felicità.
« Akihiro! »
Si abbracciarono.
« Cavolo, mi sei mancato, fratellino! E guarda che spettacolo! » Fece ruotare Koushi su una mano, osservando come gli stesse bene il vestito che aveva scelto per quell’occasione. Aveva le spalline che scendevano ai lati delle spalle e la gonna fino al ginocchio. Il tutto di un color salmone, con dei piccoli fiorellini e gli orli entrambi bianchi.
Koushi sorrise, arrossendo. « Dove mi porti? »
Akihiro gli strizzò un occhio: « Sali in macchina. »
 
« Prima di andare al cinema, ti porto a fare spese. » annunciò Akihiro, guidando.
« Sul serio? » a Koushi si illuminarono gli occhi dall’emozione.
Il fratello annuì e i due ripresero a fissare la strada davanti a sé. Giunse un breve silenzio, interrotto dalle parole di Akihiro: « Koushi.. hai fatto nuove amicizie? »
Il volto del ragazzo più piccolo si velò di tristezza all’improvviso, e guardò in basso.
« Capisco… Non ti scoraggiare, le cose potrebbero cambiare. » cercò di rassicurarlo.
Koushi gli sorrise debolmente.         
« Potrebbero. »
 
Il negozio in cui Akihiro portò  il fratello non era molto grande, ma disponeva di numerosi capi d’abbigliamento, e questo bastò per far tornare la felicità in Koushi che, una volta scelti una decina di vestiti, si precipitò in camerino.
Mentre Akihiro aspettava il fratello, vide avvicinarsi ai camerini un’altra coppia. La ragazza era minuta, ma teneva un’aria sicura di sé. Aveva i capelli cortissimi e gli occhi di un particolare castano non troppo scuro.
Il ragazzo, invece, sembrava essere il doppio di lei. Anch’egli aveva i capelli marroni e gli occhi quasi neri e, molto probabilmente, era il fidanzato della ragazza.
« Vado a provarmi queste cose! » esclamò raggiante, scomparendo poi dietro la tenda del camerino.
Il ragazzo si appoggiò ad una colonna proprio di fronte ad Akihiro.
I due si sguardarono e poi il ragazzo gli fece un cenno con il mento.
Akihiro sorrise e gli domandò: « Sei ad accompagnare la tua ragazza? »
« È la mia migliore amica. Diciamo piuttosto che mi ha trascinato a forza con sé… Tu? »
Akihiro stava per rispondere, ma la tenda del camerino del fratello si scostò in quel momento.
Koushi indossava un abito simile a quello che portava, ma questo era bianco con piccoli pois neri. Akihiro fece un sorriso a trentadue denti. « Wow! Che splendore, fatti vedere! »
Koushi fece qualche passo in avanti, voltandosi verso uno specchio.
« Non mi sta male. » constatò.
Akihiro fischiò. « Fratellino, ti sta da favola! »
« Sei sicuro? »
« Certo! Se non ci credi, chiedi a quel ragazzo. » disse, indicando il tizio di prima.
Come Koushi lo guardò, arrossì visibilmente e rimase immobile, troppo imbarazzato per dire qualsiasi cosa.
Daichi Sawamura spalancò gli occhi, sbalordito per un secondo.
« Oh, tu vieni a scuola con me! »
« S-sì… »
« Sei… mmm… Sugawara? »
L’altro abbassò lo sguardo. « E tu sei Sawamura. »
Ci fu un silenzio durante il quale Koushi si torturò le dita delle mani. Akihiro li osservò con un ghigno stampato in viso.
« Be’, tuo fratello ha ragione, stai bene con quel vestito. » disse Sawamura.
Koushi alzò di scatto lo sguardo ad occhi spalancati. Lo aveva detto sul serio? Daichi Sawamura gli aveva appena fatto un complimento?
Riuscì a balbettare un “grazie”, e poi si rifugiò in camerino, cambiandosi il più in fretta possibile. Dovevano andarsene di lì.
Appena pronto, uscì dal camerino. Involontariamente spostò gli occhi verso Daichi, che lo guardò, stupito dall’abito che vestiva.
« Andiamo Akihiro. » disse, trascinandolo via.
 
Dopo aver pagato, Koushi corse – letteralmente – verso l’auto di suo fratello e si chiuse dentro, prendendosi la testa fra le mani. Akihiro lo raggiunse e salì in macchina, guardando il più piccolo.  
« Lo conoscevi? »
« L-lui è il capitano della squadra di pallavolo ed è… be’, molto conosciuto a scuola. »
« Ma è stato gentile! È una buona cosa! Perché non provi a parlarci? »
Koushi alzò la testa: « Cosa? Stai scherzando? Gli rovinerei la reputazione! »
Vi fu una pausa durante la quale Akihiro esaminò il fratello. Poi prese ad accarezzargli i capelli dolcemente.
« Non sminuirti così. Tu sei una persona fantastica! Vedrai… magari poi inizi a piacergli pure! »
Koushi arrossì di colpo: « A-Akihiro!!!»
E, subito dopo, i due scoppiarono in una fragorosa risata.
 
 
Due giorni dopo, Koushi indossò il vestito che gli aveva comprato Akihiro.
Non era per fare attirare l’attenzione di Daichi Sawamura. Assolutamente no.
Quando, nei corridori durante il cambio d’ora, incontrò il ragazzo, i loro occhi si incrociarono per un’istante, ma Koushi, subito dopo, nascose lo sguardo e scappò via con i libri stretti al petto.
Non doveva aspettarsi niente dal capitano della squadra di pallavolo. Niente.
Doveva ancora accettarlo.
E non sapeva quanto si stesse sbagliando.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: Buonasera popolo di EFP! Se siete arrivati fin quaggiù, posso dedurre che la ff non è stata troppo noiosa.
Gli avvertimenti che ho messo sono solo per precauzione e per non rischiare di offendere nessuno con il prossimo capitolo.
Volevo chiarire alcuni punti.
  1. La storia è ambientata durante il secondo anno di scuola di Koushi e Daichi, quindi, non saranno presenti i Tsukkyama o gli altri ragazzi del primo anno (o almeno, non in ambiente scolastico).
  2. Come avete potuto leggere, Koushi conosce già Hinata e, in futuro, lo incontreremo. Chissà se vedremo la Kagehina U. U
  3. Ho cercato dappertutto, ma non si trovano i famigliari di Sugawara quindi ho inventato! Perdonatemi per eventuali sbagli.
  4. Spero di aver scritto tutto quello che avevo da scrivere.
 
Allour… vi ho quindi chiarito alcune cose, ma vi lascio con una domanda?
Questa storia deve continuare o devo smetterla subito?
Un abbraccio a tutti quanti.
Rystie_00
   
 
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