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Autore: cosimoalce    25/08/2015    0 recensioni
Un padre e uno zio che mancano da sei anni, una locanda in mezzo alla selvaggia campagna scozzese, e un viaggio per mare alla ricerca di un mistero irrisolto. Un detective chiacchierone e un po' irritante, un inquietante criminale dagli occhi di ghiaccio, e un re indiano con le manie di grandezza. La famiglia O'Watty si preparava a trascorrere un'altra estate tranquilla, quando uno straniero piomba all'improvviso nelle loro vite, tutto gocciolante in mezzo a un temporale. Inconsapevolmente, in quella busta stropicciata che un naufrago gli ha chiesto di consegnare, reca con sé l'inizio di un'avventura inaspettata, in cui gli O'Watty si gettano a capofitto con entusiasmo. Affronteranno tempeste violente e rapimenti, scopriranno cose riguardanti la loro famiglia che mai avrebbero immaginato, e si lanceranno alla ricerca del padre scomparso. Ma riusciranno a tornare a casa?
Genere: Avventura, Slice of life, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta della cabina si chiuse alle loro spalle, e il capitano si diresse subito verso un armadietto di legno scuro intarsiato, dal quale estrasse una bottiglia di liquido ambrato e due bicchieri di squisita fattura, anche se spaiati. Versò una dose generosa in ciascuno dei due bicchieri, e li sbatté sulla scrivania, alla quale si mise a sedere pesantemente, mentre il suo ospite si accomodava sulla sedia di fronte. Il capitano bevve un sorso abbondante e poi guardò torvo l’uomo davanti a lui, il quale prese il gesto come un invito a cominciare la conversazione. 

-Vedo che gli anni trascorsi in mare hanno addolcito le tue scontrose maniere scozzesi, David – disse, con un brillio divertito negli occhi. 

-Andiamo, Charles lo sai che mi irriti quando fai il gentiluomo… 

-Certo, scusami. Era solo un piccolo scherzo da vecchi compagni. Cosa ti salta in mente, a fare una scenata tale con il mio emissario? Era così furioso quand’è tornato che voleva ti arrestassi immediatamente! 

Il capitano alzò le spalle infastidito –Se l’è meritata, aveva un’aria petulante che mi è piaciuta ben poco… 

Squadrando con disapprovazione il vecchio amico, conosciuto nei pub di Oxford quand’erano studenti, il Governatore riprese a parlare -Sei sempre il solito. Lo sai che ci sarebbe un posto all’Ammiragliato per te, se solo non fossi così insubordinato… 

Il capitano sbuffò indignato -Se proprio vuoi saperlo, me l’hanno offerto due anni fa, pure come Primo Lord. Ma ho rifiutato. Purché mi piaccia l’idea di comandare la gente, preferisco di gran lunga farlo dal ponte di una nave, piuttosto che da dietro una scrivania lucidata. Ad ogni modo, sono qua per conto del principe consorte. 

In quel momento Lord Canning, che si era allungato per prendere un sorso di liquido ambrato, sgranò gli occhi e rimase per un attimo spiazzato dallo stupore, il braccio fermo a mezz’aria, il bicchiere a metà strada verso le sue labbra. Si riprese in fretta però, e domandò prontamente -Ma… Alberto di Sassonia? 

-E chi altri? 

-Per tutti i fulmini David! E cosa aspettavi a dirmelo? 

-Caro mio, se non avessi mandato il tuo servetto col turbante l’altro giorno a bloccarmi qua, l’avresti saputo già tre giorni fa! 

-Avresti potuto menzionargli il fatto che eri qui su commissione reale, anziché mandarlo al diavolo. Magari sarebbe stato più ben disposto nei tuoi confronti. Beh, pazienza! Si può sapere di cosa si tratti questo incarico? 

-In verità, no. 

-Come sarebbe a dire, no? 

-Mi dispiace Charles, ma ho firmato un accordo di riservatezza. Nessuno su questa terra, all’infuori di me e del principe stesso, può venire a conoscenza del perché mi ha mandato qui. Ho solo bisogno che mi fai entrare a Calcutta, poi ti prometto che non avrai più a che fare con me. 

-Non ti posso far passare senza sapere perché! 

-Infatti mi ero preparato a questa evenienza… 

All’improvviso si dipinse un'ombra di timore sul volto di Lord Canning, mentre il capitano allungava la mano destra verso uno dei cassetti della scrivania. Ma alla fine ne estrasse soltanto un fascicolo di carte, sigillato dallo stemma reale impresso su una goccia di ceralacca scarlatta. Lo porse al Governatore, che si limitò a guardarlo perplesso. 

-Credevo che non potessi dirmi di cosa si tratti 

-Quel fascicolo contiene soltanto il mio itinerario e una lettera del principe in persona, che garantisce per me. Dovrebbe essere sufficiente, no? 

Il Governatore spezzò il sigillo e si mise a leggere. La lettera sembrò soddisfarlo, e così passo ad esaminare il resto del documento. Arrivato alla terza pagina si fermò, prese il suo bicchiere e lo svuotò. Poi fissò lo sguardo sul capitano –Sei impazzito? La reggia di Mahlanheru? 

-C’è qualcosa che non va? 

-Stai scherzando? – rispose il Governatore con tono incredulo – Il regno di Bipan Mahlanheru è il centro nevralgico della rivolta! La  maggior parte dei ribelli dell’esercito viene da lì, e hanno deciso di lottare contro il governo britannico da quando questo ha annesso la loro patria, privandoli di molti privilegi. Non so se sai come funziona qua in India, ma la fanteria e i soldati semplici vengono reclutati principalmente da queste zone, e per via della loro religione, che impedisce loro di viaggiare lontano dalla patria, vengono pagati di più per prestare servizio all’estero. Finché il regno era indipendente, i protettorati britannici, pur essendo confinanti, erano considerati come terra straniera. Capisci che da quando è stato annesso, questa condizione non è più valida, e dal mattino alla sera i soldati si sono ritrovati non solo con la terra natia occupata, ma anche con una riduzione della paga. Perciò ora stanno disertando per tornare a casa e combattere per la loro libertà, ma di fatto anche per lo stipendio. E da quando è scoppiato lo scandalo con le cartucce dei nuovi fucili Enfield, hanno avuto il loro capro espiatorio servito su un piatto d’argento… 

-Scusa, che diavolo c’entrano in tutto questo le cartucce Enfield? 

-Oh, lo sai come sono loro… Con le loro religioni balzane ci sono mille cose che considerano come impure o intoccabili. Così si sono messi in testa che stavamo cercando di convertirli al cristianesimo di nascosto, perché le cartucce sono lubrificate con grassi di maiale o vitello! Per me sono tutte balle, ma loro sono dannatamente paranoici, e adesso siamo nei guai! Perciò è fuori questione; la tua missione dovrà aspettare…  

Durante il resoconto di Lord Canning, il capitano si era alzato, e aveva cominciato a passeggiare su e giù, massaggiandosi le tempie. Era concentrato sulle parole dell’amico, ma era chiaro che stava tentando in tutti i modi di trovare uno scioglimento dell’impasse che vedeva delinearsi sull’orizzonte tra loro. Sospirando frustrato, posò i palmi delle mani sulla scrivania, ed aspettò ansiosamente la fine del discorso. 

-Bene, ora che abbiamo stabilito per l’ennesima volta che questi omuncoli Indiani sono dei pazzi schizofrenici, stammi un po’ a sentire Charles. Se io ti dicessi che la mia missione porrebbe fine ai tuoi travagli, nonché quelli della Compagnia, tu cosa diresti? 

Il Governatore lo squadrò, scettico. 

-I fogli che mi hai dato non mostravano alcuna menzione di intenzioni diplomatiche, David.  

-Lo so… MA mi è appena venuta un’idea. Posso combinare la mia missione con un tentativo di far ragionare questi sciocchi scimuniti! Sai che me la cavo con questo genere di cose.

-David, non posso lasciarti passare, ne va della mia carriera e della mia integrità! 

-Lasciami entrare, e dammi un mese di tempo. Se entro la fine di Giugno il regno di Mahlanheru non sarà pacificato con noi, allora ti do ogni diritto di venirmi a prelevare e fare di me quello che vuoi. Ti prometto che dirò al tuo capo che hai provato a fermarmi, ma che io mi sono infiltrato, grazie al mio superiore intelletto che mi ha permesso di eludere la tua strettissima e molto professionale sorveglianza… 

-Il mio capo è la regina, David! 

-Beh, fantastico, allora non c’è problema! Io e Vic andiamo molto d’accordo, è una cara ragazza, molto ragionevole, simpatica… 

Con un’aria tra l’indignato e il divertito, e un mezzo sorriso che nonostante tutti i suoi sforzi riusciva a farsi strada per rompere la dura maschera della faccia severa, il Governatore rispose rassegnato -E sia! Sento che me ne pentirò, ma ti lascerò entrare. Dirò che sei un emissario della regina in visita diplomatica. Suppongo che non sia poi così lontano dalla verità… Però verrai sotto scorta! 

Il capitano O’Watty si concesse un largo sorriso scintillante –Grazie Charles! Sapevo che c’era un motivo per cui mi sono trattenuto così tanto dal farti a botte, quando ci siamo conosciuti!  

Uscendo dalla bocca del capitano, quelle parole erano anche un complimento. Molto soddisfatto, O’Watty guidò il Governatore (che non era ancora ben sicuro di come fosse riuscito anche questa volta a darla vinta al capitano) fuori dalla cabina sul ponte di comando, dal quale dette l’ordine di seguire la scialuppa reale e far vela, finalmente, su Calcutta.

   
 
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