Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: ___Page    25/08/2015    2 recensioni
Sono passati due anni dall'inaugurazione del locale di Sanji, Zoro e Law e tutto va a gonfie vele,al ristorante, alla scuola di danza e nelle loro vite.
Ma un nuovo spettacolo si avvicina e nuovi conflitti e amori prendono forma tra prove di musical e serate latine. Riusciranno gli allievi di Violet, Nami e Bibi a fare i conti con i propri sentimenti, a ritmo di musica e battiti di cuore?!
Ecco a voi il seguito di Shall we dance.
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass, Kidd, Nojiko, Penguin, Trafalgar, Lamy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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-Franky?!?!-
Salto su come una molla nel sentire Pen e Koala chiamarmi all’unisono, il tono esageratamente alto.
-Che avete da urlare, fratelli?!- protesto, guardandoli storto e facendogli scambiare un’occhiata.
-Abbiamo che non sei qui con la testa?! Ma che ti prende?!-
Mi acciglio osservando Koala, senza capire di che parla.
-Ma di che parlate?!-
-Del fatto che non hai sentito una sola parola di quello che abbiamo detto ed è da quando siamo usciti dallo spogliatoio che continui a lanciare occhiate verso l’ingresso!- interviene Pen deciso, prima di corrugare le sopracciglia, colto da un pensiero -Aspetti qualcuno?!-
Sobbalzo appena sulla sedia, reazione che riesco a nascondere al mio rosso amico ma non certo a Koala.
Lei mi conosce come le sue tasche, senza contare che ha una capacità intuitiva che fa spavento, la sorella.
Mi scruta, curiosa, e io evito di incrociare il suo sguardo indagatore.
-Non aspetto nessuno e non è vero che continuo a guardare la porta!- affermo deciso, senza possibilità di replica e Pen si limita a sollevare un sopracciglio con scetticismo prima di tornare ad appoggiarsi allo schienale, guardando dentro la sala arancio, dove Chopper e Shirahoshi stanno provando e dove anche l’attenzione mia e di Koala si concentra.
Una risata cristallina irrompe nell’aria e un attimo dopo Lamy esce dalla sala seguita da Robb, lancia un’occhiata atona a Pen che sostiene lo sguardo di entrambi indurendo la mascella e prosegue insieme al fratello americano verso le macchinette.
Cercando di non essere troppo plateali, io e Koala lo guardiamo di striscio e sento il cuore stringersi nel vedere la sua espressione sofferente. Non sappiamo esattamente cosa sia successo tra loro, lo ha raccontato solo a Sabo ma qualunque cosa sia, le cose non vanno bene proprio per niente. Non c’è proprio niente di super.
Koala apre la bocca, la richiude subito, si gira a guardarmi e, dopo avermi osservato stringermi nelle spalle, opta per una carezza sulla testa, scompigliandogli il ciuffo rosso e facendogli abbozzare un mezzo sorriso.
-You can't stop an avalanche as it races down the hill. You can try to stop the seasons, but you know you never will. And you can try to…-
Una voce perfettamente intonata e cristallina risuona per il corridoio, precedendo il suo possessore e cantando il pezzo di chiusura dello spettacolo, ovvero “You can’t stop the beat” di Hairspray.
Il cuore mi perde istantaneamente un battito, prima ancora di mettere a fuoco Baby che gira l’angolo ed entra nel nostro campo visivo, già pronta con i vestiti per la lezione ma i capelli ancora sciolti sulle spalle e una luce negli occhi che non credo di averle mai visto.
Ma è sempre stata così bella?!
-… spinnin' round and round and my heart's keeping time to the speed of sound. I was lost till I heard the drums then I found my way. 'Cause you can't stop the beat-
Deglutisco a vuoto senza sapere che mi prende. Io adoro questa canzone, mi emoziona da morire, deve essere questo. Per forza!
-Ehi ragazzi!-
Ci sorride radiosa, coprendo i pochi metri che ci separano quasi saltellando e in un attimo la gola mi si secca.
-Ciao Baby- risponde atono Pen, continuando a fissare di fronte a sé o almeno credo dato che non riesco a staccare gli occhi da lei.
-Siamo euforiche stasera!- esclama Koala e dal suo tono capisco che sta sorridendo.
Un lampo che non riesco a identificare le attraversa le iridi blu e le sue labbra si tirano ancora di più, allargando il sorriso.
-Stai parlando con una ragazza felice… Felice e single- mormora, con un’occhiata maliziosa e il cuore mi si mette a battere superveloce.
Single?!
Ha detto single?!
Mi giro verso Koala per accertarmi di avere sentito bene e trovo la sorella a occhi super-sgranati, a conferma che sì, ho sentito bene eccome e schizzo di nuovo a cercarla.
Lo ha lasciato?!
Lo ha lasciato davvero?!
Un movimento improvviso ci fa voltare tutti, in tempo per vedere Pen entrare senza una parola in sala, lasciandoci un attimo interdetti.
Sospiriamo comprensivi, consapevoli che non voleva essere maleducato, che anzi lui non è geneticamente in grado di esserlo ma questa storia di Lamy lo sta distruggendo.
-Beh entro anche io!- ci riscuote Baby, tornando allegra e senza riuscire a smettere di sorridere.
Sollevo la testa e la trovo a osservarmi con uno sguardo che mi mozza il fiato, prima di premere un polpastrello sulla punta del mio naso.
-Ti aspetto dentro- sussurra roca, per poi varcare la porta della sala con un risolino.
Rimango fermo a occhi sgranati, il cuore che va a mille e la gola supersecca, finché un rumore come di qualcuno che si schiarisce la gola non mi fa girare verso Koala che mi fissa eloquente, le braccia incrociate sotto al seno.
-Di un po’… non mi devi raccontare niente?!- domanda e io arrossisco, colto in flagrante.
So che è perfettamente inutile mentirle e così mi passo una mano sul viso prima di prendere fiato e confessarle tutto. Ma stasera non sembra fatta per le confidenze e un’ombra si para davanti a noi, interrompendomi prima che io possa iniziare e facendoci sollevare lo sguardo, per scoprire che si tratta di Sabo.
Sabo che ci guarda truce, quasi fosse sul punto di commettere un omicidio e, appena apre bocca, capisco subito dov’è il problema.
-Nami dice di andare a provare in sala turchese che tra poco proviamo Cell Block…- mormora, scocciato, e lo sguardo di Koala si spegne all’istante.
Non c’è verso, non solo non riescono a ballare insieme ma sembrano proprio odiarlo. Quando devono provare sono sempre tutti e due di cattivo umore e arrabbiati addirittura.
La mano di Koala mi sfiora il retro del collo in un’amichevole carezza.
-Dopo mi racconti- mi dice con un sorriso tirato e torna mortalmente seria non appena si alza ed è costretta a rivolgersi a lui -Andiamo- soffia, incarognita e io li guardo avviarsi mantenendosi a debita distanza.
Torno a puntare lo sguardo sull’interno della sala arancio, senza realmente vedere nulla, riflettendo.
Non so cosa sta succedendo in questa scuola, cosa ci sta succedendo a tutti quanti. So solo che il mio stomaco si contrae piacevolmente nel ripensare alle parole che Baby mi ha rivolto poco fa e mi alzo, sorridendo e ancheggiando, per entrare in sala senza esitazione, mentre uno strano fremito mi percorre la schiena.
 

 
§

 
-Sabo basta, è inutile! Non ci viene!!!- sbotto esasperata, di fronte all’ennesimo tentativo fallito di rendere questi quattro passi in croce degni di essere chiamati “coreografia”.
Mi passo una mano tra i capelli sudati, più per la tensione che per lo sforzo fisico in sé.
Un disastro! È un disastro!
Noi siamo un disastro!
Non riusciamo, non riusciamo neppure a guardarci in faccia, come possiamo ballare insieme?!
Come possiamo ballare un tango?!?!
Mi passo una mano sul viso, mentre quasi mi viene da piangere e non solo per il fatto che lo spettacolo ormai è alle porte, Nami, Ace e Violet continuano a dimostrare un’incondizionata fiducia in noi e noi invece non riusciremo mai a essere pronti in tempo.
No, mi viene da piangere anche perché questi non siamo noi.
Io e Sabo non siamo, non siamo mai stati, questo. E mi importa poco di tutte le mie convinzioni di dovermene tirare fuori, mi importa poco del male che mi fa amarlo in silenzio e senza alcuna speranza di essere un giorno ricambiata, questo comportarci come due estranei mi sta distruggendo. Non voglio, non posso perderlo!
-Ci deve venire- sibila, obbligandomi a riportare l’attenzione su di lui e trovandolo truce e con i pugni serrati lungo i fianchi.
È ben oltre la rabbia e, se non fosse lui, se non fosse colui la cui sola presenza riesce a farmi sentire protetta e al sicuro, se non fosse quello che ho sempre considerato il mio migliore amico, confidente, la mia ancora, prima di rendermi conto che era diventato ben altro, ora avrei paura.
Ma è Sabo, anche così furente è sempre Sabo, che ha sempre un sorriso per tutti, che non tollera le ingiustizie, che per i suoi amici si getterebbe nel fuoco.
Il mio Sabo. Che mio per davvero non sarà mai.
Ed è questa consapevolezza a farmi esplodere, lasciando uscire tutto il dolore, la rabbia repressa, la frustrazione degli ultimi mesi, insieme alla voce, decisamente troppo alta perché questo si possa definire un civile confronto tra amici.
-E invece non ci viene!!! Non ci viene chiaro?!?! E non verrà solo perché secondo te “deve”, non verrà perché tu non vuoi farla venire!!! Non possiamo ballare insieme, fattene una ragione!!! Dobbiamo rinunciare, dobbiamo rinunciare a questo e a Grease e dobbiamo dirlo a Nami per farci sostituire!!!- urlo, fuori di me, senza che questo lo sconvolga in alcun modo, ulteriore conferma che le cose tra noi sono irrimediabilmente cambiate.
Ormai neppure vedermi così sofferente e arrabbiata lo tocca minimamente.
-Dobbiamo rinunciare noi o solo io?- domanda, perennemente omicida e sono io che sobbalzo, colta alla sprovvista.
Ma cosa sta dicendo?!
-Perché non mi sembra tu abbia avuto grossi problemi a ballare con Pen e sono abbastanza sicuro che non ne avresti nemmeno con Franky  o con il tipo dell’altra sera al bar-
Sgrano gli occhi senza parole, trattenendo il fiato.
Già solo il fatto che si sia accorto dello scambio di sguardi tra me e quello sconosciuto, che tale è rimasto nonostante tutti i miei buoni propositi, mi lascia senza parole ma a sconvolgermi è il fatto che mi sembra… Geloso?!
È geloso?! Sul serio?! Sul serio pensa di averne il diritto?!
E di cosa poi?!
Non di me certamente, ma del fatto che non riesco a ballare con lui e che lui non riesce a ballare con me perché, se Sabo ha un grosso difetto, è l’orgoglio e l’incapacità di accettare i propri limiti.
E sento la rabbia montarmi dentro ancora più di prima, mi sento al limite, mentre il vaso, ormai colmo, trabocca.
-Ma vaffanculo Sabo!!! Sei tu che hai un problema con me, chiaro?! Sei tu che non vuoi ballare con me!!! Non ti permetto di rinfacciarmi niente!!! Non ti permetto di trattarmi così solo perché sono chi sono!!! Non è colpa mia!!! Non posso farci niente se non sono Perona!!!- esplodo senza più filtri e stavolta riesco a provocargli una reazione.
Ci fissiamo alcuni istanti, respirando affannati, finché qualcosa scatta in me e mi precipito verso la porta, bisognosa di uscire da qui, di sfuggire a tutta questa afa, questa tensione, questo assordante silenzio.
Non mi rendo neanche conto dei suoi passi veloci, del rumore dello stereo che viene acceso e del cd che comincia a ruotare al suo interno a velocità supersonica, finché la musica non parte, facendomi bloccare un attimo con la mano sulla maniglia.

[Tous les mêmes - Stromae]


Mi metto in ascolto, riconoscendo vagamente la canzone ma scrollo le spalle per niente interessata a sapere cosa gli è venuto in mente e abbasso la maniglia decisa a uscire da qui. Anche perché l’opzione più probabile è che voglia continuare a litigare e abbia acceso lo stereo solo per coprire le urla ma io di proseguire questa discussione non ho le forze.
 
Vous les hommes êtes tous les mêmes
Macho mais cheap, bande de mauviettes infidèles
Si prévisibles, non je ne suis pas certaine
Que tu m'mérites, vous avez d'la chance qu'on vous aime
Dis-moi merci
 
E non le ho nemmeno per oppormi quando mi sento afferrare per il polso e tirare, per ritrovarmi faccia a faccia con lui che mi guarda con un’espressione indecifrabile, un misto di rabbia, sofferenza e implorazione che mi sconvolge e fa sgranare gli occhi
-Sabo…- lo chiamo senza fiato ma mi interrompe subito, tirandomi più vicina, passandomi una mano intorno alla vita per far aderire il mio corpo al suo e schiacciando la fronte contro la mia.
 
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous au prochain règlement
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous sûrement aux prochaines règles
 
Il cuore mi accelera all’inverosimile e chiudo gli occhi un istante, godendomi inevitabilmente il suo calore.
-Balla con me- soffia e io riapro gli occhi restando subito agganciata dai suoi -Non pensare a niente. Balla con me e basta-
E senza riuscire ad oppormi in alcun modo, obbedisco, o meglio il mio corpo lo fa. La mano libera si appoggia alla sua spalla, i piedi seguono i suoi movimenti a ritmo di salsa, mentre ci spostiamo di nuovo al centro della sala e io sento la mente svuotarsi completamente, affidandomi a lui e al mio istinto.
 
Cette fois c'était la dernière
Tu peux croire que c'est qu'une crise
Mate une dernière fois mon derrière
Il est à côté de mes valises
Tu diras au revoir à ta mère
Elle qui t'idéalise
Tu n'vois même pas tout c'que tu perds
Avec une autre ce serait pire
 
Ci blocchiamo e disegno un rond a terra aggrappandomi a lui e sentendolo stringere la presa, prima di farmi girare sotto al suo braccio e rimettersi a misurare la stanza insieme a me, bacino contro bacino, mentre io seguo tutti i suoi silenziosi ordini, guardandolo fissa. Non so cosa sta succedendo, stiamo improvvisando eppure è come se leggessi nei suoi occhi cosa devo fare, come devo muovermi. Non so come sta succedendo, ma stiamo ballando.
 
Quoi toi aussi tu veux finir maintenant?
C'est l'monde à l'envers
Moi je l'disais pour t'faire réagir, seulement
Toi t'y pensais
 
Incrocio un piede davanti all’altro mentre ci spostiamo di lato verso lo specchio, e lui mi obbliga a portare entrambe le mani a cingergli il collo, per poi scendere ad accarezzarmi a palmi pieni le braccia e il costato, fermandosi sui fianchi.
 
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous au prochain règlement
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous sûrement aux prochaines règles
 
Ruoto il bacino circolarmente sotto le sue mani calde, senza smettere di muovermi avanti e indietro con i passi base della salsa, e sento che sto riprendendo coscienza di me.
Non è più lui che dirige il gioco. Siamo noi ora, siamo insieme per davvero e mi ritrovo a sorridergli con ben poca innocenza, socchiudendo gli occhi e osservandolo ghignare in risposta.
Giro sotto il suo braccio una, due, tre volte, senza mai perdere il contatto visivo e chiudo gli occhi solo un istante quando il dorso della sua mano mi accarezza la guancia e scende verso il collo, facendomi accaldare più del sudore che impregna i nostri vestiti.
Li riapro e la sua mano si sposta decisa sulla mia coscia, accarezzandola fino al retro del ginocchio e facendo una leggera pressione per farmi sollevare la gamba e farmela avvinghiare intorno al suo bacino.
 
Facile à dire je suis gnangnan
Et que j'aime trop les blablablas
Mais non non non c'est important
Ce que t'appelles les ragnagnas
Tu sais la vie c'est des enfants
Mais comme toujours c'est pas l'bon moment
Ah oui pour les faire, là tu es présent
Mais pour les élever y aura des absents
 
 
Mi lascio andare in avanti, contro il suo petto, rimanendo in diagonale con l’altra gamba tesa mentre mi trascina attraverso la sala, fermandosi nell’angolo opposto e facendomi girare per l’ennesima volta prima di inginocchiarsi e farmi sedere sulla sua gamba destra piegata ad angolo retto. Accavallo le gambe un istante, prima di spalancarle in un rond in aria, sicura della sua presa sulle mie cosce, appoggiata al suo petto, inclinando il capo, per non perdere il contatto visivo, e ritrovandomi con le labbra a pochi centimetri dalle sue.
 
Lorsque je n'serai plus belle
Ou du moins au naturel
Arrête je sais que tu mens
Il n'y a que Kate Moss qui est éternelle
 
Mi allontano con un paio di chaines, e mi riavvicino con gli stessi giri quando lui mi afferra la maglia, tirando appena per farmi tornare verso di lui. Mi abbandono tra le sue braccia in un cambré all’indietro e lo sento sfiorarmi la gola con la punta del naso, inspirandomi a pieni polmoni.
 
Moche ou belle? C'est jamais bon!
Bête ou belle? C'est jamais bon!
Belle ou moi? C'est jamais bon!
Moi ou elle? C'est jamais bon!
 
Mi rimetto dritta e affondo le dita nelle sue ciocche bionde, ormai completamente persa in lui e la luce che gli accende gli occhi mi fa perdere completamente la ragione. Non so cosa sta succedendo. Ho l’impressione che non stiamo semplicemente ballando. Mi stringe spasmodico a sé, quasi avesse paura che io possa scivolargli via dalle mani.
 
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous au prochain règlement
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous sûrement aux prochaines règles
 
Mi afferra il polso facendomi girare di 180 gradi e agganciando la mia mano dietro al suo collo, il dorso del suo naso incastrato con il mio. L’altro suo braccio mi avvolge la vita e mi fa disegnare un’onda con il corpo insieme a lui mentre con la mano libera io gli accarezzo la coscia.
-Koala…-
Mi ritrovo di nuovo con il torace contro il suo, senza sapere come, la gamba attorno alla sua vita.
-Ascoltami bene…-
Mi fa piegare all’indietro e disegnare un cerchio con la schiena e quando torno dritta mi ritrovo a immettere nei polmoni direttamente il suo respiro.
-Io voglio ballare con te e nessun altro-
Lo soffia sulle mie labbra e io non capisco più niente. Sgrano gli occhi per le parole che ho appena sentito, per la serietà con cui le ha dette, per le implicazioni che sembrano avere. E non riesco più a pensare mentre il mio corpo segue il suo, senza che io possa fare altro.
Non riesco a pensare quando mi spinge contro lo specchio un po’ appannato per il caldo che viene da fuori e da noi.
Non riesco a pensare mentre i suoi occhi mi trapassano, il suo petto continua ad alzarsi e abbassarsi contro il mio, la sua mano sale al lato del mio collo mentre le mie stringono la maglietta di cotone di Sabo all’altezza dei suoi pettorali. Trattengo il fiato, in trance, il cuore che sembra pronto a uscirmi dal petto e ancora non riesco a pensare.
E non provo più nemmeno a pensare quando le sue labbra si posano decise sulle mie, schiudendole con un unico, fluido movimento della lingua.
 
Tous les mêmes, tous les mêmes, tous les mêmes et y en a marre
Tous les mêmes, tous les mêmes, tous les mêmes et y en a marre
Tous les mêmes, tous les mêmes, tous les mêmes et y en a marre
Tous les mêmes, tous les mêmes, tous les mêmes
 
Rispondo, senza esitazione, trascinandomelo contro con foga, affondando le dita nei suoi capelli, affondando in lui, graffiandogli il collo.
Mi sta baciando. Sabo mi sta baciando.
Non so nemmeno più da quanto desidero poter vivere questo momento. Non mi rendevo nemmeno più conto di volerlo così tanto ma ora che sta succedendo so solo che non voglio svegliarmi, che voglio continuare all’infinito, fino a svenire per la mancanza d’aria.
Mi spinge di più contro il muro, cercandomi con tutto il corpo, non solo con la bocca o con le mani.
Mi vuole, lo sento dal suo tocco, mi vuole e non riesco a spiegarmelo ma nemmeno mi interessa in realtà.
Inarco la schiena, schiacciando il seno contro il suo petto e spostando una mano ad accarezzarlo sul cavallo dei pantaloni, mentre lui mi morde il labbro inferiore e poi si sposta a marchiarmi il collo e la spalla, lasciata nuda dalla maglietta.
Sono già pronta a fare leva per saltargli in braccio e avvinghiare entrambe le gambe intorno al suo bacino quando il rumore della maniglia che viene abbassata ci risveglia da questo paradiso.
Spalanchiamo gli occhi e facciamo appena in tempo ad allontanarci bruscamente, l’uno dall’altra e io dallo specchio, prima che Nojiko entri nella sala.
Occhi sgranati e respiro affannato la fissiamo senza riuscire a parlare, mentre sposta uno sguardo perplesso da me e Sabo, accigliandosi appena.
-Tutto bene?!- domanda e io trattengo il fiato finché Sabo non la obbliga a girarsi verso di lui, rispondendo anche per me.
-Sì certo…- cerca di calmare il respiro -Che succede?!- chiede con noncuranza, portando le mani sui fianchi.
Nojiko lo guarda sospettosa prima di rispondere.
-Siamo pronti per provare Cell Block Tango e Nami mi ha chiesto di avvisarvi- spiega e Sabo annuisce con un unico, energico cenno del capo, gonfiando un po’ di più il petto.
-Arriviamo!- mi intrometto io e uno strano lampo le attraversa le iridi nocciola della mia amica, quando torna a incrociare il mio sguardo.
-Okay… Allora vi aspettiamo…- mormora cominciando a girarsi per uscire.
E io sobbalzo appena quando, prima di darci completamente le spalle, mi lancia un sorrisetto che è tutto un programma. 
  
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