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Autore: BansheeFly    26/08/2015    3 recensioni
-Ehi Bianca- Samuel aveva un tono dolce. Si girò verso di lei e con la mano le fece alzare lo sguardo. -Guardami!- Bianca obbedì. Appena gli occhi di lei incrociarono quelli di lui ci fu silenzio.
Samuel non riusciva più ad aprire bocca. Si era perso nei suoi occhi. Si era perso come ci si perde ad ammirare il mare.
Questa storia è tratta da un'esperienza che ho vissuto all'età di Bianca ma la maggior parte della storia è inventata.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Basta, da oggi non mangerò più.- Bianca se lo ripeteva ogni giorno, era stanca di vedersi così. Lo specchio rifletteva ogni suo difetto, e questo a lei non piaceva.
-Bianca, esci da quel bagno altrimenti farai tardi a scuola.- Disse la mamma. Bianca fece finta di niente. Era una ragazza di 13 anni, non molto alta, con lunghi capelli color castano chiaro, occhi verdi e un nasino all'insù.
Frequentava l'ultimo anno delle medie, la 3B e tra un mese avrebbe affrontato l'esame. Non era spaventata, forse solo un po' emozionata.
-Bianca! Allora mi hai sentito?- la mamma entrò all'improvviso in bagno.
- Sì!  Non sono sorda! Cinque minuti e arrivo.-
Finalmente, dopo altre promesse che non avrebbe mantenuto, uscì dal bagno, prese la cartella e salì in macchina.
Arrivata davanti alla scuola scese dalla macchina e senza neanche salutare chiuse la portiera dirigendosi verso le sue amiche. La scuola era ancora chiusa.
Asia e  Chiara, come ogni mattina, non facevano altro che parlare di verifiche, dei compiti e di quelle cose riguardanti la scuola. Bianca si unì a loro ma non prestò attenzione a ciò che dicevano le due amiche, era concentrata a guardare i ragazzi che stavano davanti alla porta della scuola. Osservò attentamente ma non lo vide. Il suo sguardo si rabbuiò.
- Ehi  tutto bene?- le chiese Chiara.
Non rispose.
- Ahahah ma dai, non dirmi che fai quella faccia solo perché oggi non è venuto.- disse Asia. - Se devo dire la mia, sono felice che non ci sia, almeno oggi staremo un po' tranquilli.- proseguì lei. Bianca la guardò, fece mezzo sorriso e disse: - Ti ricordo che oggi le prime due ore avremo la Scilla.-
Suonò la campanella. Tutti entrarono e andarono nelle rispettive classi.
- Buon giorno ragazzi.- La professoressa Scilla entrò con in mano dei grossi libri riguardanti Picasso - In queste due ore oggi non faremo disegno ma ci dedicheremo completamente alla storia dell'arte.-
Nella classe scoppiò in rumoroso " Noooo".
- Non avrei mai pensato di dirlo ma vorrei che ci fosse Samuel.- Disse sottovoce Asia. Bianca sorrise. - Chissà perché oggi non è venuto, non è da lui.- s'intromise Chiara.
- Non so, forse starà male.- rispose Asia.
A quelle parole Bianca si preoccupò. Samuel,  il ragazzo che le piaceva, non aveva mai saltato un giorno di scuola, non perché ci tenesse, anzi se fosse stato per lui quell'edificio poteva anche bruciare.
Non era un alunno modello, era stato bocciato un anno, aveva zero voglia di studiare, infatti in pagella aveva si e no tre sei; rispondeva ai professori e durante le ore di alcune materie noiose faceva casino. Era il classico "bullo".  Lui però si definiva un tamarro.
Forse era proprio quello che piaceva a Bianca.

La giornata fu lunga e noiosa. Il lunedì si doveva rimanere a scuola fino alle 17.00.
Arrivata a casa Bianca andò in camera sua, buttò lo zaino a terra, prese il cellulare, si sdraiò sul letto ed entrò su Whatsapp. Voleva scrivere a Samuel. Voleva sapere perché non era venuto a scuola. Andò sul suo profilo e vide che era online; il suo cuore iniziò a battere più forte. Doveva o non doveva scrivergli? Ad un certo punto le arrivò un messaggio...era lui!
-Ehi.-
- Ciao- rispose Bianca. Era al settimo cielo.
- Com'è andata a scuola?-
- Male, senza te è una noia-
- Ahaha..e i professori che hanno detto?-
Stava per rispondere quando vide una chiamata in arrivo.
- Ciao- disse una voce profonda.
- Ciao..-  rispose la ragazza
- Allora, che hanno detto i professori?-
A quella domanda lo riconobbe. Era Samuel. Ma perché le aveva telefonato? Non glielo chiese, si limitò a rispondere. Iniziarono a parlare del più e del meno, del perché lui non fosse venuto a scuola quel giorno e delle cose fatte nel fine settimana.
Rimasero a telefono dalle 17.33 alle 22.55 saltando la cena.

   
 
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