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Autore: kirarachan    02/02/2009    1 recensioni
Abbandono, ecco la parola che riassume la mia vita ...
Ad un tratto senza quasi che me ne accorga si volta verso di me, gli occhi mi danno l'impressione di essersi schiariti, sono quasi bianchi. Sebbene abbia un aspetto molto inusuale mi attrae in una maniera morbosa, quasi malsana.
...
[3° classificata al concorso 'The bite of a vampire']
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

Ripenso a tutta la mia vita e perchè io ho dovuto vivere ciò che ho vissuto e tu fratello, angelo mio no?
Io ero relegata ai desideri altrui per vivere, io dovevo soddisfare le loro voglie per soldi, ma ora; Raphaël grazie a te i ruoli si sono invertiti! Un ghigno mi attraversa il viso pur non rovinando i miei lineamenti, sono loro che ora soddisfano le mie voglie...

Ti ringrazio Raphaël, so bene che quella sera tu non lo facesti apposta, ma devo ringraziarti mi hai insegnato a vivere!

E' ormai un anno che mi hai presa con te, ed è anche ormai un anno che mi hai abbandonata.
Ricordo gli ultimi segni che mi lasciasti, un giglio e un bucaneve, i nostri simboli, i fiori associati ai nostri nomi come mi dicesti, e sotto ai loro steli un foglio, ASPETTAMI.

Da principio ne fui spaventata poi lentamente cercai di capire, anche se tutt'ora mi riesce difficile. Mi avevi abbandonata come avevano fatto tante persone prima di te.

Ma non mi sono lasciata abbattere, tutto questo nulla era a confronto del ribrezzo di ciò che ero stata, il disgusto della mia vecchia vita mi sta scivolando addosso e lentamente me ne dimentico. Gabrielle du Nord ormai era un vecchio ricordo, ora sono solo Gabrielle e basta.

Ho errato e cercato in tutta la Francia, ho cercato tuoi segni che non trovavo ma al contempo ritrovavo ricordi sopiti nella mia memoria e sono arrivata a lui, nostro padre, Remiel du Nord.

Non mi stupì molto scoprire che era un vampiro antichissimo quindi vampiri e umani potevano concepire figli, ecco perchè sia io che mio fratello esistevamo, notte di follia alla maniera vampira. Remiel proprio non potevi mangiartela a lavoro finito vero? Gliel'ho chiesto un paio di volte suscitando la sua ilarità. Ma mai nessuna risposta certo che sono tipi strani i vampiri; anche il loro modo di parlare mi lascia perplessa, mi sembra di parlare con un personaggio di Poe o Wilde alle volte.

-Oh mio bucaneve, il giglio che imprudentemente ti ha abbandonata non è ancora tornato a lenire il tuo dolore?- Mentre recitava una frase degna di un poema curava i suoi fiori, i suoi unici compagni di vita. Le Belle di Notte erano come lui, come noi.
-Remiel perchè mi ha lasciata? Dove può essere ora?- Gli vado incontro attraversando l'enorme salone, la veste celeste mi accarezza il corpo e mi scivola dietro in un piccolo strascico. Le braccia coperte da uno scialle di seta bianca mi fanno apparire un angelo, ed è così che ama vedermi mio padre. Mi carezza il viso -Mia piccola Gabrielle sono certo che anche a lui ha pesato lasciarti, ma so che deve avere avuto i suoi motivi che forse non sapremo mai...-

Lo lasciai ai suoi compagni e me ne tornai nella mia camera, non immaginavo che la sete non mi condizionasse, come d'altro canto ricordavo dalle numerose storie come Dracula o Carmilla, da quello che appariva dai romanzi o dai film se un vampiro non beveva impazziva. Invece non è vero, si impazziamo ma solo se stiamo senza bere per troppo tempo, ciò che doveva aver fatto Raphaël.
Mi appoggio alla finestra e guardai fuori, il castello del padre era situato su un piccolo colle nella campagna normanna, era rilassante lo spettacolo di fronte a me.

Mi appoggiai il capo sui palmi delle mani e un lieve aroma di gigli mi stuzzicò le narici, se avesse potuto il mio cuore sarebbe sussultato.

Era tornato? Stava tornando? Le mia labbra lasciano uscire un sussurro con il suo nome -Raphaël...- Si perde nel silenzio della notte assieme ad un urlo umano e ad un ringhio non animale. Balzo dalla finestra devo capire! Il mio piede tocca il suolo con un suono ovattato e inizio a correre, il mio olfatto percepisce una lieve ma inconfondibile traccia calda e ferrosa, la seguo ed arrivo in una radura.
La morte aleggiava sopra a quella quiete, un cadavere e un corpo tramortito mi si prostravano alla vista.

Quella scena mi eccita i sensi, l'abito mosso dalla brezza notturna mi sfiora la pelle e mi svolazza attorno giocando con i miei lunghi capelli. Sento la preda tramortita riprendere conoscenza e tradendo ogni mia aspettativa anziché urlare o tentare di scappare via, mi osserva rapito, ammaliato dalla mia figura. Penso che mai dimenticherò il suo viso, la sua espressione è estasiata.

Povero uomo stai sorridendo alla tua morte.

Cammino lentamente arrivo a sovrastarlo con la mia figura, gli sorrido amorevolmente e lo vedo sospirare, mi dispiace fare quello che sto per fare. La mia attenzione viene catturata dalla sua mano che rovista nella camicia semi aperta, ne estrae qualcosa di luccicante.

Sgrano gli occhi, porta il ciondolo alle labbra e lo bacia -Ti ringrazio signore della tua benevolenza-.
Mentre pronuncia questa frase sento la testa girarmi, dannazione, devo eliminarlo prima che mi scoppi la testa!
Mi chino sopra al suo corpo con un movimento fluido e veloce, gli accarezzo il viso con una mano i miei capelli neri mi ricadono davanti e gli sfiorano il viso; mi sporgo più avanti e mi avvicino al suo orecchio. -Ti farò male, perdonami in anticipo-

I suoi occhi mi guardano alla ricerca di risposte, risposte a domande che non ha tempo di pormi. Gli bacio il collo, i nervi si rilassano sotto al tocco gelido delle mie labbra, per poi ristendersi quando i canini lentamente affondano nella carne attorno all'arteria e i muscoli si lacerano.

Sento quell'odore ferroso tanto familiare quando sconosciuto al mio corpo, il calore di quel liquido mi invade la bocca, ogni volta è per me la prima volta. I sensi si affinano al massimo, il sangue che mi rientra in circolo è come droga per il mio corpo, assaporo ogni singola goccia che mi attraversa la bocca.

Mi stacco dalla povera vittima per riprendere controllo. Il mio corpo si è scaldato, la pelle ha ripreso un calore umano.
L'odore dell'uomo svanisce assieme all'alito di vita che gli era rimasto e resta solo l'odore del giglio.

-E' sempre uno spettacolo unico- Un sussurro che soffia assieme al vento nei miei capelli.
La voce bassa e profonda mi fa vibrare le corde più profonde dell'anima. So che è inutile cercarlo con lo sguardo non è qui, non ancora per lo meno.

Mi ripulisco il rivolo di sangue che mi ha sporcato la bocca e mi volto furtiva sentendo dei passi che rompono la quiete attorno a me.

Lo rivedo.

Se potessi piangere lo farei.

-Raphaël! Mio Raphaël!- Gli corro incontro e mi butto fra le sue braccia aperte per accogliermi. -Gabrielle perdonami, ma petite fleur...-
Le mie labbra reclamano le sue.
Le mie mani lo reclamano.

Mentre mi perdo nell'oblio dei sensi, il piacere che mi pervade è estati pura.

Avevo letto qualcosa ha proposito della passionalità dei vampiri, ma nessun libro o film ne hanno mai presentato la reale travolgenza.
Ancora un pensiero mi attraversa la mente. Fratelli. Non ci do più peso a tutto ciò.

Come mi ha spiegato Remiel ormai siamo rinati, siamo due esseri nuovi, e io...
Io finalmente sono artefice della mia vita, sto sfruttando la mia seconda possibilità offertami dal destino e non la sprecherò di certo.
La mia vita di prima, la Gabrielle puttana, ormai è sepolta. Ora c'è solo la Gabrielle di Raphaël.

I nomi sono delle vere e proprie offese ai loro originari proprietari, i sommi arcangeli.
Interessante argomento di discussione devo ammettere, ma ho l'eternità per pensarci e ora proprio non ne ho voglia!
Voglio riperdermi nell'oblio come un anno fa. Anche se ora so a cosa vado incontro e bè, il peggio è di sicuro passato!
L'oblio che mi accoglie è quello dei miei sensi che si annullano sotto alla passione delle carezze del mio compagno.

La passione che fino ad un anno fa mi portava il pane in tavola ora mi ha reso schiava. E non mi lamento di certo.
Basta pensare, basta ragionare. Finalmente sono assieme a Raphaël e ciò mi basta.

 

Quella notte fu solo la prima di molte altre che avrei vissuto.
Io la semplice ragazza di Montmartre che troppo inesperta della vita era stata lasciata ad essa senza un sostegno,
ora ero il mio sostegno, avevo capito cosa voleva dire vivere,
e tutto grazie ad uno scherzo del destino che mi aveva mostrato la realtà.

I peggiori incubi di tutti voi sono stati la mia salvezza.
Un bacio la vostra Gabrielle.

Fine.

   
 
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