Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ToscaSam    26/08/2015    1 recensioni
importantissimo!
Come il precedente Nate Babbane e i Blasoni Familiari, questa storia seguirà la trama di uno dei libri della saga di Harry Potter, solo da un punto di vista diverso. Stavolta sarà Harry Potter e il Principe Mezzosangue a fare da sfondo alla vicenda che mi accingo a narrare.
Si tratta del terzo capitolo di quella che vuole essere una gigantesca fanfiction, regalo per le mie più care amiche.[...]. In secondo luogo, sarà un percorso attraverso i libri di Harry Potter, solo da un’altra prospettiva, un po’ meno in luce. Il punto di vista sarà quello di studentesse “normali”, che non hanno a che fare niente con le vicende eclatanti che gravitano attorno al trio protagonista della serie.
Vorrei specificare che cercherò di essere più fedele possibile ai romanzi, nel senso che leggerò accuratamente e riporterò in chiave personalizzata tutti i momenti “generali” presenti nei libri. Voglio dire che quando si nominerà “la Sala Grande gremita di studenti”, probabilmente i miei personaggi saranno lì presenti, o che quando si parlerà di “partite di Quidditch” le mie protagoniste si uniranno al resto della scuola per fare il tifo. [...]
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Nate Babbane (OLD VERSION)'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fine dell’estera rimpatriata
 
« Cara Alice,
sono qui nella Sala Comune, praticamente deserta, che mi impegno nell’estenuante attività di guardare i ciocchi di legno che bruciano nel camino.
Se no fossi pigro, avrei una voglia matta di andare a cercare nella catasta, i rametti ancora un po’ verdi, così da fargli fare lo schioppo una volta gettati nel fuoco.
Però sono pigro.
Quindi ho deciso di prendere questo foglietto di pergamena e scriverti una lettera. Hai vinto la mia inattività cerebrale e fisica, quindi cento punti per te.
Seriamente, a parte il mio evidente disagio mentale (credo dovuto alla solitudine), avevo voglia di fare due chiacchiere.
Dunque, scrivere una lettera è l’idea più sbagliata del mondo, visto che ti arriverà fra non so quanto e chissà quando la leggerai.
Insomma … mi mancava la tua presenza qui e anche Dara, ovviamente! Non c’è un’anima con cui divertirsi e di certo andare a quello stupido ballo, domani sera, sarà una vera noia.
Avevo avuto una mezza idea di invitare Anthony a ballare con me, visto che tu sei praticamente fuggita sull’espresso di Hogwarts, quando te l’ho chiesto.
‘Il vecchio Anthony ballerà con me’, mi sono detto. Però poi, ho realizzato che anche lui era tornato a casa per le vacanze.
Quindi eccomi qui, solo, in questa noiosissima Sala Comune, a guardare il caminetto.
Da Hogwarts nulla di nuovo … non c’è quasi nessuno.
Il professor Lumacorno è sempre più ciccione e credo che per Natale sarà abbastanza grasso per essere mangiato al posto del cappone.
Non so che altro dire, per cui immagina quanto sia interessante stare qui. Raccontami delle tue vacanze: com’è tornare nel mondo dei Babbani dopo qualche mese di full-immersion nella magia? Io darei non so cosa per poter passare queste settimane in una famiglia Babbana. Tutti quei loro sistemi di vivere senza magia, immagino siano molto più interessanti dal vivo, che da sopra il libro di Babbanologia. E poi la loro letteratura è più divertente. Mi regali un libro Babbano, per Natale?
Ah, io non ti ho regalato niente, quindi se vedrai arrivare un allocco marroncino con un pacchetto giallo e il nastro rosa, con sopra un bigliettino con scritto “per Alice”, non credere che c’entri qualcosa con me.
Addio, vado a piangere il buon vecchio Anthony che non potrà presenziare al Ballo.
Divertiti e saluta i tuoi genitori. Fai gli auguri a tutta la tua famiglia.
A te gli auguri ancora non li faccio. Porta male, prima del tempo.
Credo che siano nel biglietto che ti porterà quel gufo di cui io non so assolutamente niente.
Ciao!
Terry”
Alice si era svegliata prima degli altri e si era letta con calma quella pergamena indirizzata a lei.
La luce del mattino era ancora fioca, attraverso le persiane, però bastavano per leggere e rileggere almeno dieci volte ogni singola parola impressa sul foglio di carta.
Decise di alzarsi e sentì un gran freddo attanagliarle la schiena, che si era abituata al tepore del letto.
Seguendo il contorno illuminato della porta, l’aprì e seguì il corridoio fino alle note scale, che la portarono nel salotto.
 
« Buongiorno Alice! Buon Natale!»
Colta di sorpresa, Alice scoprì che non era stata la prima ad aprire gli occhi: Irene e Dario la vennero a salutare dalla cucina, con indosso grembiuli e una buona dose di sporcizia.
Mamma Amélie spuntò anche lei dalla porta della cucina e dette il buongiorno.
« Signora, cosa posso fare? Le do una mano in cucina?»
« Oh, no, no, mia cara. Darius e Irene sono bravissimi. Perché non svegli le tue amiche e non allestite qualche decorassione?».
 
Così la mattinata si perse in questo modo: Irene, Dario e la fedele Tegamina aiutarono la signora Belhome a preparare il pranzo; Dara e François decorarono insieme l’albero di Natale; Sara, Samantha, Alice e Bianca andarono a raccogliere dei fiori per adornare il salotto e la tavola (ricevettero anche il permesso speciale dalla padrona di casa, di poter usufruire dei fiori della serra).
Valentina impilò alcuni pacchetti sotto l’albero insieme a Laura, che nessuno aveva visto rientrare, la sera precedente.
« A che ore sei tornata, ieri?» le chiese la sua compagna di lavoro.
« Ehm … diciamo che ho fatto un po’ tardi» ammise Laura, mettendo da parte un regalo dall’incarto giallo e il fiocco rosa.
« Uhu! E io che pensavo che Anton fosse stanco»
« Infatti era stanco! Ho parlato con tutte quelle persone e con Madame Maxime, che scriverà una lettera a Silente per pararci i culetti».
Verso l’una e mezza, Madame Belhome e i suoi aiutanti culinari dichiararono che era giunta l’ora di andare a tavola.
Monsieur Gilbert arrivò giusto in tempo. Era stato nel rifugio per portare un po’ di buonumore anche fra i rifugiati; disse di avergli portato una bottiglia si champagne, comperata in città quella mattina.
Dimostrandosi come sempre molto gentile, augurò personalmente a ognuna delle ragazze e a Dario, un buon Natale.
Quando tutti furono seduti e si preparavano a mangiare l’antipasto, il signor Belhome picchiettò una forchetta su un calice, provocando un suono tintinnante.
Tutti si zittirono all’istante.
Monsieur Belhome si alzò in piedi:
« Miei cari; siete qui perché siamo amici o parenti e in ogni caso vi ringrazio di questa meravigliosa compagnia. Però, prima di mangiare e festeggiare, mi sembrerebbe giusto rendere onore a una persona che avrebbe dovuto essere qui. Parlo della cara Céline, ovviamente. Di lei che ha dato la priorità al suo lavoro, sacrificando la propria vita. Non parlo solo della tragica morte che le è toccata, ma di tutto quello che ha fatto per il bene del suo paese e del mondo: si è votata alla caccia dei Maghi Oscuri, ha lavorato lontana da casa sua senza mai dare l’impressione di voler andare via. Per questo io la ringrazio e le rendo onore».
Alzò il calice, come in un brindisi.
« A Céline» lo seguì François: « che è stata accolta in questa familia come un membro a tutti gli effetti, e ha dimostrato di esserne più che degna. È stata comme una sorella, pour moi».
« A Céline» disse timidamente Amélie, i cui occhi tornavano a riempirsi di lacrime umide.
« A Céline» dissero tutti mestamente.
 
Quando ebbero mangiato, fu la volta di aprire i regali sotto l’albero.
I più numerosi, ovviamente, erano quelli della famiglia Belhome: zii, nonni e parenti vari che si scambiavano regali.
Ma quando i ragazzi scoprirono che c’era un pacchetto per ognuno di loro, non seppero davvero come ringraziare: quella mattina, quando Monsieur Belhome era andato a comprare lo champagne, sotto insistenza di sua moglie, aveva comperato anche un piccolo pensiero per loro.
« L’ho trovato in un negozio che vende cianfrusaglie … eppure mi è sembrato carino. È un portafortuna: si può mettere al collo come una collana o legare al polso come un braccialetto … la pietra che c’è sopra si illumina quando vicino a voi c’è un amico. È un po’ come uno Spioscopio all’incontrario.»
Commossi dal pensiero gentile e vergognosi di non avere niente in cambio, tutti indossarono il loro piccolo monile all’istante e notarono, com’era normale che fosse, che ogni piccola pietra si illuminò caldamente.
Le nove luci tenui erano di colori diversi, ma Irene vietò che si facesse a cambio: a detta sua, il destino aveva consegnato i colori specificamente per un motivo diretto al proprietario.
I signori Belhome furono assai curiosi delle doti divinatorie di Irene e  Monsieur Gilbert le chiese una dimostrazione.
Dopo aver preso il libro di Divinazione nel baule in camera, Irene lo aprì al capitolo sulla Cromomanzia.
« La mia pietra è bianca. Credo che significhi che sulla mia strada, molto vicino nel tempo, c’è una persona importante. Anche quella di Dario è bianca, quindi immagino il responso sia lo stesso. Quelle di Alice e Samantha sono verdi, che è il colore della natura. Però il verde di Alice è più chiaro mentre quello di Samantha leggermente più scuro. Potrebbe voler dire che entrambe sono destinate a un rapporto particolare con la natura, però Alice nel bene, mentre per Samantha ci sarà qualche difficoltà. Laura e Dara ce l’hanno rosso chiaro, che è un bene, perché rosso scuro sarebbe stato il colore del sangue. Insomma quel rosso sfocato è indice del sentimento e si può interpretare come un forte legame già instaurato. In pratica è quella che sarebbe toccata a me o a Dario, se avessimo già fatto l’incontro importante di cui dicevamo. Sara, Valentina e Bianca ce l’hanno azzurra, che è un colore molto puro. Indica che la loro purezza – credo d’animo – sarà di una qualità superiore rispetto a quella di altri, in un tempo abbastanza prossimo».
François si offrì di farsi leggere la mano (era curiosissimo!), ma Irene, dopo averla scrutata a lungo, dichiarò che non si ricordava più come si facesse.
L’unico gufo che era riuscito a trovare la destinataria nonostante non fosse dove recitava l’indirizzo, era stato un allocco marroncino. Aveva trasportato un pacchetto con l’incarto giallo legato da un nastro rosa brillante.
Alice ne reclamò la proprietà immediatamente, e lesse il biglietto di auguri da parte di Terry. Sapeva che era lui anche se non c’era firma, ovviamente.
Dentro il pacco, c’era uno specchietto rotondo, da borsa.
Alice lo prese e notò un’altra piccola pergamena, ripiegata.
In attesa di scoprire dal vivo quale forma assuma il tuo Patronus”.
 Senza capire bene quale potesse essere il nesso fra lo specchio e il Patronus, si specchiò e rimase senza fiato: invece della sua faccia, dall’altra parte del vetro la fissava una poderosa aquila reale.
 
Specchiarsi nel prodigioso regalo di Terry, fu il divertimento che trattenne il gruppo fino alle cinque, circa.
Nel tardo pomeriggio, quindi, gli ospiti andarono a far visita ai rifugiati, lasciando Maison Lavande all’intimità della sua famiglia.
Furono tutti molto felici di scoprire che Anton si era rimesso abbastanza da potersi ergere a sedere. Lui augurò cortesemente il buon Natale a tutti, poi Laura lo aiutò a cambiarsi le bende medicate.
Gli altri rifugiati furono altrettanto gentili e offrirono addirittura un goccio di champagne.
Il resto delle vacanze fu molto tranquillo e non ci furono avvenimenti degni di spessore.
Una mattina Madame Maxime si Materializzò assieme ai genitori di Céline e per tutto il giorno, fu chiesto ai ragazzi (compreso François), di stare in camera e non gironzolare. L’ordine fu preso alla lettera volentieri, dato che nessuno aveva il cuore di andare a porgere le condoglianze a quella povera famiglia.
Quando arrivò infine l’ultimo giorno, i bauli vennero preparati in fretta e il camino disposto affinché i ragazzi potessero tornare a Londra con la Polvere Volante.
Tornare a Hogwarts pareva un sollievo, da una parte, per lasciarsi alle spalle quell’ambiente sì piacevole, ma molto triste.
Dall’altra, Dara non ne voleva proprio sapere di allontanarsi da François. Ci fu qualche lacrimuccia, qualche smielatezza, ma alla fine, dovette cedere.
Anton sarebbe rimasto lì per tutto il tempo richiesto dalla convalescenza, poi se ne sarebbe tornato a casa, in Bulgaria.
Laura ne fu assai preoccupata, ma non glielo disse.
A Bianca venne regalatala bacchetta di Céline: ciliegio e corda di cuore di drago. Un mix interessante, con ui Bianca sperò di trovarsi bene.
Maison Lavande sparì dai loro occhi in una fiammata verde, esattamente come era comparsa per la prima volta.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ToscaSam