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Autore: Writer96    26/08/2015    9 recensioni
OC, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Introspettivo, Sentimentale, A Little Bit Malinconico ma Realista | 8450 Parole
"Quando entrano nella Sala Grande, sento il respiro bloccarmisi in gola.
Dovrei essere preparata, del resto è giovedì, e come ogni giovedì che si rispetti la squadra di Quidditch di Grifondoro ha finito da neanche venti minuti gli allenamenti, ma non c’è mai modo di arrivare pronta a questo momento. Semplicemente, ogni giovedì sera, appena tre o quattro minuti dall’inizio della cena, otto persone entrano dalle porte d’ingresso alla Sala Grande e io non posso che rimanere immobile a fissarle, dimenticandomi di qualunque altra cosa. O meglio, non posso che rimanere immobile a fissare uno di loro, imprimendomi negli occhi quei gesti terribilmente familiari e allo stesso tempo sempre affascinanti. [...] James Potter sta ridendo, le guance leggermente arrossate dal vento autunnale che soffia fuori da qui, la bocca spalancata a mostrare una schiera di denti bianchi, gli occhiali storti sul naso e i capelli più arruffati del solito, ed io lo trovo più attraente che mai."
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Come si amano i pazzi'
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L'amore degli altri
by Writer96
dedicato a chi, almeno una volta nella vita, è stato una Jenny.


Quando entrano nella Sala Grande, sento il respiro bloccarmisi in gola.
Dovrei essere preparata, del resto è giovedì, e come ogni giovedì che si rispetti la squadra di Quidditch di Grifondoro ha finito da neanche venti minuti gli allenamenti, ma non c’è mai modo di arrivare pronta a questo momento. Semplicemente, ogni giovedì sera, appena tre o quattro minuti dall’inizio della cena, otto persone entrano dalle porte d’ingresso alla Sala Grande e io non posso che rimanere immobile a fissarle, dimenticandomi di qualunque altra cosa. O meglio, non posso che rimanere immobile a fissare uno di loro, imprimendomi negli occhi quei gesti terribilmente familiari e allo stesso tempo sempre affascinanti.

L’ordine d’ingresso è sempre lo stesso, così io so di avere esattamente dieci secondi per prepararmi psicologicamente a ciò che accadrà: prima passa Paciock, alto e sorridente, i guanti da Portiere stretti nelle mani, seguito dalle sorelle Evereen, stessa espressione su due volti tanto simili da sembrare uguali, affiancate a loro volta da Marcus Cole, allampanato e sorridente, mentre Jeremy Canon e Lizzie Ferguson, le mani intrecciate, li seguono di pochi passi, impegnati in una fitta conversazione.

Un paio di metri dietro di loro, un paio di ragazzi alti quasi uguali cammina lentamente, le mani infilate nelle tasche della divisa e un’espressione soddisfatta sui volti. Sirius Black è lievemente più alto, ed è tanto bello da sembrare quasi finto, con gli occhi grigi e il ghigno malizioso sempre stampato sulle labbra; il portamento fiero e la leggera arroganza stampata sul suo volto fanno sì che sia l’unica persona sul pianeta, probabilmente, a non sembrare un cagnolino che segue fedele il suo padrone, nonostante abbia appena passato le ultime due ore della sua vita seduto su una delle gradinate in attesa della fine dell’allenamento del suo migliore amico, solo per poter accompagnare quest’ultimo a cena.

Il suddetto migliore amico è il motivo per il quale, probabilmente, sono passata dalla più totale apnea alla più totale iperventilazione, assumendo una delicata sfumatura violacea sulle guance. James Potter sta ridendo, le guance leggermente arrossate dal vento autunnale che soffia fuori da qui, la bocca spalancata a mostrare una schiera di denti bianchi, gli occhiali storti sul naso e i capelli più arruffati del solito, ed io lo trovo più attraente che mai. Lo guardo camminare, perdendomi nel modo in cui le sue gambe allampanate si muovono disordinatamente, ancora fasciate dagli stivali da Quidditch, e mi chiedo cosa io abbia fatto di tanto bello nella mia vita precedente per avere il privilegio di venire in contatto con una persona così.

Sono ancora talmente persa nell’osservare James Potter, la sua camminata, il suo sorriso e i suoi capelli, che non mi accorgo della gomitata che sta per rifilarmi Aleena, arrivando a percepirla solo quando rischia di sfondarmi la cassa toracica.
-Merlino, Leen, che ti ho fatto di male per meritarmi tutto questo dolore?- sussurro, voltandomi verso di lei con aria scandalizzata. Il posto al mio fianco è strategicamente libero e io sto sperando con tutto il mio cuore che qualcuno decida di venire a sedersi lì, ma non appena sento il vociare della squadra di Quidditch allontanarsi dalla zona del tavolo dove sono seduta io, la mia espressione si fa più mogia ed abbattuta e mi sembra di sgonfiarmi improvvisamente.
-Stavi per sbavare. Anzi, credo che tu l’abbia fatto, controlla un po’…- mi risponde lei, lanciandomi un’occhiata divertita quando io alzo una mano per controllare l’eventuale presenza di saliva intorno alla mia bocca. Nina si sporge da dietro le spalle di Aleena e mi guarda con compassione, senza riuscire a celare un ghigno.
-Non essere cattiva con Jenny, Leen, non vedi che il suo cervello non funziona più a dovere? Guardalo, sta inseguendo con cura James Potter e il suo didietro e…-
-Alt! Non voglio sentire parlare del didietro di James, chiaro?- esclamo, alzando una mano in direzione delle mie amiche, che stanno ormai ridendo senza alcun ritegno, mimando quella che evidentemente doveva essere la mia espressione qualche istante fa.

-Jen, non hai mai pensato di… Fare qualcosa, non so, di parlargli, ad esempio, invece che passare tutto il tuo tempo a fissarlo?- mi domanda Aleena, tornando improvvisamente seria e iniziando a fissarmi con intensità. Distolgo lo sguardo, iniziando a giocherellare con il cibo che ho nel piatto, senza avere davvero voglia di mangiare qualcosa. Nel sollevare lo sguardo, incrocio per un istante gli occhi di James, prima che lui si volti a dire qualcosa a Sirius, scoppiando a ridere nel suo stesso istante. Sospiro, prima di scuotere la testa con rassegnazione.
-Ma io ci ho parlato! Più di una volta, se proprio volete saperlo, e anche non superficialmente!- mi difendo e in effetti sto dicendo la verità. E’ successo più volte che io e James Potter parlassimo, scambiandoci anche chiacchiere ben più profonde da quelle che si scambierebbero due semplici compagni di Casa. Sono momenti che ho inciso nella mia memoria come nient’altro e li custodisco gelosamente, accarezzandoli con il pensiero ogni volta che mi sento giù.
23 Settembre 1976

-Oddio scusa, ti sono finita addosso! Non volevo, scusami tanto!-
Bugia. Volevo esattamente finirgli addosso, solo magari in maniera un po’ meno goffa di così.
-Figurati, nessun problema!- aveva sorriso, chinando la testa per studiarmi con quei suoi occhi luminosissimi.
-Comunque sono James, piacere!- mi aveva teso la mano senza smettere di sorridere e io avevo sentito le mie ginocchia sciogliersi completamente.
-Io sono… Jenny.- mi ero presentata, stringendogli la mano e cercando di non arrossire come un peperone.
-Di che anno sei?- aveva chiesto poi, passandomi uno dei quaderni che mi erano caduti dalle braccia.
-Ho appena iniziato il quarto…- avevo mormorato e lui aveva fatto una faccia sognante, quasi ricordando qualcosa di molto piacevole.
-Il quarto anno… tempi meravigliosi. Tu forse eri troppo piccola per ricordartelo, ma… quell’anno abbiamo fatto quello che si potrebbe definire lo scherzo del secolo. Merlino, non ho mai visto il povero Argus(1) così furioso, dico sul serio!- era scoppiato a ridere, perso nei propri pensieri, e anche io mi ero lasciata scappare una risata divertita.

-Oh, sì, aspetta, la volta in cui avete ricreato il Lago Nero in uno dei corridoi, dici?- avevo chiesto dopo qualche istante. Lui aveva ghignato e mi aveva posato una mano sul braccio, creando in me una serie di scariche di calore.
-Esattamente quella volta, Jenny. Esattamente quella volta.-
Mi aveva soppesata con lo sguardo, prima di aprirsi in un sorriso sincero e divertito, senza spostare la propria mano da sopra la mia spalla.
-Beh, mi sento onorato del fatto che tu ti ricordi delle nostre
modeste imprese, signorina Jenny!-
Io ero scoppiata a ridere, esultando internamente nel sentire che si ricordava il mio nome, e l’avevo osservato cercando di imprimermi nella memoria tutti i dettagli del suo viso.
Aveva gli occhiali storti, come al solito, e uno sbaffo di inchiostro sulla punta del naso. La cravatta era allacciata male e i capelli erano particolarmente sparati per aria, ancora lunghi dopo l’estate. Aveva l’aria di essere infallibile e probabilmente ci si sentiva davvero, con i suoi sedici anni e mezzo e con quello sguardo che avrebbe convinto chiunque a fare ciò che lui voleva.
Non era bello nel senso convenzionale del termine, eppure non potevo smettere di osservarlo.
-Beh, mi spiace dover interrompere la nostra piacevole chiacchierata, ma, sai, signorina Jenny, uno studente del sesto anno ha molto da fare. Il dovere Malandrino mi chiama! Ah, e se l’anno prossimo dovessi avere bisogno di una mano per i G.U.F.O., non esitare a rivolgerti a me, sai che ho preso i miei a pieni voti?- aveva esclamato, pomposo, gonfiando il petto e spettinandosi i capelli. Avevo aperto la bocca per dire qualcosa, quando una voce aveva preceduto la mia.

-Sul serio, Potter, cerchi di fare colpo con i tuoi G.U.F.O.? Siamo caduti così in basso?-
Lo sguardo di James si era assottigliato per qualche istante, continuando a studiare la persona alle mie spalle che aveva appena parlato.
-Gelosa, Evans, dei miei voti in Difesa?- aveva ghignato, prima di spostare lo sguardo su di me.
-E’ stato un piacere, allora, signorina Jenny! Ci vediamo in giro!- aveva esclamato, prima di voltarsi ed andare via. Io ero rimasta ad osservare la sua schiena per un tempo che sperai non fosse ritenuto eccessivo, dopodiché mi ero voltata sorridendo e sentendomi sospesa da terra.
 

Prima che io possa rispondere alle battutine che Leen e Nina-che stanno ripetendo, tra una risatina e l’altra, che guardarlo mentre parla e annuire con fare sognante non vuol dire avere una conversazione-, quasi l’avessi evocata con i miei ricordi, una figura minuta fa il proprio ingresso in Sala Grande, correndo trafelata con un paio di libri sotto le braccia.
Posso percepire chiaramente Leen fare un verso di disappunto vedendo la chioma rossa di Lily Evans sfrecciarci vicino, prima di andarsi a sedere pesantemente dalle parti della squadra di Quidditch.
-Com’è che adesso sono tutti i suoi amichetti del cuore?- dice poi, con tutto lo sdegno possibile. Io sospiro, ficcandomi in bocca una forchettata di patate arrosto e cercando di non guardare dalla parte dove si è appena seduta Lily Evans. Ovviamente, dopo un paio di secondi cedo, giusto in tempo per vederla sventolarsi con una mano e lanciare un sorriso a James, che dice qualcosa che sembra offenderla, visto il broncio che lei mette immediatamente su mentre si volta sdegnata. Patricia Evereen la colpisce su un braccio, convincendola a guardare nella direzione di James, che, dopo aver sillabato con le labbra un’unica parola –uno “Scusa” incredibilmente dolce che, a parer mio, gli potrebbe quasi evitare un’eventuale condanna ad Azkaban- le lancia un sorriso talmente luminoso che fa contrarre il mio, di stomaco.

-Ora sono amici, Leen, dai, non essere così crudele. Capita a tutti di fare amicizia…- borbotto, distogliendo gli occhi da James, che sembra aver catalizzato tutta la propria attenzione sulla nuova arrivata.
-…Dopo sei anni nella stessa scuola, nella stessa Casa e… oh, seguendo le stesse identiche lezioni? Sì, hai ragione, capita davvero a tutti! Ma fammi il piacere, quella lì adesso va dietro a loro solo perché sono popolari, perché sono carini e perché è rimasta senza amici…- mi risponde lei, lanciando a Lily un’occhiata irata.
-Aleena, ora mi sembra che tu stia esagerando. Voglio dire, loro sono sempre stati popolari, tra gli scherzi, il Quidditch e la bravura a scuola sarebbero popolari anche senza essere carini, non trovi? E poi Lily Evans, oggettivamente parlando, è piena di amici. Voglio dire, Alice Prewett è la fidanzata di Frank, come può Lily non essere amica anche con lui? E lei e le Evereen girano insieme da non so quanto tempo! Magari si è semplicemente accorta che anche Potter e Black non sono così terribili come credeva.- esclama Nina, guardando con rimprovero Leen, che in risposta lancia uno sbuffo e si gira verso di me, scuotendo la testa con disapprovazione. So già dove andrà a parare, potrei quasi dire io stessa le parole che lei sicuramente pronuncerà tra un istante.

-Io non capisco perché proprio tu, Jen, ti ostini a difenderla sempre. Dovresti odiarla, dannazione! Ti sta rubando il ragazzo!- sussurra, puntandomi un dito contro. So che ha ragione, so anche che il suo ragionamento, davvero, non fa neanche mezza piega ma… Io non posso. Non ci riesco.
Non so esattamente per quale motivo, ma non riesco a trovare Lily Evans insopportabile come fa invece Aleena. E’ vero, le sue scenate a James sono entrate nella storia ed è anche vero che a volte sembra leggermente maniaca dello studio, con un paio di libri sempre con sé e un leggero velo di occhiaie causato dalla stanchezza, ma alla fine si è sempre rivelata una brava persona. Mai sgarbata con noi più piccoli, sempre disposta a darci una mano e alla fine anche piuttosto simpatica, Lily Evans è una di quelle persone con cui potrei andare davvero d’accordo, se non fosse per il piccolo inconveniente James.
-Ma io non la difendo è solo che… Non è così terribile come la descrivi tu. Davvero. Io ho avuto modo di parlarci un paio di volte e… E’ una tipa a posto. Certo, magari non si rende conto di quello che ha e a volte mi è sembrata un po’ fuori di testa, ma chi non lo è mai sembrato?- esclamo io, prima di dedicarmi al mio piatto che sembra ancora intonso. Nina annuisce vistosamente, mentre muove una forchetta in direzione di Leen, quasi a volerla minacciare.
-Io l’ho conosciuta alle riunioni dei Prefetti, ed è una brava Caposcuola. Certo,- fa una pausa e si sporge verso di me per farmi un occhiolino, prima di riprendere a parlare –James Potter è decisamente più divertente, lei è un po’ troppo seria, ma, ehi, non ha mai fatto del male a nessuno!-

Aleena tace per qualche istante, prima di alzare gli occhi al cielo e incrociare le braccia sul petto. E’ sempre così, iperprotettiva nei miei confronti, sempre pronta a scagliarsi contro chi provi anche solo a fare del male a me o a Nina. Un’amica meravigliosa, davvero, ma a volte leggermente esagerata. Vorrei spiegarle che questa dovrebbe essere la mia battaglia, non la sua, ma so che si offenderebbe, perciò lascio che faccia i propri commenti al vetriolo, senza immischiarmi troppo.
-Non ti capisco proprio, Jen, ma se continui di questo passo, potrebbe anche andare a finire con te e James Potter che fondate il Fan Club Ufficiale di Lily Evans!- brontola e io inevitabilmente scoppio a ridere, ignorando la fitta allo stomaco che mi è presa nel pensare a me e James uniti nella stessa frase.

Nina la rimprovera, ma non le ascolto, troppo impegnata nell’osservare James Potter e Sirius Black che mi passano davanti. James sta sorridendo ancora e riesco a cogliere distintamente, tra le parole che si scambia con Sirius, il nome di Lily e qualcosa che assomiglia terribilmente ad un “E’ sempre più fantastica”, cosa che mi fa stringere lo stomaco per il dolore. Vorrei urlare, disperarmi, ma istintivamente so che è inutile. Non c’è bisogno, poi, che Nina o Leen mi dicano che io sono più carina di Lily Evans- cosa sulla quale nutro dei dubbi, in realtà- o che sono molto più matura della mia età, quindi James non farebbe caso ai nostri due anni di differenza. Non c’è bisogno perché so, semplicemente, di non essere Lily Evans e per questo motivo non potrò mai, neanche tra un milione di anni, piacere a James Potter.

Mentre ci avviamo verso la Torre, torno con la mente ad un’altra delle mie conversazioni con James, quella che forse è stata la più bella, ma anche la più dolorosa. Quella che più di tutte mi aveva fatto sperare e poi sprofondare, subito dopo.

 
17 Gennaio 1977

-Ciao, Jenny! Ti ricordi di me?-
Avevo fatto un salto, girandomi in tempo per trovarmi il naso di James Potter a poca distanza dalla mia fronte. Ero arrossita istintivamente e mi ero allontanata quel tanto che bastava per non essere stordita dal suo profumo.
-Come posso non ricordarmi
del Grande e Terribile James Potter?- avevo ridacchiato, ottenendo come effetto un sorriso gigantesco da parte sua.
-Hai un ottimo spirito, signorina Jenny, decisamente ottimo. Favoloso! Malandrina al punto giusto!- aveva esclamato lui, facendomi battere il cuore ad una velocità incredibile. Mi aveva dato della
Malandrina! Mi aveva paragonata a sé e ai suoi amici, avvicinandomi al suo mondo. Mi aveva fatta sentire parte di lui.
-Oh, mi sento… onorata, davvero.- l’avevo affermato con le guance sempre più rosse, mentre James Potter si stravaccava sul divano accanto a me e poggiava i piedi su uno dei tavolini. Fatto da qualcun altro, questo gesto sarebbe apparso grezzo e maleducato, fatto da lui appariva come segno di disinvoltura e anche di una leggera ironia.
-Fai bene, piccola Jenny – qui il mio cuore aveva perso parecchi battiti- visto che sto per chiederti una cosa estremamente importante.-

Avevo trattenuto il respiro, senza avere l’ardire di guardarlo negli occhi, limitandomi a sentire il suo respiro pesante accanto a me.
-Dimmi pure, James.-
Il suo nome mi era scivolato con dolcezza tra le labbra e istintivamente mi ero voltata verso di lui, cercando i suoi occhi.
Andiamo, fallo. Chiedimi di uscire. Ti prego.”
-Dovresti portare questo pacchetto in camera di Lily Evans e lasciarglielo sul letto. Non farti vedere, ti prego. Lo farei io, ma, sai, c’è un problema tecnico, le scale scivolose, hai presente?- aveva ridacchiato, passandosi una mano tra i capelli. Se non fossi stata troppo impegnata a rimettere insieme i pezzi del mio cuore, avrei notato che quella sua espressione stava a significare che evidentemente doveva averci provato già in precedenza, ma in quel momento non potevo fare altro che cercare di non scoppiare a piangergli davanti alla faccia. Avevo annuito e lui aveva sorriso, felice come non mai.
Mi aveva consegnato un pacchetto marrone e quella che aveva l’aria di essere una lettera e io li avevo stretti in mano con ben poca convinzione.
-Sei proprio una grande persona, piccola Jenny, sono più che sicuro che noi due andremo molto d’accordo. Decisamente una piccola Malandrina!- aveva riso, alzandosi e scompigliandomi i capelli con allegria. L’avevo guardato allontanarsi di qualche metro, prima di alzarmi di scatto e inseguirlo.

-Cosa c’è nel pacchetto? Se posso sapere, ovviamente…- avevo chiesto, posandogli una mano sul braccio. Lui aveva fatto una smorfia divertita e io avevo pensato che magari si trattasse di uno dei soliti scherzetti infantili, i soliti biglietti umilianti che lui era stato solito mandarle per anni.
Avevo sperato che fosse una delle solite manifestazioni di antipatia che lui e Lily si scambiavano solitamente, qualcosa di perfettamente normale e ben poco speciale.
-E’ una cosa che, se Lily Evans fosse una ragazza normale, probabilmente apprezzerebbe. Ma lei è matta e probabilmente butterà via la mia lettera di scuse.- aveva sospirato, senza notare la mia occhiata stupita –Perciò, nel caso dovese buttarla, ciò che c’è nel pacchetto la convincerà ad ascoltarmi comunque!-
Mi aveva strizzato l’occhio e si era dileguato silenziosamente, lasciandomi immobile nel mezzo della Sala Comune, il cuore che batteva troppo forte, gli occhi puntati laddove l’avevano visto l’ultima volta


-Ehi, Jen, dicevo, tu l’hai fatto il tema di Pozioni? Io mi sono scordata completamente, non voglio passare la notte in piedi per scriverlo!- esclama Leen, colpendomi sul braccio per richiamarmi all’ordine, un secondo dopo essere entrate in Sala Comune. Io annuisco, scuotendo la testa per potermi riprendere dai miei pensieri. Non va bene, non va bene affatto perdersi nei ricordi riguardanti James. Non ci voglio finire ancora più dentro, mi sono detta più volte, ed è questo che ho intenzione di fare.
Non peggiorare la situazione.

-Stai peggiorando la tua posizione, Potter, ti avverto!-
Un urlo ci fa voltare tutti ed istintivamente sorrido, prima ancora di rendermi conto di chi sia stato a parlare. Lily Evans, dritta come un fuso, con i capelli divenuti di un improbabile color prugna, sta puntando un dito contro quello che Aleen definisce L’Uomo dei Miei Sogni Proibiti, detto anche James Potter. James ha il viso completamente rosso e sta cercando di non ridere, le mani alzate in posizione di scusa.
-Non era rivolto a te, Lils, lo sai che…- prova a balbettare, mentre lei si avvicina con un’espressione furente in volto.
-Non chiamarmi Lils, non dopo avermi colorato i capelli di viola! Potter- tutti tratteniamo il fiato, nel sentirla tornare alla vecchia usanza di abbaiare il suo cognome come un insulto- sei davvero… un grandissimo, immenso idiota!-
James accusa il colpo stringendo i denti e abbassando lo sguardo, scuotendo la testa senza dire nulla per qualche istante. Lily lo scruta con insistenza, spostandosi i capelli da una spalla all’altra con movimenti nervosi ed agitati, finchè non alza le braccia, lanciando un piccolo urlo di disperazione.
-Che diamine, James, sarà ora di finirla con questi giochetti da bambini! Che fossi io o che fosse Sirius, colui che volevi colpire, resta il fatto che devi piantarla con questi scherzi che non servono a nulla, dannazione!-
-Merlino, Lily, non c’è motivo di agitarsi così tanto, era uno scherzo non destinato a te. Lo so anche io che è una cosa infantile, ma non è una cosa così importante, non tanto, almeno, da farmici una pubblica scenata!- esclama James, imitando la posa di Lily, con un’espressione seccata che rasenta la delusione. Lily scuote la testa e si gira con uno scatto, sussurrando, abbastanza forte perché anche io riesca a sentirla :- Smettila di farmi passare per l’adulta cattiva e capisci cosa ti voglio dire, una buona volta!-

La osservo camminare impettita come al solito, mentre sale le scale del Dormitorio con passi scattanti e veloci, borbottando tra sé e sé parole incomprensibili.
Mi volto verso James, cercandolo, inconsapevolmente, con gli occhi, slanciandomi in avanti con il busto, quasi volessi abbracciarlo, ma lo vedo girarsi irritato e sbottare qualcosa contro Sirius, che scuote la testa in direzione del Dormitorio femminile. Remus Lupin e Peter Minus, appena tornati da una qualche punizione, appoggiano le mani sulla schiena di James e lo spingono verso il Dormitorio maschile, mentre Sirius sbraita contro alcuni curiosi che “Non c’è un cazzo da vedere, perciò levatevi di torno!”

-L’avevo detto, io, che è una pazza. Ma voi no, com’è che dite? “Lily Evans è una brava persona, equilibrata!” Merlino, quella è matta da legare!- borbotta Leen, prima di marciare risoluta verso il nostro Dormitorio, del tutto dimentica del tema che mi ha chiesto poco fa. Nina mi lancia un’occhiata preoccupata, mentre io le seguo riluttante, continuando a guardare in direzione del Dormitorio maschile.
-Dovresti andare a parlare con lui, secondo me, soprattutto ora. Magari questa litigata non è venuta solo per nuocere, non trovi? Forse potrebbe riuscire a vedere oltre Lily Evans, dopo questo… evento. Non ti aveva suggerito di chiedergli eventualmente aiuto con i G.U.F.O?- sussurra Nina, sorridendomi in maniera dolce. Resto in silenzio, lasciando che i miei pensieri volino alla scena alla quale ho appena assistito, sentendo lo stomaco contrarsi mentre ripenso al viso affranto di James, alla sua delusione e alla sua impotenza mentre marciava verso il proprio Dormitorio. Non so perché, ma mi è sembrato che dietro questa litigata ci fosse ben altro, qualcosa di più profondo, di più intenso rispetto ad un semplice scherzo finito male. Non ho mai letto quell’espressione negli occhi di James, di solito giocosi e divertiti, non ho mai letto tutta quell’amarezza sul suo viso. Forse questa volta si è rotto qualcosa che non si era mai rotto prima.
-Potrebbe essere la mia occasione, forse, sì…- le rispondo, un sorriso che mi spunta spontaneamente sulle labbra.
 
***
 

Sono seduta in Biblioteca, un tomo immenso di Trasfigurazione poggiato sulle mie gambe e un altro, altrettanto immenso, posato davanti a me sul tavolo. Chi mai passerebbe il sabato pomeriggio in Biblioteca, mentre tutti sono fuori a godersi l’ultimo sole autunnale? Esattamente la povera, sfigata e totalmente incapace di ricordarsi dei propri compiti in tempo Jenny Habbington.
Sbuffo per la cinquantesima volta e ripenso ai giorni appena trascorsi: avrei voluto parlare con James, ma ieri non l’ho visto e oggi sono stata tutto il giorno chiusa in Biblioteca, perciò la mia idea è di provare a beccarlo domani in Sala Comune, magari durante uno dei suoi momenti oziosi.
Sorrido spontaneamente all’idea e mi allungo per afferrare il tomo sul tavolo, in modo da cercare le informazioni di cui ho bisogno. Alzo lo sguardo un istante e la vedo: i capelli rossi sono raccolti in una treccia sfatta, la frangia le cade disordinata sul naso e un sorriso timido le aleggia in volto. Prima che io possa fingere di non averla vista, lei si avvicina e mi saluta con un gesto gentile, accostandosi alla sedia rimasta vuota e portandola verso di sè lentamente.

-Posso?- domanda e io non posso che annuire, senza riuscire a capire cosa Lily Evans possa volere da me.
-Perdonami se disturbo il tuo studio, di solito sono meno impicciona. E’ che… ti capita mai di trovarti in una situazione tale da non riuscire a rimanere da sola, a causa di tutto il frastuono che senti nella tua testa?- mi domanda poi, continuando a sorridere anche quando posa lo sguardo sui miei libri di Trasfigurazione. Nella mia testa, Aleena sta urlando a piena voce di dirle di andarsene e di non rompermi le scatole e io non riesco ad ignorare la sensazione di fastidio che mi ha appena attanagliato lo stomaco.
-Uh… Tante volte, sì. Immagino succeda a tutti, no?- borbotto, alzando lo sguardo su di lei e trovandola impegnata a studiarmi con interesse. Istintivamente mi rendo conto che fa lo stesso gesto di James, quando osserva qualcuno per decidere che opinione ha di lui e la cosa mi fa salire una rabbia lenta su per la gola.
-Tu sei Jenny Habbington, l’amica di Nina, il Prefetto, giusto? Mi ricordo di te, ci siamo viste parecchie volte in giro per la scuola…- lo dice con un sorriso sulle labbra, i grandi occhi verdi che mi guardano curiosi. Sembra che io le piaccia, in un certo senso, visto che non fa altro che sorridermi sinceramente.
-Già, sono proprio io…- non c’è bisogno che io le dica che so chi lei sia, visto che tutti, più o meno, sanno chi sia Lily Evans, se non altro per il fatto che i suoi capelli rossi sono famosi almeno quanto le sue sfuriate al povero James.

-Credo… Eri tu quella che all’inizio dell’anno scorso ho dovuto salvare dalle grinfie di James, vero?- si lascia andare ad una leggera risata ed io istintivamente mi rabbuio. So a cosa sta pensando e non lo definirei proprio un avermi salvato dalle grinfie di James, quanto piuttosto un essere intervenuta in modo inappropriato.

23 Settembre 1976

-James Potter dovrebbe farsi proprio un bel bagno nel Lago Nero, a volte. Immagino che dovrebbe chiederti scusa lui per la sua arroganza, ma non lo farà mai. Lui, te lo cito testualmente, “non chiederebbe scusa neanche a Sirius Black, che è praticamente suo fratello”.- ci aveva pensato un po’ su, prima di scuotere la testa e borbottare –Un idiota dall’ego smisurato, ecco cos’è James Potter.-
Avevo ridacchiato nervosamente, il buon umore sparito quasi del tutto. Avevo sperato che le mie guance non fossero rosse e che Lily Evans non avesse notato quanto quella breve conversazione con lui mi avesse resa incredibilmente felice.
-Non è così idiota, è gentile, dai…- avevo provato a dirle e lei mi aveva sorriso, prima di guardarmi dritto negli occhi.
-James Potter è gentile perché gli conviene essere così. Perché gli piace piacere alla gente, gli piace anche troppo…- aveva detto, gli occhi che si erano spostati alle mie spalle, quasi a voler controllare che lui fosse assente. Io non le avevo creduto, perché avevo il forte sospetto che lei fosse terribilmente prevenuta nei suoi confronti. Lily Evans si comportava esattamente come una che vedeva solo ciò che voleva vedere.
-Forse è solo affabile di natura, non lo so…- avevo mormorato, senza guardarla negli occhi.

-Forse sì. Sai, mi piacerebbe davvero tanto poterti credere. Magari è come dici tu…- non sembrava convinta, ma nemmeno scettica, quasi non mi avesse voluto offendere.
-In ogni caso, da’ retta a me e stai attenta a James Potter. Non è tutto oro quel che luccica…- aveva detto poi, con voce sicura. Mi aveva sorriso, salutato e offerto “
realmente”, a detta sua, un aiuto per i G.U.F.O. e in generale per qualunque cosa, dopodiché si era allontanata nella stessa direzione di James.


-Già, più o meno… Ti stava davvero poco simpatico, eh?- dico, e subito vorrei prendere e buttarmi giù dalla Torre di Astronomia. Chi mai potrebbe avere un’idea più brillante di quella di parlare di James Potter a Lily Evans? Merlino, a volte mi stupisco davvero di quanto io sia stupida.
-All’epoca se lo meritava tutto, quello che dicevo su di lui…- esclama, annuendo a se stessa, come a confermare le sue stesse parole.
-Oh, capisco…- rispondo, non sapendo esattamente che cosa dire. Lei scoppia in una leggera risata e scuote la testa, guardandomi dritta negli occhi. Mette dannatamente in soggezione, Lily Evans, con quegli occhi fin troppo intelligenti ed intensi. Ora capisco perché James ha paura di lei.
-In effetti, non credo che tu possa capirlo esattamente. Non lo capisco nemmeno io. James è tanto cambiato, è diventato una persona nuova…- sussurra, quasi stesse parlando tra sé e sé. Io mi sto sentendo male e la voglia di scappare regna sovrana, mentre cerco disperatamente una scusa per andarmene. Non posso ascoltare le opinioni di Lily Evans su James Potter, tutto ma non questo. Va bene sentirla urlare contro di lui e anche ripensare a quando lo odiava, ma parlare di quanto lui sia diventato maturo e responsabile… E’ l’ultima cosa che posso reggere.

-Giovedì sera vi ho… ehm… visti litigare, però.- provo a dire, mentre l’Aleen nella mia testa si congratula con me per la mia abilità nel mettere zizzania con discrezione.
-Già. A proposito di questo, ho bisogno di un parere oggettivo e… sincero.- il suo sguardo ha un che di tormentato e di preoccupato e posso vedere il suo cervello lavorare freneticamente. Prende un gran respiro e mi pianta di nuovo gli occhi addosso, facendomi impercettibilmente indietreggiare.
-Dopo lo spettacolo che abbiamo dato in Sala Comune, come pensi che potrebbe reagire la gente vedendoci ad Hogsmeade insieme, sabato prossimo?-

Molto bene, forse non era quella, l’ultima cosa che potessi sopportare.
Credo di aver appena superato ogni limite.
 
***
 

-E tu cosa le hai detto?- domanda Nina, guardandomi sinceramente preoccupata mentre mi servo della seconda porzione di spinaci. Aleena è furiosa e non fa che lanciare sguardi infuocati a Lily Evans, seduta tra Remus e James e impegnata in un discorso che sembra farla ridere particolarmente.
-E io le ho detto che “Con tutto il rispetto di questo mondo, ma tutti pensano già che tu sia un po’ matta”.- le rispondo, guadagnandomi un’occhiataccia da parte di Aleena.
-Cioè, fammi capire, non solo la stronza è venuta a chiedere proprio a te un parere su James… Tu l’hai anche incoraggiata?- esclama oltraggiata, puntandomi un dito contro.
-Leen, non è che io l’abbia incoraggiata, è che… Non potevo dirle altro. Non mi sono sbilanciata, non ho tutta questa confidenza con lei, no?- mi difendo e subito Nina mi appoggia, passandomi un braccio intorno alle spalle.
-Jen ha ragione, Leen, non poteva fare altro. Perlomeno, le ha fatto capire che la considera matta…-
-Sì, ma lei si è messa a ridere, si è scusata per avermi infastidita con le sue chiacchiere che sicuramente non mi interessavano e mi ha anche dato alcuni consigli per il saggio.- spiego, prendendomi la testa fra le mani, infastidita nel profondo. Vorrei davvero odiarla come fa Aleena, ma, dannazione!, è stata gentilissima con me.

-Stronza due volte, come se non lo sapesse che a te piace James!- esclama lei, infatti, lanciandole l’ennesimo sguardo. Mi giro anche io, in tempo per vedere James che le sussurra qualcosa all’orecchio, facendola arrossire per poi rivolgergli uno sguardo incredibilmente intenso.
-Lei non lo sa, Leen. Non può essersene accorta, non sono nessuno per lei, te lo ripeto…- sussurro, rendendomi conto di quanto sia vero. Il mio sguardo torna, masochisticamente, in direzione di James e Lily e li trova impegnati in quella che deve essere una comunicazione fatta solo di sguardi, visto come si fissano senza dire nulla. Alice Prewett, poco distante, ridacchia e li indica a Paciock e io sono dannatamente sicura del fatto che sta pensando quello che sto pensando anche io: chiunque si trovi spettatore di quell’occhiata, non può che sentirsi come uno che si è infilato in una scena terribilmente intima.

-Ciò non toglie che lei abbia delle manie di protagonismo, nell’andare a parlare con degli sconosciuti più totali dei propri problemi di cuore!- la attacca ancora Aleena e io non perdo neanche più tempo a cercare di spiegarle cose che non capirà mai.
-Leen, smettila! L’hai sentito anche tu, lei cercava qualcuno che fosse oggettivo ed esterno a tutto! Siamo tutti d’accordo sul fatto che Jen abbia sofferto come una matta, durante quella conversazione, ma Lily Evans non ha alcuna colpa, in merito. Non direttamente, almeno. E’ stata solo… una bruttissima coincidenza. Davvero, fai solo peggio per Jen. Finiamo questo discorso qui…- dice infatti Nina, con la sua pacatezza che sarebbe in grado di placare anche il più irrequieto degli animi. Mi giro e le sussurro un grazie silenzioso, che però lei coglie, perché si china a stringermi delicatamente in un abbraccio, mentre anche Leen cerca di confortarmi con lo sguardo.

In quel momento passano Remus, James e Lily, pronti a tornare in Sala Comune. Lily si gira e mi saluta, con la sua solita gentilezza e io non faccio in tempo a risponderle che anche James si è girato, curioso di vedere chi lei stia salutando. Quando mi individua e, dopo qualche secondo, mi riconosce, alza a sua volta una mano in cenno di saluto, sorridendomi radioso.
E io, a questo punto, non riesco più a pensare lucidamente. I miei occhi vedono solo il sorriso di James e la sua mano grande che si muove nella mia direzione e per un istante –uno solo, giuro- io credo che tutto si possa sistemare. Che lui possa, un giorno, amare me come ama Lily, vedere in me qualcosa che non ha visto in nessun’altra.
Poi il secondo passa ed io, come ogni santissima volta, mi ritrovo ad osservare, con il cuore a pezzi, la mano di James che si posa sul polso di Lily per coinvolgerla di nuovo nella conversazione.
 
***
 

E’ mercoledì e io sto tenendo il conto dei giorni che mi separano da sabato con un’ansia mai avuta prima. Mi muovo freneticamente nella stanza, cercando di non pensare a ciò che sto per fare.
E’ stata un’idea di Nina, stranamente, non di Leen o, peggio ancora, mia, e non so ancora per quale motivo io abbia deciso di seguire davvero questo suggerimento, eppure lo sto facendo.
Io, proprio io, sto per andare in Sala Comune a chiedere a James Potter di aiutarmi con i G.U.F.O.

Sembra un’azione assurda e masochistica e di sicuro è così, ma le parole di Nina, stranamente confortanti ed ottimiste, continuano a risuonare nella mia testa: “Se proprio devi, provaci finché sei ancora in tempo, prima che loro escano ufficialmente. Magari, non so, avviene il miracolo e lui si accorge di aver compiuto un errore e di non desiderare altri che te!”
E’ davvero una cosa stupida, infantile e completamente fuori dalla realtà, ma che alternative ho? Male che vada, posso sempre farmi dare una mano reale in Difesa, materia in cui faccio assolutamente schifo.

Mi guardo allo specchio per l’ultima volta, sistemandomi i capelli su una spalla, per poi cambiare idea e spostarli sull’altra. La divisa è pulita, immacolata e sistemata a dovere e mi sono anche truccata quel poco più del solito, in modo da sembrare più grande. Prendo un respiro e mi avvio verso le scale, i libri stretti al petto come un tesoro prezioso, mentre mi accingo ad affrontare il momento più difficile della mia vita. So che James si trova di sotto, l’ho sentito esclamare a piena voce che non si sarebbe mosso dalla sua poltrona preferita neanche per tutto l’oro del mondo, perciò so anche esattamente dove dirigermi.

Cammino lentamente, così concentrata sulla mia imminente azione da non riuscire neanche per un istante a focalizzarmi sui passi e le voci delle altre ragazze che scendono dopo di me, guardando fisso il punto in cui finiscono le scale.
“Un passo ancora, Jenny, e poi andrà tutto bene. Un passo solo.”
La Sala Comune è piuttosto vuota, forse perché molti approfittano ancora del bel tempo che sembra non voler lasciare il passo al freddo imminente. James è esattamente dove mi aspettavo di trovarlo, sdraiato in maniera scomposta sulla poltrona accanto al fuoco, le gambe allungate sul tavolino e un libro tra le mani.
Non l’ho mai visto leggere, ma istintivamente capisco che è un qualcosa che non deve piacergli molto: le mani sono rigide sulla copertina del libro e spesso sbuffa, prima di girare pagina.
Entro nella Sala Comune trattenendo il respiro, guardando fissa verso James, la determinazione che sembra fluirmi via dal corpo mano a mano che mi avvicino.

E poi, succede.
James alza gli occhi e sorride, in una maniera così esagerata e solare che quasi mi sento sciogliere; i suoi occhi brillano e istintivamente lo vedo rizzarsi, sedersi più composto e togliersi gli occhiali per pulirli meglio, il viso che non esprime altro che una felicità incontrollata.
Sento il cuore battere così forte che penso che potrei morirci, qui, adesso, in mezzo alla Sala Comune, solo per un sorriso del genere. Muovo dei passi incerti e mi chiedo cosa sia successo perché avvenga un fatto simile.

James Potter che mi sorride.
James Potter che sorride a me, proprio a me.
James Potter che… pronuncia un nome come se stesse pronunciando la parola più bella del mondo.
James Potter che sorride a Lily Evans che, superandomi con passo veloce, si avvicina a lui, i capelli legati nella solita treccia sfatta.
James Potter che sorride a Lily Evans, che si è appena chinata per baciarlo dolcemente su una guancia.

Rimango ferma, impietrita, senza riuscire a muovere un muscolo, mentre tutto ciò a cui riesco a pensare è che, per l’ennesima volta, sono arrivata tardi.
Mi ripeto nella mente che in fondo lei l’ha solo salutato con un bacio sulla guancia, come un’amica potrebbe fare, e che ancora non sono usciti insieme, quindi non dovrei preoccuparmi troppo. Ma so che sono giustificazioni vuote, inutili e vane, mentre la guardo ridere di gusto e avvicinarsi a lui per studiare la copertina del libro che lui sta leggendo.

-Un libro di poesie, Potter?- sta chiedendo, una smorfia beffarda che le riempie il viso.
-Un libro di poesie, Evans.- le risponde lui, sorridendole e ammiccando nella sua direzione.
-Non ti piace?- gli domanda poi lei, avendo sicuramente notato gli sbuffi che lui stava lanciando in precedenza. Sta per dimostrare che, almeno, conosco James abbastanza bene da saperlo interpretare.
-In realtà, mi piacerebbe moltissimo, se solo non fosse scritto così dannatamente in piccolo. E’ un edizione talmente vecchia che ho paura di rovinarla, ma la Bibliotecaria ha detto che è l’unica che la scuola possiede. Non capisco perché dobbiamo, in compenso, avere due copie di “L’amore ai tempi del Vaiolo di Drago(2) , sul serio. Quel libro non è bello neanche la metà di quelli di questo autore!- esclama James, facendo ridere Lily, che borbotta qualcosa che mi sembra essere molto simile ad un “Lo sapevo che non avrei dovuto prestarti quel libro!”

E così, ho sbagliato di nuovo. A James piace leggere, mentre io pensavo di no. Mi sembra che tutto l’universo in questo momento si sia schierato contro di me, pronto a sbeffeggiare i miei immancabili errori.
Come ipnotizzata, fisso ancora Lily e James, mentre lui le dice qualcosa che la fa sbuffare divertita e lei replica dandogli uno scappellotto che gli scompiglia ancor di più i capelli.
Cerco di convincermi che sono amici, che ancora sono solo amici, che si comportano in maniera scherzosa e basta, ma so che non è così.

E con tutta la sua ironia bastarda, l’universo decide di darmi ragione nel momento esatto in cui James attira Lily sulle sue ginocchia e, chiuso il libro con un tonfo che la fa ridere particolarmente, si avventa sulle sue labbra e la coinvolge in quello che dev’essere probabilmente il bacio migliore della sua vita.
Posso sentire le mie gambe tremare e le lacrime affacciarsi ai miei occhi e istintivamente mi giro verso il Ritratto, sperando di potermi cancellare dagli occhi ciò che ho appena visto. Quando però mi scontro con qualcuno, rischiando di cadere a terra per il contraccolpo e perforandomi la pancia con l’angolo di un libro, inizio a pensare che l’universo ce l’abbia decisamente con me. E quando alzo gli occhi, trovandomi davanti Sirius Black che mi scruta e nota le mie lacrime, ne ho la conferma.
Qualcuno, lassù, mi odia.

-Ehi, va tutto bene? Merlino, spero di non averti fatto così male!- esclama lui, indicando le mie lacrime. Io scuoto la testa e rispondo al suo sguardo senza riuscire a muovermi di neanche mezzo passo. Sirius Black continua a guardarmi con curiosità ed io distolgo lo sguardo, volgendolo istintivamente alla poltrona dove sono sicura sia ancora seduto James. Lo trovo lì, con Lily accoccolata addosso a lui, l’espressione soddisfatta e una mano che le accarezza ritmicamente la gamba, e sento le lacrime tornare prepotentemente ad invadermi gli occhi.
-Ah, ecco, ora capisco…- mormora Sirius Black, distogliendomi dalla mia occupazione e costringendomi a voltarmi verso di lui. Deve aver seguito il mio sguardo, perché anche lui sta guardando in direzione di James e Lily con un sorrisetto malizioso sulle labbra.
-Capisci… cosa?- gli chiedo, approfittando della sua distrazione per pulirmi gli occhi e rimuovere le ultime lacrime. Lui non risponde, piuttosto si gira verso di me e mi fa cenno con la testa di uscire dalla Sala Comune. Io lo seguo, piuttosto perplessa e confusa: non ho idea di quello che Sirius Black voglia dirmi, non ho idea di che cosa lui capisca, non ho idea del perché perda tempo con me, ma visto che non ho né la voglia né le forze di ripensare a quanto ho appena visto e di iniziare a farci i conti sul serio, lascio che mi conduca fino alla prima rampa di scale che troviamo.

-Non ho idea di chi tu sia, ma sento il bisogno di essere sincero con te. Ti farà un po’ male, temo, ma ti assicuro che è la cosa migliore da fare.- prende un respiro profondo, mi guarda e mi fa un sorrisetto ironico.
-Togliti James dalla testa, dolcezza. Non so per quale miracolo James sia riuscito a mettersi con Lily, ma l’ha fatto e, credimi, non la lascerà andare tanto in fretta.- dice, guardandomi dritto negli occhi e annuendo. Sento le sue parole entrarmi dentro e incredibilmente mi rendo conto che sta dicendo la verità, che non sta esagerando nulla.
-Ora…- riprende a parlare, girando lo sguardo verso il soffitto -…Non ho idea del perché a te piaccia James, ma quello che posso dirti è che sarebbe più saggio se tu te lo togliessi dalla testa. Non lo dico con cattiveria e so che davvero non è facile, ma vedilo come un consiglio da amico.-
La situazione si fa sempre più assurda e io capisco sempre meno perché Sirius Black stia perdendo il suo tempo con me, ma evidentemente lui trova abbastanza interessante l’intera situazione, visto che continua a guardarmi attentamente.

-Senti…- gli chiedo, colta da non so quale coraggio -…A te piace Lily Evans? Intendo, come persona, umanamente, ti piace? La…approvi?-
Lui scoppia a ridere sommessamente e allunga le gambe davanti a sé, con un’eleganza tale che io mi sento goffa anche nel solo guardarlo.
-Lily Evans è…. Una persona particolare. Per anni non l’ho apprezzata particolarmente, ma ora che sta iniziando a comportarsi come la persona intelligente come è, trovo che sia una persona da non sottovalutare. Ora che ha deciso di aprire i suoi benedetti occhi, credo che sia probabilmente l’unica persona, a parte me e gli altri ragazzi, che riesca a vedere James per come è nella realtà. Quindi sì, da questo punto di vista, mi piace molto.- conclude, continuando a fare quel sorrisetto ironico che deve essere parte integrante del suo volto, ormai.

-Magari non è l’unica. Magari anche qualcun altro riesce a vedere James… per come è.-
Lo dico senza una vera ragione, sentendomi ormai prossima ad un punto di non ritorno. Se devo rinunciare, voglio prima aver provato tutto il possibile. Sirius ride senza una vera e propria allegria, sospirando piano mentre si alza in piedi e mi porge una mano, facendomi comprendere che la nostra conversazione sta per volgere al termine.
-Tante persone hanno avuto la presunzione di saper vedere James per quello che è, ma ti assicuro che nessuno può capirlo davvero, se non pochi fortunati. Lily Evans, in passato, diceva una cosa assolutamente vera, anche se lei non se ne rendeva pienamente conto. Diceva che in James “non è tutto oro, ciò che luccica”. Credimi, aveva perfettamente ragione.- mi dice, con una serietà che poche volte gli ho visto addosso. Afferro la sua mano e mi faccio aiutare a rialzarmi, dopo aver recuperato i miei libri da terra.
-Li ho visti discutere pesantemente, però, giovedì scorso… James sembrava parecchio scosso. Più delle altre volte, intendo…- provo ancora, nel disperato tentativo di dimostrare a Sirius Black che anche io, nel mio piccolo, posso dire di conoscere James. Lui solleva gli occhi al cielo e si infila le mani in tasca, lanciandomi un altro sorrisetto.
-Non ti arrendi, eh?- ridacchia, iniziando a camminare –E’ vero, hanno litigato, ma ti assicuro che ci sono state volte peggiori. Più le scenate sono epiche, ultimamente, meno importanti sono, in realtà. Qualche anno fa no, qualche anno fa c’era davvero una proporzionalità tra lo spettacolo che davano e l’importanza del litigio, ora invece… Si conoscono fin troppo bene. Non hanno bisogno di tutti quegli urlacci per capirsi al volo. E’ solo che Lily è un po’ troppo drammatica, a volte, e James non la sopporta quando esagera.-

Guardo Sirius, iniziando a rendermi conto di quanto lui abbia ragione. Io non conosco James, non lo conosco affatto come dovrei, e questa consapevolezza non fa che scavare un buco ancor più profondo nel mio stomaco. Sirius si gira e mi batte una mano sulla spalla, qualche istante prima di fare un passo verso il Ritratto.
-Non ti preoccupare, esistono tante altre persone al mondo. Ti rifarai.- si stringe nelle spalle e mi lancia un’ultima occhiata divertita, prima di voltarsi del tutto.
-Sirius!- lo chiamo, facendolo fermare con un gesto vagamente infastidito. Lui non si volta, ma lo vedo fare un cenno con la mano, incitandomi a parlare.
-Perché hai fatto questo? Perché sei venuto a parlare con me?-
Lui si gira e fa il suo solito ghigno, guardandomi con i suoi occhi fin troppo grigi.

-Onestamente? Non mi piacciono i drammi sentimentali e tu stavi davvero per scoppiare a piangere davanti a tutti. E visto che probabilmente ti dovrai abituare, meglio che qualcuno di esterno ti apra gli occhi, non trovi? Tranquilla, non dirò nulla a nessuno, non sono sinceramente il tipo. E poi… A stare con James, a volte si diventa schifosamente buoni.(3)-
Non capisco del tutto la sua ultima frase, ma resto a guardarlo mentre lui sparisce dietro al Ritratto, dopo aver detto qualcosa alla Signora Grassa che la fa ridacchiare allegramente.
Credo di aver appena vissuto la giornata più assurda della mia vita.
 
***

 
Quando entrano nella Sala Grande, sento il respiro bloccarmisi in gola.
Dovrei essere preparata, del resto è giovedì, e come ogni giovedì che si rispetti la squadra di Quidditch di Grifondoro ha finito da neanche venti minuti gli allenamenti, ma non c’è mai modo di arrivare pronta a questo momento. Tanto più che, visti i recenti avvenimenti, tutto ciò che era per me familiare e abituale –l’osservare i giocatori entrare sempre nello stesso ordine, il riservare il volto di James alla fine per poterlo apprezzare in tutta la sua essenza, il sospirare, sperando che lui si sieda accanto a me- è completamente da rivedere, da rinnovare.

Leen, al mio fianco, borbotta qualcosa, mentre Nina le tira un calcio sotto al tavolo e mi guarda preoccupata, spostando lo sguardo tra me e la squadra di Quidditch, che sta passando proprio in questo istante accanto a noi.
Sirius quando mi vede mi fa un cenno con il capo, continuando a camminare verso Remus Lupin e Peter Minus, che sembrano impegnati in una discussione molto accesa ed emozionante. Poco dietro di lui, James Potter sta sorridendo e so perfettamente che il suo sguardo è rivolto a Lily Evans, arrivata stranamente in orario, oggi.
Sospiro, posando le posate accanto al piatto e tocco il braccio di Leen per costringerla a prestarmi attenzione.

-Bene, direi che siamo arrivate al capolinea.- pronuncio, sentendomi molto più determinata di quanto non pensassi.
-Come scusa?- chiede Leen, scrutandomi con attenzione alla ricerca di qualche dettaglio fuori posto. Le sorrido e, anche se mi sento leggermente spenta, sono molto più sincera di quanto non sia stata negli ultimi tempi.
-Che… basta. Chiuderò qui, ufficialmente, la mia cotta per James Potter. Ho deciso che è il momento di andare avanti.- affermo e Nina sembra illuminarsi nel sentirmi dire queste parole, mentre Aleena continua a fissarmi, probabilmente cercando di capire se sto dicendo la verità oppure no.
-Stai dicendo che… finalmente non ti dovremo più raccogliere la bava dagli angoli della bocca quando lui passa?- chiede infine Aleena, ridacchiando leggermente. Io la colpisco con forza sul braccio e sibilo:- Io non sbavavo!- mentre Nina scoppia a ridere con forza.

-Comunque… Ci vorrà del tempo. Ma l’avete visto anche voi, con Lily Evans. Non mi guarderebbe neanche per sbaglio, ora, perciò… Tanto vale andare avanti.-
Sono decisa e realmente sincera, questa volta.
Mi giro a guardare James per un istante e lo vedo portare un braccio intorno alle spalle di Lily, baciandole velocemente la tempia. E’ davvero come inserirsi in uno scenario fin troppo intimo, guardarli quando sono così, naturali e dimentichi di tutto il resto. E’ davvero come essere un estraneo che vuole impicciarsi in qualcosa che non capirà mai.
Faccio un sorriso stiracchiato, mentre torno a guardare Leen e Nina e sono sicura di potercela fare.
Di poter andare avanti, di poter, un giorno, trovare qualcuno che guardi me come James guarda Lily.
Di poter vivere un amore mio, non quello degli altri.

Mentre mangio, parlando di cose futili e divertenti con le mie amiche, riesco a non pensare al fatto che dopodomani è sabato, preferendo discutere con loro a proposito del paio di guanti che mi servono assolutamente e che devo comprare senza alcuna esitazione al villaggio.
Mi sento forte e decisa, in questo istante dove i miei problemi sembrano essere stati allontanati almeno un po’.
Poi i Malandrini si alzano e passano esattamente davanti a me, parlottando tra di loro, ignari di tutto quanto li circonda. Fisso gli occhi su James, involontariamente, seguendo quella camminata che conosco tanto bene, perdendomi tra i suoi ricci scombinati e immaginando che le cose siano andate diversamente.
Sono ancora così, a pensare ad un futuro che non esisterà, quando Leen mi tira una gomitata, costringendomi a sputacchiare un pezzo di dolce.

-Merlino, perché sei sempre così violenta, Leen?- sibilo, guardandola male. Lei ridacchia e si stringe nelle spalle.
-Abbiamo detto che devi andare avanti, no? Quindi tieni dentro la bava!-
E rido, controllando come ogni volta che lei stia solo esagerando.
Certe cose, immagino, non cambieranno mai.






(1) Trovo non del tutto illogico che James, dopo mille punizioni scontate con il buon Gazza, sia diventato... "intimo" con lui. Scherzo, in realtà ce lo vedo a chiamarlo con il suo nome, però
(2) Ispirata palesemente a "L'amore ai tempi del Colera". In realtà quello è uno dei miei libri preferiti, ma, ehi, James non può essere perfetto!
(3) Sirius sente l'influsso di James. E' questo che lo spinge ad aiutare Jen, anche se è una sconosciuta, anche se non sa nulla di lei. Non vuole vedere le altre persone soffrire.

Writ's Corner

La storia è infinita, lo so, ma è una di quelle che ultimamente ho sentito di più come "mie".
Sono stata una Jenny fin troppe volte, nella mia vita, per questo l'ho voluta scrivere.
Spero di non aver creato dei personaggi OOC, se così fosse, mi perdonerete. Il più controverso è, a mio parere, Sirius, ma io me lo immagino come una persona a suo modo particolare, interessato agli altri più di non quanto voglia dar a vedere. Lily non è perfetta, ma la Row stessa dice che è popolare e apprezzata da molti, così come James, perciò mi sono presa la libertà di dipingerla come una brava persona. Un po' egocentrica e piena di sè, in alcuni momenti, ma, ripeto, non è affatto perfetta e con tutto il mio amore, me la sono spesso figurata anche più arrogante di James.
Quanto a lui, non è tutto oro quel che luccica perchè non è la persona solare e felice che si mostra con tutti, nel mio immaginario. Ha anche lui le sue preoccupazioni, i suoi lati oscuri, i suoi difetti e le sue paure e Lily è una dei pochi che possa capirlo.
Sirius è un amico fedele, il più fedele che ci sia al mondo, probabilmente, con James. C'è anche dell'egoismo nel suo gesto di parlare con Jen, quasi non volesse, con le turbe amorose di qualcun altro, turbare la felicità finalmente raggiunta dal suo migliore amico con Lily.
Grazie di essere arrivati fin qui e non dimenticate di partecipare all'iniziativa #AJilyWeek indetta su Preferirei uscire con la piovra gigante, Potter.
Se vi va, passate anche dalle altre mie storie.
Baci, immensi


W

 
   
 
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