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Autore: Laly_94    27/08/2015    1 recensioni
I Pierce The Veil non sono più una band da cinque anni ormai, e Vic ogni giorno si fa strada nella sua vita con il peso del senso di colpa sulle sue spalle, la sua vita gli fa schifo e vorrebbe aver lottato ai tempi.
Lila è una ragazza normale, bassa e banale, arrabbiata e in cerca di vendetta, ha una forza e una potenza che superano ogni limite.
L'incontro può solo scatenare un uragano.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vic Fuentes
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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6.2 – Don’t Let ‘Em Say You Ain’t Beautiful, They Can All Get Fucked

 
Come può essere divertente a volte, pensi che una persona non possa più sorprenderti e invece ogni volta lo fa, chi in peggio, chi in meglio.
Vic Fuentes la stava sorprendendo in meglio.
Lei per un certo periodo l’aveva odiato davvero al ragazzo che ora era nel letto insieme a lei, si era convinta di odiarlo, ma la sua testa, il suo cuore e il suo corpo, quando sentivano la sua presenza, si comportavano come se fosse ancora quella ragazzina di dieci anni che amava da morire il suo sorriso.
-posso farti una domanda?- chiese lui.
-certo dimmi!- rispose lei voltandosi con tutto il corpo verso  di lui.
Era tutto buio intorno a loro, l’unica fonte di luce proveniva da una lampadina piccola sul comodino del ragazzo, che, illuminandolo da dietro, gli costruiva intorno un’aura luminosa, come se fosse un angelo… 
Uno di quelli buoni però, tipo Castiel meno omosessuale.
-come mai vivi solo con tua nonna?-
-le non mi giudica… in realtà siamo rimaste sole quando avevo quindici anni… in effetti la storia è molto divertente.- disse lei sorridendo, non sapeva bene cosa la faceva ridere di quella storia, forse il suo corpo reagiva così perché era stanco di stare male, ma a pensarci era parecchio triste la cosa.
-cosa c’è di divertente?- chiese lui confuso, non riusciva a capire.
-vedi… mio padre è morto quando avevo 12 anni, non che tenessi molto a lui eh, ma preferivo lui a mia madre, il fatto è che quando morì lasciò un grande vuoto nel cuore di mia madre, ma malgrado la capissi non riesco ancora ad accettare il fatto che è stata così debole e incapace di continuare la sua vita… qualche anno dopo mi alzai presto la mattina per andare a scuola, accesi la TV che era sul telegiornale e stavo per cambiare quando hanno… quando hanno inquadrato te Vic, rimasi a osservare le immagini della tua violenza, i tuoi occhi e il tuo sorriso maligno, e quello che dissi alla fine… andai a scuola che mi stava scendendo ancora qualche lacrima. Questo ragazzino, un mio compagno, mi prese in giro per tutto il giorno, alla fine della scuola lo beccai fuori e gli diedi un bel pugno, quasi gli spaccai il naso, ma lui era pronto e mi arrivò un pugno diretto nell’occhio, poi scappò con la coda tra le gambe, io tornai a casa a piedi come sempre, volvevo solo essere lasciata in pace… avevo passato una brutta giornata e volevo solo nascondermi, ascoltare i Pierce The Veil e dimenticare quanto stavo male dentro, quando entrai mia mamma era ubriaca, di nuovo, e vide l’occhio gonfio, quando le dissi cosa era successo mi picchiò, mi ricordo che mi diede una sberla così forte da farmi cadere atterra e stordirmi, ma a lei non bastava, mi tirò su dal pavimento strattonandomi il braccio così forte che mi bloccò la circolazione, e mi diede un’altra sberla ma ormai non sentivo più niente. Riuscii a liberarmi e a urlarle che la odiavo, la mattina dopo lei era morta.- a quei ricordi le sue mani stavano iniziando a tremare, lei doveva bloccare il tutto prima che iniziasse seriamente.
-mi dispiace Lila… e da quel momento vivi con tua nonna?-
-non ti devi dispiacere… è tutto finito… sì vivo con lei da quel giorno.-
-non farti dire da nessuno che non sei buona abbastanza, che non sei bella, che sei troppo poco, manda a fanculo tutti e vai avanti… promettimelo.
Lei voleva rispondergli, ma si sentiva impossibilitata a parlare, in un secondo il suo apparato respiratorio smise di funzionare, le sue mani, il suo intero corpo erano coperti da spasmi, non voleva fargli vedere tutto quello, non le capitava da anni un attacco così forte da non riuscire a calmarsi.
A cosa le serviva in quel momento un attacco di panico?
Sentiva la voce agitata di Vic che le chiedeva che stava succedendo, ma non riusciva a rispondere, lui non sapeva che fare.
Mike che era appena tornato insieme ad Alysha entrò nella stanza chiedendosi che cosa stava accadendo.
Alysha prese in mano la situazione, mandò Mike a bagnare uno straccio per portarglielo, Vic si allontanò, incapace di fare qualsiasi cosa rimase a osservare le mani di Alysha che si muovevano sicure intorno a Lila, Mike tornò con lo straccio subito dopo.
Lei lo prese e si sedette accanto a Lila, in quel momento vide quello che non avrebbe dovuto, il suo polso viola.
-Vic chi è la persona che le sta più a cuore?- chiese lei.
-penso…- Mike lo interruppe.
-è proprio Vic, Ali…-
Lei tornò ad osservare la ragazza e fece pressione sul polso tumefatto così da farla concentrare su quel dolore, e funzionò, piano piano il suo corpo si fermò, era ancora in Black Out però quando Alysha le si avvicinò di più.
-Vic ti sta aspettando qui tesoro… torna e tranquillizzati, fallo per lui…- continuò a ripeterle quelle parole nelle orecchie finchè non si calmò, rimase immobile con gli occhi chiusi, ma tranquilla.
-Mike vai a prendere un po’ di acqua fredda e zucchero, ne avrà bisogno quando si sveglierà.- ordinò, poi si alzò e andò verso Vic.
-ma che diavolo è successo?- chiese lui ancora confuso dalla situazione.
-Vic, ha avuto un attacco di panico… molto forte, senti… io non vorrei dire niente, però ti chiedo solo di osservarle il polso destro ora, finchè è priva di conoscenza.- disse, lui annuì e si mosse verso di lei lasciandosi Alysha alle spalle, si sedette sul letto accanto a lei e Mike tornò con l’acqua, successivamente uscirono insieme ricordando a Vic che per qualsiasi cosa loro erano nella stanza accanto.
Vic le tolse dal petto il panno lasciandolo cadere atterra e la coprì di nuovo con la maglia per darle un po’ di privacy, malgrado avesse avuto tempo per osservare il suo corpo meraviglioso, poi fece quello che le aveva detto Alysha, le prese la mano destra e la voltò mostrando l’interno del polso quando vide quel polso lacerato gli vennero in mente tanti, troppi brutti ricordi, e quasi pianse dal dolore che sentì al petto, ma riuscì a trattenersi.
Per dare un po’ di libertà a quel polso le tolse piano tutti i bracciali che aveva e iniziò ad accarezzarglielo, lì vide che lei iniziava a muoversi.
-Lila?- chiese piano.
-scusa…- sentì dire debolmente, a lui uscì un sorriso.
-e di cosa? Stai bene ora, no?- chiese lui sorridendo, ma lei non sorrise, si era accorta di quello che stava facendo lui e immediatamente ritirò il braccio coprendosi il polso, poi lo guardò, ma lui non si diede per vinto, riprese il braccio e le baciò il polso.
-non ti devi vergognare, fa parte di te, e posso capire, però ora ci sono io, non ne hai più bisogno.- lei quasi pianse.
-Grazie Vic.- rispose semplicemente.
-ecco tieni…- disse lui porgendole il bicchiere, lei bevve quasi fosse l’ultima cosa che avrebbe fatto prima di morire, poi diede il bicchiere a Vic che lo rimise al suo posto.
-Vic… ti posso chiedere un favore?- quando lui annuì continuò. –ti sdrai qui e mi abbracci?-
Lui non se lo fece ripetere due volte, si sdraiò e la strinse a sé, non troppo forte, al punto che i loro corpi sembravano uno, era una sensazione così bella e stranamente a Vic piaceva.
-sai… il tuo polso non è l’unica cosa che desidero baciare...-  le sussurrò lui nell’orecchio.
Il suo respiro caldo sul collo, le sue braccia strette appena sotto al seno, era tutto troppo e alla sua voce roca e delicata quasi si lasciò scappare un gemito, ma si trattenne e prima di parlare si chiarì la gola.
-e cos’altro vuoi baciare eh?- chiese muovendosi per stare più comoda tra le sue braccia.
I loro corpi che strisciavano uno contro l’altro non furono un piacere solo per Vic, ma anche per lei, che chiuse gli occhi e serrò la bocca per non emettere suoni.
Lui non fu così educato invece, dalla sua bocca uscì un leggero rumore grottesco molto eccitante.
-Tutto.- disse, e lei giurò che se fosse stato un vampiro in quel momento avrebbe ringhiato così forte da far tremare le pareti della casa.
Lei si schiarì nuovamente la gola.
-e allora fallo!- disse lei.
Lui non se lo fece ripetere due volte, iniziò a baciarle il collo delicatamente, la maglia era così accollata che più giù non poteva scendere, quindi si accontentò di quel lembo di pelle che, preso dalla foga, iniziò a succhiare, fece scendere la mano al suo bacino e la spinse di più contro di lui, al che lei non si trattenne, le uscì un gemito così eccitante che Vic pensava che sarebbe impazzito quella notte, perché sapeva che non sarebbero andati più in là di così.
Eppure lei fece una cosa che lo sorprese, quando lui si staccò dal suo collo, lasciando una macchiolina viola lei si voltò a guardarlo e unì le loro bocche.
Eccolo cazzo!
Finalmente, quel contatto tanto agognato arrivò e non fu come se l’era immaginato, fu almeno cento volte meglio, le sue labbra carnose si univano perfettamente a quelle di lui, tanto che sembravano disegnate apposta per stare insieme.
Si capì subito chi comandava, perché lei si staccò e lo spinse per farlo sdraiare sulla schiena, poi si mise a cavalcioni sopra di lui, che gemette nuovamente quando si tolse la maglia lui rimase a osservarla, quell’immagine fece crescere ancora di più in lui il desiderio, voleva averla, quando poi lei inarcò la schiena per rifarsi la coda alzando i capelli e muovendosi sora di lui, si lasciò andare in un altro gemito.
Lei si pierò per tornare a baciarlo, quell’immagine afrodisiaca di lei inarcata sopra di lui lo fece impazzire a tal punto che non riuscì neanche a slacciarle il reggiseno, glielo strappò via facendo volare i gancini, ma poco importava, quando vide i suoi seni scoperti gemette nuovamente.
Quello che fecero successivamente non fu così importante non si buttarono nell’atto completo, malgrado la voglia, da entrambe le parti, fosse ben presente, lei era vergine e lui ancora non voleva prendere quella parte di lei, sarebbe successo più avanti, avevano concordato.
Non c’era stato l’amore, o il sesso, come lo chiamano tutti, ma c’era stato l’erotismo che aveva fatto capire a entrambi che, malgrado tutto erano fottuti!



*note autrice*
Holaaaa! oggi non sono in ritardo! *.*
cooomunque, come va fino a qui?? vi volevo chiedere una cosa... per voi è meglio leggere se il carattere è così, ovvero più grande? 
io penso che così sia meno dispersivo, se vi va bene continuo ad usare il carattere più grande! :D
a lunedì!
Laly :3
  
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