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Autore: Kia85    03/02/2009    6 recensioni
Come si può vivere, sapendo che la propria anima gemella appartiene a un altro mondo e non potrà più tornare? Se Susan Pevensie sembra essersi rassegnata a questa triste condizione, Caspian X, al contrario, cerca un modo per farla tornare a Narnia, insieme ai suoi fratelli. E solo Aslan potrà aiutarlo, anche se il desiderio di Sua Maestà ha un prezzo che deve essere pagato.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 13: “Under an angelic protection”

 

Aslan correva quasi alla velocità della luce e il vento sferzava contro il viso della regina Lucy con ferocia, nonostante la folta criniera del grande leone la proteggesse in parte. Da quando erano partiti, Lucy continuava a chiedersi il motivo di quella partenza improvvisa, ma era molto difficile parlare con quel vento. Alla fine Lucy si costrinse a parlare, perché la curiosità la stava facendo impazzire.

“Aslan! Dove stiamo andando esattamente?” chiese lei, anche se non era sicura che Aslan l’avesse sentita. Ma Aslan era il signore di Narnia e per lui nulla era impossibile.

“Da Peter ed Edmund!”

“Sono…in pericolo? È successo qualcosa a uno dei miei fratelli?”

“Se arriviamo in tempo, potremo anche evitarlo! Ma, piccola, resta calma!”

Come se fosse facile dopo una rivelazione del genere…

*****

Peter, Aisleen, Edmund e il resto del gruppetto riuscirono ad uscire dai sotterranei, sconfiggendo le poche guardie che incrociarono durante quel tragitto. Peter si guardò intorno: sicuramente i sovrani di Archen si trovavano nella sala del trono. Ma Peter non era mai stato in quella zona del castello. La principessa si accorse della sua esitazione e gli appoggiò una mano sul braccio.

“Qualche problema, Peter?”

“No! Ma, Aisleen, devi guidarci alla sala del trono!”

“Io?” domandò lei, incredula.

“Certo!- esclamò lui, con un sorriso d’incoraggiamento- Conosci il castello meglio di noi altri!”

Aisleen annuì, più determinata: “Hai ragione, Peter! Andiamo!”

Fu così che, con molta cautela, il gruppetto si avviò verso la sala del trono. Peter ed Edmund si guardavano intorno con circospezione, stando attenti a ogni minimo particolare. Dovevano fare attenzione all’attacco di  eventuali soldati comparsi dal nulla.

“Cosa hai intenzione di fare quando saremo arrivati?” chiese Aisleen, preoccupata.

“Se non sbaglio la sala del trono ha più entrate, vero?” domandò a sua volta Peter.

“Sì, è così!”

“Allora, i nostri soldati circonderanno la sala. Noi entreremo per primi per cercare di risolvere la questione da persone civili. Se ce ne sarà bisogno, allora a un mio cenno i soldati faranno irruzione nella sala! Il nostro obiettivo principale è catturare la strega, a qualunque costo!”

Aisleen, sempre più preoccupata, guardò in basso, rigirando tra le mani il piccolo pugnale datole da Edmund. Al suo fianco, Peter comprese la sua preoccupazione e appoggiò una mano sulla spalla della principessa, sorridendole.

“Tranquilla, mia cara. Non ho alcuna intenzione di fare del male ai tuoi genitori!”

Aisleen sospirò: “Ne sono convinta! Ma, Peter, la strega… Lei ha dei poteri magici spaventosi. Noi, invece, abbiamo solo delle armi! Come potremo contrastarla solo in questo modo?”

”Ci riusciremo! Non preoccuparti! Abbi fiducia in noi!”

Peter le strinse una mano e le sorrise, provando a infonderle un po’ di calma. Dopotutto era la prima volta che la principessa si trovava in una tale situazione e lui la capiva perfettamente: anche Peter si era sentito insicuro e spaventato durante la sua prima battaglia contro la Strega Bianca. Ma il coraggio era sopraggiunto nel momento più opportuno.

“Sì…”

Pochi minuti dopo, il gruppetto arrivò in prossimità della sala del trono e cominciarono ad avanzare nel silenzio più totale. Peter spiegò a tutti il piano, dopodiché lui, Edmund ed Aisleen si avvicinarono a una porta.

“Chissà cosa stanno facendo…”

“Maestà…-iniziò a dire Ripicì, dopo aver inspirato a fondo-…ammetto che le mie dimensioni sono poco notevoli; di conseguenza, se lo desiderate, potrei facilmente andare a spiarli!”

“Ottima idea, Ripicì! Ma fai attenzione!-bisbigliò Peter- Ci serve solo sapere in che posizione si trovano.”

“Come comandate, Maestà!”

Fu così che Ripicì, zampettando piano piano, si sporse in avanti e si infilò nella sala del trono. Peter, Aisleen ed Edmund, appoggiati alla parete, aspettavano, non senza una certa ansia in corpo. Il Re Supremo riusciva a sentire il respiro accelerato della principessa accanto a lui, indice della sua agitazione. Era più che comprensibile, considerato anche che i suoi genitori erano sotto il controllo di una strega e lei avrebbe dovuto affrontarli per cercare di salvarli. Peter non se ne accorse, ma la sua mano scivolò su quella della principessa e la strinse. La spontaneità di quel gesto sorprese il re e calmò la principessa, che appoggiò il capo sulla spalla di Peter.

Edmund osservò tutta la scena con la coda dell’occhio e, notando il fratello arrossire lievemente, alzò gli occhi al cielo. Peter innamorato era davvero uno spettacolo molto buffo!

All’improvviso Ripicì ricomparve di fronte a loro e le tre Altezze Reali si inginocchiarono vicino a lui, curiosi.

“Allora, cosa stanno facendo?” domandò Peter.

“Re Alastair, la regina Sybil e la strega sono radunati intorno a un tavolo, sopra cui vi è una sfera di cristallo!”

“Una sfera di cristallo?” ripetè Edmund, perplesso.

“Proprio così, Maestà. Credo che tramite quella sfera riescano a vedere cosa succede sul campo di battaglia.”

“Interessante. Immagino sia opera della strega!” commentò Peter.

“E’ ciò che sospetto anch’io, Maestà!”

“E il tavolo dove si trova?”

“Esattamente di fronte ai due troni.”

“Quindi all’incirca nel centro della sala!”

“Sì!”

Dopo un momento di riflessione, Peter si alzò in piedi e, impugnando bene la sua spada, assunse la sua espressione da Re Supremo.

“D’accordo. Ripicì avverti gli altri soldati che stiamo per entrare. Se mai dovessimo avere bisogno del loro aiuto, accorreranno solo a un mio preciso ordine!”

“Come desiderate, Maestà!” disse Ripicì, inchinandosi rispettosamente.

Dopodiché corse a fare il giro dei soldati.

Edmund controllò la sua spada e fece qualche mossa per verificare quanto fosse affilata la lama.

“Allora, andiamo?” chiese Edmund.

Peter annuì e si voltò verso l’entrata della sala, pronto a varcare quella soglia. Ma prima che potesse compiere un passo, il re si sentì trattenere per un braccio.

“Aspetta, ti prego!” gli disse Aisleen, con il fiato corto.

“Aisleen, che succede? Non ti senti bene?” domandò Peter, accarezzandole una guancia.

Aisleen guardò per terra, agitata, e prese fra le mani la maglia di Peter: “Sto bene, ma…ti prego, Peter, dimmi ancora una volta che andrà tutto bene!”

“Andrà tutto bene, te lo prometto!” rispose lui, dolcemente.

“Questo non riguarda solo i miei genitori, devi promettermi che anche tu starai bene!”

“Te lo prometto, non mi accadrà niente!”

Aisleen tornò a guardarlo, sia con ansia, sia con determinazione. E dopo pochi istanti lo baciò, attirandolo a sé, le mani ancora appoggiate sul suo petto. Edmund si voltò dalla parte opposta, picchiando una mano sulla fronte.

Peter si sentì improvvisamente leggero come se il suo corpo fosse composto unicamente da aria. Era davvero stupendo ciò che gli stava trasmettendo Aisleen con quel semplice bacio, ogni più piccola preoccupazione sembrava svanire con quella meravigliosa sensazione. Si era anche dimenticato che stava per affrontare una strega. Se ne avesse avuto la possibilità, Peter avrebbe desiderato potersi sentire in quel modo per sempre. Ma, in quel momento, avevano preoccupazioni più urgenti a cui pensare.

Quando Aisleen si allontanò da lui, gli rivolse un sorriso timido, ma molto tenero.

“Beh…questo era proprio quello di cui avevo bisogno!” disse Peter, piacevolmente scosso.

Edmund riuscì a stento a soffocare una risatina, ma per questo ricevette una gomitata sul fianco proprio da parte del fratello.

“Quindi…- iniziò a dire Edmund, tossendo-…ehm… adesso possiamo andare una volta per tutte?”

“Direi di sì!”

Peter scosse il capo per ridestarsi definitivamente e strinse la presa sull’elsa della sua spada.

“Coraggio! Per Narnia e per Aslan!”

Fu così che Peter, Aisleen ed Edmund fecero irruzione nella sala del trono.

“Fermi dove siete!” esclamò Peter, con voce potente, puntando la spada verso le tre persone al centro della sala.

I due sovrani si voltarono subito verso i nuovi arrivati e li guardarono senza alcun turbamento in volto. La strega, invece, afferrò subito il suo bastone bianco, ma Edmund le fu subito accanto, minacciandola con la lama della sua spada che le sfiorava il collo.

“Non ci provare, strega!”

“Come avete fatto a liberarvi?” domandò il re.

“Con un piccolo aiuto giunto al momento più opportuno!” rispose Peter.

“Dove sono gli altri prigionieri?”

“Non credo di potervelo dire, Maestà!”

“Sono proprio fuori da questa sala, sire, in attesa di fare irruzione nella sala a un ordine del piccolo re!” rispose la strega, sogghignando.

“Certo, questo avrei dovuto immaginarlo!” commentò amaramente Peter, ma non si lasciò turbare dalla scoperta della strega.

“E avreste dovuto immaginare anche questo!”

Così dicendo, dal bastone della strega si sprigionò una luce bianca accecante che invase tutta la sala. Peter, Edmund ed Aisleen si coprirono gli occhi per non restare abbagliati. Quando la luce si dissolse Peter si guardò intorno e si ritrovò circondato da soldati dell’esercito di Archen. Subito si parò davanti alla principessa ed Edmund si avvicinò a loro.

“Da dove sono arrivati?” chiese Aisleen, in un soffio.

“Magia, mia cara, semplice magia!” rispose la strega, indietreggiando insieme ai due sovrani.

Aisleen guardava esterrefatta i suoi genitori, le loro espressioni vacue e la loro incapacità di riconoscere lei, la figlia prediletta. Peter si accorse dell’angoscia che turbava la sua principessa e la rendeva perfino incurante dei soldati che li circondavano.

“Aisleen, stammi sempre vicino, mi raccomando!” le sussurrò Peter, gli occhi puntati sui soldati di fronte a lui.

La principessa non rispose, anzi, sembrava addirittura non aver udito ciò che lui le aveva appena detto. Perciò Peter mosse lentamente una mano verso di lei, per avvicinarla a sé. Ma in quel momento re Alastair ordinò ai suoi soldati di attaccarli.

“Questi ragazzini ci stanno infastidendo. Liberatecene!” ordinò re Alastair.

Le parole del re riuscirono a destare Aisleen dai suoi pensieri: infatti la giovane principesse fece qualche passo in avanti.

“Padre, ma…”

Fortunatamente, Peter riuscì ad afferrarla e attirarla a sé, prima che lei si gettasse fra i soldati pronti ad attaccarli.

“Ripicì…ORA!”

Nello stesso momento in cui i loro avversari attaccarono Peter ed Edmund, i pochi soldati di Narnia fecero irruzione nella sala, iniziando a duellare proprio come i due Pevensie. Aisleen restò accanto a Peter, ma non poteva fare alcunché, perché lui e il fratello si coprivano le spalle a vicenda. Perciò il suo sguardo vagò nuovamente alla ricerca dei suoi genitori e della strega. Poco prima, quando si trovavano ancora nei sotterranei, Peter aveva detto che era necessario disintegrare il bastone della strega. Al momento i due sovrani erano occupati e lei non stava contribuendo in nessun modo, quando, al contrario, avrebbe desiderato aiutare i suoi genitori, il suo popolo, Peter…

Con tutta quella confusione, probabilmente nessuno avrebbe fatto molto caso a lei. Così si allontanò, tenendo lo sguardo fisso sulla strega, la quale era troppo attenta a osservare come duellava Edmund per accorgersi dei suoi spostamenti. Per fortuna neanche Peter se ne accorse. Soddisfatta della sua iniziativa, Aisleen fece il giro della sala, evitando abilmente i soldati che duellavano fra di loro e giunse proprio dietro la strega. Non sapeva bene cosa fare, ma probabilmente non doveva fare altro che agire d’istinto.

Così, con il pugnale in mano, la principessa si avvicinò alla strega e puntò la sua arma nella schiena della vecchia donna.

“Arrenditi, strega!”

La strega non sembrò minimamente sorpresa e ridacchiò, come se si aspettasse un’azione del genere da parte di Aisleen.

“Piccola principessa, non comportarti da sciocca!”

“Stai zitta e libera i miei genitori dal tuo incantesimo!”

“Stupida!- esclamò la strega, voltandosi con un rapido scatto verso di lei- Perché hai rovinato tutto? Se avessi sposato re Caspian, avrei potuto prendere il controllo anche della sua e della tua mente. A quel punto sarebbe stato un gioco da ragazzi far tornare in vita la Strega Bianca, grazie al vostro sangue!”

La Strega Bianca ha portato Narnia alla rovina e nessuno ne sente la mancanza!”

“Ma ti avrebbe reso una grande regina!”

“Questo non è vero! I fratelli Pevensie sono stati grandi re e regine non grazie alla Strega Bianca, ma grazie al loro animo gentile e al loro coraggio. E se un giorno sarò ricordata come una grande regina, sarà solo per aver seguito il loro esempio!”

Detto questo, la principessa attaccò con il suo pugnale la strega, che parò perfettamente il colpo con il bastone dalla lama di ghiaccio e spinse a terra la ragazza. Aisleen battè violentemente la schiena contro il pavimento.

“Ah!”

Nel momento in cui la principessa cadde, Peter si accorse di cosa stava combinando.

“Aisleen!”

Cercò di farsi strada per raggiungerla, ma davanti a sé c’erano ancora due soldati da sconfiggere.

La strega incombeva pericolosamente sulla principessa, la lama di ghiaccio puntata sul delicato collo della giovane.

“Sei stata davvero incosciente. I tuoi genitori credevano in te e li hai delusi!”

“No. I miei genitori sono manipolati dalla tua magia. Non li ho delusi, al contrario, credo che se potessero vedermi, sarebbero molto fieri di me!”

La strega rise di gusto: “Ma questo non lo sapremo mai. Il re e la regina resteranno per sempre così e io cancellerò dalle loro menti ogni più insignificante ricordo che ti riguardi!”

La strega straparlava e Aisleen, inchiodata al pavimento freddo, non riusciva a muoversi. Con la coda dell’occhio riuscì a scorgere Peter a pochi metri da lei, che con tutte le sue forze combatteva contro due soldati nel disperato tentativo di raggiungerla. All’improvviso si sentì male: forse era stata davvero incosciente, forse avrebbe dovuto stare vicino a Peter, come lui le aveva raccomandato. Però era anche vero che se non si fosse messa in gioco e non avesse fatto niente per salvare i suoi genitori, sarebbe stato ancora peggio.

“Mentre tu…tu sparirai per sempre, grazie a me!”

La strega levò il bastone in aria, pronta per affondarlo sulla principessa.

“AISLEEN!!!” urlò Peter.

Aisleen chiuse gli occhi terrorizzata e il bastone della strega sferzò l’aria, con l’intento di colpire la principessa. Ma Peter riuscì a liberarsi in tempo dei suoi avversari e si fiondò tra la principessa e la strega. La lama di ghiaccio affilatissima non colpì Aisleen, bensì andò a conficcarsi nella gamba di re Peter.

Aisleen, notando che il colpo tardava ad arrivare, socchiuse gli occhi e intravide Peter in piedi di fronte a lei, con la gamba insanguinata.

“Peter!”

La strega rimase piuttosto sorpresa dall’intervento del Re Supremo e non si accorse di re Edmund che sopraggiunse e con la sua spada spezzò il bastone della strega, il quale si dissolse completamente.

La strega spaventata indietreggiò fino a scontrarsi contro la parete. Ma Edmund si avvicinò a lei e le puntò la spada alla giugulare.

“Non ti muovere!” sibilò il giovane re, con sguardo minaccioso.

Nel momento stesso in cui il bastone si dissolse nel nulla, fu come se fosse svanito anche l’incantesimo della strega. Infatti i soldati di Archen si arrestarono e si guardarono intorno con aria disorientata, proprio come accadde a re Alastair e alla regina Sybil, che posarono il loro sguardo sulla principessa.

“Aisleen, cosa sta succedendo?”

“Rimandiamo le spiegazioni a dopo, Maestà…per il momento…ordinate di imprigionare questa strega…” disse Peter, accasciandosi a terra esausto.

Re Alastair si rivolse a due dei suoi soldati: “Fate come ha detto!”

La strega fu portata via e Edmund potè correre accanto al fratello.

“Peter, come stai?” chiese poi, preoccupato.

Peter accennò un sorriso: “Potrei stare meglio!”

Anche Aisleen era accanto a lui e, per quanto fosse felice per la liberazione dei suoi genitori, ora guardava Peter con ansia, mordendosi il labbro inferiore. Peter se ne accorse.

“Non sto così male!” si affrettò a dirle.

“Ma…stai perdendo molto sangue!”

“La ferita si rigenererà!”

Aisleen fissò i suoi occhi azzurri, sempre più angosciata.

“Perché l’hai fatto?”

“Non è chiaro?- disse Peter, sorridendole- Io ti amo e, se non avessi fatto niente per proteggerti, non me lo sarei mai perdonato!”

“Tipico di te, no?” intervenne Edmund, con un cenno del capo, e Peter ridacchiò.

“Oh, Peter…perdonami, sono stata così avventata.- esclamò lei, abbracciandolo- Avrei dovuto riflettere più a lungo prima di agire!”

“Va bene così, Aisleen…non devi scusarti! Hai agito in quel modo solo perché desideravi il bene dei tuoi genitori! Non posso biasimarti per questo!”

Aisleen si avvicinò il viso a quello di Peter e gli baciò la fronte: “Ti amo anch’io, mio re!”

Dopodichè, Peter si rilassò e chiuse gli occhi, adagiando il capo sul grembo di Aisleen: sentiva tutta la sua forza fuoriuscire dal suo corpo con una lentezza quasi insopportabile.

“Peter! Edmund!” esclamò una voce.

Sulla soglia di una delle entrate c’era la giovane regina Lucy, accanto al grande Aslan.

“Lucy…” mormorò Peter, gli occhi ancora chiusi.

“Piccola, corri. Il Re Supremo ha bisogno di te!” disse Aslan.

Lucy, senza pensarci due volte, cose accanto al fratello e si inginocchiò vicino al suo capo.

“Peter…cosa ti è successo?” esclamò lei, preoccupata, guardando la gamba insanguinata del fratello.

Le lacrime le spuntarono agli angoli degli occhi, ma la giovane regina le ricacciò indietro perché non era il momento di piangere.

Peter ignorò la domanda della sorella: “Lu…come mai sei qui?”

“Non è questo il momento delle spiegazioni, Peter!- commentò Aslan, che con passo silenzioso, li aveva raggiunti- Lucy, cara, solo tu puoi guarire il re Supremo!”

Lucy annuì, convinta, e afferrò subito la piccola fiala con il magico filtro. Tolse il tappino e versò una goccia del liquido sulle labbra sottili di Peter, leggermente schiuse.

Passarono pochi secondi e la ferita di Peter si rimarginò completamente e lui aprì gli occhi: il re era salvo.

“Peter!” esclamarono Aisleen e Lucy all’unisono.

Erano entrambe sollevate e felici. Peter sollevò il busto e scosse leggermente il capo.

“Oh…così va molto meglio!” esclamò Peter, guardandosi la gamba non più ferita.

I pantaloni erano sporchi di sangue e stracciati, ma la ferita era svanita nel nulla: era come se non ci fosse mai stata.

Aisleen gli buttò le braccia al collo, stringendosi a lui: “Grazie al cielo! Sono così contenta, Peter!”

 “Anch’io!” disse Peter, sorridendo, e ricambiò l’abbraccio.

Lucy guardò i due giovani e sorrise fra sé, mentre Edmund sbuffò esausto.

“Ecco che ci risiamo con le smancerie!”

“Perché? Sono talmente carini!” commentò Lucy.

A quelle parole, Peter si voltò verso la sorellina: “Grazie, Lu! Ma se tu sei qui, significa che Susan e Caspian sono da soli…”

 “Sì, è così!”

“E a questo proposito, Maestà, osservate tutti qui!” disse Aslan, indicando con la punta del naso la sfera di cristallo della strega, che, con tutta quella confusione, era rotolata ai piedi del trono.

I sovrani di Archen, Peter, Lucy, Edmund ed Aisleen corsero vicino ad Aslan e guardarono nella sfera. Impiegarono poco tempo per capire cosa stavano osservando: la guerra tra i due eserciti e sull’altopiano dove si trovavano gli arcieri di Narnia, c’era…

“Susan!” esclamarono i tre fratelli Pevensie.

Edmund e Lucy si volsero subito a guardare Aslan, mentre Peter aveva lo sguardo fisso sulla sfera, l’espressione profondamente turbata e la mano appoggiata sul tavolo percorsa da fremiti impercettibili.

“Aslan, ti prego, portami subito da lei!” esclamò Lucy, ansiosa.

“Ci andremo tutti e viaggeremo alla velocità della luce! Stai tranquilla, piccola, la salveremo!”

“Allora, muoviamoci!” sbottò Peter, più preoccupato che mai.

*****

La battaglia infervorava, Caspian duellava con i soldati avversari, Susan, dall’alto, continuava a lanciare frecce, colpendo più nemici che poteva. Ma una parte dell’esercito di Archen riuscì a staccarsi dal gruppo centrale che combatteva a valle, aggirò l’altopiano sopra cui si trovavano gli arcieri di Narnia e salirono, raggiungendo i loro avversari. Susan se ne accorse e subito caricò una freccia sull’arco.

“Ci stanno attaccando! Pronti a duellare con le spade!”

Tutti gli arcieri riposero arco e frecce e passarono alla spada. E lo scontro con i loro avversari iniziò. Susan continuava a lanciare frecce, cercando di colpire i nemici. Ma questi si avvicinavano troppo rapidamente e lei non poteva rischiare di colpire uno dei suoi soldati. Decise di passare alla spada, ma prima sentì il bisogno di guardare un’ultima volta come se la stava cavando Caspian. Al momento duellava con ben due soldati. E con angoscia, Susan si accorse di un soldato che stava dirigendosi proprio verso Caspian, il quale sembrava non averlo notato. Il suo re era in pericolo! E lei non poteva non fare niente. Fu in quel momento che si ricordò delle parole che Aslan le aveva detto in sogno: “ Ora che rimarrete solo tu e Caspian, dovrai avere fiducia nelle sue capacità e, soprattutto, non dovrai perderlo di vista. Perché avrà bisogno di te a un certo punto. Ricorda che c’è un sentimento speciale che vi lega e, per questo sentimento, sii per lui il suo angelo custode.”

Ora capiva cosa voleva dire Aslan. Perciò, senza pensarci due volte, ignorò gli avversari che le si stavano avvicinando e riprese la sua arma. La regina tese l’arco, prese la mira e scagliò una freccia. La freccia colpì in pieno petto il nemico, che cadde a terra, senza vita, proprio dietro il re.

Caspian riuscì a liberarsi e si accorse dell’uomo deceduto alle sue spalle. Quando vide la freccia dalle piume rosse che gli si era conficcata nel mezzo del torace, fece correre lo sguardo verso l’alto e notò la sua regina con l’arco teso tra le mani. Gli aveva salvato la vita, come un angelo custode, come aveva detto Aslan.

Perciò le sorrise pieno di gratitudine e Susan, dal canto suo, gli rimandò un sorriso e un cenno del capo.

Quel che accadde in seguito, per entrambi, fu come una scena a rallentatore. Un soldato di Archen giunse alle spalle di Susan, che si era distratta per aiutare Caspian, e le trafisse il fianco con la lama della spada.

“Susan…”

Il suo fu solo un mormorio, ma Caspian, in realtà, avrebbe voluto urlarlo e sovrastare il fracasso della battaglia.

La vista di Susan si fece all’improvviso offuscata. Non poteva più distinguere il volto di Caspian in mezzo all’esercito e la sua mente non riusciva a capire cosa stesse succedendo. L’unica cosa di cui era certa era quella sensazione di calore che la stava abbandonando, come il sangue che sgorgava dalla ferita e veniva assorbito dai sui abiti.

La testa le girò tutto d’un tratto e Susan perse i sensi, cadendo a terra.

“SUSAN!”

Senza pensarci due volte, Caspian si fece largo tra i soldati e, recuperato Destriero, vi montò in groppa, incitandolo a correre più veloce che poteva. Il cuore batteva con una velocità esagerata e, di questo passo, gli si sarebbe spezzato. Ma, prima che questo avvenisse, doveva raggiungere la sua Susan e salvarla a qualunque costo.

 

Perdonate il ritardo, sono stata un po’ impegnata! Ma finalmente ecco il nuovo capitolo! Povero Peter e povera Susan! Chissà se se la caverà! Lo scopriremo nel prossimo capitolo “The Moon and the Sun”.

Ringraziamenti…

Clacly: sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo. In effetti caspian che chiedeva la mano di susan in ginocchio mi sembrava abbastanza banale. Così ho deciso di fare qualcosa di diverso. Ora però bisogna vedere se riusciranno davvero a sposarsi. Chi lo sa? Spero che il capitolo ti sia piaciuto!

Kia_do87: grazie per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, anche se la fine è un po’ in sospeso…

Ludina:wow, grazie per la recensione! Sono davvero felice che il capitolo scorso ti abbia un po’ commossa. Quindi mi immagino cosa penserai di questo! Ahahah! Comunque, spero ti piaccia!

 

 

A presto

Kia85

   
 
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