I’ll come back when you call me
Capitolo 13: “Under an angelic
protection”
Aslan
correva quasi alla velocità della luce e il vento sferzava contro il viso della
regina Lucy con ferocia, nonostante la folta criniera del grande leone la
proteggesse in parte. Da quando erano partiti, Lucy continuava a chiedersi il
motivo di quella partenza improvvisa, ma era molto difficile parlare con quel
vento. Alla fine Lucy si costrinse a parlare, perché la curiosità la stava
facendo impazzire.
“Aslan!
Dove stiamo andando esattamente?” chiese lei, anche se non era sicura che Aslan
l’avesse sentita. Ma Aslan era il signore di Narnia e per lui nulla era
impossibile.
“Da Peter
ed Edmund!”
“Sono…in
pericolo? È successo qualcosa a uno dei miei fratelli?”
“Se
arriviamo in tempo, potremo anche evitarlo! Ma, piccola, resta calma!”
Come se
fosse facile dopo una rivelazione del genere…
*****
Peter,
Aisleen, Edmund e il resto del gruppetto riuscirono ad uscire dai sotterranei,
sconfiggendo le poche guardie che incrociarono durante quel tragitto. Peter si
guardò intorno: sicuramente i sovrani di Archen si trovavano nella sala del
trono. Ma Peter non era mai stato in quella zona del castello. La principessa
si accorse della sua esitazione e gli appoggiò una mano sul braccio.
“Qualche problema,
Peter?”
“No! Ma, Aisleen,
devi guidarci alla sala del trono!”
“Io?”
domandò lei, incredula.
“Certo!-
esclamò lui, con un sorriso d’incoraggiamento- Conosci il castello meglio di
noi altri!”
Aisleen
annuì, più determinata: “Hai ragione, Peter! Andiamo!”
Fu così
che, con molta cautela, il gruppetto si avviò verso la sala del trono. Peter ed
Edmund si guardavano intorno con circospezione, stando attenti a ogni minimo
particolare. Dovevano fare attenzione all’attacco di eventuali soldati comparsi dal nulla.
“Cosa hai
intenzione di fare quando saremo arrivati?” chiese Aisleen, preoccupata.
“Se non
sbaglio la sala del trono ha più entrate, vero?” domandò a sua volta Peter.
“Sì, è così!”
“Allora, i
nostri soldati circonderanno la sala. Noi entreremo per primi per cercare di
risolvere la questione da persone civili. Se ce ne sarà bisogno, allora a un
mio cenno i soldati faranno irruzione nella sala! Il nostro obiettivo
principale è catturare la strega, a qualunque costo!”
Aisleen,
sempre più preoccupata, guardò in basso, rigirando tra le mani il piccolo
pugnale datole da Edmund. Al suo fianco, Peter comprese la sua preoccupazione e
appoggiò una mano sulla spalla della principessa, sorridendole.
“Tranquilla,
mia cara. Non ho alcuna intenzione di fare del male ai tuoi genitori!”
Aisleen
sospirò: “Ne sono convinta! Ma, Peter, la strega… Lei ha dei poteri magici
spaventosi. Noi, invece, abbiamo solo delle armi! Come potremo contrastarla
solo in questo modo?”
”Ci
riusciremo! Non preoccuparti! Abbi fiducia in noi!”
Peter le
strinse una mano e le sorrise, provando a infonderle un po’ di calma. Dopotutto
era la prima volta che la principessa si trovava in una tale situazione e lui
la capiva perfettamente: anche Peter si era sentito insicuro e spaventato
durante la sua prima battaglia contro
“Sì…”
Pochi
minuti dopo, il gruppetto arrivò in prossimità della sala del trono e
cominciarono ad avanzare nel silenzio più totale. Peter spiegò a tutti il
piano, dopodiché lui, Edmund ed Aisleen si avvicinarono a una porta.
“Chissà
cosa stanno facendo…”
“Maestà…-iniziò
a dire Ripicì, dopo aver inspirato a fondo-…ammetto che le mie dimensioni sono
poco notevoli; di conseguenza, se lo desiderate, potrei facilmente andare a
spiarli!”
“Ottima
idea, Ripicì! Ma fai attenzione!-bisbigliò Peter- Ci serve solo sapere in che
posizione si trovano.”
“Come
comandate, Maestà!”
Fu così che
Ripicì, zampettando piano piano, si sporse in avanti e si infilò nella sala del
trono. Peter, Aisleen ed Edmund, appoggiati alla parete, aspettavano, non senza
una certa ansia in corpo. Il Re Supremo riusciva a sentire il respiro
accelerato della principessa accanto a lui, indice della sua agitazione. Era
più che comprensibile, considerato anche che i suoi genitori erano sotto il
controllo di una strega e lei avrebbe dovuto affrontarli per cercare di
salvarli. Peter non se ne accorse, ma la sua mano scivolò su quella della
principessa e la strinse. La spontaneità di quel gesto sorprese il re e calmò
la principessa, che appoggiò il capo sulla spalla di Peter.
Edmund
osservò tutta la scena con la coda dell’occhio e, notando il fratello arrossire
lievemente, alzò gli occhi al cielo. Peter innamorato era davvero uno
spettacolo molto buffo!
All’improvviso
Ripicì ricomparve di fronte a loro e le tre Altezze Reali si inginocchiarono
vicino a lui, curiosi.
“Allora,
cosa stanno facendo?” domandò Peter.
“Re
Alastair, la regina Sybil e la strega sono radunati intorno a un tavolo, sopra
cui vi è una sfera di cristallo!”
“Una sfera
di cristallo?” ripetè Edmund, perplesso.
“Proprio
così, Maestà. Credo che tramite quella sfera riescano a vedere cosa succede sul
campo di battaglia.”
“Interessante.
Immagino sia opera della strega!” commentò Peter.
“E’ ciò che
sospetto anch’io, Maestà!”
“E il
tavolo dove si trova?”
“Esattamente
di fronte ai due troni.”
“Quindi
all’incirca nel centro della sala!”
“Sì!”
Dopo un
momento di riflessione, Peter si alzò in piedi e, impugnando bene la sua spada,
assunse la sua espressione da Re Supremo.
“D’accordo.
Ripicì avverti gli altri soldati che stiamo per entrare. Se mai dovessimo avere
bisogno del loro aiuto, accorreranno solo a un mio preciso ordine!”
“Come
desiderate, Maestà!” disse Ripicì, inchinandosi rispettosamente.
Dopodiché
corse a fare il giro dei soldati.
Edmund
controllò la sua spada e fece qualche mossa per verificare quanto fosse
affilata la lama.
“Allora,
andiamo?” chiese Edmund.
Peter annuì
e si voltò verso l’entrata della sala, pronto a varcare quella soglia. Ma prima
che potesse compiere un passo, il re si sentì trattenere per un braccio.
“Aspetta,
ti prego!” gli disse Aisleen, con il fiato corto.
“Aisleen,
che succede? Non ti senti bene?” domandò Peter, accarezzandole una guancia.
Aisleen
guardò per terra, agitata, e prese fra le mani la maglia di Peter: “Sto bene,
ma…ti prego, Peter, dimmi ancora una volta che andrà tutto bene!”
“Andrà
tutto bene, te lo prometto!” rispose lui, dolcemente.
“Questo non
riguarda solo i miei genitori, devi promettermi che anche tu starai bene!”
“Te lo
prometto, non mi accadrà niente!”
Aisleen
tornò a guardarlo, sia con ansia, sia con determinazione. E dopo pochi istanti
lo baciò, attirandolo a sé, le mani ancora appoggiate sul suo petto. Edmund si
voltò dalla parte opposta, picchiando una mano sulla fronte.
Peter si
sentì improvvisamente leggero come se il suo corpo fosse composto unicamente da
aria. Era davvero stupendo ciò che gli stava trasmettendo Aisleen con quel
semplice bacio, ogni più piccola preoccupazione sembrava svanire con quella
meravigliosa sensazione. Si era anche dimenticato che stava per affrontare una
strega. Se ne avesse avuto la possibilità, Peter avrebbe desiderato potersi sentire
in quel modo per sempre. Ma, in quel momento, avevano preoccupazioni più
urgenti a cui pensare.
Quando
Aisleen si allontanò da lui, gli rivolse un sorriso timido, ma molto tenero.
“Beh…questo
era proprio quello di cui avevo bisogno!” disse Peter, piacevolmente scosso.
Edmund
riuscì a stento a soffocare una risatina, ma per questo ricevette una gomitata
sul fianco proprio da parte del fratello.
“Quindi…-
iniziò a dire Edmund, tossendo-…ehm… adesso possiamo andare una volta per
tutte?”
“Direi di
sì!”
Peter
scosse il capo per ridestarsi definitivamente e strinse la presa sull’elsa
della sua spada.
“Coraggio!
Per Narnia e per Aslan!”
Fu così che
Peter, Aisleen ed Edmund fecero irruzione nella sala del trono.
“Fermi dove
siete!” esclamò Peter, con voce potente, puntando la spada verso le tre persone
al centro della sala.
I due
sovrani si voltarono subito verso i nuovi arrivati e li guardarono senza alcun
turbamento in volto. La strega, invece, afferrò subito il suo bastone bianco,
ma Edmund le fu subito accanto, minacciandola con la lama della sua spada che
le sfiorava il collo.
“Non ci
provare, strega!”
“Come avete
fatto a liberarvi?” domandò il re.
“Con un
piccolo aiuto giunto al momento più opportuno!” rispose Peter.
“Dove sono
gli altri prigionieri?”
“Non credo
di potervelo dire, Maestà!”
“Sono
proprio fuori da questa sala, sire, in attesa di fare irruzione nella sala a un
ordine del piccolo re!” rispose la strega, sogghignando.
“Certo,
questo avrei dovuto immaginarlo!” commentò amaramente Peter, ma non si lasciò
turbare dalla scoperta della strega.
“E avreste
dovuto immaginare anche questo!”
Così
dicendo, dal bastone della strega si sprigionò una luce bianca accecante che
invase tutta la sala. Peter, Edmund ed Aisleen si coprirono gli occhi per non
restare abbagliati. Quando la luce si dissolse Peter si guardò intorno e si
ritrovò circondato da soldati dell’esercito di Archen. Subito si parò davanti
alla principessa ed Edmund si avvicinò a loro.
“Da dove
sono arrivati?” chiese Aisleen, in un soffio.
“Magia, mia
cara, semplice magia!” rispose la strega, indietreggiando insieme ai due
sovrani.
Aisleen
guardava esterrefatta i suoi genitori, le loro espressioni vacue e la loro
incapacità di riconoscere lei, la figlia prediletta. Peter si accorse
dell’angoscia che turbava la sua principessa e la rendeva perfino incurante dei
soldati che li circondavano.
“Aisleen, stammi
sempre vicino, mi raccomando!” le sussurrò Peter, gli occhi puntati sui soldati
di fronte a lui.
La
principessa non rispose, anzi, sembrava addirittura non aver udito ciò che lui
le aveva appena detto. Perciò Peter mosse lentamente una mano verso di lei, per
avvicinarla a sé. Ma in quel momento re Alastair ordinò ai suoi soldati di
attaccarli.
“Questi
ragazzini ci stanno infastidendo. Liberatecene!” ordinò re Alastair.
Le parole
del re riuscirono a destare Aisleen dai suoi pensieri: infatti la giovane
principesse fece qualche passo in avanti.
“Padre,
ma…”
Fortunatamente,
Peter riuscì ad afferrarla e attirarla a sé, prima che lei si gettasse fra i
soldati pronti ad attaccarli.
“Ripicì…ORA!”
Nello
stesso momento in cui i loro avversari attaccarono Peter ed Edmund, i pochi
soldati di Narnia fecero irruzione nella sala, iniziando a duellare proprio
come i due Pevensie. Aisleen restò accanto a Peter, ma non poteva fare
alcunché, perché lui e il fratello si coprivano le spalle a vicenda. Perciò il
suo sguardo vagò nuovamente alla ricerca dei suoi genitori e della strega. Poco
prima, quando si trovavano ancora nei sotterranei, Peter aveva detto che era
necessario disintegrare il bastone della strega. Al momento i due sovrani erano
occupati e lei non stava contribuendo in nessun modo, quando, al contrario,
avrebbe desiderato aiutare i suoi genitori, il suo popolo, Peter…
Con tutta
quella confusione, probabilmente nessuno avrebbe fatto molto caso a lei. Così
si allontanò, tenendo lo sguardo fisso sulla strega, la quale era troppo
attenta a osservare come duellava Edmund per accorgersi dei suoi spostamenti. Per
fortuna neanche Peter se ne accorse. Soddisfatta della sua iniziativa, Aisleen
fece il giro della sala, evitando abilmente i soldati che duellavano fra di
loro e giunse proprio dietro la strega. Non sapeva bene cosa fare, ma
probabilmente non doveva fare altro che agire d’istinto.
Così, con
il pugnale in mano, la principessa si avvicinò alla strega e puntò la sua arma
nella schiena della vecchia donna.
“Arrenditi,
strega!”
La strega
non sembrò minimamente sorpresa e ridacchiò, come se si aspettasse un’azione
del genere da parte di Aisleen.
“Piccola
principessa, non comportarti da sciocca!”
“Stai zitta
e libera i miei genitori dal tuo incantesimo!”
“Stupida!-
esclamò la strega, voltandosi con un rapido scatto verso di lei- Perché hai
rovinato tutto? Se avessi sposato re Caspian, avrei potuto prendere il
controllo anche della sua e della tua mente. A quel punto sarebbe stato un
gioco da ragazzi far tornare in vita
“
“Ma ti
avrebbe reso una grande regina!”
“Questo non
è vero! I fratelli Pevensie sono stati grandi re e regine non grazie alla
Strega Bianca, ma grazie al loro animo gentile e al loro coraggio. E se un
giorno sarò ricordata come una grande regina, sarà solo per aver seguito il
loro esempio!”
Detto
questo, la principessa attaccò con il suo pugnale la strega, che parò perfettamente
il colpo con il bastone dalla lama di ghiaccio e spinse a terra la ragazza.
Aisleen battè violentemente la schiena contro il pavimento.
“Ah!”
Nel momento
in cui la principessa cadde, Peter si accorse di cosa stava combinando.
“Aisleen!”
Cercò di
farsi strada per raggiungerla, ma davanti a sé c’erano ancora due soldati da
sconfiggere.
La strega
incombeva pericolosamente sulla principessa, la lama di ghiaccio puntata sul
delicato collo della giovane.
“Sei stata
davvero incosciente. I tuoi genitori credevano in te e li hai delusi!”
“No. I miei
genitori sono manipolati dalla tua magia. Non li ho delusi, al contrario, credo
che se potessero vedermi, sarebbero molto fieri di me!”
La strega
rise di gusto: “Ma questo non lo sapremo mai. Il re e la regina resteranno per
sempre così e io cancellerò dalle loro menti ogni più insignificante ricordo
che ti riguardi!”
La strega
straparlava e Aisleen, inchiodata al pavimento freddo, non riusciva a muoversi.
Con la coda dell’occhio riuscì a scorgere Peter a pochi metri da lei, che con
tutte le sue forze combatteva contro due soldati nel disperato tentativo di
raggiungerla. All’improvviso si sentì male: forse era stata davvero incosciente,
forse avrebbe dovuto stare vicino a Peter, come lui le aveva raccomandato. Però
era anche vero che se non si fosse messa in gioco e non avesse fatto niente per
salvare i suoi genitori, sarebbe stato ancora peggio.
“Mentre tu…tu
sparirai per sempre, grazie a me!”
La strega levò
il bastone in aria, pronta per affondarlo sulla principessa.
“AISLEEN!!!”
urlò Peter.
Aisleen
chiuse gli occhi terrorizzata e il bastone della strega sferzò l’aria, con
l’intento di colpire la principessa. Ma Peter riuscì a liberarsi in tempo dei
suoi avversari e si fiondò tra la principessa e la strega. La lama di ghiaccio
affilatissima non colpì Aisleen, bensì andò a conficcarsi nella gamba di re Peter.
Aisleen,
notando che il colpo tardava ad arrivare, socchiuse gli occhi e intravide Peter
in piedi di fronte a lei, con la gamba insanguinata.
“Peter!”
La strega
rimase piuttosto sorpresa dall’intervento del Re Supremo e non si accorse di re
Edmund che sopraggiunse e con la sua spada spezzò il bastone della strega, il
quale si dissolse completamente.
La strega
spaventata indietreggiò fino a scontrarsi contro la parete. Ma Edmund si
avvicinò a lei e le puntò la spada alla giugulare.
“Non ti
muovere!” sibilò il giovane re, con sguardo minaccioso.
Nel momento
stesso in cui il bastone si dissolse nel nulla, fu come se fosse svanito anche l’incantesimo
della strega. Infatti i soldati di Archen si arrestarono e si guardarono
intorno con aria disorientata, proprio come accadde a re Alastair e alla regina
Sybil, che posarono il loro sguardo sulla principessa.
“Aisleen, cosa
sta succedendo?”
“Rimandiamo
le spiegazioni a dopo, Maestà…per il momento…ordinate di imprigionare questa
strega…” disse Peter, accasciandosi a terra esausto.
Re Alastair
si rivolse a due dei suoi soldati: “Fate come ha detto!”
La strega
fu portata via e Edmund potè correre accanto al fratello.
“Peter,
come stai?” chiese poi, preoccupato.
Peter
accennò un sorriso: “Potrei stare meglio!”
Anche
Aisleen era accanto a lui e, per quanto fosse felice per la liberazione dei
suoi genitori, ora guardava Peter con ansia, mordendosi il labbro inferiore.
Peter se ne accorse.
“Non sto
così male!” si affrettò a dirle.
“Ma…stai
perdendo molto sangue!”
“La ferita
si rigenererà!”
Aisleen
fissò i suoi occhi azzurri, sempre più angosciata.
“Perché
l’hai fatto?”
“Non è
chiaro?- disse Peter, sorridendole- Io ti amo e, se non avessi fatto niente per
proteggerti, non me lo sarei mai perdonato!”
“Tipico di
te, no?” intervenne Edmund, con un cenno del capo, e Peter ridacchiò.
“Oh,
Peter…perdonami, sono stata così avventata.- esclamò lei, abbracciandolo- Avrei
dovuto riflettere più a lungo prima di agire!”
“Va bene
così, Aisleen…non devi scusarti! Hai agito in quel modo solo perché desideravi
il bene dei tuoi genitori! Non posso biasimarti per questo!”
Aisleen si
avvicinò il viso a quello di Peter e gli baciò la fronte: “Ti amo anch’io, mio
re!”
Dopodichè,
Peter si rilassò e chiuse gli occhi, adagiando il capo sul grembo di Aisleen:
sentiva tutta la sua forza fuoriuscire dal suo corpo con una lentezza quasi
insopportabile.
“Peter!
Edmund!” esclamò una voce.
Sulla
soglia di una delle entrate c’era la giovane regina Lucy, accanto al grande
Aslan.
“Lucy…”
mormorò Peter, gli occhi ancora chiusi.
“Piccola,
corri. Il Re Supremo ha bisogno di te!” disse Aslan.
Lucy, senza
pensarci due volte, cose accanto al fratello e si inginocchiò vicino al suo
capo.
“Peter…cosa
ti è successo?” esclamò lei, preoccupata, guardando la gamba insanguinata del
fratello.
Le lacrime
le spuntarono agli angoli degli occhi, ma la giovane regina le ricacciò
indietro perché non era il momento di piangere.
Peter ignorò
la domanda della sorella: “Lu…come mai sei qui?”
“Non è
questo il momento delle spiegazioni, Peter!- commentò Aslan, che con passo
silenzioso, li aveva raggiunti- Lucy, cara, solo tu puoi guarire il re Supremo!”
Lucy annuì,
convinta, e afferrò subito la piccola fiala con il magico filtro. Tolse il
tappino e versò una goccia del liquido sulle labbra sottili di Peter,
leggermente schiuse.
Passarono
pochi secondi e la ferita di Peter si rimarginò completamente e lui aprì gli
occhi: il re era salvo.
“Peter!”
esclamarono Aisleen e Lucy all’unisono.
Erano
entrambe sollevate e felici. Peter sollevò il busto e scosse leggermente il
capo.
“Oh…così va
molto meglio!” esclamò Peter, guardandosi la gamba non più ferita.
I pantaloni
erano sporchi di sangue e stracciati, ma la ferita era svanita nel nulla: era
come se non ci fosse mai stata.
Aisleen gli
buttò le braccia al collo, stringendosi a lui: “Grazie al cielo! Sono così
contenta, Peter!”
“Anch’io!” disse Peter, sorridendo, e ricambiò
l’abbraccio.
Lucy guardò
i due giovani e sorrise fra sé, mentre Edmund sbuffò esausto.
“Ecco che
ci risiamo con le smancerie!”
“Perché?
Sono talmente carini!” commentò Lucy.
A quelle
parole, Peter si voltò verso la sorellina: “Grazie, Lu! Ma se tu sei qui,
significa che Susan e Caspian sono da soli…”
“Sì, è così!”
“E a questo
proposito, Maestà, osservate tutti qui!” disse Aslan, indicando con la punta
del naso la sfera di cristallo della strega, che, con tutta quella confusione,
era rotolata ai piedi del trono.
I sovrani
di Archen, Peter, Lucy, Edmund ed Aisleen corsero vicino ad Aslan e guardarono
nella sfera. Impiegarono poco tempo per capire cosa stavano osservando: la
guerra tra i due eserciti e sull’altopiano dove si trovavano gli arcieri di
Narnia, c’era…
“Susan!”
esclamarono i tre fratelli Pevensie.
Edmund e
Lucy si volsero subito a guardare Aslan, mentre Peter aveva lo sguardo fisso
sulla sfera, l’espressione profondamente turbata e la mano appoggiata sul
tavolo percorsa da fremiti impercettibili.
“Aslan, ti
prego, portami subito da lei!” esclamò Lucy, ansiosa.
“Ci andremo
tutti e viaggeremo alla velocità della luce! Stai tranquilla, piccola, la
salveremo!”
“Allora,
muoviamoci!” sbottò Peter, più preoccupato che mai.
*****
La
battaglia infervorava, Caspian duellava con i soldati avversari, Susan,
dall’alto, continuava a lanciare frecce, colpendo più nemici che poteva. Ma una
parte dell’esercito di Archen riuscì a staccarsi dal gruppo centrale che
combatteva a valle, aggirò l’altopiano sopra cui si trovavano gli arcieri di
Narnia e salirono, raggiungendo i loro avversari. Susan se ne accorse e subito
caricò una freccia sull’arco.
“Ci stanno
attaccando! Pronti a duellare con le spade!”
Tutti gli
arcieri riposero arco e frecce e passarono alla spada. E lo scontro con i loro
avversari iniziò. Susan continuava a lanciare frecce, cercando di colpire i
nemici. Ma questi si avvicinavano troppo rapidamente e lei non poteva rischiare
di colpire uno dei suoi soldati. Decise di passare alla spada, ma prima sentì
il bisogno di guardare un’ultima volta come se la stava cavando Caspian. Al
momento duellava con ben due soldati. E con angoscia, Susan si accorse di un
soldato che stava dirigendosi proprio verso Caspian, il quale sembrava non
averlo notato. Il suo re era in pericolo! E lei non poteva non fare niente. Fu
in quel momento che si ricordò delle parole che Aslan le aveva detto in sogno: “ Ora che rimarrete solo tu e Caspian,
dovrai avere fiducia nelle sue capacità e, soprattutto, non dovrai perderlo di
vista. Perché avrà bisogno di te a un certo punto. Ricorda che c’è un
sentimento speciale che vi lega e, per questo sentimento, sii per lui il suo
angelo custode.”
Ora capiva
cosa voleva dire Aslan. Perciò, senza pensarci due volte, ignorò gli avversari
che le si stavano avvicinando e riprese la sua arma. La regina tese l’arco,
prese la mira e scagliò una freccia. La freccia colpì in pieno petto il nemico,
che cadde a terra, senza vita, proprio dietro il re.
Caspian
riuscì a liberarsi e si accorse dell’uomo deceduto alle sue spalle. Quando vide
la freccia dalle piume rosse che gli si era conficcata nel mezzo del torace,
fece correre lo sguardo verso l’alto e notò la sua regina con l’arco teso tra
le mani. Gli aveva salvato la vita, come un angelo custode, come aveva detto
Aslan.
Perciò le
sorrise pieno di gratitudine e Susan, dal canto suo, gli rimandò un sorriso e
un cenno del capo.
Quel che
accadde in seguito, per entrambi, fu come una scena a rallentatore. Un soldato
di Archen giunse alle spalle di Susan, che si era distratta per aiutare Caspian,
e le trafisse il fianco con la lama della spada.
“Susan…”
Il suo fu
solo un mormorio, ma Caspian, in realtà, avrebbe voluto urlarlo e sovrastare il
fracasso della battaglia.
La vista di
Susan si fece all’improvviso offuscata. Non poteva più distinguere il volto di
Caspian in mezzo all’esercito e la sua mente non riusciva a capire cosa stesse
succedendo. L’unica cosa di cui era certa era quella sensazione di calore che
la stava abbandonando, come il sangue che sgorgava dalla ferita e veniva
assorbito dai sui abiti.
La testa le
girò tutto d’un tratto e Susan perse i sensi, cadendo a terra.
“SUSAN!”
Senza
pensarci due volte, Caspian si fece largo tra i soldati e, recuperato
Destriero, vi montò in groppa, incitandolo a correre più veloce che poteva. Il
cuore batteva con una velocità esagerata e, di questo passo, gli si sarebbe
spezzato. Ma, prima che questo avvenisse, doveva raggiungere la sua Susan e
salvarla a qualunque costo.
Perdonate il ritardo, sono stata un
po’ impegnata! Ma finalmente ecco il nuovo capitolo! Povero Peter e povera
Susan! Chissà se se la caverà! Lo scopriremo nel prossimo capitolo “The Moon
and the Sun”.
Ringraziamenti…
Clacly: sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo. In effetti caspian
che chiedeva la mano di susan in ginocchio mi sembrava abbastanza banale. Così
ho deciso di fare qualcosa di diverso. Ora però bisogna vedere se riusciranno
davvero a sposarsi. Chi lo sa? Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Kia_do87: grazie per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto, anche se la fine è un po’ in sospeso…
Ludina:wow, grazie per la recensione! Sono davvero felice che il capitolo
scorso ti abbia un po’ commossa. Quindi mi immagino cosa penserai di questo!
Ahahah! Comunque, spero ti piaccia!
A presto
Kia85