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Autore: MargaretMadison    28/08/2015    4 recensioni
«Che vuoi dire?»
«Che non ho mai rischiato, non ho mai baciato uno sconosciuto, non ho mai fatto sesso, mai assaggiato dell'alcool se non al matrimonio di mio cugino e tantomeno non ho mai mentito ai miei. Insomma, è il mio ultimo anno da liceale e da adolescente, voglio fare qualcosa di memorabile, dannazione!»
«E in questo memorabile c'entra per caso Calum Hood?»
Candice nascose il viso tra le mani immaginando le sue gote toccare tutte le gradazioni di rosso.
‘Che Calum Hood era il ragazzo di cui era innamorata da anni e non era mai riuscita a parlare con lui eccetto quella volta in seconda superiore dove le chiese l’ora.
«Beh, sì» ammise «Insomma, mi piace dal primo anno del liceo, vorrei almeno riuscire a parlare con lui senza diventare una balbuziente, capisci?»
«Inizia ad imparare l’arte del sedurre un ragazzo e poi striscerà da te» rispose Ashton svogliato, riportando l’attenzione sulla TV, che a lui quel Calum non gli era mai piaciuto. Non che lo conoscesse di persona, solo che non lo ispirava e non ci teneva a conoscerlo.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TEACH ME – First lesson
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ashton rimase interdetto qualche secondo mentre il suo cervello rielaborava le parole che Candice aveva pronunciato. Davvero doveva insegnarle come sedurre i ragazzi? No. Niente da fare.
Per lui Candice era come la sua sorellina, Lauren, non si sarebbe mai permesso di far scoprire a una delle due i piaceri della carne.
«Non se ne parla» disse serio Ashton tornando al telefilm, sperando di aver chiuso la conversazione mentre Candice, sbuffando, si alzò dal divano per sedersi sul tavolino da caffè ed incontrare di nuovo lo sguardo dell’amico.
«Ti prego, Ash» disse unendo le mani a mo’ di preghiera «Non posso chiedere a Michael queste cose, mi ucciderebbe!»
«Non ti aiuterò in questa folle impresa, scopri la tua sensualità da sola. Mi taglio fuori da questa missione»
«Ma tu sei la persona adatta. Hai un sacco di esperienza in questo campo e sei la persona di cui mi fido di più al mondo. Non potrai mai farmi del male, capisci?»
Ashton ci pensò su, quel piano era folle, lo sapeva, ma un lato di lui preferiva che fosse lui stesso ad insegnarle tutto riguardo il suo corpo e il mondo maschile così da assicurarsi che non finisca nelle mani sbagliate di qualche approfittatore.
«E va bene, hai vinto» rispose sbuffando «ma sappi che sono libero di tirarmi indietro in qualsiasi momento»
Candice si fece sfuggire un urletto soddisfatto e si fiondò subito tra le braccia dell’amico.
«Grazie, Ash. Sei il migliore»
«E tu una ruffiana» rispose stringendola forte a sé come se fosse la sua ancora di salvezza.
Non poteva ancora immaginare il guaio nel quale si stava cacciando.
«A quando la prima lezione?»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Erano passati due giorni da quel pomeriggio ed Ashton aveva dormito poco, troppo pieno di dubbi e incertezze che non gli permisero di chiudere occhi la sera.
Non era convinto, qualcosa gli suggeriva di scappare e rifiutare quell'offerta malsana.
Che poi Candice era bella proprio perché emanava dolcezza ed innocenza da ogni poro e, per di più, molti ragazzi trovavano la sua goffaggine sexy. Ad esempio Ed, il suo collega in negozio che, tutte le volte che la vedeva entrare, cercava di provarci spudoratamente con la giovane senza mai riuscirci. E lui non era l'unico a pensarla così, perché Ash si accorgeva di come i ragazzi squadravano Candice e la cosa non gli piaceva. Figuriamoci come sarebbe diventata la situazione una volta imparato alcuni trucchi nel rimorchiare i ragazzi. Scacciò via quel pensieri per non preoccuparsi.
E, se la sua preoccupazione non era abbastanza, Ashton era anche spaventato.
Aveva paura di vederla con occhi diversi, di accorgersi di particolari che prima aveva sorvolato, di rovinare quell'amicizia che per lui significava moltissimo.
Aveva paura di togliere quel senso di purezza che sprigionava, di fare qualcosa di troppo, di spaventarla o ferirla in qualche modo.
Non era affatto pronto.
Osservò un'ultima volta l'orologio prima di alzarsi dal letto.
Erano le undici della mattina e doveva pranzare con Candice prima di andare in negozio da Ed.
Una volta in piedi andò in bagno, si fece una doccia e infine si vestì: jeans strappati sulle ginocchia, maglia degli AC/DC e una bandana rossa in testa.
Si passò una mano tra i riccioli disordinati e lanciò un ultimo sguardo allo specchio.
Per tutto il tragitto da casa sua a quella di Candice, continuò a pensare al piano deciso ad uscirne fuori prima che sia troppo tardi.
Camminava a passo lento, la testa bassa e i Led Zeppelin nelle orecchie per iniziare bene la giornata.
Non ci mise molto a raggiungere casa Clifford che distava giusto una decina di minuti, il tempo per ascoltare tre canzoni.
Sospirò più volte, indeciso se bussare o suonare il campanello.
Ma da quando poi si faceva certi problemi?
Sospirò, di nuovo, e si passò una mano tra i capelli prima di suonare il campanello.
Sentì la voce di Candice urlare un “Sto arrivando” e i suoi passi farsi sempre più vicini e, infine, la figura slanciata della ragazza si presentò davanti ai suoi occhi.
Aveva il volto struccato, i capelli raccolti in uno chignon alto e disordinato, scoprendo il viso dai lineamenti delicati. A coprire il corpo magro era una maglietta del fratello che rasentava le ginocchia.
Fece una smorfia, perché finché era lui ad essere accolto in quel modo andava bene, ma cosa sarebbe successo se non fosse stato lui ad attenderla dietro la porta?
«Fammi entrare e mettiti una tuta»
«’Giorno anche a te» lo salutò scostandosi di lato per farlo entrare in casa.
Dal canto suo, Ashton si sedette sul divano senza fare troppi complimenti che era un habitué di quella casa che orami non faceva più tanti complimenti, servendosi da solo.
«Candy, ci ho ripensato» disse guardandola chiudere la porta e avvicinarsi a lui «E davvero, è più forte di me io non… non ci riesco»
Candice sbuffò, incrociando le braccia al petto facendo ingrossare il seno già prosperoso. Sapeva che così facendo passava per la bambina ma se voleva raggiungere il suo obbiettivo doveva usare l’astuzia e giocare bene le sue carte.
Si sedette sul divano, poco lontano da lui e lo scrutava offesa.
«Ancora? Pensavo avessimo già deciso che oggi sarebbe stata la prima lezione!» disse imbronciata.
Ashton la guardò e non poté non trovarla adorabile perché sembrava una bambina di cinque anni in un corpo da donna dalle forme fin troppo perfette che deliziavano le fantasie di molti ragazzi.
«Possiamo fissare delle regole» propose sospirando, perché non riusciva proprio a vederla infelice.
«Regole? Che tipo?» chiese curiosa.
«Le lezioni saranno cinque. Tu sceglierai l’argomento e mi dirai fino a che punto spingerci, io smetterò qualsiasi cosa stia facendo quando ti sentirai a disagio. Solo… Solo non farmene pentire, ok?»
«Oh Ashy, tranquillo. Farò tutto ciò che mi hai detto e appena mi sentirò scomoda e a disagio te lo dirò subito anche se con te non mi vergogno di niente»
Ashton annuì e le sorrise, strizzandole un occhiolino. Non era ancora del tutto convinto ma la storia delle regole era riuscito a tranquillizzarlo parecchio.
«Da dove partiamo?»
Candice si passò la mano sul braccio e sorrise imbarazzata «Proprio dagli inizi, stai parlando con la persona più inesperta del mondo»
«Spiegami come ci provi con un ragazzo» buttò lì Ash, mettendosi più comodo.
«C-cosa?»
«Hai capito bene. Come fai a farti notare da un ragazzo? Che messaggi hai mandato a Calum per fare in modo che si accorgesse di te?»
«Non ho mai fatto niente, probabilmente nemmeno sa che io esisto» confessò imbarazzata e, dopo aver visto la faccia scioccata di Ash, nascose il viso alzando il colletto della maglia fin sopra ai capelli.
«Sei proprio un disastro, Candy» la schernì ridacchiando.
La castana sbuffò, fingendosi offesa, prima di tornare seduta composta per ascoltare i suggerimenti di Ashton.
«E la tua tecnica sarebbe? Fare la ragazza-fantasma?»
«Sì, ma da quanto puoi capire non ha mai funzionato altrimenti non sarei qui» rispose sulla difensiva.
«Penso che dovresti mettere in mostra ciò che hai. Insomma, sei oggettivamente una bella ragazza, hai un bel seno e sei anche simpatica. Hai un sacco di potenziale ma dobbiamo lavorare parecchio se vuoi conquistare Calum»
Candice annuì, pronta a prendere appunti mentali e sfruttare al massimo le conoscenze dell’amico.
«Uhm… Facciamo una prova, che dici? Alziamoci in piedi e fingi che io sia Calum» Candice si alzò assieme ad Ashton e si misero uno di fronte all’altro. La figura di lui la sovrastava di parecchi centimetri il che la fece sorridere perché Ashton non era eccessivamente alto ma paragonato a lei sembrava quasi un gigante.
«Allora, immagina che sei a scuola e che Calum ti sta parlando per la prima volta» la voce di Ashton era bassa, parlava in maniera lenta, scandendo bene le parole.
Candice chiuse gli occhi, immaginando i tratti marcati del viso di Calum, il taglio dei suoi occhi scuri, le labbra carnose, la pelle color caramello e i capelli neri.
«Hai fatto?» chiese e Candice annuì, gli occhi ancora chiusi.
«Perfetto adesso apri gli occhi e segui le mi istruzioni» la ragazza ubbidì ancora una volta e sussultò nel vedere Ash così vicina a lei «Quando sarete vicini a parlare, devi mostrarti interessata a ciò che dice. Prova magari a sorridergli e annuire di tanto in tanto, sposta lo sguardo sulle sue labbra e lecca le tue con fare innocente, adoro quando lo fai»
Candice arrossì, da piccola aveva preso il brutto vizio di passare la lingua sulle sua labbra nei momenti di imbarazzo o tensione ma mai avrebbe immaginato che quel gesto piacesse all'amico.
«Oppure morditi il labbro inferiore, insomma, fai in modo che anche lui porti la sua attenzione sulle tue labbra» mentre Ashton parlava, Candice faceva ciò che le era stato detto facendolo sorridere, lei era sempre stata un'ottima alunna.
«Inclina la testa di lato, mostra il tuo collo e accarezzalo. Fai in modo che la mente di Calum viaggi con la fantasia, fagli intendere che sei lì per lui, esibisci i punti dove vorresti che ti baciasse ma ricorda: cerca di sembrare il più naturale possibile. Così si chiederà se ci stai provando o meno e allora inizierà la caccia»
Candice sorrise e cercò una conferma nello sguardo di Ash.
Si sentiva ridicola, pensava quasi che la stesse prendendo in giro perché quell'atteggiamento non la aveva sembrare sexy, bensì goffa.
«Stai andando benissimo, piccola» la rassicurò «Solo, sciogliti un po', se sei così tesa con me figuriamoci con Calum, avanti, sdraiati sul divano.»
Candice lo guardò interrogativa prima di stendersi pigramente sul divano a pancia in giù.
Sentì Ashton muoversi e le molle del divano abbassarsi sotto il propri peso. Si posizionò sopra di lei, le puntellandosi sui gomiti, le ginocchia vicino ai fianchi i lei, sovrastandola con la sua figura.
«Ashton, ma che dia-»
«Shhh» l’ammutolì «Pensa a rilassarti»
Candice aprì di nuovo la bocca per parlare quando sentì le grandi mani di Ashton massaggiarle le spalle. E allora le sue proteste si trasformarono in un sospiro che fece sorridere il ragazzo.
La toccava dolcemente, come se fosse una reliquia e avesse paura di romperla.
I muscoli di Candice si rilassarono e spostò la testa di lato scoprendo il collo, proprio come aveva fatto prima durante la spiegazione di Ashton.
Erano molto più vicini di quanto lo fossero mai stati e sentì un calore nel basso ventre divampare, coinvolgendo ogni cellula del proprio corpo a reagire a quel trattamento mai ricevuto prima. Erano migliori amici, sì, ma non erano soliti a scambiarsi effusioni e ognuno rispettava lo spazio dell’altro, eccetto in casi rari.
Non appena vide la pelle nivea del suo collo, Ashton l’accarezzò col naso, facendola fremere non appena Candice sentì il suo respiro caldo e riccioli solleticarle le clavicole.
Iniziò a lasciarle una scia di baci fino a raggiungere la mascella, punto che la fece sospirare più profondamente. Ashton sorrise – e Candice lo sentì – soffermandosi a baciarle quel punto.
Sotto di lui, Candice strinse le cosce in un gesto involontario ‘che quelle emozioni erano nuove per lei e doveva imparare a gestirle.
«A-Ash...» lo chiamò, completamente in ecstasy, rapita dalle labbra e dalle mani dell’amico.
«Vuoi che smetta?» chiese lasciandole un ultimo bacio.
No, se fosse stato per lei sarebbe rimasta per sempre così ma la parte lucida di lei le suggeriva di fermarsi.
«Uhm sì, per favore. Penso di essermi rilassata abbastanza» ammise cercando di ricomporsi quando Ashton si alzò da lei, lasciandola incompleta.
«Beh, per essere la prima lezione è andata bene, no?» chiese Ash incerto.
«Oh sì, certamente» balbettò Candice toccandosi involontariamente il collo, proprio nel punto in cui l’aveva baciata Ashton poco prima che la guardò ghignando.
«Stai provando a sedurmi mettendo in atto le mie mosse?»
Candice sembrò non capire all’inizio ma appena Ashton le indicò la mano capì subito.
«Non ci sto provando è solo che… Si, insomma, baci bene e mi è piaciuto. Mi ha aiutato a rilassarmi»
Ashton sorrise «La prossima volta allora passiamo ai baci, che dici?»













































 

MY LITTLE TALK
Hey there! come state? Ecco il primo vero e proprio capitolo della storia, cosa ne dite?
Inizio col ringraziare le 4 gioie che hanno recensito, le cinque principesse che hanno messo la storia tra le preferite, la cucciola che ricorda la storie e i cinque cuori che la seguono. E ovviamente grazie anche alle mie lettrici che il proplogo ha già superato le duecentononsoquante letture, vi amo, giuro *w*
Spero di essere sempre costante con gli agggiornamenti e se volete ho una nuova OS su Luke: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3239195
e nel weekend aggiornerò dopo mesi e mesi di assenza No sounds without silence: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105743&i=1
bacissimi
Megghy

  
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