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Autore: BlueViper    03/02/2009    5 recensioni
Dopo la morte di Silente e di Voldemort il nuovo preside di Hagwarts è Severus Piton. Il rapporto tra lui e Silente resta buono però e tutto sommato gli studenti si trovano piuttosto bene col nuovo preside. Il più infelice di tutti sembra, come sempre, Piton. La mia ff inizia qui, durante una giornata piovosa come tante altre. Tutto parte da un dubbio di Harry che lo porterà a rischiare l'espulsione pur di scoprire la verità.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Appartamento di Piton

Lily entrò silenziosa nella prima stanza. Si trattava di un piccolo salotto con due poltrone separate da un tavolino, un caminetto, una scrivania spaziosa, un bel tappeto e innumerevoli libri. Tutte e quattro le pareti avevano almeno una scaffalatura stracolma di vecchi tomi ed angusti barattoli. Il tutto era addobbato in nero, verde e argento, anche se Lily c’ avrebbe scommesso che quell’ appartamento riusciva ad essere più cupo di tutto il dormitorio Serpeverde. Persino il legno utilizzato per i mobili era scuro. L’ unica finestre presente non era altro che una stretta feritoia dal vetro spesso e ingiallito posta in alto sulla parete dietro la scrivania. In un angolo un grosso candelabro in ferro battuto contava una decina di candele in cera verde accese. Il tutto aveva un’ aspetto spettrale. La donna notò subito l’ impronta di Piton: ordine e funzionalità prima di tutto. L’ aria all’interno della stanza aveva il sentore degl’ ingredienti usati per le pozioni. Sembrava quasi il profumo che aleggia sempre nelle erboristerie. Lily s’ avvicinò lenta al caminetto e lo accese silenziosa. Molti pensieri le affollavano la mente. Si sedette sulla poltroncina di sinistra come era abituata a fare, non si sa bene per quale motivo. Infilò una mano in tasca e ne estrasse una scatolina in legno chiaro col coperchio intarsiato. Le era stato dato poco prima da Harry con queste parole “è per te. E’ stato per anni in un cassetto ad attendere il coraggio di una persona che ti vuole bene”. Nessun’ altro chiarimento le era stato fornito, eppure lei sentiva in cuor suo d’ aver capito a chi si riferisse. Riconobbe dei gigli nei fiori incisi e solo una persona poteva aver fatto confezionare un oggetto simile. L’ aprì e con immenso stupore vide il braccialetto. L’ accostamento dei fiori e dei cuori avevano un aspetto così meravigliosamente dolce ed infantile. Lo prese e se l’ infilò al polso destro. Solo dopo s’ accorse della scritta incisa. Alla vista di essa venne presa da una sensazione mista tra gioia e sconforto: la felicità le scaldava il corpo per aver avuto conferma dei suoi presentimenti, ma sentiva il cuore pesante ad essere lì da sola in quelle stanze dopo quello che era successo. Si alzò di scatto come in preda a una strana pulsione. Sentiva il bisogno di correre da lui, di abbracciarlo, di sentirsi amata e protetta, ma si convinse ad attendere. La sua impulsività da Grifondoro fu messa da parte; non poteva irrompere da lui dopo soli dieci minuti da quando s’erano separati in corridoio. Non voleva sembrare così sciocca e debole. Si fece forza e decise di andare a letto. Se le cose stavano davvero così, allora l’ indomani sarebbe stato un bel giorno. Col cuore un po’ più leggero andò nella stanza adiacente. Si svestì velocemente appoggiando gl’ abiti babbani su una sedia ai piedi del letto. Poi andò in bagno. Quando tornò in stanza si coricò lentamente, appoggiò la testa al cuscino e s’ addormentò quasi subito, mentre il profumo di lui l’ accarezzava dolcemente.

 

Laboratorio di Piton

L’ uomo vi entrò facendo sbattere violentemente la porta. Nemmeno lui era a conoscenza del motivo di quel gesto incontrollato. La sua ira si placò immediatamente. Il suo laboratorio gli aveva sempre procurato un effetto calmante. Silenzioso s’ avvicinò a uno del calderoni posti su di un lungo tavolo infondo alla stanza. Solo un leggero ticchettio delle scarpe sul pavimento vibrava nell’ aria. Con un movimento automatico della mano, ormai involontario, accese il fuoco sotto alla prima marmitta in rame. Con altrettanta spontaneità vi versò una decina di ingredienti diversi. Mescolò un po’ di volte e poi si spostò sul calderone accanto. Accese il fuoco e inserì gli ingredienti. Fece lo stesso con un altro calderone. Preparare almeno tre pozioni differenti contemporaneamente era ormai una routine che non l’ affaticava affatto. Il liquido nei calderoni bolliva con un fremito regolare. Ora bisognavo solo attendere. L’ uomo si sedette alla sua scrivania, scribacchio svogliato un paio di ordini di carattere amministrativo per l’ indomani, poi lanciò un‘ occhiata fredda ad un vecchio libro rilegato in pelle che giaceva ad un angolo della scrivania, perfettamente perpendicolare al bordo del tavolo, proprio come l’ aveva lasciato. Allungò una mano e l’ afferrò con le dita affusolate. Con la mano libera accarezzo la copertina prima di aprirlo. Gli occhi neri scorrevano veloci sulle scritte. Il pozionista lesse in poco tempo un intero capitolo, interrompendo, di tanto in tanto, la sua lettura per andare a mescolare le pozioni che continuavano a fremere nei calderoni producendo un piacevole rumore. Finito il capitolo ripose il tomo all’ angolo della scrivania sporgendosi in avanti. Si riappoggiò comodamente allo schienale della sedia portando le mani in grembo, mentre l’ espressione del suo volto si fece più cupa del solito. Non avrebbe voluto mettersi a pensare, ma era inevitabile. L’ unica alternativa era tentare di annegare la sua mente nell’ alcol, però sarebbe stato solo un inutile rinvio. Sarebbe stato come scappare da se stessi. Sì scappare e ancora scappare; gli tornarono in mente le parole taglienti che quel pomeriggio Lily gli aveva rivolto. No, non era un codardo, non lo sarebbe mai diventato. Non poteva più sfuggire ai suoi sentimenti. Ripensò alla sua storia con Lily, a come tutto era finito malamente e alla nuova possibilità che gli era stata offerta. Non capitava a tutti d’ avere una seconda chance e non poteva farsela sfuggire. A ripensarci, la sua vita sentimentale, sembrava la fiera delle occasioni mancate. Un velo di tristezza si dipinse negl’ occhi scuri del professore. Prese con la mano destra la sua penna, la intinse nell’ inchiostro e si fermò con la mano a mezz’ aria. Aveva intenzione di scrivere ciò che provava. Cercò di riordinare i suoi pensieri; come avrebbe potuto riassumere in una sola frase la sua promessa di proteggere Harry e il suo desiderio di avere un futuro accanto a Lily? Rimase ancora qualche istante con la punta della penna a pochi centimetri dalla pergamena, poi, come colto da un’ improvvisa ispirazione, disegnò sul foglio solo due parole “ci sarò”. Finalmente aveva avuto il coraggio di estrapolare dalla sua mente ciò che davvero provava: lui voleva esserci, voleva essere al fianco di Lily ed Harry e voleva essere finalmente artefice della sua vita. Ripose la penna con un sorriso che piano piano s’ allargava sul suo volto tirato. Un sorriso sincero, mentre una strana idea gli si stava materializzando nell‘ inconscio. L’ uomo si alzò e andò a spegnere il fuoco sotto i calderoni. Con mano ferma di chi ha una grande esperienza, travasò il contenuto in numerose boccette tutte uguali. Ripose le fiale in un armadio accanto alla porta ad uscì. Sarebbe andato a fare un giro. Stare all’ aria aperta lo aiutava a prendere coraggio e a schiarirsi le idee.

 

 

***

 

Tra le coperte il corpo della giovane donna si dibatteva con forza. Lily si svegliò di botto in un bagno di sudore. Aveva i brividi. Ansimante si mise a sedere cercando di ripensare a ciò che aveva appena sognato. Un cerchio di uomini incappucciati. Una figura martoriata distesa a terra al centro. Poi la siluette nel cerchio si fece più nitida, era un uomo, era alto e magro, vestito anch’ esso di nero, dall’ aria terribilmente familiare. Una cruciatum ed ancora un’ altra. Le grida. Il sangue. Il dolore. Le risate degl’ altri e poi le tenebre ad avvolgere tutto. La donna tremò nel ricordare. Era stato solo un incubo, ma la faceva star male. Sentiva uno strano sapore metallico in bocca, come di sangue. Si alzò ed andò a bere un sorso d’ acqua che la fece sentire meglio. Eppure il senso d’ angoscia non se ne andava. Il suo primo pensiero andò a Severus, che aveva così ingiustamente maltrattato… Lui, che l’ aveva sempre aiutata ad ogni costo, che qualunque prezzo avrebbe pagato per proteggere Harry. Eppure gli aveva urlato contro, l’ aveva allontanato da se, si era costretta a guardarlo con un odio che non provava... O forse si, in quell’ attimo di rabbia, di fugace consapevolezza che tutto era iniziato con lui, la nascita di Harry, la sua stessa morte era stata causata da lui! Ma non aveva mai avuto la possibilità di osservare i suoi sforzi, con il fine di potersi un giorno riscattare, sperando che un giorno, magari, quel disgusto che provava verso ciò che era diventato sarebbe scomparso, affievolito, dalla consapevolezza di aver fatto tutto ciò che era possibile. Era inutile negarlo, lei l’ amava molto, forse, se possibile, ora l’ amava più di prima. Improvvisamente ebbe un’ epifania che la scosse come non mai: e se il suo fosse stato un sogno premonitore? Harry le aveva raccontato dei Mangiamorte e delle loro riunioni. Ciò che aveva sognato poteva essere vero. Nulla impediva che, qualche Mangiamorte sopravvissuto alla battaglia e evitato Azkaban, fosse tornato a cercare vendetta nei confronti di Piton. Impulsivamente Lily si vestì. Sarebbe andata al laboratorio, tanto, se Severus fosse stato lì normalmente a lavorare lei avrebbe potuto cogliere l’ occasione per confessargli finalmente il suo amore. Nel corridoio la donna camminava così in fretta che spesso doveva fare qualche passo di corsa per riuscire a mantenere l’ andatura. Sperava più di ogni altra cosa di trovarlo ricurvo su di un calderone a trafficare con non si sa bene quale pozione. Arrivata al laboratorio spalancò la porta, che non era stata chiusa né a chiave né con una magia, incurante del fatto d’ aver appena compiuto un gesto assai maleducato. Sentì una stretta al cuore; la stanza le si presentò vuota. Un orologio ticchettò tetro, unico rumore in quella stanza. La donna avanzò con fare indagatore. I calderoni emanavano ancora un leggero tepore. La scrivania era ordinata come sempre, tranne per un foglio che giaceva su di essa come a voler dire “leggimi”. Lily lo prese curiosa. Lesse; un –o mio dio- le sfuggì dalle labbra. Cosa voleva dire “ci sarò”? Dove, ma specialmente con chi si sarebbe dovuto trovare Severus? Un brivido gelido le percorse la schiena…i Mangiamorte… Presa da un attacco di panico uscì da quella stanza del sotterraneo lasciando la porta spalancata. Di corsa vagò per alcuni corridoi totalmente spaesata. Doveva trovare Severus! Sentiva la testa girarle per la paura. Attraversò la Sala Grande, poi altri corridoi e l’ Ingresso, ma del pozionista nessuna traccia. Arrivò all’enorme portone scuro, lo spinse con veemenza e si precipitò nei giardini. Continuò ad avanzare un po’ più lentamente per via della stanchezza, guardandosi attorno. Su un costone di roccia, a strapiombo verso il Lago Nero, una figura nera si ergeva immobile. Sentì sorriderle il cuore per il sollievo. Si diresse verso di lui correndo, poi arrivata ai piedi della roccia si fermò. Senza pronunciare parola l’uomo si voltò verso di lei e con un salto si portò al suo stesso livello.

-Severus…- iniziò una frase che il suo pudore non le permise di concludere

-mmh?- la osservò con stupore inarcando un sopracciglio com’ era sua abitudine fare. Aveva notato subito il volto sudato e gli occhi lucidi di lei. –Cosa ci fai qui? E’ successo qualcosa che non va?- chiese preoccupato

-sì…no! Va tutto bene ora, grazie. Solo che non ti ho trovato in ufficio e mi sono preoccupata…-

-E’ ormai da mesi che non c’è più bisogno di temere per la mia incolumità quando non sono al castello di notte.- rispose freddamente alludendo chiaramente alla recente sconfitta di Voldemort

Lily sospirò

L’uomo proseguì rassicurante –stai tranquilla, non hai motivo d’ aver paura di niente. Io sarò sempre qui a vegliare su te ed Harry, nessuno vi potrà fare del male-

“non è per me, ma per te che mi preoccupo, proprio perché so che ti esporrai sempre per noi” pensò lei, poi sorrise e cercò di sdrammatizzare –come un angelo custode!-

-no, non vedo nulla di immacolato qui…- rispose allargando le braccia, come a mostrare il suo abbigliamento scuro

-sarai il mio angelo nero allora-

–no, nemmeno quello, ma sarò il tuo sposo se mi vorrai-

 

Fine

 

 


 

 

NOTE DELL’ AUTRICE:

In primis ringrazio tutti coloro che hanno recensito e recensiranno questa ff. In secondo luogo ringrazio tutti coloro che l’ hanno solamente letta. Grazie di cuore a tutti voi!

Ci sono alcune cose che vorrei specificare. Il finale è volutamente un finale aperto, perché sono fermamente convinta che le storie che scriviamo sono fatte per far sognare e quindi non mi andava di dirvi proprio tutto. Così almeno, quando arriverete all’ ultima parola che ho scritto, potrete andare avanti voi con la vostra immaginazione. A seconda di come ognuno di voi si rapporta coi personaggi della mia ff potranno esserci diverse risposte da parte di Lily al nostro caro Sev. Se siete come la mia carissima amica Ellythebest, alla quale piacciono le cose tragiche, potreste tranquillamente immaginare che quell‘ antipatica (testuali parole di Ellythebest) di Lily gli risponda con un terrificante “no”. Ma d' altronde sappiamo benissimo che la mia amica cancellerebbe l’ espressione “happy end” dal vocabolario… Il mio finale tacito invece è così: i due protagonisti si sposano e poi di lì a poco affronteranno la questione Harry. Saranno finalmente una famiglia felice quei tre! Se volete potete inviarmi una mail, oppure scrivere nelle recensioni, come prosegue la storia nella vostra mente. Mi farebbe davvero molto piacere saperlo! In fine c’è un’ altra cosa che devo assolutamente dirvi. La trama di questa storia l’ ho sognata dopo aver visto il film “Harry Potter e l’ ordine della fenice”. La cosa più difficile è stata razionalizzare ciò che avevo in mente e scriverlo in un modo comprensibile. Chiedo per questo scusa se certe parti risultano un po’ macchinose o un po’ illogiche, ma purtroppo (o per fortuna) i sogni sono magici e illogici, quindi assai difficili da rendere fruibili ad altri. Ah cavoli, mi stavo dimenticando una cosa fondamentale: grazie Eleonora per tutti i suggerimenti e i consigli che mi hai dato!

Con questo ho finito. Vi auguro una buona giornata e grazie d’avermi sopportato fin qui! Ciau!

  
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