Ehm ehm... (L'autrice si schiarisce la voce vagamente mortificata-imbarazzata).

Beh... Imploro il vostro perdono in ginocchio. So bene che l'espressione “un po' in ritardo” è un eufemismo ma, per quanto possa suonare scontato, non è stata colpa mia.

Purtroppo sono caduta vittima del famigerato Blue Screen. Proprio nel momento in cui il mio cervello era all'apice della sua creatività e stavo scrivendo, in preda al sacro furore dell'arte, l'ultimo capitolo. In un istante... puff, sparito il lavoro di mesi. E la mia mamma, che pure di computer ne capisce un'acca, mi ripete sempre che quando si scrive qualcosa di importante è meglio salvare spesso. Ma io no, mi sono fidata del mio portatile, convinta che “tanto è nuovo, cosa vuoi che succeda?”. MAI pensare cose del genere quando si ha a che fare con una perfida macchina, soprattutto se il sistema operativo è Windows Vista.

Il fatto mi ha ovviamente demoralizzata parecchio, perché arrivata a quel punto ero piuttosto soddisfatta, e anche riscrivendo daccapo non sarebbe stato lo stesso. Seriamente tentata di distruggere l'infernale arnese, mi sono ricordata che così facendo non avrei più potuto scrivere un bel niente, compresi i saggi per l'università, e quindi sono stata costretta a capitolare. Tecnologia 1, Annalisa 0. C'è voluto un bel po' prima che potessi dirmi nuovamente soddisfatta, anche perché sono una dannata perfezionista, per cui non volevo pubblicare qualcosa che non mi convincesse completamente. A questo capitolo sono particolarmente affezionata, d'altronde è la conclusione di questa storia, e il momento è decisamente importante per i personaggi, per di più pericolosamente vicino all'indegna fine che tutti, ahimè, conosciamo (e che personalmente mi rifiuto tuttora di accettare). Ed la guest star è Remus! Che finalmente appare in carne ed ossa e non è più soltanto argomento di discussione.

Ma bando alle ciance, ora che vi ho storditi a sufficienza penso si possa passare alla parte più interessante (spero): la fic!

The Warrior and the Rookie

Capitolo 3 - Till Death Do Us Part

“Usare ancora il numero 12 di Grimmauld Place come quartier generale è assolutamente fuori questione. L'Incanto Fidelius si è notevolmente indebolito con la morte di Silente, dal momento che ci ha resi tutti equamente Custodi Segreti. Ciò include Piton, il che rende la cosa doppiamente rischiosa, in quanto potrebbe rivelare la posizione ad altri Mangiamorte.” tuonò Moody. “Ad ogni modo” soggiunse con un ghigno inquietante “io e Lupin abbiamo piazzato un paio di simpatiche maledizioni che dovrebbero essere sufficienti a tenerlo lontano, almeno per il momento.”

La cucina della Tana non era mai stata così gremita e, paradossalmente, così quieta. I membri dell'Ordine avevano ascoltato l'intervento in religioso silenzio, quasi trattenendo il respiro, gli occhi spalancati, le labbra serrate in tensione. Quando Alastor si fermò un istante per prendere fiato, gli unici suoni all'interno della stanza furono il ribollire dello stufato di Molly sul fuoco e il ticchettio dell'orologio dei Weasley, le cui lancette puntavano tutte, inesorabilmente, su pericolo mortale.

“Kingsley, aggiornaci sul Ministero” ruppe nuovamente il silenzio il vecchio Auror.

E mentre questi iniziava ad illustrare la situazione, lo sguardo di Moody fu calamitato verso il lato della stanza in cui sedeva Ninfadora Tonks. Si mordicchiava il labbro nervosamente, l'espressione corrucciata, scarabocchiando qualche appunto di tanto in tanto, eppure la sua attenzione era esponenzialmente più attratta dall'uomo che sedeva al suo fianco. Ogni qual volta le fosse possibile gli lanciava un'occhiata di sottecchi, per poi tornare a concentrarsi sulla riunione, ma le sue labbra si increspavano inevitabilmente in un sorriso. I capelli, che, dopo quasi un anno, si era ormai abituato a vedere di un castano spento, erano nuovamente di un accesissimo rosa cicca. Moody scosse il capo, trattenendo a stento un sospiro rassegnato. La osservò meglio, e si maledisse per la curiosità. Per la prima volta... no, in tutta onestà non era la prima volta che si pentiva di avere un occhio magico in grado di scrutare attraverso la materia. Le mani dei due piccioncini erano saldamente intrecciate sotto il tavolo. Si ritrovò ad inarcare un sopracciglio inquisitore in direzione di Lupin, che in risposta deglutì a disagio, improvvisamente pallido, e si strattonò il colletto della camicia esibendo quello che forse era un sorrisetto imbarazzato da adolescente colto in flagranza di reato, ma che poteva tranquillamente passare per una malcelata smorfia di dolore. La mano destra del mago, tuttavia, non lasciò quella della ragazza neppure per un istante.

Doveva ammettere di provare una sorta di perversa soddisfazione nel cogliere alla sprovvista il sempre perfettino Remus Lupin. E una parte di lui (ma cercava di sopprimerla con varie altre motivazioni) voleva che pagasse per quanto aveva fatto soffrire la sua protetta nell'ultimo anno. Anche se lei l'aveva evidentemente già perdonato e le cose erano tornate a posto tra i due. Da quando in lui si erano svegliati sentimenti tanto paterni?!? Scacciò ancora una volta il pensiero, relegandolo nei più remoti meandri della sua psiche, e tornò a concentrarsi su ciò che Kingsley stava dicendo. Per scoprire che quest'ultimo aveva finito il suo discorso e stava guardando perplesso in sua direzione, in attesa di un qualche commento.

“Ehm, sì. Molto bene, Kingsley.”

-Voldemort. Potter. Il mondo sta andando allo sfascio con una rapidità preoccupante, e io penso alla vita amorosa di Ninfadora Tonks! Tsk. Devo essermi seriamente rammollito tutt'a un tratto.-

“Lupin!” scattò improvvisamente, notandolo saltare sul posto con un sadico piacere. “La situazione di Potter. Scoperto qualcosa di nuovo?”

Il licantropo si schiarì la voce: “Bene. Come Kingsley ha appena spiegato, ci sono spie Mangiamorte infiltrate al ministero, e tra queste Pius O'Tusoe. Ora, non sappiamo se sia sotto l'effetto della Maledizione Imperius o no, ma ciò non cambia il fatto che i suoi ultimi decreti ci rendano le cose parecchio più complicate per quanto riguarda il... prelievo di Harry. Chiunque tenti di collegarsi al numero 4 di Privet Drive con la metropolvere è punibile con la carcerazione ad Azkaban. Stessa sorte per chi usi una Passaporta o si materializzi nella zona. In poche parole, Harry è isolato, in trappola. E devo riconoscere che il piano è ingegnoso, perché la giustificazione ufficiale di tutte queste misure di sicurezza è la protezione di Harry contro Voldemort.”

Al nome dell'oscuro signore si levò un coro di sibili inorriditi. Ron, dal canto suo, mormorò qualcosa che somigliava ad un “maledetti bastardi”.

“Hai ragione, Ron” replicò Lupin con un sorriso forzato. “Hanno studiato ogni cosa nei dettagli. Harry è ancora minorenne, e dunque ha su di sé la Traccia: qualsiasi tentativo di spostarlo con la magia sarebbe localizzato all'istante. Ma non possiamo di certo aspettare il suo diciassettesimo compleanno, perché ciò comporterebbe lo spezzarsi dell'incantesimo di protezione di Lily, e Voldemort non aspetta altro per passare all'attacco.”

Mormorii di assenso generale.

“Ma ci resta un modo per recuperare Harry senza dare nell'occhio.”

“Le scope!” esclamò Hermione.

“Esattamente” assentì in tono amabile, come se quella fosse una lezione di Difesa Contro Le Arti Oscure ed Hermione avesse appena risposto esattamente ad una domanda su un argomento particolarmente spinoso.

“E potremmo anche usare i Thestral. Sono veloci ed invisibili alla maggior parte della gente, e ideali per chi non ha molta familiarità con i manici di scopa.” aggiunse Bill.

Ognuno espresse la propria opinione a riguardo, e si iniziò a preparare il piano nei dettagli. Con la coda dell'occhio Alastor scorse Tonks annuire con veemenza, lo sguardo colmo di ammirazione. No, adorazione. Era pura adorazione. Gli occhi scuri le scintillavano come diamanti, come se a parlare fosse stato Merlino in persona e lei fosse testimone di una qualche straordinaria rivelazione. Bah! Senza speranze. Anche se in effetti l'intervento di Lupin era stato brillante, doveva ammetterlo.

Vide la ragazza protendersi verso di lui, le labbra increspate in un sorriso malizioso, e sussurrargli all'orecchio qualcosa che il mentore ringraziò con tutto il cuore di non aver udito, a giudicare dall'improvviso rossore sul volto di lui e dagli occhi sgranati per la sorpresa. Ma si ricompose in un attimo, e replicò alla giovane con un ghigno altrettanto malandrino. Fu il turno di Tonks di arrossire e distogliere lo sguardo. Ma quel sorriso... quello sembrava esserle stampato sul volto con un incantesimo di Adesione Permanente. E malgrado fosse probabilmente del tutto fuori luogo data la gravità della situazione, il vecchio Auror avvertì una strana sensazione, a cui aveva ormai rinunciato da tempo, al punto da averla quasi dimenticata... speranza. Guardare il sorriso radioso della sua pupilla aveva ridestato in lui la speranza sopita. Forse non tutto era perduto. Finché quel sorriso avesse continuato a risplendere, ci sarebbe stata ancora una tenue speranza di vittoria, un ultimo baluardo a cui aggrapparsi.

La riunione era terminata. I vari membri si dispersero per la cucina, alcuni a chiacchierare, altri ad aiutare Molly a preparare la cena. Lupin e Tonks, sempre tenendosi per mano (Moody dovette appellarsi a tutta la sua forza di volontà per non alzare gli occhi al cielo), si avvicinarono all'ex Auror, entrambi con una strana espressione che quest'ultimo non riuscì a decifrare.

“Alastor, potremmo parlarti un momento in privato?” esordì Lupin.

Questi annuì, perplesso, cercando di capire di cosa diavolo volessero parlargli, quando ad un tratto i suoi occhi colsero un tenue bagliore. Bagliore che proveniva dalla mano sinistra della sua protetta. Un momento... Mano sinistra?!? Alzò immediatamente lo sguardo, sconvolto. Troppo sconvolto per proferir parola. Eppure avrebbe dovuto aspettarselo... Dov'era andata a finire la tanto predicata Vigilanza Costante?

“Ecco, era proprio di questo che volevamo parlarti, Malocchio” disse Tonks con un risolino.

“Voi... Come... Quando?”

“Beh, so che non è esattamente il momento ideale, e... in tutta sincerità è stata una decisione un po' improvvisa...” ammise Lupin grattandosi la nuca in lieve imbarazzo.

“Sì, diciamo che mi ha fatto la Proposta solo ieri... Ma ti risparmierò i dettagli, Malocchio” soggiunse facendogli l'occhiolino.

“Ninfadora!” sbottò Lupin, il viso di una tonalità ciclamino.

“Non chiamarmi Ninfadora, Remus!” ribatté lei decisa. “Il fatto che mi sposi non ti autorizza ad usare quel nome.”

“Beh, sarà invece meglio che ti ci abitui, perché non ho nessuna intenzione di usare il tuo cognome una volta sposati.”

Lei gli fece una linguaccia. “Potresti chiamarmi Dora. Sai, come quando-”

“D'accordo, messaggio recepito!” la interruppe lui, il volto se possibile ancora più rosso.

Moody, che aveva seguito il battibecco con crescente incredulità, intervenne a sua volta: “Prima che mi accasci al suolo in coma diabetico, volete per cortesia dirmi il motivo di questa surreale conversazione?”

I due si voltarono come se si fossero ricordati all'improvviso che anche lui era in effetti presente.

“Ah, sì. Dunque, volevamo chiederti, Ninfadora ed io” spiegò Lupin ignorando il poderoso calcio nello stinco assestatogli dalla promessa sposa “se volessi... ecco... celebrare il matrimonio.”

Moody sbatté le palpebre. Una, due volte. “State scherzando?”

“Temo proprio di no, Malocchio.” rispose Tonks “Visto? Te l'avevo detto che avrebbe reagito così.” aggiunse rivolta a Lupin “Lo conosco bene, io.”

“Ragazza, io sono un Auror. Chiedimi di combattere maghi oscuri, o di piazzare incantesimi difensivi sul vostro nido d'amore, ma... celebrare un matrimonio?”

“Sì. Hai l'autorità per farlo, perché il matrimonio sia legale, e la tua paranoia potrebbe essere utile nel prendere tutte le precauzioni necessarie affinché la notizia non si diffonda. Insomma, non sarebbe il massimo se la mia cara zietta Bellatrix lo venisse a sapere, no?”

“Ma perché proprio io? In fondo anche Arthur lavora al Ministero.”

“Lo so, ma penso sia già più che impegnato con il matrimonio di suo figlio. Inoltre, con lui non ho lo stesso legame che ho con te... Sarebbe importante...” concluse guardandolo dritto negli occhi, implorante.

Dannazione. Lo sguardo implorante proprio no. “E va bene.” sospirò rassegnato. “Ma dev'essere una cosa intima.”

“E' quello che abbiamo in mente.” rispose Lupin sorridendo riconoscente, mentre Tonks con un balzo gettava le braccia al collo del vecchio maestro “Siiiiiiiì! Grazie Malocchio, non te ne pentirai!”

“Non ne sono del tutto sicuro.” borbottò lui “E che diamine stai facendo, ragazza? Toglimi le mani di dosso!”

Tonks si scostò, con l'aria di una bambina che ha appena ricevuto per Natale il regalo tanto agognato. Tornò da Lupin, che le cinse le spalle e le stampò un bacio sulla chioma rosa confetto, sorridendo a sua volta come il vecchio Auror non l'aveva mai visto sorridere in tutta la sua vita.

“Rilassati, sarà davvero una cosa intima... Solo tu, i miei genitori, e Molly ed Arthur, ovviamente, perché mi ucciderebbero se non li invitassi. Nulla di sfarzoso... ma mi ci vedi in un matrimonio stile Fleur? Io no di certo!” Esclamò Tonks. “Ma ti prego- aggiunse, di colpo pensierosa- niente roba apocalittica del tipo <<E siate costantemente vigilanti finché morte non vi separi, il che con tutta probabilità sarà molto presto, date le premesse>> * , ok?” E scoppiò in una fragorosa risata.

“Umpf. Non c'è niente da ridere, ragazza! Non è un argomento da prendere alla leggera, e dovresti saperlo bene!” ma l'entusiasmo della giovane era contagiante, e si fu costretto a celare con un colpo di tosse la risata che da un po' gli solleticava la gola. Era bello vederla di nuovo felice. Forse era ancora più euforica di quanto non lo fosse prima, ed irriverente, e indubbiamente irritante... Ma non l'avrebbe cambiata per nessuna ragione al mondo.

-Ti aspettano tempi difficili, Tonks. Il tuo amore sarà messo a dura prova. Ma non ti azzardare a morire! Non provarci! Devi sopravvivere a questa guerra. Dovete entrambi sopravvivere. Dovete avere la possibilità di conoscere un mondo diverso, in cui non sia necessario nascondervi. Ve lo meritate. E ve lo auguro con tutto il cuore- rimuginò tra sé, osservando ancora, con un misto di affetto e preoccupazione, quella strana coppia intenta a progettare le nozze, estasiata, dimentica, anche se solo per un istante, della guerra che infuriava fuori dalle mura della Tana.

Author's corner:

Bene, siamo giunti alla fine di questa fic, che è finora il mio lavoro più lungo. Spero vi sia piaciuta quanto a me è piaciuto scriverla!

Per quanto riguarda questo capitolo inizialmente ero un po' indecisa tra ambientarlo al momento del matrimonio stesso, prima (come alla fine ho deciso) o nel capitolo “I 7 Potter”. Ho abbozzato tutte e tre le versioni, ma questa è quella che mi ha convinta, spero che sia stata una buona scelta! “I 7 Potter” è stata scartata quasi subito perché troppo deprimente, e volevo concludere con un capitolo che lasciasse almeno un briciolo di speranza... E' ancora canon, ma da qui in poi ognuno può immaginarsi il resto come preferisce, ;)

* questa battuta è stata parzialmente presa in prestito da una fic della meravigliosa the ersatz diplomat, se avete dimestichezza con l'inglese vi consiglio di leggerla:

http://www.fanfiction.net/s/4668140/1/Theyre_Weird_and_Theyre_Wonderful

Intanto, ringraziamenti:

-Trick: non potrei mai denunciarti per il parla-parla, non dopo un commento tanto lusinghiero! Su Malocchio la pensiamo allo stesso identico modo, non ho fatto altro ce mettere per iscritto l'immagine che si è creata leggendo i libri... Mi fa molto piacere averlo inquadrato come lo immagini anche tu! Spero di essere stata all'altezza in questo capitolo!

-Rainsoul: Grazie!!! Se con la mia fic ti è tornata la voglia di scrivere ne sono felicissima (e qui i complimenti cominciano a darmi alla testa) perché amo in modo quasi malsano le tue... XD E qual era l'idea che avevi per questo capitolo? Ci ho preso oppure ho scritto tutt'altro?

Grazie mille a tutti! Purtroppo non vi libererete molto facilmente di me, ma presto sarò di nuovo qui a tormentarvi con la traduzione che ho in cantiere di una fic semplicemente stupenda! E qualche altro obbrobrio partorito in momenti di pseudo-ispirazione.