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Autore: ELIOTbynight    03/02/2009    3 recensioni
“Ero nel 2001 … Cosa ci facevo nel 2001 a Magdeburgo? Un momento... qualcosa è successo a Magdeburgo nel 2001... […] Non riuscivo a togliermi dalla mente quei benedetti e anche maledetti occhi … Quegli occhi verdi di cui mi ero invaghita … E più ci pensavo e più mi sentivo persa, spaesata, la testa cominciava a girarmi e mentre respiravo affannosamente sentivo crescere una forte sensazione di nausea … Ma stranamente questa terribile sensazione era molto piacevole … Mi rilassava, mi tranquillizzava, mi calmava … Riusciva a placare per un momento tutta la confusione che avevo in testa … [...] No. Non poteva continuare così. Non ho fatto male a cambiare il passato, ci sono venuta apposta...” LEGGERE PER GRADIRE!
Genere: Commedia, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Terzo capitolo - l’incontro

La mattina dopo mi svegliai ancora sconvolta. Ah, mi sono dimenticata di dirvi che durante la mia permanenza nel 2001 ero ospite di un anziano signore che aveva un cottage nella periferia della città, ed essendo solo aveva accettato di ospitarmi il tempo necessario che mi serviva per compiere la missione. Naturalmente era all’oscuro di tutto …
Ero ancora sotto le coperte quando mi misi le mani nei capelli.
- Oh, cavolo … Come farò? Come farò a compiere questa benedetta missione in meno di una settimana? E’ impossibile … -
Guardai l’orologio sul comodino e …
- Oh, santa pazienza, è tardissimo! Tra mezz’ora i Devilish iniziano le prove! Non posso mancare!-
Saltai giù dal letto e mi preparai in dieci minuti scarsi. Presi in prestito la bicicletta del proprietario del cottage e mi fiondai verso Magdeburgo.
Alle 10 e 20 ero arrivata in una vecchia rimessa che i ragazzi usavano sempre per le prove dei loro spettacoli. Lì vicino, abbandonato, c’era un vecchio ma fortunatamente grande paravento. Io mi nascondevo sempre lì dietro per tenere d’occhio i Devilish durante le loro prove. Anche quella mattina mi nascosi lì e aspettai l’arrivo del gruppo.
Non tardarono a venire e il tempo di preparare gli strumenti ed erano già lì che strimpellavano. Era sempre emozionante vederli, mi sentivo felice.
A un certo punto mi accorsi di aver perso il mio braccialetto da rockettara, formato da borchie argentate. Mi misi a cercarlo disperatamente e quando lo trovai mi accorsi che per prenderlo dovevo allungare la mano oltre il paravento, rischiando di essere vista!
- Oh, cazzo! Ma capitano tutte a me???-
I ragazzi erano occupati a suonare una delle loro splendide canzoni, così cercai cautamente di afferrare il braccialetto. Ma nel farlo mi spinsi troppo in avanti e caddi, facendo cadere anche il paravento, rivelando così la mia presenza!
Come potevano non notarmi i Devilish? Smisero di suonare e mi guardarono stupiti. Io ero nel panico. Non sapevo cosa fare, né cosa dire. Ero terrorizzata, non riuscivo ad emettere un suono. Finché Bill non si avvicinò e mi rivolse lui la parola.
- Ehi, e tu cosa ci fai qui?-
Non mi sentivo più lo stomaco e mi si raggelò il sudore che mi colava ai lati della fronte.
- … ehm … chiedo scusa … non volevo disturbare … -
Ero terribilmente patetica! Si avvicinò anche Tom, accrescendo la mia ansia.
- Cosa ci facevi dietro al paravento?-
“Oh, no, e ora cosa rispondo?” mi chiesi. “calma, Vicky, non perdere la calma …”
- ehm … ieri ero venuta qui con alcuni miei amici e … avevo perso il mio braccialetto … ero solo venuta per cercarlo … Ma ora che l’ho ritrovato posso andare … -
Afferrai il bracciale e me lo infilai alla svelta.
- Chiedo scusa, non volevo disturbarvi … -
- No, stai tranquilla, non ci hai disturbati!-
Mi alzai in fretta.
- Comunque sia … ora devo andare … -
Mi girai e cominciai a camminare, pensando alla pessima figura che avevo fatto. Quando una voce mi fermò:
- aspetta un momento!-
Non riuscii più a muovere un passo e spalancai gli occhi. Era la voce di Georg …
- per caso … mentre cercavi il tuo braccialetto … -
Inghiottii la saliva.
- … ci hai sentiti suonare?-
“Certo, che vi ho sentiti, siete talmente bravi!” mi venne da dire. Ma mi trattenni in tempo e mi limitai a girarmi lentamente.
- Sì … vi ho sentiti … -
Bill sembrava irrequieto dalla mia risposta.
- oh … e come ti siamo sembrati?-
Idea! Se li avessi conosciuti come una semplice amica forse avrei avuto più speranze di compiere facilmente la mia missione! Sorrisi lievemente.
- Siete … siete bravi. Davvero niente male!-
Tom subito si eccitò.
- davvero???-
E Gustav lo seguì a ruota.
- lo pensi sul serio?-
- sì, siete davvero bravissimi!-
E allargai il mio sorriso fino a contagiarli. Sorrisero a loro volta e vennero a stringermi la mano.
- Piacere, Bill!-
- Vicky!-
- Ciao, io sono Tom!-
- Piacere!-
- Io mi chiamo Gustav, piacere di conoscerti!-
- Il piacere è tutto mio!-
Arrivò il turno di Georg …
- Piacere, io sono Georg!-
- Io Vicky, piacere!-
Appena mi toccò la mano sentii un formicolio che partì dalle dita e arrivò fino alla spalla. Ero emozionatissima come mai in tutta la mia vita. Mi sorrise … quasi mi scioglievo … per un attimo i nostri occhi si incrociarono … Ebbi una strana sensazione … Quasi di nausea, guardando il colore dei suoi occhi … Erano simili ai miei … Anch’io ho gli occhi verdi, ma i suoi erano di sicuro più belli …
Tom si infilò la chitarra:
- allora, che dite, le facciamo sentire uno dei nostri pezzi migliori?-
Gustav si sedette dietro la sua Tama.
- Che ne dite di “der letzte tag”?-
Bill mi guardò.
- Tu che dici, Vicky, il titolo ti ispira?-
Tutte le loro canzoni erano bellissime per me, ma finsi naturalmente di non conoscerle.
- uhm, sì, sento che è una bella canzone!-
Per forza, la tradurranno in “final day”, ci faranno un videoclip e sarà una delle loro canzoni più conosciute!
Mi sedetti e con grande emozione, che purtroppo ero costretta a nascondere, assistetti alle loro migliori performance in versione Devilish. Ma poi posai casualmente lo sguardo sull’orologio e …
- Oh, no! E’ tardissimo, mi staranno aspettando! Dovevo essere a casa mezz’ora fa!-
Georg mi chiese:
- vuoi che ti accompagniamo a casa?-
- oh, non fa niente, là dietro c’è la mia bicicletta.-
Gustav infilò una mano in tasca e prese il cellulare.
- allora io chiamo mia sorella che ci porta a casa, ok?-
- ok!!!- fecero in coro i gemelli.
Decisi di aspettare la sorella di Gustav con loro. E intanto cercai di fare un tentativo nel compiere la mia missione: fare in modo che Bill e gli altri facessero nascere la canzone “durch den Monsun”.
Era quasi ora di pranzo e decisi di sfruttare il momento. Massaggiandomi la pancia dissi:
- accipicchia, ho una fame tremenda! Quasi avessi un monsone nello stomaco!-
I quattro mi guardarono straniti. E capii di aver detto una cazzata megagalattica.
- cioè, io volevo dire … lo stomaco brontola e … cioè, intendevo … lasciate stare!-
“ma quanto sono scema! Ecco, un’altra figura di M garantita!”
Fortuna che arrivò la sorella di Gustav a togliermi dai guai. Mentre gli altri caricavano gli strumenti nel bagagliaio, Georg si avvicinò.
- Senti, Vicky … -
- Dimmi!-
Fingevo sicurezza ma in realtà ero super imbarazzata.
- Noi proviamo anche oggi pomeriggio … ti va di … ecco … di venire a vederci?-
Speravo di non essere diventata rossa, ma dubito di essere riuscita a rimanere di un colorito normale.
- ehm, certo! Ci sarò … -
Lui mi fece un sorriso che mi fece battere il cuore all’impazzata. Ricambiai mentre saliva in auto. Lo guardai andare via con una faccia da ebete demenziale e se mi avessero vista mi avrebbero presa per un’idiota. Presi la bicicletta e pedalai veloce fino a casa.
- Evvai, ho conosciuto i Devilish! Ancora non ci credo! E poi Georg … -
Non riuscii a dire più nulla su di lui … era indescrivibile dire come mi sentivo se pensavo a lui …
- Spero che questo mi aiuti a compiere la mia missione, sarebbe davvero utile!-

e così la nostra protagonista ha incontrato i Devilish... cosa succederà?
recensite e ve lo sarà rivelato nel prossimo capitolo!

   
 
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