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Autore: lunette864    28/08/2015    2 recensioni
Nessuno osa parlare. Nessuno osa protestare. Sono tutti costretti a seguire le regole di un gioco macabro, che all'apparenza risulta innocuo. Chris riunisce tutti i concorrenti di A Tutto Reality: L'isola (aggiungendo Alejandro e Sierra) davanti alla foresta oscura.
Tutti hanno in comune una cosa: il loro passato contiene qualcosa di orribile, qualcosa che nessun adolescente normale immaginerebbe. Tutto ciò verrà usato contro di loro da Morgana, l'organizzatrice di tutto questo. Chi riuscirà ad avere la meglio su tutto questo?
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale
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{Narratore}
–Duncan…Dio mio, credevo di perderti per sempre, che fosse l’ultima volta che ti vedevo.– dice Courtney piangendo appoggiandosi al petto di Duncan.
–Stai tranquilla, principessa. Sono qui, non hai niente da temere adesso. Piuttosto, mi chiedo come voi due siate riusciti a scappare. Tutti i notiziari hanno annunciato la vostra scomparsa.
–Sono una sirena, ricordi? Per Alejandro, invece, abbiamo usato le bacche di Zenta. Lo hanno aiutato a respirare sott’acqua.
–Davvero? Che figata.
–Piccioncini, dobbiamo andarcene da qui. Siamo ricercati e se ci scoprono, ci rinchiudono di nuovo dentro.
–Io non posso ancora andarmene.– dice Duncan.
–Come sarebbe a dire che non puoi ancora andartene? Siamo venuti dal regno delle sirene per salvarti!
–Per salvarmi? Ma se non avete fatto niente! Ho fatto tutto io. Non so voi due dove dobbiate andare, ma io ho una faccenda importante da risolvere.
–E quale sarebbe questa faccenda così importante da impedirti di seguirci?
–Devo liberare gli altri dalle prigioni. Non posso lasciarli qui a morire.
–Da quando in qua sei diventato così altruista? Dobbiamo andare a salvare Trent e Heather!
–Quei due sono in un manicomio, non moriranno, non subito almeno. Qui, se io non faccio niente, ci saranno esecuzioni su esecuzioni e io non posso permettere che accada.
–È questo quello che pensi dei tuoi amici? Che possono aspettare, tanto non moriranno? Bell’amico che sei! Preferisci salvare dei perfetti sconosciuti!
–Non mi interessa quello che pensi a riguardo, Courtney!- gridò Duncan. –Se proprio dobbiamo parlare di amicizia, pensa a come ti sei dimenticata della scomparsa di Gwen e pensa come te ne freghi degli altri amici del Reality che chissà dove sono finiti. Se non sono morti, sia inteso.
–Lo so che Gwen è scomparsa! Ma almeno Trent e Heather sappiamo dove sono! Ti sei dimenticato della nostra alleanza?!
–Alleanza? Ma ti prego! Non prendiamoci in giro, fammi il favore. Non siamo nel Reality dove le alleanze ti salvano il culo dall’eliminazione. Siamo nella vita reale, cara, vedi di aprire gli occhi.
–Duncan, ma…che ti sta prendendo?
–Che mi sta prendendo? Semplice. Voglio salvare tutte quelle persone che sono rinchiuse lì, che non hanno fatto niente di male se non quello di non essere umani! Se dovete andare, andate. Il mio posto è qui.
–Dimmi almeno perché. Tu non sei una persona altruista, pensi solo a te stesso.
–E chi sei tu per dirmi chi sono? Non credo che tu mi conosca così bene. Vuoi sapere perché? Perché io sono un lupo mannaro e so cosa significa sentirsi diversi e discriminati! E qui, abbiamo raggiunto l’apice dello schifo. E non pretendo nemmeno che tu capisca. Sei una sirena e le sirene vengono amate perché sono tanto belle e affascinanti, mentre invece vampiri, lupi mannari e altre creature notturne vengono guardate come un rifiuto della società.
–Ma sai anche tu che ho dovuto nascondere i disastri che ho fatto diventando una sirena…
–Non è la stessa cosa, cazzo! Ma lascia perdere guarda, divertiti con il tuo amico sociopatico, io me ne vado.
–Ehi, che cos’hai contro di me?!– interviene Alejandro dopo aver ascoltato indifferente la discussione fra i due amanti.
–Niente, niente. Lascia perdere, andate a fare il vostro dovere, io andrò a fare il mio.
–No, non andartene Duncan…
–Lasciami stare, Courtney. Sono…troppo miserabile per te.
{Courtney}
Non riesco proprio a capire che cosa gli sia preso. I miei occhi si riempiono di lacrime per il dolore e la frustrazione: avevo finalmente visto Duncan, dopo essere stata in pena per così tanto tempo e poi? Litighiamo. Non che questa fosse una novità, le liti fra di noi sono sempre state all’ordine del giorno, ma questa è diversa dalle altre, me lo sento. La sua ultima frase mi è quasi sembrata come un addio e questo mi fa male. Non siamo mai stata una coppia dolce che fa cose da fidanzatini, non ci siamo mai riusciti fino in fondo. Non si era mai arrabbiato così tanto con fino ad ora, forse ho esagerato, ma non saprei, non credo di aver detto niente di male in realtà. Anche Alejandro la pensa allo stesso modo, nemmeno lui riesce a capire perché all’improvviso Duncan si sia infuriato e se ne sia andato in quel modo. Lo so, lui vuole andare subito al manicomio a salvare Heather, le importa solo di lei e sicuramente dopo il salvataggio ci lascerà perdere e questo mi fa sentire ancora più a terra. E dopo di quello, che cosa farò? Il dubbio mi assale, facendo crescere anche la mia forte tristezza che mi urta l’animo.
–Beh, hai finito? Non credi che sia ora di andare?–chiede Alejandro bruscamente.
–Sì, okay.–bofonchio leggermente. Ho la testa altrove, in realtà. Non riesco a digerire le parole di Duncan, però non posso certo pretendere che mi passi tutto in fretta. Magari se mi distraggo, mi passa senza che nemmeno me ne accorga.
Ci incamminiamo verso il mare, ma Poseidon non c’è. Lo chiamo con la mente per chiedergli che fine ha fatto e lui risponde prontamente che era andato a farsi uno spuntino, dato che noi la stavamo prendendo per le lunghe e ha aggiunto che sarebbe arrivato a momenti e che avremmo dovuto aspettarlo sulla spiaggia dove ci aveva lasciati. Nel frattempo, io e Alejandro ci fissiamo. Non abbiamo granché da dirci, l’unico nostro rapporto ravvicinato è stato durante lo show ed era tutta una finta per alzare gli ascolti. Non siamo veri amici in realtà, nemmeno amanti per dirla tutta. L’unico ragazzo con cui sia mai stata seriamente è Duncan, è stato l’unico ad avermi fatto perdere realmente la testa. Alejandro non parla, non ci prova nemmeno. Mi guarda come se fossi un cucciolo bastonato, gli avrò fatto pena quando ho litigato con Duncan e ho cominciato a piangere. Non pretendo che possa capire, credo che se vedesse Heather, scoppierebbe a piangere anche lui e, anzi, sotto sotto ci spero pure. Poseidon arriva dopo qualche minuto, rompendo la tensione che si era creata fra di noi  nel frattempo. Ci guarda un po’ incerto e ci chiede di Duncan.
–Sta bene, ma se n’è andato.
–Sta bene? Andato? Che vuoi dire?
Gli sintetizzo ciò che è accaduto qualche attimo prima. Lui mi guarda un po’ pensieroso, poi espone le sue idee:
–Dovresti essere fiera di lui.
–Fiera di lui?
–Pensaci: poteva scappare via dopo essersi liberato, molto probabilmente lo avrebbero considerato morto senza nemmeno controllare che ci fosse il cadavere perché darebbero per scontato che essendo un lupo mannaro, si sarebbe bruciato automaticamente. Invece, lui decide di fare qualcosa di eroico cercando di salvare tutti quei prigionieri destinati a morte certa. Ti sembra ancora strano essere fiera di lui? Forse lo sottovaluti troppo, quel ragazzo.
–Forse hai ragione. Credo di avere ancora dei pregiudizi nei suoi confronti, anche se lo amo con tutta me stessa.
–Il primo passo è rendersene conto, non credi?
–Credo che invece quel povero pazzo si stia sacrificando per una causa persa. Tanto la gente muore ogni giorno, se non lo fa oggi, succederà domani.
–Voi umani siete stupidi. E anche terribilmente egoisti.
–Ho detto solo il mio parere. Mi sembra uno spreco di tempo, non ne ricava niente salvando la vita a quelle persone.
–Quindi per te si riduce tutto in favori? Pff, non ti capisco. Comunque, perché mi hai chiamato, Courtney?
–Te ne sei dimenticato? Dobbiamo andare in manicomio a prendere i nostri due amici.
–Ah, giusto. Beh, seguitemi, vi faccio strada.
E così, ci tuffiamo e cominciamo il nostro viaggio verso una nuova missione di salvataggio, sperando che non sia fiasco come quello di Duncan. Resistete ancora un po’, stiamo arrivando.
 
{Duncan}
Sono pazzo, lo so. Courtney non aveva tutti i torti, forse in fondo penso solo a me stesso, però stavolta non riesco a voltare loro le spalle. Avevo chiesto a Cody di fare qualcosa, ma se è rinchiuso può fare poco o niente. Io sono libero adesso e posso provare, anche se pensandoci bene, sto rischiando grosso. Solo che, non posso lasciare tutte quelle persone lì a morire solo perché non sono umani. So cosa vuol dire essere emarginati e guardati con ribrezzo, e non era come quando fui rinchiuso in riformatorio. Spesso maledico il giorno in cui fui trasformato in lupo mannaro, ma lo avevo fatto solo per cercare di salvare mio fratello. Mi odio per aver ucciso mia sorella, se non fosse stato per lei, ora sarei in crisi con i cambiamenti della luna, mentre adesso posso controllarmi ed è solo grazie a lei. Quanto vorrei poter dar loro un ultimo saluto, penso a loro ogni giorno e sono tormentato dai sensi di colpa. E adesso penso a quanti possano perdere un padre, una madre solo per queste divergenze o come addirittura non si facciano scrupoli a sterminare famiglie intere. Penso anche a esseri umani che fanno davvero schifo e che vivono come se niente fosse perché sono esseri umani e altre creature che hanno solo il “torto” di essere così, morire per un niente. Cerco di fare mente locale per liberare gli altri, togliendomi dalla testa i pensieri superflui per non fare confusione. Se riuscissi a infiltrarmi come una guardia, sarebbe tutto più facile. Potrei entrare di nascosto all’ingresso della prigione senza dare nell’occhio, prendere una divisa e fingere di essere uno di loro. Poi magari frego qualche sigaretta, la nicotina mi impedisce di avere reazioni ai materiali tossici presenti nelle prigioni. E tutto questo grazie agli studi di mia sorella. No, Duncan, non adesso. Ora devi focalizzarti sull’evasione, non sui ricordi! Bene, dunque, e dopo che li faccio evadere dove li faccio andare? Mentre ci penso, vedo delle guardie mezze stordite insieme a mio padre che sembra piuttosto sconvolto. Mando a fanculo i piani e mi dirigo silenziosamente verso di loro…

 
   
 
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