Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: B_Regal    29/08/2015    3 recensioni
[Raccolta di One Shot indipendenti]
Dall'ultimo capitolo:
Ormai è quasi certa che sia un effetto di quel posto, non poter essere sereni.
Non che la sensazione le sia nuova, ma gli eventi di quella giornata sono stati duri persino per una come lei e ora ne sente il peso tutto insieme, come un grosso macigno sul petto che le mozza il respiro.
E’ lì fuori già da un po’ quando avverte una presenza dietro di lei e per un momento si irrigidisce, ma poi una mano calda le sfiora la guancia e quel tocco lo riconoscerebbe ovunque.
E non sa bene come succede, ma un istante dopo sta singhiozzando contro il suo petto.

SPOILER 5x12!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciaooo!
Sono tornata e avevo tanta voglia di festeggiare i -30 all'inizio della Season five (Finalmente vedo la luce! *.*) con una nuova shot!
Come tutte le altre della raccolta, è di fondo una os outlawqueen, ma mi sono volutamente soffermata su un altro rapporto di Regina, quello con un personaggio che probabilmente avremo molto presto nella serie e io vorrei che le cose andassero più o meno come le ho descritte.
Ma spiegherò meglio alla fine del racconto, per non rovinare la sorpresa.. spero vi piaccia, buona lettura e un abbraccio! <3 


"Sand Castle"


La spiaggia quel giorno non era affollata, l’estate era agli sgoccioli ed erano pochi i cittadini di Storybrooke che si concedevano ancora delle mattinate al mare; Regina scrutò attentamente lo spazio attorno a sé e osservo i pochi bagnanti presenti: Tre adolescenti che chiacchieravano immerse nell’acqua, una coppia di signori di mezz’età seduti su un telo di paglia e due ragazzini che si lanciavano l’un l’altro una palla, due ragazzini fin troppo familiari. Li osservò giocare, sorridendo, fino a quando si rese conto di essere proprio nella traiettoria di un tiro di Roland e solo un rapido movimento verso sinistra le impedì di beccarsi una pallonata in pieno viso.
 “Henry, Roland, vi ho già detto di fare attenzione con quel pallone!” Li rimproverò, lanciando un occhiataccia a entrambi. Roland si era coperto la bocca con le mani ed Henry aveva aggrottato le sopracciglia, preoccupato.
“Scusa, mamma!” Rispose Henry, alzando una mano in segno di scuse mentre correva a recuperare la palla.
Regina annuì, troppo occupata a godersi la giornata per arrabbiarsi, e spostò lo sguardo verso la riva.


Una scricciolina di poco più di mezzo metro di altezza, avvolta in un costumino rosso a pois bianchi, sgambettava sulla riva, ridendo divertita al rumore che i suoi piedini facevano a contatto con l'acqua. Robin da dietro la sorreggeva per i polsi, guidandola e sostenendola ogni volta che perdeva l'equilibrio. Quando si accorse che la bambina l'aveva notata, allargó le braccia facendole segno di raggiungerla e gli occhietti di quella si illuminarono, cambió goffamente direzione e sempre aiutata dal padre mosse i suoi passi incerti fino ad arrivare a lei. Robin lasció la presa e la bambina cadde tra le braccia di Regina,  che prontamente l'afferró per i fianchi e la sollevó sul suo viso.
"La mia bimba cammina!" Esclamó, stringendola e baciandole ripetutamente una guancia.
"Hai visto come scappa? Tra poco avremo bisogno di un guinzaglio!" Osservó Robin, divertito, sedendosi accanto a lei.
Regina annuì, orgogliosa, senza staccare gli occhi da Scarlett "E' bravissima la mia scimmietta, è proprio brava!"
La bació ancora una volta e la mise a sedere davanti a loro, lei si guardó attorno per qualche secondo, curiosa, prima di sporgersi ad afferrare un paio di sassolini e a rigirarseli tra le mani.
Robin si stese sulla schiena, lasciandosi sfuggire un verso di sollievo e Regina si giró a guardarlo, ridendo "Sei giá stanco?"
"Non è così facile starle dietro, sai? Ho la schiena a pezzi!"
"Stai perdendo il tuo smalto, Robin Hood!" Lo prese in giro, accarezzandogli una gamba "La verità è che il mondo moderno ti sta rammollendo!"
Robin le afferró un braccio facendola cadere su di lui "Stanotte non eri di questo parere, da come mi è sembrato di capire!” Le sussurrò in un orecchio, sorridendo malizioso.
"Robin!" Lo rimproverò, ridendo ma guardandosi attorno per assicurarsi che nessuno a parte lei avesse sentito l’ultima battuta. Si lasciò baciare il collo un paio di volte e poi cercò di rimettersi seduta, per recuperare la visuale della bambina, lottando contro il braccio di lui che la teneva per la vita "Robin, dai, se mette una pietra in bocca.."
Robin si mise seduto, allungò un braccio per prendere il ciuccio di Scarlett dalla borsa di Regina e lo diede alla figlia, che lo accettò con gusto, poi tornó a stendersi, lasciando aderire la moglie al suo fianco.
"Avevamo deciso che dovevamo farle togliere il vizio!" Si lamentó lei, appoggiando la testa sulla sua spalla.
"La settimana prossima!"
"L'hai detto anche la settimana scorsa!"
"Lo so.." Le diede un bacio sulla fronte "La verità è che mi sembra ieri che l’ho presa in braccio per la prima volta e ora già dobbiamo toglierle il cuccio!"
Regina alzó la testa, divertita "Debole e pure sentimentale? Vedi che ho ragione? Ti stai davvero rammollendo!"
"Sentimentale? La parola giusta è romantico. E tu ami il mio lato romantico!"
Lei sorrise, schioccandogli un bacio sulle labbra, per poi poggiarsi di nuovo su di lui. Non rispose, sapeva che infondo lui aveva ragione.
Robin si giró su un fianco per poterla guardare in faccia, non potendo fare a meno di notare quanto fosse bella in quel modo, con i capelli spettinati che ricadevano sul telo, il viso privo di trucco e il costume bianco che le fasciava il seno. Le posó prima un bacio sul braccio, poi uno sulla spalla e stava per arrivare alla bocca, quando sentì due manine farsi leva sulle sue gambe e si giró giusto in tempo per vedere Scarlett arrampicarsi su di lui. La prese cercando di farla stendere tra lui e Regina, ma la bambina non gradì e dimenandosi si mise a pancia in sotto cercando poi di gattonare via.
"No, cosí decisamente non le piace!" Osservó Regina, divertita.
"Che fai, scappi da papà?" Robin la afferró per la vita e mettendosi sulla schiena la sollevó, facendola volteggiare per aria “Eh? Scappi dal tuo papà?”
La bimba prese a ridere divertita e lo stesso fecero i suoi genitori, poi Robin inizió a farla planare sul suo viso per baciarle una guancia e a sollevarla di nuovo, per poi avvicinarla ancora per un bacio e così via, beandosi dei gridolini divertiti della figlia.
Quando poi la fece cadere sul petto di Regina, Scarlett scoppió in una vera e propria fragorosa risata che contagió anche loro due, Regina la strinse contro di sè schioccandole dei baci sotto il collo, fino a quando la bimba non tentó di liberarsi, allora sciolse l'abbraccio lasciandola libera di gattonare verso i suoi giochi.
"Dov'é l'interruttore?" Rise mentre assieme a Robin la guardava scappare via.
Robin alzó le spalle, poi si sporse di nuovo verso Regina, facendole poggiare la testa sul telo e sfiorandole la bocca "Dov'eravamo rimasti?"
Lei si limitó a un sorrisino accogliendolo tra le sue labbra e lasciando finalmente le loro lingue sfiorarsi.
"Papà!"
Robin alzó gli occhi al cielo mentre Regina si staccava da lui, alzandosi per cercare Roland con lo sguardo. Lo vide pochi metri più avanti, si stava sbracciando con le mani sporche di sabbia mentre Henry, accanto a lui, cercava di dare forma a un castello.
"Papà, non riusciamo a fare il ponte! Vieni ad aiutarci!"
Anche Robin si alzó, girandosi verso la moglie "Per la prossima volta ricordami di lasciarli a Will!"
"Dai, vai ad aiutarli!" Lo spronó, passandogli una mano tra i capelli "Scarlett forse toglierá il ciuccio, ma tra poco Roland smetterá di aver bisogno di te e non ti vorrá più tra i piedi!"
Robin inarcó le sopracciglia "Questo non accadrà mai!" Esclamó, perentorio, mentre si alzava per raggiungere i ragazzi.
Regina rise, sapeva bene quanto Robin tenesse ad essere presente nella vita dei figli e l'idea che un giorno questi sarebbero cresciuti lo terrorizzava, era stato difficile per lui persino abituarsi all'idea che iscrivere Roland a scuola avrebbe significato non vederlo per circa otto ore al giorno, cinque volte a settimana.
Ma lei amava che fosse sempre così attento e premuroso nei confronti della sua famiglia, aveva cresciuto Henry da sola ed era stato difficile per quanto bellissimo, e adesso avere affianco il padre dei suoi figli le permetteva di godersi la maternità molto più di quanto avesse fatto in passato.


Rimase qualche secondo a osservare i suoi ragazzi, impegnati nella realizzazione del castello di sabbia: Robin stava spiegando a Henry un qualche articolato progetto architettonico e il ragazzo ascoltava con attenzione, mentre Roland girava attorno alla costruzione impaziente di lavorarci ancora sopra, probabilmente avrebbe finito per distruggerlo ancora prima che gli altri due potessero mettere in atto il loro piano.
Distolse lo sguardo da quella scena per posarlo su Scarlett quando la sentì iniziare a piangere: la bimba era scivolata nel tentativo di mettersi in piedi sorreggendosi solo sullo zaino di Henry, che non ne aveva retto il peso. La prese e dopo essersi assicurata che non si fosse fatta nulla di serio se la portó contro il petto, iniziando a dondolare su se stessa "Shh, non è successo niente!" Le bació la testa piena di riccioli rossicci e quando la sentì calmarsi si sporse verso la borsa e ne tiró fuori un lenzuolino bianco con il quale la coprì, il sole stava iniziando a calare e si era alzata una leggera brezza. L'avvolse per bene e la strinse un pó di piú contro di se.
Quando la teneva stretta in quel modo, inevitabilmente finiva sempre per pensare a tutte le volte in cui aveva desiderato che quella gravidanza non fosse mai esistita, che Zelena sparisse e portasse con sè quel pancione che diventava giorno per giorno sempre più grande e che sembrava pesare come un macigno sulla relazione tra lei e Robin.
Poi era arrivato il momento del parto, Robin era entrato in sala parto con Zelena e lei era rimasta fuori, da sola, sentendosi come si era sentita per tutta la sua vita, inadeguata e superflua.
Fino a quando le porte non si erano spalancate e Robin non era uscito stringendo un fagottino rosa, emozionato, era andato dritto verso di lei e le aveva messo in braccio la bambina. Lei per un attimo non aveva saputo cosa fare, il suo corpo completamente rigido e a disagio mentre la teneva meccanicamente tra le braccia, ma quando Robin aveva stretto entrambe in un abbraccio qualcosa era cambiato: la piccola aveva smesso di piangere, sistemando la testolina nell’incavo del suo collo e afferrandole una ciocca di capelli nella minuscola mano, e lei aveva cominciato a sentirsi parte di ciò che stava accadendo, e mentre Robin le accarezzava la schiena e la bimba si addormentava contro di lei una lacrima le aveva solcato il viso.
Quel giorno Scarlett era diventata la sua bambina e Regina non poteva più immaginare una vita senza di lei.


Scarlett aveva una mollettina rossa fissata in testa e Regina gliela tolse quando la vide iniziare a chiudere e a riaprire gli occhietti, preda della stanchezza, immaginando  che si sentisse più comoda con i capelli sciolti.
Capelli che ricordavano così tanto quelli della sua madre biologica, rossi e ribelli.
Per i primi mesi si era tormentata su qualche fosse la cosa più giusta da fare, con Zelena. Robin non voleva sentire ragioni, non voleva avere nulla a che fare con quella donna ed era dell’idea che dovesse stare il più possibile lontana da loro e dalla bambina, soprattutto. Regina capiva le sue ragioni ed era d’accordo, ma qualcosa in fondo all’anima la tormentava e lei sapeva bene cosa: C’era stato un periodo in cui tutti l’avevano giudicata cattiva e inadatta a fare la madre e avevano tentato di portarle via Henry, lei aveva sofferto così tanto la lontananza da suo figlio, era come se le avessero tolto l’aria da respirare e si chiedeva se per caso anche Zelena stesse provando lo stesso.
Alla fine l’aveva convinto, avevano provato a dare una possibilità alla donna e avevano portato Scarlett, che all’epoca  aveva solo quattro mesi di vita, all’ospedale psichiatrico: Regina si era seduta sul letto cercando di stabilire una conversazione con la sorella, mentre Robin si era tenuto in disparte, stringendo protettivamente la bimba tra le braccia. Zelena si era mostrata completamente disinteressata alla figlia, nominandola soltanto per sputare cattiverie che potessero ferire Regina. Da quel giorno non vi erano più stati dubbi, e Regina si era ripromessa che avrebbe fatto di tutto per tenere la sua bambina il più lontano possibile da quella strega.
Sarebbe stata lei, la sua mamma.
 
 
La bimba allungò una mano sulla bocca della madre e prese a giocare con le sue labbra, Regina ne approfittò per baciarle il palmo, quella dimostrò gradire il gesto e infatti distese un po’ di più la manina, aspettando un nuovo bacino e ridendo ogni volta che ne riceveva uno.
Era come se le si gonfiasse il cuore ogni volta che la vedeva ridere in quel modo.
Scarlett era una bambina felice, stava crescendo circondata dall'amore della sua famiglia e dei loro amici, coccolata e adorata da tutti, e Regina aveva giurato che avrebbe fatto in modo che fosse sempre così, voleva dare a Scarlett quello che non aveva avuto lei, un’ infanzia serena e piena di gioia, una vita degna di una bambina, spensierata e priva di dolore.
Una volta – e si sarebbe sempre vergognata di quel pensiero – aveva pensato che sarebbe potuto essere tutto così facile se avessero semplicemente lasciato Zelena a New York, dimenticandosi per sempre di lei e della gravidanza. Ma infondo sapeva che non l’avrebbe mai permesso, perché quel bambino non aveva nessuna colpa, se non quella di essere stato concepito da una madre senza cuore.
Come lo era stata Cora.
A un certo punto aveva realizzato che lei e quella creatura non ancora nata condividevano lo stesso destino, che entrambe erano state messe al mondo con uno scopo ben preciso: per Cora, sua figlia era stata un biglietto d’ingresso nella famiglia reale, per Zelena, quello per ottenere ciò che desiderava, la rovina di sua sorella.
Regina non aveva potuto cambiare il suo destino, e nessuno l’aveva fatto per lei, si era ritrovata sola, piccola e innocente in balia di una madre che l’aveva usata, manipolata e poi gettata via, in pasto ai leoni. Non aveva potuto fare nulla per sfuggire all’oscurità a cui l’avevano destinata, ma non avrebbe lasciato che lo stesso accadesse alla figlia di Robin, a sua nipote.
Poteva garantire a Scarlett una vita diversa, una famiglia che l’amasse, un buon futuro.
 
 
“Mamma ti proteggerà sempre, capito?” Sussurrò in un orecchio della sua bimba, che aveva preso a guardarla con gli occhioni azzurri spalancati “Mamma ci sarà sempre per te!”
Quasi come se l’avesse capita, o semplicemente perché si era accorta che la madre si stesse rivolgendo a lei, Scarlett sorrise e Regina si chinò su di lei per baciarle la punta del nasino “Mamma ti ama tanto, piccolina!”
Robin le diceva spesso che lei e Scarlett avevano un legame speciale, a volte Regina aveva il sospetto che lo facesse per rassicurarla e non farle pesare il fatto che non fosse la sua madre biologica, ma doveva ammettere che la bambina era davvero legata a lei come a nessun altro, nemmeno suo padre.
Regina non la lasciava mai, Scarlett era abituata ad averla intorno e piangeva quando si accorgeva della sua assenza. Non aveva voluto lasciarla a una baby sitter, lei era stata cresciuta da tre balie diverse e non desiderava lo stesso per i suoi figli, la portava a lavoro con lei così come aveva fatto con Henry, e solo da pochi mesi si era decisa a concedersi di lasciarla per qualche ora a Mary Margaret, quando proprio non poteva farne a meno.
A volte finiva per essere iperprotettiva e se ne rendeva conto, ma il bisogno di assicurarsi il benessere della bambina era troppo forte e la sola idea che potesse aver bisogno di lei e non esserci la terrorizzava.
Di una cosa era certa, avrebbe combattuto con tutte le sue forze per fare in modo che nessuno dei suoi figli, né Scarlett, né Henry, né Roland, si potesse sentire solo, o non amato o non voluto, come si era sentita lei durante tutta l’infanzia.
 
 
“Mamma! Mamma! Vieni a vedere il castello! Vieni!”
Scarlett scattò alla voce del fratello e cercò di mettersi seduta, Regina l’assecondò guardando poi nella direzione di Roland, che stava correndo verso di lei.
Era così bello sentirsi chiamare in quel modo anche da lui, aveva iniziato appena dopo la nascita di Scarlett ed aveva reso felicissimi sia lei che Robin, entrambi preoccupati che il nuovo arrivo avrebbe potuto minare la stabilità del bambino, già minata dai numerosi cambiamenti che aveva dovuto affrontare in pochi mesi.
“Vieni a vederlo, l’abbiamo fatto grandissimo.. vieni, vieni!” Il bambino gli afferrò la mano libera e lei si alzò alla meglio che potè, stando attenta a non far male alla piccola. Se la sistemò sul fianco e guidata da Roland raggiunse Robin ed Henry, che stavano rifinendo gli ultimi dettagli.
“Roland, è bellissimo!” Esclamò, quando fu vicina alla suddetta costruzione “L’avete davvero fatto voi? Sono senza parole!”
Roland annuì, soddisfatto “L’hanno fatto di più papà ed Henry, ma io li ho aiutati!”
“E hai fatto un ottimo lavoro!” Esclamò Robin affettuosamente, scompigliandogli i capelli.
“Si, infatti, avete fatto tutti e tre un ottimo lavoro! Sono molto orgogliosa di voi..” Si complimentò, stando attenta a mantenere Scarlett che si stava già sporgendo verso il basso per mettere le mani sul castello.
“Ti piace, Scarlett?” Henry se ne accorse e la sfilò dalle braccia della madre, inginocchiandosi per permettere alla sorellina di avvicinarsi a quel nuovo gioco.
“Henry, attento, non farglielo rompere!” Si allarmò Roland, avvicinandosi ai due “Puoi guardarlo Scarlett ma non toccarlo, va bene?”
Regina e Robin si erano seduti sulla sabbia, lei tra le gambe di lui, godendosi quel momento di interazione dei loro tre figli, Henry che teneva attentamente Scarlett in piedi accanto al castello e Roland che le manteneva le manine per impedirle di distruggerlo, ma con delicatezza, attento a non infastidirla.
Erano uno spettacolo, tutti e tre insieme.
Poi il bambino si alzò e si andò a sedere accanto ai genitori “mamma?”
“Che c’è tesoro?”
“Tu sei una regina, allora perché non vivi in un castello?”
Regina sorrise a quell’ingenuità “In effetti Roland, io ci vivo in un castello!”
“Davvero? E dov’è?” Domandò quello, confuso.
“E’ casa nostra..” Rispose, prima che Henry le rimettesse di nuovo Scarlett tra le braccia “Casa nostra dove ci sono tutte le mie ricchezze!”
“Le tue ricchezze?”
Regina annuì “La mia famiglia. Il tuo papà, tuo fratello, tua sorella e te!” Gli spiegò, toccandogli la punta del naso con l’indice “Ho un castello che tutte le regine degli altri reami mi invidierebbero!”
“Anche se non ha un ponte levatoio?”
Lei annuì, mentre Robin gli baciava una guancia da dietro “Anche se non ha un ponte levatoio, si!”
Roland annuì, pensieroso “Però possiamo costruirlo!”
“Ci hai preso gusto a costruire castelli, eh Roland?” Rise il padre “Non credo che sia una buona idea mettere un ponte levatoio a casa, però magari potremmo costruire un piccolo castello per Scarlett, in giardino, che ne dite?” Propose, guardando entrambi i suoi ragazzi.
“Sii!” Rispose entusiasta Roland, battendo le mani.
“Si, grande idea, mi piace!” Concordò Henry, strisciando un po’ di più vicino ai due adulti e quindi alla sorella “Che ne pensi, Scarlett? Lo vuoi un castello tutto tuo?”
“Si Scarlett, lo vuoi un castello? Lo vuoi?” Aggiunse Roland, che imitava attentamente tutti gli atteggiamenti che Henry aveva nei confronti della sorellina, come a voler rimarcare il ruolo di fratello maggiore.
Scarlett guardò entrambi i suoi fratelli e dopo qualche secondo di silenzio scoppiò in un’allegra risata, che immediatamente contagiò tutta la sua famiglia.



Image and video hosting by TinyPic

La questione del figlio di Zelena e Robin - che pare nascerà in questa stagione - ha diviso il fandom in diverse fazioni, e tra queste c'è chi pensa che il bambino debba restare con la propria madre, che magari possa essere la spinta adatta per Zelena verso la redenzione.
Mi rendo conto che potrebbe esserci questa possibilità, ma al momento io non vedo Zelena in grado di fare la madre, è evidente che non ha alcun interesse per il bambino (se non appunto quello di usarlo contro la sorella) e non vedo che tipo di vita potrebbe avere rinchiusa in una cella assieme alla madre.
Per cui, basandomi anche su alcune indicrezioni secondo le quali Zelena resterà cattiva, credo che la migliore soluzione che si possa trovare per questo bambino/a sia crescere con Regina che è la persona più vicina alla figura di madre e che le può garantire una famiglia (più o meno) normale. 
Poi, andrà come andrà, questo è quello che io vorrei.

Grazie per aver letto! <3 <3
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: B_Regal