Videogiochi > Final Fantasy - Dissidia
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Autore: DanieldervUniverse    30/08/2015    4 recensioni
La Dissidia è finita, i cicli conclusi, i tiranni sconfitti e i guerrieri tornati nei propri mondi.
Anche Guerriero, che s'avanza fiducioso nel nuovo mondo in cui è giunto alla fine di tutto, fino al palazzo della grande città di Cornelia...
(Risistemati i primi undici capitoli e i momenti OOC, aggiunta scaletta capitoli 34-35).
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti, Warrior of Light / Guerriero della Luce
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dissidia - Kingdom of Light Fantasy'
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A\N: Torniamo al letale duello. Ciao ragazze\ragazzi sono tornato anch'io, e la mia gioia si udirà fino alla cima dei cieli. Ricominciamo da uno dei momenti migliori, il letale duello tra Garland e Guerriero.

DII\N: E vi prego siate piuttosto zelanti con lui, è un mese che aspetta questo momento (mi ha fatto una testa...):


Garland sferzò l'aria con l'immensa spada, mentre impattava con lo scudo di Guerriero, per poi allontanarla con leggerezza e tentare un affonda da tutt'altra parte.

Per l'eroe quel combattimento era sfiancante.

Il nemico era diverso.

Era molto più forte di come lo ricordava.

Era letale.

Era subdolo.

Era un nemico da tenere a distanza.

Il guerriero oscuro spinse la punta ricurva della sua lama contro il fianco sinistro ancora una volta, mentre Guerriero parò ancora con lo scudo, ma la spada invece di essere respinta scivolò indietro e si agganciò alla parte inferiore dell'arma, sollevandola e lasciando il petto scoperto all'eroe.

Ancora una volta la spada di Garland si spinse verso il corpo dell'avversario, che riuscì a far deviare il colpo con la sua lama, restando illeso ma cadendo malamente a terra.

A quel punto il nemico cessò ogni ostilità, attendendo che Guerriero si rialzasse.

Era sfiancante.

Non aveva ricevuto una sola ferita dall'inizio dello scontro, eppure sentiva il proprio corpo protestare.

L'eroe si rimise in piedi, senza barcollare, ma comunque cosciente che tra lui e l'avversario che l'attendeva innanzi c'era una grossa differenza.

Si chiedeva sa sarebbe mai riuscito a vincere.

Garland non disse niente, sbuffò appena.

Da sotto l'elmo era impossibile scoprire a cosa pensasse.

L'eroe si aspettava un attacco da un momento all'altro, ma invece tutto ciò che ottenne fu un ulteriore sbuffo e la lama di Garland che si conficcava nel suolo.

-Non sei neanche degno di essere combattuto, da come la vedo io- disse freddo il guerriero incrociando le braccia.

Con un moto di rabbia Guerriero si lanciò contro l'ex-paladino.

La spada avanti, lo scudo a protezione del petto.

Garland si scostò appena e chiuse il suo palmo artigliato sul polso dell'avversario, piegandolo a terra con forza e schiacciandolo ulteriormente con un piede sulla spalla.

-Sei patetico, Guerriero. Credevo saresti stato in grado di opporre una migliore resistenza.

-Finiscila con questa farsa!- l'eroe cercò di spezzare la presa del nemico, senza successo.

-Dovrai costringermi.

Frustrante.

Guerriero sentiva la frustrazione fluire dentro di lui.

E rabbia.

Molta rabbia.

La sua Ex-Mode era attiva ancora prima che lui se ne rendesse contro, e Garland venne sbalzato di lato dall'impetuoso attacco.

Guerriero gli saltò addosso, impedendogli di raggiungere la propria arma, e con un colpo preciso gli separò in due l'elmo, che cadde a terra.

Sconfitto l'ex-paladino fece appena in tempo ad afferrare una piccola (per le sue mani) spada con il pomolo ingioiellato, prima di vedersela spezzare dalla lama dell'eroe.

-Non abusare mai più della mia pazienza, Heiner- disse Guerriero, puntando la spada alla gola del suo nemico e posandogli un piede sul petto.

Il re sospirò, in quell'armatura così pesante da rendergli impossibile i movimenti -A quanto pare non ero pronto.

Guerriero alzò la spada per finirlo, ma si fermò.

Un sussurro, un bisbiglio.

Un eco lontano che giungeva alle sue orecchie.

Era qualcosa di irresistibile.

Ma flebile.

Guerriero era stato colto di sorpresa, non ebbe il riflesso di scacciare quel richiamo.

Si volse, verso la caverna, e udì la voce farsi lievemente più forte.

Per qualche ragione era quello che voleva.

Dimentica Heiner.

Dimentica gli amici.

Dimentica tutto.

Con un ultimo sguardo al suo avversario Guerriero si avviò, circospetto.

Ma più si avvicinava, più una frenesia lo prendeva, spingendolo a proseguire spedito.

Heiner, di nuovo solo, cominciò a sghignazzare, mentre un rubino particolarmente appariscenze nel pomolo della spada brillava vivido, risucchiando l'arma e l'armatura di Garland.

Poi la figura bianca si stacco dal corpo del re, continuando a ridere, mentre la “bambola” restava a terra esangue.

-Oh mio dio tutto questo è qualcosa di incredibile! Quanto è facile giocare con queste entità!

L'uomo in bianco richiamò nella sua mano il pomolo della spada spezzata, fissando il rubino pulsante di pura luce.

-Chissà se riuscirò a farne impazzire qualcuno. Perché no? In fondo non saranno altro che misere pedine adesso. Se il signorino non si mette in mezzo- con un sorriso si allontanò il rubino dal volto e si ritrovò Guardiano a pochi millimetri da se.

Balzò immediatamente indietro preparandosi ad estrarre la spada che portava sulla schiena, ma si fermò a metà del gesto, quando la figura nera di fronte a lui rimase immobile.

Tenendo gli occhi fissi sul nemico, il cavaliere bianco fece riscivolare l'arma nel fodero, raddrizzandosi.

L'altro continuo a rimanere fermo.

“A che gioco stai giocando?” pensò.

-Bene bene- disse con un tono velenoso -Non riesci proprio a starmi lontano eh?

Guardiano non diede segni di reagire.

Ma l'altro lo conosceva bene.

Mentre la curiosità si faceva largo tra l'odio e la paura, si concesse un sorriso derisorio.

-Come sapevi che ero io?

-Esattamente come sapevo dove eri adesso- replicò Guardiano -Ho seguito le grida di sofferenza.

Suo malgrado il cavaliere bianco deglutì.

La voce del suo nemico era appena diventata profonda e violenta, rimbombando come un uragano per le vie della caverna.

Era tutto un trucco che usava grazie all'armatura, ma per esperienza sapeva che quando quella voce si manifestava non era mai un buon segno.

-Sei venuto ad uccidermi?- replicò.

-No- rispose Guardiano, sorprendendolo -Sono venuto ad ammirare l'oggetto del desiderio.

Il cavaliere bianco lanciò un rapido sguardo alla pietra scintillante.

-Oh, allora ricordi?

Non fu necessario ricevere una risposta.

-Non credo di avere altra scelta. Se è la pietra che cerchi, dovrai prenderla dalle mie mani- un piccolo ciondolo sul suo petto brillò di un innaturale luce malvagia, rosso scuro, quasi come il vino, e un opprimente sensazione di morte invase la stanza.

Guardiano incrociò le braccia, lasciando che infinite energie cominciassero lentamente a liberarsi attorno a lui, facendo garrire il suo mantello ad un forte vento, che crepava la terra e faceva crepitare l'aria.

Lo scontro era imminente.


Il Vuoto era un brutto posto.

Anzi non era proprio niente.

Ne brutto, ne un posto.

Era nulla e tutto.

Bartz stavolta riusciva a sottrarsi al flusso, aveva imparato.

Ma il Vuoto attendeva.

Era veramente come muoversi in mezzo al niente.

Era l'unica cosa vivente in quel posto.

Pensò a cosa avrebbe fatto quando avesse trovato i suoi amici...

No trovare non era il termine esatto.

I suoi amici non erano da nessuna parte.

Non li avrebbe trovati.

S'arrestò.

Che idiota, avrebbe dovuto farsi spiegare da Gilgamesh come liberare i suoi compagni dall'influenza del nulla.

-Vile!- una voce femminile lo richiamò, e “dietro” di lui emerse Nube Oscura.

-Dannato strega!- gridò il ragazzo partendo all'attacco, ma un istante dopo uno dei due letali tentacoli apparve e chiuse le sue fauci sulla sua testa.

Tanto male non fece, stava solo cercando di tenerlo fermo, ma la scena divenne ridicola quando il ragazzo per proteggersi fece sparire le armi e cercò di uscire strattonando le fauci dell'essere, agitandosi come se fosse per aria.

L'entità lo fissò, tra il deluso e l'affascinato, prima di iniziare ad essere seria.

Lasciò andare il ragazzo, che rimase immobile nel Vuoto, senza cadere.

Quindi i due tentacoli l'assalirono.

Stavolta fece male.

Il sangue uscì dalle braccia di Bartz, mentre essi l'avvicinavano a lei.

-Adesso basta. È ora che anche tu ritorni al Vuoto- disse, lievemente eccitata.

Bartz evocò il fucile di Balthier e il Gunblade di Lightning, aprendo il fuoco all'impazzata, ma con uno strattone i due tentacoli lo fecero desistere, e lui urlò di dolore.

Lei si preparò a piantargli una mano nel petto, e fargli accogliere finalmente il nulla, ma il ragazzo calciò, colpendola al volto.

Irritata, lo colpì con uno schiaffo.

Lui non demorse.

“Che patetico essere. Come puoi sperare di ribellarti alla presa del Vuoto? Voi umani siete davvero ingenui” pensò l'entità donna.

“Finiamolo” propose uno dei tentacoli.

Così i due mostri iniziarono a tirare.

Bartz gridò in preda ad una terribile sofferenza.

Un nemico tirava da un lato, uno dall'altro, e nel mezzo la donna attendeva di colpirlo.

-AHYYAAAA!!!- con un grido Gilgamesh arrivò dal Vuoto circostante, colpendo l'essere con un calcio.

-AY!- si volse dunque, e colpì con una spada che aveva a portata di mano, ma quella si spezzò.

-AYA!- ne prese un altra ma anch'essa si spezzo sulla schiena dell'entità.

Quella si volse, irata e indignata, e Gilgamesh sobbalzò di paura, prima di afferrare l'ennesima spada inutile e spezzarla sul volto di Nube Oscura.

Con un esclamazione di panico strozzata il guerriero fissò la lama spezzata, prima che un tentacolo gli mangiasse la testa.

Per quanto forte fosse l'entità, l'armatura del guerriero leggendario resse, e infine quello con un doppio colpo al “collo” del nemico lo costrinse a lasciarlo.

Quindi colpì con un calcio ben piazzato il volto dell'entità donna, ritraendosi.

Con la rabbia unita alla vergogna il tentacolo di sinistra colpì al fianco, venendo respinto da un ginocchio, mentre quello di destra venne respinto da un colpo di mano.

Infine Gilgamesh estrasse l'ennesima spada che andò a spaccare sul bel cranio della donna.

In risposta lei lo colpì tra le gambe, e Gilgamesh saltellò lontano, reggendosi i genitali con entrambe le mani.

-Forse dovresti impegnarti di più!- gridò Bartz, mentre afferrava un Elisir, prima di scoprire che erano scomparsi.

Il Vuoto doveva averli presi.

-Ci provo!- rispose quello, fermandosi un attimo e realizzando che l'armatura l'aveva protetto e quindi non aveva dolore -Oh.

Nube Oscura caricò irata, preparandosi a disintegrarlo a mani nude, e il guerriero estrasse per puro caso la Buster Sword che si aprì la strada nel petto dell'avversaria.

Il gemito strozzato che lasciò le labbra dell'entità donna rincuorò Gilgamesh.

-Giusto!- esclamò ricordandosi del repertorio che aveva tenuto in serbo per Bartz.

Estrasse la Masamune, e decapitò entrambi i tentacoli con due mosse fulminee e molto pompose, tipo i vecchi film cinesi\giapponesi.

-Ah!

-YA!

-AHA!

Piantò la spada nel petto della donna, facendola gemere di dolore ancora di più.

Quindi si allontanò un poco, iniziando a fare stretching.

-Che fai?- chiese Bartz, fissandolo con un misto di ammirazione e sorpresa.

-Non interrompermi rivale, sto preparandomi a compiere la mia evocazione finale. EXCALIBUR!

Il ragazzo fissò in silenzio l'inaspettato alleato, mentre un gocciolone gli scivolava sulla nuca.

-Vuoi dire l'Excalipur?

-EXCALIBUR!- strillò Gilgamesh, mentre con un esplosione di fiamme la lama rosso fuoco e fiammeggiante cadeva nelle sue mani.

-Okay, decisamente l'Excalibur- dovette ammettere il mimo.

-AH!

-YA!

-WHATTA!

-HATTA!

-HE!

Prima un braccio.

Poi l'altro.

Una gamba.

Anche la seconda.

La testa.

Con Nube Oscura che vagava fatta a pezzi per il Vuoto, Gilgamesh lasciò andare Excalibur (che tornò nel mondo delle evocazioni), recuperando la altre armi che aveva collezionato, eccettuata la Masamune che scomparve senza che i due se ne accorgessero (tanto tra le trecento e ventimila copie false che aveva sai quanto ci avrebbe messo il nostro eroe a capirlo?).

-Allora Bartz, come sono andato?- chiese il guerriero, con grandi aspettative.

-Direi che sei stato fantastico- ammise Bartz, infinitamente grato al vecchio nemico.

-Evviva, ho superato il mio rivale!- esclamò Gilgamesh, alzando il pungo in segno di vittoria.

-Ecco...adesso magari non esageriamo. Per essere più forte di me devi sconfiggermi- disse Bartz, un poco offeso.

-Bene, facciamolo!- esclamò di rimando lo spadaccino, prendendo la prima spada che trovò a portata di mano e preparandosi a combattere.

-Ehm...- stava rispondendo Bartz, ma l'altro lo interruppe -Giusto, la posa della vittoria.

Alzò la gamba sinistra davanti a se, piegandola indietro fin quasi a toccare l'altra gamba, puntando la mano abbinata in fuori perpendicolarmente alle spalle, mentre la desta seguiva la curva della testa.

-Ehm...- fece ancora Bartz, ma venne interrotto di nuovo -Bene, adesso combattiamo!

-GILGAMESH! Guardami!- esclamò al limite della pazienza il ragazzo.

Lo spadaccino scosse il capo.

-Un bell'Elisir e sarai come nuovo.

-Elisir?! Tu hai i miei Elisir?

-I tuoi e quelli dei tuoi colleghi. Quando siete arrivati ho pensato di fare scorta- rispose l'uomo estraendo dal Vuoto una cassa ripiena delle boccette.

-Wow! Aspetta tu sai dove sono i miei amici!?

-Beh si.

-Portami da loro!- esclamò Bartz, afferrandolo per il mantello incurante del dolore.

-Cosa!? NONONONONONONO devi affrontarmi prima!

Bartz sospirò esasperato, prima di ricordare che Gilgamesh era piuttosto ingenuo.

-Gilg, ti sono debitore due volte.

-Appunto! Combattiamo!

-Se mi aiuterai a salvare i miei compagni ti sarò debitore tre volte, no?

Lo spadaccino ammutolì, sorpreso.

Si portò una mano alla maschera, accarezzando il mento di metallo con le dita.

-Allora cosa aspettiamo!?- esclamò convinto l'uomo.

In trenta secondi il flusso del Vuoto scomparve e i due si ritrovarono nella caverna, con i giovani colleghi a terra, tossendo e cercando di rimettersi in piedi.

Ma c'erano solo Gidan, Yuna, Luneth e Vaan.

-Dov'è Cecil?!- esclamò Bartz, fissando Gilgamesh.

-Non lo so, qualcuno l'ha sottratto al flusso prima che potessi raggiungerlo.

-Guardate!- esclamò Luneth, indicando il cadavere di Ex-Death -Chi può essere stato?

-Forse Cecil- disse Yuna.

-Con dei fulmini?- rispose Gidan, giustamente scettico.

-Squall!- s'illuminò il volto di Bartz.

-O Cloud!- esclamò Luneth.

-O tutti e due- fece Vaan.

-Scusatemi, ma possiamo combattere?- chiese Gilgamesh, sentendosi ignorato.

-Scusa amico, ma ci sono persone che vogliono ucciderci qui. Perché non ci liberiamo di loro e poi pensiamo a saldare il conto?- rispose Bartz, prendendo uno dei suoi Elisir e bevendo.

-Dove sono?- chiese lo spadaccino, guardandosi attorno circospetto.

-Dovremo trovarli. Perché non ci aiuti?

-Sembra una splendida idea, così potrò tenerti d'occhio- ammise Gilgamesh.

-Perché quello combatte con noi adesso?- chiese Gidan, poco convinto.

-Sembra che in fondo il suo animo sia buono. Si è solo fidato delle persone sbagliate, seguendo egoisticamente i suoi desideri- spiegò Bartz, accomodante.

-Ben detto!- concordò l'uomo prima di cambiare idea -Aspetta cosa!?

-Rilassati, ne conosciamo tanti come te. Non sei l'unico- disse Yuna, rassicurante con i suoi immensi occhioni da cucciola.

Dopo averla fissata per molti secondi, da sotto l'indecifrabile maschera, Gilgamesh si rilassò.

-Quindi sono uno di voi, adesso?- chiese.

-Fintanto che lo vorrai- rispose Bartz, dandogli una pacca sulla spalla.

Un sospiro profondo risuonò, quando Gilgamesh inspirò con forza quella parola -Grazie.


A\N: E anche Gilgamesh si unisce all'armata. Cavalieri delle letteratura, è giunto il momento di spiegare le ali dell'immaginazione...

DII\N: Scusatelo, è un pirla. Lo fermo prima che ne spari di troppo grosse. TO THE NEXT! Ciao.

  
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