Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: charliespoems    30/08/2015    4 recensioni
Il dolore e l’odio di Sasuke erano troppi per essere contenuti in quell’esile corpo. Lo spirito combattivo di Naruto, invece, gli lacerava l’anima. Tutte quelle emozioni erano esagerate anche per loro, quelli che sarebbe dovuti diventare gli eroi, ma che morirono da tali, uccidendosi a vicenda.
In una pozza di amore e sangue, con le parole non dette sulle labbra, le lacrime incastrate nelle ciglia e il cuore che, debolmente, batteva. Eppure a tutti è data una seconda possibilità, e Sasuke deve ancora riscattarsi. Deve riscattare lui, gli Uchiha, l’amore del ragazzo che giace al suo fianco.
E tutto si racchiude in un fascio di luce, che lo accoglierà accarezzandolo. Gli ricorda il suo Naruto, e ci si tuffa dentro.
Sasuke sconterà la sua pena, capirà i suoi errori in modo giusto seppur doloroso. Lo stesso dolore che, a causa sua, ha subito Naruto.
Perché nel nuovo mondo - quello di città, dove nessun coprifronte o casata conta - Sasuke dovrà rincorrerlo, e fare di tutto per essere di nuovo suo.
-
Storia nata da una fanart trovata su Tumblr. É un esperimento; considerata un AU, ma sempre collegata al mondo del manga.
É la mia prima storia, spero vi incuriosisca!
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Sorpresa | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo undici:
Ho cercato di immaginarmi senza te, ma non posso.
 
     
        Nonostante facesse tanto caldo, il cielo era ricoperto di nuvole. L’umidità era alta, e la pelle risultava appiccicosa, cosa che lui proprio non sopportava. Sotto quel velo di pura riluttanza c’era uno spesso strato di nervi tutti intrecciati fra loro. Era impossibile stare completamente calmo anche per lui, Sasuke Uchiha. Aveva ancora la ramanzina di Suigetsu in gola, e trovarsi Naruto di fronte non era di certo una sua aspettativa. Inizialmente pensò di rimanere impassibile come un deficiente, ma poi si ricordò che con lui tutto era diverso, qualsiasi vita fosse. Perché Sasuke sarebbe sempre stato Sasuke, insieme a lui, e Naruto lo stesso. Guardava il suo viso contratto, le sopracciglia arcuate verso l’interno, gli occhi ristretti e le labbra strette in una morsa. Probabilmente era agitato, non sapeva cosa dire. Eppure vedendolo lì, impacciato, non poté fare a meno che sentire quell’affare fastidioso allo stomaco. Era arrivato da lui, di nuovo. Era stato lui ad arrivare, di nuovo. «Allora, cosa vuoi

They say we are what we are
But we don't have to be.
I'm bad behavior but I do it in the best way.
 
       Non aveva idea di dove cominciare, era andato tutto di fretta, l’aveva preso per il colletto e aveva fatto l’incazzoso come doveva. Il punto, ora, era continuare per quella via. Aveva così tanta confusione in testa che non riusciva più a distinguere il falso dal vero. E poi quel maestro che voleva spiegargli ogni cosa? Si era presentato in quel modo a casa sua e aveva stravolto la sua mente così, con uno schiocco di dita. Prese un forte respiro, cercando di calmare il battito cardiaco. Si sentiva un perfetto deficiente, e aveva bisogno delle sue risposte. «Voglio sapere chi sei» strinse forte i pugni, sempre più convinto. Lui doveva sapere. La sua testa pulsò, un po’ perché era consapevole di conoscerlo, un po’ perché sentiva che il loro rapporto era strano. Lo guardava, cercava di studiare quei lineamenti delicati che dovevano essere nuovi, ma che non lo erano affatto. Sembrava conoscere ogni angolo di quel corpo, lo immaginava, eppure non riusciva a spiegarsi il motivo. Cioè, lo sapeva, loro due si conoscevano, ma perché non ricordava niente?

     Lo guardò, sembrava sempre più confuso. Non poté non uscirgli un sorrisino quasi compiaciuto. Eppure lo vide illuminarsi. «Voglio che fai una presentazione, come, bé, col Sensei» a quel punto Sasuke sentì di avere un’espressione orribile in volto. Lui sapeva? Ricordava? E allora perché gli stava chiedendo tutto quello? «Cosa sai?» «Non si risponde ad una domanda con un’altra, Uchiha» Naruto incrociò le braccia, deciso sul da farsi. «Una presentazione, mh?» rilassò il viso, sospirando, e capendo il punto. Gli faceva uno strano effetto ripetere quelle parole, in quella vita nulle. Itachi era lì, con sé. Non lo aveva abbandonato, era cresciuto con lui, lo aveva protetto. Strinse forte i pugni. «Mi chiamo Sasuke Uchiha. Odio un sacco di cose e non me ne piace nessuna in particolare. Non voglio parlare dei miei sogni, ma» deglutì. «Ho un’ambizione» si guardò intorno. Sperò davvero che un fulmine colpisse Naruto in quel momento, che qualsiasi cosa lo facesse sparire pur di non continuare con quella sciocchezza. Eppure ne andava dei suoi ricordi, del suo riscatto, della sua vita. Non poteva e non doveva comportarsi in quel modo.

I am the sand in the bottom half of the hourglass.
   
    Sentiva la testa scoppiare fra le mani. Si accucciò in sé stesso, cercando di controllare il dolore. Non era possibile come situazione, doveva piantarla assolutamente. Ne sarebbe uscito pazzo davvero. Era così nervoso, e così frustrato, e voleva sapere. Non ne poteva più. Gli venne quasi da piangere, si rialzò di scatto e prese a dare calci a destra e a manca. Qual era la fottuta ambizione? Lui infondo lo sapeva, ne era sicuro. Guardava Sasuke e sentiva di conoscerlo quasi meglio di sé stesso. Ma allora per quale ragione quell’angoscia non gli dava pace? «Naruto» Sentì il tono di voce fermo chiamarlo, e il suo nome in quel momento gli sembrò quasi più bello del normale. Pensò al bacio a scuola, e si ritrovò paonazzo e spaventosamente rosso. «Cosa sai?» sentì chiedere di nuovo. Quella faccenda sul tempo, quella vita e non vita, proprio non riusciva a capirla. Il nindo, lo Sharingan, il campo d’addestramento, l’essere shinobi, il coprifronte. Tutto vorticava nella sua testa. Lui era in mezzo alla clessidra fra il suo tempo e quello precedente, e non sapeva proprio da che parte stare; come uscirne.

     «Sasuke, io non ce la faccio più, mi vuoi dire chi cazzo sei per me?» chiese, sedendosi alla bell’e meglio sul pavimento. Incrociò le gambe e guardò l’altro con tutta la disperazione mista alla confusione possibile. «Io ricordo vari pezzi di quella che doveva essere la mia vita passata. Ricordo del campo d’addestramento, dei tuoi occhi rossi, dello Sharingan, dei cosi strani in fronte, del bacio-» si fermò subito dopo, bloccato. Sgranò gli occhi all’inverosimile, notando una qualche reazione da parte dell’altro. Che non lo ricordasse? Oh, certo che lo ricordava, ma insomma, doveva imbarazzarlo almeno un po’, no? Era umano anche lui, sotto la facciata da cetriolo anonimo. «Il bacio?» Invece era lì, che sorrideva sghembo, le braccia strette al petto e la testa inclinata verso sinistra. Non poteva crederci. Restava inflessibile anche in quei casi. Gli faceva davvero saltare i nervi. «Quale bacio?» «Piantala, Teme» Sasuke si sedette al suo fianco, rivolgendogli uno sguardo che dava sul divertito. Come scordarlo. Era l’unica prova della promessa. E dire che a quel tempo lo detestava. Scosse la testa.

I try to picture me without you but I can’t.

    «Io non riesco a capire. Non capisco davvero. In ogni squarcio di ricordo vedo varie cose, tutte distinte l’una dall’altra. Cerco davvero di vedere il più possibile, ma poi c’è il buio, e la testa pulsa» si grattò la nuca, in un moto di agitazione. «Ogni volta che cerco di immaginarmi senza te, tu appari. Ci sei sempre. In un modo o nell’altro fai parte dei miei ricordi. So che hai significato qualcosa di importante, ma vorrei che mi aiutassi a capire» lo guardò, sprofondando lo sguardo nel suo. Quegli occhi erano così blu da far paura. A Sasuke era mancato quello contatto. Le iridi azzurre sempre in cerca delle sue, in attesa. E le sue erano lì, arrivavano, prima o poi. Ci sarebbero sempre state, indipendentemente dalla vita a cui facevano parte. Era lo stupido gioco del destino, quel legame indissolubile, quel circolo vizioso che era il loro amore. E nessuno dei due poteva fare qualcosa per impedire il contrario. Succedeva e basta. Era in loro: negli occhi, nelle occhiate fugaci, nelle labbra, nei loro sapori, nel loro sangue. Gli opposti che s’incontrano e poi si uniscono per fondersi finalmente insieme, quasi come fosse un piacevole peccato.
 
‘Cause we could be immortals, immortals
Just no for long, for long.
And live with me forever now,
You pull the blackout curtains down
Just no for long, for long.
 
    «Tu conosci le risposte, Usuratonkachi» si alzò, pulendosi il dietro dei pantaloni e guardandolo dall’alto al basso. I suoi lineamenti erano proprio cambiati, sembrava… grande. Gli venne da sorridere sinceramente, a vederlo così disperato. Era sempre stato un impulsivo che sragionava su qualsiasi cosa. Due pensieri in croce lo rendevano un vero poveraccio. «Vedi che se pensi troppo ti si fonde la piccola parte di cervello rimasta» lo prese in giro, dando un’occhiata al locale per vedere se gli altri avessero bisogno di una mano. La sua era una pausa, non una giornata libera. Dal canto suo, Naruto non era riuscito a cavarne piede. Si sentiva ancora più confuso di prima. Sasuke lo avrebbe aiutato sì o no? E come diavolo si permetteva di sfotterlo in un momento come quello? Non era chiaro quanto avesse bisogno di aiuto? Gli faceva venire così tanta voglia di picchiarlo. «Sì, diciamo che è quello lo spirito giusto. Hai il tipico sguardo combattivo» sembrava serio, eppure il tono cadeva sempre sull’ilare. Non riusciva proprio a capirlo, quel dannato cetriolo.

     Si alzò di scatto, in vena di chiedere spiegazioni, ma il dolore alla testa gli fece venire un capogiro che lo fece balzare sopra il petto dell’altro. Inutile dire che divenne viola. «Sei proprio un Usuratonkachi. Non mi dirai che ti sei spaventato, gattino indifeso?» le labbra erano schiuse ad un palmo dalle sue, e sentì il sangue affluire in ogni parte del suo corpo – ma proprio tutte. Si staccò di scatto, nonostante non stesse benissimo e rischiando di farsi venire un altro capogiro. «Me l’hai già detta una roba simile» «Mh, anche tu a me» ficcò le mani nelle tasche, continuando a guardarlo con quel tipico cipiglio superiore che lo mandava in bestia. «Ho sempre la voglia di prendere il tuo bel faccino e spaccarlo di botte. Ci picchiavamo spesso?» chiese, sinceramente curioso. «Ci siamo uccisi così, Naruto» rispose atono. L’altro tremò un poco, sembrava aver ricollegato dei pezzi importanti.

      E, sì, Naruto aveva capito eccome. Il sogno perenne, la sensazione strana allo stomaco perché contro di lui non voleva lottare in quel modo, quegli occhi rossi colmi d’ira e la voglia di uccidere. La promessa di morire insieme, di farlo di nuovo. Sembrò sul punto di avere un attacco di panico. Era avvenuto tutto così velocemente che non riusciva più a distinguere il vero dalla fantasia, di nuovo. «Hai ricordato qualcosa?» Sasuke sembrò scattare a sua volta, dopo quello sguardo perso nel vuoto. Pensò davvero che gli stesse arrivando un attacco di panico; l’angoscia e la sensazione terribile allo stomaco aumentarono. Non ce la faceva più nemmeno lui, in fondo. L’unica cosa che fece Naruto fu appoggiare la testa nell’incavo del suo collo, avvicinandosi a lui sempre più. Il moro deglutì, e sarebbe dovuto stare fermo immobile con quell’altro cretino spalmato addosso? Richiamò a sé tutto il suo controllo. «Non mi sento più il cervello» ridacchiò il biondo, strofinandogli il naso come quella che doveva essere una carezza. «Quello è andato da parecchio tempo, Dobe»

      «Ho collegato dei tasselli, ma ho bisogno di tempo per… realizzare il tutto. Devo ancora capire quanto rappresenti per me, non posso inventarmelo. Mi ricordo dell’ultima volta che abbiamo lottato, è stato orribile. Mi ricordo anche di una promessa, ma vagamente, è tutto un po’ incasinato» la voce risultò ovattata dalla maglietta di Sasuke. Sembrava essersi stancato tutto insieme, non doveva essere semplice avere spezzoni di ricordi. Il moro si sentì colpevole per l’ennesima volta, nel profondo. Si morse la lingua. In un modo o nell’altro era sempre Naruto a soffrire, a cercarlo, a fare di tutto pur di tenerlo con sé. Non era giusto nei suoi confronti. «D’ora in poi ci sentiremo più spesso. Quando avrai un dubbio fammelo sapere, io non giro attorno alle questioni. Se mi chiederai qualcosa della tua vita passata ti risponderò. Non sono come Sakura, ti avverto» si sistemò i capelli dopo una piccola folata di vento. Finalmente si poteva respirare, nonostante si sentisse ancora tutto appiccicoso. «Anch’io ho bisogno che tu riprenda a ricordare» sbuffò poi, ma giusto perché si sentiva un po’ in colpa. Cancellò la sensazione appagante che prese il posto di quella terrificante nel suo stomaco una volta che il Dobe gli sorrise teneramente, chiudendo gli occhi e allargando le labbra come solo lui sapeva fare.

       «Okay, allora ci si vede, Sas’ke» sorrise ancora, mentre tendeva un pugno verso di lui. «Cosa sei, un bambino di cinque anni? E non storpiare il mio nome» lo rimproverò, tuttavia battendo il pugno sul suo.

 
      Prese a pulire le tazzine al posto dell’Uchiha junior, consapevole del fatto che lui non le avrebbe più toccate. Era ancora frustrato per il fatto di Karin e l’Uchiha senior, ma quella racchia pazza gli aveva promesso un bacio e lo avrebbe avuto. Non era proprio una promessa, ma insomma, un qualcosa di simile. Inoltre, il fatto che Sasuke se ne sbattesse completamente di Naruto lo mandava ancora più in bestia. Naruto aveva sempre fatto di tutto per lui, da quel che Itachi gli aveva raccontato. Era stato a portarlo nella via giusta, a fargli proseguire il suo cammino, a proteggerlo al posto di un fratello. Naruto era la guardia di Sasuke, Sasuke l’esempio di Naruto. Entrambi si rispettavano a vicenda, e quel coglione patentato scappava. Assetato di vendetta, poi. Si schiaffeggiò la fronte con una mano, pensando a quanto il povero biondino avesse penato. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere, e per nessuno. Non era nemmeno corso indietro a suo fratello, non ci pensava nemmeno. Aveva abbandonato lui e la sua famiglia per usare quella stupidissima spada. Non l’aveva aspettato, non era rimasto con lui. Si chiese dove fosse in quella vita. Se fosse vivo, da qualche parte in quel mondo un po’ bizzarro.

      «Puoi servire quei due tavoli, se non ti dispiace? Hai fatto un macello con l’affare, come lo chiami tu» Jugo gli sbuffò nelle orecchie, cosa che lo fece ancora più irritare. Non era mica colpa sua se quel coso non fungeva correttamente. S’imbronciò un poco, per poi prendere i vassoi e servire la famiglia fin troppo allargata e la coppietta al tavolo accanto. Aveva fatto indigestione di amore in quelle ore, ma doveva sempre risultare alla mano. Quel lavoro nonostante tutto non gli dava fastidio, anzi. Mettersi a confronto con la gente lo divertiva, soprattutto per tutti coloro che lo prendevano come psicologo. E poi fare due battute con le signore era sempre divertente. Era probabilmente il migliore della banda. Jugo c’era ma era come se non ci fosse. Karin era abbastanza afferrata come cameriera, ma fin troppo scorbutica e frettolosa. Sasuke, bé, non era un qualcosa da mettere in discussione.

      Parlando del diavolo, vide proprio lui ed il biondino tornare dentro. E quel caro biondo ragazzo si fermò a prendere qualcosa. Che cosa aveva Sasuke nel cervello, petrolio? Sbuffò mentalmente, segnandosi di farsi dire tutto dopo, proprio come una vecchia pettegola. «Ciao, emh, vorrei una birra» «Arriva» gli fece l’occhiolino, sperò di non essere preso per chissà quale depravato. Era dichiaratamente etero, lui. Si avviò al frigo per prendere l’ordinazione, quando notò quanto l’Uchiha – per una volta – fu più veloce di lui. Difatti il bicchiere sostava difronte a Naruto che, tranquillo, prese a sorseggiarne il contenuto. «Finalmente si lavora!» sbraitò, mettendo le mani sui fianchi. Sì, sembrava proprio una mamma pettegola. Gli mancava solo il grembiule bianco ricamato.
     «Oh, vai al diavolo, Suigetsu»
     «Non credo, bello mio. Non è finita qui!»










Angolo autrice:
udite, udite! Signori e signore, con mio immenso piacere vi annuncio che la quipresente Charlie non è in ritardo, bensì in anticipo di un giorno! Ventiquattr'ore, miei cari.
Bene, a prescindere dagli annunci cretini iniziali, direi eccoci qua.
Ce l'hanno fatta. Non è un sogno, ce l'hanno fatta. A questo punto direi che fatto il matrimonio, tanti auguri ai figli maschi.
No ok, adesso la smetto, giuro.

É un capitolo un po' diverso, stile "song-fic" nella prima parte. Ho usato la canzone Immortals dei Fall Out Boy, che vi consiglio di ascoltare perché è meravigliosa. (In realtà tutte le loro canzoni lo sono)
Spero sia stata una scelta azzeccata.
Comunque, hanno parlato e chiarito la situazione. Nonostante Sasuke sia proprio Sasuke, ho voluto renderlo più umano del solito. Non so se sfiori l'OOC o ci entri completamente, aspetterò un vostro giudizio a riguardo.
Solo, mi sembrava più che dovuto renderlo in questo modo. Alla fine Naruto è il ragazzo che ama, che vuole farsi, e in un modo o nell'altro dovrà riuscirci. Dai Sas'ke, siamo con te!
Oggi sono piuttosto fuori di testa, sarà che ho davvero mangiato troppo e il caldo mi sta ammazzando brutalmente.
In ogni caso i due pargoli stanno cercando di crearsi una via d'uscita. Ci riusciranno? Forse. Sarà facile? Assolutamente no. Ma d'altronde rendere la vita facile ai personaggi non è nel mio stile, mi dispiace.
E quindi sì, ho deciso di dilungarmi un pochino anche per affrontare le vite degli altri. I personaggi principali sono ovviamente Naruto e Sasuke, ma mi sembra giusto rendervi partecipi anche delle vite di Sui, Karin, e compagnia bella.
Difatti in questo modesto - è davvero piccolo, spero possiate perdonarmi - capitolo, s'intravede un piccolissimo squarcio di vita di Suigetsu.
Bene, fatemi smettere di scrivere.
Io ora vi lascio. Ringrazio tutti di cuore per esserci: chi segue, chi mette nei preferiti e nelle seguite, chi legge solamente e specialmente chi recensisce.
Tanto amore per tuutti voi.
Perdonate eventuali errori, al solito.
Un bacione,
Charlie;
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: charliespoems