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Autore: Arcadia_    30/08/2015    3 recensioni
Dal testo:
«Stamattina non mi credevano quando ho detto dov’è nata la prima chitarra Gibson» spiegò Kendall alzandosi e controllando la situazione dei capelli degli amici.
«A Kalamazoo, nel Michigan. – rispose Carlos, sempre informato su tutto – Ma questo non spiega il perché le loro teste luccichino più di quella di R2D2»
«Abbiamo scommesso e, dato che ha vinto Kendall, dobbiamo fare quello che vuole lui. – piagnucolò Logan – Ma che razza di nome è Kalamazoo?»
«Sembra il nome di un personaggio dei Flintstones. – continuò James – Quanto durerà ancora questa tortura? Inizia a pizzicarmi la pelle»
«Andate pure. – Logan e James scattarono verso il bagno della camera – Dato che continuavano a prendermi in giro perché sono biondo, ora lo saranno anche loro»
[Fun facts trovati in giro per il web sui nostri ragazzi rivisti a mo' di piccole fanfiction]
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Big Time Rush
Note: Missing Moments, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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#7 – Carlos
 
«E cinque, sei, sette e otto»
«Abbi pietà Steve. – Logan supplicò il loro coreografo in ginocchio – Una pausa di dieci minuti, ti prego»
Kendall e James da dietro fecero una faccia talmente ridicola da convincere il ragazzo davanti a loro.
«E va bene. – Steve prese dal borsone un pacchetto di sigarette – Guai a voi se mettete sottosopra la sala e non distruggete nulla. Non voglio chiamare di nuovo il negozio per prendere dei nuovi specchi»
«Beh, avevamo le mazze da hockey. – provò a scusarsi Carlos spegnendo la musica – Partitina a basket?» propose, guardando gli altri della band.
«Troverai tutto in ordine» promise Kendall e finalmente rimasero soli.
Logan e James si sdraiarono per terra, mentre il biondo saltellò fino alla sacca da palestra a prendere delle bottigliette d’acqua per tutti.
«Non sono più allenato.»
«Non lamentarti troppo, Henderson. – James diede una pacca sull’addome all’amico – Non eri tu l’atleta del gruppo? Capisco Kendall che non ha mai fatto sport o Carlos che si è deciso a fare palestra solo l’anno scorso, ma, cavoli!, tu hai fatto atletica per sei anni»
«Sì, quando avevo dodici anni. – Logan si mise a sedere – E comunque Carlos è più coordinato di me»
«Ed anche più slanciato nelle figure. – s’intromise Kendall, poi guardò il più basso del gruppo – Carlos, hai fatto un corso di danza prima di fare i provini senza dircelo?»
«Ho fatto taekwondo per anni. – balbettò – Forse è per quello», si voltò per cercare qualcosa nel suo zaino, ma i ragazzi lo guardarono perplessi.
«Oh, qui c’è qualcuno che non sa affatto mentire. – James guardò l’amico con un sorriso malizioso – Carlos, che scuola hai frequentato?»
«La Sagemount Upper School, perché?» chiese preoccupato.
I tre ragazzi si lanciarono uno sguardo d’intesa e recuperarono il tablet del latino.
«Una breve ricerca. – Kendall prese l’amico e lo mise a sedere – Giusto per sapere cosa ci nascondi»
«Non serve, non ho fatto molto al liceo. – si difese Carlos – Solo taekwondo e dei musical»
«E del cheerleading che mi dici? – chiese James ridendo – Bella divisa Los!» e mostrò agli amici lo schermo, dove troneggiava la home page del liceo del latino.
Tra le varie foto, ne passò una di un gruppo di ragazzi, ragazze per la maggior parte, con una divisa nera con delle strisce bianche e rosse e la scritta Lions sul petto. Abbracciato a un paio di compagni, i ragazzi riconobbero il loro amico.
«È successo alle superiori. – borbottò lui – Ed ero una base»
«Avete fatto delle gare?»
«Siamo arrivati in semifinale ai nazionali. – mormorò sconsolato, ormai l’avevano scoperto – Non eravamo di sostegno alle squadre sportive della scuola»
«Sì, anche perché con il gonnellino e i pom pom non ti ci vedo. – scherzò James aprendo YouTube – Non avevi il gonnellino e i pom pom, vero?» chiese, diventando serio.
Carlos alzò gli occhi al cielo, «No e su YouTube non troverete niente, è roba troppo vecchia»
«Oh, allora chiamo tua madre. – Kendall si alzò e recuperò il cellulare, digitando velocemente il numero di casa di Carlos – Salve signora Pena, sono Kendall. Avrei un favore da chiederle»
«Io vi odio», Carlos non provò a fermarli. Tanto o lo cercavano ora o lo avrebbero fatto una volta finite le prove.
«Fantastico, la ringrazio! Passiamo più tardi a prenderli. – Kendall concluse la chiamata e guardò gli amici – Tua mamma mi masterizza una copia delle tue gare. Allora, pizza da me stasera?»
«Cibo e spettacolo? Come posso dire di no!»
Quando Steve rientrò in sala, trovò i ragazzi impegnati in un’animata conversazione completa di pugni e schiaffi sulle braccia. Scosse la testa e prese un’altra sigaretta.
Forse altri cinque minuti di pausa poteva concederseli.
 
Fun fact: Carlos è stato un cheerleader per tre anni al liceo.
 
 *
 
#8 - Kogan
 
«Ragazzi, dovremmo smetterla di fare mattina con queste cose. – James sbadigliò vistosamente – Domani abbiamo anche un concerto»
«Sì, ma devi ammettere che il nuovo gioco di Halo è una grandissima figata» intervenne Carlos eccitato, o forse per i quindici energy drink che si era scolato nell’ultima mezz’ora.
«Forse è meglio se mettiamo un po’ in ordine. – commentò Kendall, osservando le lattine vuote e le scatoline del cibo cinese che avevano ordinato per quell’assurda maratona notturna di gioco – Questa non è un salotto, ma una discarica» disse rivolgendosi a Logan, che intanto stava raccogliendo i bicchieri di carta e li gettava in un sacco dello sporco.
«Puliamo il grosso, tanto arriva mia sorella domani e, dato che adora il suo fratellone, sistemerà il resto» acconsentì il padrone di casa.
«Secondo me lo fa solo perché, con la scusa che ora abiti da solo e noi iniziamo il tour, può usare questa casa come covo per le sue serate tra amiche» commentò James appallottolando un paio di tovaglioli e facendo canestro.
«Probabile, ma almeno tiene in ordine e mi fa la spesa. – rispose lui – Allora, rimanete a dormire? Ho già preparato i letti»
«Molto volentieri. – Kendall accartocciò i vari contenitori e li buttò – Non ho voglia di fare sei isolati con lo skateboard alle tre del mattino» aggiunse, appoggiando la fronte contro la spalla di Logan e chiudendo gli occhi.
«Anche io rimango» disse Carlos ritornando dal bagno e riallacciandosi i pantaloni.
«Idem. – James prese il sacco della spazzatura – Lo porto fuori»
«E io non dovevo bere così tante Redbull», il latino corse nuovamente per il corridoio fino al bagno.
Kendall scosse la testa, divertito, «Io vado a mettermi il pigiama, te che fai?»
«Arrivo subito, ho solo sete»
Il biondo annuì e si diresse verso la zona notte dell’appartamento, mentre Logan entrò nella sua moderna cucina, cercando nella penombra la bottiglietta d’acqua che aveva tolto dal frigorifero poco prima.
Bevve un lungo sorso, guardando fuori dalla finestra e vide James al telefono. Chi diavolo poteva chiamare alle tre del mattino?
Non diede peso alla cosa e si diresse in camera sua, dove un letto matrimoniale e due singoli erano pronti per ospitare i quattro amici.
«Kendall, quello non è il tuo posto», Logan sospirò, togliendosi la felpa e i pantaloni della tuta.
«Il lato destro è più comodo» borbottò l’altro, schiacciando il viso contro il cuscino.
«Lo so, infatti ci dormo io. – prese una maglietta pulita e la mise – Schmidt, rotola» gli ordinò e il biondo lo accontentò, lasciandosi sfuggire uno sbuffo.
Logan si sdraiò accanto a lui sotto le coperte, «Sei arrabbiato con me?»
Il biondo annuì, voltandosi verso di lui e poggiando un braccio sul suo petto, «Per una notte potresti cedere»
Il moro sbuffò, doveva smetterla di dargliele tutte vinte.
«Vieni qui dai»
Quando James e Carlos entrarono in camera, trovarono i due amici abbracciati sotto le coperte e con uno sguardo sereno, entrambi profondamente addormentati.
Carlos prese il cellulare e fece una foto, «Non li trovi adorabili?»
 
Fun fact: una volta, mentre Kendall stava dormendo, Logan si è messo vicino a lui e il biondo l’ha abbracciato.
 
 *
 
#9 – James
 
«Ci vediamo domani mattina, ragazzi»
«Notte Jamie» lo salutarono Logan e Carlos con un gesto della mano. Kendall stava già dormendo.
Il moro chiuse la porta e si inoltrò in quel lungo corridoio che portava agli ascensori dell’hotel dove alloggiavano. Per qualche assurda ragione, i suoi compagni avevano tutti le stanza vicini, Logan e Carlos addirittura comunicanti, mentre a lui avevano assegnato una camera a due piani di distanza.
Iniziò a fischiettare Look Around dei Red Hot Chili Peppers mentre risaliva al suo piano e cercava la tessera magnetica per aprire la camera. Quando arrivò al settimo piano, le porte si aprirono su un altrettanto desolato corridoio, permettendogli di raggiungere la sua stanza senza nessuna occhiata strana per i passi di danza improvvisati.
Strisciò la tessera nella serratura e entrò in camera, rischiando subito la vita, dal momento che stava per inciampare nelle sue valigie.
Si tolse la giacca e l’appoggiò sul letto matrimoniale, sdraiandosi lui stesso dopo qualche attimo.
Controllò l’ora, erano sono le undici e mezza di sera. Non era davvero stanco, aveva semplicemente voglia di starsene da solo e rilassarsi con un bel gioco violento per la playstation, miracolosamente presente nella stanza di quel lussuoso hotel.
Controllò i social network a cui era iscritto, mettendo qualche like e mi piace alle foto che le sue fans avevano fatto durante il meet di quel pomeriggio, poi si alzò e lanciò il cellulare dall’altra parte del materasso, iniziando a spogliarsi e pronto a gettarsi sotto la doccia.
Entrò nel piccolo bagno della camera e, tolti anche i ridicoli boxer con le paperelle che i ragazzi gli avevano regalato a Natale, si concesse una rilassante doccia, giusto per cancellare lo stress di quella giornata.
Continuò a fischiettare, stavolta accennò anche le parole di Behind The Sea dei Panic! At The Disco, e nel mentre si insaponò i capelli e il corpo.
Oltre allo scroscio dell’acqua, James percepì dei rumori, ma non vi diede peso: aveva lasciato la finestra aperta e non poteva pretendere che New York vivesse nel silenzio totale la notte.
Una volta pulito, prese un accappatoio dell’hotel e se lo mise, frizionando i capelli con un asciugamano.
Tornò in camera fischiettando, a quanto pareva era davvero di ottimo umore, e iniziò a cercare il pigiama nella valigia, assieme a un paio di boxer puliti, magari tinta unita, e una canottiera.
Gettò l’accappatoio sulla scrivania vicina e si vestì con calma, accendendo la televisione e sintonizzandola sulla piattaforma da gioco.
«Fantastico, non ci sono i giochi» borbottò James, chinandosi a guardare nel mobile del televisore.
Un rumore attirò la sua attenzione dall’altra parte della stanza, vicino all’ingresso. James recuperò il joypad, reggendolo come se fosse un’arma, e si avvicinò alla porta, sicuro di aver sentito uno starnuto o qualcosa di molto simile.
Aprì la porta, ma il corridoio risultò, ancora una volta, deserto.
«Etciù»
Il ragazzo si voltò allora verso l’armadio a muro della camera. Era sicuro di averlo lasciato chiuso quel pomeriggio, ma ora un’anta era leggermente aperta.
«Etciù»
Era una voce femminile quella proveniente dal suo armadio o il tè alle mandorle che Carlos aveva preparato quel pomeriggio gli stava procurando forti allucinazioni?
«Etciù»
Si decise ad aprire l’armadio e al suo interno, accanto ai giochi per la console e le lenzuola pulite, vide una ragazza. Aveva i capelli neri mossi lunghi fino alle spalle, un viso ovale, ben truccato, e uno sguardo impaurito.
«Salute. – disse James, porgendole una mano per aiutarla ad uscire – Stai bene?»
Lei annuì, passandosi le mani sui jeans leggermente impolverati.
«Io sono James. – si presentò, anche se, a giudicare dall’intraprendenza, doveva essere una fan – Tu sei?»
La ragazza si schiarì la voce, «Alice. – abbassò lo sguardo – Mi dispiace, è che non sono riuscita a venire al meet e ci tenevo tanto a conoscervi e non sapevo che altro inventarmi. – lanciò un’occhiata fugace al suo idolo – Vuoi denunciarmi?»
«Come sei arrivata qui?» chiese James curioso. Era il settimo piano di uno degli alberghi più alla moda di New York, tra l’altro anche uno dei più controllati.
La ragazza alzò le spalle, «La scala antincendio e poi il terrazzo di questo piano. – James spalancò gli occhi – Ti prego, voglio solo il tuo autografo e poi me ne vado» e gli porse il suo diario e una penna.
«Beh, io… – il ragazzo si passò una mano tra i capelli ancora umidi – Vado a chiamare gli altri, così hai anche i loro, che ne dici?»
 
Fun fact: James ha detto che la cosa più pazza che una fan abbia fatto per lui è stata entrare nella sua stanza d’albergo.

 



Angolo Autrice
Hola gentaglia!
Ebbene, ieri ho aggiornato, oggi aggiorno... e basta, domani non ci sperate!
Allora, queste flash sono frutto di una malsana trattazione tra me e il mio cervello, spero vi piacciano (la Kogan io la adoro <3)
Vorrei ringraziare Demon Heart per avermi suggerito alcuni fun facts che compariranno in questa raccolta, grazie cara!
Inoltre, benedite quella santa donna che è Hooked. Grazie per avermi sopportato in tutti questi scleri e per avermi segnato la retta via (e altri fun facts!) ù.ù queste flash sono per te!
E nulla, non saprei che altro dirvi se non grazie, grazie e altre novantaquattro volte grazie! Sono davvero felice che questa raccolta stupida last minute vi piaccia #mecommossa
Dal momento che ho passato la giornata a non fare niente, la concluderò sdraiata sul divano in compagnia di un bel filmetto!
Ah, quasi dimenticavo! Qui potrete vedere Carlos cheerleader, e qui e qui ascoltare le canzoni che James fischietta :)

Bacioni,
Jade
  
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