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Autore: DanieldervUniverse    31/08/2015    5 recensioni
La Dissidia è finita, i cicli conclusi, i tiranni sconfitti e i guerrieri tornati nei propri mondi.
Anche Guerriero, che s'avanza fiducioso nel nuovo mondo in cui è giunto alla fine di tutto, fino al palazzo della grande città di Cornelia...
(Risistemati i primi undici capitoli e i momenti OOC, aggiunta scaletta capitoli 34-35).
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti, Warrior of Light / Guerriero della Luce
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dissidia - Kingdom of Light Fantasy'
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A\N: Okay riprendiamo alcune vecchie questioni.

DII\N: Tradotto “di due capitoli fa”.


Cecil e Golbez si erano inoltrati nella fortezza di roccia e metallo.

Non c'era molto da vedere.

Corridoi dalle forme irregolari, arcate, stalattiti e stalagmiti.

Non c'erano Manikins in giro.

-Perché sospetto che questo effetto sia voluto?- disse ad alta voce Thedor, fermandosi.

Cecil suo malgrado urtò contro la massiccia schiena del fratello, che sembrò non accorgersene -Cosa?

-Questa calma.

-Beh fratello, oltretutto se c'è un modo migliore per innervosire le persone è proprio questo- confermò il fratello più giovane.

-Occhi aperti, qualcosa sta infittendo le trame attorno a noi.

-Ah...capisco.

I due ricominciarono la marcia all'erta, aspettando che qualcuno si mostrasse.

Dall'ombra un bastone picchiò al suolo, scatenando una serie di esplosioni tutt'attorno ai due guerrieri, che tuttavia ne uscirono illesi.

Poi una pioggia di piccole forme magiche li raggiunsero violente, costringendoli a separarsi.

-Ti ho preso piccolo re- disse una voce profonda mentre Cecil balzò lontano, cercando di trovare il suo obbiettivo.

Una forma rossa e nera apparve sul muro, scagliando altri di quei proiettili magici contro l'uomo.

Quello balzò nuovamente fuori portata, parando quelli che lo raggiungevano.

-La strega- disse Thedor, preparandosi a colpire.

-Anch'io, stregone- replicò l'Imperatore Matheus sbucando dalle ombre dietro di lui, colpendo il gigante nella schiena.

Quello cadde a terra con un buco nell'armatura, impreparato e distratto.

Un secondo attacco lo travolse, e un altro ancora nello stesso punto.

-Muori verme- disse Matheus, infierendo sul cadavere.


Guidato da Gidan, il gruppo di eroi s'incamminò spedito tra le caverne, senza tuttavia riuscire a sembrare ne serio ne all'erta.

Il sollievo di essere di nuovo...“qualcosa” era palpabile, letteralmente.

Per il momento era più interessati ad uscire dagli intricati labirinti (e sfortunatamente i ricordi di Guerriero, Kefka, Firion e Lightning erano svaniti).

Inoltre, con loro grande sorpresa, Gilgamesh si rivelò divertente e loquace, interrompendosi ogni tanto per fare qualche gioco di prestigio con le sue armi o per annusare in giro eventuali nemici.

-Allora questo Enkidu è un tuo grande amico- disse Yuna, visibilmente attratta dai racconti del leggendario spadaccino.

-Puoi ben dirlo, è un guerriero grande e forte come me!

-Credevo fosse una creatura verde dalla natura sconosciuta...- fece Luneth puntiglioso.

-Non interrompermi piccolo eroe! Un giorno anche tu avrai grandi storie da raccontare!- esplose Gilgamesh, facendo irritare il ragazzino.

Mentre i due bisticciavano gli altri loro malgrado ridevano, sperando di non attirarsi l'ira dei contendenti (sai che paura).

Poi una forma nera calò dall'alto, minacciando di carpire Gidan con un immenso guanto nero, ma il Jenoma saltò fuori presa, gridando l'allarme.

Tuttavia l'ombra impattando con il suolo scatenò una serie di fulmini che creparono la terra, sollevandone ampi blocchi.

-Che succede!?- gridò Gilgamesh, caduto sul suo deretano in modo poco elegante.

-È Golbez!- gridò Gidan, riconoscendo l'armatura.

-Cosa!? Anche lui- disse Bartz, mentre si rimetteva in piedi.

-A chi importa. Nessuno tocca i miei amici!- Gilgamesh estrasse ben sei armi dal suo repertorio, rivelando altre due paia di braccia, e saltò verso la figura dello stregone nero, che lo scagliò di lato in modo poco cortese.

-Utilissimo!- fece Luneth, finendo dopo pochi istanti nella stessa situazione.

-Almeno questo non usa scherzetti- disse Yuna a bassa voce, prima di aprire il fuoco.

Respinti da un muro invisibile i colpi si piantarono nella roccia intorno, con dei rombi poco raccomandabili.

-Cambiamo tattica- fece Vaan, saltando sui massi per avvicinarsi, con un paio di spade prese da Gilgamesh, ma un fulmine lo colse a mezz'aria e lo gettò di lato, facendolo rovinare al suolo, rantolando.
Bartz e Gidan attivarono le rispettive Ex-Mode per tentare un attacco frontale, ma purtroppo vennero respinti dalla forza gravitazionale controllata dallo stregone


-Bene bene bene, che situazione interessante- fece Kefka, da qualche parte.

Tutto ciò che Lightning poteva sentire era il proprio respiro, il proprio dolore e la propria forza lasciarla.

-Ascoltami bene ragazza- d'improvviso il clown le afferrò il mento con le proprie mani -Facciamo un bel gioco ti va?!

Non poteva rispondere.

-Sono sicuro che ti piacerà! AHAHAHAHA!- risata stridula -Guarda bene. Lì sotto la luce...- si accese un faro dall'alto, illuminando Firion mezzo massacrato, sanguinante da dozzine di ferite e quasi nudo, tenuto a poca distanza da terra da due catene incandescenti, mentre altre due gli bloccavano le caviglie; sulla bocca vi era un pezzo di ferro rovente.

Probabilmente avrebbe perso conoscenza molto presto, ma il ragazzo continuò a urlare, i suoni ovattati dal pezzo di ferro, ma comunque era ovvio quello che avrebbe voluto gridare a squarciagola.

“Lasciala Porco! Mostro! Stalle alla larga!”.

Un ultimo gesto di sfida per proteggere la donna che amava.

La furia di Kefka non era stata clemente neanche con lei.

E il peggio era che quello psicopatico ancora non aveva finito.

-Lì sotto c'è la principessa in pericolo- finì il clown -E tu sei il grande principe che attraverserà mille pericoli per salvarla.

Un percorso allucinante si aprì sotto i suoi occhi.

-Adesso ascolta bene le condizioni. Perché le dirò tutte una sola volta. Bene hai cinque minuti di tempo a partire da adesso, quindi devi fare in fretta! Inoltre sei attaccata ad un imbragatura estremamente elastica che ti tirerà inevitabilmente verso il tuo amato non appena lascerò andare il gancio che ti trattiene...ho forse staccherò i perni e il gancio ti inseguirà non lo so! AHAHHAAHAHHAAHAHA! Scusa. Comunque, adesso ti spiego il percorso: quelli sono cerchi taglienti che girano abbastanza velocemente da tagliarti il braccio in corsa, e come se non bastasse si muovono in orizzontale, fin quasi a toccarsi per poi separarso. Il pavimento è incandescente da qui alla fine, a proposito. KHIKHIKHI!!! Dopo ci sono delle lame in sequenza che caleranno dall'alto come delle mannaie, cercando di tagliare qualsiasi cosa passi su quel tappeto mobile in mezzo. E come parte finale, la Danza dei Martelli, in quanto quegli adorabili pezzi di ferro talmente caldo da fondere le mani con un colpo ti gireranno attorno facendo di tutto per annientarti. Infine, una volta che raggiungerai la tua principessa, avrai trenta secondi per liberarla prima che una rete incandescente vi catturi, e un minuto prima che due trivelle mortali vi perforino il cranio. Tutto chiaro!?

Lei cercò di prendere quanta più aria possibile.

Gli ultimi momenti della sua vita sarebbero passati come il vento tra le foglie.

Avrebbe preferito che Firion non fosse lì a vederla.

-Bene via!!- esclamò il mago, lasciando andare il gancio, dando via al tormento finale.

Light schizzò in avanti già tormentata, mentre usava i piedi per trattenersi, ma quelli scivolarono sul pavimenti incandescente, lasciandosi dietro pezzi di pelle disciolta.

La ragazza era esausta.

Tra le lacrime guardò avanti a se, guardando il suo uomo gridare di rabbia.

Il pavimento era lisciò, oltre che caldo.

Non c'era modo di fare presa.

Schizzò come un fulmine tra i due cerchi, riuscendo a mettersi di profilo all'ultimo istante, venendo comunque ferita profondamente alla schiena e al petto.

Quindi incontrò il tappeto mobile, i cui pilucchi si avvolsero attorno alle palme martoriate, nonostante riuscì a fare presa. Ma divenne fallace quando una lama colando le fece sentire un dolore lanciante, e capì di aver perso qualcosa.

Con gli occhi chiusi pianse in silenzio, e chinando il capo perse anche un orecchia.

Urlò di dolore, mentre le lame continuavano la loro letale discesa e Firion gridava a pieni polmoni, strattonando le catene con la forza di dieci uomini, ma non bastava.

Con un ultimo sforzo tirò al massimo l'imbragatura, così che le lame cadendo in sequenza tirassero il tessuto facendola scattare ancora più rapidamente, superando i pericoli.

Raggiunse l'ultimo tranello ad una tale velocità che dovette avanzare a quattro zampe.

Lì il terreno era irregolare, pieno di oggetti puntuti e pieno di fossette, in cui subì dolori ancora più indescrivibili.

Un martello le colpì una mano, un altro la schiena, piegandola e facendole percorrere gli ultimi metri rannicchiata.

I suoni di Firion l'avevano ormai raggiunta e con un ultimo grido la ragazza evocò le lame di Odino, spezzando l'imbragatura e colpendo le catene incandescenti, senza successo.

Disperata saltò sugli oggetti a mani nude, sopportando il dolore ulteriore.

Era disperata.

Ormai sentiva solo il calore del corpo del suo amato.

Era inutile.

Le catene non cedevano.

S'abbandono lungo il corpo di Firion, baciando il ferro incandescente con le proprie labbra.

Forse avrebbero potuto farlo lì.

La loro prima e unica volta.

Fisso tra le lacrime quel volto distrutto che avrebbe voluto stingere al petto.

-Whahahahaha!!!!- rise come un pazzo, il clown.

La rete li intrappolò, mentre il suono delle trivelle cominciò a farsi più forte.

-Cosa vedono i miei occhi, eh? Vorreste farlo!? Qui!?!?!? Davanti a tutti!?!?!? HOOHOHOHOHOH!!! I giovani!!! Chissà, forse potrei tenervi in vita finché una giovane vita non vedrà la luce, corrotta dal mio grande istinto paterno!!??! Oh si, potrei proprio!!!! WHAWAWHAHAHAH!!! Sarebbe l'essere più potente mai esistito su questo mondo!! E SARÀ MIO!!!!! MIO!!!! WHWANHWNAHNWHABJAHWAHAWJ!!!!!!!!!!! Tutto ciò è fantastico!! Chissà come sarà!?!?!?

-Un aberrazione- si alzò forte una voce sarcastica -Come l'essere che lo crescerà.

Kekfa si girò di 180°, come una bambola su un carillon, prima di spalancare le braccia tutto contento.

Un certo mago stava armeggiando con quello che noi potremmo conoscere come un telecomando per missili.

-KUJI-COOO!!!!

-Kefka-chiii!!- rispose quello allargando le braccia sua volta, lievemente disperato del fatto che il telecomando non funzionasse

-Che bello!! Da quanto che non ci si vede!!!

-Eh già quanto tempo- rispose il Jenoma chiudendo le braccia con un moto di stizza e rabbia, premendo accidentalmente il grande bottone rosso, attivando il propulsore di un razzo che aveva avuto tutto il tempo di attaccare alla schiena dell'odioso clown senza che quello lo notasse.

Mentre Kefka spariva tra grida di sorpresa e altri non meglio identificabili, Kuja si agitò in una breve danza di luci colorate che disperse le magie dell'altro mago, facendo cadere i due ragazzi martoriati al suolo, prima di lanciare un ultimo sguardo al telecomando.

“Però...”.

Quindi Kuja lanciò l'oggetto per aria, facendolo esplodere, e si teletrasportò a bordo del “razzo Kefka”, comodamente seduto come una strega sulla scopa e incurante della violazione della gravità (causata dai bruschi cambiamentei di direzione del mezzo), continuando a tenere le gambe conserte e una mano sul petto dell'odiato essere (e con la memoria intatta Kuja ha decisamente bisogno di riprendersi la sua rivalsa).

-Allora, collega, come vanno le cose?- chiese il Jenoma, sorridendo a trentadue denti.

-Confuse!!!! AHAHAH!!!! CONFUSE!!! Non capisco niente!!!

-Quando mai l'hai fatto?- mormorò Kuja.

-Allora Kuji-coo, cosa succede!?!?! Sei tornato nella banda?!?!?? Non so più chi tormentare!!!

-Temo che passerò, Kefka-chiii, non fa per me!- replicò il Jenoma, distogliendo lo sguardo dal volto del mostro sotto di lui.

-DAVVERO??!?!?!- esclamò sconvolto l'altro.

-Si.

-Allora non ti dispiacerà se farò questo!!!- decine di attacchi magici esplosero dalle mani del clown, rimbalzarono sul Protega di Kuja, mentre questi si guardava le unghie perfette, e tornarono in faccia al mittente.

Con il volto mezza bruciato Kefka fissò il suo avversario,

-Da quanto in qua sei così potente?- chiese serio.

-Guarda! HEADSHOT!- esclamò il Jenoma puntando il dito davanti a se.

-HEADSHOT!!!!- esclamò Kefka, partecipando all'euforia generale, prima di cambiare espressione -Aspetta cosa...?

Kuja si teletrasportò a terra mentre la testa del clown si piantava nella roccia.

-E come gran finale...- batté le mani il Jenoma -...i razzi esplodono.

Allargò le braccia sotto allo spettacolo di fuochi artificiali, portando la testa indietro.

-E i morti camminanooohhhhh!!!- disse irata la voce di Kefka mentre i resti del suo corpo cadevano verso...una piscina d'acido che Kuja aveva disposto appositamente lì sotto.

-Tsh, barbaro- disse il Jenoma, avviandosi lontano, con il mento sporgente e il passo orgoglioso.

Raggiunse di nuovo i due guerrieri, e la spavalderia gli morì dentro.

I due non si muovevano, erano abbandonati l'uno sul petto dell'altra.

Kuja provò una profonda pietà, conscio che era colpa della sua egoistica voglia di vendetta per cui non era intervenuto tempestivamente annientando il clown con la sua magia, piuttosto che usando il suo stesso gioco.

Sperava solo che il tutto non fosse irreparabile.

Iniziò a curare i guerrieri dell'armonia, e vide la sua energia fluire più potente che mai, avvolgendo i due in un candido abbraccio curativo, mentre le ferite si rimarginavano a vista d'occhio.

Persino le parti mozzate ricrescevano, uguali a quelle perse.

“In questo posto il male è potente, lo sento. Significa che non sono ancora una creatura di luce?” si chiese Kuja, con una punta di tristezza.

Alla fine la ragazza sussultò, seguita dal ragazzo.

Con un sospiro di sollievo Kuja cessò il suo trattamento, applaudendo i due.

Quelli si volsero a guardarlo, sorpresi.

-Avanti piccoli angeli, la battaglia è appena iniziata- gli disse calmo il Jenoma.

Poi sembrò riflettere -E voi siete...ecco...fuori dal giro mi pare?- indicò gli abiti quasi assenti.

I due calarono i propri sguardi su se stesi, poi si fissarono, con le gote arrossate, poi cominciarono a ridere delicati, e alla fine di cuore.

Quella risata risuonò con la forza di un tuono tra quelle mura, una risata che scacciava l'oscurità e il dolore, l'angoscia e la rabbia, lasciando i due a cadere ansanti l'uno sull'altra, scambiando un bacio appassionato.

-Ragazzi vi prego- mormorò Kuja tra i denti, ma i due lo ignorarono e la situazione si fece ancora più imbarazzante.

Il Jenoma si girò cominciando a sudare, e volendo essere altrove.


A\N: Il grande Kuja al salvataggio.

DII\N: Sembra che gli ex-villains stiano lavorando al posto degli eroi. Come mai?

A\N: Perché sono fighi.

  
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