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Autore: GReina    31/08/2015    3 recensioni
Cosa succederebbe se due semidei vedessero che la loro è solo una delle tante realtà? Cosa accadrebbe se capissero che il loro, non è l'unico mondo da scoprire? Vedremo Percy e Annabeth proiettati in un nuovo mondo a loro sconosciuto con mostri del tutto diversi da quelli che conoscono.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy/Annabeth
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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24. MAZE RUNNER

Più che a fare colazione al semidio sembrò di camminare verso il patibolo: ogni studente che incontrava (compresi i Serpeverde, poco amichevoli in tutte le altre occasioni) lo salutava con rispetto, ammirazione, ma anche compassione ''Puoi farcela, amico'', ''Non morire'' o ''Vedrai che sopravvivi'' erano frasi che gli erano state dette più di cento volte in pochi minuti. Il miogliore però era stato il prefetto dei Serpeverde ''Cerca di non morire, o se devi farlo, porta la Coppa al traguardo prima'' 
''certo amico, penso anche io che tra la mia vita e la Coppa, la vittoria abbia la priorità''. 
Annabeth era già seduta al tavolo con Teddy e Victoire. Questi ultimi con sguardi preoccupati
''Che succede?'' 
''Teddy e Victoire hanno paura che non usciremo vivi dal labirinto'' spiegò la semidea tranquilla
''non lo abbiamo mai detto'' mise il broncio la maga
''ma lo pensate'' ribbattè l'altra
''non dovete preoccuparvi'' la voce di Percy era sincera e rilassata ''abbiamo tutto sotto controllo. Abbiamo affrontato cose ben peggiori, credeteci'' era così: fino al giorno prima il semidio era tesissimo, ma adesso che la prova era a poche ore, non vedeva l'ora di scoprire la ragione per cui li avevano trascinati lì. D'altronde Chirone li aveva proposti per quella missione, e il centauro aveva a cuore ogni mezzosangue: non li avrebbe mandati se non avesse avuto la certezza che avrebbero vinto. 

Erano circa le 10:00 quando iniziarono a dirigersi tutti verso il campo da Quiddicth divenuto un enorme labirinto magico. Gli spalti erano rimasti come sempre, alcuni privilegiati avrebbero guardato la prova dall'alto. Altre panche erano state messe di fronte alle tre entrate aperte tra le siepi. Dove stavano gran parte dei professori e il ministro. 
I semidei erano appena arrivati, muniti di armature e spade quando la preside inizio a spiegare:
''I campioni hanno tempo illimitato per recuperare la Coppa. Essa dovrà essere toccata contemporaneamente dai membri della squadra perché in quanto passaporta li teletrasporterà di nuovo qui. La prova non sarà supervisionata da alcun docente o auror questa volta. I sei partecipanti quindi saranno da soli.'' e tra gli applausi e la musica, si girò per rivolgersi solo alle squadre ''Ascoltatemi bene, non avrete nessun tipo di aiuto questa volta. Se qualcosa dovesse andare storto, lanciate l'incantesimo periculum e ogni maledizione o creatura nei dintorni si fermerà. Dal quel momento però sarete eliminati e intercettati per essere messi in salvo. Mi raccomando'' scandì bene guardando soprattutto i semidei ''afferrate la Coppa insieme, o teletrasporterà solo uno dei due'' fece una pausa ''e che la fortuna possa sempre essere a vostro favore'' concluse. 
La McGranitt si allontanò e i fratelli Kane attaccarono bottone ''Non ci andremo leggeri semidei'' Carter era deciso e non traspariva umorismo ''noi dobbiamo vincere. Non ci importano le vostre ragioni''
''senza rancore quando saremo noi a prendere la Coppa, Kane'' gli rispose Percy ''la vittoria serve anche a noi.'' Il cannone sparò e la prova ebbe inizio.

Loro furono i primi a partire in quanto primi classificati alla seconda prova, pochi minuti dopo li avrebbero seguiti i campioni di Durmstrang e poi quelli di Beauxbaton. 
Non appena dentro, la siepe si chiuse dietro di loro, nonostante fosse ancora mattina la luce era fioca; davanti a loro si stendeva un lunghissimo corridoio tetro e silenzioso che iniziarono a percorrere - non avendo altre opzioni. 
Con Annabeth armata di spada di osso di dragone a fianco, Percy illuminava la strada con il bagliore di Anaklusmos. Non sembravano esserci bivi, il che era parecchio strano per un labirinto 
''La passaporta deve essere importante'' disse a un tratto la semidea ''probabilmente ci teletrasporterà nel luogo in cui dovremo combattere.'' il figlio di Poseidone la invidiava, certo lui aveva sangue freddo e una buona mano con la spada, ma proprio non riusciva a capire come i figli di Atena - soprattutto la loro capocabina – capissero così tante cose in così poco tempo. 
''Pensi che i Kane abbiano la nostra stessa missione?'' 
''Mh-'' Annabeth storse le labbra, probabilmente non riusciva proprio a darsi una risposta, e questo la faceva infuriare. ''Non lo so'' Dovette ammettere ''ma alleati o no, non possiamo permetterci di perdere la Coppa''. Fece appena in tempo a finire la frase. Un vento gelido soffiò alle spalle dei semidei, il corridoio da cui erano venuti iniziò a chiudersi rapidamente in un'unica parete, iniziarono a correre più veloce che poterono arrivando al primo bivio dove Percy sbattè su Annabeth fermatasi di botto 
''non è il momento di essere indecisi Ragazza Saggia!'' urlò per farsi sentire sopra il vento 
''I ragni vanno a destra!'' gridò lei di rimando 
''Ok, andiamo a sinistra allora!'' 
''No! Deve esserci una ragione! La McGranitt ha detto che i ragni sono alleati''
''Annabeth non c'è tempo per le spiegazioni! Tu va! Io ti seguo!'' la bionda prese il corridoio di destra, e lui le corse dietro. Dopo pochi metri si accorsero che il vento si era fermato al bivio, e le pareti del nuovo corridoio erano stabili. Avevano entrambi il fiatone ''Segui i ragni. È quello che mi ha sussurrato la professoressa poco prima di partire. Speravo di non doverlo fare'' il semidio gli mise una mano sulla spalla 
''quindi pensi che basti seguirli come abbiamo fatto con quello di Efesto per poter raggiungere la Coppa?'' i capelli biondi erano legati in una coda di cavallo, le sopracciglia erano aggrottate sopra gli intensi occhi grigio-tempesta. Era adorabile quando si scervellava, Percy lo aveva sempre pensato
''A quanto ho capito ogni genere di creatura è stata incantata per attaccarci. Oscura e non. Forse i ragni sono davvero alleati dei maghi, ma potrebbero essere nostri nemici qui dentro. Cerchiamo di cavarcela da soli'' il semidio non capiva se era il buonsenso o l'aracnofobia a parlare, ma si fidava ciecamente dei piani della sua fidanzata, e l'avrebbe seguita anche in un folle piano suicida – cosa che faceva in quasi tutte le missioni. 
Continuarono ad avanzare, non fu difficile affrontare i primi mostri, ad ogni bivio la figlia di Atena esitava. Percy non capiva con quale criterio scegliesse la direzione, ma a quanto pare ce n'era uno. 
Stavano proseguendo sulla sinitra quando sentirono un urlo dal corridoio accanto. I semidei si guardarono, negli occhi di Annabeth traspariva disperazione, perché sapeva che sarebbero accorsi in aiuto della ragazza urlante, ma anche paura per la certezza che avrebbe perso il senso di orientamento e il criterio di scelta. Ma quello di Percy doveva essere più deciso del tipo 'È inutile stare qui a guardarci, sappiamo entrambi che direzione prenderemo.'
''Se è come il labirinto di Dedalo, una volta entrati nel corridoio la strada di ritorno potrebbe cambiare'' Percy non disse nulla ''e va bene'' concesse ruotando gli occhi ''sbrighiamoci!''
Corsero in direzione della voce impaurita superando corridoi e corridoi. Il figlio di Poseidone si augurò che la sua ragazza stesse tenendo a mente i passaggi, perché lui non lo fece. 
Girarono un ennesima curva e trovarono Jean e Adeline placcati da una sorta di pipistrello/pterodattilo gigante, non restarono molto a chiedersi che genere di creatura fosse, ne avevano viste di più strane. Jean giaceva svenuto a terra, Adeline gridava con le spalle al muro, mentre il pipidattilo avanzava verso di lei
''Hey!'' farsi notere dai mostri era la cosa che meglio riusciva a un semidio figlio di uno dei tre pezzi grossi ''Ammettilo ho un odore più appetitoso io!'' riuscì ad ottenere la sua attenzione ''Ti presento una mia amica: si chiama Vortice'' fece sollevando leggermente la spada stretta in pugno e iniziando lentamente a camminare di lato. Il mostro fece altrettanto e in pochi secondi i due si ritrovarono a girare intorno fissandosi in cagnesco mentre Annabeth soccorreva i francesi 
''Riesci ad alzarti?'' stava chiedendo alla maga che annuì sempre terrorizzata. Jean si era ripreso, aveva recuperato la bacchetta e la stava puntando verso il cielo 
''Aspetta!'' quasi urlò il semidio ''Qui ce la caviamo, voi andate.'' non se lo fecero ripetere due volte. Il mago prese per mano la cugina e sparirono alla sinistra di un bivio. 
''Che fai Testa D'Alghe?'' Chiese quasi arrabbiata la figlia di Atena ''Se si fossero arresi avremmo avuto meno concorrenza!''
''Io… non ci ho pensato'' continuava a girare insieme al mostro ''uccido il pipidattilo in fretta e andiamo a cercare la Coppa, ok?'' 
''È il minimo'' si mise a braccia incrociate appoggiata alla parete come a dire 'sbrigati con questa seccatura'. Come immaginato non fu difficile: bastò fare una capriola in avanti e affondare Vortice dritto in gola alla creatura che si scretolò come sempre. 
Decisero di prendere il corridoio opposto a quello dei francesi ''Ormai possiamo solo andare a fortuna'' constatò amareggiata la semidea. 
Affrontarono mostri di tutti i tipi, per la maggior parte mai visti prima, fino ad arrivare a quello che Percy temeva di più, e non si riferiva al mostro, ma alle conseguenze che questo avrebbe portato: la Sfinge. 
La creatura era rannicchiata a terra e sonnecchiava, ma parve come presa da una scossa al loro arrivo: si mise a quattro zampe e con voce solenne li salutò ''Benvenuti cercatori'' come quella che aveva già incontrato, questa aveva il corpo da leone e la testa da donna, ma sperò che le somiglianze si fermassero là, preferiva di gran lungo un indovinello impossibile da risolvere a una figlia di Atena indignata. ''Avete due strade tra cui scegliere, la più lunga e sicura, o la più diretta verso la vittoria. Se è quest'ultima la vostra scelta sappiate però che dovrete rispondere ad una domanda. Se non ci riuscirete, i miei denti saranno l'ultima cosa che vedrete.'' Fece una lunga pausa studiando gli avversari e poi riprese ''Quindi a voi la scelta eroi.'' 
Non c'era bisogno che si consultassero, la scelta era ovvia ''Risponderemo alla tua domanda'' nella voce di Annabeth riconobbe un tono di sfida. 
La Sfinge si mise ritta e con un sorrisetto a dire 'speravo rispondeste così' disse ''Chi la fa la vende, chi la compra non la usa, chi la usa non la vede.'' la semidea parve sollevata. Non era il quiz a più domande per bambini che aveva affrontato a quindici anni, non sembrava poi un indovinello così difficile, ma non era neanche una presa in giro. Le sopracciglia della bionda si incurvarono e le labbra fecero altrettanto; gli occhi grigi parevano leggere infiniti dati invisibili e dopo qualche minuto si illuminarono: aveva la soluzione.  
''È la bara'' dichiarò felice. La Sfinge invece non parve dello stesso umore che, alla risposta esatta, sbuffò e - mettendosi da parte - li lasciò passare. Da quel punto in avanti non dovevano far altro che andare dritto, seguire il corridoio davanti a loro e non prendere mai altre strade, così sarebbero arrivati alla Coppa in men che non si dica. 
Iniziarono a correre, ormai impazienti di vincere, ma il labirinto faceva di tutto per ostacolarli: le siepi muovevano i rami come tentacoli cercando di farli inciampare e trascinarli in mezzo alle foglie. Avevano appena superato quelle fastidiose piante quando qualcuno arrivò correndo dal corridoio di destra facendoli inciampare tutti e quattro. 
''Ancora voi?'' Disse una voce mentre Percy cercava di alzarsi tenendosi la testa ''Perchè vi ritrovate sempre in mezzo ai piedi?'' erano i fratelli Kane
''Dovremmo essere noi a dirlo'' il corridoio dalla quale erano arrivati gli egittologi si chiuse, il che riportò la mente dei ragazzi alla prova; si alzarono quasi tutti contemporaneamente, il semidio prese per mano la sua ragazza e iniziò a correre 
''Percy! La Coppa ci serve!'' Carter quasi lo supplicava mentre mangiava la sua polvere insieme alla sorella 
''Mi 'spiace amico, ma serve anche a noi!'' dopo quella frase non capì bene cosa accadde. Il ragazzo corvino immaginò che uno dei Kane usò la magia, perchè inciampò come legato da una corda invisibile, facendo fare altrettanto ad Annabeth 
''Scusa'' disse sincera Sadie mentre li superavano, ma loro non si sarebbero fatti battere così. Si rialzarono e Percy usò l'acqua per spingerli in avanti; raggiunsero gli sfidanti e insieme a loro girarono l'angolo dietro il quale la videro: in un piedistallo di marmo si ergeva la Coppa nel suo bagliore celeste e le decorazioni d'argento. L'unico ostacolo che si ritrovarono davanti (a parte due fastidiosi maghi egittologhi) era una strana ombra non bene identificabile. Se era lì, Percy temette che potesse essere la creatura più pericolosa. 
Tutti e quattro i partecipanti si bloccarono e, invece di correre, iniziarono ad avanzare lentamente verso il mostro, armi in mano e guardia alta. Man mano l'oscurità si diradava e la sagoma prendeva forma. Quando furono abbastanza vicini da scorgerla, il semidio sbiancò, non era un mostro, era il suo peggiore incubo. Era pietrificato, e senza poter muovere un muscolo fu costretto ad assistere alla scena: le pareti del labirinto erano sparite, in compenso era tornato quell'ormai tristemente familiare bagliore rosso del Tartaro. Percy ed Annabeth erano di nuovo lì sotto e separati da uno stormo di arai; la figlia di Atena vagava cieca continuando a chiedersi perché il suo ragazzo l'avesse abbandonata in un posto simile, lui d'altro canto era bloccato da un esercito di mostri mentre la ragazza avanzava verso un precipizio. Il figlio di Poseidone si fece strada a suon di spada, abbattè innumerevoli arai prendendosi tutte le maledizioni possibili pur non sentendo alcun dolore. Pensava solo a come raggiungere Annabeth. Mancavano pochi metri, un altro paio di arai e si sarebbe potuto tuffare per afferrare la mano dell'amata salvandola da una caduta sicuramente letale. Ne mancava una, l'abbattè e si tuffò, sfiorò la mano di lei, ma non riuscì ad afferarla e, in un ultimo grido, si perse nel bagliore rosso della profonda voragine. 
Il semidio smise di respirare, cadde in ginocchio perdendo tutta la voglia di combattere, e lì, tra tutte quelle arai, si arrese.
 
La scena mutò. Era ancora nel Tartaro, ma questa volta combatteva davanti alle porte della morte. Se ne chiese il motivo: perché doveva ancora combattere se Annabeth era morta? Perché il suo corpo reagiva? Era inutile. Ma poi una mano si strinse nella sua e la vide: la sua ragazza era viva e vegeta (più o meno) e combatteva al suo fianco insieme a Bob, Damaseno e Bobbino. I cinque arretravano lentamente, mentre il dio Tartaro risucchiava tutto nel suo vortice ''dobbiamo sbrigarci'' stava dicendo il gigante ''qualcuno dovrà tenere premuto il pulsante, andate voi. Lo farò io'' 
''No! Dobbiamo uscire tutti insieme'' Percy non avrebbe abbandonato nessuno 
''Percy-'' Annabeth aveva la voce rotta dal pianto, si girò e i suoi occhi erano a pezzi. Lo sapeva anche lui: se Damaseno non fosse rimasto a premere il pulsante sarebbero morti tutti, ma lui non poteva accettarlo 
''Non possiamo abbandonarlo!'' 
''Dovete farlo, semidio'' Damaseno pareva calmo ''è mio padre quello davanti a noi, sono io che devo occuparmene'' 
''anche se fosse non potresti farlo da solo! Devi tenere premuto il pulsante e Tartaro non te lo lascierà fare!'' serviva qualcun'altro a parargli le spalle, persino Bobbino pareva capirlo, e quel qualcuno sarebbe stato Percy. Non avrebbe permesso che Bob, né tantomeno Annabeth morissero in quel posto. I mostri avanzarono e il discorso fu interrotto; erano davanti alla soglia dell'ascensore aperto, Bob era dentro, Damaseno e Bobbino combattevano avanti a loro, Annabeth gli prese la mano, aveva le lacrime che le rigavano il viso e in un attimo si strinse a lui e lo baciò 
''Ti prego, perdonami Percy'' prima che potesse capire a cosa si riferiva lo spinse dentro le porte e premette il bottone
''NO!'' era troppo tardi. Le porte erano chiuse e Annabeth era rimasta nel Tartaro. Il semidio provò a forzarle, ma queste non si muovano, si girò verso il titano per chiedere aiuto, ma scoprì che era lui a bloccare le porte ''CHE COSA STAI FACENDO!?'' era disperato ''DOBBIAMO TORNARE A PRENDERLA!'' 
''Non possiamo Percy! Se apri le porte moriamo anche noi!'' 

*Percy! Percy!* aveva la vista annebbiata, in qualche modo sapeva che quella era solo una visione, ma era troppo shockato per muoversi. *Percy!! Rispondi!* 
*Sadie abbiamo la Coppa a portata di mano!! Sbrigati!*
*Ma non possiamo lasciarli così!* Sentiva delle voci, ma sembravano come provenire da un tunnel lontano, non capiva neanche di chi fossero 
*Se prendiamo la Coppa il Torneo finirà e i professori li aiuteranno!*
*Carter Kane! Non se ne parla! Se vuoi abbandonarli dovrai farlo da solo!* Quella voce stridula e arrogante, ora ricordava: era Sadie. La vista iniziò a schiarirsi, Carter Kane lo guardava preoccupato e impaziente 
''Svegliati forza!'' ora la voce era chiara, iniziò a sollevarsi e vide che Annabeth era nel suo stesso stato: rannicchiata a terra e tremava da far paura; stava sudando freddo e gli occhi sembravano spenti. Sadie stava cercando di aiutarla, lui strisciò verso di lei e arrivò appena in tempo per vederla tornare in sé
''Era un molliccio'' spiegò la maga ''prende la forma delle nostre peggiori paure'' i semidei tremavano ancora 
''è andato via?'' Percy cercò di pronunciare quelle parole con voce ferma, ma non ci riuscì. Perdere Annabeth due volte in pochi minuti lo aveva distrutto 
Sadie annuì ''Ci ha pensato Carter'' il labirinto era sereno, non c'era ombra di mostri o strani incantesimi intorno 
''perché non avete preso la Coppa?'' le chiese la semidea 
''Non avrei mai potuto lasciarvi in quello stato! Dovevate vedervi, facevate paura'' Percy si ritrovò a fissare il premio della prova, e gli altri tre fecero altrettanto 
''Quell'affare ci serve sul serio'' 
''serve sul serio anche a noi'' gli rispose Carter 
''afferriamola insieme. Tutti e quattro'' quel piano era facilmente proponibile anche da un figlio di Poseidone 
''nessuna obbiezione'' avanzarono verso la Coppa ''al tre'' raccomandò il Kane 
''uno''
''due''
''tre!'' afferrarono i manici del trofeo e iniziarono a ruotare come dentro a un frullatore. 
Poi tutto si fece buio.
   
 
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