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Autore: Ghostclimber    01/09/2015    1 recensioni
Tutto parte da uno strano sogno di Fred, alla vigilia dei G.U.F.O. ...chi sarà quella ragazza? Lui riuscirà a trovarla?
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Se fossi Charles Dickens e dovessi scrivere capitoli a cadenza settimanale, l’avete già capito, sarei un botolo di cenci seduto al bordo di una strada con un piattino di plastica e una gran fame.
Mi scuso come i bambini, che dicono “Fcufami, mamma, non lo faffo pù!” e poi lo rifanno.
LOL però dai, questo è il Funerale di Silente, mica baubau miciomicio!
Scherzo. Scusate. Fortuna che la zia Jo non usava queste scuse stupide, altrimenti avremmo i libri fino al Prigioniero di Azkaban e qualche tweet che dice “scusate, potterhead, è che sto scrivendo un capitolo difficile.. poi vedrete! In alto le bacchette!”
Un grazie a _ehitommo_ che ha la pazienza di Giobbe e spero sia ancora qui, e un grazie alla mia Illy che ha ascoltato le mie lamentele e il mio trip mentale sui Simpson e che si è dichiarata disposta a leggere tutto ciò. (auguri sorella)
 
La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come se fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
[…]
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
[…]
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.
 
[La Morte non è Niente, Henry Scott Hollard]
 
-Signorina Black, ancora non sono convinta che sia una buona idea.- disse Madama Chips, sorreggendo Cathy per un braccio, aiutandola a scendere dal letto.
-Tesoro, sono d’accordo, penso che sarebbe meglio rinunciare.
-Mamma! Per l’ultima volta, no!- rispose Cathy, bianca in volto, tremante mentre cercava di poggiare i piedi sul pavimento.
-Ma gioia, l’Ossofast non ha ancora terminato il suo effetto…
-Mamma, è il funerale di Silente!- sbottò Cathy, tremante di dolore e di rabbia impotente. Finalmente sentì sotto le piante dei piedi le fredde piastrelle del pavimento, e s’ingegnò per ricordarsi quali muscoli doveva attivare per alzare le chiappe.
-Piuttosto, hai portato quella cosa che ti dicevo?
-Sì, cara, ma…
-Ok, molto bene, appena imparo ad usare le stampelle me la dai, intese?- in quel momento la porta dell’infermeria si aprì ed entrò Arthur Weasley, seguito dai gemelli. Le gambe di Cathy decisero che era tempo di andare in sciopero e lei ripiombò a sedere con un ruggito di nervosismo.
-Madama Chips, Mary… Cathy, ho una sorpresa per te!- esclamò Arthur, con lo sguardo di trionfo ed esaltazione che ormai tutti avevano imparato ad associare al ritrovamento di manufatti Babbani. E, fin troppo spesso, alla loro manutenzione creativa.
-Ah… ah sì?- chiese Cathy, un po’dubbiosa. Arthur si voltò e tirò fuori da dietro la porta una sedia a rotelle, con aria decisamente esaltata: -Ta-da!- esclamò. Mary scoppiò a piangere e Madama Chips diede in uno sbuffo che poteva significare qualunque cosa, dallo scetticismo al divertimento.
-E… ehm. Per caso l’hai… ecco, modificata?- chiese Cathy, battendo una mano sulla spalla di sua madre, che gliela strinse forte.
-No, purtroppo non ne ho avuto il tempo.- confessò Arthur, -Quest’estate possiamo lavorarci insieme, se ti va, ho pensato che si potrebbe mettere un motore eclettico, ho sentito dei Babbani giù al villaggio che lo fanno con le loro biciclette.- la guardò speranzoso, apparentemente ignaro dei sospiri di sollievo che si erano alzati da tutti i presenti.
-Ehm… sì, beh, possiamo pensarci magari. Adesso qualcuno mi aiuterebbe a salire su quell’aggeggio? È quasi ora.
-Sì, i ragazzi stanno cominciando a sedersi.- disse Madama Chips, guardando fuori dalla finestra. Mary, tranquillizzata dal fatto che Arthur non avesse installato esplosivi o cose simili sulla sedia a rotelle dove si sarebbe seduta sua figlia, fece un cenno a Fred e George, che si erano tenuti in disparte, incerti su cosa fare. Si fecero allora avanti e sollevarono senza sforzo Cathy, per adagiarla piano sulla sedia.
-Siamo sicuri che quest’arnese sia sicuro?- chiese Fred, l’ansia negli occhi.
-I Babbani le usano. Il peggio che possa capitare è impantanarsi nel fango.
-O rotolare giù da una collina, se la usi come di solito usi la bicicletta.- Cathy rise alla battuta di Mary in maniera un po’troppo sonora: era più preoccupata del suo stato d’animo che della propria ripresa fisica, dolorosa ma costante, e per di più alleviata da visite di amici, regali di Fred e mazzi di fiori davvero enormi di provenienza non meglio stabilita.
-Allora,- chiese Fred, fingendo un tono leggero, -Hai scoperto chi è il tuo ammiratore segreto?
-Certo, è Grop. Mi ha fatto la serenata ieri alla finestra! Non sono sicura, ma credo che stesse cantando London Bridge is Falling Down.
-Una scena davvero assurda.- confermò Mary, -Credo che Hagrid abbia pensato che poteva farle piacere scoprire che Grop ha imparato a cantare. Ma non penso sia lui che ti manda i fiori.
-Sì, lui ha lasciato un sasso sul davanzale della finestra.- specificò Madama Chips.
-Questo sì che sarà un avversario d’amore duro da battere!- esclamò Fred. Cathy cominciava a sentirsi a disagio con tutto quel buonumore forzato; represse uno scatto d’ira, tanto non era in grado nemmeno di scacciare una mosca, e si limitò a dire: -Andiamo, allora?
 
Il funerale fu lungo e irreale. Pur avendolo incontrato nell’aldilà, e avendo avuto la conferma da lui stesso, era impossibile credere che Silente fosse morto davvero. Cathy si aspettava continuamente di vederlo apparire, la lunga barba fremente nell’aria fresca del parco, la lunga veste che piegava gli steli d’erba. Lo risentì cantare l’inno di Hogwarts, rivide il sorriso nei suoi saggi occhi azzurri. Vicky, di fianco a lei, aveva lo sguardo fisso in quella che sembrava un’espressione di circostanza, ma che nascondeva molto di più. Non ne avevano ancora parlato, ma durante l’estate sarebbe stato il caso di discuterne: il suo eroe, Severus Piton, aveva ucciso Silente a sangue freddo. Nemmeno Vicky, sempre pronta a giustificarlo, aveva questa volta trovato una spiegazione. Sembrava avere invece sviluppato una rabbia feroce nei suoi confronti, come se lui l’avesse tradita personalmente. L’unica volta che ne avevano parlato, quando Vicky l’aveva informata della morte di Silente e di come fosse avvenuta, Cathy non era riuscita ad infrangere il muro di silenzio che copriva le emozioni dell’amica, la quale in compenso aveva fatto saltare in aria una brocca d’acqua in un estemporaneo atto di magia accidentale, facendo quasi venire un colpo a Madama Chips.
 
Una specie di prete magico alto come uno Hobbit continuava a parlare, tessendo un elogio generico, ma nessuno sembrava disposto a prendere la parola per parlare di Albus Silente. Il parco sembrò svanire mentre Cathy tentava invano di concentrarsi; il pianto disperato di Hagrid era una distrazione enorme. Nemmeno si accorse del canto dei Marini e registrò solo in maniera molto vaga la pioggia di frecce scagliata dai Centauri, schierati sul limitare della Foresta Proibita. Tutti sussultarono quando il sudario in cui era avvolto Silente prese fuoco, e per un attimo sembrò che una fenice si librasse al di sopra della tomba di marmo bianco: Cathy si concesse per un attimo di sperare che quello fosse il Patronus di Silente, che lui non fosse davvero morto, che sarebbe restato a Hogwarts fino alla fine dei tempi, anziano ma coriaceo, spiritoso ma serio quando serve… ma fu solo un attimo. Poi, sentì la sedia a rotelle ritrarsi: Vicky la stava portando lontana dalla folla che pian piano sciamava via, verso il castello e verso Hogsmeade. La manovrò maldestramente verso un salice su una collina, dopo una breve e involontaria sosta in un cespuglio di rose che fruttò un sacco di parolacce da parte di entrambe, e un ronzio incazzato da parte delle api che si stavano godendo il nettare e di certo non gradivano l’interruzione.
-Vicky, devo parlare con Harry.
-Lo so, me lo ripeti da due ore. Adesso sta parlando con Ginny, ti tocca aspettare a meno di non voler fare il reggi moccolo.
-Sì, beh, era per dirtelo, hai battuto la testa l’altra notte, magari ti ha danneggiato la memoria a breve termine!
-No, mi ha danneggiato solo le capacità motorie, te lo anticipo nel caso dovessi per sbaglio fiondare la tua carrozzina nel lago.
-Ah, buono a sapersi, una bella nuotata in effetti mi andrebbe! Ehi, si stanno salutando, vai, muoviti!- Ginny si allontanava da Harry. Lui era in piedi da solo a guardare gli ultimi rimasti, quando Vicky lo raggiunse. Cathy la vide che gli parlava, poi indicargli la collinetta erbosa dove Cathy sostava, sempre più nervosa ogni istante che passava; lui sembrava un po’scocciato. Forse non era il modo o il momento giusto di parlargli, forse… ma ormai era troppo tardi per ripensarci. Vicky si era fermata a parlare coi gemelli e Harry già si avvicinava. Quando fu a portata di orecchie, Cathy lo salutò: -Ciao, Harry.
-Ciao, Cathy… io… ho saputo che te la sei vista brutta.
-Già. Ecco, proprio di questo volevo parlarti. Ehm… non è facile spiegarsi, anche perché non ho proprio capito cos’è successo…- Cathy stava perdendo la sua attenzione: lo vide scoccare uno sguardo in direzione del lago, quindi decise di tagliare corto spiegando la faccenda alla bell’e meglio. Prese un grosso respiro e proclamò: -Ho visto quello che c’è dopo. Più o meno. Almeno credo. Comunque ho parlato con Silente, e con papà, e… e con tuo padre.- ecco, ora l’attenzione di Harry era tutta su di lei. Si chinò rapido verso di lei per guardarla negli occhi.
-Hai parlato con mio padre? Cosa ti ha detto?
-Mi ha detto di riferirti che lui e tua madre sono molto orgogliosi di te.- rimasero così qualche istante, occhi verdi dentro ad occhi verdi, poi quelli di Harry si velarono di lacrime.
-Ah, no, ti prego Harry, che poi piango anche io, cazzo!
-Scusa, è che… mi dispiace per Sirius, avrei dovuto capire che… ma ho visto Voldemort che lo torturava, e non ho potuto…
-Hermione mi ha detto che hai controllato prima di andare al Ministero.
-Sì. L’ho chiamato dal camino della Umbridge, ma Kreacher…
-Ha mentito. Sì, lo so. Ti capisco. E, ad ogni modo, mi sembra passarsela bene con James.- Harry abbozzò un mezzo sorriso e distolse lo sguardo.
-Ho una cosa per te.- disse infine Cathy, allungandogli una foto che aveva tenuto in grembo durante tutto il funerale. Harry la guardò ed emise uno sbuffo liquido che poteva anche essere una mezza risata: -Ma cosa diavolo…
-È tuo padre, Harry. A quanto pare si era messo in testa che sarebbe stato divertente travestirsi da Rudolph per il tuo primo Natale.
-Quella bambina in braccio a Sirius…
-Sarei io. Sì, ero abbastanza sconvolta, non capivo dove avesse lasciato Babbo Natale. Mi riferiscono che poi ho pianto per mezz’ora dicendo che senza di lui le altre renne si sarebbero perse. Almeno, questo hanno capito dai miei bofonchiamenti, in fin dei conti avevo due anni.
-A Sirius però è piaciuto, vedo…- nella foto, Sirius si contorceva dalle risate guardando il suo amico Ramoso con un naso rosso e Harry in groppa. Cathy, trattenuta dal suo braccio, sbatacchiava qui e là sulla sua gamba, senza distogliere un momento gli occhi da James-Rudolph.
-Harry… uccidilo.- disse Cathy, di nuovo seria, -Uccidi Voldemort anche da parte mia.
-Ce la metterò tutta.- Harry si alzò, in viso un’espressione seria e un po’terrorizzata. Si tastò una tasca della veste e sembrò prendere coraggio.
-Ti somiglia molto, sai?- gli disse Cathy.
-Come?
-Tuo padre. All’inizio l’avevo scambiato per te. Anche la voce è simile.
-Sì, ecco, non è proprio una novità, me lo dicono tutti.
-Lo immaginavo, mi è uscita così. Cioè, non per fare conversazione, francamente sono stanca e comincio a sentir male dappertutto, giusto… così.
-Mio padre era un po’un bullo, da quel che mi risulta.- disse Harry, come se non gliene importasse.
-A me risulta che ce l’avesse solo con Piton. E Piton si rotolava nelle Arti Oscure.
-Sì, beh, non è un motivo per togliergli le mutande davanti a tutta la scuola!
-Ti stai immedesimando un po’troppo nell’uomo che ha ucciso Albus Silente. E ti rammento che hai quasi dissanguato mio cugino per lo stesso motivo.
-Tuo… oh. Non avevo mai pensato che…
-Che io e Draco siamo cugini? Sì, beh, sono anni che tento di negarlo.
-Lui non voleva.- disse Harry. Chiunque fosse passato di lì avrebbe creduto di ascoltare la conversazione di due che si erano appena ingurgitati un bel po’di Cioccalderoni.
-Lo so. Mi ha riferito che sarebbe stato per quella sera e io ho avvisato Silente.
-Anch’io l’ho fatto. La Cooman ha sentito qualcuno esultare nella Stanza delle Necessità. Però dopo, sulla Torre, lui… lui aveva abbassato la bacchetta.
-È una vittima anche lui. Non odiarlo, ti prego. Uccidi Voldemort, e salva anche Draco.- Harry sembrò valutare l’incitamento ma non trovò nulla da ribattere; con un cenno di saluto, tornò da Ron e Hermione. Cathy lo vide infilarsi la foto in tasca ed era impegnata a seguirlo con lo sguardo; si accorse di Fred solo quando le cadde in grembo una manciata di fiori di campo.
-Porca Circe! Che cacchio è?
-Ecco, lo sapevo! Preferisci i fiori del tuo ammiratore segreto!
-No, preferisco avere i vestiti non sporchi di terra, che è ben diverso! E comunque…- Cathy fece cenno a Fred di chinarsi, -Credo sia Draco a mandarmeli.
-Draco?
-Sì. Se posso, cercherò di salvarlo. È finito in una faccenda troppo grande per lui, e credo che abbia capito da che parte stare. Solo… solo, non può.
-Voleva uccidere Silente.
-No, non voleva. Pensava di volerlo, ma da Natale so dei suoi piani e aveva promesso di informarmi se fosse riuscito a far entrare i Mangiamorte nella scuola. Ne avevo parlato con Silente e lui si era raccomandato di non farne parola con nessuno.- Fred si sedette sull’erba davanti a lei e alzò lo sguardo: -Ma perché?
-Perché Tu-Sai-Chi avrebbe ucciso Draco e i suoi genitori.- calò il silenzio. L’albero frondoso sopra a Cathy lasciò cadere una pioggia di foglie su entrambi ad un colpo di vento.
-È ora che ti riporti a scuola.- disse infine Fred, giocherellando con le dita di Cathy, -Tra poco partirà l’Espresso.
-Solo un momento.- Cathy tremava, mentre prendeva in mano uno dei fiorellini che le aveva portato Fred. Respirò a fondo e disse: -Non sono ancora riuscita ad usare la magia. Voglio… voglio riprovarci.
-Adesso?
-Adesso, Fred. Con te.- Cathy fissò intensamente il fiore, che si richiuse. Poi, si riaprì e si alzò in volo, pochi centimetri sopra il palmo della sua mano. Infine ricadde, e Cathy lo strinse con un singhiozzo di felicità.
-Puoi fare tutto, Cathy.- disse Fred, senza nemmeno sapere cosa stava dicendo, giusto per dire qualcosa, perché le aveva già visto fare quella magia, anche se solo una volta, in sogno.
-Sì… e sai cosa farò appena finita questa guerra che arriva?
-Cosa?
-Un bagno caldo.
-Un bagno caldo? Beh, ti consiglio di farne un paio anche prima, non sappiamo quanto durerà.
-Per ora non posso cuocermi nella vasca, dice Madama Chips. Solo docce tiepide.
-E perché?
-Ho intenzione di scoprirlo… vorrei prendere il suo posto qui quando sarà il momento.
-Bello. Però c’è un’altra cosa che devi fare, tra il bagno caldo e la sostituzione di Madama Chips.
-Cosa?- Cathy fissò Fred in quegli occhi azzurri luminosi.
-Come, cosa? Sposarmi, è ovvio.

 
   
 
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