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Autore: Rystie_00    01/09/2015    1 recensioni
- Che cos’hai sul naso? – mi chiede. Sorrido.
- Si chiama Bridge: è un piercing. – dico, toccandomi il naso all’altezza degli occhi.
- Ti sta bene. L’oro contrasta bene con i tuoi capelli ramati. -
- Grazie! Invece tu hai il cielo e il mare negli occhi! –
Vi è una pausa dove realizzo la cazzata che ho appena detto.
- L’hai letta da qualche parte. -
- Sì. –.
È il complimento più squallido che abbia mai fatto a qualcuno. Che pessimo.
Ma lui ride. E rimango senza fiato.
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Questa è la mia nuova FF... se volete dare un'occhiata siete i benvenuti! :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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II CAPITOLO
 
GABRIEL
 
Il sabato pomeriggio, lo vedo arrivare nel posto che abbiamo stabilito, in sedia a rotelle e con un sorriso stampato sulle labbra.
- Non vedevi l’ora di vedermi, vero? – è la prima cosa che chiedo.
- Qualcosa di simile. – ridacchia lui, sarcasticamente.
Il posto che ci circonda, un parco abbastanza vasto, pullula di bambini e vecchi anziani.
- Che vuoi fare? – chiedo, guardando davanti a me.
- Andiamo da quella parte. – dice, indicando una collinetta poco distante.
Senza dire una parola, mi porto dietro di lui e inizio a camminare, spingendo la carrozzella.
- Grazie. – dice timidamente.
- Coraggio, chiedi quel che devi chiedere. – lo sprono, per iniziare la conversazione.
Vedo i suoi capelli castani e, per un attimo, immagino di immergerci le dita.
- Cosa ti piace fare nel tempo libero? -
Sorrido.
- Esco con gli amici, di solito, e il martedì ho box. -
- Anche io esco spesso, anche se mi è un po’ difficile. Da quanto fai box? –
- Quattro anni. -
- Wow. Deve piacerti molto! – esclama. - Se sei sempre così impegnato, come fai a gestire le tue relazioni? –
Scoppio a ridere di gusto. Tanto che lui si gira e sorride a sua volta. – Che c’è? -
- Quanto sei innamorato di me da uno a dieci? – chiedo.
Lui di botto arrossisce e si volta balbettando: - Ma cosa dici… Io non sono innamorato di nessuno. -
Continuo a spingere la sedia a rotelle, finché non arriviamo dove vuole lui.  C’è una panchina, così affianco la carrozzella ad essa e  mi sedio.
Il paesaggio ci permette di osservare tutto il parco. È molto bello, soprattutto con le prime luci arancioni della sera.
- La rosa l’hai tenuta? – chiedo.
- Sì. Ma è quasi morta. -
Rido. – Chissà perché qualcuno l’ha lasciata lì. -
Lui si volta verso di me. – Magari è solo caduta. O è stata persa. – spiega.
- O magari è stata lasciata apposta in quel punto, perché sapevano che l’avrei raccolta e che ti avrei incontrato subito dopo. -
- Potrebbe essere. Ma chi farebbe una cosa del genere? – chiede, assottigliando gli occhi.
Mi porto un dito sul mento: - Chi mi dice che non sei stato proprio tu? Forse sapevi che sarei arrivato. -
- Poteri farti la stessa domanda. – ribatte.
Incrocio le braccia e scuoto la testa. – Sei troppo intelligente. – ridacchio.
- Uno dei vantaggi di essere figlio di due professori. -  
- I tuoi genitori insegnano? -
Lui abbassa lo sguardo e si improvvisamente serio. – Mio padre sì. Mia madre insegnava. -
- Ha cambiato lavoro? – domando.
- No. È morta. -
Spalanco gli occhi. Sono un’idiota. – Mi dispiace tantissimo. Scusa, non volevo… -
- Non lo sapevi. Tranquillo. – mi rassicura, sorridendomi. – E poi, è successo tre anni fa. -
Annuisco: - Non continuare, se non te la senti. Ma se ne hai bisogno, io sono qui. – dico, mettendogli una mano sulla sua, appoggiata sulla gamba sinistra.
- Magari un’altra volta. – dice infine.
Mi concedo di guardarlo. Seguire le linee perfette del suo viso. Con la luce del tramonto dietro al suo profilo, sembra un chiaroscuro. Tiene gli occhi chiusi e noto come le sue ciglia siano lunghe, rendono il suo volto più simile a quello di un bambino. Poi solleva le palpebre, rivelando i suoi occhi color del mare cristallino.
Quelle due perle si spostano su di me.
- Noi non ci conosciamo neppure… - dico – ma sono fortemente attratto da te. -
Lui sorride dolcemente.
- Credo sia lo stesso per me. -
- Io di solito non sono così impulsivo, ma non riesco a fare a meno di guardarti e studiarti. Non sei per niente il mio genere di ragazzo, ma, all’improvviso, credo che farei di tutto per te. Forse è assurdo, e ti sembrerà impossibile una cosa del genere, ma io sento queste emozioni. –
Fissa la verde erba per terra.
- Potremmo iniziare ad uscire insieme. – dice.
- Sì. – annuisco.
- Potresti comprarmi un vero fiore. -
- Certo. -
- Potresti passare a prendermi fuori scuola. -
- Ogni giorno. -
- Potresti… -
- Potrei baciarti. Ora. – lo interrompo.
- Sì. Assolutamente sì. -
Si sporge leggermente e io gli prendo il viso fra le mani, catturando le sue morbide labbra.
Chiudo gli occhi, e mi separo leggermente. È stato un bacio breve, come a chiedere il permesso.
Sento il suo respiro soffiarmi sulle labbra.
- Siamo fuori di testa. -  
- Già… -
Questa volta è lui a poggiare la sua bocca sulla mia.
Stringo la presa sul suo viso e lo avvicino il più possibile.
Forse è strano da dire, ma sembra che ci stiamo divorando le labbra. È come se l’unica cosa che ci serve per vivere si trovasse nell’altro. Sto cercando la sua anima, per rapirla e tenerla stretta solo a me.
- Pazzi. – sussurro, ancora ad occhi chiusi.
- Completamente. –
Dal tono di voce, capisco che sta sorridendo.
Rido anch’io. E insieme, le nostre risate, sono il suono più bello che abbia mai sentito.
 
  Lo accompagno fino al vialetto di casa.
Siamo rimasti fuori a cena a parlare ognuno di se stesso. È stato bello scoprire che non abbiamo assolutamente niente in comune.
Io faccio parte di una famiglia benestante, lui no. Io sono abbastanza popolare a scuola, lui non troppo. Io ho degli amici che a volte ci sono, altre no, lui ha un solido legame con due suoi coetanei. A me piace essere schietto, senza pensare che le persone possano offendersi, lui cerca di non ferire nessuno e, piuttosto di dire ciò che pensa, rimane in silenzio.
Mi piace.
 - Allora, domani passo a prenderti fuori scuola. Non è distante dalla mia, ci metterò dieci minuti. – dico.
Lui si volta con tutta la sedia e mi guarda dal basso, sorridendo. – Va bene. -
Mi inginocchio con una gamba per arrivare alla sua altezza. Gli accarezzo il volto e lui poggia la fronte sulla mia.
Bacio delicatamente le sue labbra sottili.
- A domani, dolcezza. -
Lo sento ridacchiare e le sue guance diventano leggermente rosee.
- A domani. –
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: Buonasera! Credo che non ci sia troppo da dire su questo capitolo a parte per il fatto che il fluff è alle stelle. Grazie mille a chi ha recensito lo scorso capitolo! Siete fantastici!!!!
Niente… mi farebbe piacere sapere che ne pensate di quello nuovo! Diciamo che, i nostri protagonisti hanno fatto il “passo”. Un bacio non è cosa da poco muahahah.
Vi auguro una buona serata!
Un abbraccio.
Rystie_00 
   
 
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