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contest #fuoricèilsole di Lilac J
Maya adorava l’estate,
nonostante il sudore appiccicoso sulla pelle, il sole troppo caldo per la sua
pelle chiara e troppo luminoso per i suoi occhi color ghiaccio.
In estate c’era il suo compleanno, in estate era nata la sua sorellina e,
sempre in estate, aveva conosciuto Harry.
Sorrise a se stessa e tirò fuori dalla tasca il pacchetto di sigarette
stropicciato, ne prese una e se la mise in bocca.
Aveva appena litigato con Harry, una di quelle litigate che facevano tremare i
muri, e si era rifugiata nel parco di fronte casa per non dover vedere la sua
faccia.
Accese la sigaretta e inspirò il fumo, subito la sensazione familiare le riempì
i polmoni e chiuse gli occhi per godersi quell’attimo di pace.
Harry odiava il fatto che lei fumasse, Maya lo sapeva bene, ma lei ne aveva
bisogno davvero; un po’ per ripicca perché lui non la ascoltava e se ne andava
sempre in giro con quella stupida moto che l’avrebbe ucciso prima o poi, un po’
perché stare con Harry Styles era stressante.
Non aveva mai capito perché
la gente fosse così morbosamente attaccata alla vita privata di Harry, insomma
era un cantante no? Dovevano interessarsi alla sua musica e non alla persona
che stava insieme a lui; invece ad ogni intervista gli facevano domande su
domande circa la sua relazione, perché?
Che importava a loro del perché Maya non avesse ancora un solitario al dito?
Che importava a loro dei pettegolezzi che dicevano che lei era incinta?
Che poi, incinta? Si vedevano a malapena a causa dei vari tour ed Harry era
davvero maniacale quando si trattava di protezioni e anticoncezionali, come se
un bambino con lei fosse la fine del mondo.
La verità era che Maya era
stufa, stufa di questa pressione, stufa di essere sempre sotto gli occhi di
tutti e stufa di essere presa di mira.
Sapeva già da sé di non essere abbastanza per Harry, l’aveva saputo sin dalla
prima volta che si erano visti quel lontano 12 agosto di quasi quattro anni
prima quando entrambi erano alla stessa festa sulla spiaggia.
Lui con una famosa e bellissima modella di Victoria’s Secret alta mezzo metro
in più di lei e con un bellissimo vestitino di Armani; lei con degli stupidi
pantaloncini a fiori e una camicetta sgualcita. L’aveva già visto in varie foto
su internet, ma mai avrebbe immaginato una tale bellezza, insomma le foto
spesso vengono ritoccate, invece per lui sembravano non rendere nemmeno
giustizia. Quegli occhi verdi che risaltavano sotto la luce chiara della luna e
del fuoco proveniente dal falò, i lineamenti marcati, le labbra piene e rosee e
il suo fisico tonico; tutto di lui era accattivante.
Non aveva programmato di parlare con lui, non aveva nemmeno programmato di
passargli vicino; ma improvvisamente, una mano si era posata sulla sua spalla e
lei si era ritrovata davanti quegli occhi verdi magnetici.
Non era abbastanza per Harry e lei lo sapeva, come lo sapeva il resto del
mondo.
L’aveva saputo sin da quella festa sulla spiaggia, quando lui aveva cercato di
rimorchiarla con una stupida frase che usano i quindicenni per fare colpo; Maya
lo sapeva, ma non poteva farci niente perché lo amava, incondizionatamente,
nonostante tutto.
Buttò a terra la sigaretta
ormai finita e avvicinò le ginocchia al petto in un gesto di conforto. Tutte le
parole che lei e Harry si erano urlati poco prima erano ancora un eco lontano
nella sua testa.
Chiuse gli occhi e cercò di ricordare i momenti belli che aveva passato con
lui, cercò di dimenticare le brutte cose che ultimamente accadevano troppo
spesso e si focalizzò su quei ricordi che le riempivano il cuore.
Ricordò il loro primo bacio, nella penombra dell’appartamento di Harry, quando
ancora tentavano di nascondere la loro relazione agli occhi dei media; ricordò
la prima volta in cui avevano fatto l’amore, su quel letto scomodo e con le
molle rotte nella vecchia casa dei suoi genitori e ricordò anche la sua faccia
contrariata quando gli aveva detto che non era più vergine da un pezzo e che
aveva avuto più di un ragazzo.
Andava tutto bene allora, la loro storia era ancora una cosa abbastanza
privata, le prime foto cominciavano ad uscire su internet, ma nulla di
ingestibile.
Ora, dopo quasi quattro anni,
Maya non sapeva più se l’amore che provava per lui sarebbe bastato a tenerli
insieme; diamine, non era nemmeno sicura che lui la amasse ancora, non dopo
quella litigata almeno.
Aveva imparato, nel corso degli anni, ad ignorare i commenti cattivi e maligni
delle persone su internet; aveva imparato ad ignorare i pettegolezzi e le foto
che cercavano di dipingere Harry come un traditore e un donnaiolo.
Gli aveva sempre creduto, aveva sempre cercato di essere forte e di lasciarsi
scivolare addosso tutte le malelingue; ma i fatti delle ultime settimane le
vorticavano in testa come un brutto film che non finisce mai.
Harry non era mai stato un tipo particolarmente romantico, a discapito di
quello che le sue adorate fan pensavano di lui, era più che altro un ragazzo
pieno di cliché; cene sotto le stelle di tanto in tanto e tentativi di baci
sotto la pioggia che finivano per essere solo dei fallimenti. Ma a Maya andava
bene così, le bastava sentire la sua voce quando era lontano, le bastava stare
in pigiama sul divano a guardare un film mentre si mangiavano la pizza fredda,
le bastava semplicemente stare con lui.
Si passò una mano tra i capelli
mentre le parole che tanto aveva cercato di tenere lontane dalla sua testa le
rimbombavano nel cervello «Sai
una cosa Maya? Forse hai ragione, forse non ti amo più e presto finirai per
essere rimpiazzata da lei, avrei dovuto ascoltare i fan sin dall’inizio, non
sei abbastanza».
Una lacrima le rigò la guancia, ma prontamente la asciugò con il dorso della
mano. Le faceva un male cane, un male che pensava non avrebbe mai provato in
vita sua. Non sapeva se sperare che lui le avesse detto quelle cose solo per
ferirla, perché sapeva che l’avrebbero colpita dritta al cuore e lo avrebbero
disintegrato in mille pezzi, o se rassegnarsi e capire che tra lei e Harry non
c’era più niente.
Harry spinse a fondo l’acceleratore fino a trovarsi
facilmente ai 130 km/h. La campagna sfrecciava intorno a lui mentre cercava di
concentrarsi sul rumore del motore piuttosto che sui suoi pensieri.
Perché le aveva detto quelle cose? Sentiva il cuore pompare nel petto ad un
ritmo troppo accelerato mentre i polmoni facevano fatica a inalare l’ossigeno e
le guance iniziavano a bagnarsi.
Non aveva mai provato per nessuno quello che provava per Maya e si era
comportato da completo idiota. Non solo nelle ultime settimane, ma da sempre.
Non era mai riuscito a toglierle quella convinzione che lei non fosse
abbastanza per lui, non era mai riuscito a proteggerla dagli insulti delle fan
e dalle domande indiscrete dei paparazzi e degli intervistatori. E dopo anni di
tentativi, lui vanificava tutto dicendo cose dettate dalla rabbia e dalla situazione
solo perché consapevole di quanto avrebbero colpito la sua ragazza.
Aveva pianificato tutto alla perfezione, quelle ultime
settimane aveva speso tutte le sue energie per essere romantico abbastanza e
organizzare quello stupido viaggio per il suo compleanno.
Non era mai stato bravo a mentire, specialmente a lei che non aveva mai preteso
niente da lui e non aveva mai approfittato della sua posizione né tantomeno dei
suoi soldi; gli aveva chiesto solo di essere sempre onesto con lei e di dirle
tutto ciò che capitava quando non erano insieme. Era sempre stato sincero con
lei, mai aveva avuto la necessità di mentire; fino a qualche settimana fa
quando questa stupida idea gli era balzata in testa.
Aveva cercato nell’ultima ora
di incolpare Niall per questo casino, in fondo era lui che gli aveva fatto
conoscere Melissa, o Melinda, nemmeno si ricordava il nome. Ma la verità era
che la colpa era tutta sua, perché sapeva che i suoi tentennamenti e le sue
bugie avevano fatto credere a Maya che lui la stesse tradendo.
Lui voleva solo sorprenderla, essere un bravo fidanzato per una volta nella
vita, invece aveva solo fatto un casino allucinante e non sapeva più come
rimediare.
Accostò sul ciglio della
strada e tolse il casco. Abbandonò la moto e andò a sdraiarsi sull’erba umida.
Chiuse gli occhi mentre sentiva le guance ancora appiccicose per via delle
lacrime che aveva versato lungo il tragitto; sentiva le grida nelle orecchie,
come se Maya fosse ancora lì a litigare con lui «Sai
una cosa? Nemmeno io so se ti amo ancora, come faccio ad amare qualcuno che
vedo a malapena una settimana ogni mese? Vattene da quella sgualdrina, mi
faresti solo un piacere».
Si
mise le mani sul volto e ricominciò a piangere, mai aveva pensato di piangere
per una ragazza. Ma Maya era diversa, quattro anni con lei l’avevano reso
felice come non lo era mai stato e ora stava buttando tutto via, per cosa poi?
Per organizzarle una stupida sorpresa per il suo compleanno.
Rise per l’ironia della situazione; tutto quello che voleva
era essere romantico per una volta e rimediare a tutte quelle occasioni in cui
si era solo reso ridicolo.
A partire da quella stupida frase che le aveva rifilato quando l’aveva vista su
quella spiaggia con quegli orribili pantaloncini a fiori «Per caso i tuoi genitori sono finiti in prigione dopo aver rubato due
stelle per farti gli occhi?» rise ancora più forte mentre pensava a quanto
fosse stato patetico.
Poteva semplicemente portarla in un ristorante carino, nel centro di Londra e
fare tutto quello che doveva fare una volta tornati a casa, magari sul terrazzo
sotto le stelle; poteva semplicemente fare un annuncio plateale ad un concerto
o persino ad una premiazione.
Invece no, lui doveva incastrarsi da solo e dire bugie su bugie per organizzare
un viaggio e portarla su quella spiaggia in cui si erano incontrati.
Guardò l’ora, erano le 2.50 del pomeriggio e aveva appena
poco meno di due ore per convincerla a salire su quell’aereo con lui.
Tornò alla moto e, in fretta, si rimise sul sellino e accese il motore per
ricominciare a sfrecciare questa volta in direzione della città.
Sapeva perfettamente dove trovarla, quello stupido parco era sempre stato il
suo rifugio sin da quando si era trasferita a casa sua.
Non ci mise molto tempo ad arrivare nel garage, parcheggiare la moto e avviarsi
verso la panchina dove sapeva che l’avrebbe trovata.
Maya era ancora lì, con un’altra
sigaretta in bocca, mentre il riccio si avvicinava a lei. Alzò gli occhi al cielo
e distolse lo sguardo, in pochi secondi Harry era seduto di fianco a lei e si
grattava la nuca nervoso.
«Ti
prego, butta quella sigaretta» lei scosse la testa, inalò una grossa quantità
di fumo per poi sputargliela addosso mentre lui cominciava a tossire «Molto
maturo, davvero, complimenti Maya» si complimentò lui con un finto applauso.
Perché si ostinasse a fare una cosa così deleteria per il suo corpo, Harry non
l’avrebbe mai capito.
«Ho imparato dal migliore, chi va con lo zoppo impara a zoppicare» ribatté lei
girandosi nuovamente dall’altra parte per non vedere la sua faccia.
Odiava ammetterlo a se stessa, ma le sue difese stavano lentamente precipitando
a causa della sua vicinanza e sapeva che presto sarebbe stato facile per lui
manipolarla per perdonarlo.
Quello che non sapeva, però, era che dal canto suo Harry era ancora più fragile
di lei e non sapeva come fare per convincerla a prendere quell’aereo con lui.
«Maya, ascolta – cominciò lui – non so perché ho detto quelle cose, ma ho
davvero bisogno che tu prenda la valigia e che venga con me in aeroporto» la
ragazza chiuse gli occhi qualche secondo assaporando la voce calma e roca di
Harry.
Sarebbe andata anche in cima all’Everest se lui gliel’avesse chiesto, ma non
poteva cedere così facilmente «Non so nemmeno dove siamo diretti Harry e domani
è il mio compleanno, vorrei passarlo insieme ai miei amici, perché non chiedi a
quella … poco di buono di venire con te? Sono sicura che a lei non dispiacerà» esclamò
Maya girandosi a guardare il ragazzo.
Harry prese a tamburellarsi la tempia frustrato, possibile che fosse così
testarda?
«Maya, ti prego» lei scosse la testa, le pizzicavano gli occhi e sapeva che
prima o poi avrebbe ceduto e sarebbe scoppiata a piangere davanti a lui «Hai
detto che non mi ami più, perché dovrei venire?».
Harry sospirò e le prese le mani, leggeva un dolore nei suoi occhi che non
aveva mai visto prima e si sentì un
completo idiota perché aveva detto quelle cose senza pensarci e lei le aveva
prese sul serio torturandosi probabilmente con quelle paranoie che la
tormentavano da sempre «Hey, quello che ho detto è una stronzata, ok? Maya, ho
solo bisogno che tu venga con me, se poi vorrai lasciarmi una volta arrivati
lì, lo capirò; ma ho davvero bisogno che tu venga e che ascolti quello che ho
da dirti».
Maya si passò un paio di volte la mano tra i capelli pensando al da farsi; non
voleva cedere facilmente a lui e alle sue parole, ma voleva davvero riuscire a
passare sopra le brutte cose per poter essere felice insieme a lui.
Senza dire una parola si alzò dalla panchina buttando a
terra la sigaretta e si avviò verso casa.
Harry la seguì a ruota, confuso, senza aver capito le reali intenzioni della
ragazza. Sarebbe partita insieme a lui? Sarebbe rimasta a casa o avrebbe fatto
i bagagli e l’avrebbe lasciato da solo?
I suoi dubbi svanirono non appena la vide aprire il cassetto del mobile
all’ingresso e tirare fuori i loro passaporti per poi girarsi verso di lui «Questa
è l’ultima volta, Harry. L’ultima volta che mi convinci a fare qualcosa; sappi
che sei sul filo del rasoio» disse con l’indice puntato contro il suo petto
lasciato leggermente scoperto dai bottoni slacciati della camicia. Il ragazzo
annuì e tutto quello che voleva fare il quel momento era prenderla dai fianchi
e baciarla fino a toglierle di bocca tutte le parole che la sua lingua saccente
e biforcuta era pronta a rivolgergli.
Il viaggio fino all’aeroporto era stato silenzioso, fin
troppo silenzioso, mentre nella mente di Harry diversi scenari si erano fatti
vivi.
Perché stava zitta? Di solito avrebbe parlato fino allo sfinimento chiedendogli
dove stessero andando, invece adesso lei se ne stava con la testa appoggiata al
finestrino e muta.
Maya, intanto, stava morendo di curiosità, dovette mordersi la lingua più volte
per stare in silenzio e non chiedere ad Harry dove diamine la stesse portando.
Sperava vivamente che riuscisse a cancellare con un gesto tutto quello che le
aveva fatto passare ultimamente, a partire dalle telefonate sempre più
sporadiche, continuando per le foto in cui ballava in una discoteca insieme a
quella stupida Melissa e per finire con le parole taglienti che le aveva urlato
addosso quel pomeriggio.
Si accorse di essere arrivata all’aeroporto solo quando il
taxi si fermò davanti all’entrata permettendo loro di scendere e di prendere i
loro bagagli «Dove stiamo andando?» gli chiese finalmente.
Un sospiro di sollievo lasciò le labbra di Harry mentre portava i loro bagagli
dentro l’edificio e si avvicinava ai check-in «Aspetta e vedrai Hudson» disse
con l’ombra di un sorriso sulle labbra «Styles deve essere una sorpresa
meravigliosa e voglio ogni tipo di spiegazione, è chiaro?» il riccio si mise
una mano sul cuore «Lo prometto! Ora, per favore, possiamo andare prima di perdere il volo? Non vorrei spendere altri
soldi, sai che devo stringere la cinghia» disse facendole l’occhiolino mentre
lei cercava di trattenere una risata: non voleva dargli nessuna soddisfazione.
Atterrarono sulle coste di Nizza circa un’ora dopo, Maya
sempre più curiosa di cosa avesse in mente Harry ed Harry sempre più nervoso.
Cominciava ad essere davvero agitato, cominciava a pentirsi della sua scelta e
si chiedeva in continuazione se lei l’avrebbe perdonato davvero, se tutte
quelle bugie ne erano valse la pena o meno.
Una macchina li porto fino all’albergo dove, in poco tempo, Maya e Harry
sistemarono i loro bagagli.
Maya scostò la tenda dalla finestra per guardare di sotto dove già una discreta
folla di ragazzine si era accalcata dopo aver scoperto che il loro idolo
alloggiava nella loro città «Mi chiedo come facciano a sapere sempre dove
diavolo ti trovi, hai per caso un radar con te?» chiese retorica riposizionando
le tende al loro posto e andando a sedersi sul letto fin troppo grande per sole
due persone.
«Ti saresti comportata allo stesso modo se alla loro età uno dei Backstreet
Boys avesse alloggiato in un hotel della tua città – ridacchiò Harry – comunque
non ci daranno fastidio, ho prenotato un posticino molto discreto per questa
sera e ti assicuro che né fan, né paparazzi ci raggiungeranno» disse Harry
sicuro di sé posizionandosi sul letto di fianco a lei e cercando di prenderle
la mano che lei prontamente scostò.
Il riccio corrucciò lievemente la fronte prima di guardarla, il viso di Maya
era rivolto verso il basso ed era coperto dai capelli. Aveva sperato che un po’
di tensione si fosse sciolta durante il viaggio, invece no; sentì una lieve
fitta al cuore e sapeva che da quello che le avrebbe detto quella sera sarebbe
dipeso il loro futuro insieme, la cosa lo rendeva molto nervoso.
«Vado a fare una passeggiata» disse poi Maya alzandosi dal letto e lisciandosi
i jeans, l’ossigeno in quella camera cominciava a mancarle «D’accordo, ho
prenotato il ristorante alle 8.30» la ragazza annuì dirigendosi poi verso la
porta «Sarò qui per le 7.30».
I pensieri di Maya erano un groviglio, come uno di quei
gomitoli di lana di sua nonna con cui si divertiva a far giocare il gatto
quando era piccola.
Non sapeva nemmeno perché avesse seguito Harry fino alla costa francese, una
parte di lei le diceva che doveva solo urlargli addosso e lasciarlo
definitivamente, trovarsi una persona normale con cui passare la sua vita e non
persistere e stare con qualcuno che a malapena riusciva a toccare una volta al
mese; un’altra parte di lei le diceva che nessuno l’avrebbe mai fatta sentire
come Harry e nemmeno riusciva a darsi una motivazione, insomma, si vedevano
poco e lui non era di certo il migliore dei fidanzati. Quando era a casa
passava le giornate a svuotare il frigo e a dormire, certo non mancavano i
momenti di intimità tra di loro e nemmeno quei momenti in cui la portava fuori
e la faceva sentire bene, ma non sapeva come il sentimento nei confronti di
Harry fosse cresciuto così tanto.
«Hey! Maya, Maya Hudson fermati!» una voce sconosciuta la bloccò sul posto facendola
girare. Vide delle ragazzine correrle intorno, sbuffò alzando gli occhi al
cielo e incrociò le braccia al petto «Posso aiutarvi?» chiese con voce poco
cordiale guardando le ragazzine che si erano fermate davanti a lei.
Una ridacchiò e si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio «Dov’è Harry?»
chiese con impertinenza, Maya alzò un sopracciglio «In camera» un’altra
ragazzina si schiarì la gola «Abbiamo letto che ti ha portato qui per farsi
perdonare dopo il tradimento, è vero? Ho sentito che ha fatto sesso con Melissa
nei bagni del locale» Maya non aveva toccato cibo dopo la colazione, ma era
sicura che dopo quella affermazione avrebbe sicuramente rischiato di vomitare
qualcosa «Per prima cosa, questi non sono affari vostri; per seconda cosa, anche
se fosse vero non verrei di certo a dirlo a voi, piccole smorfiosette curiose;
per terza cosa, sparite dalla mia vista» non si era nemmeno accorta di aver
stretto talmente tanto i pugni da riuscire quasi a conficcarsi le unghie lunghe
e laccate di nero nel palmo.
Un’altra delle ragazzine alzò le spalle «Tanto
Harry non ti ama e, in ogni caso, tu sei brutta e patetica, spero che ti molli
presto» la ragazza strinse i denti fino a sentire male alle mandibole; tutti i
suoi dubbi e le sue angosce stavano venendo a galla e sentiva una morsa allo
stomaco che quasi le impediva di respirare «Sparite dalla mia vista, brutte
ragazzine impertinenti. Magari non sarà innamorato di me, ma perlomeno ho avuto
il piacere di dormire insieme a lui e baciarlo e anche farci del gran sesso,
cosa che voi non farete mai» disse per poi girarsi e tornare sui suoi passi
lasciando le ragazze a bocca aperta.
Harry si passava nervosamente le mani tra i capelli mentre
faceva avanti e indietro per la stanza, il suo sguardo passava in continuazione
tra l’orologio che portava al polso e la porta. Erano le 8.15 e di Maya ancora
neanche l’ombra; l’agitazione lo stava logorando dall’interno, aveva provato a
chiamarla almeno quaranta volte, ma lei non si era presa la briga di
rispondere.
Era preoccupatissimo, e se le fosse successo qualcosa? Questa non era la serata
che aveva programmato, doveva essere romantica e perfetta ed invece Maya era
sparita, di lei nemmeno l’ombra.
Alle 8.45 si era ormai rassegnato e aveva chiamato il ristorante per disdire la
prenotazione; aveva provato a richiamarla, ma ancora nessuna risposta, così
decise di andare a cercarla.
Uscì dal retro dell’hotel in modo da non incorrere nelle fan che sembravano
aumentare invece di diminuire, e andò verso la spiaggia. Avrebbe cominciato da
lì, per poi addentrarsi nella città.
Odiava la sabbia, l’aveva sempre odiata, gli si appiccicava ovunque e si
infilava nei posti più angusti del corpo, ma poco gli importava in quel momento
perché avrebbe anche nuotato in un fiume di lava per lei.
Tutto stava andando storto e per un momento una risata triste gli vibrò nel
petto, era tutta colpa sua. Nella sua vita non aveva mai programmato nulla, né
aveva sentito il bisogno di perdersi in troppe romanticherie o smancerie con
Maya ed era sempre andato tutto alla perfezione; una volta, una sola volta
voleva fare le cose per bene e renderla felice, farle vedere che stare con lui
e aspettarlo quando lui era dall’altra parte del mondo valeva davvero la pena,
ma tutto era andato male, come se Dio lo stesse punendo per qualcosa.
Si stava rassegnando quando, all’improvviso, scorse una figura
seduta sugli scogli. I capelli castani si muovevano alle sue spalle a causa del
vento e le ginocchia erano salde al suo petto, stringeva una sigaretta tra le
dita mentre la luna la illuminava debolmente.
Se fosse stata un’altra occasione, Harry avrebbe tirato fuori il suo cellulare
e le avrebbe fatto innumerevoli foto per poi fermarsi ad osservarla.
Osservare quanto fosse bella, perdersi a guardare la donna della sua vita e
recuperare tutti quei momenti in cui non era stato a casa per potersi godere
quella felicità che derivava da lei e dalla sua vicinanza.
Si avvicinò cauto e si sedette di fianco a lei «Ti aspettavo, non sei venuta e mi hai fatto
preoccupare» esordì lui guardandola appena con la coda dell’occhio. Lei alzò le
spalle e tirò su col naso, stava piangendo «Potevi andare, avresti trovato
qualcun’altra disposta a farti compagnia» era arrabbiata, era seriamente
arrabbiata, ma non sapeva con chi; non sapeva se con Harry, con se stessa o con
quelle stupide ragazzine, non ne aveva idea.
Il riccio grugnì frustrato, era esausto di tutto questo «Santo cielo, Maya non
vorrei essere con nessun’altra, perché è così difficile da credere?» la ragazza
si alzò di scatto buttando a terra la sigaretta e pulendosi i pantaloni dalla
sabbia.
Possibile che non riuscisse a vedere quanto fosse difficile per lei?
«Vuoi davvero sapere perché è così difficile? Harry, porca miseria, sono più i
momenti in cui ti vedo in una foto su internet che di persona e sono stufa! Non
sai cosa voglia dire vedere come la gente aspetti che tu faccia un passo falso
per parlare di un ipotetico tradimento da parte tua e, onestamente, sto
cominciando a crederci pure io.
«Non hai mai fatto niente che dimostrasse davvero quanto mi amassi, niente! Sì,
ho sempre creduto che tu fossi sincero con me e ho sempre creduto che tu mi
amassi, ma ora? Ora non lo so più, nelle ultime settimane ho dovuto mettere
tutto in discussione e tu di certo non hai aiutato; in più quelle stupide
ragazzine idiote non fanno altro che ricordarmi quanto io sia inferiore
rispetto a te, quanto io sia inutile e stupida e persino brutta per stare con
te. Io ti amo, Harry, ti amo sul serio, ma non so se riuscirò a passare sopra
tutto; non più. Io credo che sia ora che ognuno prenda la propria strada» Maya
si sentiva mancare il fiato, in quelle ultime ore non aveva fatto altro che
torturarsi e mettere in discussione i suoi sentimenti e quelli di Harry ed era
giunta alla conclusione che non potevano più stare insieme, non così.
Gli occhi di Harry erano spalancati, non poteva credere a quello che le sue
orecchie avevano sentito. Lo stava lasciando, senza nemmeno dargli il tempo di
spiegare la situazione, senza dargli il lusso di esprimere la sua opinione.
Guardava Maya piangere e si sentiva come se gli stessero stringendo il cuore in
una gabbia. Prese un respiro profondo e cominciò a parlare «Guarda dove siamo, Maya. Guardati intorno e
dimmi se non riconosci questo posto» la ragazza si guardò intorno confusa prima
di lasciar scappare un piccolo «Oh» sorpreso quando si rese conto di dove fosse
«Quattro anni fa ci siamo incontrati qui, sotto queste stesse stelle, lasciami
spiegare, ti prego. Se poi vorrai lasciarmi, potrai farlo, ma credo di avere il
diritto di spiegarmi» Maya annuì.
«Ecco, lo so di non essere mai stato particolarmente romantico, né ho mai
platealmente dimostrato il mio amore per te; non credevo che tu ti sentissi
così, sapevo che facevi fatica a lasciarti correre addosso le brutte cose che
diceva la gente su di te, ma pensavo che chiamarti e consolarti, farti regali e
anche solo dedicarti qualche canzone fosse abbastanza. Non ho mai pensato che
tu fossi inferiore a me, mai una volta,
anzi mi sono sempre chiesto cosa avessi fatto per meritarti, ma non riuscivo a
capire come fare per farti capire quanto realmente fossi importate per me;
questo fino a che non mi è venuta in mente questa idea che, dopo i recenti
fatti, mi sembra assolutamente stupida» prese un respiro profondo prima di
riprendere a parlare «Poche settimane fa mi è stato chiesto in un’intervista se
avessi intenzione di sposarmi e questo mi ha dato da pensare, voglio sposarmi?
Certo che lo voglio, diamine ho sempre desiderato una famiglia mia, ma la
domanda reale era: sono pronto a farlo con Maya? E senza esitazione, ho capito
che sì, ero pronto a farlo con te, ero pronto a fare la mia proposta, ma doveva
essere speciale. Così ho organizzato questo viaggio, ma era così difficile
riuscire a nascondertelo e ho inventato bugie su bugie solo per non farti
capire cosa avevo in mente, poi Niall mi ha presentato quella ragazza che, tra
l’altro, è la sua nuova fiamma e siamo usciti tutti insieme una sera, ma non è
successo nulla, te lo posso assicurare» Maya si portò le mani alla bocca non
appena vide Harry inginocchiarsi davanti a lei e tirare fuori dalla tasca del
suo completo elegante una scatoletta di velluto blu.
«E ora, Maya Helen Hudson, dopo tutto questo casino, dopo tutte le lacrime e le
incomprensioni, sono qui davanti a te a chiederti di diventare mia moglie e mi
dispiace, ok? Non sarebbe dovuta andare così, non avrei dovuto dirti quelle
cose e non avresti dovuto dubitare di te stessa a causa di alcune stupide
ragazzine. Quindi, Maya, vuoi sposarmi?».
Harry trattenne il fiato per quelle che sembravano delle
ore, nemmeno sapeva se quello che aveva detto aveva un senso, ma sperava che
bastasse a farle dire quel si che tanto agognava e che potessero vivere per
sempre insieme lasciandosi alle spalle questa giornata che doveva essere
perfetta, ma che si era rivelata un totale disastro.
Maya tremava, era immobilizzata sul posto e le sue gambe erano molli, aveva
capito poco del discorso contorto di Harry, ma era riuscita a captare le cose
più importanti e, con un filo di voce, riuscì finalmente a parlare «Tu,
maledetto idiota, hai fatto tutto questo casino solo per chiedermi di sposarti?»
Harry annuì ansioso «Quando mi hai parlato per la prima volta eravamo proprio
su questi scogli e tu mi hai rifilato quella stupida frase con cui ti prenderò
in giro per il resto della mia vita. Mi dispiace di averti detto brutte cose e
di avere anche solo pensato di lasciarti, ero arrabbiata e non ragionavo, ma ti
direi di sì un milione di volte, Harry. Diavolo, ti avrei detto di sì anche se
mi avessi confessato di essere andato a letto con quella. Quindi sì, Harry
Edward Styles, voglio sposarti»un meraviglioso sorriso, contornato da due
profonde fossette, comparì sul viso di Harry che, tremante, le mise l’anello al
dito.
Gli occhi di Maya erano lucidi e il suo sorriso non accennava ad affievolirsi,
il riccio le passò delicatamente una mano sulla guancia e la lasciò lì,
sentendo la pelle calda sotto il suo tocco. Maya chiuse gli occhi, sentendo il
pollice del ragazzo carezzarla dolcemente; sembrava che il tempo si fosse
fermato e che non esistesse nulla al di fuori di loro due nel mondo.
Quando Harry si avvicinò alle labbra di Maya per baciarla, i
suoi occhi erano ancora chiusi e lui si prese qualche momento per osservarla
così. La luna risaltava la sua pelle chiara e avrebbe tanto voluto vedere i
suoi occhi azzurri, ma ora gli importava solo di sentire le loro labbra
muoversi in sincronia e sussurrarle quanto la amasse e quanto fosse felice di
diventare finalmente suo marito.
Sorrise a sé stesso pensando a quella parola che era così sconosciuta per lui
e, con un gesto veloce, incollò le loro labbra che subito trovarono il loro
ritmo.
Si stringevano, come se volessero diventare un tutt’uno l’uno con l’altra, come
se la loro vita dipendesse da quel bacio e non potevano assolutamente staccarsi
l’uno dall’altra.
«Ti amo, futura signora Styles» le aveva sussurrato Harry tra un bacio e
l’altro e ora lei lo sapeva, sapeva di essere abbastanza per lui e sapeva che
nessuno gliel’avrebbe potuto portare via.
Ok, ecco
finalmente la shot per il contest di Lily, spero vivamente che vi sia piaciuta,
nel caso mi farebbe davvero piacere sapere la vostra opinione!
Spero soprattutto che sia piaciuta a Lil e che il prompt sia stato ben
rispettato!
E nulla, come sempre
vi lascio i miei contatti, per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi!
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Un bacio e alla
prossima
Sil