Videogiochi > Final Fantasy - Dissidia
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Autore: DanieldervUniverse    02/09/2015    5 recensioni
La Dissidia è finita, i cicli conclusi, i tiranni sconfitti e i guerrieri tornati nei propri mondi.
Anche Guerriero, che s'avanza fiducioso nel nuovo mondo in cui è giunto alla fine di tutto, fino al palazzo della grande città di Cornelia...
(Risistemati i primi undici capitoli e i momenti OOC, aggiunta scaletta capitoli 34-35).
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti, Warrior of Light / Guerriero della Luce
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dissidia - Kingdom of Light Fantasy'
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A\N: Va bene, è il momento di dare un po di chiarezza a tutta questa confusione.

DII\N: Credo che gli basti scoprire chi è Guardiano.

A\N: Quello, ahimè lo potranno sapere solo se io decido di farglielo sapere.


Il gruppo al gran completo avanzò nei corridoi, ora sgombri dalle interferenze.

Passarono dove Guerriero aveva affrontato Garland, ma non trovarono tracce di nessuno dei due.

Solo macerie, molte macerie.

-Dove diavolo può essere?- esclamò Luneth.

-Per il momento non possiamo indugiare, avanti- li guidò ThOedor.

Dietro di lui correvano Gilgamesh, Gidan, Bartz e Cecil.

Luneth era un po indietro rispetto ai compagni, e Lightning e Firion chiudevano la linea assieme a Vaan.

Kuja volava sopra di loro, portando Yuna in braccio.

Anche senza guardarla poteva percepire il suo dolore.

Era forte.

Kuja avrebbe voluto alleviarlo, ma non era in condizioni di farlo.

Svoltarono un altro corridoio, e videro la porta.

Era di metallo massiccio, decorata con degli affreschi di scene di guerra.

Due guardiano attendevano in silenzio.

Uno leggeva un libro, delicatamente appoggiato alla parete e distratto, la spada che faceva pendere la casacca rossa in modo asimmetrico sul lato sinistro.

L'altro era serio, vigile, disarmato, e ben più imponente dell'elegante compagno.

-Finalmente- fece l'uomo in rosso chiudendo il suo inseparabile volume -Era ora.

-La pazienza non è una tua virtù- lo rimproverò vagamente l'altro

Gli eroi caricarono in avanti, incuranti del pericolo.

Gilgamesh estrasse la Buster Sword, pronto a combattere seriamente.

-Non sarebbe il momento di una delle tue brillanti citazioni?- chiese il più grosso, adocchiando la spada.

-Credevo fossi stanco, dopo tutti quei cicli rinchiusi...- l'uomo in rosso estrasse la lama, dello stesso colore dei vestiti, e scattò in avanti.

Thedor scartò di lato, lanciando fulmini a tutto spiano, ma quello li evitò, andando ad attaccare Kuja.

Il mago rispose a sua volta, ma la lama nemica assorbì tutti i colpi e riuscì quasi a ferirlo, ma il Jenoma era esperto e soprattutto l'avversario non sapeva volare.

Cercò di fare uso di quel vantaggio, ma come risultato il nemico si allontanò, mirando Lightning e Firion.

I due pararono, ma le loro armi vennero tranciate di netto.

Vaan sparò, e il colpo penetrò nella carne, ma la ferita si rimarginò quasi subito.

L'altro uomo, nel frattempo disarmò Gilgamesh senza tanti problemi, scagliandolo di lato.

-Ah, ci rincontriamo infine- disse rivolta alla spada, prima di disarmare con un potente fendente il mimo e respingere con pugno il Jenoma biondo.

Non aveva ancora fatto i conti con lo stregone, che lo trafisse con i fulmini.

Angeal si piegò dolorante, mentre Luneth gli piantava la sua spada in un occhio.

Dal canto suo Genesis venne raggiunto alle spalle dalla spada di Cecil, e non poté fermare Kuja dal carbonizzarlo.

-È proprio vero, queste marionette non possono nulla contro gli originali- ammise il Jenoma.

-E allora perché noi non riusciamo a tenergli testa?- chiese Light, rimettendosi in piedi.

-C'è un potere che rafforza l'oscurità qui- rispose Thoedor, fissando le porte -Dobbiamo scoprire di più.

-E preferibilmente non morire mentre lo facciamo- aggiunse Gidan, stordito.

Mentre il gruppo si ricomponeva, lo stregone rimase a fissare le grandi porte di fronte a lui.

Esse si aprirono verso l'interno, d'improvviso.

Gli eroi si prepararono a dare battaglia, ma vennero accolti da una scena sorprendente.

Una nobildonna, elegante e meravigliosa, sedeva avvolta in vesti leggere di fine seta, e Guerriero era ai suoi piedi.

Era rilassato, come se dormisse.

-Oh, a quanto pare siete tornati a me- disse la donna alzandosi e mostrando con eleganza un immensa scollatura, che finiva poco sotto l'ombelico.

Era elegante.

Tutto di lei esprimeva grazia e femminilità.

Anzi, perfino gentilezza.

Le armi di tutti si abbassarono, di riflesso, mentre la donna gli veniva incontro -Beh, sembra che qualcuno non abbia fatto il suo dovere. Poco male, finirà tutto molto presto.

Sorrise, e per qualche ragione i loro animi sembrarono in pace.

Chi era quella donna?

Yuna ebbe un sussulto, e finalmente percepì la realtà intorno a lei.

Venne attratta come da una calamita.

-Chi sei?- chiese, con la voce tremante per l'emozione.

-Colei che avete servito per anni- rispose, facendo un mezzo inchino.

Il gruppo s'inchinò a suo volta.

-Prego, entrate.

Obbedirono.

C'era qualcosa di benigno in lei, qualcosa di magnetico, qualcosa di rassicurante.

Guerriero si alzò in piedi e si ricongiunse con la donna.

I capelli biondi risplendevano impeccabili.

Con voce flautata invitò i guerrieri a farlesi intorno -Bentornati a casa miei guerrieri.

L'ambiente mutò.

La sfarzosa stanza incavata nella roccia divenne un immensa distesa d'acqua, sotto un cielo azzurro, nubi bianche che scorrevano docili fino all'orizzonte.

Il Santuario dell'Armonia.

Ma come era possibile?

-Grazie, lady Cosmos- disse Guerriero, con il solito tono neutro.

La dea sorrise, lasciando che le figure di fronte a lei si acclimatassero alla sua voce.

Poi irruppe un guerriero.

Era interamente vestito di bianco, con un lungo mantello svolazzante al vento, e l'aria di chi aveva delle terribili notizie.

Ma nonostante la fretta, riassunse quasi subito un atteggiamento decoroso e raggiunse impeccabile la figura della dea.

-Mio Cavaliere Bianco, quali trafelate notizie hai da riferirci? Hai compiuto il tuo dovere?- chiese in tutta calma la divinità.

Quello si tolse il cappuccio, riportando una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio.

-È qui...- mormorò.

-Chi?

-Io- la voce cavernosa e crudele spezzò l'immagine idilliaca travolgendo i guerrieri dell'armonia con la forza di un uragano, spazzando via l'immagine del santuario.

La porta della stanza crollò ridotta in pezzi, mentre Guardiano appariva tra le macerie, reggendo la spada in una mano e il rubino nell'altra.

-L'hai portato fino a qui!?- esclamò irata la donna di prima, afferrando il cavaliere bianco per le spalle.

Non era più divina.

Non era più di una bellezza travolgente.

Non era più una figura di luce e pace.

Era ancora molto simile a Cosmos, ma niente più.

Una donna normale.

Il cavaliere la respinse con gentilezza, e rispose calmo -Ha preso la pietra...

-CHE COSA!?- gridò ancora la donna, sconvolta.

Dal fumo delle macerie comparvero piano piano altre figure: Squall, che reggeva il Gunblade sulla spalla, Cloud e Terra, stretti ognuno nelle braccia dell'altro, e Sephiroth, silenzioso e letale.

Di fronte agli sguardi sorpresi dei suoi compagni Guardiano rispose -Ho giurato di mantenere la promessa.

-Ai fatto anche di più!- esclamò la figura in bianco, mentre scatenava i suoi poteri sull'odiato nemico.

Guardiano scomparve per riapparire di fronte all'avversario e colpirlo con un pugno abbastanza potente da farlo schizzare oltre la parete con un boato, prima di inseguirlo con un grido di rabbia.

Ma nella confusione la pietra rossa cadde, e con uno scatto la donna riuscì ad afferrarla.

Sephiroth le si gettò contro come un fulmine, afferrandola saldamente per i polsi.

-Non ti azzardare strega- le disse gelido, tentando di piegarla.

Con una luce folle negli occhi la donna scalciò una furia, ma la forza dell'angelo “con-una-sola-ala-quindi-monco” non le diede scampo.

Ancora poco e avrebbe preso la pietra.

E sarebbe stato libero.

Invece l'oggetto iniziò a pulsare, mentre un vortice di potere si spalancò, iniziando a risucchiare l'ex-Soldier.

Con un grido di rabbia Sephiroth scomparve nella gemma.

Al suo posto il semplice corpo di un Manikin si accasci a terra, prima di disperdersi in polvere.

La donna si fermò, ansante, facendo respiri tanto profondi da risultare rochi.

-Fermatela! Non deve impossessarsi della pietra!- esclamò Squall, caricando in avanti seguito a ruota dal suo biondo collega.

Stavano per calare le loro lame sulla nemica quando Guerriero si frappose, parando i due attacchi e spingendo i nemici indietro.

-Come osate aggredire lady Cosmos!?- esclamò irato.

-Quella non è Cosmos! È la regina!- rispose Squall tornando all'attacco con un fendente alto, che Guerriero schivò portandosi indietro con lo scudo.

Contrattaccò spingendo la lama di traverso in direzione dell'addome del SeeD, ma quello fece roteare il Gunblade sul polso, deviandola e colpendo nuovamente dall'alto con più forza.

-Quello non il mio nome!- rispose con rabbia la donna, mentre la potenza del rubino si scatenava.

Tutt'attorno ai guerrieri ancora confusi apparvero ombre, deformate dalla sofferenza: Sephiroth, Matheus, Gabranth, Kefka, Artemisia, Genesis, Cid...tutti intrappolati al volere di quella donna.

Jecht venne risucchiato fuori dal Vuoto e riassorbito nel rubino sotto i loro occhi.

-Io esigo vendetta! Vendetta su Cosmos! E se per averla dovrò passare sui vostri corpi...ebbene sia!

Con un balzo improvviso la donna piovve sui guerrieri, scatenando una pioggia di incantesimi.

Kuja e Theodor alzarono delle barriere protettive, che purtroppo cedettero all'assalto.

Immediatamente tutti si dispersero.

Kuja iniziò a lanciare attacchi magici dall'alto, ma la maggior parte vennero assorbiti o evitati senza problemi.

D'improvviso quella figura innocua era diventata un temibile avversario.

Gidan arrivò in volo compiendo un affondo dall'alto verso il basso, ma quella lo gettò di lato con un gesto, schivando una freccia di Firion e respingendo una scarica di fulmini di Theodor contro Terra, che venne protetta da Cloud.

Bartz usò la spada del Coraggio, ma con incredibile abilità la donna gli ruotò sulle spalle abbattendolo con una ginocchiata alla schiena, mentre Lightning caricava in avanti preparando un attacco di Thunder.

L'avversaria cambiò bersaglio e scivolò oltre la guerriera, incrociando la lama di Cloud e spingendolo di lato.

Yuna aprì il fuoco ma nella foga colpì un piede di Vaan, che non poté evitare di essere travolto da una successiva scarica di fulmini.

Luneth si mise in mezzo, venendo colpito in pieno e scaraventato lontano assieme al compagno.

Con un grido di rabbia Yuna caricò in avanti, mentre Cloud pioveva dall'alto.

La donna schivò fulminea l'affondo del primo, gettandolo di lato e respingendo un altra freccia di Firion.

Quindi saltò oltre Yuna e spiccò un ulteriore balzo per caricare Thoedor.

Cecil si mise in mezzo, ma la nemica lo gettò, costringendolo a respingere gli attacchi magici che Kuja le aveva spedito contro.

Per sua fortuna intervenne anche Gilgamesh, che grazie alle numerose lame riuscì a respingerle (giocandosi altre sei spade false), ma intanto Firion scagliò un altra freccia nel vano tentativo di colpire l'avversaria, che si limitò a fare un giravolta per aria evitando il dardo.

Thoedor fu costretto a respingere la freccia e non riuscì a proteggersi correttamente dall'attacco successivo, venendo sbattuto contro la parete.

Gilgamesh tornò alla carica con sei nuove spade, ma la donna le distrusse tutte con un gesto della mano e gli piantò un pugno nello stomaco.

Quindi si volse, respingendo alcuni globi di oscurità e vari attacchi magici.

Cloud Bartz e Gidan cariavano in testa, dietro di loro veniva Lightning con un altra magia di Thunder pronta in mano, e Yuna impugnando la Fraternity.

Con un sorriso l'avversaria gli si fece incontro e tento di spezzare la spada di Cloud, ma quella si separò in tante diverse lame che si misero a girare in aria, attorno a lei, mentre Cloud spiccò un balzo preparandosi ad usare la sua mossa finale.

Per evitarle di sfuggire Gidan scagliò le sue daghe unite a formare un boomerang, che la donna afferrò al volo scagliandolo contro Bartz che lo prese a sua volta, scagliandone un altro, prima di evocare anche il fucile di Balthier e sparare.

Senta tanti preamboli la nemica afferrò il secondo boomerang e lo lanciò contro Gidan, colpendolo alla spalla pochi secondi prima che Bartz potesse farlo sparire, respingendo contemporaneamente i proiettili e il fulmine che Light le scagliò contro.

A quel punto Cloud attaccò con la prima spada, ma venne scagliato lontano, e le spade lo trafissero tutte insieme, inchiodandolo al suolo.

Con un grido di rabbia Bartz caricò con la spada del Coraggio, ma con un colpo secco al volto la donna lo stese, prima di abbattere anche Lightning e quindi spezzare il braccio di Yuna.

Dalla parte opposta del combattimento Firion scagliò un altra freccia, mentre i globi d'oscurità di Cecil e le magie di Kuja piovvero con rabbia, senza sortire effetti.

La nemica caricò nuovamente, puntando gli ultimi paladini ancora in piedi.

Terra si frappose tra la donna e i suoi compagni, cercando di colpirla con il suo pugno di ferro, ma invece l'arto si spezzò e venne respinto dal contraccolpo, mentre con un semplice schiaffo l'avversaria la scagliò lontano.

Cecil si fece avanti ma venne evitato ancora, mentre lei balzava verso Kuja.

Firion cercò d'intercettarla ma la sua freccia mancò di nuovo, mentre il Jenoma venne travolto dalle sue stesse magie.

Vaan attaccò brandendo una delle spade di Gilgamesh, ma l'unico risultato fu essere trafitto dalle schegge della propria lama.

Un'altra freccia di Firion venne schivata, e la donna atterrò proprio di fronte al guerriero.

Cecil la raggiunse ma non riuscì a fermarla, venendo colpito alla spalla con così tanta violenza da essere sbalzato lontano.

Quindi l'avversaria fece per avventarsi sull'ultimo rimasto, ma un dolore lancinante la raggiunse alle spalle.

L'ultima freccia era rimbalzata appositamente sulle pareti ed era tornata a colpirla.

Con la schiena fumante, la donna esitò, colta di sorpresa, e Firion ne approfittò ghermendo il collo di lei con l'arco, e piegandole un braccio dietro la schiena, affondando un ginocchio nella ferita fresca, bloccandola a terra.

-Ti ho preso- disse il ragazzo, con una determinazione spaventosa nella voce.

-RRRRRRRRAAAA- con una forza prodigiosa venne respinto indietro.

Per evitare di farsi inutilmente male (aveva accumulato una certa esperienza) Firion compì un salto mortale, portandosi fuori presa, ma in un balzo l'avversaria lo afferrò per il petto, scagliandolo lontano, nella direzione opposta.

Il ragazzo riuscì a riassumere una posizione stabile, e parò con lo scudo l'imminente pungo.

L'arto per poco non cedette.

Evidentemente la donna non era in grado di gestire la potenza delle anime prigioniere, se già la sua forza era diminuita a tal punto.

Mentre ingoiava in dolore, si guardò attorno.

Non era rimasto nessuno in piedi, tranne loro due, Guerriero e Squall, intenti a duellare poco lontano.

Firion doveva risolvere quella crisi.

Erano riusciti a coordinarsi per colpirla troppo tardi, e ad un prezzo troppo alto.

Non erano abbastanza forti, e senza un leader avevano caricato allo sbaraglio, venendo falciati.

Gli unici che avrebbero potuto evitarlo forse erano solo Guardiano, Squall, Guerriero o lui stesso.

Doveva vincere.

Sperò con tutto il cuore di farcela.

Poi una scheggia viola piovve dal cielo, mirando alla donna.

Quella si spostò fulminea, mentre Kain abbatteva la lancia dove fino a pochi secondi prima si trovava lei.

Il dragone venne scavalcato da Tifa che caricò un pugno in aria colpendo con forza il volto dell'avversaria, riuscendo a farla indietreggiare.

Proprio in quel momento Squall cambiò obbiettivo, scartando di lato e puntando alle spalle della donna.

-Fermo!- gridò Guerriero facendoglisi subito dietro, e cadendo nella trappola del SeeD.

Squall schivò l'affondo che mirava a trafiggergli la schiena, e nel contempo sparò un colpo verso l'avversaria, che riuscì a respingerlo per poco, mentre Guerriero la investiva nel suo salto, crollando a terra assieme a lei.

-Guarda guarda, stanco di combattere da solo?- chiese Tifa al SeeD, facendo schioccare i propri guanti.

-Combattere in solitudine quando hai degli...amici su cui contare è una follia. Insieme siamo più forti- replicò il ragazzo -Oh quasi ripetuto il mio precedente errore.

-Concordo- si aggiunse Kain affiancandosi ai due.

Guerriero e la donna si rialzarono -Lady Cosmos, sono spiacente...

-Zitto e combatti!- replicò lei.

Al contrario del suo paladino, che riportava vari segni di ferite nell'armatura ma con il corpo intatto e il respiro regolare, la donna era ansante, coperta di terra, e anche con un brutto livido sul volto.

-Amici- fece Firion facendosi largo tra gli altri tre -Siamo gli ultimi rimasti. La sconfitta non è un opzione. Dopo colpire ora, mentre lei è debole, o non avremo una seconda chance.

-Concordo. Abbiamo solo una possibilità- rispose Squall mettendosi il Gunblade sulla spalla.

-Ah!- sbuffo Tifa, assumendo la sua posa di combattimento, mentre Kain si limitò a tenere la propria lancia puntata verso il basso.

-Insieme!- esclamò Firion, preparandosi a scegliere un'arma dal suo arsenale, quando la voce di Gilgamesh risuonò.

-Prendi ragazzo!

Una lama ricurva solcò l'aria raggiungendo il braccio libero di Firion, che la prese al volo.

-Zanketsuken!- esclamò la donna sconvolta.

-Fatela nera!- gridò ancora Gilgamesh, compiendo uno sforzo disumano.

-Siete tutti noi!

-Mostrate la vostra forza!

-Non fermatevi!

-Se vi lascerete scappare questa chance dopo ve la vedrete con me!

-Non osare morire!

Per tutti loro avrebbero vinto.


A\N: Evviva! Adesso la sfondano quella stronauch!

DII\N: Modera i toni.

A\N: Cristo se mi colpivi sul serio sarei morto.

DII\N: Non tentarmi.

  
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