Perdonate il ritardo… ma la verità è che avevo pubblicato il primo capitolo proprio per spingermi a continuare questa storia… che altrimenti sarebbe rimasta chiusa nella mia mente. Inoltre… mi sono data un po’ da fare, ed ho letto un po’ di libri per calarmi meglio nella vita quotidiana del periodo. Cosa che non mi terrà lontana dagli errori… anzi, vi prego di dirmi tutte le volte che sbaglio!
Per il resto, spero che la storia vi incuriosisca almeno un po'. Io ci tengo infinitamente, e spero di restituirvi almeno un riflesso della gioia con cui scrivo.
2. LA
LETTERA
La sera le era parsa lunghissima e la notte
estenuante. La sua mente non riusciva a concentrarsi su nient’altro se non su di
lui. Aveva detto a Sarah che l’avrebbe uccisa se gliene avesse parlato, ma poi
aveva passato tutta la mattina ad inseguirla per la casa, per conoscere da lei
qualche dettaglio in più su come era diventato. Durante il pranzo fu impossibile
frenare le chiacchiere di sua madre e di sua sorella Caty, che parlavano di lui
come fosse stato l’uomo più gentile che avessero mai incontrato. E ciò non
aiutava Emily a toglierselo dalla testa.
“Non è solo gentile... è educato, e
istruito”
“E bello, mamma, hai dimenticato
bello!!”
“Certo cara, la bellezza è
importante...”
Emily non si trattenne più. Si piegò sulla
sorella maggiore e sussurrò:
“Ma è davvero così
bello?!”
Sarah era una persona concreta. Non una che
avrebbe perso la testa per chiunque.
“Non dovrei infierire ma... è un uomo
affascinante”
Emily ingoiò a vuoto, cercando di farsi
coraggio. Quando l’avrebbe visto? L’attesa la stava uccidendo. E sembrava che
tutti lo avessero già incontrato almeno una volta, tranne lei. Tutto il paese ne
parlava, non c’era un argomento più amato, nè persona che non volesse vantarsi
di sapere qualcosa in più del vicino.
“Ma è vero che lui è qua per cercare una
moglie?”
Chiese Caty con la sua vocetta stridula,
portandosi indietro i boccoli scuri.
“Oh cara, non si sa per certo! Anche se il
fatto che sia tornato qua, nel luogo dove è
nato…”
“In effetti è piuttosto strano che un uomo
come lui non si sia ancora sistemato” osservò
Sarah.
La bionda spiava Emily ascoltare tutto con
molta attenzione, in silenzio, senza osare aprir bocca, persa in pensieri che
lei poteva conoscere solo in parte. La vide alzarsi da tavola senza aver quasi
toccato cibo, e lasciare la stanza con la scusa di un mal di
testa.
*
“Cosa dite,
moglie?”
“La
verità!”
“Ma non è possibile, è passato tanto tempo,
e sono cambiate così tante cose…”
“Vi dico che è così, bene o male lo pensano
tutti, e non ci sarebbe altro motivo”
L’uomo prese a misurare la stanza a grandi
passi, tenendo le mani legate dietro la schiena, e continuando a parlare ad alta
voce tra sé, senza più degnare di uno sguardo la
moglie.
“Allora, che ne
pensate?”
“Penso che non ne sappiamo
abbastanza”
“Ma è certo un buon
partito!”
“Non metto in dubbio l’integrità del Signor
Wade, ma la sincerità delle vostre parole”
La signora Hampton si irrigidì, accusando il
colpo. ma rialzandosi in fretta per merito
dell’abitudine.
“Vi dico solo ciò che già pensano tutti:
Andrew è tornato per sposare Sarah!”
*
Seduta sulle scale di legno che avrebbero
dovuto portarla nella sua camera, Emily sentì risuonare quelle parole nella sua
testa, tanto forte da farle male. Sentì le lacrime pungerle gli occhi, ma le
ricacciò indietro infastidita, decisa a non mostrare il suo
dolore.
Il nuovo giorno portò nuove chiacchiere,
nuovi argomenti di discussione grazie ai quali le donne del paese avrebbero
potuto intrattenersi per giorni. Si diceva infatti che a casa Hampton fosse
giunta una lettera, proveniente dalla dimora degli Wade, e ciò convinse anche i
più scettici che qualcosa che lo legava a quella famiglia dovesse esserci
davvero. Ed effettivamente, per una volta la lettera c’era, non era indirizzata
a nessuno in particolare, ed era stata aperta con gioia dalla Signora Hampton,
che aveva voluto tutte le figlie riunite in salotto per leggerla ad alta voce. E
sebbene Emily fosse molto curiosa, riuscì ad afferrare ciò che vi era scritto
solo per metà, tanto che non appena la madre si ritirò in cucina si affrettò a
recuperare la lettera e a portarla nella sua stanza. La dispiegò con mani
tremanti, rimanendo immediatamente colpita dalla calligrafia chiara ed elegante,
che pur non volendo, le strappò un sorriso
malinconico.
Dopo molto
tempo mi sono deciso a tornare dove sono cresciuto,
e a
rioccupare la vecchia casa che fu dei miei genitori. I miei zii non vollero
venderla proprio perché pensavano sarei stato felice di tornarvi, e sono
contento di farlo adesso.
Sono
passati alcuni anni dall’ultima volta in cui ci siamo visti, ma ricordo con
affetto il tempo trascorso insieme e l’appoggio che mi avete dato alla morte dei
miei genitori. Proprio per questo ci terrei molto a riallacciare il vecchio
rapporto di amicizia nato tra voi e la mia famiglia.
Mi farebbe
piacere invitarvi già da ora a pranzo nella mia casa, sebbene non sia stata
ancora interamente rimessa a posto dopo la mia lunga assenza, e non possa essere
così accogliente come vorrei che fosse.
Mi scuso
in anticipo, se tutto ciò dovesse risultare inopportuno, come credo che in parte
sia, e in mia discolpa posso dire solo di essere mosso dai sentimenti
migliori.
I miei
ossequi
Andrew Wade
Un invito!
Emily richiuse la lettera, nascondendola poi
infondo al cassetto. Portò gli occhi sullo specchio, studiando il suo riflesso
come non faceva da tempo. Il volto era pallido, la pelle chiara, in contrasto
con la bocca piccola e rossa. Un paio di occhi castani la fissavano, non belli
come quelli di Sarah, né brillanti come quelli di Catherine. Morbidi capelli
biondo cenere le ricadevano sulle spalle, non affascinanti come quelli rossi di
Amy, ma abbastanza per essere il suo unico vanto. Provò a chiedersi quanto fosse
cambiata in quegl’anni, a quanto avrebbe potuto apparire diversa a lui, una
volta che l’avesse vista. In realtà, non poteva nemmeno pensare al loro
probabile incontro senza che il cuore le scoppiasse nel petto, fuori da ogni suo
possibile controllo. Non capiva.
Non
poteva.
Non ancora.
Note:
Fine!! Uff!! come sono agitata… che ne pensate?! E
dalla prossima volta arriva Andrew perciò dovrò impegnarmi al meglio per
descriverlo in tutto il suo fascino ;)
Perdonatemi inoltre per la brevità di questo capitolo,
ma credevo fosse meglio spezzare temporalmente la situazione.
X soad: È inutile scusarmi per il ritardo
inumano, perciò ti ringrazio per aver apprezzato da subito la mia storia.
Fortuna che è apparsa interessante dall’inizio!
Baci
X MaryMatrix: eh… già, credo che il mio
stile dopotutto non cambierà poi molto. In realtà spero che sia un po’ più
maturo, per lo meno… e grazie, grazie per tutto. Perché hai letto anche questa…
e perché mi hai ricordato che l’avevo abbandonata. Dopotutto, è anche per te che
ho ripreso in mano tutti miei spaiati appunti!!
X mArtinz: ehhhhhh… il mio presto si è fatto
un po’ aspettare! Scusa. La scuola mi ha impegnata tantissimo… ma non ci sono
scuse, perciò mi prostrerò in ginocchio! Sono felice che questo sia il tuo
genere! Sapevo che Harry Potter non ti piaceva tanto, ma spero che almeno qui il
mio romanticismo non stoni! Un abbraccio
X Tigerlily: Mmh… hai notato eh? E io che ho
cercato a lungo 2 parole che iniziassero per “P”… proprio per avvicinarmi a
“Pride and Prejudice”.. e comunque, la storia a te l’ho raccontata, perciò sai
che è molto diversa. La verità è che non voglio affatto riprendere Jane Austen
–cosa impossibile- ma scrivere qualcosa che mi è stato ispirato dai suoi libri.
Ho amato così tanto quell’atmosfera, quelle parole, quei luoghi… e tutti quei
sentimenti che nascono –e crescono- nell’ombra! Ho cercato solo di farli
rivivere… ^^ Ma grazie per i complimenti, e per la costanza. E come vedi ti ho
accontentato, dato che qualcosa riguardo al loro aspetto si vede già in questo
capitolo… a presto
X Viu_5: Grazie!!! Spero davvero che
continuerai anche questa storia… nonostante la mia scarsa costanza… ma
probabilmente sarò spinta anche dai tuoi complimenti, perciò.. grazie per tutto
il tuo appoggio!! ti voglio
bene