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Autore: applestark    02/09/2015    1 recensioni
Una raccolta di tre one shot sulla coppia Neville Longbottom-Hannah Abbott, ambientate tutte nel periodo Natalizio. Perché a Natale sono tutti più buoni e felici, perché tutto è magico e straordinario.
"Got my halo on, I know what I want: it's who I'm with. It's an extraordinary Merry Christmas!"
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hannah Abbott, Neville Paciock | Coppie: Hannah/Neville
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ciao!
Ecco l’altra one shot, spero che vi piaccia.
Se vi stesse chiedendo perché ho aggiornato qui e non all’altra fanfic, quella a più capitoli, beh, perché sto ragionando un po’ sulla trama, e studiando per i test di ingresso… e vabè, buona lettura!
 
Baci,
 
_stargirl

 


 
  1. Dear Santa
 
 
“It came into my dreams last night, a great big man in red and white. 
He told me that it's gonna be a special year for you and me.”
 


-C’era una volta un mago sempre benevolo nei confronti dei propri vicini babbani, che morì improvvisamente lasciando in eredità al proprio figlio i suoi averi più preziosi. Questi però, era un giovanotto egoista e avaro…-
La voce di Neville, che leggeva la favola del “Calderone salterino” al piccolo Frank, arrivava chiara e limpida ad Hannah, ancora in cucina a sfornare dei biscotti di pan di zenzero da esporre il giorno seguente al Paiolo Magico.
Era stata una Vigilia di Natale piuttosto indaffarata, quell’anno, tanto che avevano dovuto rifiutare l’invito a cena a casa Weasley, a malincuore. Frank, che era capace di non prendersi mai nessun malanno, si era ammalato proprio in quei giorni, e gestire la sua vivacità con la febbre era stato più difficile del solito.
Per fortuna, grazie a dei rimedi naturali di Neville, il bambino sembrava essersi ripreso, ed aspettava con ansia che la notte passasse, per poter scartare i suoi regali.
Fuori la neve cadeva fitta dal cielo, era l’inverno più freddo che l’Inghilterra avesse mai conosciuto, e ad Hannah non dispiaceva, visto che adorava vedere il suo giardino imbiancato e i pupazzi di neve lungo la strada.
Estrasse dal forno l’ultima teglia di adorabili omini di pan di zenzero e sorrise soddisfatta: poteva finalmente gettarsi sul divano in salotto, e riposare. L’ideale sarebbe stato raggiungere il bagno, farsi una doccia e andare direttamente a dormire, ma pensava di non avere nemmeno le forze di compiere quei movimenti lì, allora rimase adagiata sul divano, la testa sul bracciolo e una gamba penzolante, con gli occhi appena socchiusi.
Intanto Neville, una volta conclusa la lettura della storia preferita di Frank, dal libro di Beda il Bardo, si spostò con delicatezza dal lettino, spense la luce da notte sul comodino e poi accarezzò la testa del bambino.
A volte, quando lo guardava, non poteva credere ai suoi occhi: erano davvero passati cinque anni?
Ricordava ancora tutte le paure che lo avevano intrappolato mentre il pancione di Hannah cresceva, e il momento si avvicinava, ed era sempre più nitido il pensiero di un bambino, uno vero, tra le sue braccia goffe.
Alla fine però, si era reso conto di come fosse semplice amarlo, Frank Longbottom, che portava il nome di suo padre, e che aveva già dato i suoi primi segni di magia.
Soddisfatto, gli sistemò le coperte e poi scese al piano di sotto, in salotto, dove trovò Hannah spaparanzata sul divano, con gli occhi chiusi ma in una posizione decisamente scomoda.
-Hannah, dormi?- domandò, camminando verso di lei e andando a sbattere, ovviamente, contro lo stipite della porta.
-Vivi in questa casa da tanti anni, e pure… continui ad andare a finire contro quella benedetta porta!- si lamentò la bionda, aprendo solo uno dei due occhi azzurri.
Neville sbuffò. –No, non stai dormendo. Anzi, dopo una giornata di lavoro…hai ancora le forze per rompermi le scatole.- ridacchiò, andandosi a sedere sul divano e sistemando le gambe della moglie sopra le sue.
-Sai chi mi ricordi quando fai così?- continuò, sorridendo.
-Credo di aver capito- fu la risposta della strega, che si mise a sedere con un cipiglio offeso.
-Tua nonna Augusta- borbottò.
Neville rideva, così tanto che gli lacrimavano gli occhi, e sapeva benissimo che doveva smettere subito, o si sarebbe ritrovato a dover fronteggiare una strega e una moglie decisamente arrabbiata.
-Vieni qui- le disse, mostrandole i suoi occhi grandi e verdi, certo che non gli avrebbe resistito. E infatti, così fu; prima si sistemò i capelli, legati sulla nuca con due piccole treccine, e poi si fece più vicina a lui, posando la testa sul suo petto e stringendolo forte.
-Come sta Frankie?-
-Sta bene, anche se…non faceva che parlarmi di un certo Babbo Natale, al quale ha scritto delle lettere- disse perplesso, e ricevette in risposta una risata di Hannah.
-Non conosci Babbo Natale? Voi maghi purosangue siete così…noiosi- scherzò, alzando appena lo sguardo per poterlo guardare.
Si ritrovò a pensare che fosse bello, con i capelli scompigliati e la barbetta incolta. Aveva perso tutti i tratti del ragazzino impacciato di Hogwarts, almeno fisicamente. I suoi modi, rimanevano così, e a lei piacevano.
-Raccontami di questo Babbo Natale, so solo che gli devi chiedere delle cose e…dopo ti dirò cosa ha chiesto Frank-
Non riuscì a trattenere un sorriso, pensando alla bizzarra richiesta del figlio. “Io vorrei una sorellina” aveva cantilenato, non facendo che ripeterlo.
-Allora- iniziò Hannah, spostandosi dalle braccia di Neville e portandosi le ginocchia al petto.
-Babbo Natale, secondo la leggenda, è un uomo altruista e generoso, un po’ grassoccio e sempre vestito di rosso. Vive in Lapponia, con folletti e renne, e durante il periodo Natalizio aspetta che i bambini, e gli adulti, gli scrivano delle lettere. In queste lettere, puoi chiedere dei giocattoli, o esprimere desideri…-
Mentre parlava, gesticolando e spostandosi i ciuffi disordinati dietro le orecchie, Neville la osservava con un mezzo sorriso sulle labbra, pensando che avrebbe voluto interromperla, solo per baciarla, stringerla a sé, assicurarsi che fosse reale.
-Allora lui, la notte della Vigilia, cioè stanotte, distribuisce i regali in tutto il mondo, volando con la sua slitta trainata da renne magiche!-
Gli occhi azzurri le brillavano, e ricordava con affetto quando sua madre le raccontava quella storiella.
-Non sono più comode delle scope?- scherzò Neville, sfiorandole la punta del naso con l’indice.
-Le renne sono più carine- rispose lei, facendo una smorfia e sorridendo all’attenzione del marito.
-Ora dimmi cosa desidera Frank, oltre al peluche che già è sotto l’albero-
Neville rise, circondandole le spalle con il braccio.
-Dai- lo incitò, beandosi del suo dolce profumo muschiato che le invadeva le narici.
-Lui vuole una sorellina-
Hannah spalancò gli occhi, e poi si coprì il volto con le mani, mentre rideva.
-Ma è adorabile!-
-Già- acconsentì il mago, posandole una mano sulla guancia, in un chiaro tentativo di baciarla.
-E noi potremmo rimediare- aggiunse, con voce roca, e Hannah posò le labbra sulle sue, che la baciò in fretta, percorrendo con la mano la sua schiena, fermandosi sul fianco.
-Ehi- mormorò la bionda con sorpresa, ma lasciò che lui continuasse a baciarla, e anzi, lo tirò a sé rendendo molto chiare quelle che erano anche le sue, di intenzioni.
La stanchezza sembrava improvvisamente essere sparita, e tutto ciò di cui aveva bisogno era Neville, con il suo bel sorriso, gli occhi verdi e la sbadataggine che, nemmeno in quelle circostanze, lo abbandonava.
Le piaceva quel particolare, perché non solo i loro momenti di intimità erano appassionati ed enfatici, ma anche divertenti.
-Dovresti chiedere a Babbo Natale un manuale per spogliare tua moglie, non credi?- scherzò lei, aiutandolo a sbarazzarsi del suo vestitino di lana color pesca.
-Sei crudele- mormorò in tutta risposta il marito, lasciandole un leggero morso nell’incavo del collo, come per “punirla”; gesto che, in realtà, la fece sorridere per il solletico.
 
 
Non era stata la notte più tranquilla della sua vita, ma non se ne dispiaceva. Anzi, quella era stata la Vigilia di Natale migliore del mondo.
Neville dormiva pacato al suo fianco, a pancia sotto e con un sorriso beato in volto. La somiglianza con suo figlio era eclatante, in quel frangente, ed infatti Hannah lo guardava innamorata.
Si era svegliata da pochi minuti, ed aveva constato che erano appena le otto e trentacinque. Tuttavia, era certa che Frank si sarebbe svegliato entro poco tempo, eccitato com’era dalla questione di Babbo Natale e dei regali.
Anche lei lo faceva, da piccola, e quindi non lo biasimava.
Si sporse con il braccio verso il comodino, per accendere la luce da notte, ma Neville, ancora nel sonno, la strinse a sé.
-Sei un bambinone- esclamò, accarezzandogli i capelli, ma lui mugugnò qualcosa di incomprensibile, che la fece ridere.
-Smettila di chiamarmi così- la ammonì, con la voce impastata dal sonno, ed aprendo a fatica gli occhi.
-Buongiorno, mio caro- scherzò, scompigliandogli i capelli.
-Non potremmo dormire un altro po’?- si lamentò, affondando con la testa nei capelli biondi e profumati di Hannah.
-Se Frankie è d’accordo- scherzò, accarezzando lievemente il braccio di Neville, che sbadigliò sonoramente.
-Comunque, buon Natale-
Lo guardò negli occhi, rimanendo qualche attimo in silenzio, e pensando che se avesse dovuto chiedere anche lei delle cose a Babbo Natale, sicuramente lo avrebbe pregato di non cambiare mai quel sentimento fortissimo che provava per Neville, e quell’amore incondizionato che riusciva a darle, che riuscivano a darsi.
-Buon Natale anche te-
Un attimo dopo, Frank fece irruzione nella loro camera, correndo come un fulmine e saltando sul letto dei suoi genitori.
-Dovete svegliarvi! E’ Natale!- esclamava, saltellando e sbattendo i piedini.
-Siamo svegli- gli rispose la mamma, scompigliandogli i capelli. –Buon Natale tesoro-
-Più o meno- borbottò Neville, stropicciandosi gli occhi come un bambino e poi tirando a sé Hanna e Frank, per abbracciarli.
Erano le persone più importanti al mondo, per lui, perché avevano dato un senso alla sua esistenza.
-Allora andiamo a vedere se Babbo Natale mi ha portato una sorellina!- continuò il bambino, parlando con la sua voce squillante.
Hannah e Neville si rivolsero uno sguardo complice, sorridendo.
-Per quello dovrai aspettare un po’, Frankie, ma sono certa…-
-Okay, okay! Allora andiamo a vedere per i regali- concluse, divincolandosi dalla stretta dei suoi genitori, per poter andare in salotto.
Hannah accennò un sorriso, mentre lo osservava, quello era un Natale straordinario.
 
  
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