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Autore: _skyland    02/09/2015    2 recensioni
"Ci vedi un po' come Romeo e Giulietta?" le chiese Malfoy quella sera.
...
"Conosci Romeo e Giulietta?" gli chiese lei incredula.
...
"Saresti la Giulietta perfetta, sai?" continuò poi regalandole uno dei suoi rari sorrisi.
"Io non ti ci vedo come Romeo. Sì, sei impulsivo e immaturo, ma immaginarti come lui, innamorato dell'amore, mi viene da ridere solo a pensarci" mormorò Hermione sovrappensiero.
Salve mondo di Efp eccomi con la mia prima fanfic (la prima che voglio davvero terminare, ho già qualche capitolo pronto).
Vi avverto che sarà abbastanza lunga insomma, far finire Draco e Hermione insieme richiede un po' di tempo perciò non aspettatevi tanto amore fin da subito, dopotutto si sono odiati per anni.
Detto questo buona lettura spero vi piaccia ^-^
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Gli insegnanti erano stati molto poco comprensivi con entrambi e così erano finiti in punizione.
Avevano portato Malfoy da Madama Chips e, quando l'infermiera aveva disinfettato la ferita al braccio e l'aveva fasciato meglio, dicendo che in pochi giorni sarebbe tornato come nuovo, solo allora tutti i professori - compreso Piton - li avevano sgridati per bene, lasciando alla direttrice di Grifondoro, il compito di assegnare loro una punizione adatta.
La McGranitt, conoscendo l'odio che provavano reciprocamente, aveva pensato che il braccio ferito di Malfoy fosse conseguenza di una delle loro tante 'guerriglie' e - dopo aver tolto ad entrambi cento punti - li aveva accompagnati nella Sala dei Trofei dove, il giorno dopo, avrebbero dovuto aiutare Gazza a pulire ogni trofeo presente nella stanza. Senza magia, ovviamente.
"Ma professoressa..." iniziarono a protestare entrambi
"Silenzio! Avete creato un trambusto enorme con la vostra sconsideratezza questa punizione è il minimo che vi meritate, ora filate a letto! Sono molto delusa da lei, signorina Granger!" tuonò, facendo rabbrividire entrambi.
Tutti e due, annuirono ed uscirono dalla Sala.
Era inutile protestare con la McGranitt, non sentiva ragioni, soprattutto quando era arrabbiata.
Tutti erano tornati nelle rispettive Sale Comuni e ormai l'ora della cena era passata da un pezzo.
Hermione stava per svoltare l'angolo e, finalmente, tornare dai suoi amici quando il ragazzo la raggiunse.
"Ho fame" le disse semplicemente.
"Sai quanto me ne importa"
"Accompagnami in cucina"
"Perchè dovrei? Mi hai causato già troppi grattacapi, stammi lontano" gli intimò continuando a camminare.
Solo in quel momento si era resa conto di quanto anche lei avesse fame, avevano saltato pranzo e cena dopottutto ma, quel giorno, non aveva la minima intenzione di passare mezzo secondo in più in compagnia del Serpeverde. Anche a costo di morire di fame.
"Andiamo ci vorranno dieci minuti al massimo" cercò di convincerla nonostante fossero ormai all'entrata della Sala Comune dei Grifondoro.
Lei si voltó per un attimo, trovandosi faccia a faccia con il ragazzo.
"Non ho intenzione di passare con te un altro secondo del mio tempo oggi, Malfoy" detto questo sussurrò la parola d'ordine alla Signora Grassa e sparì oltre il ritratto, lasciando il ragazzo totalmente basito.

Per la seconda volta, si era ripromessa di star lontano il più possibile da Malfoy e di non rivolgergli più la parola. Non perchè avesse fatto qualcosa di male, ma perchè temeva i propri sentimenti.
Stava iniziando a capire i segnali che le mandava il suo corpo quando gli stava vicino: la mente annebbiata, il battito del cuore accellerato, il rossore che le tingeva le guance, e non le piaceva.
Non le piaceva per niente la spiegazione che le suggeriva il suo cervello.
Non poteva davvero provare qualcosa per lui, era inconcepibile, inammissibile e completamente sbagliato.
Avrebbe preferito scoprirsi innamorata di un troll di montagna, avrebbe sicuramente avuto più senso e - in quella circostanza - non le pareva poi tanto strano.
Odiava dover ammettere però che, in fin dei conti, non c'era altra spiegazione plausibile.
Aveva pensato ad altre possibilità come, per esempio, un filtro d'amore usato di nascosto per farle uno scherzo, un Confundus per non farle rendere conto di quello che faceva o, nel peggiore dei casi, poteva essere sotto Imperio.
Nessuna delle possibilità poteva essere presa in considerazione, però, perchè il Confundus aveva durata solo per qualche minuto mentre, se fosse stata sotto Imperio non le avrebbe nemmeno potute pensare certe cose; inoltre, nessuno tra i compagni sapeva preparare un filtro d'amore decente e, pagare molti galeoni solo per farle uno scherzo, le sembrava una cosa troppo stupida per chiunque.
L'unica opzione perciò, rimaneva l'infatuazione, che le appariva ancora meno plausibile delle altre soluzioni, ma l'unica - logicamente - possibile.
Per un attimo odiò il fatto di essere così tanto razionale. Se fosse stata meno intelligente, avrebbe potuto credere ad una delle altre possibilità.
"Hermione, devo parlarti" le disse Harry nonappena lei mise piede in Sala Comune, dopo una giornata negativa in tutti i sensi.
In seguito ad una mattinata disastrosa, era uscita a prendere un po' d'aria quando, improvvisamente, aveva iniziato a piovere.
Nel breve tragitto tra il suo albero preferito - nei pressi del lago nero - e la scuola, si era completamente inzuppata dalla testa ai piedi.
Una volta entrata a scuola, poi, Gazza aveva appena passato la cera sul pavimento ed era caduta col sedere per terra arrivata al secondo piano.
Ora, aveva giusto il tempo per una doccia veloce, non poteva proprio fermarsi a parlare con lui.
"Harry ti prego, non adesso.Sono in punizione, ricordi? Devo sbrigarmi" rispose all'amico per poi salire in fretta e furia nel dormitorio delle ragazze.
"Ti aspetto qui!" gli urlò dietro Harry, prima di sentire la porta chiudersi dietro di lei.
Dopo essersi rinfrescata, scese di nuovo.
"Ora posso parlarti?" le chiese Harry che l'aveva sul serio aspettata ai piedi delle scale.
"Mh, ok dai! Accompagnami, così nel frattempo parliamo" rispose lei per poi uscire dal ritratto della Signora Grassa.
La Sala dei Trofei, si trovava al terzo piano del castello.
Era la stanza in cui erano riposti tutte le coppe e le onorificenze vinte dagli studenti negli annali di Hogwarts.
Era quella che a Hermione piaceva di più, dopo la biblioteca naturalmente, e non quando doveva pulirla.
"Sei strana in questi giorni, Hermione. Non stai mai con noi, stai in biblioteca ancora più del solito, non ci parli dei tuoi problemi e... noi abbiamo bisogno di te" le disse Harry, torturandosi le mani.
"Lo so, Harry. Mi dispiace non avere mai tempo ma è un periodo stressante" gli rispose sentendosi infinitamente in colpa.
"Ti ho visto..." iniziò il ragazzo trattenendola per la manica della divisa.
Lei lo guardò confusa, cercando di capire a cosa si riferisse.
"Con Malfoy" precisò a quel punto lui, lasciandola.
"Non è per lui che non passo più tanto tempo con voi, Harry" rispose lei ricominciando a camminare.
"Hermione, non vorrei che ti usasse in qualche modo. Tu sei mia amica e lui è..." mormorò il ragazzo, venendo immediatamente interrotto.
"Per piacere Harry, non ricominciare! Malfoy potrà non essere il ragazzo più simpatico del mondo - e non lo è, te lo assicuro - ma, diamine! Non è un mangiamorte!" esclamò.
"Non puoi esserne sicura, Hermione. Tutto questo improvviso interesse che ha nei tuoi confronti, è quantomeno sospetto, non trovi?" domandò lui continuando a seguirla.
"Non è interessato a me, semplicemente parliamo e... basta" ribattè con un sospiro.
"Parlare? Tu e lui?" chiese incredulo.
"Sì, Harry. Parliamo! Come persone civili, beh più o meno. Dovresti provarci anche tu, sai?" domandò lei.
"Ti fidi di lui?" le chiese, poi, tenendola di nuovo per un braccio.
"Harry..."
"Rispondimi, Hermione. Ti fidi o no?"
"Non completamente ma se mi chiedi di scegliere, ti dico di sì, sono più propensa a fidarmi" mormorò lei abbassando lo sguardo.
Ed era vero. Per come lo intendeva Harry si fidava, c'era sempre la parte sospettosa di lei che le diceva che era uno sbaglio avere fiducia, ma - per una volta - aveva deciso di non ascoltarla e, invece, seguire l'istinto.
"Lo sai che io voglio solo proteggerti" le confessò.
"E io ti ringrazio per questo ma, tu e Ron - perchè ne hai parlato anche con lui, giusto? - dovete capire che so proteggermi da sola. Dopottutto, non è così male quando ci parli un po'. Sì, insomma, rimane sempre il solito arrogante, però basta saperlo far tacere" sorrise lei facendo le spallucce.
"Non posso impedirti di frequentarlo però... Hermione, stai attenta, va bene?" si raccomandò il ragazzo.
"Sai che non ti tradirei mai. Ti fidi di me, vero Harry?" gli chiese posando gli occhi su di lui.
"Di te sì, non mi fido di Malfoy, Hermione"
"Tranquillo. Se tu avessi ragione e il suo scopo è quello di estorcermi informazioni, da me non saprà proprio niente" lo tranquillizzò per poi aprire la porta.
"Ci vediamo dopo, Harry. Stai tranquillo e rilassati, va tutto bene" si raccomandò prima di entrare per scontare la punizione.
"Lo spero, Herm" sospirò lui per poi voltarsi e ritornare in Sala Comune.

  
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