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Autore: DanieldervUniverse    03/09/2015    5 recensioni
La Dissidia è finita, i cicli conclusi, i tiranni sconfitti e i guerrieri tornati nei propri mondi.
Anche Guerriero, che s'avanza fiducioso nel nuovo mondo in cui è giunto alla fine di tutto, fino al palazzo della grande città di Cornelia...
(Risistemati i primi undici capitoli e i momenti OOC, aggiunta scaletta capitoli 34-35).
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti, Warrior of Light / Guerriero della Luce
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dissidia - Kingdom of Light Fantasy'
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A\N: L'ultima speranza dell'Armonia. La battaglia contro la nemica sconosciuta arde furiosa!

DII\N: Bla bla bla allora!? Parliamo di cose serie!


La donna fissò con sguardo iroso i quattro nemici di fronte a lei.

-Guerriero!

Senza ulteriore indugio lui caricò.

Firion gli andò incontro, tagliando in due lo scudo dell'ex-leader.

-Kain!- esclamò il ragazzo, mentre il dragone ubbidiente spiccò un balzo portando la lancia sopra la testa per trafiggere la nemica.

Intanto Squall rimase dietro ad attivare il Renkonzuken.

Firion, una volta tagliato lo scudo usò a suo vantaggio l'assalto diretto di Guerrieri e gli volò sopra -Tifa!

La ragazza centrò con un pugno il volto dell'avversario, gettandolo a terra.

-NO!- esclamò la donna, mentre Kain per poco non la trafiggeva.

Il dragone quindi saltò oltre l'avversaria, aggrappandosi alla parete.

Firion si lanciò in una serie di affondi che la fecero indietreggiare, finché Tifa non gli volò sopra la spalla abbattendo uno dei suoi potenti calci contro di lei.

Nello stesso momento Kain fece perno sulla parete e si lanciò spedito per trafiggere la donna da dietro.

La nemica li disperse tutti usando la barriera, ma a quel punto Squall, l'asso della manica, balzò in avanti -COLPO IMPERIALE!

Travolta dall'energia la la donna andò ad impattare contro la parete, con un lungo taglio sul petto.

Non visto, il rubino le sfuggì di mano.

Guerriero si alzò di nuovo, terrorizzato, e corse al suo fianco.

-Cosa fa?- chiese Tifa, sorpresa.

-Non lo sappiamo- le rispose Squall.

-Dev'essere vittima di un illusione- spiegò Firion.

-URRÀ!!!- si sentì esclamare dietro di loro.

Un sorriso increspò le labbra di Firion, quando volgendosi vide Lightning che cercava di avanzare, reggendosi lo stomaco.

Immediatamente il ragazzo corse da lei, scambiando un bacio non appena riuscì a raggiungerla.

Persino Kain sorrise a quella scena.

L'unico che non sorrideva era Guerriero.

Reggeva il volto della donna tra le lacrime.

Anche lei piangeva.

Era come se tutta la rabbia che l'aveva animata fino a pochi momenti prima forse scomparsa.

Le ferite di Guerriero erano rimarginate.

Le sue no.

Allungò un mano per sfiorare il volto dell'uomo -Mi dispiace...

-Anche a me dispiace mia cara- replicò il cavaliere bianco, comparendo dal muro, con voce sprezzante e crudele -A quanto pare dovremo risolverci ad usare il piano B.

Squall si gettò immediatamente contro il nemico, ma la roccia sotto di lui divenne vischiosa e dei tentacoli di terra l'avvolsero facendolo sprofondare rapidamente.

Tifa attaccò a sua volta, ma fatti pochi passi si accasci a terra, il corpo smagrito, i capelli bianchi e le rughe profonde.

Kain fece per intervenire ma decine di ferite si aprirono su tutto il suo corpo, facendolo crollare.

-NO!- esclamò Firion con orrore.

Il cavaliere raccolse la Zanketsuken, che il ragazzo aveva fatto cadere a terra per raggiungere Light, e gliela puntò contro.

-Prendi!- esclamò ancora Gilgamesh, lanciandogli la Ragnarock.

Con quella nuova arma Firion caricò in avanti.

Voleva proteggere tutti.

Era suo dovere.

Lui era stato il primo, il Senpai di tutti.

Era il suo compito.

Invece in qualche modo il nemico risucchiò le sue energie in una sfera nel suo palmo, per poi rilanciargliele contro.

Il pendolo sul suo petto brillava di luce maligna.

Firion venne scaraventato lontano e giacque.

Tutti ammutolirono, in silenzio.

Con un ghigno malevolo il Cavaliere si volse nuovamente verso la donna, ma si ritrovò la lama di Guerriero puntata alla gola.

-Stalle lontano.

Quando l'uomo in bianco fece per tentare un passo Guerriero insisté -Non ti azzardare a toccarla.

-Non credere di avere qualche possibilità contro di me. Ti ho lasciato sconfiggermi perché era quello che volevo- replicò il nemico.

Guerriero fece per attaccare, e a quel punto il cavaliere gli alitò in faccia, mentre lo sguardo del paladino diveniva vacuo.

Abbassò la spada, e quello poté passare oltre indisturbato.

-Bastardo...- replicò la donna con un rantolo.

-Fa tutto parte della tua vendetta, “mia signora”. Adesso è tempo che tu faccia la tua parte.

Detto questo pronunciò qualche oscura formula magica nell'antica lingua delle rune vichinghe, e la donna venne avvolta da un vortice.

Un vortice di energia, generato sempre dal pendolo, che la avvolse sempre più velocemente.

La donna lanciò un ultimo sguardo a Guerriero prima di sparire nel bozzolo rosso.

-Perché non fai niente!?- esclamò Lightning.

Il cavaliere non ebbe bisogno di voltarsi per capire che Guardiano era appoggiato alla parete dietro di lui.

Ma avrebbe dovuto, perché il cavaliere nero si chinò a raccogliere il rubino in silenzio.

-Cosa sta succedendo?- chiese Luneth, ancora martoriato dai fulmini.

-No...- fu tutto quello che Theodor riuscì a dire.

Il bozzolo crebbe, mentre l'intera montagna cominciò a tremare.

Il sorriso crudele del cavaliere bianco crebbe in egual misura.

Guardiano rimase in silenzio osservando la scena con occhi di fuoco.

Con un ruggito portentoso, fiamme di morte si liberarono.

La figura rossastra ed ellissoide divenne presto una ammasso di fiamme incandescenti.

Grida di dolore e sofferenza si susseguirono.

I guerrieri nella stanza non ebbero altra scelta se non capitolare.

La forza che si sprigionava dal bozzolo di fiamme li fece cadere in ginocchio, le ferite pulsarono come mai.

Il loro sangue bolliva.

Furia, dolore, rabbia, sete di battaglia.

Nei loro sguardi si poteva scorgere la confusione.

Occhi vacui, spalancati, come se fossero vittima di allucinazioni.

Il cavaliere bianco rise, rise in trionfo.

Uno sguardo folle gli riempiva gli occhi, e godeva, godeva nel vedere i propri piani riuscire.

Guardiano non si mosse.

Le fiamme esplosero di colpo, libere.

Le grida di dolore dei guerrieri dell'armonia coprirono le risate diaboliche del cavaliere.

La forma di fiamme emerse, ruggendo ad ali spiegate.

Le immense corna, la coda irta di punte, gli artigli, le zanne.

Chaos risorse.

Con un ultimo urlo di sofferenza la creatura si piegò su se stessa, coprendosi il volto con le mani, vittima di un tremendo dolore.

-Sorgi oh Chaos!- esclamò il cavaliere bianco, aprendo le braccia come a dargli il benvenuto.

-Sorgi a nuova vita! Sorgi e fai dei mondi un regno di fiamme! Sorgi e cancella l'universo che ti circonda! Sorgi, e presta la tua furia al nostro servizio!

Tremante, la figura infuocata cominciò ad alzarsi in piedi.

Prima sulle quattro zampe, poi appoggiata ad un ginocchio.

Cloud, grazie alla sua innata capacità di recuperò, si rimise in piedi a sua volta, riformando la spada, e fece qualche passo malfermo.

Il cavaliere sembrò godere della sua sofferenza.

-Avete perso- disse ad alta voce.

-Avete perso. Contro di me, non può esserci vittoria che duri- gettò un rapido sguardo a Guardiano, che finalmente si staccò dal muro ed iniziò ad avanzare lentamente, senza alcuna intenzione aggressiva.

-Avete combattuto con valore per il vostro amico, che vi ha traditi non appena gli avete tolto gli occhi di dosso, e ora di voi non resterà altro che cenere. Cedete di fronte al mio passo. Presto i vostri mondi saranno miei, e tutte le persone che conoscevate ritorneranno agli inferi. AHAHAHAH!- perfino la risata di Kefka appariva innocente rispetto alla sua.

Guardiano gli passò oltre, infilando la mano nella roccia ed estraendo Squall quasi soffocato.

-Tu sei l'unico che rimane- disse il bianco rivolto al nero.

Quello per la prima volta diede segni di aver sentito, perché scoccò un occhiata indifferente al nemico di fronte a lui.

-Chaos, annie...- senza neanche dargli il tempo di finire la creatura che tanto difficilmente si era alzata in piedi venne scagliata contro la parete opposta con un cenno della mano.

-Dimentichi chi ha sconfitto Chaos al suo primo incontro- replicò Guardiano.

Il cavaliere bianco parve ammutolire, prima di riprendere chinando il capo -E pensare che era tutta opera mia.

Calò il silenzio.

I due cavalieri rimasero a fronteggiarsi in silenzio.

Il volto del bianco era scoperto.

Per la prima volta gli eroi ne colsero i dettagli.

Era un volto bellissimo, qualcosa di inimmaginabile.

I capelli scuri che ricadevano a metà del collo, folti e vivi, curati, lievemente mossi.

Gli occhi.

Le labbra rosse.

In quella bellezza si celava l'oscurità, il suo ghigno malvagio.

Era un essere oscuro.

Le iridi erano di un rosso smorto, mentre le labbra di un rosso carnoso.

La pelle era molto pallida.

Se avesse avuto anche le zanne avrebbe somigliato più ad un vampiro che ad un uomo.

Guardiano era ancora a volto coperto.

-Non puoi attaccarmi ora, lo sai.

-Non credere che il tuo incantesimo possa tenermi lontano.

Con un grido di dolore Chaos si puntellò con gli artigli alla parete, cercando di sostenersi.

C'era un immenso dolore tenuto in quella figura, un dolore che difficilmente sarebbe stato possibile comprendere.

-Oh beh, speravo che il potere del rubino fosse sufficiente a ristabilirlo al pieno potenziale- disse il cavaliere malvagio, con un tono quasi derisorio.

-Intendi questo rubino?- replicò Guardiano rivelando la pietra nel suo palmo.

-Come...?- l'altro spalancò gli occhi e fece per prenderlo ma l'occhiata di fuoco dell'avversario lo fece desistere.

-Hai gli occhi accecati dalla gloria- un fremito di rabbia percorse il corpo del cavaliere nero.

-Bah, vai al diavolo. CHAOS!- il bianco scagliò un improvvisa ondata di energia, originata dai suoi stessi poteri -SORGI OR DUNQUE! LIBERA IL TUO VERO POTERE!

Le fiamme sul corpo del mostro si ravvivarono, mentre la creatura, colta da improvvisa forza, faceva esplodere la parete di fronte a se.

Ruggì.

La sofferenza era svanita, la furia tornata.

Strinse i pugni e spalancò le ali, mentre il suo ruggito faceva tremare il mondo, accompagnato dall'agghiacciante risata del cavaliere bianco.

I guerrieri la fissarono atterriti.

Gli elisir non funzionavano più, erano inutilizzabili, e la loro forza non era più sufficiente.

Nemmeno Kuja poteva curarli.

E Guardiano non sembrava reagire.

Perché prendersi tutto il disturbo di proteggerli e radunarli, per poi lasciarli morire così, a sangue freddo?

Poi una luce...

Ci fu una luce splendente, che si liberò dai cieli, scendendo attraverso la pura roccia ed inondando di luce l'antro.

Chaos rinato si volse verso quella forma splendente, che si dischiuse come un fiore, liberando la candida veste e il luminoso volto della dea.

Il cavaliere bianco iniziò a ridere sempre più forte, mentre Guardiano rimase impassibile.

-Chaos- si fece udire Cosmos con voce potente -Ancora una volta ti spingi ad affliggere le vite degli uomini e dei loro simili, portando morte e distruzione a tuo nome. Ma non più. Affrontami mio crudele nemico, e incontra ala tua fine.

L'energia della divinità si sprigionarono, portando sollievo ai combattenti.

Sotto ai loro occhi le ferite si richiusero, le energie si ristabilirono.

Con un grido rabbioso Chaos sprigionò la sua potenza, assalendo la creatura di fronte a lui.

Ma invece di collidere con i corpi, colliderono le forze.

Di fronte a agli occhi consumati di quegli eroi Caos e Armonia si scontrarono in tutto il loro fulgore.

Con una forza tremenda i due dei vennero in contatto

Gli opposti.

I poli.

Una potenza devastante, inarrestabile.

Tutto venne travolto.

Guardiano si limitò ad allontanare i guerrieri dalla battaglia.

Non potevano togliere gli occhi di dosso a quello spettacolo.

Era qualcosa di terribile, eppure di affascinante.

Era come vedere due aspetti di se stessi avvolgersi in una danza mortale.

Il cavaliere bianco, a dispetto della furia dello scontro, avanzò, assaporando il momento.

Guerriero si riprese in quell'attimo, alzando lo sguardo confuso sulle due forme indistinte in un mare di fiamme e luce.

-No...- mormorò.

Lo scontro crebbe d'intensità.

Le pareti cominciarono a franare con violenza, i detriti a disperdersi in polvere.

Guardiano rimase a proteggere i guerrieri con il suo scudo di energia, mantenendo gli occhi puntati sul suo mortale nemico.

Quello avanzò imperterrito, protetto dalla sua magia, fin quasi a raggiungere le due divinità in lotta.

-FERMO!- gridò Guerriero tentando di rimettersi in piedi.

Ma fu inutile.

Il cavaliere malvagio sprigionò la sua magia sui due dei, avvolgendoli in una morsa oscura.

L'effetto fu devastante.

I guerrieri caddero a terra nuovamente colti da dei dolori lancinanti, contorcendosi, preda delle grida di sofferenza.

Le due divinità urlavano all'unisono, mentre un forte dolore li opprimeva dall'interno.

Le orecchie sanguinarono, assieme agli occhi e al naso.

Solo Guardiano rimase impassibile, osservando l'intera scena senza dare segni di vita.

Poi, come tutto era iniziato, tutto tacque.

Un buio opprimente scese nell'ambiente, annientando le eventuali luci magiche o tecnologiche.

Guardiano disperse la barriera, mentre i guerrieri ricominciarono a respirare normalmente.

Si diede alcuni secondi per curarli, ben conscio che da quel momento in poi, la vera battaglia sarebbe iniziata.

Mentre piano piano a luce tornava, si vide il cavaliere bianco chinarsi su qualcosa in mezzo ai detriti.

Il pavimento si era abbassato, tranne dove si trovava la barriera di Guardiano, e delle pareti non era rimasto molto.

Una figura confusa emerse dalle macerie, sorretta appena del cavaliere malvagio.

A Guardiano non serviva la sua vista per percepirlo.

Quell'uomo sorrideva, e ciò non era un buon segno...


A\N: E qui ci fermiamo, altrimenti poi si esagera con tutti gli inghippi. E poi sono esausto in questo momento.

DII\N: Cioè cinque giorni prima che voi leggiate questo capitolo. Tranquilli, non ci saranno pause nel prossimo futuro. (si spera perché perdo colpi).

  
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