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Autore: queenjane    03/09/2015    3 recensioni
Dedicato, in ordine alfabetico, a Amantea, Lucy'71, Mgrandier, Orny'81, Pamina'71, Tixit, Veronica Franco
Gli antichi dividevano le varie età dell'uomo nella stirpe dell'oro, dell'argento,
del bronzo, degli eroi e del ferro. Tempo addietro ho scritto delle one-shot, che intendo ampliare.
Da leggere come storie a sé o seguito di Golden Age oppure come spin off della storia "The dragon and the rose"..
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Novembre 1763
 
  • Ti ho fatto qualcosa?
  • No, perché?
  • Mi rispondi male e io non ti ho fatto nulla, mi pare, lo hai detto tu pure.- Guardandoti da sotto in su.
  • Cose mie. Oscar, non mi scocciare-
  • Quali?
  • Cose mie.- quando era così, non davi retta, eri chiusa nel tuo mondo.
  • Non ti rispondo male, Oscar.
  • Non mi consideri.
  • E rispondi a scatti.
  • Vedi di fartela passare, preferisco le botte.
  • Sai che ..
  • Il motivo non mi interessa.
Non è come mi hai abituato, ecco, anche se mi scoccia ammetterlo, ed è un magra consolazione che tu lo sia con tutti.
Torno a fissarti, la tua treccia scura che balla e oscilla sulla spalla come un acrobata, gli occhi scuri, mi sottraggo alla tua carezza e vado a prendere un libro.
 
Leggerei anche a tavola, il naso buttato dentro ai libri.
La regina dette alla luce un figlio e lo chiamò Asterione, mi viene in mente questa frase di Apollodoro, mi pare sul leggendario Minotauro, e ..
Un uomo con la testa di toro, od un toro con la testa umana?
Boh.
Ogni tanto la mia sorella preferita mi confonde le idee, credo che uno dei suoi divertimenti principali sia raccontarmi le storie e confondere come in un labirinto, appunto,  la regina si chiamava Parsifae e Asterione era il nome del lusus..
Rido tra me, mi diverto a stare con lei, è un portento, riesce a cacciarmi le lingue in testa raccontando passo le storie in francese, poi passa all’inglese, parola per parola e traduce, l’ascolterei per ore.
Come per lo spagnolo, anche se questo l’ho imparato quando avevo cinque anni o giù di lì, soggiornando al suo castello, cioè il castello di suo marito, sui Pirenei spagnoli
Cioè il suocero di Cat è un marchese di quelle terre al confine, amico di gioventù del Generale mio padre, e i due ragazzi si sono piaciuti, racconta Marie, la governante di casa, un sussurro piccolo piccolo, erano vicini per età, poco importa che il matrimonio sia stato combinato.
Li conobbi, due ragazzi contro un tramonto, senza strepiti o fanfare, che stavano bene insieme.
Piaciuti, in principio, forse, ma ci arrivo anche io a decodificare che si vogliono bene sul serio, si sorridono e parlano tra di loro, mentre .. Il Generale è sempre cortese con mia madre, ma sorridono poco e lei è sempre a Versailles.
Cat forse è l’eccezione, pure ..
Torno sui libri, non ci voglio pensare, va bene così..

Amore e Psiche.
Dafne e Apollo.
Tutti miti che mi piacciono, senza essere sdolcinati, un soldato, quale io devo essere non ha tempo per le mollezze.
Appunto.
Superbo è il mito della nascita della dea Atena, che uscì dalla testa di Zeus tonante, suo padre, già adulta e armata, pronta a combattere, l’ho fatta ripetere a Cat fino allo sfinimento, come la storia del dragone, la prima che mi raccontò..
Cat, un nomignolo che le ho dato tanto tempo fa, un vezzeggiativo, Catherine era troppo lungo, forse, salvo scoprire che in inglese significa gatto.
Ne ride, sostenendo che una persona che adorava la chiamava così.
Già nostro fratello, biondo, leggiadro, un figlio perfetto e amato, una meta inarrivabile.

E Cat, lei mia e soltanto mia, mi ha raccontato della fondazione di Atene.
Atena era in competizione con il dio del mare, Poseidone, per diventare la divinità protettrice della città che, all'epoca in cui si svolge questa leggenda, ancora non aveva un nome.
Si accordarono in questo modo: ciascuno dei due avrebbe fatto un dono agli Ateniesi e questi avrebbero scelto quale fosse il migliore, decidendo così la disputa.
Poseidone piantò al suolo il suo tridente e dal foro ne scaturì una sorgente. Questa avrebbe dato loro sia nuove opportunità nel commercio che una fonte d'acqua, ma l'acqua era salmastra e non molto buona da bere. Atena invece offrì il primo albero di olivo,adatto a essere coltivato. Gli Ateniesi scelsero l'ulivo e quindi Atena come patrona della città, perché l'ulivo avrebbe procurato loro legname, olio e cibo.
Atena ha spesso con sé la sua civetta, indossa un mantello, realizzato con la pelle della capra Amantea,  chiamato egida, oppure era lo scudo?
Da Omero in poi,mi racconta Cat,  l'epiteto di Atena più comunemente usato in poesia è “glaukopis”, solitamente tradotto come con lo sguardo scintillante o dagli occhi lampeggianti.
Il termine è una combinazione di glaukos (lucente", "argenteo", oppure"blu-verdognolo" e "grigio") e ops (ώψ, "occhio" o talvolta "viso").
Mi piace, come quando dicono che i nostri occhi sono dotati di un marchio atavico, distintivo, una particolare combinazione di azzurro.
Una sensazione di  fierezza e libertà, un momento di requie, come quando contemplo le rose che, delicate, si inclinano sugli steli, appena percosse dalle gocce di rugiada in frementi albe, forse sono lacrime, buffo che ci pensi, io non piango mai, un soldato non deve piangere, vero, padre, un soldato non piange mai?.
La lingua batte dove duole il dente, torno a mia sorella, quando ha questi umori è remota e distante, non ne ho l’abitudine.
Che pretendo, poi?
Dovrei stare lontano dalle smancerie, non ècomme il faut…., questa confidenza tra nobili non usa, lascia stare,,,
 
  • Aspetto un bambino, Xavier.
  • Che bello, mon amour..
  • Ho aspettato di essere sicura e ..
  • Quando arriva?
  • Dalla metà di giugno.
  •  
Non era mia intenzione spiare, giuro, se mia sorella parla in cortile è logico che uno possa sentire.
Loro nemmeno si accorgono di nulla, quindi continuo la mia rotta verso le stalle.
NO.
Però glielo avevo detto, di fabbricare un fratellino ouna sorellina per il suo bimbo, non credevo che fosse così… veloce.
O no.
Il bambino (ora non è più tanto una ranocchia) è nato ad aprile di questo anno e ora siamo a novembre inoltrato.
Diciamo che la cicogna è un eufemismo, Oscar, ci vogliono circa nove mesi e la pancia cresce, una volta, a una mia osservazione.
Idiota io, quella volta, a pensare che fosse ingrassata, a mia discolpa posso dire di non avere mai visto una donna incinta, nemmeno tra un a cameriera o una paparente, e né mai nessuno mi ha intrattenuto a spiegare questi misteri.
Matematica, francese, storia, araldica, letteratura, chi più ne ha ne metta, la scherma, l’equitazione e la disciplina sono importanti, certo, ma i fatti della vita … a loro volta no?
 
  • Oscar, ehi.
  • Che ci fai qui?
  • Sono venuta  a farti un saluto…- siamo nella casa sull’albero, è stata costruita per dei bambini e lei deve stare leggermente piegata per non sbattere la fronte.
  • E poi?
  • Prima eri in cortile.
  • Non ti stavo spiando, bada, se tu racconti le cose tue all’aperto, è logico che qualcuno senta …
  • Oscar, Oscar, vieni qui, dai, non mettere il broncio.
  • Non mi devi coccolare.
  • Quando mai.- appoggia la schiena alla sottile parete di legno, io a mia volta mi metto contro di lei, giocando con il pizzo della sua manica. Nel mezzo del giorno si sta relativamente bene, non è troppo freddo.
  • Infatti, non è il caso.
  • E perché la luna brilla?
  • Che ripeti le domande che ti faccio?
  • Mi raccomando, fagli un fratellino o una sorellina con cui poter giocare.
  • L’ho detto, va bene.- però forse non lo pensavo sul serio. Ma non oserò più dirti le cose cattive che ti ho detto, mai più, è stata la sola volta che hai alzato le mani. Di punizioni dal Generale, dal precettore, da Marie, ne ho prese tante, più o  meno gravi, fino a perderne il conto o ricordare il motivo, come di schiaffi e tanto altro, invece …
  • Oscar, non ci pensare dai, a quello che mi hai detto, siamo a posto, va bene?
 
 
   
 
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