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Autore: RanmaSaotome    05/02/2009    2 recensioni
Gli era stato insegnato solo a combattere, non sapeva fare nient'altro. La guerra era tutto ciò che conosceva, la guerra che gli portò via tutto. La vendetta è tutto ciò che cerca. Un sogno e un ricordo che ritorna a tormentarlo, un incontro con una persona, quella persona cambierà tutto questo?
Genere: Azione, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Genma Saotome, Ranma Saotome, Soun Tendo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Signore e signori lettori ecco il terzo capitolo, ringrazio tutti coloro che finora hanno commentato, aggiorno così presto perchè sono capitoli già preparati in precedenza per manganet che ho leggermente modificato, sperando di averli migliorati, ho cercato di rendere la storia il più interessante possibile, anche se il capitolo 3 devo dire che per me è più un capitolo di introduzione ai prossimi. Buona lettura

L'inizio del viaggio

In un modo o nell'altro Ranma era riuscito a respingere il primo attacco dei soldati guidati da Fukushima e si ritrovò per un attimo faccia a faccia con il suo primo obiettivo, che poco dopo sparì dopo che la casa era andata distrutta insieme a tutti i ricordi del padre di Ranma, il quale si voltò un attimo per dare un ultimo sguardo, forse, a quella che era stata la casa di suo padre, ora non restava altro che intraprendere il viaggio...ma dovevano sbrigarsi, gli immortali avevano l'ordine di catturare la principessa e poco ma sicuro li avevano ancora addosso e li avrebbero avuti addosso sempre

"Muoviamoci, gli immortali non si fermeranno finchè non avranno catturato Akane" disse il ragazzo, tornato freddo come quando l'avevano incontrato

ora l'unica cosa importante era proseguire il viaggio, senza perdere tempo e senza soffermarsi ulteriormente col rischio di essere nuovamente attaccati, senza perdere tempo inziarono a camminare e tra gli alberi di quella fitta foresta erano parzialmente al sicuro, nel senso che gli spazi da dove poter essere attaccati erano limitati ed erano perciò limitate anche le zone da comprire, tuttavia non dovevano preoccuparsi solo degli immortali, anche fior di banditi e assassini di ogni genere si avventuravano per quella foresta in cerca di qualche malcapitato, mentre camminavano, Akane si avvicinò a quel ragazzo che finora era apparso tanto freddo e tanto misterioso

"Dimmi, come sei arrivato qui?" domandò un Akane che voleva instaurare una specie di conversazione con quel ragazzo che, in un modo o nell'altro, li aveva e li stava aiutando

"E' una storia lunga" rispose, freddo come al solito continuando a camminare prestando molta attenzione a tutto ciò che lo circondava, non ci si poteva permettere il lusso della disattenzione

"Non so se se ne è accorto ma abbiamo davanti 5 giorni di viaggio" cercò di rompere la tensione con un battuta ironica, ma non sortì l'effetto desiderato, anche se non ne era sicura, troppo misterioso e troppo freddo era il volto di quel ragazzo, dal quale non traspariva alcun tipo di emozione

*Insistente la ragazzina* "Mi trovo qui dal 1600, dopo la battaglia di Sekighara mi rifugiai in questa foresta, aspettando e allenandomi, 2 anni dopo in una cittadina vicina incontrai Kasumoto, aveva un anno in più di me, aveva perso tutto e tutti, fu l'unica persona che invitai a venire con me, col tempo siamo diventati amici, ed è lui che ogni tanto va in città a comprare viveri e altre cose" rispose sapendo che quella ragazza che si trovava accanto non avrebbe ceduto tanto facilmente, l'aveva incontrata da poco e già gli appariva incredibilmente insistente

"Hai perso tuo padre nella guerra?" forse non era la domanda giusta da fare alla loro prima conversazione, ma d'altronde cosa poteva chiedergli, da parte sua Ranma attese un attimo, e poi gli diede la risposta che voleva.

"Si"

A questo punto aveva dato avvio a quell'argomento nella conversazione, quindi apparve quasi logico che la prossima domanda di Akane sarebbe stata

"E i tuoi restanti familiari?"

"Venni strappato da mia madre quando ero molto piccolo, per intraprendere la strada dell'artista marziale, molti miei "amici" dei tempi dell'addestramento sono morti in quella battaglia, altri scomparsi, altri passati al nemico, altri ancora al servizio dello shogun" sembrava che la conversazione a questo punto tra i due fosse ormai iniziata e forse anche nel modo giusto, ma Omura li fermò

"Principessa! Venga qui" disse con tono quasi ammonitorio, richiamando la principessa a se, era probabile che non voleva che stesse troppo vicino a quel tipo

"Con permesso" disse Akane rivolgendosi a Ranma, e poi si allontanò dirigendosi verso Omura, che si trovava a pochi passi indietro rispetto a lui, quando Akane si allontanò da Ranma fu Kasumoto ad avvicinarsi a lui

"Cos'è che ti interessa tanto in quella ragazza è pur sempre una della famiglia Tendo"

"Non mi interessa la ragazza, lei è il biglietto di entrata per il palazzo imperiale, altrimenti li avrei già ammazzati tutti e due" Kasumoto non si sorprese della parole di Ranma, da tempo sapeva che Ranma cercava la vendetta e tante volte Ranma gli aveva parlato del giorno in cui l'avrebbe portata a termine...nel frattempo il viaggio per la foresta era terminato, fortunatamente e stranamente senza interruzioni, appena usciti dalla foresta la cosa che li attrasse di più fu un piccolo villaggio che videro, si fermarono poco, appena per guardare quel posto, un altro spettacolo da dimenticare

"Un'altra città devastata dalla guerra" furono le uniche parole di Ranma, mentre osservava un altra città devastata, con ancora case in fiamme, altre distrutte, altre messe molto male e i campi di coltivazione non erano messi meglio, le poche persone che si trovavano nel villaggio apparivano più come anime depresse, d'altronde di che cosa uno doveva essere contento? Bastava guardarsi attorno per avvertire quel senso di tristezza che ormai apparteneva a qualsiasi persona che si trovava a vivere in quei tempi cupi, inoltre proprio in quel momento stava sorgendo il sole, l'alba del primo giorno di viaggio, che dava al paesaggio un'aria ancora più di desolazione e malinconia

"Mio Dio" fu l'unica esclamazione di Akane di fronte a quell' orribile spettacolo

"Non è stato Dio a fare questo, ma noi." fu questa la spiegazione che diede Ranma ad Akane, e non si sapeva se era arrabbiato, dispiaciuto o semplicemente dopo tutto quello che aveva già visto quello spettacolo non sortiva in lui alcun tipo di effetto, era un ragazzo indecifrabile

"Principessa voi siete abituata alla vita del palazzo imperiale, questo è il mondo, quella parte più toccata dalla guerra di qualsiasi altra, la guerra ha trasformato posti come questi in un inferno" intervenì anche Omura cercando di sfoggiare una perla di saggezza, ma Ranma non era d'accordo con la sua affermazione

"Tu chiami inferno questo Omura? Tutto questo è una nostra creazione e nulla di più, questo l'abbiamo fatto noi. L'inferno è svegliarsi la mattina e non sapere perché esisti." gli rispose Ranma a voce bassa come di tristezza e con un senso di angoscia addosso

Detto questo li superò riprendendo a camminare, mentre Kasumoto si avvicinava a Omura e Akane

"Perdonatelo, ha visto tante cose che l'hanno segnato e l'hanno portato a quello che è oggi" spiegò Kasumoto ai due guardando Ranma che intanto continuava a camminare e che ormai non faceva più caso a loro.

Dopo questa breve conversazione anche il resto del gruppo riprese a camminare avvicinandosi a Ranma e quando mancava qualche passo per raggiungerlo, Kasumoto si rivolse per l'ultima volta ad Akane e soprattutto a Omura

"Approposito Omura, un'ultima informazione, quello che lei chiama "inferno", lui lo chiama "casa" " furono le ultime parole di Kasumoto a Omura prima di ricominciare a camminare anche lui e con quelle parole lasciò tutti a bocca aperta, rimasero imbambolati per un instante prima di riprendere a camminare, raggiungendo Ranma e proseguendo per la loro meta, che era ancora troppo lontana e ancora troppe cose e troppe interruzioni potevano fermare il loro viaggio

CONTINUA...
  
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