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Autore: alma_valdez    03/09/2015    1 recensioni
Una nuova protagonista -Lea- entrerà a far parte dell'Inazuma, ma nel suo passato sono nascoste parti oscure che nemmeno lei può immaginare...
Fra apparecchi in grado di controllare la mente creando mondi pericolosi, talmente realistici che se ci muori dentro, muori anche nella realtà, paure e passioni, amori impossibili e nuovi nemici senza scrupoli...l'Inazuma e Lea dovranno lottare.
Dal testo:
(..)Jude impallidì quando si trovò davanti una copia di se stesso che lo fissava con un’ aria crudele e calcolata.
La copia sorrise, nello stesso modo in cui sorrideva Jude quando ancora non aveva conosciuto Mark e tutti gli altri ragazzi.
Freddo, cattivo, micidiale.
E:
(...)Ma quella voglia era troppo forte, quelle grandi mani troppo delicate…così tornò a guardarlo negli occhi e ad annaspare in tutto quel rosso, senza respiro, col cuore a mille.
Rosso, rosso, rosso...
                            Non sono brava a fare introduzioni!
                            Spero vi abbia incuriosito!
                           (anche comico e suspance in parti)
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riassunto della puntata precedente:
L’Inazuma viene catturata dallo stesso uomo nell’ombra che comanda Lea/Cassidy, che pare non sia mai stato Ray Dark.
I ragazzi si risvegliano in una vallata, la Valle degli Ingranaggi, dove ci sono creature assassine e sembra che tutto sia creato per ucciderli. Una strana Voce li aiuta, guidandoli in un bosco…
Dal testo:
-N-non è nulla i-in confronto all’immensità dell’oceano su, ragazzi. Portiamoli al sicuro!-Balbettò Hurley indicando i compagni caduti, col liquido verde dei Ragni sul volto.
-Seguite la mia voce, stranieri…
-Possiamo fidarci?- Chiese Jude, guardandosi intorno cercando di capire da dove venisse la voce.
Caleb scosse la testa.- No, ma dobbiamo.



                                                                                 ^^^





-…Wow- i ragazzi si guardarono intorno, con gli occhi sgranati- dove siamo finiti?-
Erano corsi via dopo che i ragni li avevano attaccati. Come la Voce aveva detto, se l’avessero seguita sarebbero stati al sicuro dall’attacco imminente delle Anatre Zannute.
Avevano  percorso il fiume, fino ad arrivare ad uno spiazzo fra il bosco in cui c’era un dislivello ed una cascatella cadeva scrosciando su tantissimi Ingranaggi.
Ce n’erano a bizzeffe, ed erano enormi, completamente ricoperti da piante e muschio, sembravano essere lì da sempre, tanto che la natura stessa li aveva inglobati.
Uno grande quanto una ruota panoramica si ergeva sopra gli altri, e l’acqua del fiume vi scorreva ai lati e nelle feritoie.
Era uno spettacolo meraviglioso.
Fra gli ingranaggi, si trovava un uomo, vestito con un’armatura scrostata e bagnata dagli spruzzi, scudo e lancia in pugno. Era immobile come una statua e, a guardarlo bene, notarono che sembrava proprio un’armatura inanimata oppure solo un arredo del paesaggio.
Sembrava che anch’essa, come gli ingranaggi, non si fosse mai mossa da lì.
-Prima di qualsiasi domanda, urge rianimare i vostri amici, altrimenti finiranno così i loro giorni.-La voce parlò ed i ragazzi si meravigliarono dal sentirla provenire proprio dall’armatura.
-Vi converrebbe immergerli in quest’acqua, stranieri, ed anche con urgenza credo. Cotesto colorito mi fa presupporre che resti loro poca aria, e dunque vita.
I ragazzi si affrettarono a trascinare i loro amici svenuti nell’acqua, con qualche difficoltà con Jack, che minacciava di caderci dentro e non uscirne più.
Tirandoli fuori dopo la doccia fredda, Mark, Jack,Todd, Jordan e gli altri svenuti cominciarono a tossire, e subito dopo a rabbrividire, poi aprirono lentamente e con fatica gli occhi, come se fossero stati incollati per troppo tempo.
-I-io… sentivo che stavo, che stavo…-Todd sussultò.
-…Morendo?- La Voce parlò- Si, come ho precedentemente illustrato al vostro compagno Caleb, sta tutto nella vostra testa, ma se morite in questa funesta realtà, perirete anche nella vostra, ordunque occorre prudenza.
-Ma come parla sto tizio?- sussurrò Hurley ad Archer.
-Parlo nel modo che par più adeguato, data la locazione ed epoca storica, ma se a lei urge un traduttore, glielo posso spiegare con parole semplici e meno arcuate. Si, straniero, sento tutto ciò che dite, e anche ciò che pensate, per essere precisi.-
Caleb si avvicinò agli altri, scossi e stupiti, e spiegò loro cosa stava succedendo, ovvero che erano ancora nella stanza della L. Tower , e che erano i loro cervelli che stavano immaginando tutto quello che accadeva. Si trovavano in una realtà virtuale, ma talmente realistica che tutto ciò che ci provavi e capitava, aveva effetti nel mondo reale, perché il cervello, da quanto era convinto che tutto fosse reale, credeva realmente nelle ferite, e se morivi, pure di essere morto, e dunque morivi per davvero.
- Si ma che è successo? Cosa ci è accaduto realmente? Perché ci stai aiutando ?- Archer si fece largo a spintoni fra gli altri, avvicinandosi alla scultura.- Chi sei tu?-
-Oh, vostra signoria esige spiegazioni? Certamente, ora vi dirò tutto.- La statua rimase immobile, ma la voce iniziò a parlare.
-Inizialmente pensavate che la mente dietro tutto fosse Dark, da quanto riesco a leggere dalle vostre menti; invece non è così. Come alcuni di voi avranno potuto vedere, nei pochi minuti prima di essere narcotizzati, la figura nell’ ombra era Luthor, proprietario della stessa Luthor Tower ed artefice ordunque del progetto L.E.A.-
Jude a denti stretti sibilò. -Si chiama Lea, o meglio, Cassidy.-
Gli altri si voltarono confusi, non sapendo ancora della vera identità della ragazza di cui erano a conoscenza solo Caleb e lo stesso Jude, ma vista l’ espressione furente del biondino rimandarono le spiegazioni sul secondo nome a dopo.
- Si Jude, la penso anche io come lei. Io la conoscevo, e conoscevo pure Caleb, quando il signor Luthor lavorava ancora per Dark.
-Luthor lavorava per Dark?- Mark chiese lasciandosi cadere sotto ad un albero, ancora scosso per il liquido velenoso.
-Ebbene sì, straniero. Lui era solo uno dei suoi scienziati e collaboratori, come me d’altronde, ma a differenza degli altri provava grande stima e rispetto per il suo padrone, che venerava come … un Dio, oserei dire. Fu proprio Luthor a progettare la Bevanda degli Dei, che aumentava a dismisura le capacità fisiche dei giocatori, e fu sempre lui nascosto nell’ombra, a progettare piani e organizzazioni diaboliche. Ma ahimè, Dark col tempo è cambiato. Non mirava più alla conquista del calcio ed alla sua distruzione, e dunque tutte le idee ed invenzioni del signor L. non gli servivano più. E’ invecchiato, diceva Luthor che non voleva crederci, ma poi alla fine, i suoi dubbi furono spazzati via, ed al loro posto si fece largo la conferma che si era effettivamente rabbonito, e voleva anzi rimediare alle sue malefatte. Un giorno Dark sparì, abbandonando tutti i progetti, tutti i piani e le invenzioni che Luthor aveva progettato, e su cui aveva speso gran parte della sua vita.
-Molti si arrabbiarono, altri ne furono felici altri ancora delusi, ma lui, lui non poteva accettarlo.
Il suo mito era caduto, e con lui anche la propria ragione. Da quel giorno Luthor impiega il suo tempo a portare avanti i piani di Dark, con lo scopo diverso però, non di distruggere il calcio e voi, ma di controllarvi.E come avete visto, ha già sperimentato l’effetto su Lea, e sta funzionando. Purtroppo il microchip secondo lui è ancora debole, e vuole ampliarlo, in modo di avere burattini ancor più ubbidienti. Mentre voi siete qui lui starà lavorando su di lei, e fra non molto il progetto sarà ultimato. Quando glielo impianterà, della sua volontà rimarrà solamente un granello di polvere e sarà completamente incapace di ribellarsi. Poi toccherà a voi.-
I ragazzi rabbrividirono, soffocando ringhi sommessi.
Jude strinse i pugni.
-Questo è quel che è accaduto realmente- disse la voce- ed anche quel che accadrà se non riuscirete ad uscire dalla simulazione. Invece, per rispondere alla seconda domanda, ecco qua: chi sono io? Io sono un MaLware.-
-Un cosa?- Piagnucolò Jack- Non mi piacciono le persone che iniziano con “Mal”-
La voce emise una risata metallica.- Non lo sai? I malware sono virus dei computer, che infettano le apparecchiature elettriche. Sono stato inserito per aiutarvi da Thompson, l’aiutante del signor L. Mi ha messo nel database del sistema perché non voleva far del male a Cassidy, in quanto amico di suo padre, morto a causa di Luthor. Se vi steste chiedendo perché allora gli sia rimasto al suo fianco, eccovi la risposta che ha aggiunto ai miei dati: è’ stato costretto ad aiutarlo nei suoi piani contro la sua volontà, e comunque l’avrebbe fatto anche di sua spontanea iniziativa, altrimenti non avrebbe potuto controllare la ragazza e capire come aiutarla.-
I ragazzi si voltarono.
-Suo padre? E’ morto?-
-Si, anche se prima Cassidy non ricordava quasi niente di lui. Aveva solo ricordi confusi, perché l’amore che provava per il padre probabilmente non poteva essere cancellato, ma solo offuscato. Nonostante questo non riusciva a ricordare dov’era, cosa era successo…pensava che l’avesse abbandonata. Ora invece è a conoscenza della verità, anche se suppongo che sarebbe stato meglio rimanesse all’oscuro della sua morte, per non rivivere il dramma per una seconda volta.-
La voce si incupì all’improvviso-Il mio tempo a disposizione è finito. Sono un malware vecchio e debole, e grazie a questa caratteristica i computer non mi hanno preso in considerazione. Ma ormai mi hanno avvistato. Fra pochi istanti sarò debellato. L’unico consiglio che ho da darvi è di diffidare di ciò che vedete, finchè non sarete veramente a casa. Ed anche allora, controllate che non sia frutto della vostra immaginazione. Cercate i dettagli, saranno loro a tradire la finzione. Quando capirete che non è reale, il computer cercherà di ingannarvi di nuovo. Ci saranno pochi scenari, perché Luthor non aveva previsto il mio intervento, ma ricordate: avete poco tempo.-
L’immagine dell’armatura vuota iniziò a sfarfallare.
-I dettagli! I dettagli! Ricordate! Dovete trovare la cosa che vi faccia capire sia solo finzione…
E con queste parole, l’armatura fu risucchiata via in un vortice azzurro e bianco, e con lei la voce.

                                                                           ***
I ragazzi fissarono in silenzio lo spazio vuoto, su cui prima poggiava.
Il gracidare delle rane, lo scrosciare del ruscello, il cicaleccio delle cicale… pareva loro tutto così reale che faticarono a scacciare quei suoni dalla mente.
Finzione, tutta finzione.
- Ragni dell’ Ingranaggio. Anatre Zannute, MalWARE- Disse con voce mesta Hurley.- Qui abbiamo capito, anche sembra tutto vero, è impossibile che lo sia.-
-Non funziona più- disse Caleb - ormai il trucco è svelato.
Nel giro di un minuto, tutto attorno a loro si fece opaco, per poi diventare grigio, ed infine nero come la notte.
I ragazzi si raggrupparono, formando una specie di catena per non perdersi di vista, finchè nel buio opprimente, non videro avvicinarsi una luce aranciata, ondeggiante, come se ballasse…
-Visione numero due- Disse Mark.-Pronti per il secondo tempo?
I ragazzi annuirono, mentre la luce si avvicinava sempre di più.
                                                                               
Il profilo di una barca cigolante si fece largo tra una fitta coltre di nebbia grigia, avvicinandosi a quello che doveva essere un molo.
Era evidentemente notte, e luci lontane si intravedevano fra la nebbia come occhi minacciosi.
-Come faremo a distinguere i dettagli sbagliati? Qui è tutto perfetto- Fece Nathan- Le increspature dell’acqua, la nebbia, l’alone della luce…perfino la puzza di pesce e l’aria fresca della sera!-
Gli altri accordarono. Si sentiva perfino il vociare di un pub più in là, e le grida di alcuni marinai.
La barchetta ondeggiante si avvicinò a loro, fermandosi al bordo del molo.
Era una chiatta di legno, lunga poco meno di tre metri e larga due.

-Wela! Pesci di porto!-Un uomo grasso e barbuto, con addosso una camicia stretta da cui fuoriusciva una pancia pelosa li salutò con una mano, mentre reggeva quello che doveva essere il palo che muoveva lo scafo, e dunque dirigeva la barca.- Vi va di fare un giro? Vi porto in un posto migliore… sapete….- disse con aria confidatoria - qua c’è gente di cui non ci si può proprio fidare!
Jude lo squadrò.
Maglia sporca di rum e sugo.Borse sotto agli occhi. Una scarpa mezza sfondata. Ghigno pericolosamente felice senza due denti.
Alzò gli occhi al cielo. Va bene che le apparenze non contavano, ma quello era il classico tipo che fa risse ogni sera dopo essersi ubriacato.
- E  sentiamo, perché dovremmo fidarci di te?
- Sospettoso il ragazzo eh?- Sghignazzò, tenendosi la pancia-Perché non avete altre possibilità, è ovvio- rispose in un sorriso sdentato l’uomo, indicando dietro di loro.
Girandosi, i ragazzi videro comparire due omini vestiti in nero che facevano girare dei manganelli tra le dita con fare poco rassicurante. Stavano andando verso di loro.
- Non vengono visti di buon occhio gli stranieri, portano rogne, soprattutto se non pagano la dogana, e come vedo, non avete il marchio di fuoco al polso.
-Il cosa?- Chiese Mark.
-Il tatuaggio no? Tutti noi ce l’abbiamo- si srotolò la manica della camicia, rivelando una grande bruciatura a forma di X, seguita da tante piccole linee di tagli.- Quella grande che vedete è il Marchio rosso, mentre gli altri…beh, sono linee di “cattiva condotta” come dicono…ma forse adesso sarebbe meglio squagliarsela.
I due uomini avevano appena superato un’insegna traballante con scritto “ El pesciolin Grigliato”, e si stavano avvicinando. Ora i ragazzi riuscirono a distinguere due cappellini scuri con una stellina di rame attaccata.
All’ultimo momento decisero che in ogni caso sarebbe stato meglio evitare la prigione, quindi salirono velocemente sulla barca, che traballò sotto il peso della ventina di ragazzi.
L’uomo gracidò qualcosa, poi sganciò la corda che teneva ferma la chiatta e la diresse lontano.
Prima che la nebbia potesse inglobarli nascondendoli agli occhi degli inseguitori, l’uomo si tirò giù i calzoni, mostrando due chiappe alquanto spaventose alle forze dell’ordine.
-Linee di cattiva condotta eh? Ma davvero?- Jude lo fulminò.
-Oh no, siamo vecchi amiconi noi arh arh!
Ora Jude si guardò attorno preoccupato. La nebbia sembrava volerli soffocare da quanto era fitta, ed in effetti lo faceva, dato che per la gran parte era fumo grigio e denso, proveniente da qualche ciminiera. Non si vedeva nulla, e pensò con orrore, che se questo paesaggio era stato programmato da Luthor, sicuramente aveva tenuto in conto della loro scelta di salire a bordo.
Ora, con preoccupazione guardò l’uomo, intento a manovrare il barcone: non ci si poteva fidare, non ci si poteva fidare di nessuno…






Angolo dell’autrice da strapazzo
Dopo una settimana di pausa, eccomi tornata con la consapevolezza
che fra quindici giorni rinizia la scuola, e che mi ero imposta di finire la FF entro il suo inizio.
*grido agghiacciante*
BUAHAHA non ce la farò maIIIIIIiiiiiIIIIIiiiiiiIIII
Non ho nemmono finito i compitiiiiii!
*si asciuga una lacrimucci*
MA NO!
Se l' Inazuma ce l'ha sempre fatta, se Naruto non si è mai arreso a costo di quasimorirci, se Percy Jackson ha combattuto mille mostri, sostenuto pure il cielo....TU CE LA FARAI!
*Sguardo da patriotta fandom*
(Solo le fangirl capiranno...pardon)
Quindi, sì!
Spero di postare già domani, o dopodomani!
Vostra autrice da strapazzo,
Alma_Valdez
   
 
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